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Dire “no” a Trump sull'Ucraina: l'UE mette la sua sovranità alla prova
"Una pausa è meglio di una guerra". La formula è cinica, ma sta guadagnando terreno. Gli europei incoraggeranno Volodymyr Zelensky ad accettare il piano americano per porre fine alla guerra? Il presidente ucraino dice che sta ancora aspettando una proposta ufficiale, chiede alla Russia un cessate il fuoco totale e propone di incontrare Donald Trump a Roma in occasione dei funerali di Papa Francesco sabato. Gli alleati europei sono divisi. Molti leader vogliono la fine di questo conflitto, ma le concessioni territoriali imposte agli ucraini sono inaccettabili per il Consiglio europeo. Dire “no” a Trump rischiando di prolungare il conflitto o fare pressione per indurre il presidente americano a chiedere a Putin un cessate il fuoco totale per avviare negoziati sul suo piano sarà il primo test per la sovranità europea. L'Ue si gioca la sua credibilità.
La "formula di pace" di Donald Trump, elaborata dopo i colloqui a Mosca del suo emissario e partner di golf Steve Witkoff con il presidente, Vladimir Putin, è trapelata alla stampa. Impone agli ucraini la perdita della Crimea, della quasi totalità della regione di Luhansk e delle parti occupate dalla Russia negli oblast di Donetsk, Kherson e Zaporizhzhya, la perdita del controllo della centrale nucleare di Zaporizhzhya, gestita dagli Stati Uniti, per fornire elettricità sia all'Ucraina sia alla Russia, e l'abbandono dell'adesione alla Nato. Tuttavia, l'Ucraina potrà aderire all'Unione europea. Molti vedono in questo piano una capitolazione dell'Ucraina e una vittoria della Russia con il riconoscimento da parte di Washington dell'annessione forzata di territori di un paese sovrano.
"Queste diverse proposte, queste idee, sono segnali. L'Ucraina non ha ricevuto proposte ufficiali riguardanti scambi o concessioni territoriali e non riconosce l'annessione della Crimea da parte della Russia come legale", ha dichiarato Volodymyr Zelensky. "Se i russi accettano un cessate il fuoco totale, siamo pronti a negoziare in seguito, in qualsiasi forma", ha aggiunto il presidente ucraino. "Mi piacerebbe e sono pronto a incontrare il presidente Trump ai funerali di Papa Francesco in Vaticano, se ci sarà l'occasione", ha annunciato.
Abilmente, il presidente Zelensky non ha detto “no” a Trump, ma ha imposto una condizione a Mosca per avviare negoziati e ha sollevato obiezioni. "Nessun paese non membro della Nato può porre il veto all'adesione dell'Ucraina alla Nato", ha ricordato Zelensky. "È un principio dell'Alleanza”. L'altra obiezione è pratica: "Gli Stati Uniti non possono tecnicamente gestire la centrale nucleare di Zaporizhzhya. Solo il personale tecnico ucraino può gestire l'impianto".
Donald Trump ha reagito duramente. “Nessuno chiede a Zelensky di riconoscere la Crimea come territorio russo. Ma se vuole la Crimea, perché non ha combattuto per averla undici anni fa, quando è stata riconsegnata alla Russia a titolo definitivo?”, ha commentato sul social Truth dopo aver letto le dichiarazioni del presidente ucraino sulla prima pagina del Wall Street Journal. “Sono le dichiarazioni incendiarie come quelle di Zelensky che rendono così difficile risolvere questa guerra”, ha accusato Trump. “Siamo molto vicini a un accordo, ma chi non ha più carte da giocare dovrebbe finalmente accettarlo”, ha avvertito. Trump non ha menzionato la richiesta di Zelensky di incontrarlo a Roma.
Il presidente ucraino si dice aperto a negoziati sulle sue proposte, ma rinvia la palla a Mosca. Putin non ha rispettato nessuno dei suoi impegni. La tregua di Pasqua annunciata dal presidente russo è stata violata da bombardamenti indiscriminati in Ucraina. "Una 'tregua' firmata Putin è un'operazione di marketing con una bomba in mano. Quando Mosca parla di pace, i suoi attacchi continuano", ha denunciato il capo della diplomazia francese, Jean-Noël Barrot.
Trump va molto lontano nelle concessioni a Putin: la sua formula di pace porta gli Stati Uniti a riconoscere "de jure" la Crimea come parte della Russia e “de facto” l'occupazione russa Russia della quasi totalità della regione di Luhansk e delle parti occupate di Donetsk, Kherson e Zaporizhzhya. Inoltre, Washington si impegna a impedire l'adesione dell'Ucraina alla Nato e a revocare le sanzioni imposte alla Russia dal 2014. Queste decisioni, che impegnano gli Stati Uniti, possono essere decise da un "ordine esecutivo" firmato da Trump? Il Congresso non ha voce in capitolo? Le sanzioni contro la Russia impegnano i paesi del G7, i paesi dell'Unione europea, gli alleati della Nato e i loro partner. Trump sembra dimenticarlo.
Il vicepresidente americano JD Vance fa pressione sull'Ucraina. "Gli Stati Uniti hanno fatto una 'proposta molto esplicita' a Russia e Ucraina. È ora che dicano di sì o che gli Stati Uniti si ritirano da questo processo", ha dichiarato Vance. "L'Ucraina è pronta a negoziare, non a capitolare", ha insistito ieri la vice primo ministro, Yulia Sviridenko. "Il rispetto dell'integrità territoriale e della vocazione europea dell'Ucraina sono richieste molto forti da parte degli europei", ha ricordato l'Eliseo in risposta a Vance.
Il capo di gabinetto del presidente Zelensky, Andriy Yermak, si è recato ieri a Londra accompagnato dal ministro della Difesa, Rustem Umarov, e dal ministro degli Esteri, Andrii Sybiha, per discutere con americani, britannici, francesi e tedeschi. Ma il segretario di Stato Marco Rubio ha annullato la sua partecipazione e "l'incontro sui negoziati di pace in Ucraina con i ministri degli Esteri è stato rinviato", ha annunciato il Foreign Office in un comunicato. "Le discussioni tra consiglieri continuano ma sono chiuse ai media", ha precisato il Foreign Office.
Quale posizione adotteranno gli europei? L'Alto rappresentante per la politica estera, Kaja Kallas, è netta. "L'Unione europea non riconoscerà mai la Crimea come russa. La Crimea è l'Ucraina". Ma è davvero la posizione dell'UE? Britannici e francesi sarebbero aperti a un accordo di pace in cui l'Ucraina accetti la perdita di parte del territorio controllato dalla Russia in cambio di garanzie di sicurezza e assistenza economica. La formula americana è "una base di negoziato interessante, perché si limita a consacrare l'inevitabile - la perdita dei territori - non impone agli ucraini e agli europei di riconoscerla e lascia aperta la possibilità di garanzie di sicurezza fornite dagli europei", spiega l'ex ambasciatore francese a Washington, Gérard Araud. "Una pausa è meglio di una guerra", sostiene il diplomatico in nome del realismo.
"Il nostro popolo non accetterà un conflitto congelato travestito da pace. Non riconosceremo mai l'occupazione della Crimea. E se l'Ucraina rinuncia ad aderire alla Nato, avrà bisogno di garanzie di sicurezza vincolanti, abbastanza forti da scoraggiare future aggressioni e abbastanza chiare da assicurare una pace duratura", risponde Yulia Sviridenko.
L'Unione europea incoraggerà Zelensky a respingere l'accordo proposto da Trump? Mosca sta preparando una nuova offensiva e aspetta il ritiro degli Stati Uniti preconizzato da Vance. È difficile incoraggiare la prosecuzione di un conflitto sanguinoso per contrastare il presidente americano. Ma gli europei hanno la capacità di sostenere l'Ucraina se Zelensky dice “no” a Trump? L'Europa – l'Ue e gli altri paesi europei – non è abbastanza potente per aiutare da sola l'Ucraina e non ha la volontà politica per farlo. Gli Stati membri sono divisi. Le opinioni pubbliche vogliono la fine della guerra.
Il test di sovranità rischia di essere un fallimento. Tuttavia, l'Europa può contrastare l'ambizione di Trump di concludere un accordo economico con Putin, con la revoca delle sanzioni economiche contro la Russia, comprese quelle europee. Questo strumento consente di sostenere la richiesta di un cessate il fuoco totale per avviare negoziati. Un modo per rimettere Trump di fronte alle sue responsabilità, finché continuerà a farsi manipolare da Putin.
La frase
“Abbiamo fatto delle proposte e siamo pronti a negoziare (...) Attualmente, vogliamo effettivamente avere maggiore chiarezza su quali siano le aspettative da parte americana”.
Il commissario all'Economia, Valdis Dombrovskis, sui negoziati con l'Amministrazione Trump sui dazi.
Digitale
Due multe molto dolci ad Apple e Meta per violazione del DMA – La Commissione di Ursula von der Leyen nega che la decisione annunciata ieri di sanzionare Apple e Meta per violazione del Digital Markets Act abbia qualcosa a che fare con il tentativo di convincere Donald Trump a fare retromarcia sulla sua guerra commerciale contro l'Ue. “Si tratta di applicare la legge, non di negoziati commerciali. Sono due questioni completamente separate”, ha detto ieri la portavoce della Commissione. Ma la tempistica e l'ammontare delle multe non lasciano spazio a grandi dubbi. La decisione, che la vicepresidente responsabile Teresa Ribera aveva promesso per la fine di marzo, arriva con quasi un mese di ritardo. Le sanzioni sono ben al di sotto della soglia massima prevista dal DMA del 10 per cento di fatturato globale annuo. Apple ha ricevuto una multa di 500 milioni di euro, inferiore alla sanzione di 1,8 miliardi di euro che era stato imposto dall'Antitrust dell'Ue alla stessa società in un caso simile. Meta si è vista affibbiare una multa di appena 200 milioni di euro. “Noccioline”, ci ha detto un esperto del settore. Un portavoce della Commissione ha spiegato che la multa è stata calcolata in modo “proporzionato” sulla base di diversi fattori: durata, gravità, ripetizione dell'infrazione. La Commissione ha applicato anche un altro fattore attenuante per abbassare la sanzione: è la prima volta che il DMA viene applicato.
Perché Apple ha violato il DMA - Secondo la Commissione, Apple ha impedito agli sviluppatori di informare liberamente gli utenti su offerte alternative fuori dal suo App Store, violando l'obbligo di consentire il cosiddetto "steering" (indirizzare verso altri servizi) previsto dal Digital Markets Act per impedire situazioni di monopolio. Le restrizioni tecniche e commerciali imposte da Apple non permettono agli sviluppatori di promuovere offerte più convenienti o di indirizzare gli utenti verso acquisti esterni. Apple applica anche una compensazione troppo alta per la messa in contatto tra lo sviluppatore e l'utente finale. Oltre a imporre la multa da 500 milioni di euro, la Commissione ha ordinato alla società di rimuovere le restrizioni e di non reiterare comportamenti simili. La scadenza è fissata a 60 giorni. In caso di mancato rispetto Apple rischia una penalità giornaliera pari al 5 per cento del suo fatturato medio giornaliero globale. Ieri la Commissione ha anche annunciato una decisione favorevole ad Apple, chiudendo la procedura che aveva avviato ai sensi del DMA dopo che la società ha introdotto la possibilità per gli utenti di disinstallare alcune app del suo ecosistema e di scegliere liberamente altre app e la personalizzazione di diversi parametri.
Perché Meta ha violato il DMA – Secondo la Commissione, Meta ha violato le regole del DMA con il suo modello "consent or pay" (consenti o paga), introdotto nel novembre 2023, che obbligava gli utenti a scegliere tra dare il consenso alla combinazione dei dati personali per la pubblicità personalizzata oppure il pagamento di un abbonamento per un servizio senza pubblicità. La Commissione ritiene che questo modello non offra agli utenti un'alternativa equivalente che consenta di usare meno dati personali come richiesto dal DMA. A novembre 2024 Meta ha introdotto una nuova opzione pubblicitaria con minore utilizzo di dati personali, che è attualmente in fase di valutazione da parte della Commissione, ma è riservata a un numero molto limitato di utenti. E' sulla base di questo nuovo modello che la Commissione valuterà il rispetto da parte di eta dell'ordine di mettere fine alla violazione del DMA entro 60 giorni. Le discussioni sono in corso. La Commissione ieri ha anche preso una decisione favorevole a Meta, annunciando che Facebook Marketplace non è più considerato come rilevante ai fini del DMA perché il numero di utenti business nel 2024 è sceso sotto la soglia dei 10 mila.
La risposta trumpiana di Meta alle multe dell'Ue - "La Commissione europea sta cercando di penalizzare le aziende americane di successo, mentre consente alle imprese cinesi ed europee di operare secondo standard diversi. Non si tratta solo di una multa; il fatto che la Commissione ci costringa a cambiare il nostro modello di business equivale, di fatto, a imporre a Meta un dazio da miliardi di dollari, obbligandoci a offrire un servizio di livello inferiore”, ha detto ieri Joel Kaplan, Chief global affairs officer di Meta, dopo che la sua società si è vista infliggere una multa da 200 milioni di euro. I toni sono trumpiani. Il colosso di Mark Zuckerberg vuole spingere Trump a rafforzare la sua guerra commerciale contro l'Ue? La reazione di Apple è meno trumpiana, ma altrettanto dura. Le decisioni di ieri “sono l'ennesimo esempio di come la Commissione europea stia ingiustamente prendendo di mira Apple con una serie di decisioni che ledono la privacy e la sicurezza dei nostri utenti, danneggiano i prodotti e ci costringono a distribuire gratuitamente la nostra tecnologia”, ha detto un portavoce di Apple.
Ribera e Virkkunen assenti dalla sala stampa – La decisione della Commissione di multare Apple e Meta è storica. E' la prima volta che due giganti del settore tecnologico sono sanzionati ai sensi del Digital Markets Act. Con la precedente Commissione ci sarebbe stata una gara per spiegare i motivi della decisione tra i due commissari responsabili, Margrethe Vestager e Thierry Breton. Nessuno dei due si è mai tirato indietro dal discutere con i giornalisti anche le decisioni più controverse o le sconfitte davanti alla Corte di giustizia dell'Ue. Viste le tensioni con l'Amministrazione Trump, i ritardi e il livello modesto delle multe, sarebbe stato utile e giusto avere un commissario in sala stampa. Alla fine sono loro i politici responsabili davanti al Parlamento europeo, ai governi e all'opinione pubblica. Ma la vicepresidente responsabile, Teresa Ribera, era in Messico, mentre l'altra vicepresidente che si occupa del caso, Henna Virkkunen, era in Lussemburgo. La spiegazione dei portavoce della Commissione (le decisioni vengono presentate non appena sono state adottate) non ha convinto i giornalisti. Le multe ad Apple e Meta erano sul tavolo dei commissari da diverse settimane. Il dossier è stato gestito direttamente dal gabinetto della presidente Ursula von der Leyen.
Guerra commerciale
Dombrovskis avverte la Casa Bianca e promuove la prevedibilità dell'Ue – Il commissario all'Economia, Valdis Dombrovskis, ieri ha avvertito che l'Ue dovrà adottare contromisure per rispondere ai dazi di Donald Trump, se non sarà trovata una soluzione negoziata con l'amministrazione americana. Ma Dombrovskis ha usato un discorso all'Atlantic Council anche per promuovere l'idea che l'Ue può approfittare di questa crisi. “L'Europa sta usando la prevedibilità come forza”, ha detto il commissario: “In tempi di turbolenze, la prevedibilità, lo stato di diritto e il rispetto dell'ordine internazionale basato sulle regole diventa l'asset più importante dell'Europa”. Dombrovskis ha anche sottolineato la volontà dell'Ue di riarmarsi, di rafforzare il mercato unico riducendo le barriere interne, di tagliare la burocrazia per rilanciare la competitività e gli investimenti e di espandere la rete di partnership commerciali nel mondo. Restano da convincere le imprese europee che minacciano già di delocalizzare negli Stati Uniti.
Farmaceutica e lusso minacciano di delocalizzare per aggirare i dazi di Trump - Donald Trump sta mettendo la Commissione di Ursula von der Leyen in una posizione sempre più difficile, nel momento in cui diverse multinazionali del settore farmaceutico e del lusso stanno usando i dazi americani per contestare la regolamentazione dell'Ue o chiedere trattamenti di favore. I nostri amici di Blocs (una newsletter specializzata sul commercio a cui vi consigliamo di abbonarvi) hanno recensito due casi importanti. A inizio aprile 32 società farmaceutiche hanno chiesto alla Commissione di allentare le regole del mercato europeo per il settore, minacciando di riorientare i loro investimenti verso gli Stati Uniti. Nel frattempo, Bernard Arnault, il padrone del gruppo francese del lusso LVMH, ha promesso di aumentare la produzione americana "se l'Europa non riesce a negoziare in modo intelligente" con Trump. Ultimo caso in ordine di tempo è quello degli amministratori delegati di Novartis e Sanofi che, sul Financial Times, hanno chiesto alla Commissione di aumentare i prezzi dei medicinali in Europa allineandoli su quelli americani.
Riarmo
Il Parlamento europeo contesta l'articolo 122 del trattato per il piano di riarmo – La Commissione europea aveva usato l'articolo 122 del trattato come base giuridica per adottare lo strumento Safe da 150 miliardi di euro di prestiti agli Stati membri nell'ambito del piano di riarmo da 800 miliardi di euro di Ursula von der Leyen. Era già accaduto con il Covid nel 2020 e la crisi dei prezzi dell'energia nel 2022: l'articolo 122 viene usato in caso di emergenza e consente di escludere il Parlamento europeo dalla procedura legislativa. Per far passare una proposta è sufficiente il via libera di una maggioranza qualificata dei governi. La decisione della Commissione non è piaciuta al Parlamento europeo. Ieri la commissione Affari giuridici ha approvato all'unanimità un parere del servizio giuridico del Parlamento europeo, secondo il quale l'articolo 122 “non è la base giuridica appropriata per questa proposta”. Non ci sono le condizioni per valutare questa procedura d'urgenza. La commissione Affari giuridici invierà dunque il parere alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, “affinché valuti ulteriori passi”.
Post Brexit
Von der Leyen a Londra, tra accordo sulla difesa ed esigenze francesi sulla pesca - Ursula von der Leyen oggi incontrerà a Londra il primo ministro britannico, Keir Starmer, per discutere di cooperazione su questioni globali, relazioni bilaterali e il prossimo primo summit Ue-Regno Unito programmato per l'19 di maggio. L'esercizio si annuncia delicato. Diversi Stati membri vogliono firmare un accordo di cooperazione nel settore della difesa per consentire al Regno Unito di partecipare al programma di riarmo Sure. La posta in gioco va ben al di là del "buy european": nel momento in cui Donald Trump si disimpegna dall'Europa, il Regno Unito è fondamentale per la futura architettura di sicurezza dell'Europa. Ma c'è un ostacolo che rischia di rovinare il riavvicinamento: la pesca. La Francia nelle scorse settimane ha insistito per raggiungere un accordo sulle quote di pesca post Brexit, prima di concludere la partnership su sicurezza e difesa. "Sono sorpresa di quanto sia importante il pesce, vista la situazione di sicurezza", ha detto l'Alto rappresentante, Kaja Kallas, alla Bbc in aprile. Anche il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, a febbraio ha criticato le pretese francese. "La difesa europea e la pesca non possono essere messe sullo stesso livello. Dobbiamo avere buon senso", ha detto Costa.
Migranti
Schengen compie 40 anni, la Commissione si congratula, 10 paesi mantengono i controlli alle frontiere - La Commissione ieri ha pubblicato il suo rapporto annuale sullo Stato di Schengen, usando i soliti toni auto congratulatori per celebrare i 40 anni della fine dei controlli alle frontiere interne. "Lo spazio Schengen ha apportato profondi benefici all'Ue e ai suoi cittadini. È la spina dorsale del mercato interno dell'Ue e facilita la vita di quasi 450 milioni di persone", ha detto la Commissione, spiegando che "Schengen si è evoluto in un sistema solido e globale, in cui gli Stati membri, con il sostegno dell'Ue, gestiscono efficacemente le frontiere esterne, la sicurezza e la migrazione in modo coordinato". Nel rapporto si sottolinea il calo degli ingressi irregolari di migranti, con 240 mila rilevamenti nel 2024, il livello più basso dal 2021. Eppure dieci Stati membri mantengono controlli alle frontiere interne di Schengen, alcuni dal 2015-16, ben oltre il limite massimo teorico di due anni. Nel suo rapporto la Commissione spiega di voler dialogare con i governi per ridurre i problemi alle frontiere interne. Ma non accenna alla possibilità di usare procedure di infrazione per spingere gli Stati membri a togliere i controlli.
PPE
Manfred Weber, padrone unico del PPE - Nonostante molti malumori interni alla famiglia del Partito popolare europeo a causa della deriva a destra del suo leader, nessuno ha osato candidarsi contro il tedesco Manfred Weber per contestargli la presidenza del PPE al Congresso di Valencia che si terrà il 29 e 30 aprile. Ieri sono scaduti i termini per la presentazione delle candidature e Weber è l'unico candidato per il posto di presidente. La sfida sarà tra 12 candidati per 10 posti da vicepresidente. In corsa ci sono il finlandese Petter Orpo, il portoghese Paulo Rangel, la croata Dubravka Šuica, l'italiano Antonio Tajani, il belga Wouter Beke, l'austriaco Magnus Brunner, la bulgara Mariya Gabriel, il polacco Andrzej Halicki, il greco Kostis Hatzidakis, il tedesco David McAllister, l'irlandese Mairead McGuinness e il rumeno Siegfried Mureșan. Weber ha blindato il resto della leadership del partito, scegliendo la spagnola Dolors Montserrat come segretario generale del PPE, il francese François Bellamy come tesoriere e il belga Tom Vandenkendelaere come suo capo gabinetto. Weber è anche il presidente del gruppo del PPE al Parlamento europeo.
Accade oggi
Commissione. la presidente von der Leyen a Londra incontra il premier, Keir Starmer, e partecipa al Summit sul futuro della sicurezza energetica organizzato dall'Agenzia internazionale dell'energia
Nato: il segretario generale Rutte negli Stati Uniti incontra il segretario di Stato, Marco Rubio, il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, e il consigliere alla Sicurezza nazionale, Mike Waltz
Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Kallas in Moldavia incontra la presidente Maia Sandu
Commissione: la vicepresidente Ribera in visita in Messico
Commissione: il commissario Dombrovskis partecipa alle riunioni del Fmi e della Banca mondiale a Washington
Commissione: discorso della vicepresidente Virkkunen all'evento "Competitività e difesa europea"
Commissione: la commissaria Zaharieva in visita a Malta
Commissione: il commissario Sikela a Washington partecipa al Global Inclusive Growth Summit
Commissione: il commissario Serafin in visita in Romania
Eurostat: dati sul commercio di materiali riciclabili nel 2024