Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
Oggi ospitiamo un intervento di Hadja Lahbib, la commissaria europea responsabile per la gestione delle crisi e la preparazione. L'occasione è la presentazione della Strategia di Preparazione dell’Unione da parte della Commissione di Ursula von der Leyen.
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L'imprevisto si prepara
Di Hadja Lahbib, commissaria europea responsabile per la gestione delle crisi e la preparazione.
Da decenni, la pace e la stabilità sono al centro del progetto europeo. Ma oggi, questa pace non è più garantita. Siamo di fronte a una nuova realtà pericolosa, segnata dalla guerra, tensioni geopolitiche crescenti, attacchi ibridi, tensioni economiche, crisi sanitarie e disastri climatici. La questione non è se affronteremo una nuova crisi, ma se saremo pronti ad affrontarla.
La scorsa settimana, la Commissione europea ha compiuto un passo cruciale per rafforzare la sicurezza dell'Europa. Il Piano "Preparazione all'orizzonte 2030" rafforzerà le capacità militari per garantire che l'Europa possa difendersi in un mondo sempre più incerto. Ma la sola forza militare non basta. La sicurezza non si limita alla difesa; include la capacità delle società di funzionare in tempi di crisi.
Gli Stati membri fanno sempre più affidamento sul Meccanismo di Protezione Civile dell'Unione Europea per sostenere le loro risposte alle crisi. Questo meccanismo viene ora utilizzato in media dieci volte di più rispetto all'inizio degli anni 2000, quando era stato creato. Inizialmente focalizzato sugli incendi boschivi, si è rapidamente evoluto per affrontare inondazioni, pandemie e crisi energetiche. Oggi consente di mobilitare rapidamente squadre mediche, canadair, tende e generatori per aiutare gli europei colpiti da inondazioni, incendi boschivi e altre catastrofi.
Tuttavia, la lezione di queste crisi è chiara: non possiamo fare affidamento su soluzioni puntuali e settoriali. La preparazione deve essere sistematica, coordinata e proattiva. Oggi i problemi sono complessi e interconnessi. Richiedono un cambio di mentalità. Non possiamo più limitarci a reagire alle crisi, dobbiamo anticiparle e mitigare i rischi prima che raggiungano proporzioni drammatiche.
La preparazione non è solo una responsabilità nazionale, ma uno sforzo collettivo europeo. Finora, l'UE ha reagito creando centri di crisi, strumenti e infrastrutture per gestire le crisi. Ora è cruciale razionalizzare questi dispositivi e coordinarne il funzionamento per massimizzare la loro efficacia e il loro valore aggiunto.
La nuova Strategia di Preparazione dell'Unione che presentiamo include un piano d'azione per garantire che l'Europa resista e si riprenda da qualsiasi shock, sia esso militare, economico, tecnologico o ambientale. Si tratta di dotarsi dei mezzi per anticipare meglio le crisi grazie a un uso accresciuto della prospettiva, una migliore valutazione dei rischi e delle minacce, nonché un sistema di allerta migliorato.
La Strategia garantirà che le infrastrutture critiche siano adeguatamente protette affinché ospedali, reti di trasporto, sistemi energetici e servizi digitali funzionino anche in condizioni estreme. Ma in condizioni estreme di crisi, l'essenziale è garantire il funzionamento delle infrastrutture vitali.
La sfida, in definitiva, è proteggere l'essenza stessa della nostra Unione, il suo mercato unico, la libertà di movimento e il nostro sistema democratico. I governi non sono gli unici attori della resilienza. Una società veramente preparata si basa anche sull'impegno delle imprese, delle comunità locali e dei cittadini. L'intera società deve essere pronta ad agire quando si verifica una crisi, grazie a messaggi di allerta precoci chiari, programmi educativi, campagne di sensibilizzazione e formazione.
La Commissione collaborerà con gli Stati membri per garantire che i cittadini possano essere autosufficienti per un certo periodo di tempo in caso di emergenza. Programmi come Erasmus+ o il Corpo Europeo di Solidarietà promuoveranno l'emergere di una nuova generazione di giovani, informati e formati, capaci di reagire in modo appropriato durante le emergenze e di rilevare la disinformazione. Tutti elementi che, in definitiva, contribuiranno a rafforzare la coesione sociale e la fiducia nei nostri sistemi democratici.
Questa strategia mira anche a rafforzare la cooperazione con il settore privato e a sviluppare protocolli di crisi per mantenere il corretto funzionamento dei servizi vitali. Nessuno Stato membro può prepararsi da solo a una crisi. La strategia propone quindi miglioramenti nella nostra risposta collettiva. Questo implica una catena di comando chiara tra i diversi livelli decisionali, una piattaforma rafforzata per coordinare la risposta dell'Ue alle crisi, la condivisione delle risorse e delle competenze, e esercizi di ritorno di esperienza dopo ogni crisi.
Uno degli asset più importanti per la preparazione collettiva è la riserva strategica rescEU. Inizialmente concepita come una flotta aerea per combattere gli incendi boschivi, la riserva include ora tende, mezzi di trasporto, energia e capacità di risposta ai rischi chimici, biologici, radiologici e nucleari. La Commissione manterrà e svilupperà queste capacità.
In un contesto di rischi crescenti, rafforzare la nostra preparazione è più urgente che mai. L'unico modo per plasmare il nostro futuro è prendere l'iniziativa: anticipare le sfide, costruire la resilienza a tutti i livelli della società e garantire che saremo pronti, insieme, per il meglio e per il peggio. Un'Europa più sicura e più forte è anche un'Europa più giusta e inclusiva, che prende in mano il proprio futuro senza aspettare che la prossima crisi ne detti il destino.
La frase
“Dobbiamo guardare al nostro mondo multipolare come a un mare di opportunità, anziché come una competizione inarrestabile tra nazioni e continenti”.
Antonio Costa, presidente del Consiglio europeo.
Geopolitica
Trump fa un'altra concessione a Putin con l'accordo sul Mar Nero - La Casa Bianca ieri ha annunciato un accordo con l'Ucraina e la Russia sul principio di un cessate il fuoco sul Mar Nero, dopo tre giorni di colloqui bilaterali con le due parti a Riad. L'accordo prevede di "assicurare la sicurezza della navigazione, di liminare il ricorso alla forza e di impedire l'utilizzazione delle navi commerciali a fini militari nel Mar Nero". E' un altro passo in direzione della Russia, che l'Ucraina è riuscita a paralizzare nel Mar Nero. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha promesso di attuare l'accordo. Ma il ministro della Difesa, Rustem Umerov, ha detto che ogni movimento di navi da guerra russe fuori dalla parte orientale del Mar Nero "costituirà una violazione dello spirito dell'accordo" di fronte al quale l'ucraina eserciterà "il suo diritto alla legittima difesa".
Il dilemma dell'Ue sull'accordo di Trump sul Mar Nero - Nell'accordo annunciato dalla Casa Bianca c'è un'altra concessione maggiore a Vladimir Putin. L'Amministrazione Trump, che si è impegnata ad aiutare "a ristabilire l'accesso della Russia al mercato mondiale per le esportazioni di prodotti agricoli e di fertilizzanti, a ridurre i costi delle assicurazioni marittime e a migliorare l'accesso ai porti e ai sistemi di pagamento per queste transazioni". Alcune di queste misure dipendono dalla buona volontà dell'Unione europea, che ha imposto misure restrittive sulle assicurazioni e le banche russe. Il Cremlino, prima di attuare la tregua sul Mar Nero, vuole la revoca delle sanzioni contro Rosselkhozbank e ad altri istituti finanziari, nonché la loro connessione a SWIFT; la rimozione delle restrizioni al finanziamento del commercio; la fine delle sanzioni ai produttori e agli esportatori di prodotti agricoli e fertilizzanti; la ripresa di assistenza alle navi russe nei porti; e la fine dell'embargo sull'esportazione di macchinari agricoli. Tenuta fuori dal tavolo dei negoziati, l'Ue dovrà decidere se assecondare Trump oppure restare ferma con Putin. Molto dipenderà dalle indicazioni che darà Zelensky.
L'Ucraina rigetta la fine delle sanzioni per la Russia - Il ministro degli Esteri dell'Ucraina, Andrii Sybiha, ieri ha denunciato un tentativo da parte della Russia di “manipolare” l'accordo raggiunto con gli Stati Uniti per ottenere un allentamento delle sanzioni europee. “La Russia mente sempre, ma ora sarà particolarmente visibile al mondo intero se Putin continuerà a prolungare la guerra”, ha spiegato Sybiha, ricordando che il suo paese ha accettato la tregua per 30 giorni, mentre Mosca l'ha respinta. “La pressione è l'unica cura per le menzogne russe. Mosca deve affrontare le conseguenze appropriate per qualsiasi manipolazione o violazioni degli accordi. Continuiamo a lavorare con i nostri partner per garantire questo”, ha concluso il ministro degli Esteri.
L'Ungheria chiede all'Ue di togliere le sanzioni alla Russia - Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, non ha atteso le consultazioni con i suoi omologhi europei per chiedere all'Ue di rimuovere le sanzioni contro la Russia, dopo l'accordo annunciato dalla Casa Bianca ieri. "Accogliamo con favore il cessate il fuoco e l'accordo sulla navigazione sicura nel Mar Nero come un passo chiave verso un accordo di pace. I colloqui Usa-Russia sono il solo percorso verso la pace e chiediamo con urgenza a Bruxelles di non mettersi in mezzo alla strada", ha scritto Szijjarto sulla piattaforma X. Per revocare immediatamente le sanzioni dell'Ue, come chiesto dalla Russia, serve l'unanimità degli Stati membri. Ma l'Ungheria può mettere il veto al rinnovo delle sanzioni settoriali che scadono il 31 luglio.
Esplosione in una fabbrica di munizioni in Repubblica ceca - “L'aggressività della Russia non è teorica", ha detto ieri il ministro degli Esteri francese, Jean-Noel Barrot, rispondendo alle dichiarazioni dell'inviato speciale di Trump, Steve Witkoff, secondo cui Vladimir Putin non ha intenzione di impossessarsi di tutta l'Europa. Barrot ha ricordato che Putin ha dimostrato "la sua aggressività nel corso degli ultimi tre anni" ben al di là dell'Ucraina con le campagne di manipolazione dell'informazione, le ingerenze nei processi elettorali e gli atti di sabotaggio. Ieri c'è stato un altro incidente sospetto. Un deposito di munizioni in repubblica ceca è esploso provocando almeno un ferito. La struttura è di proprietà del gruppo di difesa ceco STV. Lo stabilimento produce munizioni di grosso calibro e ripara materiale militare, in parte a destinazione dell'Ucraina. Nel 2014 altri due depositi di munizioni in Repubblica ceca furono bersaglio di atti di sabotaggio che, a seguito di una serie di inchieste giornalistiche e di sicurezza, sono stati attribuiti ai servizi segreti russi del GRU.
Riarmo civile
Manuali e kit di emergenza per preparare gli europei al peggio - Ispiratore del piano d'azione presentato oggi dalla commissaria Hadja Lahbib e dalla vicepresidente Roxana Minzatu, l'ex presidente finlandese Sauli Niinisto aveva sostenuto la necessità di una "preparazione proattiva" dei cittadini dei paesi dell'UE per permettere loro di affrontare il peggio. "Le famiglie non hanno ciò che serve per sopravvivere tre giorni in caso di crisi grave", aveva detto Niinisto nel suo rapporto presentato a fine ottobre 2024. "Bisogna comunicare", aveva insistito. La strategia presentata da Lahbib e Minzatu si articola intorno a una trentina di azioni concrete destinate a preparare le popolazioni e le società per limitare l'impatto delle crisi sulla loro vita quotidiana. L'Ue è già confrontata con attacchi informatici contro le sue infrastrutture e i suoi servizi vitali, in particolare le comunicazioni, gli ospedali, gli aeroporti. L'Unione deve essere in grado di anticipare, resistere, adattarsi e riprendersi da qualsiasi crisi. La preparazione deve avvenire a livello nazionale. La Commissione raccomanda di mettere i cittadini in condizione di essere "autonomi per 72 ore". Alcune iniziative sono già in preparazione negli Stati membri. Un manuale di sopravvivenza sarà inviato a tutti i francesi quest'estate. È ispirato dai paesi nordici e dettaglia gli elementi che compongono un kit di emergenza per resistere le prime 72 ore in caso di catastrofe: acqua, alimenti non deperibili, medicinali, radio a pile, torcia elettrica, denaro contante, giochi da tavolo, documenti d'identità, kit di pronto soccorso, coltellino svizzero, vestiti. L'Ue interverrà per completare gli sforzi nazionali e aiutare a un'azione unificata per garantire una migliore preparazione nella gestione di tutte le crisi il cui impatto supera i confini nazionali.
L'altra parte d'Europa che non percepisce la medaglia - Il rovescio della medaglia del piano di riarmo di Ursula von der Leyen e della strategia di preparazione della popolazione civile presentata ieri dalla Commissione è il sentimento di angoscia che rischia di provocare nei cittadini comuni. Questo sentimento viene già sfruttato politicamente in Francia con le accuse di alcuni partiti contro il clima di paura e ansia creato da Emmanuel Macron con il suo avvertimento sul rischio di un conflitto armato con la Russia. Su messaggi legati alla necessità di prepararsi a una guerra “mi permetto di consigliare un po' di prudenza”, ha detto il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, dopo il vertice europeo della scorsa settimana. I risultati dell'Eurobarometro pubblicato ieri dal Parlamento europeo indicano una chiara frattura geografica sulla percezione della minaccia bellica. I cittadini dei paesi di un arco nord-orientale - dalla Francia alla Finlandia - ritiene che l'Ue dovrebbe concentrarsi su difesa e sicurezza. Gli intervistati in Italia, Grecia e Portogallo ritengono più importante competitività, economia e industria. Per gli spagnoli, l'attenzione dell'Ue dovrebbe essere su istruzione e ricerca.
L'Ue e Trump
L'amministrazione Trump conferma il suo dilettantismo e la sua avversione per l'Europa - La Casa Bianca ha confermato l'inclusione per errore di un giornalista in un gruppo di discussione ultra confidenziale creato su una messaggeria criptata tra il vicepresidente JD Vance, il segretario alla Difesa, Pete Hegseth, e diversi altri responsabili dell'amministrazione, all'interno del quale venivano discussi piani militari top-secret. Il racconto dell’Atlantic è edificante. Le schermate dei messaggi scambiati tra Vance e Hegseth prima degli attacchi contro gli Houthi in Yemen confermano una profonda avversione per gli europei. "Se pensi che dovremmo farlo, facciamolo. Odio dover salvare di nuovo l'Europa", scrive JD Vance. "VP: Condivido completamente la tua avversione per i profittatori europei. È patetico", risponde Hegseth. Gli archivi sono crudeli per il segretario alla difesa responsabile di questa falla nella sicurezza. "Qualunque responsabile che causasse una tale fuga dovrebbe essere licenziato immediatamente e perseguito penalmente per aver gestito male le informazioni", aveva affermato su Fox News nel 2016.
La Danimarca promette di resistere a Trump sulla Groenlandia - Il primo ministro danese, Mette Frederiksen, ieri ha denunciato come "pressione inaccettabile" l'attitudine adottata dall'Amministrazione Trump sulla Groenlandia, dove è prevista una visita di una delegazione guidata dalla moglie del vicepresidente JD Vance, Usha Vance, insieme al consigliere per la Sicurezza Nazionale, Mike Waltz, e il segretario all'Energia, Chris Wright. "Devo dire che è una pressione inaccettabile quella esercitata sulla Groenlandia e sulla Danimarca in questa situazione. Ed è una pressione a cui resisteremo", ha detto Frederiksen alla televisione danese TV2. Il primo ministro danese ha anche rigettato l'idea che quella americana sia una visita privata. "Non è possibile fare una visita privata con rappresentanti ufficiali di un altro paese", ha detto Frederiksen. "La Groenlandia non fa parte dell'Ue, ma è una parte del territorio del Regno di Danimarca e il popolo della Groenlandia ha il diritto all'autodeterminazione”, ha ricordato a Bruxelles il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. “Se rinunciamo all'integrità territoriale, apriamo un vaso di Pandora in tutto il mondo, dall'Asia all'America”, ha detto Costa. Ieri sera, una nuova provocazione: il vicepresidente JD Vance ha annunciato che si unirà alla delegazione in Groenlandia. “C'è così tanta eccitazione attorno alla visita di Usha venerdì che ho deciso che non volevo che si divertisse da sola. Quindi mi unirò a lei”, ha detto JD Vance in un video.
Costa annuncia un mare di vertici con il resto del mondo (ma non gli Stati Uniti) - Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha usato un discorso pronunciato ieri all'European Policy Center in occasioni dell'anniversario del trattato di Roma per illustrare la sua visione dell'Ue nell'era di Donald Trump, Vladimir Putin e Xi Jinping. L'Ue non deve guardare al suo futuro “secondo una logica di scontro tra blocchi”, ha detto Costa. “Dobbiamo guardare al nostro mondo multipolare come a un mare di opportunità, anziché come una competizione inarrestabile tra nazioni e continenti”. Costa ha annunciato una serie impressionante di vertici per i prossimi mesi. Si comincia la prossima settimana con l'Asia centrale in Uzbekistan. A maggio ci sarà un summit con il Regno Unito a maggio. Poi toccherà a Brasile, Giappone, Cina ed Egitto. Nei prossimi otto mesi sono previsti vertici con l'Unione Africana, con la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici e con l'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico. “Il mondo ha bisogno dell'impegno europeo. L'Europa ha bisogno di avvicinare i suoi partner”, ha detto Costa.
La repulsione di Musk pesa sulle vendite di Tesla in Europa - A febbraio è stato confermato il crollo delle vendite di veicoli elettrici Tesla nell'Unione europea in coincidenza con il ruolo sempre più attivo di Elon Musk nell'Amministrazione Trump e le sue campagne a favore dei partiti di estrema destra in Europa. Secondo i dati pubblicati ieri da Acea, le vendite di Tesla sono crollate del 47,1 per cento in febbraio rispetto allo scorso anno, un livello appena inferiore a quello registrato a gennaio. Nei primi due mesi dell'anno il calo di Tesla è del 49 per cento, nonostante un aumento delle vendite di veicoli elettrici pari al 28,4 per cento in tutta l'Ue. Anche negli Stati Uniti le vendite di Tesla sono in calo. I nostri amici di Blocs - una newsletter sul commercio che vi raccomandiamo - la scorsa settimana hanno spiegato il clima di sfiducia economica provocato dalle scelte di Donald Trump e della sua squadra.
Guerra commerciale
Nessuna svolta durante la visita di Sefcovic e Seibert a Washington - A una settimana dal “Liberation day”, il giorno in cui Donald Trump ha promesso di lanciare la sua guerra commerciale totale, il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, e il capo-gabinetto di Ursula von der Leyen Björn Seibert, sono tornati da Washington senza un compromesso per disinnescare i dazi. “Il duro lavoro va avanti”, ha detto Sefcovic al termine dei suoi incontri con l'Amministrazione Trump: “La priorità dell'Ue è un accordo giusto e equilibrato invece di dazi ingiustificati”. La visita ha permesso a Sefcovic e Seibert di avere una migliore comprensione di ciò che Trump vuole realizzare. Se lo scenario preferito è evitare una dolorosa guerra commerciale, la Commissione è costretta a continuare a lavorare anche sull'altro binario: prepararsi a proteggere il mercato unico dell'Ue.
La Commissione chiude le frontiere alla diversione dell'acciaio dalla Cina - La Commissione ieri ha deciso di rafforzare le misura di salvaguardia dell'acciaio per proteggere l'industria siderurgica dell'Ue dall'aumento delle importazioni, in particolare dalla Cina, provocato dai dazi imposti da Donald Trump. Secondo un'indagine della Commissione, la situazione del settore stava peggiorando a causa delle crescenti pressioni sulle importazioni e della diminuzione della domanda. L'industria siderurgica dell'Ue affronta una forte pressione da parte della sovracapacità globale, delle crescenti esportazioni dalla Cina e delle crescenti barriere commerciali in mercati chiave come gli Stati Uniti”, ha spiegato l'esecutivo comunitario. La Commissione ha ridotto il tasso di liberalizzazione dall'1 allo 0,1 per cento, limitando la quantità di acciaio che può essere importata nell'Ue senza dazi doganali. Inoltre, i paesi non saranno più in grado di utilizzare l'intero volume di quote inutilizzate di altri paesi, tra cui quelle di Russia e Bielorussia. Il meccanismo di "riporto", che consentiva ai paesi di riportare le quote inutilizzate al trimestre successivo, è stato eliminato. Le misure di salvaguardia per l'acciaio sono state introdotte nel 2019 dopo la prima ondata di dazi di Trump. I nuovi aggiustamenti entreranno in vigore tra il primo aprile e il primo luglio.
Serbia
Il modesto messaggio di Costa e von der Leyen a Vucic - L'Ue ha finalmente deciso di mettere un po' di pressione sul presidente serbo, Aleksandar Vucic. Durante una cena ieri, Antonio Costa e Ursula von der Leyen hanno sottolineato la necessità di “avanzare su riforme legate all'Ue” e di fare “progressi nella libertà dei media, nella lotta alla corruzione e nella riforma elettorale”. Ma la pressione si riduce a un post su X. Non c'è stata nessuna condanna da parte del presidente del Consiglio europeo e della presidente della Commissione della repressione delle proteste o del mancato allineamento all'Ue sulle sanzioni contro la Russia. Secondo i due leader, “risultati tangibili in settori che possono beneficiare direttamente i cittadini serbi sono a portata di mano”. Vucic non è rimasto impressionato. Dopo la cena ha incontrato i giornalisti e ha chiesto che studenti e professori condannino le manifestazioni per chiedere la sua partenza.
Geoeconomia
La Commissione presenta i primi 47 progetti sulle materie prime strategici – La Commissione ieri ha presentato il primo elenco di 47 progetti per potenziare le capacità in termini di materie prime strategiche, il cui obiettivo è di diversificare le fonti di approvvigionamento e garantire una maggiore indipendenza dell'Ue. I progetti riguardano l'estrazione, la lavorazione e il riciclaggio di materie prime strategiche per soddisfare rispettivamente il 10 per cento, il 40 per cento e il 25 per cento della domanda dell'Ue entro il 2030. I 47 nuovi progetti strategici sono distribuiti in 13 Stati membri (Belgio, Francia, Italia, Germania, Spagna, Estonia, Repubblica Ceca, Grecia, Svezia, Finlandia, Portogallo, Polonia e Romania) e coprono i diversi segmenti della filiera (25 per l'estrazione, 24 per la lavorazione, 10 per il riciclaggio e 2 per la sostituzione delle materie prime). L'elenco della Commissione copre 14 delle 17 materie prime strategiche elencate nella legge sulle materie prime critiche, in particolare il litio (22 progetti), il nichel (12 progetti), la grafite (11 progetti), il cobalto (10 progetti) e il manganese (7 progetti). L'attenzione primaria della Commissione è stata rivolta al settore delle batterie elettriche
Séjourné promette che il litio cinese non sarà il gas russo di domani – Per l'Unione europea "il litio cinese non sarà il gas russo di domani” ha detto ieri il vicepresidente della Commissione, Stéphane Séjourné, presentando la lista dei primi 47 progetti strategici selezionati sulla base del Critical Raw Materials Act. “Non vogliamo sostituire la dipendenza con i combustibili fossili con una dipendenza dalle materie prime", ha detto Séjourné. "Non è possibile alcuna decarbonizzazione senza materie”. L'iniziativa tocca anche la strategia di riarmo dell'Ue. “Non c'è industria della difesa senza terre rare, che sono incluse nella composizione dei nostri radar, dei nostri sonar e dei nostri sistemi di puntamento e per le quali in questa fase dipendiamo al 100 per cento da materiali raffinati cinesi", ha spiegato Séjourné, riconoscendo che il contesto geopolitico attuale ha dato un nuovo senso di urgenza all'iniziativa. Tuttavia la Commissione ha scelto di presentare solo un elenco di progetti interni all'Ue. Groenlandia e Ucraina per il momento sono escluse. Il sospetto è che la scelta sia stata fatta per evitare di irritare l'Amministrazione Trump.
Brum brum
Accordo sulle nuove patenti di guida europea – La presidenza polacca del Consiglio dell'Ue e i negoziatori del Parlamento europeo hanno trovato un accordo la scorsa notte sull'aggiornamento della direttiva sulla patente di guida. Tra le nuove misure è prevista la possibilità di guidare con una patente all'età di 17 anni, se accompagnati da un guidatore esperto, una durata di 15 anni della validità documento e una versione digitale uniforme per le patenti riconosciuta in tutti gli Stati membri. I tentativi di armonizzare i processi di verifiche mediche per i conducenti sono falliti, dato che gli Stati membri potranno scegliere per un'autovalutazione. E' stato introdotto un periodo di prova di due anni per i neo patentati, durante il quale dovrebbero essere applicate sanzioni più severe per guida sotto l'effetto di alcol o droghe o altre infrazioni al codice della strada. Per affrontare il problema della carenza di conducenti di camion, è stata abbassata l'età minima per acquisire la patente professionale, ma con accompagnamento di un autista esperto. L'accordo provvisorio deve essere approvato dai rappresentanti degli stati membri in seno al Consiglio e dal Parlamento europeo.
Accordo per sospendere le patenti in tutta l'Ue – Un altro accordo è stato raggiunto ieri sera sulle patenti di guida tra la presidenza polacca del Consiglio e i negoziatori del Parlamento europeo, questa volta sull'applicazione in tutta l'Ue delle infrazioni. In base alle attuali norme, gli Stati membri che non hanno rilasciato una patente di guida possono limitare il diritto di guida di un trasgressore grave della normativa stradale solo all'interno del proprio territorio. Solo lo Stato membro che ha rilasciato la patente può limitare il diritto di guida in tutta l'Ue. Secondo le nuove norme, lo Stato membro dell'infrazione dovrà informare lo Stato membro di rilascio della decisione di sospendere la patente. Lo Stato membro di emissione sarà quindi obbligato a rendere effettiva la decisione in tutta l'Ue. Le infrazioni gravi includono la guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di droghe, l'eccesso di velocità o le violazioni del codice della strada che causano morte o lesioni gravi. Anche questo accordo dovrà essere confermato dai governi e dalla plenaria del Parlamento europeo.
Accade oggi
Commissione: conferenza stampa delle commissarie Minzatu e Lahbib sulla Strategia di preparazione dell'Unione
Commissione: la presidente von der Leyen riceve la direttrice generale del Cern, Fabiola Gianotti
Commissione: la commissaria Suica riceve Romano Prodi
Commissione: il commissario Kubilius partecipa al Consiglio Nord Atlantico della Nato
Commissione: il commissario Serafin a Roma incontra il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti
Commissione: il vicepresidente Séjourné ad Atene incontro il ministro dello Sviluppo
Servizio europeo di azione esterna: l’Alto rappresentante Kaja Kallas riceve il ministro degli Esteri del Brunei
Parlamento europeo: la presidente Metsola incontra Romano Prodi
Parlamento europeo: riunione della Conferenza dei presidenti con il presidente del Consiglio europeo Costa
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sul ricorso di sei banche contro una multa Commissione europea per un cartello nel mercato delle obbligazioni
Banca centrale europea: riunione di politica non monetaria del Consiglio dei governatori
Banca centrale europea: riunione di Piero Cipollone a una conferenza sui Crypto Assets organizzata dal Frankfurt School Blockchain Center in Frankfurt
Comitato economico e sociale: sessione plenaria
Nato: il segretario generale Rutte in Polonia incontra il presidente Andrzej Duda e il premier Donald Tusk
Molto importante avere questi piani e questi strumenti di gestione dei rischi. Mi preoccupa però quanto essi possano essere efficaci quando abbiamo infrastrutture informatiche (per esempio ospedali, ma anche energetiche) che si affidano a soluzioni cloud tutte gestite in USA. ENI e Enel, ad esempio, hanno ormai tutta la loro ITC basata su AWS, quindi in balia potenziale di Bezos e, sopratutto, di Trump. Temo che la famosa "autonomia strategica" debba passare anche su un recupero - molto, molto difficile - di una capacità europea nel campo del cloud (che non sono solo grandi magazzini di dati, che quelli sapremmo farli anche subito, ma sono middleware, applicazioni e sistemi base essenziali, che non possono essere pronti da subito). E pensare che la maggior parte delle idee e delle soluzioni base di queste cose, dal web a Linux a Git sono tutte invenzioni europee, che ci siamo fatti "scippare"....