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Germania in campagna, Francia in crisi: il letargo dell'Ue si prolunga fino a metà 2025
Se l'Unione europea funzionasse con i messaggi concordati dai social media manager dei suoi leader, tutto andrebbe per il meglio. “Questo segna l'inizio di una solida partnership per l'Europa. Le sfide che ci attendono non saranno una passeggiata nel parco, ma insieme possiamo superarle”, hanno scritto su X all'unisono Ursula von der Leyen, Antonio Costa e Roberta Metsola in tre messaggi accompagnati dalle loro immagini mentre camminano nel parco Leopold, dove si affaccia il Parlamento europeo.
I presidenti di Commissione, Consiglio europeo e Parlamento europeo hanno tenuto la loro prima riunione congiunta da quando sono entrate in carica le nuove istituzioni. Il segnale è di unità e di armonia, dopo cinque anni di tensioni in particolare tra von der Leyen e Charles Michel, il predecessore di Costa. “Gli europei si aspettano risultati: buoni posti di lavoro, un clima sano e una difesa più forte. Uniti, produrremo risultati”, hanno scritto i tre. Ma l'Ue è qualcosa di più della comunicazione su X.
In realtà, il lungo letargo dell'Unione europea, iniziato un anno fa con la campagna per le elezioni europee del 9 giugno e prolungatosi fino al 1o dicembre con il processo di nomina e conferma delle nuove istituzioni, potrebbe durare ancora a lungo. “Fino a maggio-giugno 2025”, ci ha detto un diplomatico di uno Stato membro. La Germania è in campagna elettorale e andrà al voto il 13 febbraio del prossimo anno. “Fino a quando non ci sarà un nuovo governo a Berlino, e il processo potrebbe prendere un paio di mesi, a Bruxelles si muoverà poco”, spiega il diplomatico.
“Non mi aspetto che ci siano iniziative serie prima dell'arrivo di Friedrich Merz alla cancelliera”, ci ha confermato un funzionario dell'Ue. Nei corridoi delle istituzioni comunitarie la vittoria del leader dell'Unione Cdu-Csu è data per certa. “L'interrogativo è se dovrà governare con la Spd, con i Verdi o con i liberali. Per le politiche dell'Ue, il tipo di coalizione che Merz formerà potrebbe rivelarsi decisiva”, ha spiegato il funzionario.
Nel frattempo, in Francia è riesplosa la crisi politica seguita alla decisione di Emmanuel Macron di dissolvere l'Assemblea nazionale e andare a elezioni anticipate. Il primo ministro, Michel Barnier, ieri ha annunciato l'uso dell'articolo 49,3 della Costituzione per bypassare il Parlamento sulla legge di bilancio del 2025. L'opposizione di sinistra, riunita nel Nuovo Fronte Popolare, ha annunciato la presentazione di una mozione di censura contro il governo. La leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, dopo aver tenuto in ostaggio Barnier ricattandolo su diverse scelte politiche, ha detto che è pronta a farlo cadere.
La Francia è di fronte al suo momento della verità. Se non ci saranno un numero sufficiente di deputati pronti a rinnegare i propri partiti per senso di responsabilità, il governo Barnier cadrà ad appena tre mesi dalla sua formazione. Sarebbe il secondo caso di censura nella storia della Quinta repubblica. “Sono molto preoccupato”, ci ha confessato un secondo funzionario dell'Ue di fronte alle notizie che si susseguivano ieri sui destini di Barnier.
La Germania è in campagna elettorale fino al 23 febbraio. La Francia è insabbiata in una crisi politica che non può essere superata almeno fino alla fine di giugno, quando Emmanuel Macron potrà indire nuove elezioni dall'esito incerto. Questa situazione di fatto paralizza l'Ue in un momento chiave. Donald Trump tornerà alla Casa Bianca il 20 gennaio e già minaccia una guerra commerciale contro l'Ue e il disimpegno dalla guerra della Russia contro l'Ucraina.
Il premier polacco, Donald Tusk, che assumerà la presidenza di turno del Consiglio dell'Ue il primo gennaio, sta cercando di mettere in piedi una “coalizione di volenterosi” per sostenere Kyiv e rafforzare la difesa dell'Ue. Ma anche lui è di fronte a una scadenza elettorale. I polacchi andranno al voto a maggio per eleggere il loro nuovo presidente. Se il candidato del PiS, Karol Nawrocki, prevarrà su quello di Piattaforma civica, Rafał Trzaskowski, Tusk si ritroverà con le mani legate dal veto e dai poteri presidenziali.
Ursula von der Leyen ha fatto molte promesse per i suoi primi 100 giorni. La priorità sarà una “compass” per la competitività che dovrebbe tracciare la via per il rilancio economico dell'Ue. Sarà presentato un libro bianco sulla difesa. E sarà pubblicata una “vision” sul futuro della politica europea. La presidente della Commissione ha anche detto che si farà personalmente carico della crisi dell'industria automobilistica con il lancio di un “dialogo strategico” sul futuro del settore.
“Compass” (bussola, ndr), “libro bianco”, “vision”, “dialogo strategico”: sono tutte espressioni che nel giargone dell'Ue indicano documenti contenenti idee, linee guida, opzioni e possibilità da esplorare e percorrere. Ma, salvo in alcuni settori limitati (come l'immigrazione), non ci si aspetta pacchetti legislativi dirompenti. “Fino alla formazione del nuovo governo in Germania”, predice il diplomatico. Ili big bang politico della nuova legislatura inizierà a metà 2025.
La frase
"Kellogg viene a Mosca con il suo piano, noi lo prendiamo e poi gli diciamo di andare a farsi fottere, perché non ci piace niente di tutto ciò. Quella sarebbe tutta la trattativa".
L'oligarca russo, Konstantin Malofeye, in un'intervista al Financial Times, sulla risposta della Russia ai piani di Donald Trump per negoziare sull'Ucraina attraverso il suo inviato speciale, Keith Kellogg.
Geopolitica
Scholz a Kyiv con una valigia piena di armi, ma senza Taurus - Olaf Scholz, cancelliere pacifista della Germania, ha ritrovato la strada per Kyiv ed è arrivato ieri con una valigia piena di armi dopo aver fallito qualche settimana prima nel convincere Vladimir Putin ad aprire i negoziati di pace con l'Ucraina. Il pacchetto è sostanzioso: 650 milioni di euro. Il Ministero degli Affari Esteri ha dettagliato le forniture promesse a dicembre: due sistemi di difesa aerea IRIS-T, 10 carri armati Leopard 1, 60 veicoli blindati e carri armati M84 e M80 sviluppati negli anni '80 nell'ex Jugoslavia, 6.000 missili non guidati e 500 missili guidati, droni, armi leggere, attrezzature invernali e per il riscaldamento. “Abbiamo forza. Il nostro sostegno all'Ucraina non vacilla. Saremo al fianco degli ucraini, per tutto il tempo necessario”, ha dichiarato Olaf Scholz. Ma i Taurus, i missili da crociera aria-terra tedeschi richiesti dagli ucraini, non erano in valigia.
Rutte vuole usare l'argomento Cina per convincere Trump sull'Ucraina - I ministri degli Esteri della Nato oggi si troveranno a Bruxelles per la prima riunione sotto la direzione del nuovo segretario generale, Mark Rutte. In un'intervista al Financial Times, Rutte ha illustrato come intende cercare di convincere Donald Trump a continuare a sostenere l'Ucraina. Il principale argomento sarà l'asse degli avversari composto da Russia, Corea del Nord, Iran e... Cina. "Il fatto che Iran, Corea del Nord, Cina e Russia stiano lavorando in così stretto contatto" significa che "queste varie parti del mondo in cui c'è conflitto, e devono essere gestite dai politici, sono sempre più connesse", ha detto Rutte. "E c'è un certo Xi Jinping che osserva molto attentamente cosa ne verrà fuori" dall'Ucraina.
La Danimarca abbandona la dieta “frugale” - “Noi, come governo danese, guardiamo agli aiuti di Stato con nuovi occhi e nuovi occhiali, al debito comune con nuovi occhi e nuovi occhiali e al bilancio dell'Ue con nuovi occhi e nuovi occhiali. Questa è una nuova era”. Il primo ministro socialista, Mette Frederiksen, ha confermato ieri in un'intervista all'agenzia di stampa danese Ritzau di essere disposta a sostenere uno strumento debito comune, un ambizioso bilancio comunitario e maggiori aiuti di Stato per aumentare gli investimenti nella difesa europea e stimolare la competitività europea. La Commissione dovrà presentare una proposta per il prossimo quadro finanziario pluriennale dell'Ue (2027-2034) nel 2025, ma i negoziati si preannunciano difficili. Cinque anni fa, la Danimarca era uno dei cosiddetti paesi “frugali” e Mette Frederiksen considerava “totalmente assurdo” un aumento del bilancio comune. Oggi, Mette Frederiksen invita i paesi “frugali” (Germania, Paesi Bassi, Svezia, Austria e Finlandia) a “ripensare la loro reazione impulsiva”, quando inizieranno i negoziati su un nuovo bilancio per migliorare la competitività delle imprese europee. “Non vedo come potremo finanziare tutto questo con i fondi che abbiamo”, ha detto. Mette Frederiksen va controcorrente rispetto alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che si rifiuta di considerare un nuovo debito comune come un'opzione. Frederiksen è coerente. Ha annunciato questa nuova direzione in un'intervista rilasciata a giugno alla nostra collega Karin Axelsson di Politiken.
Fico critica Kallas dopo le sue dichiarazioni a Kyiv - Il premier slovacco, Robert Fico, ha telefonato ieri a Ursula von der Leyen per lamentarsi della posizione assunta dall'Alto rappresentante, Kaja Kallas, durante la sua visita di domenica a Kyiv con il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, e la commissaria all'Allargamento, Marta Kos. “L'Ue vuole che l'Ucraina vinca questa guerra. Faremo tutto il necessario”, ha dichiarato Kaja Kallas in un messaggio pubblicato su X. Ostile al continuo sostegno dell'Ue all'Ucraina, il primo ministro slovacco non ha apprezzato la dichiarazione molto netta di Kallas, in linea con le posizioni espresse quando era primo ministro dell'Estonia. “Né i membri della Commissione né il presidente del Consiglio europeo possono permettersi di fare dichiarazioni a nome dell'Unione europea su cui l'Unione europea e il Consiglio europeo non hanno mai trovato un accordo”, ha dichiarato Fico alla stampa. Il richiamo all'ordine di Fico era rivolto a Ursula von der Leyen, un modo per sminuire Kaja Kallas dicendole che non è più un membro del Consiglio europeo, ma una dipendente del presidente della Commissione e dei capi di Stato e di governo.
Francia
La Francia entra in terra incognita - Ieri Michel Barnier ha messo formalmente in gioco il suo governo, utilizzando l'articolo 49-3 per far passare il bilancio della sicurezza sociale senza un voto dell'Assemblea nazionale. La France Insoumise e il Rassemblement National hanno annunciato mozioni di censura. L'estrema sinistra e l'estrema destra vogliono far cadere il governo. I due partiti antieuropei uniranno le loro forze per raggiungere i loro obiettivi. Le mozioni di censura devono essere approvate dalla maggioranza assoluta dei deputati, ovvero 289 voti. Il RN ha 124 membri all'Assemblea nazionale, la France Insoumise 71. Hanno bisogno di conquistare 95 deputati. Il voto è previsto per mercoledì. “Questo è il momento della verità. Ognuno di noi si trova di fronte alle proprie responsabilità e deve decidere se il paese ha un testo (per il finanziamento della sicurezza sociale) o se stiamo entrando in un territorio inesplorato”, ha dichiarato il primo ministro, Michel Barnier. Se Barnier cade, il bilancio per il prossimo anno non sarà approvato, il presidente Emmanuel Macron dovrà nominare un nuovo primo ministro e il governo dimissionario dovrà gestire gli affari correnti. Elezioni anticipate non possono tenersi prima del giugno 2025.
Italia
Meloni nomina Tommaso Foti ministro per gli Affari europei - Dopo la nomina di Raffaele Fitto a vicepresidente della Commissione europea, Giorgia Meloni ha scelto un fedelissimo del suo partito, il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera dei deputati, come nuovo ministro per gli Affari europei. Contrariamente a Fitto, che viene dalla Democrazia cristiana, Foti ha un passato nell'estrema destra neo fascista. La sua carriera politica è iniziata nel Fronte della gioventù, l'organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano. Come altri esponenti del Msi, nel 2002 Foti ha partecipato alla fondazione di Alleanza Nazionale e poi di Fratelli d'Italia nel 2012. "Tutti hanno diritto a convertirsi", ma non ci sono dubbi che ora l'Italia "ha un ministro per gli Affari europei con un passato da militante neofascista", ha commentato una fonte dell'Ue.
Ungheria
Moody's declassa il rating di Orban per lo Stato di diritto - L'agenzia di notazione Moody's, venerdì 29 novembre, ha declassato il rating dell'Ungheria a causa delle "debolezze istituzionali e di governance" e dei timori del protrarsi dello scontro con la Commissione sullo Stato di diritto che ha portato al congelamento di una parte consistente dei fondi dell'Ue. "La nostra decisione di cambiare l'outlook a negativo riflette i rischi al ribasso legati alla qualità delle istituzioni e della governance dell'Ungheria", hanno spiegato gli analisti di Moody's, sottolineando che il governo di Viktor Orban potrebbe perdere una parte "sostanziale" dei fondi dell'Ue, perché non rispetta le condizioni per scongelare le risorse. "Questo potrebbe abbassare la tendenza di crescita del Pil e indebolire le metriche fiscale e del debito". Il governo Orban ha deciso di accelerare l'approvazione di una serie di leggi in Parlamento per cercare di andare incontro alle richieste della Commissione sulla condizionalità sullo Stato di diritto.
Europa sociale
La Spagna ottiene sostegni sufficienti per bloccare la proposta ungherese sugli stage retribuiti - La presidenza ungherese del Consiglio dell’Ue ieri ha presentato ai ministri del Lavoro una proposta di accordo sulla direttiva europea relativa alle pratiche lavorative, che alterava così tanto la versione originale della Commissione europea da renderla inefficace. Secondo diverse delegazioni, l’Ungheria non aveva svolto il suo ruolo di mediatore imparziale. Negli ultimi giorni, la vicepresidente e ministra del Lavoro spagnola, Yolanda Díaz, ha raccolto consensi. Quando ieri l’Ungheria ha messo sul tavolo la sua proposta, si è trovata di fronte al rifiuto di Germania, Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Slovenia, Spagna, Portogallo e Romania, che hanno formato una minoranza di blocco molto stretta ma sufficiente. Il testo originale della Commissione europea mirava a definire cosa sia un tirocinante autentico e cosa un falso tirocinante, per impedire che aziende e istituzioni utilizzino la figura del tirocinante per evitare di firmare contratti di lavoro regolari. Il dossier passa ora alla presidenza polacca.
Mediatore
Sei candidati per il posto di Emily O'Reilly - La commissione Petizioni del Parlamento europeo oggi ascolterà in audizione i sei candidati per succedere all'irlandese Emily O'Reilly come Ombudsman dell'Ue. Sotto la sua leadership il mediatore civico ha assunto sempre più visibilità, contestando diversi casi di cattiva amministrazione alla Commissione di Ursula von der Leyen. Tra i candidati ci sono due italiani (l'ex funzionario del Parlamento Emilio De Capitani e il difensore civico della regione Lazio Marino Fardelli). Gli altri candidati sono l'estone Julia Laffranque, l'austriaca Claudia Mahler, l'olandese Reinier van Zutphen e la portoghese Teresa Anjinho. Quest'ultima è considerata la favorita in vista del voto della plenaria del Parlamento europeo che si terrà a scrutinio segreto durante la sessione plenaria di dicembre a Strasburgo.
Accade oggi
Nato: riunione dei ministri degli Esteri; conferenza stampa del segretario generale Mark Rutte
Consiglio Salute
Commissione: la presidente von der Leyen riceve il ministro presidente della Renania Palatinato, Alexander Schweitzer
Commissione: il commissario Micallef riceve il ministro della Cultura dell'Ungheria, Hankó Balázs
Parlamento europeo: audizione in commissione Libertà civili della mediatrice europea, Emily O’Reilly
Parlamento europeo: audizione in commissione Petizioni dei candidati per il posto di mediatore
Corte dei conti: relazione speciale sull'integrazione dei migranti nell'Ue
Eurostat: dati sugli investimenti esteri diretti nel 2023; dati sulla ricerca e lo sviluppo nel 2023; dati sui permessi di costruzione in agosto; fatturato dell'industria in settembre