Asselborn: Attenzione ai becchini dell'Ue
Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue. Oggi è Christian a prendere i comandi.
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Jean Asselborn: attenzione ai becchini dell'Ue
Capo della diplomazia lussemburghese per quasi 20 anni, Jean Asselborn, 74 anni, ha vissuto e accompagnato i grandi eventi dell'integrazione europea a partire dal grande balzo in avanti dell'allargamento del 2004. Socialista, umanista e convinto europeista, commenta per Il Mattinale Europeo il blocco degli aiuti europei all'Ucraina da parte del primo ministro ungherese, Viktor Orban, leader di cui ha chiesto l'esclusione dall'UE nel 2016. Asselborn mette in guardia dai becchini dell'Ue e denuncia il gioco poco chiaro del capo del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber.
Cosa pensa dell'esito del vertice di dicembre, che ha visto Viktor Orban porre il veto sugli aiuti finanziari all'Ucraina?
È meglio del contrario. Viktor Orban avrebbe potuto bloccare l'apertura dei negoziati di adesione. Ma è inaudito che a un leader venga chiesto di lasciare la sala per un caffè al fine di astenersi su una decisione così importante. È una cosa enorme per l'immagine che dà l'Unione europea.
Cosa può fare l'Ue per contrastare Orban?
Viktor Orban non vuole più essere un europeo. Vuole essere il leader di coloro che stanno andando indietro. Questo è molto pericoloso per l'Unione europea. Ma dobbiamo convivere con questa realtà. Non esiste un meccanismo per far uscire uno stato che non rispetta l'articolo 2 o lo spirito dei Trattati.
L'allargamento all'Ucraina è una decisione politica presa l'anno scorso. Deve rimanere sul binario politico, non prendere una strada contabile. Spero che la Commissione europea si rifiuti di fare altri gesti per placare Viktor Orban con i fondi per l'Ungheria che sono stati congelati per il mancato rispetto dello Stato di diritto.
Stiamo assistendo a una forma di ricatto. Cosa dovrebbe fare l'UE?
Viktor Orban è nella posizione di rifiutarsi di accettare 50 miliardi di aiuti finanziari all'Ucraina per ottenere in cambio lo sblocco dei fondi. Spero che l'UE abbia la forza di non accettare questo ricatto. In caso contrario, gli Stati membri dovranno assumersi le proprie responsabilità (con finanziamenti nazionali), ma allora non saremo più in una logica comunitaria. Diventa bilaterale, e questo è un grande peccato. Se le decisioni sull'allargamento e sugli aiuti finanziari dovessero essere negative, questo avrebbe enormi ripercussioni politiche.
Quali sarebbero queste ripercussioni?
Putin ha dichiarato guerra all'Ucraina. Dice che l'Ucraina non ha diritto di esistere, che deve essere sconfitta militarmente, smilitarizzata e neutralizzata. In realtà, non è l'Ucraina il suo nemico, ma noi. Alcuni in Europa non hanno capito le conseguenze di una vittoria russa in Ucraina. Questo deve essere evitato. Sarà alle porte della Polonia. Destabilizzerà ulteriormente l'Ue. Vuole essere il leader di un mondo che non rispetta più le regole fondamentali del diritto internazionale, e questo avrà conseguenze per noi, per i nostri figli e nipoti che vogliono vivere in pace. Per evitarlo, dobbiamo garantire che l'Ucraina abbia i mezzi per difendere il proprio territorio. Se un giorno ci siederemo intorno a un tavolo, la Russia non deve poter imporre la sua pace.
Putin sta aspettando che Donald Trump venga eletto negli Stati Uniti. Se sarà eletto, l'architettura di sicurezza sarà indefinita e creerà molta insicurezza nel modo in cui la NATO opera. Questo è ciò che Putin sta cercando.
L'UE ha i mezzi per contrastare i disegni di Putin?
Penso che abbiamo preso la decisione giusta con le sanzioni, anche se la Russia continua a vendere il suo petrolio e il suo gas. Ma solo una trentina di Paesi stanno rispettando le sanzioni, e questo è un problema. Abbiamo fatto la cosa giusta sostenendo l'Ucraina. Siamo nel quadro dell'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, che dà a un Paese sotto attacco il diritto di difendersi e di formare una coalizione, e l'UE fa parte di questa coalizione. Dobbiamo continuare ad aiutare l'Ucraina a difendersi. Sul campo, le prospettive militari non sono buone. C'è un'enorme differenza di risorse. La Russia acquista munizioni dalla Corea del Nord. Ma le economie europee e americane non sono orientate alla guerra o alla produzione di munizioni. Dobbiamo rimanere molto uniti e molto impegnati.
Si ha la sensazione che i regimi autocratici stiano aumentando e che le democrazie si stiano ritirando o restino passive?
Questa è la realtà. L'Unione Europea e gli Stati Uniti non governano più il mondo. Le cose sono cambiate e dobbiamo affrontare la verità: gli autocrati sono sempre più numerosi e non hanno più alcuna esitazione. Dobbiamo fare i conti con questo sviluppo. Che scelta abbiamo? Dobbiamo continuare a difendere la democrazia. Non possiamo accettare alcun ammorbidimento delle regole che proteggono i diritti umani e i valori fondamentali. Questa deve rimanere una lotta per noi. In ogni continente, i Paesi ci dicono che anche loro vogliono accedere allo Stato di diritto, alla democrazia e al rispetto dei diritti umani.
Immaginiamo per un momento che Trump venga rieletto negli Stati Uniti. Non sarebbe solo un disastro per le Nazioni Unite, che sono già in stallo a livello di Consiglio di sicurezza. Se la democrazia più forte si rivoltasse contro la democrazia, sarebbe il caos. Questo deve essere evitato. Non riesco a capire perché gli americani non riescano a vedere chiaramente cosa rappresenta Donald Trump. E c'è un Primo Ministro europeo che dice agli americani: "Portateci Trump, ne abbiamo bisogno".
Il “nazionalismo” è in aumento anche nell'Unione Europea. È una minaccia?
Bisogna dire ai cittadini di non votare alle elezioni europee per i partiti che vogliono distruggere l'Unione europea. Dobbiamo sostenere i partiti che vogliono l'integrazione europea. Non dobbiamo votare per Salvini o Le Pen. In ogni Paese ci sono partiti di ultradestra. La loro strategia è molto pericolosa, perché cercano di creare legami con i partiti repubblicani. Dobbiamo diffidare di Manfred Weber, il presidente del Partito Popolare Europeo (PPE, destra europeista). Si trova su una china molto scivolosa.
La frase
“Oggi Orban è il cavallo di Toria, che rompe intensamente e purtroppo sempre più efficacemente l'unità e tenta di mostrare che dovremmo abbandonare l'Ucraina”.
Martin Dvořák, ministro per gli Affari europei della Repubblica ceca.
Sovranità digitale
Thierry contro Elon su X - La Commissione europea ieri ha avviato un procedimento formale contro X per valutare se la piattaforma di Elon Musk abbia violato il Digital Services Act (Dsa) in aree legate alla gestione del rischio, alla moderazione dei contenuti, ai dark pattern, alla trasparenza della pubblicità e all'accesso ai dati per i ricercatori. L'esecutivo comunitario sospetta che le misure di mitigazione dei rischi messe in piedi da X non siano sufficienti per contrastare la diffusione di contenuti illegali nell'Ue e per combattere la manipolazione delle informazioni sulla piattaforma. Alcuni dei dubbi della Commissione si concentrano in particolare sul sistema delle "Community Notes" e sul carattere ingannevole della “spunta blu” per gli utenti. "E' finito il tempo in cui le grandi piattaforme online si comportavano come se fossero 'troppo grandi per preoccuparsi'", ha detto il commissario al Mercato interno, Thierry Breton: "Utilizzeremo appieno i nostri strumenti per proteggere i nostri cittadini e le nostre democrazie". E' la prima volta che la Commissione apre un procedimento nell'ambito del DSA. E' “un passo significativo” dovuto al sospetto che la piattaforma di Musk”non rispetti alcuni articoli chiave del DSA”, di ha detto una fonte. In teoria, se X non risponderà in modo positivo ai rilievi della Commissione, potrebbe vedersi imporre una multa fino al 6 per cento del fatturato globale.
Follow-up
Consiglio europeo straordinario il primo febbraio – Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ieri ha annunciato che il vertice straordinario sulla revisione del quadro finanziario pluriennale si terrà il primo febbraio 2024. "Dobbiamo continuare a lavorare per mantenere le promesse finanziarie che abbiamo fatto" all'Ucraina, ha detto Michel in una conferenza stampa con il premier belga, Alexander De Croo. L'accordo dei 26 leader al Consiglio europeo sull'ultima Negobox di Michel sarà “il punto di partenza per tentare di convincere il ventisettesimo stato membro di dare il suo accordo e onorare l'impegno nei confronti dell'Ucraina". Michel ha promesso di “lavorare duramente per convincere l'Ungheria”.
Avvertimento anglo-tedesco a Israele - Due dei principali alleati di Israele nella sua guerra contro Hamas, Germania e Regno Unito, hanno lanciato un chiaro avvertimento al governo di Benjamin Netanhyau sulla necessità di limitare le vittime civili nelle operazioni militari a Gaza. In un intervento pubblicato dal Times, Annalena Baerbock e David Cameron hano chiesto di "aprire la strada a un cessate il fuoco sostenibile, che porti a un processo di pace. Prima è, meglio è: la necessità è urgente", hanno spiegato i ministri degli Esteri tedesco e britannico, sottolineando che "troppi civili sono stati uccisi". Secondo Baerbock e Cameron, "il governo israeliano deve fare di più per distinguere in modo sufficiente tra terroristi e civili, assicurando che la sua campagna colpisca i leader e gli operativi di Hamas".
Stato di diritto
Nessun progresso sullo stato di diritto in Ungheria - Il commissario al Bilancio, Johannes Hahn, la scorsa settimana ha scritto ai presidenti delle commissioni Bilancio, Controllo di bilancio e Libertà civili del Parlamento europeo per annunciare che l'Ungheria non ha fatto progressi tagli sullo stato di diritto per portare a uno sblocco, anche solo parziale, dei 6,3 miliardi congelati lo scorso anno. “Nonostante l'identificazione di alcuni elementi positivi nell'attuazione da parte dell'Ungheria dei suoi impegni (…), la rivalutazione della Commissione ha concluso che ci sono ancora impegni che non sono stati rispettati né in modo corretto, né in modo tempestivo”, ha scritto Hahn. Conclusione: il rischio per il bilancio dell'Ue causato dalle violazioni dello stato di diritto da parte dell'Ungheria “è rimasto lo stesso”. La lettera è firmata 13 dicembre. Lo stesso giorno la Commissione ha sbloccato altri 10,2 miliardi di euro di fondi della coesione preallocati all'Ungheria, che erano stati congelati per i problemi legati alla giustizia.
La Procura europea contro il governo Fico sulla corruzione in Slovacchia - Il Procuratore capo europeo, Laura Kovesi, ieri ha scritto alla Commissione avvertendo che le modifiche legislative che il governo di Robert Fico in Slovacchia intende adottare costituiscono un "serio rischio" di violazione dello stato di diritto. Le modifiche al codice penale e di procedura penale, nonché alla legge contro la corruzione, "minimizzerebbero l’individuazione di potenziali frodi che ledono gli interessi finanziari dell’Ue", ha detto il Procuratore europeo. Tra le altre cose, le misure dirotterebbero "la maggior parte dei casi della Procura europea dal tribunale penale specializzato ai tribunali di grado inferiore, con scarsa esperienza nei crimini di competenza della Procura europea", e "costituiscono un'amnistia di fatto in un numero considerevole di indagini attive su frodi che ledono gli interessi finanziari dell'Ue nella Repubblica slovacca". Secondo Kovesi, "la capacità della Procura europea di indagare e perseguire efficacemente i reati di sua competenza verrebbe gravemente compromessa e il livello di protezione degli interessi finanziari dell’Ue nella Repubblica slovacca diminuirebbe drasticamente".
Green deal
L'Italia vota contro il regolamento imballaggi - Il Consiglio dell'Ue ieri ha adottato la sua posizione negoziale sulla proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio, nonostante il voto contrario dell'Italia. "Nel 2021 ogni europeo ha generato 190 chili di rifiuti di imballaggio. E questa cifra aumenterà di quasi il 20 per cento nel 2030, se le cose rimarranno le stesse. Non possiamo lasciare che ciò accada", ha detto la vicepremier spagnola, Teresa Ribera Rodriguez: "Questo regolamento è fondamentale nel nostro percorso verso un’economia circolare e un’Europa a impatto climatico zero". La proposta mira a ridurre al minimo la produzione di rifiuti di imballaggio fissando obiettivi vincolanti di riutilizzo, limitando alcuni tipi di imballaggi monouso e imponendo agli operatori economici di ridurre al minimo gli imballaggi utilizzati. Il ministro italiano dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, aveva chiesto norme meno rigide per il riuso degli imballaggi, in ragione del fatto che l'Italia ha un alto tasso di riciclaggio. Pichetto ha anche insistito per trasformare il regolamento in direttiva, lasciando così più libertà agli stati membri per la sua attuazione. Per una volta, la posizione del Consiglio è molto più avanzata dal punto di vista ambientale di quella del Parlamento europeo. Il trilogo si annuncia a ruoli invertiti.
Trilogo
Maratona sul Patto migratorio – La presidenza spagnola del Consiglio dell'Ue e i negoziatori del Parlamento europeo sono impegnati da ieri in quello che potrebbe diventare un nuovo trilogo da record: i negoziati sul nuovo Patto su migrazione e asilo. All'inizio della riunione le due posizioni – governi da un lato, Parlamento dall'altro – erano ancora molto distanti. A questo si aggiungono le difficoltà tecniche legate alla necessità di tenere insieme quattro regolamenti, le cui norme si sovrappongono tra loro. “Non ci aspettiamo un accordo prima del pomeriggio”, ci ha detto una fonte del Parlamento.
Euro 7 sarà come Euro 6 per le emissioni - Ieri i negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno raggiunto un accordo sulle nuove regole per ridurre le emissioni del trasporto stradale per autovetture, furgoni, autobus, camion e rimorchi. Il regolamento Euro 7 mira a sostenere la transizione verso una mobilità pulita e a mantenere il prezzo dei veicoli privati e commerciali accessibile per i cittadini e le imprese. Il risultato è questo: i negoziatori hanno concordato di mantenere le attuali condizioni di prova e i limiti di emissione dei gas di scarico del regolamento Euro 6. Su richiesta del Parlamento, il numero di particelle di scarico sarà misurato a livello PN10 anziché PN23, includendo così le particelle più piccole. Per gli autobus e gli autocarri, il testo stabilisce limiti più severi per le emissioni di gas di scarico misurate in laboratorio e in condizioni di guida reali (limite di NOx di 260 mg/kWh), pur mantenendo le attuali condizioni di prova della norma Euro 6. L'accordo stabilisce limiti alle emissioni di particolato da pneumatici e freni e aumenta la durata delle batterie.
Accade oggi
Consiglio Energia
Commissione: il commissario Hoekstra a Roma partecipa alla Conferenza degli ambasciatori italiani nel mondo e incontra i ministri Raffaele Fitto, Antonio Tajani e Gilberto Pichetto Fratin, e il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri
Commissione: il commissario alla Gestione delle crisi, Janez Lenarcic, a Parigi partecipa alla Conferenza umanitaria francese
Banca centrale europea: conferenza stampa di Andrea Enria sui risultati della supervisione e del processo di valutazione (Srep) 2023
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
Eurostat: dati sull'inflazione a novembre; dati sui permessi di soggiorno nel 2022; dati sulla spesa sanitaria nel 2021