Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
Piccola novità per queste elezioni europee: abbiamo deciso di aprire Il Mattinale Europeo, chiedendo a due colleghi di parlarci liberamente della campagna e delle poste in gioco del voto nei loro rispettivi paesi.
Oggi è Diego Velazquez, corrispondente del Luxemburger Wort, che ci prende per mano per condurci nel Lussemburgo, piccolo paese troppo spesso dimenticato per il ruolo che gioca in Europa. Grazie Diego!
I giovani tradiscono l'Ue nelle urne
Alle elezioni europee del 2019 erano stati i giovani a salvare l'Unione europea da un'ondata di partiti euroscettici e nazionalisti che sembrava sul punto di abbattersi sulle istituzioni comunitarie. Secondo un sondaggio Eurobarometro post elezioni, l'aumento dell'affluenza alle urne era stato determinato soprattutto dalla partecipazione dei giovani sotto i 25 anni (più 14 per cento), nonché dalle persone tra i 25 e i 39 anni (più 12 per cento). “L’aumento molto significativo dell’affluenza alle urne alle elezioni europee di maggio dimostra che le persone, soprattutto le generazioni più giovani, apprezzano i loro diritti democratici e credono che l’Ue sia più forte quando agisce unita per affrontare le loro preoccupazioni”, aveva commentato David Sassoli, presidente del Parlamento, scomparso all'inizio del 2022. Effettivamente i giovani avevano permesso la rimonta dei Verdi e dei liberali, che avevano fatto campagna per affrontare la crisi climatica e difendere le conquiste europee. Cinque anni dopo le cose potrebbero andare in modo molto diverso. I risultati delle ultime elezioni nazionali indicano uno spostamento dei giovani verso i partiti della destra nazionalista, che vogliono distruggere l'Ue dall'interno. Il 6-9 giugno saranno i giovani a tradire l'Ue?
L'ultimo esempio della virata dei giovani verso l'estrema destra si è visto in Portogallo nelle elezioni legislative di marzo. Secondo alcune ricerche, più del 25 per cento dei giovani tra i 18 e i 34 anni hanno votato per Chega, il partito di estrema destra che ha superato il 18 per cento a livello complessivo. Le motivazioni erano diverse. Ma il comun denominatore dei giovani portoghesi era lo scontento per la loro situazione personale e la rabbia per la prospettiva di dover emigrare. I partiti tradizionali, il Partito socialdemocratico di centrodestra e il Partito socialista di centrosinistra, non rispondono più alle loro preoccupazioni. Anche quelli dell'estrema sinistra - dai Verdi al Partito comunista - sono diventati partiti per vecchi.
Il dato sul voto dei giovani in Portogallo è coerente con ciò che è accaduto in altri paesi. Nei Paesi Bassi il 17 per cento dei giovani tra i 18 e i 34 anni hanno votato per il partito di estrema destra di Geert Wilders, più di ciascuno degli altri partiti, alle elezioni legislative dello scorso novembre. In Spagna l'estrema di destra di Vox è passata dal 22 per cento del 2019 al 27 per cento delle elezioni di luglio 2023. In Svezia, nelle elezioni del 2022, il 22 per cento dei giovani tra i 18 e i 21 anni hanno votato per l'estrema destra dei Democratici svedesi contro il 12 per cento del 2018. In Italia nel 2022 Fratelli d'Italia è stato il più grande partito tra i giovani di meno di 35 anni con il 22 per cento. Il risultato più spettacolare si è visto al secondo turno delle elezioni presidenziali in Francia nel 2022, quando il 39 per cento dei giovani tra i 18 e i 24 anni e il 49 per cento di quelli tra i 25 e i 34 anni hanno votato per la candidata di estrema destra Marine Le Pen.
I leader e i partiti tradizionali dell'Ue continuano a lanciare appelli ai giovani per andare alle urne, convinti che saranno ancora una volta loro a salvare l'Europa. Il 6-9 giugno 23 milioni di giovani potranno votare per la prima volta alle elezioni europee. In cinque paesi l'età minima per votare è stata abbassata: 16 anni in Austria, Germania, Belgio e Malta e 17 anni in Grecia. Ma i partiti tradizionali sono meno efficaci a fare campagna per conquistare il voto dei giovani.
I partiti di estrema destra sono molto efficaci nell'uso di social media come TikTok, che grazie ai loro algoritmi polarizzano l'elettorato. In Francia il Rassemblement National di Marine Le Pen ha scelto un giovane di 28 anni come capo lista, Jordan Bardella, che all'improvviso ha fatto apparire vecchio Emmanuel Macron. Il segreto del successo non è più solo l'ostilità ai migranti, un tema che tocca soprattutto gli elettori più anziani. L'estrema destra ha imparato a sfruttare le ansie locali dei giovani: le difficoltà economiche, la prospettiva di dover emigrare, l'impossibilità di comprarsi una casa.
Le leadership dell'Ue hanno sempre dato per scontato il voto europeista dei giovani. L'Erasmus è uno dei simboli dell'integrazione europea fatta per loro. La libertà di circolazione delle persone, con la possibilità di lavorare per alcuni anni o per sempre in un altro paese, ne è un altro esempio. Il benessere raggiunto nelle società europee – e la progressione in termini di prosperità dei paesi entrati più di recente con e dopo il grande allargamento del 2004 – è andato a vantaggio anche dei giovani. Nel 2019 l'agenda del Green deal promossa da Ursula von der Leyen è stata una risposta diretta alla grande mobilitazione giovanile a favore del clima.
Tuttavia, molti giovani danno per scontati i diritti conquistati grazie all'Ue. E l'ultima legislatura è stata caratterizzata da un grande e un piccolo tradimento nei confronti dei giovani. I lockdown imposti durante il Covid – con il sostegno attivo dell'Ue – sono serviti a proteggere la popolazione più anziana con un costo altissimo per i giovani. La marcia indietro sul Green deal decisa da Ursula von der Leyen nell'ultimo anno, per rispondere alle proteste degli agricoltori o dell'industria, ha disilluso i giovani militanti pro clima. All'immagine di alcuni stati membri, dove i governi privilegiano gli interessi di pensionati e elettori di mezza età, l'Europa è diventata una casa per vecchi. Che i giovani potrebbero decidere di tradire, anche andando in massa alle urne.
La frase
"Dobbiamo essere pronti per la guerra entro il 2029"
Boris Pistorius, ministro tedesco della Difesa, a Der Spiegel
La campagna elettorale che non ti aspetti nel noioso Lussemburgo
Di Diego Velazquez, corrispondente del Luxemburger Wort
Per il Lussemburgo, queste elezioni europee sono sorprendentemente interessanti e controverse. In termini di personalità politiche, Nicolas Schmit, candidato alla presidenza della Commissione europea per i socialisti europei, e Christophe Hansen, commissario designato per il governo conservatore-liberale, sono impegnati in un duello a distanza. Schmit ritiene di poter aspirare a un posto importante nella prossima Commissione europea, se i socialisti europei insisteranno su di lui nonostante il suo partito non sia al governo. In effetti, i socialisti europei hanno tutto l'interesse a farlo, perché rischiano di ritrovarsi con un esecutivo europeo in cui i posti riservati a loro sono molto pochi. Ma affinché questo accada, devono costringere il governo lussemburghese ad abbandonare Hansen. La battaglia è appena iniziata.
Sul piano dei contenuti, una controversia minore ha messo in luce le contraddizioni del paese con l'UE: la questione dell'unanimità in materia fiscale. Mentre tutti i partiti di centro si dichiarano ferocemente europeisti, sono bastate alcune dichiarazioni di Charles Goerens, candidato dei liberali del PD, a favore dell'abbandono del veto per suscitare l'indignazione del centro e del centrodestra. Il suo partito ha dovuto disconoscerlo pubblicamente e unirsi all'estrema destra per difendere il veto all'Ecofin, così come il partito cristiano democratico CSV del primo ministro Luc Frieden.
L'ex premier ed ex presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, anche lui del CSV, ha dovuto prendere la parola per difendere Goerens. “Chiunque abbia buoni argomenti non deve temere di essere messo in minoranza. Il diritto di veto incoraggia le persone a guardare comodamente invece di creare. Tuttavia, il Lussemburgo non deve essere una forza negativa all'interno dell'UE, ma una forza trainante. Non dobbiamo condannare noi stessi. Eppure è quello che sta accadendo con questa insistenza sull'unanimità", ha affermato Juncker. Come a dire che il sovranismo non è esclusiva di altri paesi.
Il CSV, certamente uno dei partiti più a sinistra del PPE, è anche decisamente imbarazzato dalle simpatie di Ursula von der Leyen per Giorgia Meloni e ha difficoltà a posizionarsi su una possibile alleanza tra il PPE e l'ECR. Tutto sommato, non male per un'elezione che solo pochi mesi fa sembrava piuttosto blanda.
Elezioni europee
Il Parlamento si prepara a votare il presidente della Commissione a luglio - Luglio o settembre? Alcune settimane fa, al Parlamento europeo sembrava certo di voler votare sul prossimo presidente della Commissione nella prima sessione di settembre, invece che in luglio. Ma una marcia indietro a luglio è in vista, dopo che il Consiglio europeo ha fatto sapere di voler prendere una decisione sulle nomine il 27 e 28 di giugno. Diverse fonti del Consiglio e del Parlamento ci hanno detto che i deputati si preparano a votare il presidente della Commissione in luglio, subito dopo l'elezione del presidente dello stesso Parlamento europeo. Le date possibili sono mercoledì 17 o giovedì 18 luglio.
Il Consiglio accusa il Parlamento di voler sottrarre nuovi poteri - Nella sua ultima sessione di aprile, il Parlamento europeo ha adottato una serie di modifiche al suo regolamento che non sono piaciute agli stati membri. L'accusa è di “power grabbing”, ci ha spiegato un diplomatico: sottrazione di poteri e competenze. Gli ambasciatori hanno richiamato all'ordine il segretario generale del Parlamento, Alessandro Chiocchetti, durante un pranzo alcuni giorni fa. Ora preparano una lettera destinata alla presidente Roberta Metsola. La bozza è stata discussa ieri dagli ambasciatori al Coreper. “Il Consiglio nota che alcuni emendamenti recenti al regolamento del Parlamento europeo hanno una dimensione interistituzionale e potrebbero avere un impatto sul lavoro di altre istituzioni”, dice il testo. Il Parlamento vuole poter convocare il presidente della Commissione se fa uso dell'articolo 122 del trattato, che lo esclude dalla procedura legislativa in caso di emergenza (è accaduto sul Covid e i provvedimenti energetici). Altre modifiche – come la possibilità di convocare rappresentanti di altre istituzioni – sono viste come un tentativo di “alterare l'equilibrio istituzionale”. Diversi paesi – tra cui Francia, Danimarca, Paesi Bassi, Polonia e Svezia – hanno chiesto alla presidenza belga del Consiglio dell'Ue di rafforzare la lettera. Una nuova discussione al Coreper è prevista venerdì. Parlamento e Commissione devono anche negoziare il nuovo accordo quadro sulle relazioni tra le due istituzioni. Alcuni diplomatici sospettano un accordo sottobanco tra le due candidate del Ppe, Ursula von der Leyen e Roberta Metsola: più poteri ai deputati in cambio del sostegno per un secondo mandato della presidente della Commissione. Anche Chiocchetti è espressione del Ppe.
Geopolitica
I ventisette lontani da un accordo sul quattordicesimo pacchetto di sanzioni alla Russia - Gli ambasciatori degli stati membri dell'Ue ieri sono tornati a discutere al Coreper del quattordicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia per la guerra di aggressione contro l'Ucraina. Secondo un diplomatico, sono stati fatti “buoni progressi, ma siamo ancora lontani da un compromesso”. Diversi stati membri, compresi quelli più grandi, hanno chiesto di togliere alcune delle misure proposte dalla Commissione. Secondo il diplomatico, essendo un pacchetto di sanzioni molto sostanziale è anche più difficile da negoziare. L'obiettivo della presidenza belga del Consiglio dell'Ue è trovare un accordo prima del summit del G7 in Puglia o della Conferenza di pace in Svizzera, che si terrà subito dopo. Il tempo sta scadendo. “Sarà molto difficile”, prevede il diplomatico.
L'Eurogruppo esitante sul piano americano per gli aiuti finanziari all'Ucraina - I ministri delle Finanze della zona euro ieri hanno discusso in teleconferenza del piano americano presentato al G7 per usare i proventi straordinari degli attivi sovrani russi immobilizzati dalle sanzioni come garanzia per fare leva sui mercati per un grande prestito all'Ucraina. “La discussione tra i ministri ha dimostrato apprezzamento per il dialogo costruttivo con i partner del G7”, ha detto il presidente dell'Eurogruppo; Paschal Donohoe, al termine della riunione. “I ministri delle Finanze prenderanno in considerazione al loro incontro di giugno la necessità di ulteriori discussioni dopo il summit del G7 in Puglia”. Dal linguaggio di Donohoe traspaiono le esitazioni e le divisioni degli europei. Alcuni temono di dover pagare il conto se la struttura finanziaria proposta dagli americani verrà contestata dalla Russia davanti a tribunali internazionali. Altri temono che un veto dell'Ungheria possa bloccare tutto. Altri ancora contestano il ruolo di leadership degli Stati Uniti.
Borrell convoca il ministro degli Esteri israeliano, ma senza data - “A seguito dell'accordo della settimana scorsa al Consiglio Affari Esteri, ho inviato l'invito al ministro degli Esteri, Yisrael Katz, ad un Consiglio di associazione ad hoc UE-Israele”, ha annunciato ieri su X l'Alto rappresentante, Josep Borrell. Nelle intenzioni la riunione dovrebbe servire a richiamare all'ordine Israele per la guerra a Gaza. Ma Borrell non ha fissato una data per la riunione. “Diamo loro un'opportunità di suggerire una data, idealmente il più presto possibile, per vedere se sono interessati”, ci ha detto una fonte. In realtà, c'è anche un altro problema: dopo la decisione annunciata al Consiglio Affari Esteri del 27 maggio di convocare il Consiglio di associazione Ue-Israele, alcuni stati membri hanno sollevato obiezioni. Il Belgio, che ha la presidenza di turno dell'Ue, vorrebbe tenerla entro la fine del mese, quando terminerà il suo semestre. Gli israeliani preferirebbero aspettare luglio, quando la presidenza di turno dell'Ue passerà all'Ungheria. In ogni caso, se Israele suggerirà una data, gli stati membri dovranno dare il loro accordo e trovare un compromesso su una posizione comune dell'Ue per l'incontro. Sarà un'impresa tutt'altro che facile.
Borrell accusato di alimentare l'antisemitismo - Più di 100 capi di comunità ebraiche europee e direttori di organizzazioni di difesa di Israele hanno adottato una risoluzione di condanna dell'Alto rappresentante, Josep Borrell, accusandolo di pregiudizi contro lo Stato ebraico e di aver contribuito all'antisemitismo nello spazio pubblico europeo. “Accettiamo che sia normale criticare un governo democraticamente eletto, ma notiamo con grande preoccupazione che l'Alto Rappresentante dell'Unione Europea Josep Borrell ha dimostrato - sia prima che dopo il 7 ottobre - e attraverso il suo portavoce Peter Stano, un chiaro e ripetuto pregiudizio anti-israeliano che ha contribuito in modo significativo al continuo antisemitismo e alla denigrazione dello Stato di Israele nel suo insieme nello spazio pubblico europeo”, dice il testo. Borrell è accusato anche di aver “un clima negativo all'interno del Servizio per l'azione esterna dell'UE nei confronti dello Stato di Israele” e di aver superato “di propria iniziativa” le posizioni adottate dal Consiglio europeo. L'Alto rappresentante “non ha alcun pregiudizio nei riguardi di Israele, è preoccupato dalla perdita di vite innocenti sia nel''attacco del 7 ottobre sia nelle ostilità in corso a Gaza. Questo non è antisemitismo, è cercare di andare avanti e formare un contributo europeo per una soluzione”, ha risposto il suo portavoce.
Euro
La Bce si prepara a tagliare i tassi, ma è divisa su luglio - Un taglio dei tassi di interesse alla riunione di giugno del Consiglio dei governatori della Banca centrale europea di oggi appare certo. Ma tra i banchieri centrali della zona euro è in corso un intenso dibattito su cosa fare a luglio. In un'intervista a Bloomberg venerdì, il presidente della Bundesbank tedesca, Joachim Nagel, ha chiesto di "aspettare" fino a settembre per procedere a un altro taglio dei tassi. In un'intervista a Boersen Zeitung, il governatore della Banca di Francia, François Villeroy, ha detto che la Bce deve essere "libera sul calendario e la velocità" dei tagli di interesse, senza escludere un secondo taglio a luglio. Il governatore della Banca d'Italia, Fabio Panetta, ha detto che la Bce deve "evitare che la politica monetaria diventi troppo restrittiva". Ma il persistere dell'inflazione rischia di avvantaggiare il campo dei falchi della politica monetaria. Secondo la stima flash pubblicata venerdì da Eurostat, a maggio l'inflazione è risalita al 2,6 per cento dal 2,4 per cento di aprile. L'aumento più alto dei prezzi è stato registrato nel settore dei servizi (4,1 per cento contro il 3,7 per cento di aprile). Anche l'inflazione sottostante è risalita al 2,9 per cento dal 2,7 per cento, rafforzando le posizioni dei falchi che vogliono muoversi con estrema prudenza.
Accade oggi
Elezioni Europee: primo giorno di votazioni nei Paesi Bassi
Consiglio europeo: il presidente Michel partecipa all'ottantesimo anniversario del D-Day
Banca centrale europea: conferenza stampa della presidente Lagarde al termine del Consiglio dei governatori
Nato: il segretario generale Stoltenberg in Finlandia incontra il presidente Alexander Stubb
Commissione: la vicepresidente Vestager a Egeskov pronuncia discorso al Summit VL
Commissione: il vicepresidente Maros Sefcovic a Bratislava pronuncia discorso di apertura all'evento Eu Global Gateway
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sul ricorso Ryanair contro aiuti di Stato della Spagna per il Covid
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
Eurostat: dati sul commercio al dettaglio ad aprile; prezzi delle importazioni e della produzione industriale ad aprile