Buongiorno! Siamo Idafe Martín Pérez e Christian Spillmann e, con David Carretta, vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
Non dimenticate di sostenere il Mattinale passando a un abbonamento a pagamento.
Josep Borrell: il mese di tutti i pericoli
Questo è l'ultimo mese in carica per lo spagnolo Josep Borrell. "Il mese più lungo, un mese intenso", con crisi, la guerra in Ucraina, il dramma di Gaza, le elezioni presidenziali americane, riunioni, viaggi, speranze e cause perse. Ieri mattina, l'Alto Rappresentante ha accolto la squadra del Mattinale europeo nel suo ampio e luminoso ufficio del Servizio europeo per l'azione esterna, con vista sul quartiere europeo di Bruxelles, per una lunga intervista che ha coperto tutti i temi di attualità.
“Quante cose succederanno questo mese. Quante cose devo fare”, esclama Borrell prima di elencare i suoi viaggi e impegni. “Sarà il mese più lungo, un mese intenso", dice. Il suo ultimo mese di mandato inizia oggi con un viaggio in Giappone e Corea del Sud per firmare accordi di partenariato in materia di sicurezza e difesa. "L'Ue firma accordi di sicurezza e difesa con paesi terzi, e non con chiunque", insiste. Un partenariato di questo tipo è già stato concluso con Norvegia e Moldova.
Josep Borrell si recherà poi a Budapest il 7 e 8 novembre per partecipare a una riunione dei paesi della Comunità politica europea, seguita da un vertice informale dei Capi di Stato e di governo dell'Unione. "Il 5 novembre, conosceremo i risultati delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti". Sarà un momento chiave.
La sua agenda lo condurrà poi in Ecuador, l'11 novembre, per assistere a un vertice UE-America Latina. "L'accordo di libero scambio Ue-Mercosur è un punto chiave nelle relazioni bilaterali Ue-America Latina in questo momento. I nostri partner latinoamericani mi hanno espresso la loro volontà di concludere questo accordo. Da parte nostra, anche se la grande maggioranza sostiene questo accordo, alcuni paesi rimangono scettici sulla sua opportunità".
Tornato a Bruxelles, Josep Borrell prevede di presiedere la sua ultima riunione dei ministri degli Affari esteri, seguita dal suo ultimo Consiglio dei ministri della Difesa, il 19 e 21 novembre. Sarà "un'occasione per fare il punto su quanto è stato realizzato, su ciò che resta da fare e su chi deve farlo". L'Alto Rappresentante avrà appena il tempo di riprendere fiato prima di partire per il Medio Oriente. È previsto anche un viaggio in Ucraina, ma le date non sono state annunciate per motivi di sicurezza. Il 27 novembre, il Parlamento europeo deve votare per investire la nuova Commissione. "Dopo è finita".
C'è ciò che è pianificato, poi ciò che è imprevisto. "La crisi georgiana ci è esplosa in faccia", ammette Borrell. "La situazione è estremamente grave. La presidente Salomé Zourabichvili rifiuta di accettare i risultati delle elezioni legislative. Chiede la loro contestazione. L'opposizione rifiuta di sedere in Parlamento, e le cose potrebbero deragliare in qualsiasi momento. Per questo motivo, dobbiamo evitare di gettare benzina sul fuoco. Dobbiamo rimanere calmi e tecnici, ma anche tenere conto dell'impeto che si è creato ed evitare dichiarazioni incendiarie", secondo Borrell. "Dobbiamo chiedere alle autorità elettorali di esaminare le irregolarità commesse e il loro impatto sulle elezioni. Non possiamo affermare che le elezioni siano state libere e corrette, ma allo stesso tempo non possiamo dire il contrario. Dobbiamo aspettare il rapporto finale dell'OSCE, che ha supervisionato il processo elettorale, e il governo georgiano deve dare seguito alle conclusioni”. Josep Borrell ricorda che "la Georgia è un paese candidato e deve adottare norme elettorali rigorose".
L'Unione europea agisce in ordine sparso. Il primo ministro ungherese, Viktor Orbán, il cui paese presiede il Consiglio dell'Ue fino al 31 dicembre (ad eccezione delle formazioni Affari esteri e Difesa), ha celebrato la vittoria del partito al potere, Sogno Georgiano, prima ancora della pubblicazione dei risultati e si è recato a Tbilisi. L'iniziativa è stata denunciata da 13 paesi dell'Ue.
"La visita di Viktor Orbán è quella di un primo ministro di un paese dell'Ue e non rappresenta la posizione dell'Ue", ci dice Borrell. L'iniziativa di Viktor Orbán crea "una visione distorta" della politica estera dell'Ue. "È una caratteristica di questi cinque anni. La Commissione, il Consiglio (l'istituzione che riunisce gli Stati membri, ndr) e l'Alto Rappresentante si trovano in una zona grigia riguardo a chi fa cosa e chi comanda", spiega Borrell. "L'articolo 17 del Trattato è esplicito: la Commissione europea non rappresenta l'Unione europea in materia di politica estera e di difesa, e la presidenza semestrale (in questo caso l'Ungheria) non ha competenze in materia di politica estera e di difesa”.
Durante il mio mandato, Borrell ho dovuto ricordare più volte ai leader dei paesi che esercitano la presidenza semestrale che è l'Alto Rappresentante a presiedere le riunioni dei ministri degli Affari esteri e della Difesa, e che la presidenza semestrale non co-presiede queste riunioni.
Josep Borrell nota che "vale lo stesso per il commercio internazionale". "La politica estera comprende la sicurezza, la difesa, il commercio internazionale, la cooperazione e lo sviluppo", sottolinea l'Alto rappresentante. Dato la sua importanza, il commercio internazionale è diventato un terreno di scontro di potere all'interno delle istituzioni europee, tra la Commissione e gli Stati membri. "Le nostre relazioni con la Cina sono essenzialmente economiche e commerciali", dice Josep Borrell. "Il commercio deve essere al centro della politica estera dell'Ue", insiste. "La Commissione negozia sulla base di un mandato, e alla fine sono gli Stati membri a decidere a maggioranza qualificata".
L'Unione europea non è riuscita a evitare la conflagrazione della crisi in Medio Oriente. Josep Borrell si è impegnato a fondo, ma né la pressione comunitaria né quella degli Stati Uniti sono riuscite a impedire allo Stato ebraico di continuare la guerra contro Hamas a Gaza dopo i massacri e i rapimenti del 7 ottobre 2023 nel territorio israeliano, né di attaccare poi Hezbollah in Libano. "C'è una chiara volontà di punizione collettiva", accusa Borrell. "Assistiamo al massacro di una popolazione lasciata a sé stessa a Gaza, e questa è una situazione insostenibile che non è giustificata dal diritto alla difesa", secondo Borrell.
"Secondo la FAO, 350 mila persone moriranno di fame nei prossimi mesi. Gli abitanti di Gaza non sanno dove andare, l'assistenza umanitaria non arriva loro, gli ospedali sono a corto di tutto e non possono uscire da Gaza”, spiega l'Alto rappresentante. “Non possiamo fare molto perché l'Unione europea è divisa, così come la comunità internazionale. La persuasione ha fallito e nessuno vuole ricorrere alla coercizione contro Israele", deplora Borrell. "L'Ue ha riconosciuto il diritto di Israele a difendersi secondo il diritto internazionale umanitario. Ma Israele rispetta il diritto internazionale? Non voler rispondere a questa domanda ci condanna alla retorica", aggiunge.
"Durante la prossima riunione dei ministri degli Affari esteri, discuteremo della richiesta di due Stati membri (Spagna e Irlanda) di verificare se Israele rispetta gli obblighi del nostro accordo di associazione. La richiesta è stata presentata alla Commissione, ma la Commissione non risponde. Aspettiamo che la Commissione ci dica se Israele rispetta gli obblighi dell'accordo di associazione, ma rimane in silenzio”, accusa Borrell.
D'altra parte, Josep Borrell spera in un accordo per proseguire il sostegno militare dell'Ue all'Ucraina. Il finanziamento – 6,6 miliardi di euro – è bloccato. Questo importo è destinato a rimborsare gli Stati membri per le armi fornite all'Ucraina. In mancanza di rimborso, i paesi dell'Ue non saranno più disposti a fornire ulteriore armi. Almeno questo è il timore dell'Alto Rappresentante. Borrell spera di raggiungere un accordo prima del suo viaggio a Kyiv.
Lo stallo non è dovuto solo all'Ungheria, ma anche alle esitazioni di altri paesi riguardo alla formula delle contribuzioni volontarie invece che quella delle contribuzioni basate sul Pil per finanziare questi rimborsi. Questo era il compromesso proposto da Borrell lo scorso mese. L'Alto rappresentante deplora la lentezza europea nel sostegno militare. “Abbiamo esitato troppo. Ci sono voluti mesi di discussioni e incertezze per fornire carri armati, missili, difese aeree e aerei da combattimento. Se avessimo inviato tutto il sostegno possibile all'Ucraina fin dall'inizio dell'invasione, questo avrebbe potuto cambiare la situazione", ci confida Borrell.
Josep Borrell segue da vicino le notizie riguardanti la presenza di truppe nordcoreane in Russia. "Stiamo monitorando la situazione da vicino e dialogando con i nostri partner della Corea del Sud e del G7. Se le truppe nordcoreane entrassero effettivamente in combattimento in Ucraina, questo segnerebbe un passo verso la globalizzazione del conflitto".
L'Alto rappresentante si dice maggiormente preoccupato per un possibile ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. "Ridurrà l'aiuto militare all'Ucraina, e questo squilibrerebbe la nostra sicurezza immediata", avverte Borrell. "Gli europei non possono sostituire gli americani. Questo significherebbe raddoppiare il nostro aiuto militare, e non abbiamo la capacità fisica di sostituirli" in caso di ritiro dall'Europa. "Ma non penso che gli americani lo eleggeranno presidente. (Trump) ha alienato molte comunità dopo i suoi ultimi scivoloni. Ciò che ha fatto è controproducente", dice Borrell.
La frase
"C'è una cospirazione aperta contro l'Ungheria guidata da Manfred Weber e dalla presidente von der Leyen. Hanno ammesso che il loro obiettivo è quello di sostituire il governo ungherese con un nuovo 'governo Jawohl' come in Polonia".
Viktor Orban, primo ministro ungherese.
Georgia
L'Ue divisa tra pro opposizione e tattica Vucic - L'Unione europea sta mostrando nuovamente tutte le sue divisioni su come rispondere alle irregolarità nelle elezioni di sabato in Georgia. Il premier ungherese, Viktor Orban, ha giocato il ruolo di perturbatore con la sua visita a Tbilisi per legittimare la vittoria del partito al governo Sogno Georgiano, nonostante le irregolarità elettorali. Nessun altro leader (o ministro) dell'Ue ha deciso di andare in Georgia per sostenere l'opposizione filo occidentale, nonostante gli appelli della presidente Salomé Zourabichvili. Ma tredici ministri per gli Affari europei – tra cui quelli di Germania e Francia – hanno pubblicato una dichiarazione di sostegno e denunciato il comportamento di Orban. Mancano all'appello altri tredici ministri – tra cui l'Italia – che non hanno sottoscritto il documento. “E' un pessimo segnale”, ci ha detto un diplomatico. Una mossa sbagliata potrebbe far evolvere la situazione in Georgia verso una situazione molto pericolosa. Alcuni a Bruxelles temono un intervento della Russia o una repressione molto dura da parte del governo con l'aiuto di Mosca. Secondo questa scuola di pensiero, è necessario mantenere il dialogo con Sogno Georgiano per evitare di spingere la Georgia nelle braccia di Putin. La tattica da seguire dovrebbe essere quella usata con la Serbia di Aleksandar Vucic che, pur essendo filo russo, non ha voluto abbandonare il campo europeo.
Boicottare il vertice o isolare Orban a Budapest? - Dopo il viaggio di Viktor Orban a Tblisi e il suo sostegno pubblico al partito al governo Sogno Georgiano nonostante le irregolarità nelle elezioni, a Bruxelles ci si interroga su un possibile boicottaggio del vertice informale dei capi di Stato e di governo che si terrà a Budapest l'8 novembre. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, per il momento intende confermare la riunione. Per tre ragioni. La prima è pratica. Il 7 novembre si riunisce sempre a Budapest la Comunità politica europea, che secondo le regole si tiene nel paese che ha la presidenza di turno dell'Ue. La seconda è formale. Nessun capo di Stato e di governo finora ha chiesto di boicottare il vertice di Budapest. La terza è di sostanza. “Dopo il viaggio in Georgia, se i leader vogliono mostrare la loro irritazione e isolare Orban, possono farlo nella sala. Farlo a Budapest sarebbe più spettacolare”, ci ha spiegato un funzionario dell'Ue. Inoltre, “un boicottaggio sarebbe il miglior regalo da fare a Orban”. Il premier ungherese potrebbe denunciare un complotto o rivendicare la partecipazione dei leader che decideranno comunque di andare a Budapest. Infine, Michel ritiene che ci sono discussioni urgenti e importanti da condurre: la competitività, le elezioni americane in caso di vittoria di Donald Trump e... la Georgia. Sarà Charles Michel e non Viktor Orban a dirigere i lavori del vertice informale dell'8 novembre.
Vertice
Michel vuole una dichiarazione di Budapest ambiziosa sul rapporto Draghi - A proposito del vertice di Budapest, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, insiste affinché i capi di stato e di governo adottino una dichiarazione “ambiziosa” sul Nuovo patto europeo per la competitività che sarà lanciato alla riunione dei capi di Stato e di governo di Budapest. “La dichiarazione non deve essere un riassunto delle posizioni che sono già state adottate”, ci ha spiegato un funzionario dell'Ue. Diversi Stati membri si sono lamentati della prima bozza del documento, perché considerata troppo dettagliata. Tra i grandi paesi è la Germania che frena, al punto da opporsi a una frase per dire che i rapporti di Mario Draghi e Enrico Letta devono costituire la base per il Nuovo patto per la competitività. “Alcuni vorrebbero aspettare le idee della Commissione”, ci ha detto il funzionario. Per Michel, deve prevalere il senso di urgenza, con una dichiarazione prescrittiva, che indichi chiaramente i cantieri e le scadenze dei prossimi mesi e anni. Una seconda bozza della dichiarazione di Budapest è stata trasmessa ieri alle capitali e sarà discussa oggi dagli ambasciatori dei ventisette stati membri.
Geopolitica
Von der Leyen e Rutte lanciano una nuova task foce di alto livello - La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ieri hanno annunciato la creazione di una nuova task force di alto livello per rafforzare la cooperazione tra l'Ue e l'Alleanza atlantica. L'iniziativa di von der Leyen potrebbe sollevare qualche malumore, dato che la politica estera e di sicurezza ricade tra le competenze dell'Alto rappresentante. A Josep Borrell rimane solo un mese di mandato. Kaja Kallas non è ancora in carica. Oserà ribellarsi allo smembramento delle sue funzioni? La Commissione ha annunciato che "i preparativi per il primo incontro della task force dovrebbero andare avanti nelle prossime settimane". Nel loro incontro, von der Leyen e Rutte hanno confermato che la guerra russa in Ucraina è "la più grande minaccia alla pace e alla sicurezza sul continente europeo" e hanno sottolineato che l'intervento della Corea del Nord rappresenta "una escalation significativa". Sconfinando nella politica estera, von der Leyen e Rutte discusso della “crescente aggressività degli stati autoritari", che "sfidano i nostri interessi, valori e principi democratici comuni, usando strumenti molteplici: politici, economici, tecnologici e militari". Di tutte queste minacce e sfide dovrebbe occuparsi la nuova task force.
L'Ue promette una risposta adeguata alla Corea del Nord per i suoi soldati in Russia - Gli ambasciatori che rappresentano gli Stati membri al Comitato politico e di sicurezza (l'organismo del Consiglio che prepara le riunioni dei ministri degli Esteri e della Difesa) ieri hanno dibattuto con una delegazione della Corea del Sud il coinvolgimento della Corea del Nord nella guerra della Russia contro l'ucraina. Il sostegno militare di Pyongyang “incontrerà una risposta adeguata”, ha detto la portavoce del Servizio europeo di azione esterna. "L'Ue si coordinerà con i partner internazionali sulla questione, anche per quanto riguarda le risposte”. L'Alto rappresentante Josep Borell si recherà a Seul alla fine di questa settimana e co-presiedera' un dialogo strategico Ue-Repubblica di Corea il 4 novembre.
L'Ue aumenta le forniture elettriche all'Ucraina - I gestori dei sistemi di trasmissione dell'Europa continentale hanno deciso che la capacità di esportazione di energia elettrica verso l'Ucraina e la Moldavia dai paesi vicini dell'Unione europea può essere aumentata per l'inverno, portando il limite da 1700 a 2100 megawatt (MW) a partire dal primo dicembre, continuando a garantire la stabilità del sistema elettrico e la sicurezza operativa. L'annuncio “è un ulteriore segno del forte sostegno che l'Ue sta offrendo all'Ucraina e alla Moldavia e della solidarietà della comunità dei gestori dei sistemi di trasmissione europei”, ha detto la commissaria all'Energia, Kadri Simson. “Ogni megawatt è importante per tenere accese le luci in Ucraina”, ha commentato la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. La decisione “ci avvicina al nostro obiettivo: coprire 1/4 del fabbisogno invernale dell'Ucraina”.
La Commissione chiede a Israele di far marcia indietro sulla messa al bando dell'UNRWA – L'Unione europea è “estremamente preoccupata” per la legge adottata dalla Knesset israeliana per mettere al bando l'UNRWA, ha detto ieri una portavoce del servizio europeo di azione esterna, chiedendo a Israele di “rivedere la sua decisione”. Le conseguenze della legge “stanno rendendo impossibile il funzionamento delle operazioni vitali dell'UNRWA a Gaza", ma anche gli aiuti alla popolazione palestinese in Cisgiordania. “Questa legislazione è in netta contraddizione con il diritto internazionale e il diritto umanitario”, ha detto la portavoce, sottolineando che "non c'è alternativa all'UNRWA”. Tuttavia l'UE non è ancora pronta per sanzioni contro il governo di Netanhyahu.
Geoeconomia
La Commissione adotta i dazi sulle auto elettriche cinesi - Ursula von der Leyen ieri ha firmato il regolamento attuativo per imporre dazi fino al 35,3 per cento sui veicoli a batteria importati dalla Cina per compensare i sussidi di cui beneficiano i produttori cinesi. I negoziati per trovare una soluzione negoziata attraverso impegni sui prezzi erano in corso, ma l'ultimo momento utile si stava avvicinando. La scadenza per introdurre i dazi era prevista oggi. Le aliquote applicate, che si aggiungono al dazio attuale del 10 per cento, variano a seconda del produttore: 17 per cento per BYD, 18,8 per cento per Geely, 35,3 per cento per SAIC, 7,8 per cento per Tesla, 20,7 per cento per le società che hanno cooperato e 35,3 per cento per quelle che non hanno cooperato. I dazi rimarranno in vigore per cinque anni. Il pericolo di una guerra commerciale è reale, dopo che Pechino ha già adottato rappresaglie sul cognac e ne minaccia altre su carne di maiale e prodotti caseari. Ma la storia sui veicoli elettrici non è finita. I negoziati sugli impegni sui prezzi proseguiranno. La Commissione potrebbe fare marcia indietro nei prossimi mesi in caso di accordo con la Cina o con singole società.
Come proseguiranno i negoziati sui prezzi minimi offerti dalla Cina - Una squadra di negoziatori della Commissione è pronta a partire per la Cina per concludere i negoziati. Ma non è ancora arrivato il momento. Rispetto all'estate, il governo di Pechino e i singoli produttori hanno presentato offerte migliori nel corso delle ultime settimane. Tuttavia non c'è ancora un compromesso sul prezzo minimo. Gli impegni sui prezzi sono un impegno di un esportatore di non vendere sotto un certo prezzo che permette di eliminare i sussidi dannosi. Inoltre l'Ue non è ancora soddisfatta dai meccanismi proposti per applicare e garantire i prezzi minimi. L'inchiesta della Commissione non ha frenato il flusso di auto elettriche dalla Cina verso l'Ue. Al contrario. Dal suo avvio nell'ottobre 2023, la quota di mercato delle importazioni di veicoli elettrici cinesi è passata dal 7,3 al 14,1 per cento. La quota di auto elettriche cinesi registrate nell'Ue è passata dal 22,8 al 27,2 per cento.
Post Brexit
Accordo tra Ue e Regno Unito di cooperazione sulla concorrenza - La Commissione ieri ha annunciato di aver concluso un accordo di cooperazione con il Regno Unito in materia di concorrenza, che sarà integrato all'accordo di commercio e cooperazione che regola le relazioni post Brexit. L'accordo, concluso a livello tecnico e che deve essere ratificato dalle due parti, consentirà alle autorità nazionali per la concorrenza degli Stati membri dell'Ue e alla Competition and Markets Authority britannica di cooperare direttamente nelle indagini sulla concorrenza. E' la prima volta che si permette alle autorità nazionali di cooperare direttamente con un'autorità per la concorrenza di un paese terzo. Oltre allo scambio di informazioni sulle inchieste antitrust più importanti, l'accordo prevede il coordinamento delle indagini tra le giurisdizioni coinvolte, compresi principi per evitare qualsiasi conflitto tra giurisdizioni. Ma non sarà tutto come prima della Brexit: sulle informazioni riservate, continuerà a essere richiesto il consenso dell'impresa che fornisce le informazioni. L'accordo entrerà in vigore dopo che il completamento delle rispettive procedure di ratifica (per l'Ue il via libera del Consiglio e il consenso del Parlamento europeo). “Questo accordo rafforza le nostre relazioni e contribuirà a garantire il coordinamento dell'applicazione delle norme tra le nostre giurisdizioni, a tutto vantaggio delle imprese e dei consumatori europei”, ha detto la vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager.
Retroscena
Il mini Qatargate della Commissione - La presidente della Commissione europea dovrà affrontare una questione delicata: il caso dell'estone Henrik Hololei, ex capo della Direzione generale dei Trasporti, sospettato di aver fornito informazioni riservate al Qatar in cambio di viaggi di lusso, secondo un rapporto dell'ufficio antifrode consultato dal corrispondente di Libération Jean Quatremer. Declassato nell'aprile 2023 da Ursula von der Leyen per aver accettato viaggi “offerti” da Qatar Airways, Hololei lavora da allora all'interno dell'istituzione con il titolo di “consigliere politico” e uno stipendio di 23.000 euro netti al mese, secondo l'inchiesta pubblicata oggi da Libération. L'alto funzionario non è stato molto attento. L'Olaf ha aperto un'indagine dopo aver scoperto che questi voli gli erano stati offerti durante i negoziati sull'accordo Open Skies di cui beneficia la compagnia aerea del Qatar ed è entrata in possesso di una e-mail inviata da Hololei nel marzo 2015 al capo di Qatar Airways Akbar Al Baker, contenente come allegati documenti riservati, tra cui la posizione franco-tedesca sull'accordo, un documento sulle priorità politiche dell'Ue e le fasi dei prossimi negoziati. Si tratta di “documenti interni sensibili” che non dovrebbero essere diffusi, afferma Hololei nella sua e-mail.
Commissione: conferenza stampa della presidente von der Leyen con l'ex presidente finlandese, Sauli Niniisto, sulla rapporto sulla preparazione, la prontezza e gli strumenti della difesa Ue
Commissione: conferenza stampa dell'Alto rappresentante Borrell e del commissario Varhelyi sul pacchetto allargamento
Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari
Commissione: la presidente von der Leyen riceve António Costa, presidente eletto del Consiglio Europeo; riceve Steffen Kampeter, direttore generale della Confederazione delle Associazioni dei Datori di Lavoro Tedeschi
Parlamento europeo: la presidente Metsola a Madrid ricevere il Premio Forum Europa
Commissione: la vicepresidente Vestager a Parigi partecipa a una conferenza organizzata da Concurrences
Banca centrale europea: discorso di Isabel Schnabel alla Conferenza Safe-Cepr a Francoforte
Consiglio: riunione del Coreper I e II
Eurostat: stima preliminare del Pil nel terzo trimestre; dati sul commercio di veicoli ibridi ed elettrici nel 2023