Buongiorno! Sono Idafe Martín Pérez e, con Christian Spillmann e David Carretta, vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
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Sánchez, l’ultimo socialista dell'Ue
Pedro Sánchez, il presidente del governo spagnolo, da qui a un anno potrebbe ritrovarsi a essere l'ultimo leader socialista nell'Unione europea. Le prossime righe sono una "reality fiction", basata su una serie di interviste che il Mattinale Europeo ha potuto realizzare lo scorso fine settimana a Madrid: una previsione realistica di ciò che potrebbe accadere nei prossimi mesi, ma anche nei prossimi due anni e mezzo, in un'Ue che sbanda sempre più verso l'estrema destra e in cui Sánchez userà la bandiera del progressismo e dei valori europei per nuotare contro la corrente, nonostante le difficoltà interne. Si inizia il 1° dicembre 2024.
1° dicembre 2024. Ursula von der Leyen inizia il suo secondo mandato dopo aver piegato socialisti, liberali e buona parte degli ecologisti al Parlamento Europeo. Circondata da una guardia pretoriana di 14 membri del Partito Popolare Europeo che dominano il collegio dei commissari, appena quattro socialisti guidati da Teresa Ribera e liberali senza una chiara guida, inizia un mandato in cui la presidente tedesca avrà poche restrizioni per virare la rotta europea verso destra.
28 settembre 2025. In tarda serata iniziano a emergere i risultati delle elezioni legislative tedesche. Olaf Scholz, come previsto, cade e si dimette. Il conservatore Friedrich Merz sarà il prossimo cancelliere. Non ha la maggioranza assoluta, ma potrà contare tanto sui socialdemocratici, che dovranno cercare un nuovo leader, quanto su ecologisti e liberali.
Nel dicembre 2024, lo spagnolo Pedro Sánchez, alle strette per le crisi interne, aggravate dall’esplosione della bomba del movimento ‘MeToo’ spagnolo dopo la caduta di Iñigo Errejón, fondatore di Podemos, ora in conflitto con Pablo Iglesias per accuse e testimonianze di abusi sessuali, riesce a respirare approvando il bilancio 2025. Sánchez si assicura così altri due anni. La legislatura prende forma dopo aver cambiato diversi ministri e Sumar, il partito minore della coalizione, nato da una scissione di Podemos, inizia a risanare le proprie ferite interne e a riorganizzare lo spazio a sinistra del PSOE.
Indebolito e minacciato da casi di corruzione, il premier spagnolo resiste. L’incompatibilità politica tra le destre nazionaliste periferiche catalana e basca e l’estrema destra nazionalista spagnola di VOX impedisce, ancora una volta, al Partito Popolare di formare una maggioranza alternativa, nonostante le destre abbiano la maggioranza al Parlamento spagnolo. I buoni dati economici (la Spagna cresce quattro volte più della media dell’Eurozona, con una disoccupazione ai minimi degli ultimi 18 anni, una riduzione del debito pubblico e del deficit nel rispetto del Patto di Stabilità) sono appena sussurri rispetto al frastuono politico e mediatico spagnolo.
Un imprenditore basco, che ha passato quasi un decennio in Francia e si è trasferito di recente a Madrid, ha raccontato al Mattinale Europeo che il ritorno in Spagna per lui è stato uno shock a causa del livello del chiasso politico. Questa situazione interna, a tratti irrespirabile per il primo ministro spagnolo, è stata compensata per anni da un'Ue in cui si sentiva a suo agio. Sánchez è obiettivamente il presidente spagnolo più a suo agio sulla scena internazionale, il primo a parlare correntemente diverse lingue e quello con l’immagine internazionale più positiva rispetto a quella nazionale. Ma una Commissione che vira destra e la caduta di Scholz lo hanno lasciato solo.
A fine 2025 la Spagna di Sánchez diventa l’ultimo importante bastione del socialismo europeo. Restano come suoi appoggi solo Malta, Romania, Danimarca e Lituania. Insufficienti per formare minoranze di blocco. Saranno Sánchez e i Puffi socialisti. La mappa politica europea è la più conservatrice mai vista. Le destre estreme e sovraniste, in varie forme, a fine 2025 governeranno in Italia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Belgio, Slovenia e Ungheria. Già ora le destre estreme dominano il governo olandese, sostengono quello finlandese e svedese e, con una Le Pen rinvigorita dalla debolezza di Emmanuel Macron, puntano all’Eliseo per il 2027.
Il Partito Popolare Europeo non ha scrupoli a continuare a stringere alleanze con loro al Parlamento Europeo e in diversi governi. La solitudine di Sánchez ai vertici europei è evidente e si aggrava quando le proposte sostenute da oltre 20 governi spingono l’Unione Europea a destra su temi che vanno dall’immigrazione alle politiche sociali, passando per le misure economiche.
Alla fine del 2025 Sánchez deve prendere una decisione che procrastina da oltre un anno. La Spagna si allinea al nuovo consenso conservatore e talvolta reazionario europeo o resiste? Macron resta un alleato, ma Le Pen minaccia di fare passare la Francia dal campo europeista a quello reazionario. Sánchez comincia a scontrarsi sempre più con la Commissione Europea mentre il suo braccio nell'esecutivo comunitario, Teresa Ribera, si trova schiacciata sotto il rullo conservatore del collegio dei commissari. Cosa fare? Cedere e salvare il salvabile, o erigere un muro sui Pirenei e resistere nella speranza di guadagnare alleati nei prossimi anni? Quanta benzina rimane a Sánchez? Sventolare la bandiera del ‘No pasarán’ o arrendersi?
Il Mattinale europeo è stato la scorsa settimana a Madrid e ha parlato con alti funzionari del governo, con responsabili del partner di coalizione Sumar e con vari giornalisti dei principali media spagnoli. Tutti concordano nel segnalare la debolezza del governo Sánchez, un autunno politicamente catastrofico, ma anche l’incapacità del Partito Popolare di formare una maggioranza alternativa e, quindi, la probabile continuità di Sánchez con il sostegno di Sumar e dei nazionalisti regionali. Si tratta di guadagnare tempo, consolidare i buoni dati economici e avanzare nelle questioni che preoccupano maggiormente i cittadini, come le abitazioni.
Le fonti consultate ritengono che Sánchez non cederà alla destra europea. Lo spagnolo cercherà, se non anticipa le elezioni nei prossimi mesi, di mantenere le migliori relazioni possibili con Ursula von der Leyen e anche con Friedrich Merz, ma si scontrerà quando la Commissione penderà a destra. Anche con Meloni e con la possibilità di una Francia lepenista. “La Spagna non è mai stata sulla scena europea un paese da veto. E' stata un paese di ricerca del consenso. Ma non c’è mai stato uno scenario europeo come quello attuale. Se il consenso si forma su un punto che accontenta la destra e l’estrema destra, la Spagna non ci sta”, racconta un alto funzionario ministeriale.
La stampa, anche quella che non difende il Governo, ritiene che Sánchez non mollerà la bandiera della sinistra, neppure di fronte a un eventuale ritorno di Donald Trump. Quasi nessuno a Madrid vede Sánchez “accomodarsi al consenso conservatore” . O, come dice un peso massimo di un giornale progressista, “per ragioni interne manterrà le sue posizioni, anche se minoritarie”. Diversi giornalisti di testate più o meno critiche verso il governo ritengono che la carta ideologica, unita ai dati economici, saranno le uniche risorse di Sánchez per sostenere le intenzioni di voto dei socialisti in Spagna.
Un alto dirigente di un quotidiano conservatore, critico verso il presidente, ci ha raccontato che “Sánchez sta costruendo un profilo di leader della sinistra europea (Gaza è il miglior esempio). Tendo a pensare che Sánchez si sentirà più a suo agio come voce discordante piuttosto che piegarsi al consenso conservatore”. Uno dei giornalisti più informati su ciò che accade a La Moncloa racconta che “Sánchez è ora il leader socialista più in forma d’Europa, perché proviene da uno dei paesi ‘grandi’, per l'assenza degli altri e perché la sua politica europea ed estera è diversa: sull’Ucraina è nel consenso europeo, ma sia su Gaza sia sulla politica migratoria è più vicino ai valori fondamentali del centro-sinistra e dell’Europa rispetto ad altri leader di paesi con un pedigree maggiore”.
Quella bandiera sarà essenziale anche come arma politica nazionale. Sánchez ha bisogno di affrontare le destre in Europa affinché in Spagna sia credibile il suo discorso contro l’estrema destra. Se riesce a completare la legislatura, gli spagnoli non andranno alle urne fino alla seconda metà del 2027.
Maggio 2027. Marine Le Pen sconfigge Edouard Philippe e si insedia all’Eliseo. Le fondamenta dell’Unione scricchiolano. Putin e Trump esultano. Le truppe russe avanzano verso Kyiv. Qualche settimana dopo, il 1° giugno 2027, dopo aver fatto jogging all’alba, il premier spagnolo prende il telefono e chiama. La melodia di ‘Segundo Premio’ del gruppo pop ‘Los Planetas’ risuona al dodicesimo piano del Berlaymont. Una donna di 58 anni, con l’energia di una giovane di 28 anni, legge “Pedro” sullo schermo del telefono. Risponde: “Buongiorno, presidente”. Dall’altro capo arriva una risposta che Ribera teme (e spera?) da tempo: “Teresa, devi tornare”.
La frase
“Ho appena parlato al telefono con il presidente Donald Trump. Gli ho fatto i miei migliori auguri per martedì prossimo. Mancano solo cinque giorni. Incrocio le dita”.
Viktor Orban, primo ministro ungherese.
Digitale
La Commissione apre una procedura DSA contro la cinese Temu - La Commissione ieri ha avviato un procedimento formale ai sensi del Digitale Services Act contro Temu per violazione delle regole sulla vendita di prodotti illegali e contraffatti, sulla progettazione del servizio che potrebbe creare dipendenza, sui sistemi utilizzati per raccomandare gli acquisti agli utenti e sull'accesso ai dati per i ricercatori. La decisione odierna fa seguito alle analisi preliminari della relazione di valutazione dei rischi fornita da Temu alla fine di settembre 2024, alle risposte alle richieste formali di informazioni, nonché alle informazioni condivise da terzi. La piattaforma di e-commerce cinese è sospettata di non avere sistemi adeguati per limitare la vendita di prodotti non conformi nell'Ue. Inoltre, la Commissione contesta i programmi di ricompensa simili a giochi che creano dipendenza con conseguenze negative per il benessere fisico e mentale di una persona. La Commissione effettuerà ora un'indagine approfondita in via prioritaria. L'apertura di un procedimento formale non pregiudica l'esito. La procedura contro Temu potrebbe segnalare un cambio di priorità nell'attuazione del DSA dopo le dimissioni di Thierry Breton. La Commissione potrebbe concentrarsi più sulle piattaforme cinesi che sui giganti americani. Secondo le nostre fonti, questa procedura ha subito un'accelerazione su impulso del gabinetto della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, dopo che Temu è diventata oggetto di polemiche in Germania per la vendita di prodotti illegali.
Green deal
Le emissioni dell'Ue calano del 8,3 per cento nel 2023 - Le emissioni nette di gas a effetto serra dell'Ue sono diminuite dell'8,3 per cento nel 2023 rispetto al 2022, secondo il rapporto annuale pubblicato ieri dalla Commissione sui progressi compiuti nell'azione per il clima. "Si tratta del calo annuale più consistente degli ultimi decenni, ad eccezione del 2020, quando il Covic-19 ha portato a riduzioni delle emissioni del 9,8 per cento", ha spiegato la Commissione: "Le emissioni nette di gas a effetto serra sono ora inferiori del 37 per cento rispetto ai livelli del 1990, mentre il Pil è cresciuto del 68 % nello stesso periodo, il che dimostra il continuo disaccoppiamento tra emissioni e crescita economica". Le emissioni degli impianti elettrici e industriali coperti dal sistema di scambio di quote di emissione (ETS) hanno registrato un calo record del 16,5 per cento nel 2023. Le emissioni derivanti dalla produzione di energia elettrica e dal riscaldamento sono diminuite del 24 per cento, grazie all'incremento consistente delle fonti energetiche rinnovabili, in particolare l'energia eolica e solare, e alla graduale uscita dal carbone. Tuttavia le riduzioni del settore agricolo sono diminuite di appena il 2 per cento, mentre quelle del trasporto aereo sono cresciute del 9,5 per cento. La Commissione ritiene che l'Ue è "sulla buona strada" per raggiungere l'obiettivo di tagliare le emissioni di almeno il 55 per cento entro il 2030.
Energia
Stoccaggi di gas pieni al 95 per cento - Gli stoccaggi di gas dell'Ue sono pieni al 95 per cento prima del 1° novembre, superando l'obiettivo del 90 per cento che è stato fissato dopo l'aggressione russa dell'Ucraina per proteggersi da una crisi energetica provocata da Mosca, ha detto ieri la Commissione europea. La sicurezza per l'inverno dovrebbe essere garantita. Attualmente ci sono circa 100 miliardi di metri cubi di gas in stoccaggio nell'Ue, che rappresentano circa un terzo del consumo annuale di gas, secondo i dati forniti da Gas Infrastructure Europe. "Quando la Russia ha invaso l'Ucraina e ha cercato di ricattare l'Europa con le sue forniture di energia, abbiamo preso misure rapide per proteggerci da futuri shock di approvvigionamento. Questo lavoro sta dando i suoi frutti e entriamo in questo inverno con un livello sano di gas in stoccaggio in tutta Europa, forniture energetiche diversificate, una quota maggiore di energie rinnovabili e un rinnovato impegno per l'efficienza energetica e il risparmio energetico”, ha detto la commissaria Kadri Simson.
Antitrust
Vestager multa il colosso farmaceutico Teva - La Commissione ieri ha inflitto una multa da 462,6 milioni di euro per abuso di posizione dominante a Teva, dopo che il colosso farmaceutico ha esteso artificialmente la protezione di un brevetto su un farmaco e diffuso in modo sistematico informazioni fuorvianti su un prodotto concorrente per ostacolarne l'ingresso nel mercato a un prezzo molto più basso. Il farmaco è il Copaxone, utilizzato per il trattamento della sclerosi multipla, che contiene il principio attivo glatiramer acetato, su cui Teva ha detenuto un brevetto di base fino al 2015. L'indagine della Commissione ha scoperto che Teva ha abusato della sua posizione dominante nei mercati del glatiramer acetato in Belgio, Repubblica Ceca, Germania, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Spagna. La condotta è durata dai 4 ai 9 anni (a seconda degli Stati membri) e ha impedito la diminuzione dei prezzi di listino, con un impatto negativo sui bilanci nazionali della sanità pubblica. Secondo la Commissione, una volta immesso sul mercato il prodotto rivale, i prezzi di listino sono diminuiti fino all'80 per cento con notevoli risparmi per i sistemi sanitari. Inoltre Teva ha lanciato una campagna per sollevare dubbi sull'efficacia e la sicurezza dell'unico altro medicinale a base di glatiramer acetato autorizzato nell’Ue, prodotto da Synthon, diffondendo informazioni contraddette dalle autorità sanitarie, cercando di seminare dubbi sulla sicurezza, sull'efficacia e sull'equivalenza terapeutica del prodotto rivale. “Inviamo un chiaro messaggio alle aziende farmaceutiche dominanti che non tollereremo l’uso di campagne di denigrazione per precludere i farmaci concorrenti”, ha detto Margrethe Vestager.
Accade oggi
Le istituzioni europee sono chiuse per la festa di tutti i santi
Buongiorno a voi e grazie, come sempre, per il vostro lavoro di informazione.
Potreste aiutarmi a trovare il rapporto annuale pubblicato ieri dalla Commissione sui progressi compiuti nell'azione per il clima di cui parlate oggi?
Ci ho provato, ma non sono riuscita a trovarlo.
Grazie di cuore,
Gabriella