Al vertice di Budapest il grande divario dell'Ue tra ambizioni dichiarate e ambizioni realizzate
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Al vertice di Budapest il grande divario dell'Ue tra ambizioni dichiarate e ambizioni realizzate
Nel giorno in cui gli americani vanno alle urne per eleggere il loro prossimo presidente, l'Europa si accorge per l'ennesima volta che il suo futuro sarà deciso più in una piccola contea dell'Iowa che nei palazzi del potere a Bruxelles. Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca rilancerebbe i grandi dibattiti esistenziali sull'Unione Europea che deve prendere il suo destino in mano. Una vittoria di Kamala Harris sarebbe più rassicurante per le relazioni transatlantiche, ma senza rendere meno urgente il cantiere della “sovranità europea” e della “autonomia strategica” - due slogan che hanno accompagnato la politica dell'Ue negli ultimi sette anni. Come molti altri slogan lanciati nei decenni precedenti - chi ricorda l'obiettivo fissato nel 2000 dalla strategia di Lisbona di trasformare l'Ue nell'economia più competitiva al mondo entro il 2010? - il divario tra le ambizioni dichiarate e quelle realizzate è enorme. In quest'era di stravolgimenti geopolitici e geoeconomici, lo stesso rischia di accadere al vertice di Budapest di giovedì e venerdì.
I capi di Stato e di governo dell'Ue discuteranno dei risultati delle elezioni negli Stati Uniti giovedì a cena, dopo il vertice della Comunità politica europea e prima del Consiglio europeo informale del giorno dopo. Una vittoria di Trump monopolizzerebbe la discussione dei leader. Cosa fare in caso di ritiro del sostegno degli Stati Uniti all'Ucraina? Come reagire a dazi al 20 per cento? Chi andrà a incontrare il repubblicano per primo? In pochi dubitano che gli europei saranno divisi e che serviranno altri vertici ordinari o straordinari per rispondere a Trump.
Eppure il vertice di Budapest era stato immaginato con un altro obiettivo, diverso ma non in contraddizione con l'attualità politica americana: dotare l'Ue di un piano concreto per permettere alla sua economia di non rimanere schiacciata dalla gara per il dominio tecnologico e militare tra gli Stati Uniti e la Cina. Parafrasando il presidente francese, Emmanuel Macron, serve un piano “per non morire”. A due italiani è stato chiesto di presentare una serie di proposte. Enrico Letta lo ha fatto in aprile. Mario Draghi in settembre. I loro due rapporti, messi insieme, rappresentano un piano coerente per un cambio di paradigma dell'Ue e adattare le sue politiche alla nuova realtà del 21o secolo.
Sul principio sono tutti d'accordo. I leader lanceranno un nuovo Patto europeo per la competitività. Secondo l'ultima bozza della dichiarazione di Budapest, discussa dagli ambasciatori dei ventisette ieri, accoglieranno con favore i rapporti Letta e Draghi. Ma l'ambizione del testo inizialmente proposto dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, è stata ridimensionata. Le parti più controverse e divisive sono state annacquate. Il tema del finanziamento del piano – stimato da Draghi in 800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi ogni anno – non viene affrontato, se non con formule retoriche molto vaghe che rimandano tutto al 2026, quando sarà negoziato il prossimo bilancio 2027-34 (il quadro finanziario pluriennale) dell'Ue.
“Ci impegniamo a esplorare e sfruttare tutti gli strumenti e i mezzi per raggiungere i nostri obiettivi: il quadro finanziario pluriennale come mezzo essenziale per realizzare le nostre strategie; l'Unione dei mercati dei capitali per mobilitare finanziamenti privati; il maggiore coinvolgimento della Banca europea per gli investimenti. Esploreremo lo sviluppo di nuovi strumenti”, dice la bozza. Nella dichiarazione di Budapest le ambizioni dichiarate – con grande senso d'urgenza – non sono accompagnate dagli strumenti necessari a realizzare quelle ambizioni.
Con grande tatto, lo stesso Draghi lo ha fatto notare in un articolo pubblicato dal Financial Times nel fine settimana. Il titolo può ingannare: l'ex presidente della Bce ha invitato gli europei a seguire l'esempio del governo britannico su come mettere la politica fiscale al servizio degli investimenti nella transizione digitale e climatica. In realtà, Draghi ha sottolineato che i beni pubblici come la mitigazione climatica, le interconnessioni energetiche, la ricerca e la difesa sono sottofinanziati. "E' una domanda aperta se questo divario rimarrà in futuro", ha scritto. Inoltre, non c'è un vero coordinamento dei piani fiscali nazionali degli Stati membri. L'atto d'accusa più grave indirizzato al vertice di Budapest è contenuto nella frase finale. “L'Ue potrebbe avere una preferenza dichiarata per essere un leader climatico, un innovatore digitale e un attore geopolitico. Ma per ora, la preferenza rivelata dai suoi membri è diversa. Senza utilizzare il suo spazio fiscale e riformare i suoi mercati, è difficile vedere come l'Europa realizzerà le sue ambizioni”, ha scritto Draghi.
A suo credito la Commissione uscente guidata da Ursula von der Leyen ha lavorato sodo per rafforzare la sovranità europea nei limiti di quanto previsto dai Trattati e fissato dalla volontà politica dei governi nazionali. Nel settore digitale il Digital Markets Act e il Digital Services Act hanno messo fine al laissez-faire dei giganti del digitale americani o cinesi, fissando standard che stanno diventano sempre più globali. Sono stati introdotti nuovi strumenti di difesa commerciale per contenere l'espansionismo economico della Cina e il suo utilizzo abusivo dell'apertura del mercato interno dell'Ue. Ma, nel momento in cui le regole della vecchia globalizzazione non vengono più rispettate da Stati Uniti e Cina, l'approccio regolatorio dell'Ue ha i suoi limiti. Diventa perfino controproducente per le imprese europee che innovano e vogliono crescere. Questa è una delle molte diagnosi contenute nel rapporto di Draghi.
A Budapest i leader dichiareranno solennemente di essere d'accordo con la diagnosi di Draghi. Ma non sulla cura che l'ex presidente della Bce suggerisce. I paesi del nord Europa sono ostili a quelle che considerano ricette dirigiste e anti mercato, dietro cui vedono la mano della Francia. Nemmeno il concetto di “politica estera economica” proposto da Draghi fa l'unanimità quando si entra nel concreto, come dimostrano le divisioni dei ventisette sui dazi sulle auto elettriche importate dalla Cina. La Germania e i frugali sono contrari a nuovi strumenti di debito comune. Ma senza finanziamenti pubblici aggiuntivi, qualsiasi ambizione dichiarata dall'Ue non può essere realizzata. Rinviare la discussione su dove reperire le risorse al bilancio 2027-34 scredita il senso d'urgenza della dichiarazione di Budapest sul nuovo Patto sulla competitività europea.
L'Ucraina è un buon esempio del grande divario tra ambizioni dichiarate e ambizioni realizzate. Nonostante gli impegni assunti dall'inizio del conflitto - gli europei si sono dati come obiettivo di restare al fianco di Kyiv tutto il tempo necessario, la vittoria dell'Ucraina o la sconfitta della Russia, a seconda della situazione sul campo di battaglia - l'Ue non è riuscita a mantenere tutte le promesse fatte pubblicamente. A quasi mille giorni dall'inizio dell'aggressione della Russia, l'Ue non è ancora in grado di produrre le munizioni e le armi di cui Kyiv ha bisogno per reggere alla guerra di logoramento. Con la prospettiva di vedere Trump tornare alla Casa Bianca, in alcuni circoli diplomatici c'è la tentazione di abbandonare l'Ucraina a sé stessa sotto la formula di “finlandizzazione”: uno status neutrale, oltre alla rinuncia dei territori occupati, che equivarrebbe a una vittoria di Vladimir Putin.
Cosa diceva la dichiarazione di Versailles adottata durante un altro storico vertice per la sovranità europea l'11 marzo del 2022, meno di un mese dopo l'attacco all'Ucraina? “La guerra di aggressione della Russia segna un cambiamento epocale nella storia europea”. I leader avevano promesso di proteggere “i nostri cittadini, i nostri valori, le nostre democrazie e il nostro modello europeo. Di fronte alla crescita dell'instabilità, della competizione strategica e delle minacce alla sicurezza, abbiamo deciso di assumerci maggiori responsabilità per la nostra sicurezza e di compiere ulteriori passi decisivi verso la costruzione della nostra sovranità europea, la riduzione delle nostre dipendenze e la messa a punto di un nuovo modello di crescita e di investimento per il 2030”. Seguivano promesse più dettagliate, che sono state in gran parte minate dalle divisioni tra i ventisette. La dichiarazione di Budapest si annuncia come la replica di Versailles.
La frase
“Lavoreremo con Kamala Harris, lavoreremo con Donald Trump e ci assicureremo che l'alleanza resti unita”.
Mark Rutte, segretario generale della Nato.
Trump o Harris
Gli americani al voto, l'Ue in allerta - E' arrivato il giorno delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Donald Trump o Kamala Harris? Da domani tutto potrebbe cambiare, anche se l'Ue spera che tutto rimanga come prima a prescindere da chi vinca. "Tutti aspettano l'esito delle elezioni americane giustamente e la cosa che noi ripetiamo sempre è che comunque la collaborazione tra Unione europea e Stati Uniti non è in discussione quale che sia l'esito di queste elezioni”, ha detto il commissario all'Economia Paolo Gentiloni. Con l'Amministrazione Biden si è sviluppato un quadro di relazioni molto positivo e “ci auguriamo non venga contraddetto dall'esito elettorale”, ha detto Gentiloni. Il suo probabile successore all'Economia e attuale vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, non ha risposto direttamente a una domanda su Trump. "Stiamo rafforzando la resilienza dell'economia europea e stiamo rafforzando le nostre capacità di difesa perché in generale stiamo vivendo in una situazione geopolitica più frammentata”, ha detto Dombrovskis. Anche Maros Sefcovic, che è stato designato per il Commercio, vuole rinnovare il Consiglio commercio e tecnologia che è stato creato con l'Amministrazione Biden. Ma “allo stesso tempo sarò pronto a difendere i nostri interessi se dovessimo affrontare uno scenario dirompente", ha assicurato Sefcovic.
Trumpiani europei
Transparency International EU denuncia i deputati di estrema destra invitati dai repubblicani - Transparency international EU ieri ha chiesto al Parlamento europeo di indagare su cinque deputati dell'estrema destra per potenziali violazioni del codice di condotta per aver partecipato al Gala annuale 2023 del New York Young Republican Club. Il sospetto dell'Ong è che i deputati coinvolti – l'italiana Susanna Ceccardi, gli ungheresi Kinga Gál e Ernő Schaller-Baross, il tedesco Maximilian Krah e l'austriaco Harald Vilimsky - non abbiano dichiarato viaggi pagati da terzi e regali, come previsto dal codice di condotta del Parlamento europeo. Inoltre, Susanna Ceccardi e Harald Vilimsky non avrebbero dichiarato la loro appartenenza a un'associazione, dato che il sito del New York Young Republican Club li cita tra i suoi membri. "Vi invitiamo a prendere in considerazione queste preoccupazioni e ad aprire un indagine ai sensi dell'articolo 10 (5) del Codice di condotta per i membri del Parlamento europeo", dice la lettera inviata dal direttore di Transparency International EU, Nick Aiossa.
Geopolitica
La Germania e la “finlandizzazione” dell'Ucraina - Contrario all'adesione dell'Ucraina alla Nato e alla fornitura di missili a lungo raggio tedeschi a Kiev, il cancelliere Olaf Scholz è sospettato di difendere l'idea della “finlandizzazione” dell'Ucraina. Nelle mie discussioni con i funzionari di Berlino è emersa una controproposta: l'Ucraina dovrebbe adottare uno status di “neutralità” come quello di cui la Finlandia ha goduto per decenni”, afferma il giornalista di Politico.eu Hans von der Burchard. L'idea non è nuova e divide. “La Germania sta perdendo l'autorità morale che si è guadagnata negli ultimi 75 anni con la sua politica di appeasement e il suo rifiuto di affrontare la Russia”, ha protestato l'ex comandante dell'esercito statunitense in Europa, il generale in pensione Ben Hodges, in un commento alle indiscrezioni di Politico.
Rutte elogia Scholz - Mark Rutte ha ignorato le polemiche e ha ringraziato la Germania per essere “il maggior contributore europeo di aiuti militari” all'Ucraina. “Il sostegno della Germania salva ogni giorno vite sul campo di battaglia”, ha dichiarato durante il briefing con Olaf Scholz. Mark Rutte ha denunciato il desiderio della Russia di seminare divisioni tra gli alleati. “La Russia interferisce direttamente nelle democrazie, sabota l'industria e commette violenze. Tutto questo mira a indebolirci e a seminare divisioni, ma la Nato è pronta a dissuadere e difendere da queste minacce”, ha assicurato Rutte.
La Commissione ricorda alla Georgia i suoi doveri - Ursula von der Leyen ha parlato al telefono ieri con la presidente Salomé Zourabichvili. “La situazione dopo le elezioni rimane preoccupante”, le ha detto. “Se la Georgia vuole mantenere un orientamento strategico verso l'Ue, abbiamo bisogno di azioni concrete da parte dei leader”, ha avvertito. La Georgia vuole entrare nell'Ue, ma il processo è stato congelato dai 27 e la vittoria del Sogno georgiano, il partito al potere, alle elezioni legislative del 26 ottobre non ha cambiato la situazione. La presidente e l'opposizione si rifiutano di riconoscere i risultati e denunciano brogli.
Commissione von der Leyen II
I primi quattro candidati commissari promossi - Percorso netto per i primi quattro candidati commissari nelle audizioni di conferma davanti al Parlamento europeo. Il socialista slovacco Maros Sefcovic, designato per il Commercio, ha superato brillantemente il testo delle domande dei deputati, forte della sua decennale esperienza nell'esecutivo comunitario (è commissario europeo dal 2009). Il socialista maltese Glenn Micallef, a cui è stato attribuito il portafoglio della cultura e dei giovani, era il candidato considerato più debole per la mancanza di esperienza, ma malgrado molte risposte vaghe ha ottenuto il sostegno dei due terzi dei coordinatori dei gruppi politici necessari a superare il test. Il lussemburghese del PPE, Christophe Hansen, ex parlamentare europeo che avrà la responsabilità dell'Agricoltura, non ha avuto grandi difficoltà a fronteggiare i suoi ex colleghi: gli è bastato difendere gli agricoltori. Il greco del PPE, Apostolos Tzitzikostas, candidato commissario ai Trasporti, anche se un po' verboso, ha dimostrato di aver studiato i dossier e fatto alcune proposte che sono piaciute anche ai Verdi (una biglietteria europea per i treni). L'accordo di non aggressione tra il PPE e i Socialisti&Democratici ha retto al primo giorno di audizioni.
Sefcovic prende le distanze da Robert Fico - "Posso rassicurarvi che per quanto mi riguarda ho sempre lavorato per l'interesse europeo, per il meglio dell'Unione europea, e continuerò a farlo", ha detto ieri Maros Sefcovic, il commissario designato per il Commercio, nell'audizione di conferma davanti al Parlamento europeo, rispondendo a una domanda su come avrebbe agito nel caso le sue posizioni andassero contro quelle del governo del primo ministro slovacco, Robert Fico. La domanda posta dal deputato europeo slovacco del PPE, Miriam Lexmann, era incentrata sulla Cina e la volontà di Fico di realizzare "una partnership strategica con uno stato totalitario". Sefcovic si è concentrato sulla sostanza delle relazioni economiche con Pechino. "Abbiamo strumenti per controllare gli investimenti che entrano. Abbiamo la possibilità di avere un controllo sui sussidi". Secondo il commissario l'Ue ha la possibilità di "affrontare" la questione delle pratiche scorrette della Cina.
Euro
La ricetta dell'Eurogruppo per la competitività - I ministri delle Finanze della zona euro ieri hanno trovato un accordo su una dichiarazione dell'Eurogruppo sulla competitività dell'economia europea. Nel testo, attentamente calibrato, non c'è nulla di realmente innovativo o dirompente. I ministri si impegnano ad affrontare le sfide di innovazione e produttività dell'Ue, a ridurre i costi dell'energia e a rafforzare la resilienza energetica dell'Ue, a rafforzare la sicurezza economica di fronte a un commercio globale che si sta frammentando, a rivitalizzare il mercato unico e a coordinare la strategia di investimenti per finanziare le priorità dell'Ue. I ministri dell'Eurogruppo hanno voluto precisare che gli investimenti che servono all'Ue per finanziare la transizione verde e quella digitale, le necessità nella difesa e la ricerca devono arrivare "principalmente" da "fonti private".
Post Brexit
Il Regno Unito entra all'Eurogruppo - Il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, ha annunciato di aver invitato il cancelliere dello scacchiere britannico, Rachel Reeves, alla riunione dei ministri delle Finanze della zona euro di dicembre. L'invito è “parte del nostro dialogo economico con partner chiave internazionali e del G7”, ha spiegato Donohoe. Reeves si è detta felice di accettare l'incito. “Dal sostegno all'Ucraina a rafforzare la crescita e creare un'Europa più prospera, dobbiamo lavorare insieme con i nostri partner europei”, ha spiegato Reeves. Il governo laburista di Keir Starmer ha promesso un reset nelle relazioni con l'Ue. La partecipazione del Regno Unito a un Eurogruppo sarebbe stata considerata un fatto eccezionale prima dell'uscita dall'Ue. Dopo la Brexit è ancora più eccezionale.
Geoeconomia
La Cina porta l'Ue davanti all'OMC sui dazi alle auto elettriche - Il governo di Pechino ieri ha annunciato di aver presentato un ricorso davanti all'Organizzazione mondiale del commercio contro i dazi definitivi introdotti dall'Ue la scorsa settimana sui veicoli elettrici importati dalla Cina. “Al fine di salvaguardare gli interessi di sviluppo dell'industria dei veicoli elettrici e la cooperazione globale per la trasformazione verde, la Cina ha deciso di presentare una causa contro le misure anti-sovvenzioni definitive dell'Ue", ha detto il ministero del Commercio cinese. Più di un panel all'OMC, Bruxelles e le sue capitali temono ritorsioni commerciali con l'imposizione di dazi su alcuni prodotti chiave europei, dopo la decisione sul brandy e il cognac. Nel mirino della Cina ci sono i prodotti lattiero caseari e la carne di maiale.
Digitale
L'iPad deve rispettare gli obblighi del DMA - "Apple deve garantire che il suo sistema operativo iPadOS rispetti tutti gli obblighi pertinenti previsti dal Digital markets act (Dma)", ha avvertito ieri la Commissione, dopo che il primo novembre Apple ha presentato il suo rapporto di conformità per descrivere le misure adottate per il pieno rispetto delle nuove regole imposte ai gatekeeper. La Commissione ha ricordato che Apple deve consentire agli utenti di impostare il browser web predefinito di loro scelta su iPadOS, consentire app store alternativi sul suo sistema operativo e permettere ai dispositivi accessori (cuffie e penne intelligenti) di accedere in modo efficace alle funzionalità di iPadOS. Il rapporto di conformità ora sarà valutato dalla Commissione, anche sulla base degli input forniti dalle parti interessate.
Accade oggi
Ecofin
Parlamento europeo: audizioni dei candidati commissari Michael Mcgrath, Ekaterina Zaharieva, Dan Jorgensen, Dubravka Suica, Jessika Roswall e Magnus Brunner
Commissione: la commissaria Simson a Roma incontra i membri della Nordic-Baltic Cooperation (NB8)
Commissione: la vicepresidente Vestager a Copenaghen riceve premio Ebbe Munck dalla regina Margrethe II
Commissione: la vicepresidente Jourova a Praga interviene alla conferenza ‘Gradi di disinformazione’
Banca centrale europea: discorso della presidente Lagarde per il Quindicesimo anniversario dell'Autorità francese della concorrenza a Parigi
Banca centrale europea: discorso di Isabel Schnabel al seminario Micheal Chae alla Harvard University
Nato: il segretario generale Rutte a Roma incontra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Eurostat: statistiche sulle città nel 2022; dati sui permessi nel settore delle costruzioni al uglio; fatturato dell'industria ad agosto; dati sull'aspettativa di vita per regione nel 2022
Buongiorno. Grazie sempre per questa dettagliata analisi mattutina. Mi chiedevo se ci fosse un errore nella sezione "accade oggi" poiché è scritto che il Segretario Generale della NATO Stoltenberg è in visita a Roma. Non è Rutte che oggi farà visita alla Meloni?