Come Hamas ha assassinato la politica estera dell'Ue
Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
Come Hamas ha assassinato la politica estera dell'Ue
Un piano sulle procedure per arrivare a una soluzione politica in Medio Oriente non fa una politica estera. Eppure l'Alto rappresentante, Josep Borrell, si sta dando un gran da fare per spingere l'Unione europea fuori dalla cacofonia geopolitica in cui l'ha piombata l'attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre e la dura risposta militare dello Stato ebraico che ne è seguita a Gaza. Borrell lo ha fatto anche ieri, quando ha costretto i ministri degli Esteri dell'Ue a trascorrere buona parte della giornata a discutere separatamente con i loro omologhi di Israele, Autorità palestinese, Egitto, Giordania, Arabia Saudita e la Lega araba. Il Consiglio Affari esteri ha poi discusso di un piano in dodici punti sui passi da compiere che dovrebbe portare a una soluzione politica, sostenibile e di lungo periodo al conflitto israelo-palestinese. Ma la molta procedura non riesce a nascondere la poca sostanza che l'Ue è in grado di proporre sul Medio Oriente.
L'approccio scelto da Borrell sulla crisi mediorientale segna il ritorno dell'Ue al concetto del “non c'è soluzione militare”. Lo ha detto lo stesso Alto rappresentante prima dell'inizio del Consiglio Affari esteri. “Sappiamo cos’è Hamas, cosa ha fatto Hamas. Certamente lo rifiutiamo e lo condanniamo. Ma la pace e la stabilità non possono essere costruite solo con mezzi militari, e non in questo particolare modo di utilizzare i mezzi militari”, ha detto Borrell. L'Alto rappresentante si è spinto fino ad accusare implicitamente Israele di alimentare il terrorismo. Nel modo in cui “stanno cercando di distruggere Hamas (…), stanno seminando l’odio per generazioni”, ha detto Borrell. Il suo piano in dodici punti - intitolato “Come creare un piano di pace globale” - parte praticamente da lì. “In assenza di un processo di pace per realizzare la soluzione dei due Stati, qualsiasi meccanismo di goverance e sicurezza creato a Gaza o altrove sarà percepito come un'estensione dell'occupazione e una negazione dei diritti palestinesi, e di conseguenza creerà ulteriori rischi di sicurezza”, dice il documento.
Tuttavia il piano Borrell non dice come dovrebbe essere la pace. Non pretende nemmeno di delineare i contorni del giorno dopo la guerra a Gaza. Le tre pagine suddivise in dodici punti, in sostanza, sono una “road map” procedurale. La principale proposta è convocare rapidamente una “Conferenza di pace preparatoria” che “potrebbe affrontare la situazione di guerra a Gaza”, ma il cui “obiettivo fondamentale dovrebbe essere affrontare il conflitto israeliano-palestinese”. Toccherebbe ai promotori della Conferenza presentare “una bozza iniziale di quadro per un piano di pace”, poi “un'agenda per completare entro un anno” la versione iniziale. Le parti in conflitto dovrebbero essere consultate, ma non coinvolte nella redazione. Solo alla fine, quando il piano di pace sarà completato, le due parti sarebbero chiamate a negoziare “il testo finale”. In caso di rifiuto, Israele o palestinesi si troverebbero confrontate a “conseguenze”.
Borrell cammina su una linea sottile ogni volta che parla di Medio Oriente. Il fatto è che i ventisette sono profondamente divisi sulla crisi di Gaza. La Germania, l'Austria e buona parte dei paesi dell'est difendono strenuamente il governo di Israele e non sono pronti a chiedere un cessate il fuoco nella Striscia. Francia, Spagna, Irlanda e Belgio hanno esaurito i sinonimi - pause, pausa, interruzione, tregua, cessate il fuoco - per esigere che Israele fermi le operazioni militari per sradicare Hamas con un altissimo costo in termini di civili palestinesi.
Anche sul modesto piano Borrell, la Germania ha sollevato obiezioni perché Israele non è coinvolto e gli Stati Uniti sarebbero solo invitati a partecipare. Lo stesso Borrell ha voluto raffreddare ogni aspettativa. “Il piano in 10/12 punti è un modo di presentare le cose. È una cosa complessa; non può essere risolta dall'oggi al domani. Sono trent'anni che si discute di queste cose senza soluzione, non aspettatevi che in un Consiglio io trovi subito una soluzione. Ci sono molti problemi, non posso dare una risposta concreta a tutti”, ha detto Borrell a un giornalista che chiedeva se Hamas sarebbe stato coinvolto.
Il fatto è che con il suo attacco contro Israele il 7 ottobre, Hamas ha provocato una vittima collaterale di peso. Dall'aggressione russa in Ucraina, l'Ue era riuscita a mantenere un'unità e una determinazione mai vista in politica estera e di sicurezza, con sanzioni, aiuti finanziari e forniture militari inimmaginabili prima del 24 febbraio 2022. Complice il buon rapporto con l'Amministrazione Biden, l'Ue aveva anche preso coscienza dei (e iniziato a reagire ai) rischi posti dalla Cina aggressiva di Xi Jinping. Ma il Medio Oriente è tutta un'altra storia. Il conflitto israelo-palestinese tocca interessi, corde, psicologie e storie molto diverse tra i 27 stati membri. La Germania ha un debito inestinguibile nei confronti di Israele e degli ebrei. L'Irlanda rivive nella causa palestinese la Cogadh na Saoirse, la guerra di indipendenza irlandese dal Regno Unito. Per altri la priorità è la sicurezza interna minacciata dalla radicalizzazione dalle comunità musulmane in Europa.
Le divisioni tra i ventisette sul Medio Oriente hanno un impatto psicologico sempre più forte sulla loro determinazione di fronte alla Russia. Forse non c'è la mano di Vladimir Putin dietro all'attacco del 7 ottobre contro Israele, ma sicuramente Hamas ha fatto un grande favore al leader russo.
La frase
“La Polonia è l'alleato più affidabile e stabile dell'Ucraina in questo scontro mortale con il male. Niente è più importante che sostenere l'Ucraina nel suo sforzo di guerra contro l'attacco russo”.
Donald Tusk, primo ministro della Polonia, in visita a Kyiv
Geopolitica
Josep Borrell critica il ministro degli Esteri israeliano - Israel Katz si trovava ieri a Bruxelles per partecipare a un incontro con i suoi omologhi dell'UE dedicato alla situazione di Gaza causata dalla guerra contro Hamas. Ma "sarebbe stato preferibile se avesse utilizzato il suo tempo di parola per discutere delle preoccupazioni relative all'elevato numero di morti a Gaza, invece di presentare due video che non avevano nulla a che fare con ciò di cui stavamo discutendo, vale a dire un progetto per un'isola artificiale al largo della costa di Gaza per ospitare un porto e un collegamento ferroviario tra il Medio Oriente e l'India", ha deplorato l'Alto rappresentante dell'Ue, Josep Borrell. "Abbiamo l'obbligo morale di cercare una soluzione che garantisca una pace duratura. Non stiamo più discutendo di un processo di pace, ma di un processo per raggiungere una soluzione a due Stati. L'attuale governo israeliano si oppone a questa soluzione, ma non è una novità. È contrario da trent'anni. Per proporre una soluzione, bisogna averne una. Se poi Israele rifiuta la proposta, ci saranno leve da tirare. Ma non siamo ancora a quel punto", ha detto Borrell.
Via libera a una missione navale difensiva nel Mar Rosso - Germania, Francia e Italia ieri hanno ottenuto il via libera politico alla creazione di un'operazione navale militare dell'Unione europea nel Mar Rosso per fronteggiare la minaccia posta dagli attacchi dei ribelli yemeniti Houthi. Ma la missione "Aspides", i cui contorni sono contenuti in un "non paper" presentato dai tre paesi, sarà limitata. L'operazione dovrebbe appoggiarsi sulle strutture e capacità esistenti dell'operazione Agenor, che opera una funzione di monitoraggio nello Stretto di Hormuz rispetto alle minacce alla navigazione poste dall'Iran. L'obiettivo è "assicurare la libertà di navigazione nel Mar Rosso e protegger e la stabilità economica e il libero commercio mondiale". Ma le navi militari dell'Ue non potrebbe condurre attacchi contro gli Houthi sul territorio dello Yemen. L'operazione "avrebbe compiti difensivi", dice il documento di Germania, Francia e Italia. "Non facciamo la guerra a nessuno", ha spiegato il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani: "E' un intervento militare a difesa delle navi mercantili italiane. C'è un crollo nel traffico e noi siamo un Paese esportatore e abbiamo il dovere di difendere le nostre navi".
Meno 9 giorni al vertice
Nuova minaccia ungherese sul Consiglio europeo - Il capo della diplomazia ungherese, Peter Szijjaarto, ha ribadito ieri a Bruxelles il rifiuto del suo Paese di fornire armi all'Ucraina e ha criticato il piano di stanziamento di 5 milioni di euro per consentire la prosecuzione dei finanziamenti europei per le forniture di armi a Kiev, secondo quanto riferito dal portavoce del governo ungherese. Criticare non significa bloccare. Con una "astensione costruttiva", l'Ungheria ha permesso che il Fondo europeo per la pace venisse utilizzato sette volte per rimborsare gli Stati membri per le armi inviate all'Ucraina, per un totale di 3,6 miliardi di euro. Ma Budapest ha bloccato un'ottava tranche di 500 milioni di euro per punire l'inclusione "ingiustificata" della banca ungherese OTP nella lista nera stilata dalle autorità ucraine delle aziende che aiutano lo sforzo bellico russo. Durante l'incontro con i suoi omologhi europei, Peter Szijjaarto ha deplorato il desiderio di "prolungare la guerra e la sofferenza" con la fornitura di armi all'Ucraina e ha invitato l'UE a concentrarsi sull'apertura di negoziati di pace e di cessate il fuoco. Ha nuovamente messo in guardia contro l'impatto negativo e le incongruenze delle sanzioni contro la Russia, in particolare nel settore nucleare.
Borrell a Kyiv a febbraio - Josep Borrell si recherà a Kyiv "nella prima o seconda settimana di febbraio", dopo il vertice europeo straordinario del 1° febbraio dedicato agli aiuti finanziari e militari all'Ucraina. Spera di raggiungere un accordo su una dotazione di 5 miliardi di euro per istituire un fondo di assistenza militare per l'Ucraina che sostituisca il Fondo europeo per la pace, e di finalizzare un'intesa sull'uso di "profitti imprevisti" generati dai beni russi congelati nell'ambito delle sanzioni europee. "La Russia non ha fatto progressi sul campo di battaglia e l'Ucraina ha ottenuto un successo militare costringendo la flotta russa a ritirarsi sul lato orientale della Crimea per sfuggire ai suoi missili. Non è quindi il momento di indebolire il nostro sostegno. Dobbiamo fare di più e più velocemente", ha dichiarato l'Alto rappresentante.
Borrell ironizza sui miracoli di Trump in Ucraina - L'assicurazione di Donald Trump di poter porre fine alla guerra in Ucraina in 24 ore lascia perplesso Josep Borrell. "Pensavo che i miracoli avvenissero a Lourdes", ha detto ieri Borrell in spagnolo, rispondendo a una domanda sulle dichiarazioni dell'ex presidente americano. "Il presidente Zelensky ha invitato Donald Trump a venire a Kiev e sarà lieto di ascoltare la formula magica per porre fine alla guerra in 24 ore".
Vacca sacra
La Commissione si prepara a cedere agli agricoltori sull'Ucraina - Il sostegno all'Ucraina può essere “incrollabile”, come dice spesso l'Unione europea. Ma c'è un limite che rende il sostegno più fragile: gli interessi degli agricoltori degli stati membri. In un'intervista al Financial Times, il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, ha annunciato la possibilità di introdurre degli embarghi nazionali all'importazione di cereali dall'Ucraina, in deroga alla liberalizzazione del commercio decisa per sostenere l'economia ucraina dopo l'aggressione della Russia. “Valuteremo come fornire ulteriori garanzie alla Polonia e agli altri Stati membri e un modo per farlo è introdurre garanzie specifiche per paese”, ha detto Domrbovskis. Per alcuni prodotti – polli, uova e zucchero – potrebbero tornare anche le quote che limitano le importazioni a dazio zero. Un portavoce della Commissione ieri ha spiegato che le discussioni interne sono ancora in corso. Ma ha ammesso che “c'è un equilibrio che va trovato tra continuare il nostro sostegno incrollabile all'Ucraina a livello economico e ascoltare le preoccupazioni dei portatori di interessi”. Con gli agricoltori di mezza Europa in rivolta, la priorità diventano loro.
Disinformazione e interferenze
Il secondo rapporto sulle interferenze straniere - Oggi l'Alto rappresentante Josep Borrell presenterà un secondo rapporto sull'interferenza straniera e la manipolazione dell'informazione alla conferenza "Oltre la disinformazione: rafforzare le nostre società contro la manipolazione e l'interferenza dell'informazione straniera". La conferenza sarà seguita da una tavola rotonda sul tema, alla quale parteciperanno la francese Marie-Doha Besancenot, vicesegretario generale della NATO per la diplomazia pubblica, Melissa Fleming, vicesegretario generale delle Nazioni Unite per le comunicazioni globali, e l'eurodeputato Raphaël Glucksmann, presidente della commissione speciale 2020-2023 del Parlamento europeo. La vicepresidente della Commissione europea Vera Jourova interverrà alla fine dell'incontro. L'evento può essere visto integralmente sul canale YouTube EUvsDisinfo.
Euro
I funzionari della Bce bocciano Lagarde - La prestazione di Christine Lagarde come presidente della Banca centrale europea è “povera” o “molto scarsa”, secondo i risultati di un sondaggio realizzato da un sindacato interno effettuato da un sindacato del personale dell'istituzione di Francoforte. Secondo il 53 per cento degli intervistati, Lagarde non è la persona giusta per l'incarico, un risultato significativamente peggiore rispetto ai suoi predecessori, Mario Draghi e Jean-Claude Trichet. “L’indagine rivela una diffusa insoddisfazione degli intervistati riguardo alle questioni interne, comprese le politiche sulla diversità”, dice il documento del sindacato. Molti degli intervistato hanno criticato Lagarde per aver dedicato “troppo tempo ad argomenti estranei alla politica monetaria”. Un portavoce della Bce ha contestato il sondaggio del sindacato, sostenendo che l'indagine è “viziata”.
Accade oggi
Consiglio Agricoltura e pesca
Presidenza belga dell'Ue: riunione informale dei ministri del Commercio
Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell presiede il Consiglio di associazione Ue-Egitto con il ministro egiziano degli Esteri, Sameh Shoukry
Commissione: la presidente von der Leyen a Sarajevo con il premier di Olanda e Croazia, Mark Rutte e Andrej Plenkovic, incontra la presidenza della Bosnia-Erzegovina
Commissione: la presidente von der Leyen riceve il presidente della Baviera, Markus Soeder
Commissione: discorso del vicepresidente Schinas alla Conferenza sulla memoria dell'Olocausto
Commissione: discorso del commissario Breton alla 16esima conferenza sullo spazio
Commissione: la commissaria Ferreira presiede il 10imo gruppo di specialisti di alto livello sul futuro della Politica di coesione
Commissione: la commissaria Johansson incontra il direttore esecutivo dell'Ufficio Onu sulle Droghe e il Crimine, Ghada Waly
Parlamento europeo: audizione della commissaria Johansson sul memorandum con la Tunisia davanti alla commissione Libertà pubbliche
Parlamento europeo: audizione della commissaria Valean davanti alla commissione Trasporti
Parlamento europeo: audizione della commissaria Ivanova davanti alla commissione Industria
Parlamento europeo: la presidente Metsola incontra il presidente del Parlamento slovacco, Peter Pellegrini
Parlamento europeo: la presidente Metsola partecipa alla presentazione del libro "Una morte a Malta. Un assassino e una richiesta di famiglia di giustizia" e alla presentazione del libro di Donato Bendicenti "Scintille. L'Avventura dell'energia in Europa dalla scissione dell'atomo alla rivoluzione verde"
Parlamento europeo: conferenza stampa dei deputati Benifei, Pisapia e Toia su PizzAut, vincitore del cittadino europeo 2023
Consiglio: Comitato politico e di sicurezza
Eurostat dati sui passeggeri di automobili nel 2022