Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue. Oggi è Christian a prendere i comandi.
Giorgia isola Meloni
Messa in disparte e snobbata da alcuni dei suoi colleghi europei, Giorgia Meloni ha passato un brutto momento lunedì durante la cena informale dei capi di Stato e di governo dedicata alle nomine per le cariche più importanti dell'UE. All'uscita dall'Europa Building, in attesa della sua auto, la premier italiana aveva l'aria di chi ha avuto una brutta giornata, contratta e imbronciata. Il suo omologo belga, Alexander De Croo, ha dovuto usare il suo fascino per tirarle su il morale. Il vertice del 27 e 28 giugno si preannuncia difficile, poiché sarà necessario concordare l'Agenda strategica e gli obiettivi dell'UE per i prossimi cinque anni, ed è richiesta l'unanimità.
Il presidente del Consiglio italiano ha due volti, come vi abbiamo già raccontato sul Mattinale Europeo. C'è Giorgia, la leader nazionalista di estrema destra che fino al 2020 voleva uscire dall'euro e dall'UE, ammirava Viktor Orban e Vladimir Putin, e usa ancora la corda del populismo per mobilitare l'entusiasmo intorno a sé. E poi c'è Meloni, una leader pragmatica, che nel 2020 è diventata presidente del partito dei Conservatori e Riformisti Europei (ECR) per costruire la sua credibilità nell'UE. Giorgia fa politica interna, mentre Meloni è il leader italiano che presiede il G7, negozia con i suoi pari e accetta la logica della collaborazione e del compromesso all'interno dell'UE. In Italia, Giorgia critica Ursula von der Leyen per il Green deal. In Europa, Meloni fa accordi con Ursula von der Leyen sui migranti.
Il problema sorge quando Meloni lascia che Giorgia abbia il sopravvento nelle relazioni internazionali. Meloni ha accolto i suoi omologhi del G7 nel resort Borgo Egnazia in Puglia, ma Giorgia ha negoziato la dichiarazione finale e ha rifiutato un passaggio sul diritto all'accesso all'aborto legale e sicuro. Giorgia ha fatto arrabbiare il presidente francese, Emmanuel Macron, ha irritato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e, in definitiva, ha rovinato il G7 di Meloni. Meloni ha preso il suo posto di Giorgia per il Summit sulla pace in Ucraina in Svizzera. Ma è stata Giorgia a presentarsi a Bruxelles per la cena informale dei leader dell'UE sui “Top Jobs”. Errore fatale: incontrando Viktor Orban e Mateusz Morawiecki e rimanendo ambigua su Marine Le Pen, Giorgia ha spinto Meloni in quella che è di fatto l'opposizione nel sistema politico dell'UE.
Avendo letto sui media internazionali che Meloni è diventata la “kingmaker”, Giorgia ha pensato di essere nella posizione di svolgere un ruolo di primissimo piano nella nomina della presidente della Commissione europea, del presidente del Consiglio europeo e dell'Alto rappresentante per la politica estera. Si è esibita con Viktor Orban, il controverso primo ministro ungherese, escluso dal PPE, la cui ambizione è quella di integrare il suo partito, Fidesz, nel gruppo ECR e federare tutti i partiti nazionalisti di destra dell'UE, compreso il partito francese di estrema destra Rassemblement National. Giorgia ha anche detto di voler aspettare il risultato delle elezioni politiche anticipate in Francia, scommettendo su una vittoria del Rassemblement National e su una coabitazione forzata di Emmanuel Macron con un primo ministro di estrema destra. E ha creduto che il suo partito, Fratelli d'Italia, leader del gruppo ECR, fosse indispensabile per il voto di conferma di Ursula von der Leyen, la candidata del PPE alla presidenza della Commissione, al Parlamento europeo.
Il premier polacco Donald Tusk, “boss” del PPE, ha riportato Giorgia alla realtà. "Abbiamo già una maggioranza con il Partito Popolare Europeo, i liberali, i socialisti e altri piccoli gruppi. La mia sensazione è che sia già più che sufficiente. Non devo convincere Meloni", ha detto Tusk. I tre gruppi del centro europeista hanno 406 membri eletti su 720. La maggioranza necessaria per investire il presidente della Commissione al Parlamento europeo è di 361 voti. Forse saranno necessari altri voti per compensare i franchi tiratori, ma non saranno chiesti esplicitamente ai deputati di Fratelli d'Italia.
Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, negoziatore per i socialisti con il premier spagnolo Pedro Sanchez, è stato categorico. “È chiaro che il sostegno in Parlamento per il presidente della Commissione non deve provenire da partiti di estrema destra e populisti di destra”. I leader del gruppo dei Verdi hanno dichiarato la loro intenzione di partecipare alla maggioranza. I partiti ecologisti, ridimensionati dalle elezioni europee, hanno 53 eletti. Il PPE è riluttante a includerli. Tuttavia, non si esclude un sostegno esterno. Il voto, previsto per il 18 luglio, sarà a scrutinio segreto.
Dopo la cena di lunedì, i francesi si sono mostrati sprezzanti nei confronti di Giorgia. “Meloni è fuori”, ci ha detto un diplomatico. “Ha guardato la partita senza cercare di partecipare”, ha spiegato il diplomatico.“È uscita rafforzata dalle elezioni europee, ma non è in grado di fare da kingmaker”, ci ha spiegato un altro interlocutore."Corre il rischio di inimicarsi le relazioni all'interno del Consiglio europeo. Ma non è in grado di bloccare la nomina di Ursula von der Leyen. C'è un prezzo da pagare quando si decide di giocare il ruolo di disturbatore", ha avvertito il secondo interlocutore.
Giorgia Meloni e Viktor Orban sono rimasti fuori dalle trattative tra i sei negoziatori delle tre famiglie europeiste (Donald Tusk e il greco Kyriakos Mitsotakis per il PPE, Scholz e Sanchez per i socialisti, Macron e De Croo per i liberali). Hanno dovuto attendere nella sala con Charles Michel, il presidente del Consiglio europeo, e gli altri capi di Stato e di governo per quasi tre ore prima di sedersi a cena. Noi li abbiamo raggiunti dopo la cena. Giorgia era di pessimo umore e ha fatto fatica a salutarci. Viktor Orban era molto più rilassato e ha accettato di raccontarci la serata e la posta in gioco.
"I tre membri della coalizione PPE, socialista e liberale si sono accordati sui nomi. L'accordo è stato raggiunto", ci ha confidato Orban. Il trio sarà composto da Ursula von der Leyen, PPE, riconfermata alla presidenza della Commissione, dall'ex primo ministro socialista portoghese, Antonio Costa, per il posto di presidente del Consiglio europeo, e dal primo ministro liberale estone, Kaja Kallas, per quello di Alto rappresentante per l'azione esterna. “Il problema è che è improbabile che questi tre partiti si accordino su questioni importanti come la migrazione, la competitività e il Green Deal”, ha spiegato Orban. "Un accordo su tre nomi per cosa? Quale sarà la governance politica?”, ha chiesto il premier ungherese, che assumerà la presidenza di turno del Consiglio dell'Ue il primo luglio.
La posta in gioco è l'Agenda strategica: le linee guida e gli obiettivi dell'UE per il periodo 2024-2029. Charles Michel ha preparato un testo. Lo abbiamo presentato ieri nel Mattinale Europeo. Non soddisfa nessuno. "È fuori tema. Dovrà essere riscritto", ci ha detto un alto diplomatico. Mancano meno di dieci giorni al Consiglio europeo del 27 e 28 giugno. Meloni lascerà Giorgia a Roma e verrà a Bruxelles per negoziare compromessi? Lei ha annunciato di volere un posto di rilievo per il commissario nominato dall'Italia. Meloni ha tutto l'interesse a rappresentare il suo paese al vertice e a proporre la candidatura di un tecnico o di un moderato per scongiurare il rischio di un rifiuto alle audizioni del Parlamento europeo.
La frase
“Make Europe Great Again”.
Il motto della presidenza ungherese del Consiglio dell'Ue dal primo luglio prossimo.
Conclave europeo
I socialisti pronti a sostenere von der Leyen (ma senza l'estrema destra) - Il Partito socialista europea è pronto a sostenere Ursula von der Leyen per un secondo “a condizione che i negoziati non coinvolgano le famiglie politiche dell'estrema destra”, ha detto ieri il segretario generale del PSE, Giacomo Filibeck, dopo il mancato accordo sulle nomine alla cena dei leader lunedì. “Famiglie politiche” è usato al plurale. Nessun negoziato con i Conservatori e riformisti europei a cui appartiene il partito di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia. “Continueremo a lavorare in modo costruttivo, pragmatico e responsabile”, ha detto Filibeck, assicurando che i due negoziatori del PSE, Olaf Scholz e Pedro Sanchez, troveranno un accordo nell'interesse della democrazia europea e delle sue istituzioni”. Il PSE vuole un'intesa con il PPE, ma non a qualsiasi costo.
Fiala esige un portafoglio di peso per sostenere von der Leyen - Il primo ministro ceco, Petr Fiala, ha lasciato intendere che la chiave per un accordo che accontenti tutti i leader (o quasi), compresi quelli dei Conservatori e riformisti europei, è nell'attribuzione dei portafogli nella prossima Commissione. Il partito di Fiala è alleato di Fratelli d'Italia nell'ECR, anche se è considerato più moderato. Il premio più ambito nella futura Commissione sono i posti di vicepresidente esecutivo. Nella prima Commissione von der Leyen ne sono stati attribuiti tre: uno ai socialisti (prima Frans Timmermans e ora Maros Sefcovic), uno ai liberali (Margrethe Vestager) e uno ai popolari (Valdis Dombrovskis). Attribuire un vicepresidente esecutivo all'ECR sembra improbabile, perché potrebbe prefigurare l'ingresso nella maggioranza europeista. Fiala si accontenterà di un portafoglio di peso. “Le regole sono chiare. Le nomine per i Top Jobs nelle istituzioni europee devono riflettere gli interessi politici e geografici. La Repubblica ceca è al centro dell'Europa: il nostro futuro portafoglio deve riflettere questo”, ha scritto Fiala su X. Giorgia Meloni si accontenterà di un vicepresidente non esecutivo o di un commissario semplice?
Elezioni Europee
Weber confermato presidente del PPE, Metsola candidata per la conferma - Ieri c'è stata la riunione costitutiva del gruppo del Partito popolare europeo in vista della prossima legislatura. Oggi Manfred Weber sarà confermato presidente del gruppo, con ogni probabilità per acclamazione. Nessuno ha osato presentare una candidatura alternativa per sfidare il bavarese della Csu, che è alla testa del gruppo conservatore dal 2014. Un record. Il PPE oggi nominerà anche Roberta Metsola come sua candidata per un secondo mandato di due anni e mezzo come presidente del Parlamento europeo. Alcuni popolari vorrebbero vedere la maltese sullo scranno più alto della plenaria per tutta la legislatura. Nella riunione del gruppo, i deputati del PPE devono eleggere anche dieci vicepresidenti su dodici candidati. Il voto è un test della forza e delle connessioni delle delegazioni nazionali.
Presidenza
L'Ungheria promette una presidenza onesta - "Sarà una presidenza come le altre. Saremo mediatori onesti e cercheremo di cooperare in maniera sincera con gli stati Membri e le istituzioni dell'Ue”, ha detto ieri l'ambasciatore ungherese, Odor Balint, presentando le priorità del semestre di presidenza del Consiglio dell'Ue dell'Ungheria. Nell'incontro con la stampa ci sono state molte domande sullo slogan scelto dal governo di Viktor Orban, dal chiaro richiamo trumpiano: “Make Europe Great Again”. L'ambasciatore Balint ha negato di voler ispirarsi al repubblicano americano, sottolineando che l'ultima cosa che vorrebbe Donald Trump è un'Europa più forte. Lo slogan “un'Europa più forte” era stato utilizzato dall'Ungheria per la sua presidenza dell'Ue nel 2011. L'Ucraina non è tra le priorità. Nemmeno il Green deal. Sull'immigrazione, l'Ungheria intende concentrasi sulla “dimensione esterna” e gli accordi con paesi come la Mauritania e il Libano.
Euro
La Commissione presenta solo mezzo pacchetto economico di primavera - Oggi doveva essere il giorno della verità sulla situazione dei conti pubblici degli Stati membri con un deficit sopra il 3 per cento, dopo che il Patto di stabilità e crescita è entrato in vigore nella sua versione riformata. Invece, la Commissione dovrebbe decidere un altro mezzo rinvio. Valdis Dombrovskis e Paolo Gentiloni annunceranno i paesi che saranno sottoposti a una procedura per deficit eccessivo (Italia e Francia sono incluse), ma la raccomandazione sull'aggiustamento strutturale richiesto per evitare sanzioni dovrebbe slittare all'autunno. La scusa è allineare l'aggiustamento di bilancio dei paesi sotto procedura per deficit eccessivo con la traiettoria fiscale pluriennale sui conti pubblici introdotta dal nuovo Patto di stabilità e crescita. “La nostra comprensione è che la Commissione presenterà le raccomandazioni sull'esistenza del deficit eccessivo nel pacchetto di primavera. Ma le misure correttive arriveranno più tardi, in congiunzione con il lavoro sui piani fiscali strutturali”, ci ha confermato una fonte dell'Eurogruppo. “Questa è una decisione della Commissione” ma “in accordo con gli stati membri”, ha precisato la nostra fonte. Il rinvio permette a Ursula von der Leyen di non irritare alcuni capi di stato e di governo nel momento in cui si preparano ad affidarle un secondo mandato.
Geopolitica
La presidenza belga ci riprova con il quattordicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia - La presidenza belga del Consiglio dell'Ue ha deciso di inserire all'ordine del giorno di oggi del Coreper – l'istituzione dove siedono gli ambasciatori degli stati membri – l'approvazione del quattordicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia. La speranza è che la Germania tolga la sua riserva, permettendo all'Ue di dare il via libera. Ma il pacchetto rimane “tbc”, ci ha detto un diplomatico: “to be confirmed”.
Alla NATO 23 dei 32 alleati spendono almeno il 2 per cento del PIL per la difesa - I dati pubblicati dal Segretario Generale della NATO, Jens Stoltenberg, sono rassicuranti a un mese dal vertice di Washington: 23 dei 32 membri dell'Alleanza destinano il 2 per cento o più del loro PIL alle spese per la difesa. La Polonia è in testa con il 4,12 per cento, seguita da un gruppo di quattro Paesi - Estonia, Stati Uniti, Lettonia e Grecia - con più del 3 per cento. 18 Paesi, tra cui Francia e Germania, spendono più del 2 per cento, rispettando così l'impegno preso dagli alleati nel 2024. Otto Paesi, invece, sono lontani dall'obiettivo, tra cui l'Italia (1,49 per cento), la Croazia (1,81 per cento), il Canada (1,37 per cento), il Belgio (1,30 per cento), il Lussemburgo (1,29 per cento), la Slovenia (1,29 per cento) e la Spagna (1,28 per cento). Queste cifre hanno un aspetto negativo: la maggior parte della spesa è destinata al personale, comprese le pensioni, la manutenzione e le infrastrutture. La spesa per le armi rimane bassa.
Orban e Fico accettano la nomina di Mark Rutte alla Nato - Le buone notizie non arrivano mai sole. Come abbiamo rivelato ieri, il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha subordinato il suo consenso alla nomina dell'olandese Mark Rutte al suo impegno di confermare l'esenzione dell'Ungheria dal sostegno all'Ucraina. Mark Rutte ha accettato e Orban ha annunciato la fine di una crisi che minacciava il vertice dell'Alleanza a Washington. "Dopo l'incontro di ieri a Bruxelles, il primo ministro Rutte ha confermato il suo pieno sostegno a questo accordo e continuerà a farlo se dovesse diventare il prossimo Segretario Generale della NATO. Alla luce del suo impegno, l'Ungheria è pronta a sostenere la candidatura del Primo Ministro Rutte alla carica di Segretario Generale della NATO", ha dichiarato Orban in un messaggio su X accompagnato da un facsimile della lettera inviata da Rutte. La prudenza non è mai troppa. L'accordo prevede che “nessun militare ungherese parteciperà alle attività della NATO in Ucraina e che nessun fondo ungherese sarà utilizzato per sostenerle”. Orban aveva minacciato di bloccare l'adozione delle conclusioni del vertice di Washington per ottenere la concessione. Tutte le decisioni della NATO vengono prese all'unanimità .La sua vittoria è totale, poiché ha ottenuto da Rutte una forma di garanzia per continuare a fare i suoi commenti ritenuti offensivi, con l'impegno a “trattare tutti gli alleati con lo stesso livello di comprensione e rispetto”. La Slovacchia seguirà la decisione dell'Ungheria, mentre il presidente della Romania, Klaus Iohannis, dovrebbe ritirare la propria candidatura.
Vacca sacra
La Commissione impone dazi sull'avena dell'Ucraina - Il sostegno incrollabile dell'Ue all'Ucraina ha un limite: gli agricoltori europei. Ieri la Commissione ha attivato per la prima volta il freno di emergenza sul regime di liberalizzazione del commercio introdotto per sostenere l'economia ucraina dopo l'aggressione russa, imponendo dazi sull'avena importata dall'Ucraina. Il freno di emergenza, introdotto a seguito delle proteste delle agricoltori, prevede di applicare i dazi quando i volumi delle importazioni raggiungono la media annuale registrata tra il 1° luglio 2021 e il 31 dicembre 2023. Per l'avena, la media è di 2.440,56 tonnellate, con un regime di quote senza dazi fino a 4.000 tonnellate. Le importazioni dall’inizio del 2024 sono superiori a questo volume. La Commissione ha dunque imposto a partire da oggi i dazi delle nazioni più favorite si applicheranno fino alla fine del 2024.
Digitale
La Commissione convince Vinted a migliorare le informazioni sui prezzi - A seguito di un dialogo con la Commissione e le autorità nazionali di tutela dei consumatori, la piattaforma Vinted, che vende online beni di seconda mano, ha accettato di migliorare le sue informazioni sui prezzi per allineare le sue pratiche con la normativa dell'Ue sulla tutela dei consumatori. La Commissione e le autorità nazionali avevano ricevuto numerosi reclami contro Vinted, in particolare riguardo all'aggiunta automatica di una commissione all'acquisto al momento del pagamento senza che i consumatori ne fossero informati in anticipo. La piattaforma ha modificato il proprio sito e l'applicazione mobile per informare meglio i consumatori sul prezzo totale dei beni in vendita e su come richiedere un rimborso se il bene acquistato non arriva a destinazione o è una contraffazione. Vinted, per contro, non ha acconsentito alla richiesta di informare i consumatori del fatto che i prezzi visualizzati non includono le spese di consegna.
Accade oggi
Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari
Commissione: conferenza stampa dei commissari Dombrovskis e Gentiloni sul pacchetto economico di primavera
Commissione: discorso della vicepresidente Vestager all'evento Bruegel/Cepr per il lancio del Paris Report 2024 sulla sicurezza economica
Commissione: il commissario Schmit riceve Arno Kompatscher, presidente della Provincia autonoma dell'Alto Adige
Commissione: videomessaggio dei Gentiloni per la presentazione del Rapporto annuale sul Bilancio mazionale, a cura dell'Ufficio Centrale del Bilancio d'Italia
Commissione: il commissario Breton ad Atene incontra il ministro della Difesa, Nikos Dendias
Parlamento europeo: riunione costitutiva del gruppo dei Verdi
Parlamento europeo: audizione del commissario Hahn davanti alla commissione Bilancio
Comitato delle regioni: sessione plenaria (dibattiti con i commissari Wojciechowski, Ivanova e Ferreira)
Comitato economico e sociale: audizione sulle prigioni e le condizioni di detenzione nell'Ue
Comitato economico e sociale: il presidente Oliver Röpke partecipa alla riunione annuale 2024 dei presidenti e dei segretari generali dei consigli economici e sociali nazionali e del CESE, dal titolo "Dalle parole ai fatti: il ruolo della società civile organizzata nell'attuazione e nella valutazione delle politiche pubbliche - la doppia transizione".
Nato: il segretario generale Stoltenberg in Canada incontra il premier Justin Trudeau
Eurostat: dati sulla produzione nelle costruzioni ad aprile; dati sull'agricoltura biologica nel 2022; dati sulla parità di potere d'acquisto nel 2023; bilancia dei pagamenti ad aprile