Buongiorno! Sono Christian Spillmann e, insieme a David Carretta, vi presentiamo Il Mattinale Europeo.
Non dimenticate di sostenerci passando a un abbonamento a pagamento.
I paesi del Baltico, unione nell'Ue, pilastro per la Nato, sostegno per l'Ucraina
Un mare, nove paesi rivieraschi e un orso russo aggressivo. Regione prospera, il Baltico è diventato, dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, il teatro di atti di sabotaggio sottomarini e provocazioni organizzate dal Cremlino per testare le difese della Nato. È attraversato da una flotta di navi fantasma cariche di petrolio russo venduto per finanziare la guerra di Vladimir Putin e l'enclave di Kaliningrad costituisce una minaccia permanente con il suo arsenale di missili in grado di colpire qualsiasi capitale europea. Ma per molti paesi dell'Ue, il Baltico è lontano. L'America si sta disimpegnando dall'Europa. I paesi del Baltico hanno quindi preso in mano il loro destino. Hanno costituito un'unione nell'Ue e un'entità nella Nato. E sono determinati di fronte alla minaccia russa.
Sopot, in Polonia, è una stazione balneare molto apprezzata sul Baltico, tra le città portuali di Danzica e Gdynia. Il primo ministro, Donald Tusk, vi si è stabilito con la famiglia dal 2007, ma non è questo il motivo per cui le autorità polacche l'hanno scelta la scorsa settimana per il secondo viaggio stampa del loro semestre di presidenza del Consiglio dell'Ue. Kaliningrad è a due ore da Sopot. Danzica e Gdynia sono due città strategiche con i loro impianti portuali (il gruppo Baltic Hub ha appena inaugurato il suo terzo terminal per container a Danzica), i loro cantieri navali e la costruzione al largo di una delle più grandi fattorie eoliche offshore del paese. "Kaliningrad è laggiù, a destra", ci ha risposto con un gesto il pilota della barca su cui eravamo saliti per visitare il sito della fattoria eolica di Baltic Power, destinata a coprire il 3 per cento del fabbisogno elettrico della Polonia. La regione del Mar Baltico dovrebbe fornire un terzo dei 60 GW di energia prodotti nell'Ue dall'eolico offshore entro il 2030.
Kaliningrad è uno degli incubi della Polonia. "A nord, a circa 250 km, c'è l'enclave di Kaliningrad della Russia, dove tengono, pensiamo, circa 100 testate nucleari, più i missili Iskander per trasportarle, che possono raggiungere diverse capitali europee, non solo Varsavia e Vilnius, ma anche Berlino", ha ricordato il capo della diplomazia polacca, Radoslaw Sikorski, durante il suo incontro con il gruppo di giornalisti venuti da Bruxelles.
Triste realtà, il nuovo capo del Pentagono, il segretario alla Difesa Pete Hegseth, ignora l'esistenza di Kaliningrad ed è incapace di localizzare questo territorio russo sul Baltico, incuneato tra Polonia e Lituania, collegato alla Bielorussia dal corridoio di Suwalki, una striscia di terra di 65 chilometri considerata il "tallone d'Achille della Nato". San Pietroburgo è l'altro accesso della Russia sul Baltico, ma Kaliningrad è libera dai ghiacci tutto l'anno e ospita la flotta russa del Baltico.
Le manovre militari organizzate da Russia e Bielorussia a settembre in Bielorussia sono diventate un serio motivo di preoccupazione. Nessuno credeva che Putin fosse capace di invadere l'Ucraina con le truppe dispiegate per esercitazioni nelle regioni di confine con l'Ucraina nel 2022. La guerra di Putin ha spinto Finlandia e Svezia tra le braccia della Nato e ha rilanciato il Consiglio degli Stati del Mar Baltico (CBSS) di cui fanno parte Germania, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lituania, Lettonia, Norvegia, Polonia, Svezia, Islanda e Ue. La sua prima decisione è stata quella di sospendere la partecipazione della Russia. I leader dei paesi del CBSS si sono riuniti in un vertice a Helsinki a gennaio. La NATO ha lanciato "Baltic Sentry", un'operazione di sorveglianza delle infrastrutture strategiche. È stata avviata una riflessione sul futuro del CBSS. È stata affidata all'ex ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, e all'ex presidente estone Toomas Hendrik Ilves. Nel loro rapporto, presentato il mese scorso, i due leader deplorano l'incapacità dell'Ue e della Nato di rispondere alle minacce affrontate dai paesi rivieraschi del Baltico.
Disturbi dei segnali GPS, sabotaggio di infrastrutture sottomarine critiche, tentativi di ridefinizione dei confini delle acque territoriali, il Mar Baltico è teatro di attività malevoli sempre più numerose. La Russia utilizza metodi di guerra ibrida al di sotto della soglia di un attacco armato tradizionale per destabilizzare i paesi alleati senza innescare l'articolo 5 della Nato. L'Alleanza non è ancora chiara sul tipo di azioni ibride contro un membro della Nato che possono portare all'invocazione dell'articolo 5 e scatenare un'azione collettiva. Fino ad oggi, la guerra ibrida condotta dalla Russia nel Baltico non ha scatenato alcuna reazione della Nato, se non le condanne sdegnate dell'olandese Mark Rutte, il suo segretario generale.
"Se si tracciasse una mappa dell'intensità delle minacce ibride, la regione del Baltico sarebbe completamente rossa. Sfortunatamente, né la Nato né l'Ue sono state in grado di rispondere efficacemente a questo tipo di minacce. In realtà, l'ipotesi dominante è che i paesi debbano gestire da soli gli attacchi ibridi", osserva Landsbergis in una sintesi del suo rapporto. "Ma la capacità di rispondere a tali minacce varia notevolmente tra, per esempio, la Polonia o la Germania e un paese come l'Estonia", sottolinea l'ex ministro.
"Inoltre, l'alleanza occidentale nel suo complesso è in piena mutazione. Sappiamo che l'Europa non può più dare per scontato che gli Stati Uniti rimangano il suo principale garante della sicurezza. In concreto, le implicazioni di questa situazione rimangono vaghe: le truppe si ritireranno? Il ruolo della Nato evolverà? Tutto è sul tavolo. Ma se il sistema transatlantico si frantuma ulteriormente, la regione più colpita dall'aggressione russa dovrà essere pronta a collaborare ancora più strettamente, e il CBSS potrebbe essere la piattaforma", spiega Landsbergis.
L'unione fa la forza: gli otto piccoli membri del CBSS, i cinque nordici e i tre baltici, hanno costituito il NB8 nel 2000, ricorda Minna Alander, ricercatrice associata al programma Europa di Chatham House in un articolo pubblicato all'inizio di giugno dal Centro Internazionale per la Difesa e la Sicurezza (ICDS). "Il consenso inossidabile sull'Ucraina e la minaccia russa, combinato con il fatto che i paesi fanno coincidere i fatti alle parole, ha dato alla regione una voce forte in Europa sulle questioni legate alla sicurezza e alla difesa del continente", sottolinea la ricercatrice finlandese. "Il NB8 ha in parte risposto al vuoto di leadership in Europa apparso a seguito dell'invasione russa su larga scala, con Germania e Francia che faticavano a trovare l'approccio giusto per offrire una leadership credibile e il Regno Unito messo fuori gioco a causa della Brexit", nota Alander.
"Unendo le loro forze sul fronte dell'Ue (la Norvegia e l'Islanda non sono membri, ma sono legate al blocco dall'Associazione Europea di Libero Scambio - EFTA), potrebbero guadagnare efficacia nella definizione dell'agenda e mantenere l'Ue sulla strada giusta con iniziative importanti, come le recenti decisioni sul rafforzamento militare dell'Europa, se il senso di urgenza iniziasse a svanire nell'Europa meridionale o continentale o se il tandem franco-tedesco si rivelasse incapace di facilitare la ricerca di un consenso", stima la ricercatrice.
L'Unione europea si gioca la sua credibilità con la sequenza aperta dal vertice del G7 in Canada, seguito dal vertice della Nato il 25 e 26 giugno all'Aia e dal vertice europeo il 26 e 27 giugno a Bruxelles. Gli europei dovranno mostrasi determinati a rispondere al presidente americano Donald Trump sui dazi doganali e a sostenere l'Ucraina. La Germania guidata da Friedrich Merz dovrà dimostrare con i fatti di essere "tornata in Europa". Il polacco Donald Tusk dovrà dimostrare di esistere. Se faranno blocco, i paesi del Baltico possono affermarsi come un nuovo attore indispensabile all'interno dell'Ue e della Nato.
La frase
“Questo è il lavoro sporco che Israele sta facendo per noi”.
Il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, sulla guerra di Israele contro l'Iran.
Geopolitica
Merz ringrazia l'Iran per il lavoro sporco e lancia un ultimatum - “Questo è il lavoro sporco che Israele sta facendo per noi. Possono solo dire che ho il più grande rispetto per gli israeliani, che hanno il coraggio di farlo”, ha detto ieri il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, a margine del vertice del G7 in Canada. Abbandonando qualsiasi remora sul diritto internazionale, la Germania si schiera al fianco di Israele nella guerra che ha lanciato contro l'Iran e il suo programma nucleare. “Anche noi siamo vittime di questo regime. Questo regime dei mullah ha portato morte e distruzione nel mondo”, ha detto Merz: senza l'attacco di Israele “avremmo forse continuato a subire per mesi e anni il terrorismo di questo regime, che forse sarebbe riuscito a dotarsi dell'arma atomica”. Il cancelliere tedesco ha lanciato un ultimatum all'Iran, prefigurando un intervento militare americano, se Teheran non accetterà di limitare il suo programma nucleare. “Se l'Iran non cede, la distruzione completa del suo programma nucleare è sull'agenda, cosa che Israele non può realizzare da solo”, ha detto Merz. La linea è opposta a quella tracciata dai ministri degli Esteri dell'Ue.
Kallas avverte dei rischi di intervento americano e degli errori di calcolo - L'Alto rappresentante, Kaja Kallas, ha inviato un messaggio molto diverso da Friedrich Merz, dopo la riunione straordinaria in videoconferenza dei ministri degli Esteri dell'Ue ieri. “Nel momento in cui i colloqui tra Stati Uniti e Iran sono in stallo, l'Ue ha un ruolo da giocare”, ha detto Kallas: “Tutti sono d'accordo che la soluzione diplomatica è l'unica anche per il programma nucleare iraniano”. L'Alto rappresentante ha avvertito che “un intervento degli Stati Uniti trascinerebbe la regione in un conflitto più ampio e questo non è nell'interesse di nessuno”. La linea ufficiale dell'Ue è chiedere “a entrambe le parti di esercitare ritenuta e de-escalation” per fermare la guerra. I rischi di escalation e di effetti di conseguenze negative sono grandi e anche i rischi di errori di calcolo che renderebbero questo conflitto ancora più grande”, ha detto Kallas.
L'aula del Parlamento europeo vuoto per il dibattito sulla Israele-Iran e Gaza – L'Alto rappresentante, Kaja Kallas, ieri sera ha parlato in un'aula praticamente vuota al Parlamento europeo, durante il dibattito sulla situazione in Medio Oriente. Una sessantina di deputati erano iscritti a parlare. Ma non più di una trentina erano presenti in plenaria quando Kallas ha parlato. Molti sono entrati nell'aula per fare il loro intervento e uscire senza aspettare la replica dell'Alto rappresentante. Il Parlamento europeo negli scorsi mesi aveva espresso disappunto per il fatto che Kallas non fosse intervenuta in alcune delle precedenti sessioni sui temi di politica estera, esigendo la sua presenza durante le plenarie a Strasburgo.
G7
I messaggi di Costa a Trump sulla maglia di Ronaldo - Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, ha regalato a Donald Trump una maglia del giocatore di calcio portoghese Cristiano Ronaldo, prima che il presidente americano lasciasse in anticipo il vertice del G7 in Canada. "Al presidente Donald J. Trump. Giocare per la Pace", è il messaggio che accompagna la firma del campione portoghese, offerta da Costa in occasione del compleanno del presidente americano. Ma c'è un altro messaggio politico che si può leggere nel regalo di Costa a Trump. Cristiano Ronaldo deve il suo nome a Ronald Reagan, di cui il padre del calciatore era un grande ammiratore. Reagan è anche il simbolo del leader repubblicano transatlantico, che è riuscito a contenere l'Unione Sovietica fino alla sua caduta, avvenuta sotto il suo successore George H. W. Bush. Nostalgia per la vecchia relazione transatlantica?
Von der Leyen torna un falco sulla Cina, ha ragione Donald – A causa della Cina “l'attuale sistema commerciale globale non funziona come dovrebbe. Mancano chiaramente delle barriere di protezione. Su questo punto, Donald ha ragione: c'è un problema serio”, ha detto Ursula von der Leyen durante le prime sessioni del vertice del G7, quando il presidente americano era ancora presente. L'obiettivo di von der Leyen, che negli ultimi mesi aveva effettuato diverse aperture verso la Cina, è convincere Trump a rinunciare alla sua guerra dei dazi contro gli alleati. “Siamo fermamente convinti che le sfide maggiori non risiedano nel commercio tra i partner del G7”, ha detto Von der Leyen. “Le origini del più grande problema collettivo che abbiamo hanno origine dall'adesione della Cina all'Organizzazione mondiale del commercio nel 2001. La Cina si definisce ancora un paese in via di sviluppo. Questo non può essere. La Cina ha ampiamente dimostrato la sua riluttanza a vivere entro i confini del sistema internazionale basato sulle regole. Mentre altri aprivano i loro mercati, la Cina si è concentrata sulla riduzione delle tutele della proprietà intellettuale e su ingenti sussidi con l'obiettivo di dominare la produzione e le catene di approvvigionamento globali. Questa non è concorrenza di mercato, è distorsione intenzionale. E mina i nostri settori manifatturieri”, ha detto von der Leyen, parlando di “un nuovo 'shock cinese'” nel momento in cui “Pechino inonda i mercati globali con una sovraccapacità sovvenzionata che il suo mercato interno non è in grado di assorbire”. A proposito di Cina, i nostri amici di Blocs (una newsletter sul commercio che vi consigliamo) hanno pubblicato un'analisi interessante su come Pechino usa il suo quasi monopolio sulle terre rare per ricattare il mondo.
Guerra commerciale
Il PPE contrario a concessioni a Trump sul dazio di base del 10 per cento – Il gruppo del Partito Popolare Europeo (PPE) si oppone a concedere a Donald Trump il mantenimento del dazio di base del 10 per cento in cambio di un accordo commerciale per evitare dazi più alti. “Il dazio orizzontale del 10 per cento non è qualcosa che il PPE sostiene”, ha detto ieri il suo presidente Manfred Weber, chiedendo alla Commissione di Ursula von der Leyen di non “ingoiare quello che Trump vuole, come ha fatto il Regno Unito”. Il presidente del PPE non ci ha voluto dire se al Parlamento europeo il suo gruppo voterà contro un accordo di questo tipo. Ma, secondo Weber, “l'Ue è abbastanza forte, potente e capace per difendere i suoi interessi”. La Commissione non deve “valutare l'esito (dei negoziati) sulla base della sensazione di sollievo di breve periodo, ma fare una valutazione di lungo periodo su cosa significa un accordo di questo tipo per l'industria europea”, ci ha detto Weber.
Stato di diritto
Weber vuole mettere le ONG sotto osservazione della commissione Controllo di bilancio - Giovedì il PPE voterà contro la proposta del gruppo sovranista dell'ECR per costituire una commissione di inchiesta sui finanziamenti della Commissione alle ONG, ma punta comunque a mettere i rappresentanti della società civile sotto pressione con una nuova struttura di sorveglianza. “Il gruppo del PPE proporrà un compromesso”, ci ha detto ieri Manfred Weber: “un gruppo speciale di monitoraggio all'interno della commissione Controllo di bilancio”. Il PPE potrebbe usare questo nuovo organismo con i rappresentanti dei gruppi di estrema destra per proseguire la sua campagna di denigrazione delle ONG, in particolare quelle ambientali. La presidente dei socialisti, Iratxe Garcia Perez, intende proporre un emendamento per fare in modo che il gruppo speciale di monitoraggio si occupi non solo delle ONG, ma di tutti i beneficiari di fondi dell'Ue. “Siamo d'accordo con il principio di trasparenza del 100 per cento, ma non può riguardare solo le ONG. Noi chiediamo di ampliare il mandato di questo gruppo di lavoro per poter lavorare sulla trasparenza dei finanziamenti a 360 gradi”, ha detto Garcia.
Legge e ordine
Il Parlamento approva la sua posizione sugli abusi sessuali sui minori - Il Parlamento europeo ieri ha adottato la sua posizione su una proposta per migliorare la capacità degli Stati membri di combattere gli abusi sessuali sui minori, in vista dei negoziati con il Consiglio dell'Ue. Adottato con 599 voti a favore, 2 contrari e 62 astensioni, il testo aggiorna le definizioni a livello europeo dei reati connessi all'abuso e allo sfruttamento sessuale di minori, adeguando la normativa attuale alle nuove tecnologie. Nelle definizioni dovrebbero rientrare i materiali deepfake generati dall'intelligenza artificiale raffiguranti abusi sessuali su minori. L'abuso e l'adescamento potranno essere perseguiti indipendentemente dal fatto che si siano verificati online o nel mondo reale. I deputati di inasprire le pene massime per una serie di reati di abuso sessuale su minori, includendo i casi in cui i minori che hanno raggiunto l'età del consenso sessuale siano indotti a compiere atti sessuali senza il loro consenso. Tra i casi con pene più severe, figurano il reclutamento di minori per lo sfruttamento a fini di prostituzione, il possesso o la distribuzione di materiale pedopornografico e l'offerta di compensi per alcuni reati di abuso sessuale su minori. I deputati vogliono anche abolire i termini di prescrizione. Le vittime dovrebbero inoltre poter chiedere il risarcimento senza limiti di tempo.
Vacca sacra
I ministri dell'agricoltura vogliono un'evoluzione, non una rivoluzione di Pac e finanziamenti - In una riunione informale ieri a Varsavia, i ministri dell'Agricoltura dei ventisette Stati membri hanno promesso di fare le barricate se la Commissione proporrà un fondo unico per la Politica agricola comune e la Politica di coesione nel nuovo quadro finanziario pluriennale. “Tutti i ministri sostengono con forza una politica agricola appropriata con un bilancio che corrisponda alla dimensione delle sfide e dei compiti attuali – non più piccolo di oggi”, ha detto il ministro polacco, Czesław Siekierski, che ha presieduto la riunione. “Difendiamo cambiamenti che siano fatti in modo evolutivo, non rivoluzionario”, ha aggiunto il ministro.
Banche
Cartolarizzazioni più facili per finanziare l'economia reale - La Commissione ieri ha presentato un pacchetto di proposte legislative per rilanciare il mercato delle cartolarizzazioni nell'Ue, che aveva subito un forte ridimensionamento a seguito della regolamentazione stringente introdotta dopo la crisi finanziaria del 2008 e il fallimento di Lehman Brothers. L'obiettivo è facilitare l'accesso al credito per le famiglie e le imprese. Si tratta del primo intervento legislativo nell'ambito della nuova “Unione del risparmio e degli investimenti”, che mira a rafforzare i mercati dei capitali europei e mobilitare maggiori investimenti privati. "La cartolarizzazione consente di liberare capitale nei bilanci bancari e creare un ponte tra banche e mercati", dice la Commissione. Il pacchetto include modifiche al Regolamento sulla cartolarizzazione, al Regolamento sui requisiti patrimoniali (Crr) per le banche, a due atti delegati sulla copertura della liquidita' (Lcr) e alla normativa Solvency II per le assicurazioni. "La cartolarizzazione non deve più portare lo stigma della crisi dei subprime americani”, ci ha detto una fonte della Commissione.
Istituzioni
Accordo tra Parlamento e Consiglio su statuti e finanziamenti dei partiti europei - Ieri la presidenza polacca del Consiglio dell'Ue e i negoziatori del Parlamento hanno trovato un accordo politico sulla revisione delle norme sugli statuti e finanziamenti dei partiti politici e delle fondazioni europei. L'obiettivo è migliorare la trasparenza, ridurre la burocrazia e contrastare le ingerenze straniere. Per aumentare la trasparenza, è previsto un meccanismo semplificato di due diligence che impone ai partiti di raccogliere dati identificativi completi per i donatori di importo superiore a 3 mila euro. Un database online congiunto, gestito dall'Autorità dei Partiti Politici Europei e delle Fondazioni Europee, pubblicherà dati in tempo reale su donazioni e contributi. Secondo il testo adottato, i partiti e le fondazioni membri associati dei paesi limitrofi o candidati continueranno a partecipare ai lavori della loro organizzazione paneuropea. Tuttavia, i loro voti non potranno mai essere utilizzati per ottenere la maggioranza e non potranno pagare le quote associative. Per essere riconosciuti ufficialmente e ricevere finanziamenti, i partiti politici e le fondazioni europee saranno tenuti a presentare una dichiarazione attestante che i loro partiti o organizzazioni non membri dell'Ue aderiscono a valori conformi all'articolo 2 del Trattato.
Cosa ci guadagnano i partiti europei - L'accordo raggiunto ieri permette ai partiti politici europei di liberarsi di alcuni paletti fastidiosi che limitavano la loro attività, in particolare a favore dei partiti nazionali e dei loro candidati in elezioni negli Stati membri. Il divieto di finanziamento diretto o indiretto viene mantenuto. Ma le nuove norme prevedono che i partiti politici europei possano sostenere pubblicamente e interagire con i partiti membri nazionali, anche attraverso attività congiunte. Altro vantaggio: il tasso di cofinanziamento (la percentuale delle spese che può essere finanziata dall'Ue) è salito dal 90 al 95 per cento.
Sedie musicali
Ylva Johansson torna in Commissione come Inviato speciale per gli ucraini - L'ex commissaria agli Affari interni, la svedese Ylva Johansson, è stata nominata ieri dalla Commissione come Inviata speciale per gli ucraini. Sarà sotto la responsabilità del suo successore, il commissario Magnus Brunner. Il compito di Johansson sarà di facilitare l'attuazione della strategia concordata con gli Stati membri per uscire dalla protezione temporanea.
Tre nuovi direttori generali alla Commissione - Il collegio dei commissari ieri ha approvato la nomina di tre nuovi direttori generali. Il francese Eric Mamer, che ha anche la nazionalità austriaca, andrà a dirigere la Direzione generale per l'Ambiente. Ex portavoce capo della Commissione von der Leyen I, Mamer è considerato un fedelissimo della presidente. La tedesca Beate Gminder andrà a dirigere la Direzione generale per la Migrazione e gli Affari interni, posizione che occupava già ad interim. infine il francese Bernard Magenhann prenderà la testa del Joint Research Centre, di cui è stato il vice direttore generale.
Accade oggi
Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattiti sul summit Nato; fermare il genocidio a Gaza; la libertà di assemblea in Ungheria; la salvaguardia dello stato di diritto in Spagna; il Clean industrial deal; le reti elettriche; l'aumento della violenza in Sud Sudan; i casi di violazione dei diritti umani in Georgia, Iran e Mali; i mercati digitali, euro digitale e identità digitali)
Commissione: il commissario Kubilius partecipa all’International Paris Air Show e al 50esimo anniversario della Convenzione dell’Esa
Commissione: il commissario Brunner a Zagabria partecipa alla conferenza ministeriale del Forum di Salisburgo
Comitato economico e sociale: sessione plenaria (dibattiti con la vicepresidente della Commissione Minzatu e la leader dell’opposizione bielorussa, Sviatlana Tsikhanouskaya)
Comitato economico e sociale: conferenza stampa del prresidente Oliver Röpke con la leader del movimento democratico bielorusso, Sviatlana Tsikhanouskaya
Banca centrale europea: discorso di Luis de Guindos alla cena dell'Osservatorio Permanente Giovani-Editori a Milano
Corte dei conti dell'Ue: relazione speciale sugli aiuti umanitari dell’Ue gestiti a distanza
Eurostat: dati sull'inflazione a maggio; bilancia dei pagamenti ad aprile