Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue. Oggi è Christian a prendere i comandi.
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La Francia, un pandemonio per l'Ue
"Rien ne va plus" dal punto di vista politico, economico e sociale in Francia. La confusione e il caos permanente iniziano a preoccupare i partner dell'Unione europea. Il presidente Emmanuel Macron ha perso il controllo sul potere e sembra incapace di riconquistarlo. Le finanze pubbliche sono in grave difficoltà. Il paese sembra ingovernabile e minaccia di esplodere socialmente da un momento all'altro. “Anche la Germania non è al suo meglio”, sbottano i funzionari francesi di fronte a questa immagine negativa della Francia. Ma non basta sottolineare la pagliuzza nell'occhio del vicino. È necessario trovare soluzioni ai problemi per ripristinare la fiducia perduta.
“Una squadra! Ora mettiamoci al lavoro”. Incaricato il 5 settembre di formare un governo, Michel Barnier è rimasto sobrio sabato, quando ha presentato il risultato dei difficili negoziati condotti con i gruppi politici centristi che sostengono Emmanuel Macron. “Questo non è un governo di coabitazione, ma di concubinato”, ha commentato il politologo Stéphane Rozès su Le Figaro per descrivere l'alleanza tra il partito di destra dei Républicains e i partiti dell'ex maggioranza presidenziale. “Un governo reazionario sotto forma di insulto alla democrazia”, ha esclamato il primo segretario del Partito socialista Olivier Faure.
Il governo è in funzione, ma sopravviverà? Il nuovo esecutivo è alla mercé del Rassemblement National. L'estrema destra, con 142 deputati, non può far cadere il governo Barnier da sola, ma se appoggerà una mozione di censura presentata dai partiti di sinistra alleati nel Nuovo Fronte Popolare, la Francia ripiomberà nel caos. Questa instabilità preoccupa l'Unione Europea. Il periodo di transizione per le nuove istituzioni comunitarie sta per finire. Se la Francia è paralizzata, incapace di prendere decisioni, nemmeno la macchina europea funzionerà.
Per la prima volta, la Francia è divisa in tre blocchi ed è ostaggio dei due estremismi di destra e di sinistra. I francesi sono diventati ostili all'Ue? A giugno, in occasione delle elezioni europee, hanno eletto una maggioranza di rappresentanti di partiti eurofobi. Un mese dopo, i 37 eletti dei partiti di estrema destra, i 9 eletti del gruppo ribelle della France Insoumise e i comunisti, a cui si sono aggiunti i 6 eletti del partito di destra dei Républicains e i 5 eletti degli ecologisti, cioè 57 degli 81 eurodeputati francesi, hanno votato contro la riconferma della conservatrice tedesca Ursula von der Leyen per un secondo mandato alla guida della Commissione europea. Questi voti sono passati inosservati, sommersi dai 401 voti favorevoli. Ma la posizione della Francia, seconda economia e membro fondatore dell'Ue, ha suscitato un certo disagio all'interno dell'Unione.
A livello nazionale, socialisti, ecologisti e comunisti si sono sottomessi alla France Insoumise, la formazione eurofoba guidata da Jean-Luc Mélenchon. Con 193 deputati, il Nuovo Fronte Popolare è lontano dall'avere la maggioranza all'Assemblea Nazionale, ma sta moltiplicando gli ostacoli e cercando di provocare un'altra dissoluzione per spingere Emmanuel Macron alle dimissioni. Il capo dello Stato non ha potuto fare altro che chiamare Michel Barnier, un uomo di destra, l'unico in grado di ottenere la neutralità del Rassemblement National, la cui leader Marine Le Pen si vede già presidente nel 2027. Ha solo bisogno di un po' di tempo per smussare la sua immagine e trasformare con successo il suo partito in una formazione accettabile e credibile.
Il Partito Popolare Europeo si rallegra della nomina di Barnier. Due volte commissario europeo, Barnier ha fatto parte degli organi direttivi del partito del PPE. Aveva perfino cercato il suo sostegno per diventare presidente della Commissione europea. Con Barnier, il PPE ha 15 capi di governo, anche se sarà Emmanuel Macron a sedere nel Consiglio europeo, l'istituzione che dirige l'UE. Questo è il paradosso di Michel Barnier. Il primo ministro si definisce un patriota e un europeista, ma ha più amici politici in Europa che all'interno del suo partito dei Républicains, dove viene criticato per essere “troppo europeo”. Emmanuel Macron si trova nella stessa situazione. Antipatico o addirittura detestato dai francesi, il capo di Stato è rispettato fuori dalla Francia per il suo impegno europeista.
I due come gestiranno gli affari europei? Emmanuel Macron ha una visione, ma non è condivisa dal Partito Popolare Europeo, che ha la maggioranza nel Consiglio, nella Commissione ed è il gruppo più numeroso del Parlamento europeo. Il rapporto tra il presidente e il suo primo ministro non è dei migliori. Michel Barnier non è un uomo di Macron e, a 73 anni, ha poco da perdere. In disaccordo con il capo dello Stato e con le persone a lui vicine durante la formazione del governo, ha minacciato di dimettersi durante le discussioni sulla composizione dell'esecutivo.
La prima priorità del governo Barnier sarà il risanamento delle finanze pubbliche. Contrariamente a quanto sostenuto dall'ex ministro delle Finanze, Bruno Le Maire, non godono di buona salute. Il governatore della Banca di Francia, François Villeroy de Galhau, ha avvertito che la Francia non ha più i mezzi per continuare con la vita attuale: il deficit pubblico potrebbe esplodere al 5,6 per cento del Pil entro la fine dell'anno e il debito potrebbe superare i 3.000 miliardi di euro. Barnier deve presentare a Bruxelles un piano di risanamento finanziario. La scadenza era prevista per il 20 settembre, ma è stata posticipata in attesa della formazione del nuovo governo. A Bruxelles non potranno più far finta di niente sulle finanze pubbliche, dicendo “perché la Francia è la Francia”, come l'ex presidente della Commissione Jean-Claude Juncker nel 2016 per giustificare un'indulgenza sui margini di bilancio negata ad altri Stati membri.
I tempi sono cambiati. Secondo il governatore della Banca di Francia, il governo francese dovrà “trovare 100 miliardi di euro in 5 anni, o 20 miliardi di euro all'anno” per riportare il deficit pubblico sotto la soglia simbolica del 3 per cento entro il 2029. Ridurre o migliorare la spesa, imporre aumenti delle tasse: il rimedio assomiglia molto a una purga difficile da digerire in un paese surriscaldato dagli opposti estremi di destra e sinistra. “Barnier non ha futuro. Sarà sconfitto all'Assemblea Nazionale, senza dubbio per il suo progetto di bilancio, e cadrà con una mozione di censura se coloro che si definiscono all'opposizione continueranno ad esserlo. Questa è la verità”, ha tuonato sabato Jean-Luc Mélenchon. Il leader della France Insoumise ha previsto un voto di sfiducia in autunno, quando il bilancio sarà esaminato dall'Assemblea nazionale. La sopravvivenza del governo Barnier è appesa a un filo. Il filo che ha tessuto con l'estrema destra.
La frase
“L'Europa sta passando massicciamente, significativamente, a destra”
Thierry Breton.
Germania
Scholz si salva (per ora) nelle elezioni del Brandeburgo - La Spd di Olaf Scholz ha ottenuto una rara vittoria ieri nelle elezioni per il Land del Brandeburgo, superando il partito di estrema destra di Alternativa per la Germania (AfD), che i sondaggi avevano dato in testa durante tutta la campagna elettorale. Merito di una forte mobilitazione degli elettori La Spd ha ottenuto il 30,9 per cento, quasi cinque punti in più rispetto alle ultime elezioni in Brandeburgo. AfD si colloca al secondo posto, in crescita di sei punti, con il 29,4 per cento. Il sorpasso, che avrebbe potuto decretare la fine di Scholz come candidato alla cancelleria della Spd, non c'è stato. Ma non per questo la posizione del cancelliere si è consolidata. Il nuovo partito di estrema sinistra BSW arriva in terza posizione con il 13,4 per cento, davanti alla Cdu con l'11,6 per cento. I crisiano-democratici subiscono un netto calo (-5 punti), come i Verdi che si fermano sotto la soglia di sbarramento del 5 per cento per cento insieme all'estrema sinistra di Die Linke al 3 per cento. In termini di seggi, la Spd non potrà replicare la maggioranza che ha governato il Brandeburgo negli ultimi due anni. I partiti democratici della Spd e della Cdu hanno un numero di seggi pari a quello di AfD e BSW. Il buon risultato dei socialdemocratici è più merito della popolarità del premier uscente del Land, Dietmar Woidke, che di Scholz. Woidke ha preso le distanze dal cancelliere e criticato le politiche del governo federale.
Geopolitica
Von der Leyen pronta a fare senza gli Stati Uniti sul prestito del G7 all'Ucraina - I 50 miliardi di dollari di prestito che il G7 aveva promesso all'Ucraina sono messi in discussione dalla richiesta degli Stati Uniti all'Ue di garantire la continuità delle sanzioni contro la Russia e il veto dell'Ungheria alla proposta di prolungare le misure restrittive a 36 mesi. Ursula von der Leyen venerdì ha deciso di sfidare sia Joe Biden sia Viktor Orban, annunciando la proposta di “un prestito fino a 35 miliardi di euro come parte della promessa del G7”. L'ammontare è doppio rispetto alla quota dell'Ue prevista dall'accordo al G7: 20 miliardi per gli europei, 20 miliardi per gli americani e 10 miliardi per Canada, Giappone e Regno Unito. Una delle proposte legislative prevede di prolungare a 36 mesi le sanzioni contro gli attivi sovrani russi, dando a Orban la possibilità di un veto. Ma se il premier ungherese lo farà e se l'amministrazione Biden di abbandonare il prestito, l'Ue farà senza gli Stati Uniti. Almeno questo è il messaggio politico inviato da von der Leyen. “Non sappiamo se sarà G7 o G6”, ma gli Stati Uniti “sono stati forti sostenitori di un meccanismo per usare gli attivi congelati”, ci ha detto una funzionario della Commissione. “Speriamo che sarà un G7 plus con altri partner che entrano”. Se l'Amministrazione Biden parteciperà il prestito, la quota dell'Ue sarò ridotta di conseguenza.
Commissione von der Leyen II
Kubilius vuole imporre debito comune per la difesa e stock obbligatori di munizioni - L'ex premier lituano, Andrius Kubilius, è stato scelto da Ursula von der Leyen come prossimo commissario alla Difesa. In teoria dovrebbe concentrarsi sugli aspetti industriali. Ma nelle sue prime interviste sta già espandendo le sue ambizioni. Al Financial Times, Kubilius ha detto che l'Ue dovrebbe obbligare gli stati membri ad accumulare scorte minime di munizioni, polvere da sparo e altre forniture militari. "Si apporta un valore aggiunto alla sicurezza degli stati membri ma, in aggiunta, si crea una domanda permanente di produzione, che è il problema più grande per l'industria della difesa. Mancano ordini di produzione stabili a lungo termine", ha spiegato Kubilius. Il futuro commissario si è detto favorevole a debito comune per investire nella strategia di difesa e vuole cambiare le regole sugli investimenti per classificare la spesa per la difesa come sostenibile. I piani dell'Ue nel settore dovrebbero anche includere il Regno Unito. "Consideriamo il Regno Unito come parte dell'Europa", ha detto Kubilius.
Il ritorno di Breton e i dubbi sulla Commissione “imperialista” - Una settimana fa Thierry Breton ha sorpreso tutti annunciando le sue dimissioni da commissario europeo, dopo che Ursula von der Leyen ha usato la sue prerogative sull'attribuzione dei portafogli per convincere Emmanuel Macron a presentare un altro candidato. Ieri Breton è ricomparso sulla scena pubblica con un'intervista a France Inter. “Nessuno rancore” nei confronti di von der Leyen o Macron, ma Breton ha confermato le sue critiche sulla governance “imperialista” e ha messo in dubbio la volontà della presidente di realizzare le raccomandazioni del rapporto di Mario Draghi. "Non sono sicuro al 100 per cento che sia convinta di seguire la pista che è stata evocato", ha detto Breton. “Quando Mario Draghi ha detto che servirà un investimento comune come abbiamo fatto con NextGenerationEU, per fare in modo che ci indebitiamo in comune (…), la signora von der Leyen ha detto 'no'”, ha detto Breton.
L'Ombudsman indaga sulle iniziative legislative urgenti della Commissione - Un avvertimento per il futuro a Ursula von der Leyen, che durante il suo primo mandato ha usato in modo troppo disinvolto la legislazione d'urgenza? Il Mediatore europeo, Emily O'Reilly, la scorsa settimana ha avviato un'indagine sul modo in cui la Commissione di Ursula von der Leyen lavora su proposte legislative "urgenti", in particolare sulle procedure interne per decidere se aggirare i requisiti della valutazione d'impatto per le proposte legislative urgenti e il modo in cui osserva il principio di un processo decisionale basato su elementi concreti. L'indagine è stata avviata dopo che alcune organizzazioni ambientaliste hanno sollevato preoccupazioni su come la Commissione ha preparato la recente modifica della Politica agricola comune dell'UE. L'indagine riguarda anche il modo in cui la Commissione valuta se le sue proposte sono coerenti con gli obiettivi di neutralità climatica della normativa europea sul clima, nonché il rispetto del principio della consultazione pubblica. L'Ombudsman ha chiesto alla Commissione di rispondere entro il 16 dicembre 2024.
Mercato unico
Venti paesi in difesa del mercato unico - Venerdì venti paesi hanno presentato un non-paper per indicare quali dovrebbero essere la priorità della nuova Commissione di Ursula von der Leyen sul mercato unico. I firmatari del documento sono Austria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia e Svezia. Secondo i venti, la strategia per il mercato unico dovrebbe essere articolata attorno alla libertà di movimento, in particolare nei settori dei beni e dei servizi, dove vi è ancora una significativa frammentazione e divergenza tra le norme nazionali. I venti chiedono una “applicazione uniforme e solida” delle norme dell'Ue. Non manca un appello alla semplificazione: Per migliorare il Mercato unico, dovremmo concentrarci sulla qualità, sulla coerenza e sull'attuazione, piuttosto che sulla quantità di regole”. Da notare l'assenza di Francia, Italia e Spagna e di altri paesi del sud.
Accade oggi
Consiglio Agricoltura e pesca
Consiglio europeo: il presidente Michel a New York per l'Assemblea generale dell'Onu
Commissione: la presidente von der Leyen New York per l'Assemblea generale dell'Onu pronuncia un discorso all'incontro dei leader degli Stati delle Piccole Isole
Commissione: la vicepresidente Vestager a Washington incontra Rebecca Slaughter commissaria della Commissione Federale per il Commercio degli Stati Uniti
Ue: l’Alto rappresentante Josep Borrell a New York partecipa all'incontro dei ministri degli esteri del G7+ sul sostegno settoriale all'Ucraina e a una riunione congiunta dei ministri degli esteri del G7 e dell'Ue
Parlamento europeo: la presidente Metsola a New York per l’Assemblea generale dell’Onu, interviene al Concordia Summit
Parlamento europeo: audizione alla commissione Affari economici di Piero Cipollone, membro del board della Bce, e Dominique Laboureix, presidente del Single resolution board
Commissione: il Hahn a San Paolo, in Brasile, incontra rappresentanti del governo e investitori
Commissione: il commissario Gentiloni a Varsavia partecipa Dialogo sull'Economia, organizzata dalla Federazione degli Imprenditori e incontra il ministro delle Finanze, Andrzej Domański
Commissione: il commissario Varhelyi incontra la ministra degli Affari europei del Montenegro, Maida Gorcevic
Commissione: la commissaria Ferreira in Cina partecipa al Dialogo di alto Livello Ue-Cina sulla Cooperazione in materia di Politiche regionali
Commissione: la commissaria Simson a New York interviene al Summit sulla Sostenibilità NYC 2024
Commissione: la commissaria McGuinness partecipa al Gruppo di esperti di alto livello sulle misure restrittive dell'Unione e al Forum dei coordinatori delle sanzioni
Commissione: il commissario Hoekstra a New York partecipa all'evento del Forum economico mondiale su ‘Mobilitare le Imprese per l'Impatto della Cop’
Corte dei conti dell'Ue: speciale sul sostegno finanziario dell’Ue all’agricoltura biologica
Eurostat: dati sulle importazioni di prodotti energetici nel secondo trimestre; statistiche sullo sport e il suo impatto economico