Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann e Idafe Martín vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
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Nella notte tra martedì e mercoledì il Parlamento europeo ha pubblicato le risposte dei ventisei commissari designati per far parte del collegio presieduto da Ursula von der Leyen alle domande poste dai deputati in vista delle audizioni che inizieranno il 4 novembre. Oltre 400 pagine sono difficili da digerire. Abbiamo provato a chiedere a ChatGtp di sintetizzare i punti salienti del pensiero di alcuni commissari. Ma abbiamo scoperto che anche l'Intelligenza artificiale è in difficoltà di fronte al linguaggio della Commissione europea. Interrogato su Raffaele Fitto, il vicepresidente italiano che sarà responsabile della politica di coesione, ChatGtp ci ha risposto che una delle priorità è “l'importanza di ascoltare le voci di ciascuna regione per progettare una politica di coesione più moderna e forte, rispondendo adeguatamente alle esigenze specifiche dei vari territori”. E' la sintesi di un esercizio per non dire nulla? Altamente politicizzate dal Parlamento europeo, le audizioni rischiano di trasformarsi in un processo irreggimentato, ingessato e noioso. Non deve esserci voce fuori dal coro diretto da Ursula von der Leyen. Nessuna libertà di fare proposte politiche autonome per alimentare il dibattito nel collegio. Tutto è edulcorato per evitare il rischio di una bocciatura.
La squadra del Mattinale Europeo ha letto alcune delle risposte dei commissari designati al Parlamento europeo. Senza la pretesa di essere esaustivi, c'è una caratteristica comune. Le individualità spariscono per adeguarsi alle linee politiche fissate da Ursula von der Leyen al momento della sua riconferma. Secondo diverse fonti, il Segretariato generale della Commissione ha giocato un ruolo significativo nella redazione delle risposte dei singoli commissari. E' normale. Occorre garantire coerenza tra i messaggi dei vari candidati. Alcuni di loro, prima di arrivare a Bruxelles, non sapevano quasi nulla delle istituzioni dell'Ue e delle loro politiche. I 32 mila funzionari della Commissione sono al loro servizio. Ciascuna direzione generale ha preparato la bozza delle risposte. Il Segretariato generale è lì per assicurare che tutti i coristi utilizzino lo stesso spartito. Un funzionario ci ha raccontato di un numero importante di bozze che facevano andata e ritorno tra l'ufficio di un commissario designato e il Segretariato generale.
Alcune fonti parlano di una “mano pesante” del Segretariato generale, imposta dal gabinetto di Ursula von der Leyen. Altre negano che ci siano stati interventi significativi per cambiare i testi. La spagnola Teresa Ribera ha messo molto del suo nelle risposte, così come l'italiano Raffaele Fitto. In ogni caso un intervento dall'alto non sarebbe uno scandalo. Nel 2014 la Commissione di Jean-Claude Juncker inviò al Parlamento europeo le risposte della commissaria Cecilia Malmström, designata per il commercio, in un file in cui erano visibili le ultime revisioni. Si scoprì che il capogabinetto di Juncker, il tedesco Martin Selmayr, aveva messo mano alle risposte di Malmström ai deputati, cambiandole senza consultarla. Le modifiche riguardavano le clausole di risoluzione delle controversie tra investitore e Stato, sostenute dalla svedese ma rigettate dai socialisti che sostenevano il conservatore Juncker. Malmström si infuriò, minacciò le dimissioni e venne lasciata in pace dal diabolico Selmayr. L'episodio è di insegnamento per il 2024. Dieci anni dopo, non c'è nemmeno bisogno di modificare in segreto un file: i candidati commissari si mettono in riga da soli.
Basta guardare alle risposte fornite dal francese Stéphane Séjourné, il cui portafoglio da vicepresidente copre buona parte dell'economia. Insieme alla spagnola Teresa Ribera, Séjourné deve mettere in opera le raccomandazioni presentate da Mario Draghi nel suo rapporto sul futuro della competitività europea. L'ex presidente della Bce ha indicato la necessità di 800 miliardi di investimenti l'anno per la transizione verde e digitale e la spesa per la difesa, di cui la metà finanziati con risorse pubbliche. Draghi ha anche proposto la creazione di un nuovo strumento di debito comune dell'Ue dopo NextGenerationEU. Séjourné promette un Fondo europeo per la competitività. Ma sul lato dei finanziamenti non c'è una parola su debito comune o eurobond. Tutto verrà dal bilancio pluriennale dell'Ue, dalla Banca europea degli investimenti, dalla massimizzazione e dalla razionalizzazione.
Ursula von der Leyen è contraria al debito comune proposto da Draghi. Lo ha detto al fianco dell'ex presidente della Bce il giorno della presentazione del suo rapporto: solo risorse proprie o contributi degli Stati membri, cioè le fonti di finanziamento tradizionali del bilancio comunitario. E lo stesso dicono tutti i candidati commissari. Kaja Kallas e il fondo da 100 miliardi di euro di debito europeo per finanziare la difesa e aiutare l'Ucraina? Il futuro Alto rappresentante ha dimenticato la proposta che aveva fatto all'inizio dell'anno, quando era ancora premier dell'Estonia. Andrius Kubilius e gli Eurobond per l'industria della difesa? L'ex premier lituano, che sarà commissario alla Difesa, si è scordato delle interviste rilasciate subito dopo la sua nomina a metà settembre in cui sosteneva la necessità di fare debito comune immediatamente perché “non abbiamo il lusso di aspettare il 2028” (quando ci sarà il nuovo quadro finanziario pluriennale).
Un altro esempio di moderazione è quello dell'italiano Raffaele Fitto. Il governo di cui ha fatto parte vorrebbe prolungare le scadenze dello Strumento di ripresa e resilienza. I soldi del Fondo post Covid devono essere spesi dagli Stati membri entro l'agosto del 2026, altrimenti andranno persi. Fitto promette di lavorare con i governi per facilitare la realizzazione di “target” e “milestone” (gli obiettivi e i traguardi su riforme e investimenti). Ma, “se malgrado questi sforzi alcuni degli ultimi target o milestone saranno ancora considerati non realizzati in modo soddisfacenti, nessun esborso corrispondente sarà fatto”, scrive Fitto. Tranne qualche vago accenno alle “lezioni” di NextGenerationEU, nemmeno l'italiano osa proporre un nuovo strumento di debito comune.
Oltre alla necessità di rispettare le linee guida politiche di von der Leyen, la fantasia dei candidati commissari è limitata dal rischio di restare impallinati nelle audizioni davanti al Parlamento europeo. “I nuovi sono tutti terrorizzati”, ci ha detto un funzionario europeo: “Temono di compiere un passo falso e di essere bocciati”. I fucili dei principali gruppi politici sono già puntati: quelli del PPE contro i candidati socialisti; quelli dei socialisti contro Fitto e i commissari designati del PPE. C'è un accordo informale per non provocare una strage. Ma un incidente non si può mai escludere. Nel 2004 l'italiano Rocco Buttiglione fu rigettato non per incompetenza, ma perché aveva espresso la sua convinzione religiosa ultra conservatrice: “come cattolico considero l'omosessualità un peccato, ma non un crimine”. Nel 2024 l'italiano Fitto cerca di far dimenticare la sua appartenenza al partito di origine neofascista di Giorgia Meloni, evocando nelle risposte le sue origini cristiano-democratiche. “Ho iniziato la mia carriera politica nel partito i cui valori ha condiviso, inclusa la sua vocazione europea: la Democrazia cristiana”, ha scritto Fitto, senza citare Fratelli d'Italia.
I candidati faranno parte della Commissione von der Leyen 2. E' normale che sia la presidente a dettare la linea. Il Parlamento europeo ha la sua parte di responsabilità: rendendo le audizioni uno scontro partigiano, i candidati vengono giudicati più per la loro appartenenza che per le loro idee e proposte. Ma il linguaggio ovattato delle risposte dei commissari designati, gli slogan usurati tipici dell'Ue, le frasi della burocrazia della Commissione (le cosiddette “line to take” e i “defensive”), alla fine, cancellano originalità, libertà e diversità. Sono tutti elementi che farebbero bene alla collegialità della Commissione e alla sua capacità di proporre soluzioni innovative per l'Ue.
La frase
"Bruxelles ritiene inaccettabile la politica ungherese indipendente, quindi vuole rimuovere il nostro governo nazionale e installare un regime fantoccio".
Viktor Orban.
Commissione von der Leyen II
Kaja Kallas, Alto rappresentante per l'Ucraina - L'ex primo ministro liberale estone non se la sente di indossare l'abito di Josep Borrell. Le risposte scritte fornite al Parlamento europeo prima della sua audizione per la carica di Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza sono convenute. C’e poco sullo sviluppo della difesa europea, non una parola sull'autonomia strategica o sul problema delle dipendenze di sicurezza. Kaja Kallas, quando era leader dell'Estonia, era favorevole a investire 100 miliardi di euro per rilanciare l'industria europea della difesa. Insieme ai suoi colleghi, ha adottato la Bussola strategica, un piano d'azione per rafforzare la politica di sicurezza e difesa dell'UE da qui al 2030. Come Borrell, riconosce le carenze. Non stiamo ancora facendo e fornendo abbastanza”, scrive. “Dobbiamo continuare a migliorare la nostra prontezza di difesa (...) sviluppare, acquisire e gestire congiuntamente le capacità militari e sviluppare un'industria della difesa in grado di fornire risultati (…). Dobbiamo colmare le lacune critiche in termini di capacità e definire le opzioni per finanziarle”, aggiunge. Riafferma la priorità data al sostegno all'Ucraina, che era alla base dell'azione esterna della precedente Commissione. Kallas si impegna a lavorare per una soluzione alle crisi in Medio Oriente e a rafforzare i partenariati in tutto il mondo, dall'America Latina e i Caraibi all'Indo-Pacifico. “Non risparmierò inoltre alcuno sforzo per difendere i valori dell'UE e proteggere i suoi interessi di fronte ai suoi rivali sistemici”, ha scritto. “Le sfide più urgenti sono il sostegno della Cina alla Russia e gli squilibri strutturali tra l'UE e la Cina derivanti da politiche non commerciali, che creano una concorrenza sleale e un campo di gioco impari”. La presidente Ursula von der Leyen non avrebbe potuto esprimersi meglio.
Ribera promette aiuti di Stato più facili per le transizioni, ma senza vantaggi per alcuni Stati membri - La lettera di risposta della futura vicepresidente della Commissione europea e figura di spicco dei socialisti nell’esecutivo di Ursula von der Leyen alle domande del Parlamento contiene un capitolo importante sulla questione degli aiuti di Stato, di cui sarà responsabile come commissaria alla concorrenza. Nella sua risposta, afferma che l'Ue non può "permettersi una corsa ai sussidi tra Stati membri, in cui i paesi più grandi e ricchi danneggino quelli più piccoli e meno prosperi". Se ci riuscisse, correggerebbe una delle disfunzioni della precedente Commissione, quando i paesi più grandi, e soprattutto la Germania, hanno sostenuto massicciamente le proprie imprese con aiuti di Stato che altri paesi non erano in grado di fornire per mancanza di risorse economiche. Gli altri paesi si lamentavano che gli aiuti tedeschi alteravano il funzionamento del mercato interno. Ribera promette anche di "semplificare e accelerare le procedure di valutazione degli aiuti di Stato" e, a tal fine, svilupperà "un nuovo quadro di controllo degli aiuti di Stato che consenta agli Stati membri di fornire aiuti di Stato rapidi ed efficaci". Questi strumenti sono destinati ad "accelerare ulteriormente l’espansione della produzione di energia rinnovabile", "implementare la decarbonizzazione industriale e l’efficienza energetica, in particolare per i settori ad alta intensità energetica" e "garantire una capacità di produzione sufficiente per le tecnologie pulite in Europa".
Ribera conferma il 2035 per i veicoli elettrici - Rispondendo alle interrogazioni scritte del Parlamento europeo, Teresa Ribera ha confermato anche la data del 2035 per la fine dei motori a combustione, ad eccezione dei carburanti sintetici. “L'obiettivo della neutralità climatica per le automobili entro il 2035 è prevedibile per investitori e produttori. Per raggiungerlo sarà necessario un approccio tecnologicamente neutrale, nel quale i carburanti elettronici possono svolgere un ruolo attraverso modifiche normative mirate”, ha scritto Ribera. Come spiegano i nostri amici di Blocs - una newsletter settimanale sul commercio a cui vi consigliamo di abbonarvi - il settore automobilistico europeo sta soffrendo, in un contesto di calo generale degli ordini. I siti produttivi dei principali gruppi sono inattivi e si sta pensando di chiuderli. I produttori puntano il dito contro la concorrenza della Cina, favorita da miliardi di dollari di sussidi e dal suo vantaggio tecnologico nelle auto elettriche. Le sanzioni commerciali europee, che entreranno formalmente in vigore alla fine del mese, potrebbero frenare i progressi delle case automobilistiche cinesi. Ma, secondo Blocs, la strategia europea per il settore automobilistico sembra anche incoerente. Se da un lato i produttori devono raggiungere obiettivi di decarbonizzazione piuttosto ambiziosi a partire dal 2025, dall'altro non beneficiano di alcuna politica pubblica a favore dell'elettrificazione. Il settore automobilistico sarà uno dei temi caldi nell'agenda della futura Commissione.
Migranti
Bocciata la risoluzione sul bilancio dopo che il PPE vota con l'estrema destra per finanziare i muri alle frontiere - Il Parlamento europeo ieri non è riuscito ad approvare la risoluzione sul bilancio 2025 dell'Ue, dopo che il PPE ha rotto il cordone sanitario votando una serie di emendamenti con l'estrema destra per ridurre i finanziamenti all'Agenzia europea per i diritti fondamentali e per finanziare la costruzione di muri alle frontiere. Il Parlamento europeo "chiede un finanziamento adeguato delle barriere fisiche alle frontiere esterne dell'Unione", recitava il testo dell'emendamento presentato dal tedesco Alexander Jungbluth e dal polacco Stanislaw Tyszka, a nome del gruppo Europa delle nazioni sovrane, di cui fa parte Alternativa per la Germania. Grazie al sostegno del PPE, del gruppo sovranista dell'ECR e di quello di estrema destra dei Patrioti per l'Europa, l'emendamento sui muri è passato con 329 voti a favore e 297 contrari. Inaccettabile per i gruppi del centrosinistra, che hanno votato contro la risoluzione finale sul bilancio 2025. Il PPE non è riuscito a convincere l'estrema destra ad appoggiare il testo finale. Così, la risoluzione finale è stata bocciata con 360 voti contrari e 233 favorevoli. A forza di giocare con il fuoco dell'estrema destra, il PPE è riuscito ad appiccare l'incendio al Parlamento europeo.
L'Ombudsman critica la Commissione sul memorandum sui migranti con Tunisia - Il Mediatore europeo, Emily O'Reilly, ieri ha criticato la Commissione per non essere stata trasparente in merito alle informazioni sui diritti umani su cui si è basata prima di firmare un accordo con la Tunisia che include fondi dell'Ue per la gestione delle frontiere. Il Mediatore ha anche criticato la Commissione perché non ci sono criteri espliciti per la sospensione dei finanziamenti dell'Ue in caso di violazioni dei diritti umani. La Commissione – sottolinea il Mediatore – non ha pubblicato alcuna informazione sull'esercizio di gestione del rischio su cui si è basata per il memorandum d'intesa del 2023, nonostante le preoccupazioni pubbliche sulla situazione dei diritti umani in Tunisia, in particolare per quanto riguarda il trattamento dei migranti. In un'indagine, l'Ombudsman ha scoperto che, nonostante le ripetute affermazioni secondo cui non era tenuta a condurre una valutazione d'impatto esplicita sui diritti umani prima di firmare l'accordo, la Commissione aveva di fatto completato un esercizio di valutazione del rischio. Il Mediatore ha invitato la Commissione a pubblicare una sintesi dell'esercizio di gestione del rischio sul suo sito web.
Spie
Niinisto raccomanda un servizio segreto dell'Ue - L'ex presidente finlandese, Sauli Niinisto, si prepara a raccomandare alla Commissione di Ursula von der Leyen la creazione di un centro per raccogliere le informazioni di intelligence, che potrebbe costituire l'embrione di un servizio segreto europeo, con l'obiettivo di affrontare le minacce di attori stranieri e rispondere in modo più efficace allo spionaggio nell'Ue. Lo scoop è di Bloomberg. Niinisto è stato incaricato da von der Leyen di redigere un rapporto sulla preparazione, la prontezza e gli strumenti della difesa Ue, a seguito della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina. Il nuovo servizio di intelligence raccoglierebbe autonomamente informazioni sulle minacce provenienti oltre i confini dell'Ue, invece di affidarsi alla condivisione da parte degli Stati membri. Niinisto dovrebbe proporre di ampliare il mandato dell'EU Intelligence and Situation Center per includere la raccolta di informazioni, sfruttando anche le delegazioni dell'Ue nel mondo, per allertare sui rischi. Il rapporto dovrebbe anche raccomandare di rafforzare le difese contro lo spionaggio armonizzando il quadro giuridico. Le proposte di Niinisto rischiano di essere viste come una provocazione da parte degli Stati membri, che si sono sempre opposti a rafforzare i poteri dell'Ue sull'intelligence.
Geopolitica
Via libera al prestito di 50 miliardi di dollari per l'Ucraina - Il Consiglio dell'Unione Europea ieri ha dato il definitivo via libera definitivo al prestito di 50 miliardi di dollari all'Ucraina promesso dal G7. L'Unione Europea metterà a disposizione 20 miliardi, così come gli Stati Uniti. Il Regno Unito, il Canada e il Giappone contribuiranno ciascuno con 3,3 miliardi, secondo una fonte comunitaria. La ripartizione è quella prevista da settimane. Solo la partecipazione degli Stati Uniti era in dubbio. Ogni prestatore effettuerà il proprio prestito. L'Ucraina non dovrà restituire nulla. I prestiti verranno ripagati con i profitti generati dai più di 300 miliardi di dollari russi bloccati in enti finanziari occidentali. Affinché l'accordo sia formalmente approvato, è ancora necessaria l'approvazione degli altri prestatori, ma non si prevedono problemi affinché venga approvato nei prossimi giorni. Una dichiarazione dovrebbe arrivare dai membri del G7, i cui ministri delle Finanze sono a Washington per la riunione del Fondo monetario internazionale.
Accade oggi
Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattiti sulle competenze per la competitività; l'abuso delle nuove tecnologie nella manipolazioni dei giovani; la protezione degli oceani)
Parlamento europeo: annuncio del vincitore del premio Sakharov
Commissione: la presidente von der Leyen in Albania incontra il presidente Bajram Bega; in Macedonia del Nord incontra il premier Hristijan Mickoski e la presidente Giordana Siljanovska-Davkova; in Bosnia-Erzegovina visita le zone alluvionate
Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell a Parigi partecipa alla Conferenza di sostegno al Libano con il commissario Lenarcic
Commissione: il vicepresidente Dombrovskis in Brasile, partecipa al G20 Commercio e investimenti
Commissione: la commissaria Johansson in Brasile partecipa alla riunione dei ministri anti corruzione del G20
Commissione: il commissario Gentiloni a Washington partecipa al Washington Economic Festival
Commissione: la commissaria Simson a Odense Port, in Danimarca partecipa alla riunione ministeriale per la cooperazione energetica dei paesi del Mare del nord
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sulla multa da un miliardo di euro contro Intel per abuso di posizione dominante
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sui diritti d'autore della Dining Sidechair Wood di Charles e Ray Eames
Banca centrale europea: la presidente Lagarde e Piero Cipollone a Washington per gli incontri del Fmi e della Banca Mondiale
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
Comitato economico e sociale: sessione plenaria (forum di alto livello sull'allargamento con il commissario Schmit)
Parlamento europeo: riunione della Conferenza dei presidenti
Eurostat: dati sui rifiuti da imballaggi nel 2022; dati sui pernottamenti per turismo nel 2023