Buongiorno! Sono Christian Spillmann e, insieme a David Carretta, vi presentiamo Il Mattinale Europeo.
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Germania e Italia spingono von der Leyen al disarmo unilaterale con Trump
Donald Trump si è lanciato nell'escalation contro l'Unione europea. A partire dal primo agosto, una sovrattassa doganale del 30 per cento sarà imposta su tutte le esportazioni verso gli Stati Uniti. L'Ue si sottometterà o si ribellerà? L'annuncio sembra un grosso colpo di pressione per imporre un accordo draconiano. La nave Europa vacilla. Germania e Italia spingono Ursula von der Leyen al disarmo unilaterale nei negoziati con Trump. Ma alcuni leader si stanno ribellando e accusano la presidente della Commissione di "debolezza" in questa guerra commerciale con gli americani. Responsabile di negoziare a nome dei ventisette, von der Leyen rifiuta il rapporto di forza, perché questa strategia non è consensuale. L'Ue si è dotata di uno strumento anti coercizione in grado di colpire in modo "intelligente" gli Stati Uniti, dove fa più male. Ma Ursula si rifiuta di attivarlo, perché "ora è il momento delle trattative".
L'ultima escalation di Trump ha sconvolto l'agenda della riunione dei ministri del Commercio dell'Ue riuniti oggi a Bruxelles. L'atmosfera è "agitata", ci ha confidato un funzionario europeo. Gli europei erano pronti ad accettare un accordo penalizzante, con un dazio di base del 10 per cento e dazi settoriali più alti. Era il male minore. Poi è arrivata la lettera di Trump. Gli ambasciatori dei ventisette si sono riuniti domenica per fare il punto, trovare una posizione comune e elaborare una strategia per contrastare la coercizione di Trump. Tutte le azioni del presidente americano sono accompagnate da minacce e pressioni per costringere gli europei ad accettare le sue richieste. Questi atti sono la definizione della coercizione. Ma la Commissione von der Leyen non ha nemmeno osato denunciare la coercizione.
Soprannominato "il bazooka", il regolamento anti coercizione adottato nell'ottobre 2023 segue una procedura abbastanza rigorosa. Bisogna ancora attivarlo, cosa che Ursula von der Leyen non ha fatto. "Avremmo dovuto farlo, anche senza adottare misure. Questo avrebbe dato uno strumento di pressione per le trattative", ha spiegato al Mattinale Europeo l'ex direttore generale per il Commercio estero Jean-Luc Demarty. Le critiche stanno iniziando a emergere contro il modo di negoziare della presidente della Commissione. Ursula von der Leyen segue la strategia sostenuta dai governi italiano e tedesco: rinunciare al rapporto di forza, alle contromisure e alle minacce di colpire i servizi americani, accettare i dazi doganali del 10 per cento e limitare i danni.
Trump gioca su questa debolezza europea. Il presidente americano ha finto di mostrarsi magnanimo nella lettera indirizzata a Ursula von der Leyen: "applicheremo un dazio di solo il 30 per cento per i prodotti dell'Ue che entrano negli Stati Uniti, indipendentemente da tutti i dazi settoriali". Trump precisa che questo tasso del 30 per cento è "molto inferiore a quello necessario per eliminare il divario del deficit commerciale". Prima del ritorno di Trump alla Casa Bianca, il dazio medio americano sulle esportazioni dell'Ue era dell'1,47 per cento, contro un dazio europeo dell'1,35 per cento sulle importazioni provenienti dagli Stati Uniti. Nella lettera il presidente americano passa poi alla minaccia: "se, per qualsiasi motivo, decidete di aumentare i vostri dazi doganali e di rispondere, allora, qualunque sia la cifra con cui scegliete di aumentarli, sarà aggiunta al 30 per cento che vi addebitiamo”.
Ursula von der Leyen ora è sotto pressione. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha esortato la Commissione ad accelerare "la preparazione di contromisure credibili, mobilitando tutti gli strumenti a sua disposizione, compreso lo strumento anti coercizione se nessun accordo sarà trovato entro il primo agosto". "Un negoziato serio si fa stabilendo un rapporto di forza", ha aggiunto il ministro delegato responsabile dell'Europa, Benjamin Haddad. Anche il Parlamento europeo si fa sentire. Il presidente della commissione per il Commercio internazionale, il socialista tedesco Bernd Lange, ha denunciato il contenuto e la forma della lettera di Trump, giudicata "impertinente" e ha chiesto che "una prima lista di contromisure sia attivata lunedì". Anche il suo connazionale del PPE, Daniel Caspary, si è indignato. "A un certo punto, basta. La Commissione deve reagire". "Dobbiamo rimanere uniti, utilizzare appieno i nostri strumenti e rispondere se gli Stati Uniti rifiutano un accordo equo", ha dichiarato la liberale svedese, Karin Karlsbro, relatrice del gruppo Renew per le relazioni commerciali Ue-Usa.
"Viste le minacce di Trump, non serve a nulla rispondere ai dazi doganali con altri dazi doganali. Bisogna pensare a misure anti coercizione. La gamma delle azioni è molto ampia", ci ha ricordato un ex commissario. L'Ue può decidere restrizioni commerciali (imposizione di dazi doganali aumentati, licenze di importazione o esportazione, restrizioni al commercio dei servizi), restrizioni agli investimenti (limitazioni all'accesso agli appalti pubblici dell'Ue o restrizioni agli investimenti diretti esteri), restrizioni alla protezione dei diritti di proprietà intellettuale o misure che influiscono sull'accesso ai servizi finanziari dell'Ue.
"L'Europa non ha tratto profitto dalla sua sottomissione e compiacenza verso Trump. La gentilezza e l'abbandono della tassa digitale non hanno portato nulla", sottolinea l'ex capo economista del FMI, Olivier Blanchard su X, sostenendo la necessità di "rappresaglie intelligenti". "Le rappresaglie intelligenti significano qualcosa di molto diverso dal dazio uniforme americano (che è probabilmente altrettanto dannoso per gli Stati Uniti quanto per l'Europa): significa colpire, prodotto per prodotto, ciò che fa più male (politicamente o economicamente) e che fa meno male all'UE", spiega l'economista Blanchard. "Sì, è tempo di reagire", sostiene l'ex primo ministro italiano Enrico Letta, sostenitore di contromisure europee.
Solo che Ursula von der Leyen è tedesca e non osa andare contro gli interessi del suo paese. La ministra tedesca dell'Economia, Katherina Reiche, ha chiamato sabato a "negoziare in modo pragmatico una soluzione con gli Stati Uniti che si concentri sui principali punti di conflitto". Nessuna parola sulla necessità di un rapporto di forza. La Germania, ad ascoltare la signora Reiche, è favorevole alla sottomissione a Trump. Tutto il problema dell'Ue è lì: "una parte degli europei, con tedeschi e italiani in prima linea, si rifiuta di opporsi quando si tratta di mantenere un rapporto di forza con un 'rischio di escalation'", ci ha spiegato un diplomatico.
Ursula von der Leyen ha confermato ieri di voler seguire questa linea. Ha deciso di rinviare nuovamente le contromisure decise in risposta ai dazi doganali americani su acciaio e alluminio. "Prorogheremo la sospensione delle nostre contromisure fino all'inizio di agosto", ha annunciato. Il primo "riequilibrio" riguardante 21,5 miliardi di euro di importazioni provenienti dagli Stati Uniti doveva entrare in vigore martedì mattina. Risposta dell'Ue ai dazi doganali americani su acciaio e alluminio, queste misure dovevano inizialmente essere applicate il primo aprile 2025. La Commissione le aveva accantonate per facilitare un accordo con la Casa Bianca. Ursula von der Leyen ha anche disarmato il regolamento anti coercizione. "È stato creato per situazioni straordinarie. Non siamo ancora a questo punto. Ora è il momento delle trattative", ha affermato.
Donald Trump ha invece mantenuto i suoi dazi aumentati al 50 per cento su alluminio e acciaio, al 25 per cento sulle automobili e al 10 per cento sul 70 per cento delle altre esportazioni dell'Ue. Emmanuel Macron ha stimato a 60 miliardi di euro i dazi cumulativi imposti all'UE dal presidente americano dal 2 aprile, giorno del "Liberation day".
"È saggio arretrare nuovamente? Ho dei dubbi. Pensavo che l'attesa piena di speranza fosse finita. Perché Trump dovrebbe cambiare approccio ora?". Bernd Lange è scettico. La gestione dei negoziati commerciali da parte della presidente della Commissione è giudicata disastrosa dai suoi detrattori. "Ursula von der Leyen è incredibilmente debole nella sua risposta. Non ha ancora capito che sarà una negoziazione perpetua perché non si fermerà con i dazi. Il digitale, la deregolamentazione, i tagli fiscali seguiranno", avverte un ex funzionario europeo.
Trump lo conferma nella sua lettera: l'UE deve autorizzare un accesso completo e aperto al mercato degli Stati Uniti, senza dazi. "Se desiderate aprire il vostro mercato finora chiuso agli Stati Uniti ed eliminare le vostre politiche e barriere commerciali tariffarie e non tariffarie, potremo, forse, considerare una modifica di questa lettera". È così che si parla ai propri vassalli.
La frase
“Mai dal 1945 la libertà è stata così minacciata e mai la pace nel nostro continente è dipesa così tanto dalle nostre decisioni attuali. Sì, stiamo tornando a vivere anni in cui si fa la storia”.
Emmanuel Macron.
Guerra commerciale
I ministri del Commercio davanti al “troppo è troppo” del 30 per cento di Trump - La lettera di Donald Trump che annuncia dazi del 30 per cento contro l'Ue a partire dal primo agosto ha stupito gli europei. Un accordo di principio era già sul tavolo. La Commissione aveva accettato condizioni penalizzanti per l'Ue, a partire dal dazio di base del 10 per cento. Era un sacrificio che gran parte degli Stati membri erano pronti a fare per limitare i danni. Ma il 30 per cento è troppo e l'Ue deve prepararsi a rispondere. Almeno questo è quanto è emerso dal dibattito di ieri tra gli ambasciatori dei ventisette Stati membri. Il grande interrogativo è in che modo rispondere e fino a che punto. La Commissione sta seguendo la linea prudente di Germania e Italia. Ma diversi diplomatici sono convinti che Berlino e Roma saranno costretti a cambiare atteggiamento di fronte ai dazi del 30 per cento di Trump. Saranno i ministri del Commercio a dare le prime indicazioni in una riunione oggi. Il commissario Maros Sefcovic, successivamente, dovrebbe recarsi a Washington per discutere con l'Amministrazione Trump. La maggior parte degli Stati membri sono pronti a fare piccoli aggiustamenti all'accordo che era sul tavolo la scorsa settimana, ma non fino a spingersi a fare grandi concessioni a Trump.
La Commissione ufficializza il secondo pacchetto di contromisure ai dazi di Trump – E' un modo per salvare la faccia, dopo aver scelto di non reagire alla lettera di Trump? La Commissione di Ursula von der Leyen oggi dovrebbe presentare agli Stati membri il secondo pacchetto di contromisure per rispondere alla guerra commerciale di Trump, dopo quello da 21 miliardi di euro sui dazi americani su alluminio e acciaio. La presidente della Commissione ieri ha confermato che “è pronto”. Ma l'ammontare è inferiore alla proposta da 95 miliardi di euro su cui la Commissione aveva lanciato consultazioni con Stati membri e operatori economici. Secondo le nostre informazioni, il valore dei prodotti americani presi di mira ammonta a 72-73 miliardi di euro. Le contromisure saranno adottate solo in caso di mancato accordo. La Commissione ieri ha spiegato agli ambasciatori degli Stati membri la sua strategia basata su quattro binari: negoziare con Trump, prepararsi sulle contromisure, coordinarsi con alcuni partner e diversificare gli accordi commerciali. Il dibattito rischia di essere animato al Consiglio Commercio che si terrà oggi.
Accordo politico con l'Indonesia per un nuovo trattato di libero scambio – Malmenata da Donald Trump con la sua lettera sui dazi, Ursula von der Leyen prosegue la strategia di diversificazione degli accordi di libero scambio di fronte al protezionismo degli Stati Uniti. Ieri la presidente della Commissione ha incontrato il presidente dell'Indonesia, Prabowo Subianto, e annunciato un accordo politico sull'Accordo di partenariato economico globale. I negoziati sono durati 10 anni. Si chiamerà CEPA e dovrà essere finalizzato entro settembre dal commissario Maros Sefcovic e dal ministro indonesiano Airlangga Hartarto. "L'accordo aprirà nuovi mercati e creerà maggiori opportunità per le nostre imprese. Contribuirà inoltre a rafforzare le catene di approvvigionamento di materie prime essenziali, essenziali per l'industria europea delle tecnologie pulite e dell'acciaio”, ha detto von der Leyen. “L'Indonesia è una delle maggiori economie del mondo, con un Pil di 1,2 trilioni di euro; è un fornitore leader di beni vitali per la transizione digitale e verde; e rappresenta un mercato in crescita di oltre 287 milioni di persone. Insieme, rappresentiamo un mercato di 730 milioni di persone”, ha ricordato la presidente della Commissione.
Geopolitica
Un altro piccolo successo di Kallas sul Medio Oriente – Dopo l'accordo della scorsa settimana con Israele per aumentare gli aiuti umanitari per Gaza, Kaja Kallas oggi potrebbe rivendicare un altro piccolo successo diplomatico sul Medio Oriente. Questa sera l'Alto rappresentante presiederà la quinta riunione ministeriale tra l'Ue e i paesi del vicinato meridionale. Diverse fonti ci hanno confermato la presenza del ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar, e il suo omologo palestinese, Varsen Aghabekian. Sarà la prima volta dall'attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre che i ministri degli esteri di Israele e dell'Autorità palestinese siederanno attorno allo stesso tavolo. Dovrebbero essere presenti anche il ministro egiziano, Badr Abdelatty, quello marocchino, Nasser Bourita, e quello siriano Assad Hassan al-Shaibani. Anche la commissaria per il Mediterraneo, Dobravka Suica, sarà presente all'incontro.
Dopo l'accordo di Kallas, la Germania contraria a discutere potenziali sanzioni contro Israele – I ministri degli Esteri dell'Ue domani torneranno a discutere della situazione a Gaza, dopo che l'Alto rappresentante, Kaja Kallas, è riuscita a ottenere un accordo da Israele per migliorare la situazione umanitaria nella Striscia. Diversi Stati membri vogliono una discussione sostanziale sulle opzioni che Kallas ha presentato loro per sanzionare Israele per violazione dell'accordo di associazione con l'Ue. Le potenziali sanzioni “meritano di essere discusse come eventuale metodo di pressione se gli impegni israeliani non saranno messi in atto”, ci ha detto un diplomatico. Ma la Germania è contraria, perché ritiene che l'accordo tra Kallas e Israele sia sufficiente. Berlino ha anche una posizione diversa dal resto dell'Ue sul ruolo della Gaza Humanitarian Foundation per la distribuzione degli aiuti umanitari. Se Kallas vuole che gli aiuti vengano distribuiti dalle agenzie delle Nazioni Unite e dalle ong già presenti sul terreno, la Germania è disponibile a canalizzarli anche attraverso la Gaza Humanitarian Foundation.
Macron vuole una Francia temuta e temibile - “Per essere liberi in questo mondo, bisogna essere temuti. Per essere temuti, bisogna essere potenti”. Emmanuel Macron ha moltiplicato gli annunci durante il suo tradizionale discorso alle forze armate, alla vigilia del 14 luglio. Il bilancio delle forze armate sarà portato a 64 miliardi di euro nel 2027, con un aumento di 3,5 miliardi nel 2026 e di altri 3 miliardi nel 2027. “Questo nuovo sforzo, storico e proporzionato, è credibile. È proprio quello che ci serve, ma davvero quello che ci serve”, ha insistito il capo dello Stato. Ma non si tratta di un riarmo che comporta un indebitamento, ha affermato Macron. Il presidente ha rinviato la responsabilità di finanziare questo sforzo al primo ministro, che dovrà presentare il suo bilancio martedì. Il presidente ha chiesto di colmare le “zone di fragilità” delle forze armate: le scorte di munizioni, la difesa aerea e i mezzi di guerra elettronica. Ha anche chiesto di “aumentare le nostre capacità spaziali” e ha invitato a “spingere al massimo i cursori dell'addestramento dei soldati”. È stato effettuato un adeguamento delle retribuzioni per i soldati semplici e i sottufficiali, che sarà completato entro la fine dell'anno per gli ufficiali. La Francia è stata designata come “avversario principale” da Mosca. Emmanuel Macron ha messo in guardia contro “la permanenza della minaccia russa organizzata e duratura alle frontiere dell'Europa, dal Caucaso all'Artico” e ha invitato gli europei a “organizzarsi per essere in grado di affrontare e dissuadere”.
Ungheria e Slovacchia mettono il veto sulle sanzioni contro il regime di Sogno georgiano - L'Alto rappresentante, Kaja Kallas, ha presentato una nuova proposta per sanzionare la deriva del governo di Sogno Georgiano in Georgia, includendo due giudici nell'elenco delle 15 personalità da inserire nella lista nera dell'Ue. Ma la proposta è stata nuovamente bloccata dal veto dell'Ungheria e della Slovacchia. In realtà, dietro a Budapest e Bratislava, si nasconde un gruppo più ampio di paesi che non vuole adottare una linea dura con il regime filo russo a Tbilisi. Basta guardare i firmatari di una dichiarazione comune sul deterioramento della situazione in Georgia che condanna la repressione politica e l'adozione di leggi volte a soffocare la società civile. Dal documento manca la firma di Italia, Croazia, Grecia, Malta, Cipro, Slovenia, Portogallo, Bulgaria, Romania e Lussemburgo.
La Commissione propone un tetto dinamico al prezzo del petrolio russo – Gli ambasciatori dei ventisette Stati membri venerdì hanno nuovamente discusso del diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia con l'obiettivo di sbloccare lo stallo dovuto al veto di Slovacchia e Ungheria. Ma c'è un altro veto che potrebbe indebolire le nuove misure restrittive: quello di Grecia, Malta e Cipro alla riduzione del tetto al prezzo del petrolio russo da 60 a 45 dollari al barile. La misura adottata nell'ambito del G7 serve a tagliare le entrate che alimentano lo sforzo di guerra con il Cremlino. Diversi Stati membri sono pronti ad andare avanti anche senza gli Stati Uniti, che hanno espresso contrarietà alla riduzione del prezzo del petrolio. “Nel quadro del G7 ha il massimo effetto, ma anche farlo con l'Ue e il Regno Unito ha conseguenze”, ci ha detto un diplomatico. Tuttavia Grecia, Malta e Cipro si oppongono perché temono di perdere contratti per i loro armatori. Ursula von der Leyen è anche preoccupata di un impatto sui prezzi globali del greggio a causa di una riduzione dell'offerta. La Commissione ha dunque proposto una nuova versione del testo con un tetto al prezzo del petrolio dinamico per tenerlo 15 dollari inferiore al prezzo di mercato.
Fico spera in un accordo con l'Ue per togliere il veto alle sanzioni alla Russia - Venerdì la Slovacchia e l'Ungheria hanno confermato il loro veto al diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia per la disputa tra Bratislava e la Commissione sulla proposta di abbandonare definitivamente le importazioni di gas russo. Il premier slovacco, Robert Fico, sabato ha detto di sperare di raggiungere un accordo con la Commissione entro martedì. Domani si riuniscono i ministri degli Esteri dell'Ue. "Dobbiamo vincere qualcosa in questa battaglia, anche se non sarà un risultato 100-0", ha detto Fico: "Vogliamo impegni politici, garanzie dai partner e dalla Commissione che questo problema non ricada solo sulla Slovacchia". Una delle possibilità è un tetto alle commissioni che la Slovacchia dovrebbe pagare ad altri paesi per il transito di gas non russo.
MFF
L'ora della verità sul bilancio dell'Ue - Mercoledì la Commissione di Ursula von der Leyen presenterà la madre di tutte le proposte: il nuovo quadro finanziario pluriennale dell'Unione europea, che fissa l'ammontare del bilancio 2028-34, le risorse disponibili e gli strumenti per le varie politiche e le modalità di finanziamento dell'Ue. Dal QFP (l'acronimo inglese è MFF) deriva tutto il resto. Quanti soldi all'agricoltura? Quanti alle regioni più povere? Quanti alla difesa e alla competitività? Ci saranno nuovi strumenti di debito, dopo che l'ultimo QFP aveva permesso di lanciare NextGenerationEU per rilanciare l'economia dopo la pandemia di Covid-19? Ursula von der Leyen ha presentato idee molto ambiziose per modernizzare il bilancio dell'Ue, che stanno andando incontro a forti resistenze, come la possibilità di accorpare i fondi per l'agricoltura e quelli per la coesione in un assegno unico nazionale da versare sulla base di riforme e investimenti. La preparazione della proposta di QFP era stata tenuta segreta e centralizzata dal gabinetto della presidente e dalla direzione generale Bilancio. Questo fine settimana si sono intensificati i negoziati interni alla Commissione. Inevitabilmente anche le fughe di notizie sui testi, che sono iniziati a circolare tra gabinetti di commissari, rappresentanze degli Stati membri e deputati europei. La proposta del nuovo QFP di mercoledì è solo l'inizio di un lungo processo. Per adottarla servirà l'unanimità dei capi di Stato e di governo.
Tassa sulle grandi imprese, accise per il tabacco, imposta sui rifiuti elettronici – I nostri amici del Financial Times e di Contexte hanno anticipato la proposta della Commissione sulle “risorse proprie”, cioè le entrate dirette al bilancio comunitario che permettono di ridurre il contributo degli Stati membri. La principale novità è una nuova tassa sulle grandi imprese che operano nel mercato unico, che dovrebbe essere imposta alle società con un fatturato superiore a 50 milioni di euro con un sistema di aliquote progressive. Un'altra novità è un'accisa europea sul tabacco, giustificata con gli obiettivi della politica sanitaria, che dovrebbe essere applicata anche ai nuovi prodotti. Infine, la Commissione vorrebbe una tassa sui rifiuti elettronici non riciclati, analoga a quella già in vigore sui rifiuti della plastica non riciclati, e immagina un'entrata sui piccoli pacchi che entrano nell'Ue. Il documento conferma anche alcune proposte risalenti al 2021, come destinare una parte delle entrate generate dal sistema di scambio delle quote di emissioni ETS e dal Meccanismo di aggiustamento carbonio CBAM al bilancio dell'Ue.
Von der Leyen proporrà più flessibilità per il nuovo QFP – I nostri amici di Contexte hanno anticipato anche un'altra delle proposte legate al nuovo QFP, che dovrebbero essere presentate mercoledì, quella che fissa la struttura generale del futuro bilancio pluriennale. Sono previsti tre capitoli, più un quarto per le spese dell'amministrazione. Nel QFP attuale (2021-17), i capitoli del bilancio dell'Ue erano cinque. La Commissione spera di ottenere molta più flessibilità nella gestione delle risorse dell'Ue, in particolare attraverso la creazione di tre “strumenti speciali”: una riserva per l'Ucraina, uno strumento di flessibilità e uno strumento unico di margine. Dietro quest'ultima formula tecnocratica si nasconde la possibilità di indebitarsi attraverso i margini del bilancio – la differenza tra i tetti per gli impegni di spesa e i pagamenti di spesa – come accaduto con gli strumenti di prestito SURE (per la pandemia) e SAFE (per il riarmo). Nel documento pubblicato da Contexte non ci sono le cifre, che saranno svelate solo mercoledì.
Germania
Prima crisi nel governo Merz sulla nomina dei giudici costituzionali - La nomina di tre giudici costituzionali in Germania ha provocato la prima crisi interna alla grande coalizione che sostiene il governo di Friedrich Merz in Germania. Venerdì il Bundestag ha rinviato il voto per la nomina di tre giudici alla Corte costituzionale tedesca, dopo che il blocco CDU-CSU ha rifiutato di sostenere la candidata dei socialdemocratici, la giurista Frauke Brosius-Gersdorf, per le sue posizioni favorevoli all'aborto. I conservatori hanno utilizzato come scusa delle vaghe accuse di plagio sulla tesi di dottorato di Frauke Brosius-Gersdorf. "Non è un buon giorno per la democrazia", ha detto uno dei leader del gruppo parlamentare della Spd, Dirk Wiese. La Corte costituzionale di Karlsruhe è una delle istituzioni più rispettate in Germania. La politicizzazione della nomina dei suoi giudici potrebbe danneggiarne l'immagine.
Accade oggi
Consiglio Commercio
Consiglio Agricoltura e Pesca
Consiglio europeo: il presidente Costa insieme alla presidente della Commissione von der Leyen riceve il premier dell’Armenia, Nikol Pashinyan
Consiglio di associazione Ue-America centrale
Commissione: dichiarazioni alla stampa della vicepresidente Henna Virkkunen insieme alla ministra danese per gli Affari digitali, Caroline Stage, sulla protezione dei minori online
Commissione: i commissari Ribera e Hoekstra a Pechino per il dialogo Ue-Cina su ambiente e clima
Parlamento europeo: audizione in commissione Commercio internazionale dei rappresentanti della Commissione sui negoziati commerciali Ue-Usa
Parlamento europeo: audizione in commissione Affari economici del commissario Dombrovskis e di Pietro Cipollone, membro del board della Bce
Parlamento europeo: audizione in commissione Controllo bilanci dei candidati al ruolo di direttore generale dell’Olaf
Nato: il segretario generale Rutte negli Stati Uniti incontra il presidente Donald Trump, il segretario di Stato Marco Rubio e il segretario alla Difesa Pete Heghset
Nato: seminario Roses-Roth con la presidente del Parlamento europeo Metsola e i commissari Kos e Kubilius
Eurostat: statistiche sulla protezione sociale nel 2022; dati sulle lingue straniere nelle scuole secondarie nel 2023