Buongiorno! Sono Christian Spillmann e, insieme a David Carretta, vi presentiamo Il Mattinale Europeo.
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Gli europei di fronte a una nuova Monaco sull'Ucraina
Il colpo è duro. Gli europei sono stati avvisati: dovranno accettare un accordo di pace per un'Ucraina privata di parte del territorio annesso con la forza da Mosca e mettersi nella condizione di assumere la responsabilità esclusiva della difesa convenzionale dell'Europa, dal momento che gli Stati Uniti si disimpegnano per “gestire le minacce contro il proprio territorio”. Gli europei accetteranno questa nuova Monaco? In caso contrario, saranno in grado di aiutare militarmente e finanziariamente gli ucraini a continuare la guerra?
L'inverno è tornato in Europa con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Gli europei sono in seria difficoltà. Hanno capito che dovranno spendere molto di più per la difesa e fare meno affidamento sul sostegno militare degli Stati Uniti. Non è una sorpresa. Trump aveva avvertito delle sue intenzioni. Ma chiede l'impossibile: che dedichino il 5 per cento del loro Pil alla spesa militare, che sostituiscano le forze americane che torneranno negli Stati Uniti e che sostengano l'Ucraina da soli.
Il nuovo Segretario americano alla Difesa, Pete Hegseth, è stato schietto nel suo primo discorso ai suoi omologhi della Nato: “Gli Stati Uniti restano impegnati nell'Alleanza e nel partenariato di difesa con l'Europa, ma non tollereremo più un rapporto sbilanciato che favorisce la dipendenza”, ha detto aprendo una riunione del gruppo di contatto per il sostegno militare all'Ucraina (la cosiddetta coalizione Ramstein). In breve: l'Europa deve emanciparsi e dotarsi dei mezzi per garantire la difesa del continente. “Il 2 per cento del Pil per la difesa non è sufficiente. Il presidente Donald Trump ha chiesto il 5 per cento e io appoggio questa richiesta”. Altrimenti, l'ombrello di sicurezza statunitense sarà chiuso. È implicito, ma il messaggio è arrivato.
Hegseth è stato brutale sull'Ucraina. “Gli europei dovranno fornire la maggior parte dell'assistenza futura all'Ucraina”, ha detto il Segretario alla Difesa. “Come parte di una garanzia di sicurezza, non ci saranno truppe americane dispiegate in Ucraina”, ha aggiunto. E ha avvertito il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov: “Gli Stati Uniti non sosterranno l'adesione alla Nato come parte di una pace negoziata”. Per l'Amministrazione Trump, “il ritorno ai confini precedenti al 2014 è un obiettivo irrealistico. Perseguire questo obiettivo illusorio non farà altro che prolungare la guerra e la sofferenza”.
Il discorso è stato trasmesso dalle televisioni e ha colto tutti di sorpresa. I volti dei più atlantisti tra gli alleati europei si sono corrucciati. Molte domande attendono Hegseth oggi alla seconda giornata di riunione della Nato, perché gli alleati sono preoccupati. Ieri il Segretario alla Difesa degli Stati Uniti non ha dato risposte alle molte domande che gli sono state poste. La “pace attraverso la forza” promossa da Trump sarà imposta a Putin oppure a Volodymyr Zelensky?
Donald Trump ha confermato ieri la politica del fatto compiuto e la marginalizzazione degli europei. Il presidente americano ha annunciato di aver avuto un colloquio con Vladimir Putin e che quest'ultimo ha accettato di avviare “immediatamente” colloqui di pace. Il presidente ucraino Zelensky è stato informato da Donald Trump del suo colloquio con Putin. “Nessuno vuole la pace più dell'Ucraina. Insieme agli Stati Uniti, definiremo i prossimi passi da compiere per porre fine all'aggressione russa e garantire una pace duratura e affidabile”, ha commentato Zelensky in un messaggio su X.
Per Gabrielius Landsbergis, ex ministro degli Esteri lituano, l'offerta a Zelensky è una seconda Monaco. La prima Monaco fu l'accordo firmato nel settembre 1938, che permise ad Adolf Hitler di annettere le regioni cecoslovacche popolate principalmente da tedeschi. Il britannico Neville Chamberlain e il francese Édouard Daladier firmarono in nome della pace. "Potevano scegliere fra il disonore e la guerra: hanno scelto il disonore e avranno la guerra", reagì Winston Churchill. Gli europei ripeteranno questo drammatico errore della storia? È una domanda che potrebbe essere discussa alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco questo fine settimana.
Il Segretario Generale della NATO, l'olandese Mark Rutte, è incaricato di spiegare, sviluppare e “vendere” le argomentazioni americane agli alleati. Lo fa con grande zelo. “Oggi, se Vladimir Putin osasse attaccare la Nato, perderebbe. Ma se limitiamo la nostra spesa militare al 2 per cento del Pil, non saremo in grado di difenderci tra quattro o cinque anni. Dobbiamo prendere decisioni ora. I membri dell'Alleanza dovranno prendere decisioni difficili perché le risorse sono limitate”, ha detto ieri Rutte in una conferenza stampa per delineare le questioni in gioco alla riunione dei ministri della Difesa della Nato. “Dovremo concordare una cifra superiore al 3 per cento del Pil e il calendario dovrà essere credibile”, ha insistito.
Nel 2014, in occasione del vertice Nato in Galles, gli alleati si erano impegnati a destinare il 2 per cento del Pil alla spesa per la difesa entro il 2024. Ma otto paesi non hanno ancora raggiunto l'obiettivo: Canada, Italia, Spagna, Portogallo, Belgio, Lussemburgo, Croazia e Slovenia. Alla vigilia del vertice Nato che si terrà a giugno all'Aia, nei Paesi Bassi, inizia una lunga sequenza di dibattiti. “Gli americani metteranno la pressione”, ha avvertito un diplomatico della Nato.
Donald Trump ha lasciato il ricordo di un uomo brutale e vendicativo durante il suo primo mandato. Disprezzava la maggior parte dei suoi alleati, che considerava cattivi pagatori. Mark Rutte sostiene che Donald Trump ha scosso l'Alleanza durante il suo primo mandato. Ma, nonostante la guerra della Russia contro l'Ucraina, gran parte degli europei non ha cambiato il proprio paradigma. Il presidente francese, Emmanuel Macron, si è sentito piuttosto solo durante i quattro anni di presidenza di Joe Biden, quando chiedeva un pilastro europeo della Nato. Ora che Trump è tornato, gli europei si trovano tra l'incudine e il martello. E sono preoccupati.
Come Zelensky, la maggior parte degli alleati non ritiene credibili le garanzie di sicurezza senza un impegno degli Stati Uniti. Ma devono capire che gli americani ridurranno la loro presenza in Europa, sia in termini di truppe che di attrezzature. “Trump ci metterà di fronte al fatto compiuto o organizzerà il ritiro in modo pianificato e scaglionato, per consentire agli europei di rafforzarsi? È improbabile che Trump conceda loro molto tempo”, ci è stato spiegato. “Siamo di fronte a minacce sul nostro territorio. Dobbiamo difendere i nostri confini. Gli europei devono assumersi la responsabilità”, ha avvertito Pete Hegseth.
La maggior parte dei leader europei è consapevole della necessità di destinare più fondi alla difesa. Devono decidere dove investire, quali sono le capacità prioritarie e le possibilità di finanziamento collettivo. Si tratta di un lavoro di lungo periodo: quanto tempo ci vorrà perché gli europei possano rafforzare la loro potenza e sostituire le capacità militari statunitensi? Gli europei saranno in grado di sostenere l'Ucraina da soli nel 2026? Qui sta il pericolo.
“Le capacità dell'Europa sono superiori a quelle della Russia, ma gli americani sono il collante che permette ai 27 eserciti europei di lavorare insieme”, afferma un funzionario dell'Alleanza europea. Se gli Stati Uniti si ritirano dall'Europa, Zelensky dovrà contare le defezioni all'interno dell'Ue. “Solo la metà degli Stati membri dell'Ue sono veri sostenitori dell'Ucraina”, confida un funzionario europeo. Emmanuel Macron ha sondato i paesi “capaci e disposti” a lanciare una missione militare in Ucraina in caso di accordo di pace. Nessuno si è offerto volontario senza il sostegno degli Stati Uniti.
La frase
“La nostra alleanza transatlantica dura da decenni. E ci aspettiamo che continui per le generazioni a venire. Ma questo non accadrà per caso. Richiederà ai nostri alleati europei di scendere in campo e di assumersi la responsabilità della sicurezza convenzionale nel continente”.
Il segretario americano alla Difesa, Pete Hegseth.
Geopolitica
Weimar+ contro un accordo Trump-Putin sulla testa degli europei, l'Ue si rimette a Zelensky - "Non ci sarà una pace giusta e duratura in Ucraina senza la partecipazione degli europei", ha detto ieri il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, prima di una riunione con i suoi omologhi di Germania, Regno Unito, Italia, Spagna e Polonia a Parigi, a cui ha partecipato anche Kaja Kallas insieme al commissario Andrius Kubilius. Al termine dell'incontro, il gruppo Weimar+ ha pubblicato un comunicato: "Siamo pronti a rafforzare il nostro sostegno all'Ucraina", ma discutendo "il modo di andare avanti insieme con i nostri alleati americani. Il nostro obiettivo condiviso dovrebbe essere di mettere l'Ucraina in una posizione di forza. L'Ucraina e l'Europa devono essere parte di qualsiasi negoziato". Tuttavia i leader della istituzioni dell'Unione europea ieri hanno mantenuto il silenzio dopo la telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin e il discorso di Pete Hegseth alla Nato sull'Ucraina. I leader della istituzioni dell'Unione europea ieri hanno mantenuto il silenzio dopo la telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin e il discorso di Pete Hegseth alla Nato sull'Ucraina. Antonio Costa, Ursula von der Leyen e Kaja Kallas vogliono attendere le dichiarazioni di Volodymyr Zelensky e le decisioni che prenderà il presidente ucraino.
L'Italia fuori dal coro sostiene i negoziati diretti Trump-Putin - Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ieri non ha partecipato alla riunione di Parigi del gruppo Weimar+. L'Italia era rappresentata da una sottosegretaria, Maria Tripodi. Ma mentre la riunione era in corso, Tajani ha pubblicato su X un messaggio molto diverso da quello degli altri partner europei. “È molto importante che Stati Uniti e Russia tornino a parlarsi al massimo livello”, ha detto il ministro degli Esteri italiano. Anche il seguito del messaggio lascia spazio a dubbi sulla determinazione dell'Italia. “Dobbiamo lavorare insieme e uniti tutti noi europei, con gli Usa, per riportare la pace nel nostro continente”, ha detto Tajani.
Le irraggiungibili esigenze di Trump sulla spesa per la difesa – Il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, ieri ha confermato la richiesta di Donald Trump agli europei di portare la spesa per la difesa al 5 per cento del Pil. Hegseth ha definito la Polonia, che è vicina all'obiettivo, come un “modello”. Ma, secondo un rapporto dell'Istituto internazionale per gli studi strategici (IISS) con base a Londra, le esigenze poste da Trump sono “irraggiungibili al momento attuale”. Nel suo rapporto annuale l'IISS spiega che le spese militari in Europa sono cresciute del 11,4 per cento lo scorso anno, in particolare per il sostegno all'Ucraina. Ma vista la situazione di bilancio dei paesi europei “sarà probabilmente difficile mantenere un aumento di questo tipo”. Per arrivare al 3 per cento del pil, gli alleati della Nato dovrebbero spendere 250 miliardi di dollari. Il conto per arrivare al 5 per cento salirebbe a 750 miliardi di dollari.
Le esitazioni dei ventisette sulla guerra commerciale di Trump - I ministri del Commercio dei ventisette Stati membri hanno discusso ieri in videoconferenza come rispondere ai dazi su alluminio e acciaio annunciati da Donald Trump. “Gli Stati membri sono uniti nella solidarietà e determinati a proteggere il settore europeo dell'acciaio e dell'alluminio da una possibile destabilizzazione del mercato”, ha detto il ministro polacco, Krzysztof Paszyk, che ha la presidenza di turno del Consiglio. “Sebbene il partenariato Ue-Usa sia di importanza strategica, sosterremo la Commissione europea nell'essere attiva e nel rispondere in modo proporzionale e responsabile quando necessario”. L'Ue non sembra pronta ad adottare la linea dura. “Vogliamo mantenere l'offerta di una cooperazione positiva con gli Usa, in modo da rimuovere congiuntamente le barriere sul mercato transatlantico e promuovere la sicurezza economica”, ha spiegato Paszyk. “E' fondamentale che le divergenze con gli Stati Uniti vengano risolte con il dialogo e il negoziato”, ci ha confermato un diplomatico. Alla Commissione è stato dato mandato di preparare “passi appropriati, assertivi, proporzionati e rapidi, puntando nel contempo a ridurre l'escalation della situazione”, ha detto il diplomatico.
Costa e von der Leyen mettono in mostra i successi commerciali con Trudeau - Nel momento in cui Unione europea e Canada condividono lo status di “vittime” dei dazi di Trump, Antonio Costa e Ursula von der Leyen hanno voluto mettere in mostra con Justin Trudeau i vantaggi della cooperazione commerciale. “Questo è un momento per tutti noi per continuare a stare insieme”, ha detto il premier canadese. “Gli accordi commerciali sono preferibili alle barriere commerciali”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, sottolineando che Ue e Canada “rappresentano una forza positiva per il mondo”. Per la presidente della Commissione, la partnership con il Canada “è forte e prospera. Siamo pronti a spingerci ancora oltre”. I tre leader hanno discusso anche degli effetti secondari dei dazi di Trump, in particolare il rischio che l'acciaio dalla Cina sia dirottato sui mercati europei e canadesi.
Digitale
La Commissione ritira la direttiva sulla responsabilità civile dell’intelligenza artificiale - La Commissione di Ursula von der Leyen ha deciso a sorpresa di ritirare la proposta di direttiva sulla responsabilità civile dell'intelligenza artificiale nell'ambito del suo programma di lavoro per il 2025. Una concessione all'amministrazione di Donald Trump? La ragione ufficiale è lo stallo nei negoziati tra i co-legislatori (Parlamento europeo e governi). Ma la proposta è relativamente recente (è datata 22 settembre 2022) per essere ritirata. Inoltre, la decisione è stata presa dal collegio dei commissari martedì sera, dopo che la presidente Ursula von der Leyen ha incontrato JD Vance a margine del vertice sull'IA a Parigi, durante il quale il vicepresidente americano ha duramente attaccato l'Ue per la sua regolamentazione.
Critiche dal Parlamento alla Commissione - La proposta di direttiva sulla responsabilità civile dell’intelligenza artificiale introduceva per la prima volta norme specifiche per i danni causati dai sistemi di IA, garantendo la "presunzione di causalità" per i soggetti danneggiati e l'accesso agli elementi di prova di imprese o fornitori quando si tratta di IA ad alto rischio. La decisione della Commissione “è una scelta deludente”, ha detto l'eurodeputato Brando Benifei, che era stato relatore dell'AI Act. “Un quadro di responsabilità specifico per l'IA era essenziale per garantire che le vittime di danni legati all'IA potessero chiedere un risarcimento e per allineare la responsabilità civile con gli attuali sviluppi tecnologici”, ha aggiunto Benifei. “Senza un quadro normativo aggiornato rischiamo incertezza giuridica e lacune nella protezione dei cittadini europei”.
Europa sociale
La Commissione rinvia il piano per gli alloggi - Era una delle principali richieste del gruppo dei Socialisti&Democratici al Parlamento europeo per sostenere Ursula von der Leyen: un piano per gli alloggi a prezzi accessibili. Ma, contrariamente a quanto previsto dalle bozze iniziali, non è stato inserito nel programma di lavoro della Commissione per il 2025. Il commissario Maros Sefcovic ha spiegato che con il suo omologo danese, Dan Jørgensen, responsabile per gli alloggi, è stato concordato di rinviare la presentazione al 2026 per preparare meglio il piano. Ma è un brutto colpo per i socialisti, che subiscono un altro schiaffo da von der Leyen. Ieri la presidente del gruppo Iratxe Garcia ha denunciato l'assenza di misure sociali nel programma di lavoro. "Dov'è la bussola sociale per far uscire 95 milioni di europei dalla povertà, porre fine all'insicurezza sul lavoro che colpisce il 25 per cento dei giovani e affrontare l'aumento del 30 per cento dei prezzi delle case negli ultimi cinque anni", ha chiesto Garcia.
Procedura di infrazione contro l'Italia per gli insegnanti a tempo determinato - La Commissione ieri ha annunciato una procedura di infrazione contro l'Italia per le discriminazioni subite dagli insegnanti assunti con contratto a tempo indeterminato, contrarie al diritto dell'Ue. L'Italia è accusata di non aver allineato la normativa nazionale alla direttiva sul lavoro a tempo determinato del 1999. Secondo la normativa italiana, i docenti a tempo determinato non hanno diritto a una progressione salariale incrementale basata sui precedenti periodi di servizio, a differenza dei docenti a tempo indeterminato. La Commissione ritiene che tali condizioni di lavoro discriminatorie violino il principio di non discriminazione dei lavoratori a tempo determinato e il diritto dell'Ue.
Sovranisti
Orban accoglie la leader di AfD a Budapest (in attesa di Bruxelles?) - Il premier ungherese, Viktor Orban, ieri ha riservato tutti gli onori ad Alice Weidel, leader e candidata alla cancelleria di Alternativa per la Germania in vista delle elezioni del 23 febbraio. Non solo un faccia a faccia pubblicizzato sui social network, ma anche una conferenza stampa ufficiale. “La leader di AfD non è qualcuno che di solito viene ricevuto dai primi ministri. E' tempo che le cose cambino", ha detto Orban. Weidel ha definito l'Ungheria di Orban un “modello” per il cambiamento politico. Orban ha spiegato di aver cambiato idea sull'estrema destra tedesca. “Ero solito essere cauto sull'AfD, ma tutto è cambiato ed è chiaro che AfD è il futuro”, ha detto il premier ungherese. Secondo i sondaggi, il partito di estrema destra si colloca al secondo posto con circa il 20 per cento delle intenzioni di voto. Inoltre Weidel beneficia del sostegno esplicito di Elon Musk. Alternativa per la Germania era stata esclusa dal gruppo dei “Patrioti” lanciato da Orban al Parlamento europeo per le sue posizioni filo naziste e la campagna a favore della re-emigrazione. Per il Rassemblement National di Marine Le Pen l'estrema destra tedesca costituisce un ostacolo al suo tentativo di darsi una patina di credibilità. AfD ha così costituito un altro gruppo di estrema destra, l'Europa delle nazioni sovrane. La riunificazione tra Orban e Weidel di Budapest sarà il preludio di una riunificazione anche a Bruxelles?
Austria
Kickl per la prima occasione dopo il fallimento dei negoziati tra estrema destra e destra - I negoziati tra il partito di estrema destra FPO e il partito conservatore OVP per formare un governo di coalizione in Austria sono falliti ieri, a causa delle divergenze tra le due parti sull'Unione europea, la guerra della Russia in Ucraina e la ripartizione dei ministeri. La FPO chiedeva di occupare i ministeri delle Finanze e dell'Interno, di ottenere esenzioni dalle sanzioni contro la Russia e di contestare la primazia del diritto dell'Ue. L'OVP ha detto di non avere abbastanza garanzie sullo stato di diritto, l'assenza di influenze della Russia e l'affidabilità dell'Austria come partner nell'Ue. Il leader della FPO, Herbert Kickl, ha informato il presidente Alexander van der Bellen, rimettendo l'incarico di formare il governo. Van der Bellen deve decidere se convocare elezioni anticipate, con i sondaggi che danno la FPO in testa al 34 per cento, oppure se tentare nuovamente una coalizione centrista, dopo un primo fallimento dei negoziati tra conservatori, socialisti e liberali. La crisi in Austria si protrae dalle elezioni legislative del 29 febbraio 2024.
Sedie musicali
Un nuovo vice direttore generale alla Dg Agri - Il collegio dei commissari ieri ha nominato il francese Pierre Bascou nuovo vice direttore generale della Direzione per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale (Dg Agri). Il posto era vacante da diversi mesi. Bascou, che ha coperto l'interim, sarà responsabile dei mercati e delle relazioni internazionali.
Accade oggi
Nato: riunione dei ministri della Difesa e conferenza stampa del segretario generale Rutte
Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattiti sulle minacce alla sovranità europea con attacchi alle infrastrutture; l' accordo Ue-Mercosur; il riconoscimento transfrontaliero di matrimoni tra persone dello stesso sesso
Parlamento europeo: la presidente Metsola in Israele incontra il presidente Isaac Herzog
Commissione: il commissario Kubilius partecipa alla 61esima Conferenza sulla sicurezza di Monaco
Commissione: il vicepresidente Sejourné a Flamanville, in Francia, visita il Centro nucleare di produzione dell’elettricità
Commissione: la vicepresidente Minzatu ospita il dialogo strategico sul futuro del settore automotive europeo
Commissione: la commissaria Suica partecipa alla conferenza ministeriale sulla Siria
Commissione: il commissario Hoekstra a Monaco partecipa alla Munchner Europakonferenz 2025
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sulla legge danese che prevede la conversione di alloggi popolari nei quartieri più ghettizzati
Banca centrale europea: discorso di Piero Cipollone alla Frankfurt Digital Finance conference 2025
Banca centrale europea: pubblicazione del bollettino economico
Comitato delle regioni: conferenza sulla politica di coesione dopo il 2027
Eurostat: dati sulla produzione industriale a dicembre; dati sui rifiuti urbani nel 2023