Buongiorno! Sono Idafe Martín Pérez e, con Christian Spillmann e David Carretta, vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
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È tempo di aspettare e incrociare le dita. I cittadini americani si recheranno alle urne martedì 5 novembre per decidere se il paese continuerà a essere governato da un’amministrazione democratica, con il passaggio di testimone dal vecchio Joe Biden alla sua vicepresidente Kamala Harris, o se il magnate di estrema destra Donald Trump tornerà alla Casa Bianca. Gli europei trattengono il fiato, perché un eventuale ritorno di Trump sarebbe un altro shock esterno, destinato a influire su quasi tutti i loro affari: dalle relazioni con i loro vicini, passando per il commercio e la politica di difesa, fino al probabile crollo militare dell'Ucraina e all'atteggiamento della Russia in uno scenario simile. La maggior parte degli europei preferisce la candidata democratica e la continuità. Ma Trump ha sempre più amici nell'Unione Europea, a differenza di otto anni fa, quando solo l’ungherese Viktor Orban gli aveva mostrato simpatia. Le preferenze elettorali degli europei quando ci sono elezioni in paesi terzi è un altro modo di osservare l'ascesa dell'estrema destra in Europa.
Orban non è più solo. Ora è il leader a capo di una banda che cresce sempre di più. Con lui, a rallegrarsi di una vittoria di Trump c'è lo slovacco Robert Fico, sedicente socialdemocratico ma in realtà un populista favorevole alla Russia di Vladimir Putin e contrario all'Ucraina di Volodymyr Zelensky. C'è anche l’olandese Geert Wilders, ammiratore della prima ora di Donald Trump, dalla tinta per capelli bionda, diventato l'uomo forte del governo olandese, anche se non ne è membro. E c'è il miliardario ceco Andrej Babis, che ha appena trionfato alle elezioni regionali con il suo partito ANO, sedicente liberale, ma in pratica molto simile a Fico e Orbán, che si colloca a destra della destra. Babia punta a una chiara vittoria nelle elezioni legislative del prossimo anno, nonostante sia da oltre un lustro coinvolto in casi di conflitti di interesse. Infine c'è Janez Jansa, ex premier che potrebbe tornare al potere in Slovenia.
Giorgia Meloni si è avvicinata all’atlantismo nei mesi che hanno preceduto il suo arrivo al potere. Era impensabile che la terza potenza europea, con basi Nato e un presenza militare statunitense sul suo territorio, virasse verso Mosca. Ma gli equilibri che si erano allineati in un certo modo poco più di due anni fa potrebbero riallinearsi in modo diverso dopo il 5 novembre. Da che parte starebbe Meloni, da quella di Trump o da quella di un'Europa che tenterebbe, se non di opporsi al magnate americano, almeno di difendere i propri interessi e le proprie priorità? Dove andrebbe la Francia se nel 2027 finisse nelle mani di Marine Le Pen? La Spagna manterrebbe il suo europeismo se un'eventuale caduta di Pedro Sanchez portasse al potere un Alberto Nunez Feijoo dipendente dall'estrema destra pro-Trump di VOX?
Orban, l'amico di Mosca che vuole essere l’amico di Trump a Washington, usa il suo veto per paralizzare tutto ciò che fa il blocco europeo e potrebbe cambiare con l’uscita dei democratici dalla Casa Bianca, soprattutto per quanto riguarda l’Ucraina. Per questo, la maggior parte degli altri leader europei è sempre più infastidita. Un esempio è lo stallo imposto da Orbán sulla disponibilità di 6,6 miliardi di euro che andrebbero a rimborsare i governi europei per il loro aiuto militare all’Ucraina. Un altro è il suo rifiuto di prolungare da 6 a 36 mesi la durata delle sanzioni alla Russia, come chiesto dagli Stati Uniti per partecipare al prestito di 50 miliardi di euro all’Ucraina, essenziale affinché l’economia ucraina non collassi in bancarotta.
Orban ha dovuto subire due settimane fa un duro attacco retorico (perché la Commissione Europea non passa ai fatti, nonostante le dichiarazioni forti) dalla presidente Ursula Von der Leyen, che lo ha accusato davanti all’emiciclo del Parlamento Europeo a Strasburgo di dispotismo, di aver trafugato fondi europei, di guardare con favore a regimi dittatoriali come quello russo o cinese, invece che ai suoi partner europei. Ma Orban resiste, perché spera nel ritorno di Donald Trump, Sa che, con Trump, arriverà una nuova ondata di vento a favore dell’internazionale reazionaria che Orban vuole guidare in Europa.
Il Parlamento Europeo, che nel 2016 era rimasto scioccato dalla vittoria di Donald Trump, è virato così tanto a destra dopo le elezioni del 2019 e del 2024 che non sarebbe sorprendente se un terzo o più dei deputati si rallegrasse per la vittoria del newyorkese. I gruppi dell’estrema destra, come i Patrioti d’Europa di Orban e Marine Le Pen, stanno chiaramente dalla parte di Trump. Orban ha già detto che stapperebbe “diverse bottiglie di champagne” per festeggiare un’eventuale vittoria del magnate. Nella famiglia della destra sovranista dell’Ecr, quella di Giorgia Meloni e dei polacchi del PiS, non c’è una posizione comune ufficiale, racconta una fonte interna. Ma, secondo la stessa fonte, la maggior parte applaudirà una vittoria di Trump.
E con questo terzo di deputati che il Partito Popolare Europeo sta costruendo sempre più spesso delle alleanze di circostanza. In una situazione simile, con Trump di nuovo presidente, il Partito Popolare Europeo manterrà alta la bandiera europeista o si lancerebbe nello scivolo del trumpismo? Fonti del gruppo assicurano che non c’è una posizione ufficiale, ma che la stragrande maggioranza dei suoi eurodeputati preferisce una vittoria di Kamala Harris.
La frase
"Entreremo insieme in Europa"
Salomé Zourabichvili, presidente della Georgia, in un messaggio diretto ai presidenti di Ucraina e Moldavia, Volodymyr Zelensky e Maia Sandu.
Aspiranti europei
In Moldavia Sandu in testa, il referendum sull'Ue in bilico - Nel primo turno delle elezioni presidenziali in Moldavia, la presidente uscente Maia Sandu è arrivata nettamente in testa, ma il risultato del referendum sull'Unione europea è in bilico dopo un'intensa campagna di interferenze da parte della Russia di Vladimir Putin. Con il 98 per cento delle sezioni scrutinate, alle sette di questa mattina meno di cento voti separavano i “sì” dai “no” alla proposta di inserire in costituzione l'obiettivo di aderire all'Ue: 50 a 50 per cento. Il voto della diaspora è stato decisivo per permettere ai “sì” di recuperare terreno nel corso della notte e le ultime schede dovrebbero far pendere l'ago della bilancia a favore dell'Ue. Una vittoria dei “no” metterebbe in dubbio il percorso di integrazione della Moldavia che ha ottenuto lo status di paese candidato nel giugno 2023. Le autorità moldave avevano avvertito che circa 14 milioni di euro di fondi russi sono stati convogliati direttamente sui conti di 130.000 moldavi nel tentativo di comprare i loro voti in chiave anti europea. L'oligarca filo-russo Ilan Shor, che aveva guidato le operazioni segrete del Cremlino in Moldavia, ha pubblicamente offerto denaro per votare contro l'integrazione nell'Ue. Complessivamente, il governo moldavo stima che la Russia abbia speso fino a 100 milioni di euro per interferire nelle elezioni. Nelle presidenziali, Sandu ha ottenuto circa il 41 per cento dei voti, superando il candidato filo russo Alexandr Stoianoglo, che si è fermato al 26 per cento. Stoianoglo ha comunque ottenuto un risultato ben al di sopra di quanto previsto dai sondaggi. Il secondo turno decisivo per il futuro della Moldavia si terrà il 3 novembre.
Imbarazzo nell'Ue per i risultati in Moldavia, Sandu accusa la Russia - In una breve dichiarazione alla stampa ieri sera, mentre lo scrutinio era ancora in corso, la presidente Maia Sandu ha denunciato "un attacco senza precedenti alla libertà e alla democrazia" della Moldavia da parte della Russia. "Gruppi criminali, collaborando con forze straniere ostili ai nostri interessi nazionali, hanno attaccato il nostro paese con decine di milioni di euro, menzogne e propaganda, utilizzando i mezzi più vergognosi per mantenere i nostri cittadini e il nostro paese intrappolati nell'incertezza e nell'instabilità". Sandu ha detto che c'è stato un tentativo di comprare 300 mila voti per minare il processo democratico. "non ci tireremo indietro per difendere la democrazia e la libertà. Stiamo aspettando i risultati finali e risponderemo con decisioni ferme", ha detto Sandu. L'Ue ha colto con un certo imbarazzo i risultati del referendum sull'inserimento dell'obiettivo dell'adesione nella Costituzione della Moldavia. Bruxelles era convinta di una facile vittoria dei “sì”. Il 10 ottobre la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, durante una visita a Chisinau aveva annunciato un pacchetto di aiuti da 1,8 miliardi di euro per sostenere l'economia del paese e la sua integrazione nell'Ue. Von der Leyen aveva definito il referendum come una scelta per decidere se "ancorare il futuro europeo della Moldavia alla costituzione".
I pro-europei in piazza in Georgia in vista di elezioni decisive sull'Ue - Le strade e le piazze di Tbilisi, al capitale della Georgia, ieri sono tornate a riempirsi di manifestanti pro-europei in vista delle elezioni legislative del 27 ottobre che saranno decisive per il futuro orientamento del paese. Appena ottenuto lo status di paese candidato, il percorso di adesione della Georgia è già in stallo a causa della deriva filo russa e autocratica del governo guidato dal partito Sogno Georgiano. Nelle conclusioni del Consiglio europeo della scorsa settimana, i capi di stato e di governo hanno decretato un "arresto de facto del processo di adesione" della Georgia. I sondaggi danno in testa Sogno Georgiano, anche se non dovrebbe ottenere la maggioranza assoluta. L'opposizione teme brogli elettorali da parte del partito al governo. Il kingmaker potrebbe essere Giorgi Gakharia, ex primo ministro di Sogno Georgiano, che è passato all'opposizione ed ha fondato il nuovo partito "Per la Georgia", che ha partecipato alle manifestazioni contro la legge sugli agenti stranieri che ha confermato la svolta filo russa di Sogno Georgiano. I partiti dell'opposizione pro-europea sono divisi in tre coalizioni. Sapranno unirsi almeno dopo il voto?
Geopolitica
Gli Stati Uniti pronti a contribuire al prestito per l'Ucraina - L'Amministrazione Biden sarebbe pronta a fornire 20 miliardi di dollari per coprire la parte degli Stati Uniti nel prestito del G7 da 50 miliardi di dollari promesso all'Ucraina, anche se l'Unione europea non prolungherà da 6 a 36 mesi la durata delle sanzioni sugli attivi sovrani russi immobilizzati. Lo scoop è del Financial Times. Un responsabile dell'Ue ci ha confermato di essere "ottimista" sulla partecipazione americana al prestito, dopo che il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha preso atto del veto dell'Ungheria sul prolungamento delle sanzioni. "L'Amministrazione Biden ha preso atto della decisione ed è pronta a cooperare", ci ha detto il responsabile dell'Ue. I ministri delle Finanze del G7 si riuniranno a Washington il 25 ottobre per finalizzare il prestito, a margine delle riunioni annuali del Fondo Monetario Internazionale e della Banca mondiale. L'Ue dovrebbe versare 20 miliardi di dollari, mentre Canada, Giappone e Regno Unito contribuirebbero insieme con altri 10 miliardi di dollari. Il prestito sarà rimborsato con i proventi straordinari degli attivi immobilizzati russi. I rischi dovrebbero essere suddivisi tra tutti i partecipanti.
Un corpo di spedizione nordcoreano in aiuto della Russia - La Nato considera l'informazione “preoccupante”, ma gli alleati attendono le prove che le truppe nordcoreane stiano lavorando al fianco dei russi in Ucraina. Il servizio di intelligence sudcoreano (NIS) ha riferito che soldati e armi nordcoreani sono stati inviati in Russia a Vladivostok. Circa 1.500 soldati delle forze speciali nordcoreane costituiscono l'avanguardia di un corpo di spedizione di 12.000 uomini inviato in base alla clausola di aiuto reciproco in caso di invasione straniera stabilita nell'accordo del giugno 2024 tra Russia e Corea del Nord. L'offensiva ucraina nell'oblast di Kursk in Russia giustifica l'attivazione di questa disposizione. Se invocata, i soldati nordcoreani dovrebbero essere schierati su questo fronte dove le truppe russe hanno subito gravi perdite, che Putin non è in grado di compensare, se non imponendo la coscrizione. Come reagiranno gli alleati di Kiev se le truppe nordcoreane saranno schierate contro le forze ucraine entrate in Russia? Dovremo rileggere le clausole delle garanzie di sicurezza fornite a Kyiv dalla maggior parte dei suoi alleati.
Migranti
Un tribunale affonda il Protocollo Italia-Albania - Al Consiglio europeo di giovedì, i capi di Stato e di governo hanno concordato di cercare “nuove modalità” per fermare i flussi migratori e aumentare i rimpatri. Ma uno dei modelli, il Protocollo Italia-Albania per esternalizzare le procedure di asilo, è già messo in discussione pochi giorni dopo l'arrivo dei primi migranti nel paese dei Balcani occidentali. Una tribunale di Roma ha ordinato al governo di portare in Italia 12 cittadini egiziani e bengalesi, perché Egitto e Bangladesh non possono essere considerati come paesi sicuri e, dunque, i migranti non possono essere sottoposti alle procedure di frontiera. I giudici italiani si sono richiamati a una sentenza della Corte di giustizia dell'Ue, nonostante la Commissione abbia detto che in Albania si applica il diritto italiano e non quello europeo. Giorgia Meloni ha reagito in modo furioso, accusando i giudici di andare contro la volontà popolare, e ha promesso l'adozione di una nuova legge per aggirare la loro sentenza e tenere in vita il Protocollo con l'Albania. I confini dello Stato di diritto stanno stretti ai governi populisti e di estrema destra.
Vacca sacra
I ministri dell'Agricoltura cercano un accordo sul futuro della Pac - I ministri dell'Agricoltura dell'Unione europea, tra oggi e domani, cercheranno di approvare conclusioni per orientare la riforma della Politica agricola comune (Pac). Una bozza preparata dalla presidenza ungherese in vista del Consiglio agricoltura contiene raccomandazioni su come aumentare la competitività, migliorare la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare, incentivare gli agricoltori verso la transizione verde e la gestione dei rischi e delle crisi. L'obiettivo è fornire linee guida alla Commissione in vista della “visione” per l'agricoltura promessa da Ursula von der Leyen nei primi 100 giorni del suo mandato, che dovrebbe servire da base per la futura Pac. All'ordine del giorno del Consiglio Agricoltura ci anche una discussione sulle sfide della catena alimentare dell'Ue e un dibattito sugli accordi commerciali.
Accade oggi
Consiglio Agricoltura e pesca (a Lussemburgo)
Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattiti sull'eradicazione della povertà, il rapporto di Enrico Letta sul mercato unito, l'attuazione del Single European Sky, la sicurezza dei prodotti)
Commissione: il vicepresidente Schinas in Vietnam interviene al Green economy forum & Exhibition a Ho Chi Minh
Parlamento europeo: riunione dell'Ufficio di presidenza
Parlamento europeo: audizione della commissaria Ferreira alla commissione Bilancio
Corte dei conti dell'Ue: relazione speciale sul doppio finanziamento da parte di fondi dell'Ue
Eurostat: dati sulle richieste di asilo in luglio; dati sui tumori nel 2022
The Party That Cannot Tell You What A Woman is, Mad Men Will Not Vote For Them. https://torrancestephensphd.substack.com/p/the-party-that-cannot-tell-you-what
If Jean-Paul Sartre Was Black He'd Be Ta Nehisi Coates https://torrancestephensphd.substack.com/p/if-jean-paul-sartre-was-black-hed
You Do Not Put Fish Oil in a Lamborghini https://shorturl.at/pDZgB
muy buen newsletter (como siempre) Solo aportaré que no creo que Le Pen sea tan "trumpista", al fin y al cabo, el nacionalismo francés es antiatlantista. Si gana Trump, habrá que ver que postura toma su partido (mas allá de continuar con su línea pro rusa)