Breton: di fronte alla guerra commerciale, l'UE potenza cerca disperatamente una presidente
Buongiorno! Sono Christian Spillmann e, insieme a David Carretta, vi presentiamo Il Mattinale Europeo.
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Breton: di fronte alla guerra commerciale, l'UE potenza cerca disperatamente una presidente
L'Unione europea è il principale partner commerciale degli Stati Uniti. Il suo mercato è indispensabile per le piattaforme americane e i suoi fornitori di servizi. L'aumento dei dazi deciso da Donald Trump per motivi politici è inaccettabile. L'Ue ha gli strumenti per rispondere ma deve far conoscere la sua intenzione di utilizzarli. Questo ruolo spetta alla presidente della Commissione. Ma Ursula von der Leyen è silenziosa e invisibile. L'Europa è senza voce di fronte alle minacce di Trump. L'ex commissario all'Industria, Thierry Breton, non nasconde la sua perplessità di fronte al "vuoto" a Bruxelles e si interroga sull'esito del braccio di ferro avviato da Trump per far pagare agli europei le sue promesse elettorali. Trattando il problema come un normale negoziato commerciale, da risolvere con un accordo "zero dazi contro zero dazi" tra funzionari razionali, la presidente della Commissione potrebbe non aver compreso la natura politica di Trump e la trasformazione sistemica che vuole imporre con i suoi dazi.
Thierry Breton era a Bruxelles mercoledì sera, invitato nell'ambito delle grandi conferenze del Comune di Bruxelles dal sindaco Philippe Close, che ha voluto salutare la sua azione durante la crisi sanitaria provocata dal Covid. "La vostra determinazione ha fatto sì che l'Europa sia ancora qui", ha affermato Philippe Close nella sua presentazione dell'ex commissario. Thierry Breton aveva precedentemente incontrato un gruppo di giornalisti. Il Mattinale Europeo ha seguito la giornata dell'ex commissario, diventato la voce dell'Europa in Francia perché "altre voci non si esprimono e c'è un vuoto da colmare". "Non ho lezioni da dare", ha insistito durante i suoi interventi. Ma l'ex commissario responsabile del Mercato interno, della politica industriale con la Difesa, del digitale e dello spazio nella prima Commissione guidata da Ursula von der Leyen, continua a seguire da vicino l'attualità ed è molto sollecitato sulle questioni europee.
Thierry Breton non ha nascosto la sua perplessità di fronte all'inazione di Ursula von der Leyen, nel momento in cui niente funziona più come prima tra l'Europa e gli Stati Uniti. Ursula von der Leyen ha incontrato Trump a Davos all'inizio del suo primo mandato nel 2020. "L'avevo accompagnata e l'incontro era stato teso", ricorda Breton. Il presidente americano aveva attaccato frontalmente chiedendo "i miliardi che gli europei devono agli Stati Uniti e aveva minacciato di ritirare la protezione americana ai cattivi pagatori" della Nato. Trump non ha dimenticato l'euforia manifestata qualche mese dopo dalla presidente della Commissione Europea e dal suo team a seguito della sua sconfitta contro Joe Biden, e questo pesa nei loro rapporti, sottolinea l'ex commissario.
Ursula von der Leyen è stata riconfermata per un secondo mandato. Le è stato affidato dai leader dei 27 un mandato per condurre i negoziati commerciali a nome dell'Ue. Purtroppo per lei, Donald Trump è tornato alla Casa Bianca poco dopo la sua riconferma e la sua prima decisione è stata quella di aumentare i dazi americani, scatenando una guerra commerciale. "I dazi di Trump avranno ripercussioni economiche maggiori e peseranno sulle relazioni con gli Stati Uniti", sottolinea Breton. "Capire cosa il presidente americano voglia ottenere non è sempre facile. Trump negozia con i potenti. Ha un'avversione per l'Ue così come è costituita. Parla con i capi di Stato invece che con le istituzioni. Ora la Commissione è incaricata dai 27 di condurre le discussioni commerciali. La Commissione deve far valere il fatto che è al comando ed è importante che von der Leyen sia la figura di punta, anche se le discussioni in corso sono tecniche", dice l'ex commissario.
"Le discussioni sono su tre livelli", ci spiega Thierry Breton. "C'è un aumento dei dazi del 10 per cento per tutto il mondo. È stato annunciato durante la campagna elettorale. Trump vuole abbassare le tasse sulle imprese negli Stati Uniti. Sono dell'ordine di 500 miliardi. Abbassarle della metà rappresenta 250 miliardi. Le importazioni americane ammontano a circa 2.500 miliardi. I dazi al 10 per cento fanno 250 miliardi. Trump ha sempre una base di razionalità, anche se il suo comportamento è erratico", sottolinea Breton. "Si tratta di una questione politica. È accettabile? In nome di cosa?", chiede l'ex commissario.
"C'è poi una discussione industriale. Trump usa i dazi doganali come argomento per settori industriali considerati strategici per reindustrializzare gli Stati Uniti. Ha identificato le importazioni in cinque settori: acciaio e alluminio, automobili, semiconduttori, industria farmaceutica, legno e materiali da costruzione. Bisogna vedere se è legale o no", commenta Breton. Un tribunale federale americano, il Tribunale del Commercio Internazionale, ha giudicato i dazi doganali illegali, tranne quelli relativi alla sicurezza nazionale. Trump ha imposto dazi del 25 per cento sulle automobili europee e aumentato dal 25 al 50 per cento i dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio. La Commissione, che difende l'Organizzazione mondiale del commercio, dovrebbe reagire secondo le regole dell'OMC per preservare il sistema: con una ritorsione legittima. Perché non lo fa?
"C'è infine l'aspetto commerciale. La bilancia commerciale degli Stati Uniti soffre di un deficit cronico con la maggior parte dei paesi del mondo e Trump vuole correggere questo squilibrio. Per l'Ue, parla di 250 miliardi. Come è arrivato a questa cifra, non lo sappiamo. Ma gli Stati Uniti hanno un surplus commerciale con l'Ue nel settore dei servizi, dell'ordine di 100 miliardi. Bisogna riallineare. E se Trump include l'Iva nel suo calcolo, allora bisogna includere le tasse federali negli Usa", insiste Breton. "Il deficit commerciale tra l'Ue e gli Usa in realtà è dell'ordine di 40 miliardi. Bisogna mettersi d'accordo sui numeri e poi ridurlo", spiega l'ex commissario, ex ministro delle Finanze in Francia e dirigente di grandi aziende negli Stati Uniti e in Francia. "Le tasse sul digitale possono essere un mezzo. L'acquisto di gas e armi dagli Stati Uniti può essere un altro mezzo. Bisogna ridurre i differenziali, ma farlo nel rispetto delle regole", sostiene Breton.
"Per avere peso, gli europei devono evitare di andare a Washington in modo disperso e isolato. È alla Commissione che spetta farlo", afferma l'ex commissario. "Su queste tre dimensioni, bisogna rispondere come europei. Trump non deve dettare agli Stati membri cosa fare", avverte Breton. L'ex commissario rifiuta di esprimere un giudizio sul modo in cui sono condotti i negoziati dal commissario al Commercio Maros Sefcovic, ma ritiene che "una sola persona non possa coprire da sola i tre negoziati".
"Serve leadership per far rispettare il mandato esclusivo dato alla Commissione", insiste Breton. "Non bisogna essere ingenui. Trump privilegerà i bilaterali, non le istituzioni. Ursula von der Leyen deve imporsi. C'è un passaggio obbligato dall'Ufficio ovale", stima l'ex commissario. "C'è stato il miracolo del Vaticano con un primo incontro. La presidente ha poi parlato con Trump al telefono e ora aspetta un invito, ma non vuole andare alla Casa Bianca se non c'è un accordo da firmare", rileva Breton, con un pizzico di sarcasmo. "Bisogna evitare la frammentazione dell'Ue. Trump gioca sulle differenze, ma potrà negoziare solo con la Commissione. L'unico interlocutore in grado di concludere è la presidente della Commissione".
Trump ha ricevuto ieri il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Il francese Emmanuel Macron e l'italiana Giorgia Meloni sono già passati dall'Ufficio ovale. Una sequenza importante inizia il 15 e 16 giugno con il vertice del G7 in Canada, seguito dal vertice della Naato all'Aia il 24 e 25 e da un vertice europeo il 26 e 27. L'Ue dovrebbe aiutare Ursula von der Leyen ad affermarsi e darle delle direttive. Come finirà questo braccio di ferro con Donald Trump? "Non lo so", confessa Breton. "Trump è capace di fare una svolta radicale quando c'è un rischio con i mercati. Il 25 per cento del debito americano è detenuto da non americani e gli Stati Uniti devono rifinanziare 9.000 miliardi quest'anno sui mercati", sottolinea.
"Trump vorrà mantenere i dazi al 10 per cento. Sono dazi politici. L'Ue si lascerà fare? Quello che fa Trump è inaccettabile, perché contrario alle regole dell'Omc. Bisogna reagire con contromisure, altrimenti non c'è più OMC. L'Europa potenza deve affermarsi. L'Ue non deve dire 'ho delle armi, ma non le userò per evitare l'escalation', altrimenti non è dissuasione. Siamo in una logica di rapporto di forza. Bisogna usarla", consiglia Thierry Breton.
La frase
“Il 5 per cento in tempo di pace è molto meno del 35 per cento che l'Ucraina sta pagando attualmente in guerra”.
Il ministro della Difesa estone, Hanno Pevkur.
Geopolitica
Nato, uno per tutti, tutti al 5 per cento - Ieri i ministri della difesa dell'Alleanza hanno trovato un consenso sugli obiettivi di capacità da finanziare per rendere la Nato più temibile e dissuadere qualsiasi velleità di attaccare uno dei suoi membri e sulla necessità di portare le spese di ciascun alleato al 5 per cento del Pil nei prossimi dieci anni. "Proporrò al vertice dell'Aia di portare le spese dirette dal 2 al 3,5 per cento del Pil e di aggiungere l'1,5 per cento per le spese in investimenti", ha annunciato il segretario generale, Mark Rutte. Lo sforzo sarà richiesto a tutti gli alleati "compresi gli Stati Uniti", che attualmente dedicano il 3,4 per cento del loro PIL alle spese di difesa, ha precisato Rutte. Gli alleati rispondono così a una richiesta del presidente Donald Trump. "Sono certo che arriveremo a un accordo al vertice", ha dichiarato Rutte.
Il vertice dell'Aia deve essere un successo, sostiene Rutte - Sarà il primo vertice del mandato di Mark Rutte ed è organizzato nella capitale dei Paesi Bassi, il suo paese. "Voglio che sia un grande vertice, che renderà la Nato più temibile". Il segretario generale è pronto a tutto per questo. Mark Rutte teme l'irascibile presidente americano. Il vertice è vicino a un campo da golf, la sua passione. Sarà breve, con una sola sessione plenaria, perché Trump detesta le lunghe sessioni di lavoro e leggere documenti. Tutto ciò che potrebbe irritare il presidente americano è evitato e Mark Rutte ha iniziato a tesserne le lodi, giustificando le richieste di Trump e il suo ruolo nel tentativo di porre fine al bagno di sangue in Ucraina. Nessuna parola sul fatto che il presidente americano si sia fatto portavoce del presidente russo per annunciare rappresaglie dopo l'attacco a diversi aeroporti militari e la distruzione di una ventina di aerei durante un'audace operazione delle forze ucraine con droni e l'assenza di condanna di questa escalation nella guerra.
Secondo Antonio Costa, Israele viola l'accordo di associazione con l'Ue – La Commissione e il Servizio europeo di azione esterna stanno conducendo la loro valutazione del rispetto da parte di Israele dell'articolo 2 dell'accordo di associazione con l'Ue che prevede il rispetto dei diritti umani. Le due istituzioni non hanno ancora annunciato quando pubblicheranno i risultati. Prima della riunione dei ministri degli Esteri del 23 giugno? Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ci ha detto che è necessario aspettare la valutazione. “Ma guardando la televisione e leggendo gli articoli non è difficile anticipare quali sono le conclusioni che si possono raggiungere sull'azione dell'esercito israeliano”, ci ha detto Costa, durante un'intervista con altri media europei. “La situazione a Gaza (…) è completamente inaccettabile. E' chiaro che l'azione dell'esercito israeliano non è più proporzionata al diritto legittimo di combattere Hamas. E' inaccettabile il blocco degli aiuti umanitari”, ha detto Costa, chiedendo un cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi israeliani da parte di Hamas. Nel frattempo, i nostri colleghi di Euobserver hanno fatto uno scoop, pubblicando un documento del Servizio europeo di azione esterna del 2024 che accusa Israele di essere "in violazioni dei principi fondamentali del diritto internazionale umanitario".
La Commissione annuncia 175 milioni per la Siria – La commissaria per il Mediterraneo, Dubravka Suica, ha condotto la prima visita in Siria da parte di un responsabile dell'esecutivo comunitario dalla caduta del regime di Bashar al Assad e la presa del potere di Ahmed al Shara. Dopo la revoca delle sanzioni economiche, la Commissione ha proposto di stanziare 175 milioni di euro per sostenere la ripresa sociale ed economico della Siria durante la transizione. Le risorse sono destinate a sostenere le istituzioni pubbliche attraverso esperti esterni (compresa la diaspora) e azioni a livello di comunità nei settori dell'energia, dell'istruzione, della sanità e dell'agricoltura. Con i finanziamenti, la Commissione vuole anche rivitalizzare le economie rurali e urbane, aumentare l'accesso al credito per le popolazioni più vulnerabili e promuovere la giustizia di transizione, la responsabilità e i diritti umani. Un prossimo passo potrebbe essere l'integrazione della Siria in alcune iniziative aperte ai paesi terzi, come il programma Erasmus+ e il futuro Patto per il Mediterraneo.
Guerra commerciale
Merz risparmiato nell'ufficio ovale, Trump mantiene la minaccia dei dazi - La visita di Friedrich Merz nello Studio ovale della Casa Bianca si è conclusa senza incidenti per il nuovo cancelliere tedesco. Tra lusinghe e prudenza retorica, Merz non ha contraddetto Donald Trump, che ha definito il cancelliere "un tipo duro, ma in senso positivo, un ottimo rappresentante della Germania". Oltre al sostegno all'Ucraina, Merz ha discusso della guerra lanciata da Trump contro l'Ue. La Germania ne è la prima vittima. Trump ha risposto in modo confuso. "Speriamo di arrivare a un accordo commerciale, oppure faremo qualcosa, applicheremo i dazi. Insomma a me vanno bene i dazi oppure raggiungeremo un accordo commerciale", ha detto Trump.
La Commissione lancia lo strumento di sorveglianza delle importazioni - La Commissione ieri ha istituito un nuovo strumento di sorveglianza per contribuire a proteggere l'Ue da impennate delle importazioni, improvvise e potenzialmente dirompenti, causata dalla diversione delle esportazioni della Cina e altri paesi verso gli Stati Uniti a causa dei dazi di Donald Trump. Sulla base dei dati doganali, la Commissione intende individuare rapidamente le impennate delle importazioni e adottare misure tempestive per proteggere il mercato dell'Ue dai impatti dannosi. La presidente della Commissione aveva promesso una task force di sorveglianza delle importazioni al fine di proteggere i mercati e le industrie dell'Ue. La prima analisi mostra già effetti significativi in termini di diversione sia sul volume delle importazioni nell'Ue di alcuni prodotti sia sul loro prezzo. Su base annua le importazioni di LED, per esempio, sono aumentate del 156 per cento, con una riduzione del 65 per cento dei prezzi. Le chitarre elettriche sono aumentate del 487 per cento, mentre il prezzo è calato del 78 per cento. I pesci, crostacei e molluschi sono aumentati del 572 per cento, con un calo dei prezzi del 68 per cento. Il legno compensato diverso dal bambù è aumentato di oltre il 1000 per cento, con un crollo dei prezzi del 97 per cento.
Franco-italiano
Per Costa, una riconciliazione Macron-Meloni fa bene all'Ue – Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, oggi sarà a Roma per un'udienza con il nuovo papa Leone XIV e un incontro con il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni. Costa ha seguito da vicino, e con sollievo, il faccia a faccia di martedì tra la stessa Meloni e il presidente francese, Emmanuel Macron. “E' un passo avanti positivo. Dobbiamo lavorare tutti insieme”, ci ha detto Costa ieri. Le tensioni tra Meloni e Macron non solo erano palpabili nelle piccole frasi di critica reciproca, ma fisicamente visibili nelle espressioni della leader italiana. Le divergenze su Donald Trump rischiavano di compromettere l'unità dei grandi paesi dell'Ue, incluso sul dossier dell'Ucraina. Quanto tempo durerà la riconciliazione franco-italiana?
Stato di diritto
L'Avvocato generale della Corte Ue boccia la legge anti LGBT di Orban – L'Avvocato generale della Corte di giustizia dell'Ue, Tamara Capeta, ha invitato i giudici europei a condannare l'Ungheria per la legge introdotta dal governo di Viktor Orban che vieta o limita l'accesso ai contenuti LGBT. Secondo l'Avvocato generale, la legislazione sulla cosiddetta “protezione dei minori” introdotta nel 2021 non solo viola il diritto dell'Ue sulla libera circolazione dei servizi sul commercio elettronico, sui media audiovisivi e sulla protezione dei dati personali, ma anche diversi diritti fondamentali tutelati dalla Carta dei diritti fondamentali e l'articolo 2 del trattato sui valori fondamentali. In particolare, l'Ungheria violerebbe il divieto di discriminazione fondata sul sesso e sull'orientamento sessuale, il rispetto della vita privata e della vita familiare, la libertà di espressione e d'informazione, nonché il diritto alla dignità umana. Secondo l'Avvocato generale, l'Ungheria non ha fornito alcuna prova del rischio potenziale di danno al sano sviluppo dei minori dei contenuti che descrivono la vita ordinaria delle persone Lgbti. La normativa si bassa su un giudizio di valore secondo cui la vita omosessuale non ha pari valore o status rispetto alla vita eterosessuale. Per l'Avvocato generale, la mancanza di rispetto e la marginalizzazione di un gruppo all'interno di una società costituiscono le "linee rosse" imposte dai valori dell'uguaglianza, della dignità umana e del rispetto dei diritti umani. Di conseguenza, l'Ungheria si è discostata in modo notevole dal modello di democrazia costituzionale previsto dall'articolo 2 del trattato.
Consumatori
I governi cercano di declassare i diritti dei passeggeri aerei - Il Consiglio trasporti ieri ha adottato a maggioranza qualificata la sua proposta per riformare le regole dell'Ue sui diritti dei passeggeri, riducendo l'ammontare delle compensazioni a cui hanno diritto in caso di cancellazione di un volo. E' una vittoria per le lobby delle compagnie aeree. Le regole attuali prevedono una compensazione di 250 euro per le tratte di meno di 1.500 chilometri, di 400 euro per quelle fino a 3.500 chilometri e di 600 euro per quelle superiori, ridotte di metà se il volo alternativo subisce rispettivamente meno di 2, 3 o 4 ore di ritardo. Il Consiglio ieri ha fissato il diritto alla compensazione a 300 euro per i voli sotto i 3.500 chilometri che subiscono più di 4 ore di ritardo e a 500 euro per quelli oltre i 3.500 chilometri con più di sei ore di ritardo. Nell'Ue gran parte dei ritardi è inferiore a 4 ore. I negoziati sono durati 12 anni. Il Parlamento europeo accetterà di abbassare le compensazioni per i consumatori europei? La presidenza polacca, all'origine del testo di compromesso, rivendica di aver comunque rafforzato i diritti dei passeggeri, introducendo una trentina di nuove garanzie come beneficiare di maggiore assistenza in caso di ritardi ed essere imbarcati su un volo di ritorno anche se non si è preso quello di andata.
Aiuti di Stato
La Commissione si prepara a modificare le regole sugli aiuti di stato per l'accesso agli alloggi - La Commissione ha avviato una consultazione in vista di una revisione delle norme sugli aiuti di Stato per i servizi di interesse economico generale con l'obiettivo di affrontare il problema dell'accesso agli alloggi. Secondo l'esecutivo comunitario, sono necessari investimenti significativi per colmare il divario di investimenti in alloggi a prezzi accessibili. Le misure di aiuti di Stato possono contribuire a incentivare gli investimenti necessari. La legislazione attuale consente agli Stati membri di attuare misure di edilizia sociale per le persone più svantaggiate senza alcun limite di indennizzo. Tuttavia, la Commissione ritiene che le attuali norme sugli aiuti di Stato non siano adeguate per consentire agli Stati membri di affrontare efficacemente le diverse sfide relative all'accessibilità economica degli alloggi che vanno oltre l'edilizia sociale. Oltre a incentivare gli investimenti, la Commissione intende semplificare, aggiornare e chiarire alcuni concetti presenti nelle norme attuali. La consultazione si chiuderà il 31 luglio prossimo.
Euro
La Bce taglia i tassi, Lagarde non prende impegni per il futuro – Il Consiglio dei governatori della Banca centrale europea ieri ha abbassato i tassi di interesse per l'ottava volta in un anno, senza tuttavia impegnarsi sui prossimi passi della sua politica monetaria. Il taglio di 25 punti base porta il tasso di riferimento sui depositi al 2 per cento. La stima flash dell'inflazione di maggio (1,9 per cento) ha dato dato una mano. La presidente Christine Lagarde ha spiegato che l'inflazione “si avvicina davvero” all'obiettivo fissato per statuto del 2 per cento. “Al livello attuale dei tassi di interesse, riteniamo di essere in una buona posizione per affrontare le condizioni di incertezza che si presenteranno", ha assicurato Lagarde. La Bce ha aggiornato le sue previsioni economiche, secondo le quali l'inflazione dovrebbe scendere all1,6 per cento nel 2026. Il prossimo anno l'economia della zona euro dovrebbe crescere dell'1,1 per cento, poco meno delle precedenti previsioni della Bce. Tuttavia Lagarde ha avvertito che i rischi per la crescita sono orientati al ribasso, in particolare a causa dell'incertezza dei dazi di Trump.
Sedie musicali
Lagarde assicura che resterà alla testa della Bce - “Sono assolutamente determinata a realizzare la mia missione e sono determinata a completare il mio mandato”, ha detto ieri la presidente della Bce, Christine Lagarde, dopo che il fondatore del World Economic Forum, Klaus Schwab, aveva rivelato al Financial Times di aver discusso con lei un'uscita anticipata per prendere il suo posto alla testa di questa organizzazione. “Mi dispiace che non mi vedrete di spalle”, ha ironizzato Lagarde. Ma Bloomberg ha ricordato che le smentite di Lagarde sono poco affidabili. Quando era alla testa del Fondo Monetario Internazionale, aveva detto di non essere interessata a diventare presidente della Bce e che avrebbe completato il suo mandato di direttore generale dell'istituzione di Washington.
Macron apprezzato più nell'Ue che in Francia, von der Leyen amata e odiata, Costa sconosciuto – Un sondaggio realizzato da Euractiv sulla fiducia nelle personalità europee ha dato risultati sorprendenti. Il leader europeo pià apprezzato è il presidente francese, Emmanuel Macron, giudicato positivamente dal 48 per cento degli intervistati, contro il 38 per cento di opinioni negative. Ursula von der Leyen appare come la personalità più polarizzante: la presidente della Commissione ottiene il 40 per cento di opinioni positive e il 40 per cento di opinioni negative. La terza leader più popolare è l'italiana Giorgia Meloni (39 per cento di giudizi positivi e 32 per cento di giudizi negativi), seguita dallo spagnolo Pedro Sanchez (33 e 21 per cento). Il nuovo cancelliere tedesco, Friedrich Merz, è ancora uno sconosciuto: il 42 per cento degli intervistati ha detto di non saperne abbastanza di lui per esprimere un giudizio. Ancor più sconosciuti sono il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, e la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Per entrambi il 57 per cento ha detto di non saperne abbastanza.
Accade oggi
Consiglio Telecomunicazioni a Lussemburgo
Consiglio europeo: il presidente Costa a Roma in udienza da papa Leone XIV; incontra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni
Parlamento europeo: la presidente Metsola interviene in video alla Conferenza sullo stato della Nazione
Commissione: il commissario Hansen a Lisbona partecipa a tavola rotonda con i sindacati degli agricoltori; incontra il ministro José Manuel Fernandes
Eurostat: dati su pil e occupazione nel primo trimestre; dati sul commercio al dettaglio in aprile; prezzi delle importazioni industriali ad aprile; forniture di gas naturale nel 2024