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Come Antonio Costa si prepara a fare l'altro presidente dell'Ue
Durante l'estate e alla rentrée, gli occhi di tutti sono rimasti puntati su Ursula von der Leyen. Confermata presidente della Commissione per un secondo mandato, von der Leyen ha presentato la sua nuova squadra martedì 17 settembre. A inizio novembre i candidati commissari dovranno passare il test delle audizioni davanti alle commissioni del Parlamento europeo. Se non ci saranno troppi incidenti, la nuova Commissione sarà in funzione il primo dicembre. Quel giorno c'è un altro presidente che entrerà in carica. Nominato come von der Leyen dai capi di Stato e di governo a fine giugno, l'ex premier portoghese, Antonio Costa, prenderà il posto del belga Charles Michel come presidente del Consiglio europeo. Obiettivi, priorità, metodo, incontri, squadra: il Mattinale europeo è in grado di rivelare come Costa sta preparandosi a essere l'altro presidente dell'Ue.
Il Consiglio europeo è l'istituzione che riunisce i capi di Stato e di governo. Secondo il trattato, il suo ruolo è di fornire un impulso politico generale all'Ue. Non è un organo decisionale in senso giuridico. L'adozione di regolamenti e direttive, proposti dalla Commissione, è responsabilità dei “colegislatori”: il Consiglio dell'Ue, dove siedono i ministri dei ventisette Stati membri, e il Parlamento europeo. Nel corso degli anni il Consiglio europeo è diventato sempre più importante. E' da lì che passano le trattative più sensibili, come il bilancio pluriennale, o le decisioni storiche, come il salvataggio della Grecia per evitare la sua uscita dall'euro. Sempre più spesso, il Consiglio europeo è diventato un luogo in cui si negoziano anche dossier tecnici, su cui i ministri settoriali non sono in grado di prendere decisioni. Chiamato anche “vertice”, il Consiglio europeo si riunisce almeno quattro volte l'anno. Prima del trattato di Lisbona era presieduto dal paese che ha la presidenza di turno del Consiglio dell'Ue. Dal 2009 ha un presidente fisso, che rimane in carica per due anni e mezzo rinnovabili una sola volta. E' il posto che occuperà Costa.
Il presidente del Consiglio europeo prepara, presiede e dirige le riunioni dei capi di Stato e di governo dell'Ue, cercando di facilitare la coesione e il consenso tra i ventisette Stati membri. Inoltre, il trattato gli affida la rappresentanza esterna dell'Ue a livello di capi di Stato o di governo sulla politica estera e di sicurezza comune e nei vertici internazionali. Finora il Consiglio europeo ha avuto tre presidenti molto diversi tra loro. Il belga Herman van Rompuy (dal 2009 al 2014) era conosciuto per la sua discrezione e le capacità di mediazione (particolarmente importanti durante la crisi del debito sovrano della zona euro). Il polacco Donald Tusk (dal 2014 al 2019) ha cercato di giocare un ruolo di leadership (anche a costo di farsi smentire dagli altri leader) e ha dato visibilità alla funzione (in particolare dopo la Brexit). Il belga Charles Michel (dal 2019 al 2024) ha ottenuto alcuni importanti risultati, ma sarà ricordato soprattutto per la rivalità con Ursula von der Leyen.
I due non si sopportano, Entrambi si consideravano il volto dell'Ue nel mondo. Ciascuno ha voluto incarnare il ruolo di unico presidente dell'Ue. Dal Sofa Gate in Turchia (Michel occupò l'unica sedia disponibile per l'Ue, lasciando von der Leyen su una poltrona laterale), alla guerra di Israele contro Hamas a Gaza (la presidente della Commissione ha espresso sostegno incondizionato a Benjamin Netanyahu, mentre quello del Consiglio europeo chiedeva rispetto del diritto umanitario) i due sono riusciti a proiettare l'immagine di un'Ue divisa, incoerente e inconsistente. La prima missione che si è dato Antonio Costa è di realizzare l'unità non solo tra i capi di stato e di governo dentro il Consiglio europeo, ma anche delle istituzioni dell'Ue verso l'esterno. In altre parole, trovare un modo di lavorare insieme alla presidente della Commissione.
Le relazioni personali sono buone. Tuttavia, sarà una missione difficile di fronte a una Ursula von der Leyen che ha la tendenza ad accentrare su di sé proiettori e potere. Costa intende far valere il rispetto delle competenze delle diverse istituzioni per fare in modo che l'Ue invii lo stesso messaggio ai paesi terzi e nelle organizzazioni internazionali. L'ex premier portoghese è consapevole che ci sono zone grigie. Sul palco del Consiglio annuale dell'European Council on Foreign Relations il 4 luglio a Madrid, l'Alto rappresentante Josep Borrell ha voluto dare un paio di consigli ad Antonio Costa. "Tu sei il rappresentante dell'Ue per la politica estera e di sicurezza. Tu lo sei. Nessun altro”, ha detto Borrell. “Il mio consiglio è di affermarlo in modo chiaro dal primo momento”. “Prendo nota”, ma “dobbiamo agire come squadra. Non abbiamo politica estera senza politica di sviluppo e politica commerciale”, ha risposto Costa. “Dobbiamo avere una cooperazione molto stretta tra presidente del Consiglio, Alto rappresentante e presidente della Commissione”.
La seconda missione che si è prefisso Antonio Costa è quella di restituire al Consiglio europeo il ruolo che gli assegnano i trattati: l'istituzione dei capi di stato e di governo che fissa la linea politica dell'Ue. Il rapporto con gli altri leader è fondamentale. Dopo aver guidato il Portogallo per nove anni, molti li conosce già molto bene. Ma ha deciso di incontrarli comunque tutti, prima di entrare in carica. E non è un caso se Costa ha scelto Roma per la sua prima visita, già a luglio, poche settimane dopo la sua elezione. Giorgia Meloni era stata l'unica leader a votare contro di lui. L'ex premier portoghese ha voluto inviare un segnale e dire alla leader italiana che lui capisce la differenza tra un voto politico e la cooperazione politica. Meloni ha risposto che non c'era nulla di personale. Il “no” era dovuto al modo in cui erano state gestite le nomine.
Dopo aver visto i premier di Belgio (Alexander De Croo) e Lussemburgo (Luc Frieden) negli scorsi giorni, questa settimana Antonio Costa farà un'altra visita non casuale. Volerà a Budapest per incontrare il premier ungherese Viktor Orban. Al di là del ruolo dell'Ungheria di presidente di turno del Consiglio dell'Ue, Orban e i suoi veti sono diventati un grave ostacolo per la capacità del Consiglio europeo di agire. Costa considera il premier ungherese una sfida. Con i suoi modi gentili, spiegherà che vuole mantenere il dialogo con tutti perché è un prerequisito per l'unità. Ma non fino al punto di bloccare quello che è il sentimento maggioritario dell'Ue. Dopo Orban, Costa incontrerà il polacco Donald Tusk e lo spagnolo Pedro Sanchez. Poi via via tutti gli altri, anche in gruppi di leader regionali per guadagnare tempo. La sua speranza è di aver completato le consultazioni entro la fine di ottobre.
Antonio Costa si è fatto un'idea chiara di quali saranno i temi di cui dovrà occuparsi dal primo giorno e per gran parte del suo mandato. Alcune sfide, ai suoi occhi, sono strutturali. L'Ucraina è in cima alla lista, il che implica anche l'allargamento e la sicurezza dell'Ue. Poi c'è il ruolo dell'Ue nell'attuale situazione geopolitica. Il portoghese vuole tendere la mano a paesi che non condividono pienamente le posizioni europee e sviluppare una relazione politica post Brexit più stretta con il Regno Unito. Infine c'è il rapporto di Mario Draghi sul futuro della competitività europea che sarà nell'agenda dei primi vertici europei di Costa. Per esperienza, l'ex premier portoghese sa che l'Ue seguirà solo alcune delle raccomandazioni, non tutte. Chiuderà agli altri leader se sono d'accordo sulla diagnosi di Draghi, sulle sue soluzioni, quali sono prioritarie e come metterle in pratica. Contrariamente a von der Leyen, Costa è pronto a difendere anche il debito comune dell'Ue. Come primo ministro aveva detto più volte che l'Ue deve darsi i mezzi finanziari che corrispondono alle sue necessità e ambizioni. Il tema divide i ventisette. Ma Costa dovrebbe metterlo sul tavolo.
Per ora, la squadra di Costa è come una piccola startup, formata da appena tre persone. Il capogabinetto, l'ex ambasciatore del Portogallo Pedro Lourtie presso l'Ue, sarà anche sherpa per il G7 e il G20. Il vice capogabinetto, il diplomatico portoghese David Oppenheimer, sarà sherpa per l'Ue. Entrambi parteciperanno alle riunioni del Coreper con i rappresentanti permanenti dei ventisette stati membri. Costa ha scelto anche la sua portavoce, Maria Tomasik, che aveva ricoperto lo stesso ruolo per il presidente dell'Eurogruppo durante gli anni caldi della potenziale Grexit. La lettura dei curriculum e i colloqui con i candidati a entrare nel gabinetto proseguiranno nelle prossime settimane per fare in modo che la squadra sia pronta entro metà novembre. E' due settimane prima dell'insediamento ufficiale. Ma servono un po' di tempo per il passaggio di consegne e quattro settimane per preparare il primo Consiglio europeo presieduto da Costa il 19 e 20 dicembre.
La frase
“Hassan Nasrallah non sarà più in grado di terrorizzare il mondo”.
Le Forze di difesa israeliane in un un post su X.
Austria
La FPO vince, mettendo i popolari davanti a un dilemma - Il partito di estrema destra della FPO ieri ha vinto le elezioni legislative in Austria, mettendo il partito conservatore della OVP di fronte al governo di tornare in coalizione a una coalizione con una forza politica pro russa e anti europea. Secondo le prime proiezioni, la FPO ha ottenuto il 29,2 per cento, un successo storico per il suo leader Herbert Kickl che aspira a diventare il nuovo cancelliere. il risultato è migliore di quanto previsto dai sondaggi e da gran parte degli osservatori politici. Il partito conservatore della OVP, guidato dal cancelliere Karl Nehammer, è arrivato in seconda posizione con il 26,2 per cento, undici punti in meno rispetto a quattro anni fa, mentre i socialdemocratici della SPO si sono fermati al 21 per cento. Con l'8,9 per cento i liberali di NEOS hanno superato i Verdi, che sono precipitati al 8,2 per cento, perdendo quasi sei punti percentuali. Con 183 seggi al Nationalrat, ne servono 92 per formare la maggioranza. In teoria i conservatori della OVP potrebbero formare una grande coalizione con i socialdemocratici della SPO. Nehammer ha escluso di sostenere Kickl come cancelliere, ma potrebbe accettare un accordo con l'estrema destra per restare al suo posto.
Van der Bellen si pone come garante della democrazia pro europea in Austria - Dopo la pubblicazione dei primi risultati delle elezioni di ieri, il presidente austriaco, Alexander Van der Bellen, ha fissato i paletti per il prossimo governo. “Garantirò che i pilastri fondamentali della nostra democrazia liberale siano rispettati durante la formazione di un governo: lo Stato di diritto, la separazione dei poteri, i diritti umani e delle minoranze, i media indipendenti e l'adesione all'Ue”, ha spiegato Van der Bellen. Le condizioni poste dal presidente austriaco sono difficilmente accettabili per la FPO di Herbert Kickl. Ma “sono le fondamenta su cui abbiamo costruito la nostra prosperità e sicurezza”, ha ricordato Van der Bellen. L'intervento del presidente è un segnale del livello di preoccupazione dopo il successo della FPO, ma potrebbe aprire la strada a un governo di grande coalizione.
Geopolitica
Silenzio dell'Ue dopo l'eliminazione di Nasrallah - Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ritiene che la morte di Hassan Nasrallah, ucciso durante un bombardamento dell'esercito israeliano sul quartier generale di Hezbollah a Beirut, “sia una misura di giustizia per tutte le sue vittime”. Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha ricordato che Hassan Nasrallah “ha guidato un'organizzazione terroristica che ha attaccato e ucciso civili innocenti, causando immense sofferenze in tutta la regione”. L'Unione Europea e i suoi leader non dicono nulla. Il presidente francese Emmanuel Macron non ha detto nulla. “O abbiamo la memoria corta e abbiamo dimenticato che Hezbollah ha le mani sporche di sangue, compreso quello dei nostri compatrioti”, lamenta l'eurodeputata francese Nathalie Loiseau. “Oppure gli Stati Uniti e quasi tutti gli altri sono autorizzati a combattere il terrorismo, ma Israele no. E questo è un grosso problema”, ha aggiunto. Hezbollah, considerato un'organizzazione terroristica, è responsabile della morte di 58 paracadutisti francesi e di 241 soldati americani uccisi in attacchi in Libano nell'ottobre 1983 e di una serie di 12 attentati mortali in Francia nel 1985 e 1986, tra cui quello di rue de Rennes a Parigi. La Commissione ieri si è limitata ad annunciare 10 milioni di euro di aiuti umanitari supplementari per il Libano.
Post Brexit
Von der Leyen e Starmer si vedono per il “reset” post Brexit - “Reset” sarà la parola chiave di mercoledì a Bruxelles. Quel giorno il primo ministro britannico, Keir Starmer, farà la sua prima visita nella capitale europea con l'obiettivo di riallacciare i rapporti con l'Ue dopo la Brexit e i tumultuosi anni di governo a guida Tory. Lo ha annunciato venerdì il portavoce della Commissione. Starmer ha incontrato Ursula von der Leyen a New York durante l'Assemblea generale dell'Onu. “Voglio resettare le nostre relazioni con l'Ue e far funzionare la Brexit per il popolo britannico”, ha spiegato Starmer, annunciando la visita a Bruxelles. "Non vedo l'ora di darvi il benvenuto alla Commissione europea a Bruxelles la prossima settimana per discutere del reset delle relazioni Ue-Regno Unito", ha risposto von der Leyen. Starmer ha già incontrato il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, il presidente francese, Emmanuel Macron e il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni. Non è escluso che Starmer e von der Leyen annuncino alcuni accordi in settori minori. Altri due temi sono più sensibili. Francia e Germania hanno chiesto alla Commissione di avviare negoziati con il Regno Unito su un accordo sulla gestione delle migrazioni. Starmer vuole alleggerire i controlli sulle merci alle frontiere, ma dovrebbe impegnarsi a perseguire un allineamento normativo con l'Ue. Da seguire anche cosa diranno Starmer e von der Leyen sulla possibile cooperazione su sicurezza e difesa.
Geoeconomia
L'Ue vota sui dazi contro le auto elettriche cinesi - Il nuovo appuntamento è fissato a mercoledì 4 ottobre. Quel giorno i rappresentanti degli Stati membri dovrebbero votare sulla proposta della Commissione di imporre dazi compensativi sui veicoli elettrici importati dalla Cina per i sussidi che Pechino fornisce a tutta la catena del valore del settore. La data è ancora incerta, viste le divisioni tra i ventisette. Una precedente votazione è stata rinviata. La Germania e diversi paesi nordici stanno facendo pressioni per votare contro la proposta della Commissione. Anche l'Ungheria è contraria all'imposizione di dazi. Tuttavia non dovrebbe essere raggiunta la maggioranza qualificata necessaria a bloccare l'imposizione dei dazi. Un voto inconcludente – nessuna maggioranza qualificata a favore o contro – aprirebbe la strada a una procedura di appello, lasciando di fatto alla Commissione la responsabilità di adottare la decisione sui dazi. In ogni caso la Commissione intende proseguire con i negoziati con Pechino per trovare una soluzione basata su impegni da parte dei produttori cinesi a mantenere i prezzi più alti nell'Ue. Una volta adottati, i dazi possono comunque essere revocati.
Migranti
Oltre 50 migranti annegati nella peggiore tragedia di sempre al largo delle Canarie - Un'imbarcazione con 84 persone a bordo è affondata sabato al largo di El Hierro, una delle isole delle Canarie, in quello che potrebbe il più grave naufragio di migranti in 30 anni nella rotta dell'Atlantico orientale che porta verso la Spagna. Nove persone sono morte, mentre 48 migranti risultano dispersi, secondo i servizi di emergenza spagnoli. I soccorritori sono riusciti a salvare solo 27 migranti. L'imbarcazione ha chiesto soccorso poco dopo la mezzanotte di sabato, quando si trovava a circa quattro miglia da El Hierro. I migranti, che provenivano in gran parte da Mali, Mauritania e Senegal, erano in mare da due giorni senza cibo. Tra i morti c'era un bambino di età compresa tra 12 e 15 anni. Dopo che gli accordi con la Tunisia e la Libia hanno ridotto i flussi attraverso il Mediterraneo centrale, quest'anno la rotta dell'Atlantico orientale ha visto un aumento consistente degli sbarchi (21.620 ingressi irregolari da gennaio a luglio, con un aumento del 154 per cento, secondo i dati Frontex).
Accade oggi
Parlamento europeo: audizione della presidente della Bce, Christine Lagarde, alla commissione Affari economici
Bruegel: conversazione con Mario Draghi sul futuro della competitività europea
Parlamento europeo: audizione del Procuratore capo europeo Laura Kovesi alla commissione Libertà civili
Commissione: la vicepresidente Vestager partecipa online a una conferenza organizzata dall'Autorité de la Concurrence francese
Commissione: la commissaria Simson a Montevideo partecipa al Quinto European Investment Forum
Commissione: la commissaria Ivanova a Skopje partecipa all'Incontro ministeriale dei Balcani occidentali
Corte dei conti dell'Ue: relazione speciale sui piani nazionali della Pac per clima e ambiente
Eurostat: dati sui rimpatri di migranti irregolari nel secondo trimestre; dati sugli alloggi dei giovani nel 2023