Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann e Idafe Martín vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
Non dimenticate di sostenere il Mattinale passando a un abbonamento a pagamento.
A forza di giocare col fuoco dell'estrema destra, il PPE ha incendiato l'UE
A forza di giocare con il fuoco dell'estrema destra, il Partito popolare europeo (Ppe) ha appiccato l'incendio al Parlamento europeo. Mercoledì 23 ottobre gli eurodeputati non sono riusciti ad approvare la risoluzione politica che raccomanda alla Commissione come spendere i soldi del bilancio 2025 dell'Ue, dopo che il Ppe ha deciso di votare con i gruppi dell'estrema destra alcuni emendamenti per finanziare la costruzione di muri alle frontiere esterne dell'Ue e per ridurre i finanziamenti all'Agenzia europea per i diritti fondamentali. Dopo l'approvazione dei due emendamenti da parte di tutte le destre, gli altri gruppi europeisti hanno deciso di votare contro la risoluzione sul bilancio, che è stata bocciata con 360 voti “no” e 233 “sì”. Ci sono pochi precedenti. La lezione è duplice. Nonostante l'avanzata dell'estrema destra nelle urne, non esiste maggioranza alternativa a quella europeista che fa compromessi al centro. La strategia del PPE e del suo presidente Manfred Weber, oltre a violare il cordone sanitario e legittimare l'estrema destra, indebolisce il Parlamento europeo e condanna l'Ue all'ingovernabilità. Ci saranno conseguenze per la Commissione di Ursula von der Leyen?
L'emendamento sul finanziamento della costruzione di muri per fermare i migranti alle frontiere era stato presentato dal gruppo Europa delle nazioni sovrane, di cui fa parte Alternativa per la Germania e che fa concorrenza all'altro gruppo di estrema destra dei Patrioti per l'Europa di Viktor Orban, Matteo Salvini, Marine Le Pen e Geert Wilders. Anche il gruppo dei sovranisti dell'Ecr, dove siede Fratelli d'Italia, hanno votato il testo. La Commissione europea si è sempre rifiutata di finanziare la costruzione di muri, anche se sotto von der Leyen ha iniziato a stanziare fondi per le infrastrutture che vengono utilizzate sopra e attorno alle barriere, come telecamere e sensori. Il Parlamento europeo "chiede un finanziamento adeguato delle barriere fisiche alle frontiere esterne dell'Unione", recita l'emendamento sui muri, che è passato con 329 voti a favore e 297 contrari con il voto decisivo del PPE.
Il risultato immediato è un indubbio successo politico per i gruppi dell'estrema destra, che hanno festeggiato con brindisi e comunicati. Per contro è stato un boomerang per il PPE dato che, questi stessi gruppi di estrema destra, hanno rigettato la risoluzione sul bilancio, contribuendo a farla cadere (compresa la richiesta di finanziare i muri). Gli anti-europei funzionano così: non votano mai a favore dell'Ue e delle sue politiche, ma solo per smantellarle. Il Parlamento europeo ora sarà più debole nei negoziati con il Consiglio sul bilancio e, per la prima volta, non è in grado di dare raccomandazioni politiche alla Commissione su come spendere i soldi delle singole poste nel 2025. “Avevamo costruito un buon compromesso con il PPE i socialisti e i verdi che il PPE ha scelto di rigettare per allinearsi con la maggioranza alternativa di estrema destra”, ha detto la deputata francese di Renew, Fabienne Keller.
Non è la prima volta che il PPE rompe il cordone sanitario attorno ai gruppi dell'estrema destra. E' accaduto sul calendario delle audizioni dei candidati della prossima Commissione. E' accaduto di nuovo ieri sull'attribuzione del premio Sakharov per la libertà di espressione all'opposizione venezuelana. Ma nella plenaria, su temi così sensibili come il bilancio e le migrazioni, è una prima. Inoltre, avendo votato un emendamento presentato dall'Europa delle nazioni sovrane e firmato da Alternativa per la Germania, Manfred Weber non è più nella posizione di dire che sono le estreme ad allinearsi alle posizioni del PPE. E' il PPE che ha scelto di allinearsi alle estreme. Alcune voci dentro il gruppo hanno criticato la scelta. “Penso sia stato un errore”, ha detto a Politico.eu uno dei vicepresidenti del gruppo, il polacco Andrzej Halicki: “Non dovremmo dare spazio ai nemici dell'Europa e avere una visione naif che agiscano in buona fede”.
Prima e dopo le elezioni europee dello scorso giugno. Manfred Weber aveva promesso una linea rossa: nessuna cooperazione con l'estrema destra e l'estrema sinistra. Era parte dell'accordo con gli altri gruppi europeisti – socialisti, liberali e verdi – per sostenere la conferma di Ursula von der Leyen per un secondo mandato. La stessa presidente della Commissione, membro del PPE, si è impegnata a fare in modo che il suo partito non collabori con l'estrema destra. Le promesse sull'estrema destra non sono state mantenute. Le tensioni tra gli altri gruppi europeisti e von der Leyen sono già alte sul tema delle politiche migratorie.
“Von der Leyen deve abbandonare la sua proposta disumana e illegale di creare centri di espulsione in paesi terzi. È inaccettabile inchinarsi all’estrema destra per benedire un modello migratorio che viola i diritti umani e che finora lei ha ritenuto illegale”, ha detto mercoledì in plenaria la presidente del gruppo dei Socialisti&Democratici, Iratxe Garcia Perez. Il giorno prima, la leader dei socialisti aveva messo in dubbio il sostegno alla Commissione nel voto di fiducia che si terrà a fine novembre. “E' una decisione che dovremo affrontare al momento giusto, se si arriverà a questo punto e una volta che avremo visto i risultati delle audizioni. Comunque non ci sono dubbi: posizioni di questo tipo, come quelle di von der Leyen, non aiutano di certo a tenere un dibattito calmo, pacato, responsabile in merito”, ha detto Garcia.
I Verdi sono sempre più dubbiosi sul voto alla nuova Commissione. I liberali di Renew, precipitati al quinto posto nella classifica dei gruppi, non sanno bene cosa fare. I socialisti vogliono “tendere la mano” al PPE per non far cadere l'Ue nelle mani dell'estrema destra, ha detto Garcia. Ma le manovre spregiudicate di Weber rendono la cooperazione sempre più difficile e il clima velenoso. Il PPE, i sovranisti e l'estrema destra hanno una maggioranza anche nelle altre due istituzioni, il Consiglio e la Commissione.
“Molti osservatori avevano tirato un sospiro di sollievo per i risultati delle elezioni del Parlamento europeo dello scorso giugno. Invece di dare via l'Ue all'estrema destra, le elezioni hanno assicurato la maggioranza in Parlamento all'alleanza pro-europea”, ci ha spiegato Roberto Alemanno, professore all'HEC di Parigi e fondatore di The Good Lobby. Ma, dietro a questa narrazione rassicurante, “si nasconde una realtà diversa”. Dopo essere stata eletta dai partiti pro-europei per un secondo mandato in luglio, “von der Leyen ha intrapreso una serie di cambiamenti politici che alterano profondamente la direzione politica originariamente proposta al Parlamento europeo. Le vittime sono il Green deal, il patto migratorio e presto lo stato di diritto”, dice Almenno. “Come possono verdi e socialisti giustificare questo? Gli altri partiti pro europei rispetteranno il loro impegno originale a votare per la Commissione von der Leyen 2.0?”.
La frase
“Sappiamo che non è il criminale che vincerà (…) ma chi unisce i paesi sulla base dei valori umani fondamentali e la Carta dell'Onu”.
Volodymyr Zelensky.
Vertice
La risposta dei leader dell'Ue al rapporto Draghi - Abbiamo messo le mani sulla bozza di conclusioni del Vertice di Budapest dell'8 novembre, che sarà discussa oggi dagli ambasciatori dei ventisette stati membri. Secondo il documento, i capi di Stato e di governo lanceranno un “Nuovo Patto Europeo sulla Competitività” in risposta ai rapporti di Mario Draghi ed Enrico Letta. Ma non c'è accordo per dare seguito a una delle principali raccomandazioni dell'ex presidente della Bce: creare un nuovo strumento di debito comune per finanziare i beni pubblici europei necessari a tenere il passo di Stati Uniti e Cina nella doppia transizione verde e digitale e nel rafforzamento della difesa. "Noi leader dell'Ue siamo determinati a rafforzare con urgenza la nostra competitività, sviluppare la nostra prosperità economica comune e assicurare la sovranità e l'influenza globale dell'Ue", dice la bozza. I rapporti di Mario Draghi ed Enrico Letta forniscono "un solido fondamento per far avanzare il nostro lavoro". Per i leader "è imperativo chiudere urgentemente il divario di innovazione e produttività" con Stati Uniti e Cina. "Non c'è un solo minuto da perdere". I settori prioritari sono il mercato unico, l'industria, la ricerca e l'innovazione, l'energia, l'economia circolare, il digitale, il commercio, la semplificazione della regolamentazione e l'agricoltura. Ma sui finanziamenti la bozza prevede di ricorrere agli strumenti abituali: il quadro finanziario pluriennale (il bilancio dell'Ue) e nuove risorse proprie (le tasse raccolte dall'Ue). "Gli investimenti necessari per chiudere il divario di crescita produttività e innovazione richiedono una combinazione di finanziamenti pubblici e privati che lavorino insieme. Non c'è più margine per il 'business as usual'", dice il documento. Ma, senza strumenti di debito comune dell'Ue e con lo spazio fiscale degli stati membri limitato o nullo, il vero pericolo è proprio il business as usual.
Le priorità del Nuovo Patto sulla competitività - La bozza di conclusioni di Budapest è ancora in fase di negoziazione. Mercoledì prossimo è previsto un secondo dibattito tra gli ambasciatori. Alla Commissione viene chiesto di presentare la sua futura strategia sul mercato unico, con l'obiettivo di rimuovere le ultime barriere interne all'Ue e di introdurre un quadro di governance “più efficace”. Alla Commissione viene inoltre chiesto di “presentare come priorità una strategia industriale globale per industrie competitive e posti di lavoro di qualità”. C'è l'impegno a perseguire un'agenda ambiziosa per realizzare l'unione dei mercati dei capitali e l'unione bancaria - ribattezzate "Unione europea dei risparmi e degli investimenti" - con l'armonizzazione delle legislazioni nazionali sulla bancarotta e la convergenza sulla supervisione. Secondo la bozza, la creazione di un “Fondo per la sovranità dell'Ue” per investire in azioni contribuirebbe ad “assicurare la competitività in tecnologie chiave”. Il concetto dovrebbe essere sviluppato dalla Bei, insieme alle banche di promozione nazionali. Il documento indica la volontà di lanciare un “rinascimento industriale” con la modernizzazione delle regole della concorrenza. La Commissione sarà invitata a presentare una nuova strategia industriale, nonché le opzioni di finanziamento per il settore della difesa (attese già lo scorso giugno). I 27 potrebbero impegnarsi a spendere il 4 per cento del pil in ricerca e innovazione e a realizzare una “vera unione dell'energia”. Sul digitale, la Commissione è invitata a presentare una nuova "Strategia tech europea". La politica commerciale deve essere adattata per tenere conto delle "crescenti tensioni geopolitiche e dell'evoluzione tecnologica accelerata".
Niente accordo sulle scadenze del Patto sulla competitività - Dalla bozza di conclusioni del Vertice di Budapest emerge il senso di urgenza. Tuttavia non c'è ancora accordo tra i ventisette sulle scadenze del Nuovo Patto per la Competitività Europea. Nella bozza tutte le date sono ancora tra parentesi quadre, perché manca il consenso dei ventisette Stati membri. Non c'è intesa su metà 2025 per il mercato interno, il 2026 per l'Unione europea dei risparmi e degli investimenti, il 2027 per l'unione dell'energia, il 2030 per il 4 per cento di spesa in ricerca e innovazione. Sui finanziamenti l'accordo è il minimo comun denominatore. "Il prossimo quadro finanziario pluriennale (che entrerà in funzione nel 2028) servirà come strumento per realizzare i nostri obiettivi di competitività", si legge nella bozza. I leader si impegneranno a "lavorare sull'introduzione di nuove risorse proprie", perché sono "sufficienti" per le priorità. Mario Draghi, che ha indicato la necessità di 800 miliardi di euro di cui metà di finanziamenti pubblici, non sembra esserne così sicuro.
Commissione von der Leyen II
Le idee di Serafin e von der Leyen sul bilancio (senza nuovo debito comune) - Le risposte al questionario del Parlamento europeo del polacco Piotr Serafin, il commissario designato da Ursula von der Leyen al Bilancio, confermano la volontà della prossima Commissione di restare nei limiti del bilancio tradizionale dell'Ue, senza sconfinare in un nuovo strumento di debito comune, ma ricorrendo a nuove risorse proprie. “Per il prossimo quadro finanziario pluriennale, ci troveremo di fronte a scelte chiare: non può esserci, allo stesso tempo, il rimborso di NextGenerationEU, nessun aumento dei contributi nazionali al bilancio dell'Ue, un bilancio dell'Ue adatto alla nostra ambizione e nessuna nuova risorsa propria”, ha scritto Serafin. Seguendo le indicazioni di von der Leyen, il polacco intende lavorare a “un'architettura finanziaria più efficiente e incisiva per l'Unione. Il bilancio dell'Ue deve essere il motore per far leva sui finanziamenti privati e istituzionali”. In cantiere c'è una rivoluzione della struttura del bilancio con “programmi meno numerosi e più mirati e un piano per ogni paese che colleghi le riforme chiave con investimenti mirati laddove è più necessaria l'azione dell'Ue”.
Dan Jørgensen si converte al nucleare - La nomina del danese Dan Jørgensen a futuro commissario all'Energia aveva creato un certo allarme tra i paesi pro nucleari dell'Ue. Il prescelto da von der Leyen in passato si era schierato contro l'energia atomica. Ma l'audizione di conferma davanti al Parlamento europeo lo ha costretto a una rapida conversione. “La neutralità tecnologica è un concetto centrale, parte integrante della libertà degli Stati membri di scegliere il proprio mix energetico in linea con i nostri Trattati. Saranno necessarie tutte le soluzioni energetiche rinnovabili e a basse emissioni di carbonio. Le proiezioni mostrano un settore energetico decarbonizzato entro il 2040. Si prevede che la maggior parte provenga da energia rinnovabile con un contributo considerevole dall'energia nucleare”, si legge nelle risposte di Jørgensen alle domande dei deputati. “I piccoli reattori modulari hanno il potenziale di fornire elettricità e calore a basse emissioni di carbonio e contribuire a decarbonizzare non solo la produzione di energia, ma anche settori con emissioni difficili da ridurre come i trasporti, l'industria chimica e siderurgica”. Jørgensen promette di sostenere “l'accelerazione dello sviluppo e dell'implementazione di piccoli reattori modulari in Europa”.
I pesanti dubbi del verde Freund su Raffaele Fitto - Daniel Freund, europarlamentare dei Verdi impegnato nella lotta alla corruzione, ieri ha lanciato un duro attacco su Raffaele Fitto, scelto da Ursula von der Leyen come vicepresidente della Commissione responsabile della politica di coesione, accusandolo di aver "fatto pasticci" con i fondi europei in Italia. Intervenendo in plenaria al Parlamento europeo, Freund ha citato il rapporto annuale della Corte dei conti dell'Ue, secondo il quale "nel 2023 il procuratore europeo aveva 206 inchieste aperte legate ai fondi dello Strumento di ripresa e resilienza e stimava danni potenziali di oltre 1,8 miliardi di euro. Il 75 per cento di questi casi vengono dall'Italia", ha spiegato Freund: "Chi era il ministro con la responsabilità di quei fondi in Italia durante il periodo menzionato dal rapporto? Un suggerimento: è la stessa persona che ora è stata designata vicepresidente della Commissione europea responsabile per due terzi del bilancio dell'Ue. Il signor Fitto dell'estrema destra in Italia. Il tizio che ha fatto pasticci in Italia ora dovrebbe assumere la responsabilità dell'intera Ue. Questa non è una buona idea. Non sono sicuro che possiamo permetterci Fitto in questo ruolo", ha concluso Freund.
Elezioni
La Georgia uscirà dall'incubo di Sogno Georgiano? - La Georgia si prepara a elezioni legislative che saranno decisive per la direzione futura del paese nel contesto della guerra di aggressione della Russia. Se il voto di domani confermerà l'attuale partito di governo, Sogno Georgiano, al potere malgrado la sua deriva autoritaria e filo-russa, la Georgia tornerà nella sfera di influenza di Vladimir Putin. Se invece vincerà l'opposizione, il percorso di adesione verso l'Ue, dopo la concessione dello status di candidato, potrebbe riprendere. Gli interrogativi sono molti in un clima di interferenze da parte della Russia. L'opposizione teme frodi elettorali. I sondaggi indipendenti danno Sogno Georgiano in testa con circa il 35 per cento dei voti, ma senza la maggioranza assoluta in Parlamento. L'opposizione è divisa in tre coalizioni diverse, che in passato non sono state in grado di cooperare. Il kingmaker potrebbe essere Giorgi Gakharia, ex primo ministro che ha lasciato Sogno Georgiano e sostenuto le manifestazioni pro europee, il cui partito è dato attorno al 10 per cento. Ma il più grande interrogativo è se, in caso di sconfitta, Sogno Georgiano accetterà di lasciare il potere in modo pacifico. Il suo leader, l'oligarca legato alla Russia Bidzina Ivanishvili, ha minacciato di vietare l'opposizione.
Un'altra elezione inconcludente in Bulgaria? - Gli elettori bulgari domenica vanno al voto per la settima volta in tre anni e il risultato potrebbe essere un'altra elezione inconcludente. Secondo i sondaggi, il partito conservatore Gerb di Boyko Borisov dovrebbe ottenere circa il 27 per cento dei voti, un paio in più delle elezioni legislative del 9 giugno. Ai liberali di Continuiamo il cambiamento, diretti da Kiril Petkov, è attribuito il 15 per cento circa delle intenzioni di voto, sostanzialmente lo stesso risultato di 4 mesi fa. L'estrema destra pro russa di Revival ha più o meno la stessa percentuale ed è stabile rispetto a giugno. Le prospettive di un governo stabile a Sofia sono scarse a causa delle rivalità tra Borisov, al centro di diversi scandali di corruzione, e Petkov, che ha fatto della lotta alla corruzione una delle sue principali bandiere.
Secondo turno con cambio di maggioranza in vista in Lituania - Anche gli elettori lituani domenica torneranno alle urne per il secondo turno delle elezioni legislative. Restano 63 seggi da attribuire sui 141 del Parlamento della Lituania. Al primo turno del 13 ottobre ha vinto il partito socialdemocratico di opposizione LDSP di Vilija Blinkeviciute con il 19,32 per cento e 20 seggi, davanti al partito conservatore al governo TS-LKD guidato da Gabrielius Landsbergis con il 18 per cento e 18 seggi. Blinkeviciute spera di diventare primo ministro con il sostegno dell'Unione dei Democratici per la Lituania, arrivata in quarta posizione dietro all'estrema destra populista. Landsbergis spera di restare al governo in una grande coalizione con i socialdemocratici. Il leader dell'estrema destra Nemunas Dawn, Remigijus Zemaitaitis, ha promesso che il suo partito sosterrà la socialdemocratica Blinkevičiūtė come primo ministro.
Geopolitica
L'Ue dichiara fallito il vertice dei Brics di Putin - L'Unione europea “prende nota della dichiarazione di Kazan” adottata dai paesi dei Brics durante il vertice che si è tenuta in Russia, ma il tentativo di Putin di uscire dall'isolamento “è fallito”; ha detto ieri il portavoce del Servizio europeo di azione esterna, Peter Stano. Il vertice di Kazan è stato “un tentativo di Vladimir Putin abusare della sua presidenza per cercare di uscire dall'isolamento”. Ma nella dichiarazione finale “non c'è una posizione unitaria sulla guerra di aggressione russa dell'Ucraina”, ha spiegato Stano. I riferimenti nel documento alle “posizioni nazionali” sulla guerra in Ucraina “dimostrano che i tentativi della Russia di trovare sostegno nei Brics sono falliti. E' un'altra prova e un altro esempio dell'isolamento della Russia sulla guerra di aggressione russa contro l'Ucraina”, ha concluso il portavoce.
Parigi annuncia 100 milioni di euro per il Libano - La Francia contribuirà con un quarto dei 426 milioni di euro richiesti dalle Nazioni Unite per finanziare gli aiuti umanitari di emergenza immediati. Emmanuel Macron ha confermato questo sostegno all'apertura di una conferenza a Parigi a sostegno del popolo e della sovranità del Libano. Il presidente francese ha chiesto un cessate il fuoco immediato e ha avvertito che “la guerra degli altri non deve essere importata in Libano”. L'appello è stato rivolto a Israele, le cui operazioni militari contro Hezbollah hanno causato numerose vittime civili e sfollato più di 1,2 milioni di persone, con il rischio di destabilizzare la regione di Beirut, e all'Iran, accusato di aver impegnato Hezbollah contro Israele. “Non possiamo permettere che le forze del caos prevalgano”, ha dichiarato il presidente francese. Il sostegno al Libano dovrebbe consentire alle forze armate libanesi di reclutare e schierare almeno 8.000 soldati a sud del fiume Litani. La conferenza internazionale sul Libano ha raccolto più di 800 milioni di dollari in aiuti umanitari e 200 milioni di dollari in aiuti per l'esercito, ha annunciato il Ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, al termine dell'incontro.
Gli europei comprano sempre più europeo - La tendenza degli europei ad acquistare i propri armamenti all'estero, soprattutto dagli Stati Uniti, ha subito una battuta d'arresto in uno studio dell'Istituto internazionale di studi strategici (IISS) realizzato per il vertice sulla difesa di Praga di novembre. Ad oggi, tutti i rapporti, compreso quello presentato da Mario Draghi, mostrano che il 78% della spesa per gli armamenti tra giugno 2022 e giugno 2023 è stata destinata a fornitori non europei, di cui il 63% agli Stati Uniti. Lo studio dell'IISS riguarda i contratti assegnati dai Paesi europei della NATO tra febbraio 2022 e settembre 2034 . Il valore totale di questi contratti è di oltre 180 miliardi di dollari. Di questo totale, l'IISS stima che almeno 94 miliardi di dollari (52%) siano stati spesi per sistemi europei, 61 miliardi di dollari (34%) per sistemi statunitensi e 25 miliardi di dollari (14%) per sistemi di Brasile, Israele e Corea del Sud.
Allargamento
Creare uno status di membro associato - L'idea è promossa da Sébastien Maillard, consigliere speciale per l'allargamento del Centre Grande Europe, in un documento di discussione pubblicato ieri dall'Istituto Jacques Delors. Nove Paesi - Albania, Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord, Moldavia, Montenegro, Serbia, Turchia, Ucraina e Georgia - hanno lo status di paesi candidati all'integrazione europea e un decimo, il Kosovo, sta bussando alla porta. Ma l'allargamento dell'Unione europea è un processo lungo e difficile e l'integrazione avviene gradualmente. Sébastien Maillard raccomanda di concedere ai candidati “lo status di Stato associato una volta compiuti progressi sostanziali nei negoziati di adesione”. Questa fase, sottolinea, sarà “transitoria e reversibile”, ma darà diritto a vantaggi istituzionali, in particolare alla partecipazione senza voto, e a benefici finanziari. Il processo decisionale per l'ottenimento di questo status, non previsto dai Trattati, è descritto in dettaglio da Sébastien Maillard. È tutt'altro che scontato e richiederà la volontà politica.
Sakharov
Il Parlamento europeo premia i venezuelani Machado e Urratia - La Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo ieri ha deciso di attribuire il premio Sakharov per la libertà di espressione ai leader delle forze democratiche del Venezuela, María Corina Machado e Edmundo González Urrutia. “Per la loro coraggiosa lotta per ripristinare la libertà e la democrazia in Venezuela”, ha detto la presidente del Parlamento, Roberta Metsola: “Nella loro ricerca di una transizione equa, libera e pacifica del potere, hanno sostenuto senza paura i valori che milioni di venezuelani e il Parlamento europeo hanno così a cuore: giustizia, democrazia e Stato di diritto. Il Parlamento europeo è al fianco del popolo venezuelano e di María Corina Machado e del presidente eletto Edmundo González Urrutia nella loro lotta per il futuro democratico del loro paese”. Candidati dal PPE e dal gruppo sovranista ECR, Machado e Urratia sono diventati oggetto di un conflitto partigiano, dopo che i gruppi dell'estrema destra hanno annunciato il loro sostegno decisivo nella Conferenza dei presidenti. Socialisti e liberali hanno sostenuto i movimenti ''Women Wage Peace'' (Israele) e ''Women of the Sun'' (Palestina), mentre i Verdi hanno indicato l'oppositore azero Gubad Ibadoghlu.
Accade oggi
Commissione: la presidente von der Leyen in Bosnia-Erzegovina incontra la premier Borjana Kristo; in Serbia dove incontra il presidente Aleksandar Vucic e il premier Milos Vucevic
Parlamento europeo: discorso della presidente Metsola alla cerimonia commemorazione 70esimo anniversario morte Alcide De Gasperi a Roma
Commissione: la vicepresidente Vestager a Oxford partecipa al Dean’s Forum all’Università di Oxford
Commissione: il vicepresidente Dombrovskis a San Paolo partecipa alla ministeriale Commercio del G20
Commissione: il commissario Schmit a Londra interviene all’University College London
Commissione: il commissario Lenarcic in Germania partecipa all'esercitazione della Protezione civile in Mosbach e Schwarzach
Eurostat: dati sulla demografia delle imprese nel 2022; dati su produzione e commercio di pasta nel 2023