Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
Gli amici di Putin all'assalto della governabilità dell'Ue
Il successo del partito di estrema destra Chega in Portogallo conferma un trend allarmante in vista delle elezioni europee che si terranno dal 6 al 9 giugno. “Gli amici di Putin” sono sulla cresta di un'onda elettorale che potrebbe condannare l'Unione Europea all'ingovernabilità. Vale per il Parlamento europeo che sarà rinnovato nelle elezioni del 6-9 giugno, ma ancor di più per il Consiglio dell'Ue, l'istituzione che riunisce i governi e svolge un ruolo ancora più importante della plenaria di Strasburgo. Il Portogallo è solo l'ultimo degli stati membri in cui i partiti anti sistema provocano frammentazione e instabilità. In Francia Emmanuel Macron è costretto a governare senza maggioranza all'Assemblea nazionale e al Senato. Nei Paesi Bassi le trattative per la formazione del nuovo governo sono in alto mare, dopo la vittoria alle elezioni del leader islamofobo e antieuropeo Geert Wilders.
“Gli amici di Putin” è l'espressione usata da Ursula von der Leyen per individuare i partiti con cui non è disposta a collaborare, se sarà confermata presidente della Commissione. Si tratta delle formazioni nazionali raggruppate in Identità e democrazia, il gruppo dell'estrema destra al Parlamento europeo: gli italiani della Lega, i francesi del Rassemblement National, i tedeschi di Alternative für Deutschland, gli olandesi del Partito per la libertà, i portoghesi di Chega, gli austriaci della Fpo, i fiamminghi del Vlaams Belang, gli estoni di Ekre. Guardando ai sondaggi nazionali, si collocano tutti tra il primo e il secondo posto in vista delle elezioni europei. Con un'eccezione: la Lega di Matteo Salvini aveva vissuto il suo momento di gloria nel 2019 con oltre il 30 per cento, mentre oggi è ricaduta sotto il 10 per cento a causa della concorrenza di Fratelli d'Italia, il partito di Giorgia Meloni.
E' nel gruppo di Meloni al Parlamento europeo, i Conservatori e riformisti europei (Ecr), che si ritrovano altri “amici di Putin”: gli spagnoli di Vox, i francesi di Reconquête, i croati di Hrast. Meloni si presenta come filo atlantica, pragmatica sull'Ue e sostenitrice dell'Ucraina. Ma il leader più “amico di Putin” di tutti, il premier ungherese Viktor Orban, ha annunciato di voler entrare nel gruppo Ecr. I polacchi del partito Legge e Giustizia (PiS), dopo la cacciata dal potere a Varsavia, si sono mostrati meno intransigenti con la Russia e i filo-russi. Molti partiti della destra sovranista e dell'estrema destra non sono in grado di collaborare davvero tra loro. Le posizioni politiche divergono su temi fondamentali come la politica fiscale, il mercato interno, la politica commerciale. In alcuni casi ci sono antichi rancori nazionalisti che fanno esplodere conflitti irrisolvibili. Le diverse strategie – la normalizzazione di Marine Le Pen contro la radicalizzazione di Afd – creano tensioni. Ma estrema destra e destra sovranista sfruttano tutti lo scontento sociale e le paure degli elettori. E sono accomunati dalla volontà di compromettere l'attuale funzionamento dell'Ue.
Secondo le proiezioni di Europe Elects, i due gruppi Id ed Ecr realizzeranno una progressione significativa alle elezioni del 6-9 giugno. Il gruppo dell'estrema destra diventerebbe il terzo con 92 deputati. Quello della destra sovranista diventerebbe il quarto con 83 deputati. Ma, insieme, Id e Ecr potrebbero perfino contestare il primato al Partito popolare europeo che le proiezioni danno a 181 seggi. Se si aggiunge il gruppo degli "amici di Putin" nell'estrema sinistra dell'emiciclo (la Sinistra dovrebbe eleggere 45 deputati), la capacità di nuocere dei partiti anti sistema nel prossimo Parlamento europeo sarà molto più significativa rispetto all'attuale legislatura. La maggioranza tra Ppe, Pse e Renew che ha sostenuto Ursula von der Leyen sarà molto più fragile. Viste le defezioni tra i popolari e le critiche dei liberali, la presidente della Commissione potrebbe non avere i voti necessari a essere confermata. La macchina legislativa dell'Ue potrebbe incepparsi.
La macchina legislativa dell'Ue, tuttavia, ha due motori. Oltre al Parlamento europeo c'è il Consiglio. Ed è lì, l'istituzione dei governi dei ventisette stati membri, che l'effetto dell'onda degli “amici di Putin” rischia di fare danni ancora maggiori. Oltre a Orban, c'è un altro amico di Putin che è già presente: il premier slovacco, Robert Fico. Bruxelles ha guardato con terrore alla prospettiva di vedere arrivare Geert Wilders come capo del governo nei Paesi Bassi. Partiti di estrema destra condizionano le posizioni dei governi di Finlandia (dove i Finlandesi sono al governo) e Svezia (dove i Democratici svedesi sostengono l'esecutivo). Dopo i Paesi Bassi e il Portogallo, il prossimo terremoto potrebbe verificarsi in Austria. I sondaggi in vista delle elezioni legislative in autunno dicono che la Fpo sarà il primo partito con circa il 30 per cento dei voti. Anche in Belgio, che voterà a giugno, il Vlaams Belang è in testa nelle Fiandre. La Germania andrà al voto nel 2025. Oltre a Afd al 20 per cento, il prossimo Bundestag potrebbe contare una forte rappresentazione del nuovo partito di estrema sinistra filo russo Bündnis Sahra Wagenknecht (Alleanza Sahra Wagenknecht). E nel 2027 tocca alla Francia dove, con il suo sistema presidenziale senza contro poteri, una vittoria di Marine Le Pen travolgerebbe inevitabilmente l'Ue.
Il 2027 non è così lontano e Le Pen non è stata ancora eletta. Ma gli effetti sul Consiglio dell'Ue dei governi diretti o influenzati dagli amici di Putin, dall'avanzata dell'estrema destra nelle urne e dalla frammentazione politica nazionale si fanno già sentire. Orban perseguita gli altri ventisei stati membri con i suoi veti sul sostegno politico, finanziario e militare all'Ucraina. Il governo tedesco ha bloccato diverse proposte legislative al Consiglio perché i liberali della Fdp, per frenare l'emorragia di voti verso AfD, hanno adottato un approccio critico sul Green deal e la regolamentazione per le imprese. Ciò che fanno i partiti di estrema destra e della destra sovranista a livello nazionale conta anche per l'Ue. L'Italia ha bocciato la ratifica del nuovo trattato sul Meccanismo europeo di stabilità, che dovrebbe fornire un paracadute per l'unione bancaria nella zona euro. Nel Senato francese i Républicains potrebbero fare la stessa cosa con l'accordo commerciale Ceta tra Ue e Canada per infliggere una sconfitta a Macron e fare concorrenza a Le Pen.
In tempi normali, l'Ue difficilmente potrebbe permettersi lo stallo del Consiglio. Ma questi non sono tempi normali. La guerra è tornata in Europa. La Russia è tornata all'offensiva in Ucraina e minaccia alcuni stati membri dell'Ue. Vladimir Putin usa la disinformazione, la propaganda, i social media, le proteste per aiutare “gli amici di Putin” alle elezioni. La prossima legislatura sarà esistenziale per l'Ue per molte ragioni. Si deve decidere se procedere con l'allargamento all'Ucraina, alla Moldavia, alla Georgia e ai paesi dei Balcani occidentali. Si deve decidere il nuovo quadro finanziario pluriennale (il bilancio 2028-35) dell'Ue. Si deve decidere se riaprire il cantiere del trattato per l'allargamento o trovare un altro modo come la clausola passerella per rendere l'Ue più funzionante. Ciascuna di queste decisioni dovrà essere presa all'unanimità. Basta un “amico di Putin” per bloccare tutto. Forse non distruggeranno l'Ue. Ma ogni “amico di Putin” in più – al governo, nei parlamenti nazionali o al Parlamento – mette a repentaglio la governabilità dell'Ue.
La frase
“Trump ne donnera pas un centime à la guerre entre l’Ukraine et la Russie et, par conséquent, la guerre prendra fin (...). Si les Américains ne donnent pas d’argent, les Européens sont incapables de financer cette guerre par leurs propres moyens, et alors la guerre prendra fin”.
Viktor Orban, primo ministro dell'Ungheria.
Geopolitica
I soldi, chiave della guerra e della pace, secondo Viktor Orban - Il primo ministro ungherese è tornato da Washington dove ha incontrato l'ex presidente Donald Trump, di cui è un fervente sostenitore, con un messaggio per i leader europei. Se sarà eletto presidente, Donald Trump non darà "un solo centesimo" per combattere l'aggressione russa in Ucraina e se non darà soldi e armi, la guerra finirà, perché gli europei non sono in grado di sostenere finanziariamente la continuazione di questa guerra, ha detto Viktor Orban. "Donald Trump non è ancora presidente degli Stati Uniti, ma il suo partito (il partito repubblicano) impedisce ai democratici di finanziare la continuazione della guerra", ha sottolineato. "È la sua idea di come terminare la guerra", ha aggiunto Orban.
Emmanuel Macron sposta il suo viaggio in Ucraina alle calende greche - Il missile lanciato dai russi contro la città di Odessa durante la visita del presidente Zelensky e del primo ministro greco Kyriákos Mitsotákis ha convinto il presidente francese che non è ancora giunto il momento di recarsi a Kiev. Inizialmente prevista per metà febbraio, poi rinviata a metà marzo, la visita di Emmanuel Macron è stata ora rimandata a tempi migliori. Secondo fonti francesi citate da La Tribune, il presidente francese ritiene che il missile di Odessa durante la visita di un leader europeo sia stato un "segnale" di Mosca. Le autorità francesi vogliono garantire la totale sicurezza ed estendere la visita ad altri leader europei per dimostrare che Macron non è isolato. I compagni di viaggio contattati per il secondo viaggio di Emmanuel Macron a Kiev sarebbero i leader degli Stati baltici, della Repubblica Ceca, della Romania e dei Paesi Bassi, oltre al primo ministro britannico, secondo La Tribune.
Missioni di combattimento o di addestramento, la Repubblica Ceca riapre il dibattito sulle truppe in Ucraina - Il presidente ceco, Petr Pavel, vuole una discussione sulla questione. "Finché si tratta di operazioni di supporto e non di partecipazione ai combattimenti, il dispiegamento di truppe Nato in Ucraina non violerebbe alcuna norma internazionale", ha dichiarato Pavel alla televisione ceca. Gli alleati occidentali dell'Ucraina dovrebbero avere il coraggio di difendere legalmente le loro attività, "perché aiutare ad addestrare e mantenere le attrezzature in un Paese sovrano non è un combattimento", ha affermato Pavel. "Anche se c'è una missione di addestramento sul territorio ucraino, non è una violazione di una norma internazionale. Spetta a noi decidere quale forma di assistenza fornire all'Ucraina, purché si rimanga entro il limite dell'impegno non bellico", ha spiegato il Presidente Pavel. Il dibattito lanciato dal presidente francese Emmanuel Macron sta dividendo gli alleati della NATO e le argomentazioni del presidente ceco forniscono una nuova prospettiva sull'argomento.
Il polacco Duda propone il 3 per cento di spesa per la difesa nella Nato - Il presidente polacco, Andrzej Duda, ieri ha annunciato che intende proporre alla Nato di fissa l'obiettivo del 3 per cento di spesa dedicato alla difesa per far fronte alla nuova situazione di sicurezza in Europa provocata dalla guerra di invasione della Russia contro l'Ucraina. "Voglio proporre che i paesi della Nato decidano che l'obbligo dell'Alleanza sarà di spendere non il 2 ma il 3 per cento del Pil sulla difesa e che questo sarà un limite sotto il quale è assolutamente raccomandato non andare"; ha detto Dura dopo un incontro del Consiglio nazionale di sicurezza polacco. Oggi Dura sarà a Washington con il primo ministro Donald Tusk, dove incontrerà il presidente Joe Biden per il 25esimo anniversario dell'ingresso della Polonia nella Nato.
Per Donohoe non c'è urgenza sul debito comune per la difesa - Il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, ieri ha detto che gli stati membri dell'Unione europea continueranno a finanziare le spese per la difesa a livello nazionale, almeno "nel breve periodo". In un'intervista a Bloomberg, Donohoe ha riconosciuto che il nuovo patto di stabilità e crescita "da un particolare riconoscimento alla spesa per la difesa". Ma "ci sono molte visioni diverse su come la spesa per la difesa possa essere finanziata. Il mio giudizio personale è che almeno nel breve periodo questo deriverà da decisioni nazionali". Donohoe non ha escluso uno strumento comune di debito per la difesa nel futuro. "Nel medio lungo periodo se vogliamo arrivare a nuovi strumenti, dobbiamo essere in grado di dimostrare che il nostro accordo su NextGenerationEu e il nuovo debito collegato sta funzionando nel modo in cui pensavamo all'inizio", ha detto Donohoe. Il commissario Paolo Gentiloni è uscito dalla sua riserva. “La mia risposta è definitivamente sì”, ha risposto Gentiloni ai giornalisti che gli hanno chiesto del debito comune per la difesa: “La difesa è un settore in cui il finanziamento comune sarebbe necessario. Sappiamo che è una discussione difficile. Spero che per una conclusione positiva di questa discussione difficile non avremo bisogno di una nuova crisi”, ha detto Gentiloni.
Euro
L'Eurogruppo partorisce il topolino sull'unione dei mercati dei capitali - Il presidente dell'Eurogruppo, Paschal Donohoe, ieri sera ha annunciato un'intesa tra i ministri delle Finanze su una dichiarazione sul futuro dell'Unione dei mercati dei capitali. “Vogliamo che l’Ue sia un leader più forte nel mondo per quanto riguarda l’innovazione e le nuove industrie e, per raggiungere questo obiettivo, dobbiamo garantire che le imprese abbiano modi diversi di accedere al denaro di cui hanno bisogno”, ha detto Donohoe: “Per fare ciò dobbiamo facilitare la creazione di opportunità di investimento attraenti sia per gli investitori istituzionali che per quelli individuali in tutta l’Ue”. In realtà i negoziati sono durati quasi un anno e l'ambizione del testo - che dovrebbe rappresentare una road map per la prossima legislatura - è stata pesantemente annacquata per trovare un'intesa. La supervisione unica, per esempio, si limita alla "convergenza" sulla base di regole comuni. L'Eurogruppo ha individuato tre aree prioritarie: l'architettura per la riduzione delle barriere normative, l'accesso per le imprese più piccole ai mercati dei capitali e le facilitazioni per gli investitori al dettaglio. “Abbiamo partorito un topolino”, ha detto un funzionario che ha partecipato alla riunione dell'Eurogruppo di ieri.
Eurogruppo promette un'austerità leggera - I ministri delle Finanze della zona euro ieri hanno anche concordato una dichiarazione sulla politica fiscale per il 2025, nel momento in cui i governi sono chiamati a preparare i loro piani di bilancio pluriennali. “L’Eurogruppo ha concordato una politica fiscale leggermente restrittiva nel complesso nell’area dell’euro per il 2025”, ha detto Paschal Donohoe: “Riteniamo che ciò sia appropriato nella congiuntura attuale, date le prospettive economiche e la necessità di mantenere la sostenibilità di bilancio, di sostenere il processo disinflazionistico in corso e di continuare in ogni momento a rimanere agili”. L'Eurogruppo si è anche impegnato ad attuare già nel corso di quest'anno le nuove regole del Patto di stabilità e crescita che dovrebbero essere confermate da Parlamento europeo e Consiglio ad aprile.
Trilogo
Francia e Germania messe in minoranza sui lavoratori delle piattaforme - Il Consiglio Affari sociali ieri ha approvato l'accordo provvisorio raggiunto con il Parlamento europeo sulla direttiva sui diritti dei lavoratori delle piattaforme. La decisione è storica più dal punto di vista politico che sociale. Francia e Germania sono state messe in minoranza dagli altri venticinque stati membri, dopo che Grecia ed Estonia hanno annunciato il sostegno per il testo uscendo dalla minoranza di blocco. Il governo francese aveva annunciato il suo voto contrario, mentre quello di Berlino è stato costretto ad astenersi per i disaccordi interni alla coalizione tra socialdemocratici, verdi e liberali. “Questo è un giorno importante per i lavoratori della gig economy”, ha detto il commissario agli Affari sociali, Nicolas Schmit. “Le nuove norme dell’Ue daranno ai lavoratori delle piattaforme maggiori diritti e tutele senza ostacolare la capacità delle piattaforme di svilupparsi”. Secondo l'italiana Elisabetta Gualmini, relatrice per il Parlamento europeo, “questo accordo va nella direzione della giustizia sociale e delle tutele per oltre 30 milioni di lavoratori”.
Elezioni europee
Renew scegli tre Spitzenkandidaten - Renew Europe, la piattaforma che riunisce i partiti liberal- democratici europei, sta finalizzando la selezione dei suoi tre Spitzenkandidaten, i candidati di punta in vista delle elezioni europee. Ieri l'Alleanza dei democratici e liberali europei (Alde), una delle componenti di Renew, ha annunciato la scelta della liberale tedesca Marie-Agnes Strack-Zimmermann. Nel fine settimana il Partito democratico europeo, un'altra componente di Renew, ha indicato l'italiano Sandro Gozi. Nei prossimi giorni anche Renaissance, il partito di Emmanuel Macron, annuncerà la sua scelta. L'appuntamento per l'approvazione formale dei candidati e del programma e il lancio della campagna è fissato per il 20 marzo.
Portogallo
Il presidente Rebelo de Sousa consulterà fino al 20 marzo - Il presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa, ha annunciato che incontrerà i partiti rappresentanti in Parlamento dal 12 al 20 marzo nell'ambito del processo per nominare un nuovo primo ministro dopo le elezioni legislative di domenica. L'Alleanza democratica di centrodestra è arrivata in testa con il 29,5 per cento dei voti, un punto in più del Partito socialista. Il voto è stato segnato dal terremoto provocato dal successo dell'estrema destra di Chega, che ha ottenuto il 18 per cento dei consensi. Il conteggio dei voti dei portoghesi all'estero, che attribuisce quattro seggi, non si è ancora concluso. Rebelo de Sousa nominerà il nuovo premier solo dopo la pubblicazione dei risultati definitivi. Il leader di Alleanza democratica, Luis Montenegro, che in campagna elettorale aveva escluso un accordo con Chega, ha detto di aspettarsi di essere nominato. Il Partito socialista rimarrà all'opposizione. Molti osservatori ritengono che il Portogallo si avvii verso un governo di minoranza di Alleanza democratica, la cui durata potrebbe essere estremamente breve.
Gentiloni si augura che il Portogallo continui con i buoni risultati - La Commissione ha rifiutato di commentare i risultati delle elezioni legislative in Portogallo. Ma il commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, ha voluto riconoscere “i risultati molto buoni negli anni recenti” realizzati dal governo di Antonio Costa. “Spero che continui così”, ha detto Gentiloni. L'agenzia di rating DBRS ha invece espresso preoccupazione sull'attuazione del Piano di ripresa e resilienza senza un governo stabile a Lisbona. I risultati delle elezioni hanno prodotto uno “scenario complicato per la governabilità e la stabilità del prossimo governo”. Secondo DBRS “più che le finanze pubbliche, il rischio più tangibile di breve periodo è un possibile rinvio nell'attuazione delle riforme e degli investimenti del Piano di ripresa e resilienza”. La risposta di Gentiloni è stata breve: “Vedremo”.
Digitale
Il Garante dei dati accusa la Commissione di violazione delle regole con Microsoft 365 – A seguito di un'inchiesta sull'utilizzo di Microsoft 365 il Garante europeo per la protezione dei dati ha constatato la violazione da parte della Commissione di diverse norme fondamentali sulla protezione dei dati, compreso il trasferimento di dati personali al di fuori dell'Ue. Tra le altre cose, nel contratto con Microsoft, la Commissione non ha sufficientemente specificato quali tipi di dati personali devono essere raccolti e per quali scopi espliciti e specificati quando si utilizza Microsoft 365. Il Garante ha imposto alla Commissione misure correttive. A partire dal 9 dicembre 2024, la Commissione dovrà sospendere tutti i flussi di dati derivanti dall'uso di Microsoft 365 verso Microsoft e le sue affiliate fuori dall'Ue. Inoltre, la Commissione dovrà conformare le operazioni di trattamento derivanti dall'utilizzo di Microsoft 365 al regolamento sulla protezione dei dati.
La Commissione teme per l'integrazione dei sistemi informatici per colpa del Garante - “La protezione dei dati è una priorità massima per la Commissione europea”, ha detto ieri un portavoce dell'esecutivo comunitario, commentando la decisione del Garante europeo per la protezione dei dati. “Siamo impegnati a rispettare i nostri obblighi giuridici”, ma “il rispetto della decisione del Garante purtroppo sembra probabilmente minare l'alto livello di mobilità e integrazione dei nostri sistemi informatici”, ha aggiunto il portavoce. Il contratto con Microsoft non è l'unico a rischio. Gli effetti della decisione del Garante potrebbero farsi sentire “non solo su Microsoft, ma anche ad altri servizi informatici commerciali”, ha detto il portavoce della Commissione. E' uno dei paradossi della regolamentazione europea sul digitale. A volte non ostacola solo il settore privato, ma anche la stessa Commissione.
Bilancio
Cinque frugali contro la Commissione sugli errori nella spesa dell'Ue - Austria, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi e Svezia hanno presentato una dichiarazione comune per opporsi al cosiddetto “discarico di bilancio” della Commissione, dopo che la Corte dei conti dell'Ue ha constatato un aumento significativo negli errori di spesa. Il tasso di errore stimato nell'ultimo rapporto della Corte dei conti è del 4,2 per cento, ben al di sopra dell'obiettivo del 2 per cento. I principi di “finanze pubbliche credibili e buona gestione delle spese devono applicarsi anche al bilancio dell'Ue”, ha detto il ministro delle Finanze della Finlandia, Riikka Purra: “Siamo molto preoccupati dell'aumento significativo nel tasso di errore nel bilancio dell'Ue (…). Per questa ragione non possiamo sostenere la proposta di raccomandare il discarico per la Commissione”. Tra le altre cose, i cinque paesi chiedono inoltre alla Commissione di aumentare la sua attenzione sugli indicatori legati ai risultati perché “è essenziale che il bilancio dell'Ue fornisca in modo efficiente valore aggiunto ai cittadini dell'Ue”.
Accade oggi
Ecofin
Consiglio Occupazione e affari sociali
Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattiti sulla preparazione del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo; la ratifica della Convenzione sulla violenza e le molestie del 2019; la giornata internazionale delle donne; la legge sulla libertà dei media; la legge sull'intelligenza artificiale; le riforme pre allargamento; la lotta alle interferenze straniere inclusa la Russia; la valutazione del rischio climatico per l'Ue; la direttiva sulla due diligence delle multinazionali)
Commissione: conferenza stampa dei commissari Sefcovic e Hoekstra sulla comunicazione sulla gestione dei rischi climatici per proteggere le persone e la prosperità
Commissione: riunione del collegio dei commissari
Commissione: il commissario Lenarcic a Colonia partecipa a un evento sul trasferimento di mille pazienti evacuati dall'Ucraina in Germania
Commissione: visita della commissaria Urpilainen a Phnom Penh in Cambogia (fino al 13 marzo)
Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell a New York partecipa a incontri alle Nazioni Unite
Parlamento europeo: la presidente Metsola incontra le giocatrici della squadra di calcio femminile della Spagna
Parlamento europeo: conferenze stampa dei presidenti dei gruppi
Parlamento europeo: conferenza stampa dei deputati Benifei, D'Amato, Danti e Smeriglio sulla detenzione di Ilaria Salis in Ungheria
Parlamento europeo: conferenza stampa dei deputati Ansip ed Engerer sulla direttiva Green claim
Parlamento europeo: conferenza stampa del deputato Cuffe sulla direttiva sulle performance energetiche degli immobili
Parlamento europeo: conferenza stampa della deputata in't Veld sul reato di violazione delle sanzioni dell'Ue
Parlamento europeo: seminario per i giornalisti sul ruolo dei media nelle elezioni europee 2024
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
Corte dei conti dell'Ue: relazione speciale sulla sicurezza stradale nell’Ue