Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue. Oggi è Christian a prendere i comandi.
Elezioni europee: un voto confiscato
Tra tre mesi, dal 6 al 9 giugno, gli elettori dei 27 paesi dell'Unione europea saranno chiamati alle urne per scegliere i propri europarlamentari e nominare il prossimo presidente della Commissione europea. La grande incognita sarà l'affluenza alle urne, perché tutto il resto è già stato praticamente deciso. La tedesca Ursula von der Leyen sarà nominata per un ulteriore mandato con il sostegno delle tre principali famiglie politiche europee. Salvo improbabili ribellioni, sarà investita dalla maggioranza dei membri eletti del Parlamento europeo.
Le elezioni europee del 2024 si sono trasformate in un referendum: favorevoli o contrari all'Europa, favorevoli o contrari al sostegno all'Ucraina contro la Russia, favorevoli o contrari a un secondo mandato per Ursula von der Leyen, che i suoi detrattori vedono come l'incarnazione di Bruxelles e della sua burocrazia, odiata dai sovranisti. La paura sarà lo stimolo di questa consultazione. È così comodo invocare una rivolta contro l'ascesa degli estremisti di destra e di sinistra, dei populisti, degli antieuropeisti e dei sostenitori di Putin. Bisogna ammettere che ce ne sono molti. Al Parlamento europeo sono raggruppati in tre gruppi: il gruppo Identità e Democrazia (ID), il gruppo Conservatori e Riformisti Europei (ECR) e il gruppo della Sinistra. Per non parlare dei senzatetto, come i membri del partito ungherese Fidesz di Viktor Orban, che cercano asilo dopo essere stati espulsi dal gruppo del Partito Popolare Europeo.
Le ultime proiezioni sulle intenzioni di voto effettuate da Europeelects a metà febbraio assegnano 91 seggi al gruppo ID guidato dal Rassemblement National della leader dell'estrema destra francese Marine Le Pen (30 in più rispetto al 2019), 83 all'ECR guidato da Fratelli d'Italia, il partito del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni (15 in più), e 45 ala Sinistra, il partito La France Insoumise guidato dal francese Jean-Luc Mélenchon. Si tratta di 219 eletti su 720 per gli estremisti. Ma la magia della posizione pro-UE, pro-Ucraina e pro-NATO di Giorgia Meloni fa sì che il suo partito ora sia considerato "euro-pragmatico" e quindi "accettabile". Fratelli d'Italia è accreditato di una trentina di eletti che saranno molto utili per colmare i vuoti in caso di ribellione contro la candidatura di Ursula von der Leyen per un secondo mandato.
La coalizione europeista resta dominata dal PPE con 181 eurodeputati, seguito dai socialisti con 140 e da Renew con 82. L'attuale maggioranza in totale avrebbe 403 seggi. Il gruppo dei Verdi sarebbe il più penalizzato dagli elettori con la perdita di 23 membri eletti e scenderebbe sotto la soglia dei 50 eurodeputati. Tuttavia, la maggioranza pro-europea è considerata fragile. Nel 2019, la ribellione contro la nomina imposta di Ursula von der Leyen aveva portato molti eletti del suo partito e delle formazioni della coalizione a votare contro di lei, che alla fine era stata investita con 9 voti in più della soglia minima grazie ai populisti italiani del Movimento 5 Stelle.
Le manovre politiche europee possono dare le vertigini. Lo scorso fine settimana, a Roma, la famiglia socialista ha designato il suo capo lista, il suo Spitzenkandidat. Senza rivali, il lussemburghese Nicolas Schmit, attuale commissario europeo per l'occupazione e gli affari sociali nel collegio presieduto da Ursula von der Leyen, è stato incaricato di difendere i valori della sinistra europeista contro von der Leyen. Più sorprendente, invece, è la decisione di due leader della famiglia, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, di sostenere la rielezione di Ursula von der Leyen, candidata del Partito Popolare Europeo. Tutto questo è destinato a confondere gli elettori. Soprattutto in Spagna, dove il presidente del PPE, il tedesco Manfred Weber, da mesi denuncia i socialisti spagnoli come incapaci di governare e accusati di essere rimasti al potere grazie a un patto con gli indipendentisti catalani, in cambio di un'amnistia promessa a Carles Puigdemont, costretto all'esilio in Belgio per sfuggire al carcere.
Come spiegare la decisione del cancelliere tedesco? Pragmatismo. Olaf Scholz sa che la riconferma di Ursula von der Leyen permetterà alla Germania di mantenere il controllo della Commissione. Senza di lei l'influenza tedesca sull'esecutivo di Bruxelles diminuirebbe, poiché il posto di commissario andrebbe a un ecologista, in conformità all'accordo di coalizione con i Verdi e i Liberali. Favorire il PPE in questo modo permette inoltre alla SPD di mantenere un buon rapporto con la CDU, nel caso in cui fosse necessario tornare a una "Groko" (grande coalizione) in Germania. I deputati socialisti voteranno a favore della nomina di Ursula von der Leyen nella sessione inaugurale del nuovo PE, all'inizio di luglio? Sono loro che hanno in mano le sorti di “Queen Europe”.
Il Congresso del PPE oggi nominerà Ursula von der Leyen Spitzenkandidat. Nessuna suspense. Non ha rivali, anche per evitare delusioni. È la prima volta che i partiti del PPE non hanno uno scontro a due. Qualche voce di dissenso si è fatta sentire. Il leader del gruppo Les Républicains, François-Xavier Bellamy, si è rifiutato di sostenere la candidata von der Leyen, ma è rimasto solo. "Nei partiti del PPE si percepisce un profondo scetticismo perché a molti non piace Ursula von der Leyen, anche nella CDU. Ma più passa il tempo, più sembra improbabile un piano B", ci ha spiegato un membro del PPE. "Per questo motivo, sta dando segnali forti per ottenere il sostegno del PPE e la CDU la sosterrà. Di fatto, gli altri partiti si allineeranno. Il piano B potrebbe arrivare in un secondo momento, se Macron decidesse di non darle il suo appoggio per un secondo mandato", ha aggiunto questo membro del PPE.
Il presidente francese nasconde il suo gioco. Ma, secondo le nostre informazioni, ha promesso il suo sostegno a von der Leyen quando si sono incontrati il 13 febbraio a Parigi, dopo aver ottenuto garanzie che la nuova strategia industriale di difesa (EDIS) e il programma di investimenti preparato da Thierry Breton e presentato il 5 marzo sarebbero stati affidati al commissario europeo nominato dalla Francia. L'annuncio di Ursula von der Leyen di voler nominare un "commissario alla Difesa" e affidare l'incarico a un candidato dell'Europa centrale ha rimesso tutto in discussione. Il gruppo Renew uscirà probabilmente indebolito dalle elezioni europee. Nel 2019, i francesi avevano assunto la presidenza del gruppo perché rappresentavano il contingente più numeroso. La situazione sarà probabilmente la stessa nel 2024, poiché Renew è composto da partiti più piccoli, ma i francesi saranno probabilmente meno numerosi. Il problema è che Renew non ha mai avuto una vera disciplina.
La campagna per le elezioni europee si preannuncia binaria. Nessuno sano di mente parla più di lasciare l'UE o l'euro. Marine Le Pen vede le europee come un test per le prossime elezioni presidenziali e fa campagna contro la burocrazia "invadente e autoritaria" di Bruxelles. Il tema è stato lanciato da Viktor Orban con lo slogan "Abbiamo bisogno di un cambiamento a Bruxelles per rendere l'Europa di nuovo grande #MEGA". Il leader ungherese è in conflitto con la Commissione guidata da Ursula von der Leyen. "Abbiamo bisogno di un cambiamento a Bruxelles: è l'unico modo per porre fine all'immigrazione illegale, proteggere le nostre famiglie e rilanciare l'economia europea".
Viktor Orban ha buoni rapporti con Marine Le Pen e Giorgia Meloni. Può bloccare la riconferma di Ursula von der Leyen al Consiglio? In assenza di consenso, la decisione deve essere presa a maggioranza qualificata. Viktor Orban da solo non può fare nulla. E Giorgia Meloni non seguirà la sua linea, perché avrebbe troppo da perdere. Il secondo mandato di Ursula von der Leyen sarà deciso dal voto del Parlamento europeo dopo la nomina da parte del Consiglio europeo. Von der Leyen è diventata la candidata del PPE e il suo approccio molto di destra non piace a diversi deputati. Fino al punto di bocciare il secondo mandato? Sarebbe una sorpresa e una prima volta.
La frase
"Se l'Ucraina cade, non scommetterei molto sull'Unione Europea".
Stéphane Séjourné, ministro degli Affari Esteri francese.
Geopolitica
Al Consiglio europeo discussione sul sostegno militare all'Ucraina - I capi di stato e di governo dell'Ue torneranno a discutere dell'aumento del sostegno militare all'Ucraina durante il Consiglio europeo del 21 e 22 marzo. I ventisette sperano di aver trovato un accordo entro quella data sulla riforma della European Peace Facility per stanziare 5 miliardi di euro di aiuti militari l'anno. I leader parleranno dell'utilizzo dei profitti straordinari derivanti dalle attività russe immobilizzate dalle sanzioni. Alcuni stati membri hanno anche chiesto di iniziare a lavorare anche a un quattordicesimo pacchetto di sanzioni, composto da misure settoriali significative e sull'elusione delle sanzioni. Al Consiglio europeo, i leader parleranno anche dalle proposte presentate dalla Commissione sulla strategia industriale europea per la difesa. Per contro, non ci dovrebbero essere novità al vertice sul processo di adesione dell'Ucraina. Il Consiglio europeo dovrebbe ricevere dalla Commissione una relazione scritta sui progressi realizzati dalla Bosnia-Erzegovina per lo status di candidato e una relazione orale sull'avanzamento delle candidature di Ucraina e Moldavia. I leader non discuteranno del quadro negoziale che la Commissione dovrebbe presentare a metà marzo.
Il Buy European della Francia continua a bloccare l'European Peace Facility - La discussione tra gli ambasciatori dei ventisette ieri al Coreper non è stata risolutiva sulla European Peace Facility. “Stiamo chiaramente riducendo il divario, ma rimangono alcune domande sulle origini (delle armi) quando si tratta di appalti congiunti e industria della difesa”, ci ha detto un diplomatico. Tradotto: nonostante concessioni, la Francia insiste per imporre almeno alcune clausole di preferenza comunitaria (o “Buy European”). I ventisette sembrano d'accordo su uno stanziamento di 5 miliardi di euro. Non è chiaro se la Germania insista e in che termini) su uno sconto sul suo contributo per compensare l'assistenza bilaterale. La presidenza belga dell'Ue spera di “garantire un solido accordo prima del Consiglio europeo”, ci ha detto il diplomatico.
Putin bombarda Zelensky e Mitsotakis a Odessa - La Russia ieri ha bombardato Odessa durante una visita nella città del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, insieme al primo ministro greco, Kyiakos Mitsotakis. Durante una conferenza stampa, Zelensky ha spiegato che ci sono stati "morti e feriti" a causa dell'attacco russo. un missile è esploso a 150 metri dalle due delegazioni. "Abbiamo sentito il suono delle sirene antiaeree e delle esplosioni vicino a noi. Non abbiamo avuto il tempo di metterci al riparo", ha detto Mitsotakis, parlando di "esperienza impressionante". Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha denunciato le "tattiche vigliacche della Russia". Il bombardamento durante la visita di Zelensky e Mitsotakis a Odessa è "riprovevole e al di sotto perfino degli standard del Cremlino. Il pieno sostegno dell'Ue all'ucraina e al suo popolo coraggioso non vacillerà", ha detto Michel.
La Commissione pensa di paracadutare aiuti su Gaza - Ursula von der Leyen venerdì sarà a Cipro per inaugurare un'iniziativa lanciata da Cipro su corridoio marittimo per trasportare aiuti umanitari a Gaza. Nel frattempo, la Commissione sta anche valutando la possibilità di paracadutare aiuti nella Striscia, come hanno fatto gli Stati Uniti e alcuni stati membri. “Guardiamo a questa possibilità molto da vicina, con la puntualizzazione che come Unione europea non abbiamo i mezzi per un'operazione di questo tipo”, ha detto un portavoce della Commissione. L'Ue dovrebbe affidarsi agli aerei di uno stato membro, di organizzazioni dell'Onu o di partner locali. In ogni caso “paracadutare aiuti è la soluzione di ultima istanza” perché non sostituisce gli aiuti umanitari sul terreno” e permette di consegnare “un ammontare limitato di assistenza”, ha precisato il portavoce.
Migranti
Von der Leyen sostiene il modello Ruanda per i richiedenti asilo - "Il manifesto del Partito popolare europeo è il manifesto anche della nostra Spitzenkandidat. Quindi tutte le posizioni programmatiche del Ppe sono sostenute anche da Ursula von der Leyen", ha detto ieri il presidente del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber, rispondendo a una domanda dei giornalisti sulla proposta di adottare il modello Ruanda per i richiedenti asilo nell'Unione europea. Il modello Ruanda è la politica adottata (ma non ancora attuata) dal Regno Unito, che prevede di inviare i richiedenti asilo nel paese africano per verificare lo status di protezione internazionale. Nel suo manifesto adottato ieri al Congresso di Bucarest, il PPE prevede accordi con paesi terzi sicuri, dove i migranti dovrebbero restare anche quando ottengono la protezione internazionale. "Dobbiamo distinguere ra i richiedenti asilo e i migranti illegali, che dovrebbero essere respinti alla frontiera esterna. Chi viene in Europa, lo decidiamo noi come Stato e non i trafficanti", ha detto Weber.
Il Mediatore contro la Commissione sull'accesso ai documenti sulla Libia - L'Ombudsman dell'Ue, Emily O’Reilly, ieri ha criticato la Commissione per non aver dato un accesso sufficienti ai suoi documenti relativi al monitoraggio dei diritti umani delle attività dell'Ue in Libia. La denuncia era stata presentata da un giornalista che aveva effettuato una richiesta di accesso del pubblico a questi documenti. La Commissione ha individuato sei documenti che rientrano nell'ambito di applicazione della richiesta, ma ha fornito solo un accesso parziale, invocando eccezioni legate alla tutela della sicurezza pubblica. Sulla base dell'indagine e di un'ispezione dei documenti, il Mediatore ha constatato che la Commissione non era giustificata a cancellare parti sostanziali delle informazioni e ha raccomandato di valutare la possibilità di concedere un accesso più ampio ai documenti in questione. Il Mediatore ha inoltre constatato che la Commissione non aveva individuato tutti i documenti pertinenti che rientrano nell'ambito di applicazione della richiesta del denunciante sulla Libia.
Trilogo
Terzo tentativo sulla due diligence delle multinazionali – La presidenza belga del Consiglio dell'Ue domani effettuerà un terzo tentativo per arrivare a un accordo definitivo tra governi e Parlamento europeo sulla direttiva sulla due diligence delle multinazionali. Già in due occasioni, l'intesa è fallita per l'emergere di una minoranza di blocco attorno a Germania e Italia. L'ultima volta la coalizione dei contrari si è allargata alla Francia che ha chiesto di modificare sostanzialmente il testo uscito dal trilogo con il Parlamento europeo. La presidenza belga ieri ha inviato una nuova versione del testo con cambiamenti sostanziali. La direttiva si applicherebbe a imprese estremamente grandi (oltre 300 milioni di fatturato e 1.000 dipendenti). Sarebbero previsti periodi transitori molto lunghi per l'attuazione della due diligence (da 3 a 5 anni a seconda delle dimensioni delle imprese). Ci sarebbero eccezioni per l'obbligo di due diligence su alcune attività a valle nella catena del valore. Gli obblighi relativi agli impatti climatici delle attività delle multinazionali sono stati rimossi per le imprese meno grandi.
Critiche per l'obbligo di due diligence annacquato su pressione delle lobby - Dovrebbe essere la riunione degli ambasciatori di domani (il cosiddetto Coreper I) a cercare un accordo sulla direttiva sull'obbligo di due diligence per le multinazionali. Non è ancora confermato al 100 per cento. Ma la presidenza belga ha anche previsto un passaggio politico oggi al Consiglio Competitività. Il tema sarà dibattuto dai ministri dei ventisette. I difensori dei diritti umani e dell'ambiente sono particolarmente duri con la nuova versione edulcorata della direttiva e gli stati membri che hanno imposto il nuovo testo. “Oggi una piccola minoranza di politici e dirigenti d'azienda sta deludendo i 17,3 milioni di persone intrappolate nel lavoro forzato nel settore privato e i 3,9 milioni di persone costrette dai loro governi a lavorare contro la loro volontà”, ha detto Jasmine O'Connor, direttore esecutivo di Anti-Slavery International. Secondo O'Connor, “il governo tedesco ha ceduto alle pressioni politiche interne e il governo francese ha ceduto alle pressioni delle lobby imprenditoriali. L'Italia, insieme a diversi Stati membri più piccoli, ha seguito la scia di questa incertezza, lasciandosi influenzare”.
La Commissione contraria all'accordo sugli imballaggi - L'accordo raggiunto tra la presidenza belga del Consiglio dell'Ue e il Parlamento europeo sulle nuove regole per ridurre i rifiuti da imballaggi e incentivare il riuso non piace alla Commissione europea, che ha rifiutato di dare il suo avvallo al testo concordato dai due colegislatori. Effettivamente il compromesso ha annacquato molte delle norme più stringenti proposte dalla Commissione. Un trilogo si fa a tre: Consiglio, Parlamento e Commissione. "Parte dell'accordo provvisorio tra Parlamento e Consiglio andava oltre il mandato dei negoziatori della Commissione. Di conseguenza non hanno potuto prendere posizione”, ha detto un portavoce dell'esecutivo diretto da Ursula von der Leyen. In teoria la Commissione potrebbe ritirare la proposta prima della sua adozione finale. Il portavoce ha spiegato che “sono in corso discussioni all'interno della Commissione sulla posizione da prendere”.
Euro
Alla Bce le colombe tornano a volare contro i falchi - Oggi si riunisce il Consiglio dei governatori della Banca centrale europea, ma gran parte degli analisti non si attende che la presidente Christine Lagarde annunci una svolta sui tassi di interessi. La stima flash di Eurostat sull'inflazione a febbraio (2,6 per cento contro il 2,8 per cento di gennaio) ha dato forza alle voci delle colombe, che si sono alzate nelle ultime settimane per chiedere un taglio dei tassi. "L'inflazione sta scendendo più rapidamente del previsto", ha detto il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, durante la riunione dei ministri delle Finanze e dei banchieri centrali del G20 della scorsa settimana. Anche il greco Yannis Stournaras ha detto che l'obiettivo del 2 per cento potrebbe essere raggiunto in autunno. Ma i falchi non sono così convinti e sottolineano che l'inflazione di febbraio è più alta della stima degli economisti. Inoltre, l'inflazione di base rimane al 3,1 per cento. I dati europei e nazionali "confermano il mio punto di vista che dobbiamo aspettare, dobbiamo essere attenti e non possiamo correre verso una decisione" per tagliare i tassi, ha detto il governatore della Banca centrale austriaca, Robert Holzmann.
Blue deal
Il Comitato Economico e Sociale irritato dal ritardo della Commissione sull'acqua - Il Comitato economico e sociale aveva lanciato la proposta di affiancare al Green deal un “Blue deal”, un nuovo Patto per l'acqua, risorsa essenziale per la vita, gli ecosistemi, le attività economica e la società in generale, spesso trascurata dalle politiche pubbliche europee. In una lettera inviata il 4 marzo al vicepresidente della Commissione, Maros Sefcovic, il coordinatore per il Blue deal del Comitato economico e sociale, Pietro Francesco de Lotto, insieme ai colleghi responsabili al Parlamento europeo e al Comitato delle regioni, lamenta la decisione della stessa Commissione di rinviare a tempo indeterminato l'Iniziativa sulla resilienza dell'acqua che "getta dubbi sulla determinazione dell'Ue di affrontare la crisi dell'acqua". Nella lettera, il Comitato economico e sociale chiede che il Buel deal diventi una priorità principale per l'Ue e che la prossima Commissione faccia dell'acqua una priorità del suo mandato 2024-29. Fonti del Comitato economico e sociale ci hanno spiegato le ragioni del rinvio. Ursula von der Leyen sarebbe contraria "a qualsiasi iniziativa che possa provocare una reazione da parte degli agricoltori", ci ha detto una fonte.
Accade oggi
Consiglio Competitività
Banca centrale europea: conferenza stampa della presidente Lagarde al termine della riunione del Consiglio dei governatori
Congresso del PPE a Bucarest
Commissione: visita della presidente von der Leyen a Cipro
Commissione: discorso della commissaria Ferreira alla conferenza "Rafforzare la coesione europea"
Commissione: la commissaria Urpilainen incontra la presidente della Bei, Nadia Calvino
Consiglio: riunione del Comitato Politico e di Sicurezza
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sulla protezione dei dati personali nel sistema di aste per spazi pubblicitari online; sentenza nella causa Feudi di San Gregorio sulla normativa italiana fiscale
Eurostat: dati sulla produzione e il turnover nei servizi a dicembre 2023; dati sulle differenze di genere nell'occupazione part time nel terzo trimestre del 2023; tasso di fertilità nel 2022