Buongiorno! Sono David Carretta e, insieme a Christian Spillmann, vi presentiamo Il Mattinale Europeo.
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I pericoli della verticale del potere di von der Leyen
La Commissione di Ursula von der Leyen ieri ha presentato la sua proposta di Quadro finanziario pluriennale, il bilancio 2028-34 dell'Unione europea. E' una delle iniziative più importanti della legislatura, carica di conseguenze per tutte le politiche dell'Ue. Storicamente è un processo che viene gestito da tutta l'amministrazione della Commissione, dai commissari alle direzioni generali, con un'ampia consultazione degli attori interessati, governi degli Stati membri, Parlamento europeo, Comitato delle Regioni, imprese e organizzazioni non governative. Questa volta non è stato così. La preparazione del nuovo Quadro finanziario pluriennale (QFP) in pratica è stata gestita da quattro funzionari, tutti fedelissimi di Ursula von der Leyen, nel più grande segreto. Quattro funzionari per una proposta di centinaia di pagine, che vale 1.800 miliardi di euro per sette anni. E' la verticale del potere concentrato nelle mani della presidente della Commissione. Se il metodo finora ha sempre funzionato, con il QFP potrebbe aver raggiunto il limite. La rivolta cova al Parlamento europeo, al Consiglio e dentro la stessa Commissione.
La Commissione è un'amministrazione composta da 32 mila funzionari, in gran parte competenti e brillanti. Formano un'intelligenza collettiva suddivisa in diverse direzioni generali, ciascuna responsabile di un proprio settore. Le consultazioni interne sia a livello tecnico, sia a livello politico, dovrebbero consentire alla Commissione di presentare regolamentazioni di alta qualità, anticipare e risolvere conflitti, promuovere politiche di lungo periodo. La precedente proposta di Quadro finanziario pluriennale, presentata dalla Commissione di Jean-Claude Juncker, era stata preparata in un anno, allargando le consultazioni ben oltre le mura del Berlaymont, la principale sede dell'esecutivo comunitario.
Con Ursula von der Leyen tutto è cambiato e tutto è stato centralizzato nei piani alti del Berlaymont. I quattro funzionari che hanno coordinato il lavoro sul nuovo QFP di von der Leyen sono il suo capo-gabinetto Bjoern Seibert, la direttrice generale per il Bilancio Stéphanie Riso (ex vice di Seibert), la segretaria generale Ilze Juhansone e la direttrice generale per le Riforme Celine Gauer. Le direzioni generali sono state consultate solo sui testi relativi al loro ambito di competenza. Alcuni dei più alti funzionari della Commissione – direttori, vice direttori generali e direttori – non hanno potuto vedere e ancor meno lavorare sulla proposta nel suo complesso fino a pochi giorni prima della sua presentazione. Ad altri è stato chiesto di scrivere in tutta fretta bozze di regolamenti su nuovi o vecchi fondi, perché von der Leyen e la sua squadra avevano dovuto fare questa o quella concessione all'ultimo momento.
Sul QFP Von der Leyen e la sua squadra hanno “escluso un pezzo enorme delle competenze della Commissione europea, che è una delle funzioni pubbliche più preparate al mondo”, ci ha detto un funzionario. Molti commissari, compresi vicepresidenti, hanno potuto vedere l'insieme della proposta solo cinque giorni prima la data di adozione. A direzioni generali e membri del collegio sono state date dalle 24 alle 48 ore per reagire. Secondo diverse fonti, alcuni commissari hanno scoperto le cifre finali del QFP e dei capitoli di bilancio dieci minuti prima della riunione del collegio. Negli ultimi mesi “abbiamo avuto due dibattiti di orientamento”, si è giustificata von der Leyen. “Da molte settimane, abbiamo lavorato con i gabinetti e i capi di gabinetto. Hanno lavorato negli ultimi quattro weekend. Ieri dopo mezzanotte”. Per von der Leyen, sarebbe stato impossibile presentare con largo anticipo ai commissari “una tabella finale corretta, senza avere tutti i pezzi del puzzle”.
Alcuni commissari ieri si sono ribellati, opponendosi ad alcune proposte e ritardando l'adozione del nuovo QFP. La riunione della Commissione è iniziata con tre ore di ritardo a causa delle divergenze durante le riunioni preparatorie tra i capi di gabinetto dei commissari. Il commissario al Bilancio, Piotr Serafin, ha fatto attendere tre ore i deputati europei, che volevano dibattere con lui della proposta. La stampa è stata trattata ancora peggio con conferenze stampa a tarda sera, comunicati stampa con cifre scorrette e testi giuridici che non sono stati presentati. In conferenza stampa, il vicepresidente italiano Raffaele Fitto, responsabile della coesione, ha auspicato che la proposta di QFP venga “migliorata” nei negoziati con il Parlamento europeo e i governi.
“Data l'importanza del dossier, questa forma di cooperazione interistituzionale è insoddisfacente”, si è lamentato il deputato rumeno del PPE, Siegfried Muresan, relatore del Parlamento europeo sul QFP. “Questo importante fascicolo deve essere trattato con attenzione, ben preparato, in modo inclusivo e trasparente”, ha aggiunto Muresan. La presidente del Comitato delle regioni, Kata Tüttő, aveva denunciato già il 2 luglio il metodo scelto da von der Leyen per il QFP. "Quando 14 governi nazionali, 149 regioni e centinaia di leader locali e attori chiave condividono profonde preoccupazioni circa la logica stessa alla base della formulazione della proposta per il nuovo bilancio dell'UE, è giunto il momento di avviare una conversazione che abbia un significato".
Parlamento europeo e Comitato delle regioni non sono la priorità di von der Leyen. La presidente della Commissione considera che i governi nazionali siano i suoi principali clienti. In primis la Germania e poi gli altri grandi paesi. Nel primo mandato si è adoperata a risolvere o evitare problemi ai capi di Stato e di governo. Gli sherpa e i consiglieri diplomatici dei leader nazionali hanno un ottimo rapporto con Seibert, che coltiva il legame diretto tra Bruxelles e le capitali. Per contro von der Leyen e Seibert non ritengono che le istituzioni europee meritino altrettanta attenzione. Nemmeno quella che dirigono, la Commissione.
Bjoern Seibert è un esperto del settore della difesa. Ursula von der Leyen lo ha portato da Berlino, dove aveva diretto il suo gabinetto quando lei era ministro della Difesa, malgrado il fatto che fosse estraneo alla Commissione e alle istituzioni dell'Ue. Seibert non solo ha studiato tutte le dimensioni strategiche della difesa, ma è diventato anche un adepto della mentalità, del metodo e della struttura di comando dei militari. Segreto, ordini ed esecuzione. Generali, ufficiali, soldati semplici. Dal 2019, con Ursula von der Leyen e Bjorn Seibert, la Commissione funziona così. Come un comitato militare ristretto. Dal 2024, con la conferma della presidente per un secondo mandato, ancora di più grazie al fatto che von der Leyen si è liberata di commissari ingombranti, circondandosi di pesi piuma. I dossier più sensibili sono gestiti direttamente da Seibert o dai due commissari che von der Leyen ha messo alle sue dirette dipendenze per la loro fedeltà, lo slovacco Maros Sefcovic al Commercio e il lettone Valdis Dombrovskis all'Economia.
I dazi di Donald Trump sono un altro settore nel quale la verticale del potere di von der Leyen sta raggiungendo i suoi limiti. Gran parte degli Stati membri è felice che sia la Commissione ad assumersi la responsabilità dei negoziati. Ma sempre più governi iniziano a lamentarsi per la mancanza di informazioni da parte di von der Leyen, Seibert e Sefcovic. Alcuni diplomatici sospettano che la Commissione non abbia voluto informare gli ambasciatori della lettera con cui Trump ha minacciato dazi del 30 per cento il giorno in cui l'ha ricevuta (venerdì 11 luglio), lasciando che lo scoprissero direttamente da un post su Truth (sabato 12 luglio). La lista dei prodotti americani da colpire con dazi europei nel secondo pacchetto di contromisure è stata inviata agli Stati membri dopo la conclusione del Consiglio Commercio di lunedì 14 luglio. Era già accaduto in passato. Il sospetto è che la Commissione abbia voluto evitare di dibatterne con i ministri nazionali.
La verticale del potere di von der Leyen sta diventando anche un problema di rispetto dello Stato di diritto. L'Ombudsman, Teresa Anjinho, se n'è accorta nell'ambito di un'inchiesta avviata sui pacchetti di semplificazioni Omnibus. La Commissione li ha scritti in tutta fretta, consultando solo un gruppo selezionato di imprese o attori dei settori interessati. I servizi della Commissione non sono stati consultati. La valutazione di impatto non è stata effettuata. Nemmeno la consultazione pubblica. In una lettera inviata alla Commissione martedì 15 luglio, l'Ombudsman ha constatato che una serie di fasi procedurali - previste dalle norme interne della Commissione - non sono state effettuate.
Il caso su cui indaga l'Ombudsman riguarda in particolare la semplificazione sulle norme per le imprese sulla rendicontazione di sostenibilità. Teresa Anjinho ha chiesto alla Commissione di spiegare perché una consultazione pubblica non sia stata ritenuta necessaria quando due riunioni tenutesi nel febbraio 2025, cui hanno partecipato principalmente rappresentanti delle imprese e dell'industria, sono stati gli unici scambi di portatori di interessi sulla proposta. La mediatrice ha inoltre chiesto perché la consultazione interna tra i servizi della Commissione sia durata solo 24 ore, quando i termini dovrebbero essere di 10 giorni o 48 ore in caso di procedura accelerata. La risposta della Commissione è l'urgenza e l'efficienza, a cui viene sacrificato tutto il resto. Il grande pericolo è che alla fine vengano sacrificati una visione europea coerente, l'efficacia di lungo periodo e la certezza del diritto.
La frase
"In sostanza è la risposta all'appello lanciato da Mario Draghi ed Enrico Letta".
Ursula von der Leyen sul Fondo per la competitività, presentando il nuovo Quadro finanziario pluriennale.
MFF
Von der Leyen presenta un bilancio coraggioso che scuote lo status quo per il 2028-34 - Duemila miliardi di euro. E' questo l'ammontare annunciato dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, per il nuovo Quadro finanziario pluriennale, il bilancio 2028-34 dell'Unione Europa. Il metodo von der Leyen fa molto discutere, come abbiamo spiegato nella nostra analisi sul potere verticale della presidente della Commissione. Anche la sostanza. Ma forse per le ragioni sbagliate. Il principale obiettivo di von der Leyen era modernizzare il bilancio dell'Ue per adeguarlo per il nuovo secolo, le nuove crisi e le nuove priorità. "La proposta contiene cambiamenti radicali alle modalità di spesa dell'Ue e alle priorità di bilancio", ha spiegato Lucas Guttenberg, direttore per l'Europa della Bertelsmann Stiftung a Berlino in un post su Bluesky. C'è "un massiccio spostamento delle quote di bilancio dalla politica regionale e agricola alla spesa comune per temi come la decarbonizzazione o l'innovazione". Inoltre, "la Commissione propone anche una radicale modifica alle modalità di spesa dei fondi Ue", dice Guttenberg. Si tratta di "un inizio incoraggiante per i negoziati. Ora c'è la possibilità di arrivare a un bilancio dell'Ue che sia in linea con le priorità dell'Ue in un momento estremamente difficile per l'Unione". Quello di von der Leyen è un atto di coraggio. La presidente della Commissione non ha cercato un facile consenso. E le forze dello status quo si stanno ribellando.
Un bilancio da 2 trilioni o da 1.800 miliardi? - La cifra annunciata da Ursula von der Leyen è un po' gonfiata. A prezzi correnti, tenendo conto delle previsioni di inflazione, il bilancio arriverà a 1.984 miliardi di euro. A prezzi costanti, cioè del 2025 eliminando l'effetto dell'inflazione, si ferma a 1.763 miliardi. Per fare un paragone serio con il bilancio 2021-27, è necessario guardare alla percentuale sul Reddito nazionale lordo. Il nuovo bilancio prevede impegni di spesa pari all'1,26 per cento del RNL contro l'1,1 per cento di quello attuale. Tenendo conto che 149 miliardi (a prezzi costanti) saranno spesi per rimborsare il debito di NextGenerationEU, non c'è un incremento significativo della spesa per le politiche europee. Secondo i calcoli degli esperti ammonta a un "più 0,04 per cento" del RNL.
I fondi per la PAC scendono ma vengono protetti, quelli per le regioni meno - Una delle grandi novità della proposta sul nuovo Quadro finanziario pluriennale è la fusione delle risorse della Politica agricola comune, della Politica di coesione e di altre politiche come la sicurezza e le migrazioni in un unico fondo. Sarà gestito sul modello dei Piani nazionali di ripresa e resilienza. Le risorse saranno pre-allocate per gli Stati membri in un'unica dotazione nazionale. I governi concorderanno Piani di partnership nazionali e regionali che contengono riforme e investimenti e gli esborsi avverranno sulla base della realizzazione di obiettivi e traguardi. I governi avranno molta più libertà e flessibilità per decidere dove spendere la loro dotazione nazionale. E' il principale incentivo per sostenere la proposta von der Leyen. Tuttavia, sotto pressione di Stati membri, eurodeputati e lobby, la Commissione ha scelto di proteggere una parte dei fondi per l'agricoltura e le regioni. L'ammontare minimo dei pagamenti diretti agli agricoltori sarà di 300 miliardi di euro, compresa la riserva agricola, ha detto von der Leyen. Si tratta comunque di un taglio di circa il 25 per cento rispetto all'attuale bilancio. Per la coesione sono stati protetti appena 218 miliardi per le regioni meno sviluppate. Von der Leyen ha anche annunciato uno strumento di prestiti fino a 150 miliardi di euro, chiamato Catalyst Europe, che saranno messi a disposizione degli Stati membri per investire di più negli obiettivi dell'Ue. Infine ci sarà un altro strumento di prestito: un meccanismo di crisi "con una potenza di fuoco fino a quasi 400 miliardi" che tuttavia "non potrà essere usato per tempi normali", ha detto von der Leyen.
Séjourné annuncia il Fondo Draghi - La seconda novità della proposta di nuovo Quadro finanziario pluriennale è la creazione di un Fondo per la competitività che riunirà quasi tutti i programmi a gestione diretta della Commissione, da quello per l'ambiente Life al Fondo per la Difesa. La dotazione complessiva annunciata aumenta in modo consistente rispetto all'attuale bilancio: 410 miliardi di euro (in realtà 362 miliardi a prezzi costanti). Il vicepresidente della Commissione, Stéphane Séjourné, lo ha definito il "Fondo Draghi". O "una forza d'attacco e di investimenti nei settori strategici". Le risorse per la competitività saranno moltiplicate per tre. Le priorità saranno decarbonizzazione, digitale, biotech, spazio e difesa. Séjourné ha annunciato una novità: la preferenza europea nell'attribuzione dei fondi perché "il denaro del contribuente europeo deve portare benefici alle imprese localizzate in Europa".
200 miliardi per l'Europa globale - Anche la dotazione per la politica estera aumenta leggermente nella proposta di Quadro finanziario pluriennale di Ursula von der Leyen. La cifra annunciata è di 200 miliardi di euro (176 miliardi a prezzi costanti), ripartiti tra le diverse regioni del mondo. Ai paesi candidati andranno 42 miliardi. Ma la fetta più grossa è destinata ai paesi dell'Africa sub-sahariana con quasi 60 miliardi e ai paesi del Nord Africa e del Medio oriente con 42 miliardi. Sarà lì che verranno prelevati i fondi per gli accordi con i paesi terzi per frenare le partenze di migranti o aumentare il numero di rimpatri. L'Ucraina è trattata a parte. Ursula von der Leyen ha annunciato 100 miliardi per la resilienza e la ricostruzione. Ma le risorse dovrebbero restare fuori dal bilancio per confluire nella "Facility Ucraina", probabilmente con un nuovo programma di prestiti garantiti dall'Ue.
Le tasse europee per non fare aumentare i contributi nazionali - "I contributi degli Stati membri al bilancio dell'Ue rimangono costanti, mentre proponiamo un cambiamento radicale nelle nuove risorse proprie", ha detto Ursula von der Leyen presentando il nuovo QFP. Le risorse proprie sono tasse che finanziano direttamente il bilancio comunitario. Sono due quelle proposte che faranno più discutere. Le imprese con un fatturato netto superiore ai 100 milioni di euro subiranno un prelievo forfettario annuale: 100 mila euro per un fatturato tra 100 e 250 milioni, 250 mila euro per un fatturato tra 250 e 500 milioni, 500 mila euro per un fatturato tra 500 e 700 milioni, e 750 mila euro per un fatturato superiore. La seconda proposta è una nuova tassa sui prodotti del tabacco per un valore del 15 per cento sulle accise che vengono già raccolte dagli Stati membri. E' la risorsa propria più ricca: la Commissione prevede 11,2 miliardi di euro di incassi l'anno. La proposta prevede una terza risorsa propria sui prodotti elettronici non riciclati.
La maggioranza von der Leyen unita contro il bilancio di Ursula - Ormai è diventato raro vedere una dichiarazione congiunta dei gruppi del Parlamento europeo che hanno votato a favore di Ursula von der Leyen, tanto sono le divisioni interne alla maggioranza pro europea. Ma ieri Manfred Weber (capogruppo del PPE), Iratxe García Pérez (Socialisti&Democratici), Valérie Hayer (liberali Renew), Bas Eickhout e Terry Reintke (Verdi) hanno apposto la loro firma su una dichiarazione congiunta per denunciare la proposta di bilancio di von der Leyen. "Il Parlamento europeo non accetterà alcuna riduzione del controllo parlamentare e del legittimo controllo e scrutinio democratico sulla spesa dell'UE o, peggio, una rinazionalizzazione delle politiche principali dell'Unione", hanno detto i leader della maggioranza pro europea. "Siamo delusi. Linee rosse fondamentali fissate dal Parlamento europeo sono state ignorate", ha detto l'europarlamentare rumeno del PPE, Siegfried Muresan, relatore per il nuovo QFP. "Nella sua forma attuale, non possiamo dare il via libera al bilancio a lungo termine". "L'Europa ha bisogno di una visione condivisa, non di 27 liste della spesa separate. Un vero bilancio europeo non può essere ridotto al minimo comune denominatore delle preferenze nazionali", ha detto Muresan.
Agricoltori in piazza, Comitato delle Regioni arrabbiato - Gli agricoltori ieri erano nelle strade di Bruxelles per protestare contro la proposta di nuovo QFP, che prevede una riduzione dei sussidi diretti al loro settore. I tagli sono "disastrosi per il futuro del settore", ha detto Elli Tsiforou, la segretaria generale di Copa e Cogeca, la principale lobby del settore. Anche il Comitato delle regioni è sul piede di guerra. "Dopo mesi di ingiustificata segretezza, la Commissione europea ha presentato una proposta complessa e controversa che mette a rischio il ruolo delle regioni e delle città nel progetto europeo", ha detto la sua presidente Kata Tüttő. A differenza degli agricoltori, le regioni non hanno trattori rumorosi e violenti con cui protestare. "Potremmo portare le ambulanze e le auto della polizia finanziate con la coesione", ci ha detto una fonte del Comitato delle regioni.
I Paesi Bassi guidano il campo dei frugali - Il primo Stato membro a reagire alla proposta della Commissione sono stati i Paesi Bassi. Il loro ministro delle Finanze, Eelco Heinen, si è candidato a guidare il gruppo dei paesi frugali, che cercheranno di ridurre al massimo l'ammontare del nuovo QFP. "L'Ue è importante per la nostra prosperità, ma il bilancio proposto è troppo elevato", ha detto Heinen in una dichiarazione. "Non dovremmo concentrarci sempre e solo su come l'UE possa spendere di più, ma piuttosto su come i fondi esistenti possano essere spesi meglio. Abbiamo bisogno di un bilancio più moderno, in cui i fondi disponibili siano utilizzati in modo più intelligente ed efficiente. Ad esempio, puntando su competitività, innovazione e sicurezza", ha detto Heinen. La posizione dei Paesi Bassi è praticamente identica a quella di sette anni fa, quando la Commissione Juncker fece la sua proposta iniziale per l'attuale QFP. "Il contributo finanziario dei Paesi Bassi all'UE è già significativo. Vogliamo quindi vedere un miglioramento della nostra posizione di pagatore netto", ha spiegato Heinen, escludendo strumenti di debito comune.
Orban mette gli agricoltori contro l'Ucraina – Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, vuole giocare la carta dell'Ucraina per spingere il mondo agricolo a rivoltarsi contro la Commissione di Ursula von der Leyen oltre che contro la politica di sostegno a Kyiv. “Una nuova, sconvolgente fuga di notizie sul bilancio dell'Ue rivela una scommessa pericolosa: l'Ucraina otterrebbe un massiccio aumento dei finanziamenti, a discapito degli agricoltori europei”, ha scritto Orban su X ieri, prima della presentazione della proposta del nuovo Quadro finanziario pluriennale. “"Questo piano rischia di emarginare l'Europa rurale e di minacciare le famiglie di tutto il continente. Bruxelles non deve abbandonare gli agricoltori europei per finanziare l'Ucraina", ha aggiunto Orban. Ovviamente è falso. I pagamenti diretti per gli agricoltori sono stati protetti. Ma la carta degli agricoltori ha già avuto successo una volta per indebolire il sostegno dell'Ue all'Ucraina. La Commissione ha fatto marcia indietro sulla liberalizzazione del commercio di prodotti agricoli di fronte alle proteste degli agricoltori in Polonia, Romania, Bulgaria, Slovacchia e... Ungheria.
Geopolitica
Un altro giorno senza accordo sul diciottesimo pacchetto di sanzioni - Sono passati più di due mesi dall'ultimatum lanciato dalla coalizione dei volenterosi a Vladimir Putin sul cessate il fuoco o "sanzioni devastanti". Sono passati un mese e dieci giorni da quando la Commissione ha avanzato la sua proposta per il diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, preparato con cura in consultazione con gli Stati membri. Ma l'approvazione è ancora bloccata. Un nuovo tentativo da parte della presidenza danese del Consiglio dell'Ue ieri di convincere la Slovacchia a togliere il veto è fallito. La presidenza danese è pronta a convocare gli ambasciatori dei ventisette in qualsiasi momento per dare il via libera, se finalmente Robert Fico accetterà le offerte della Commissione per compensare l'uscita del suo paese dal gas russo.
Maggioranza von der Leyen
Un altro colpo di mano del PPE con l'estrema destra – Il gruppo del Partito Popolare Europeo si è nuovamente alleato con i gruppi dell'estrema destra al Parlamento europeo per mettere le mani su due proposte altamente sensibili nel settore delle politiche migratorie. E' accaduto martedì alla commissione Libertà civili, dove il PPE ha collaborato con i sovranisti dell'ECR, con i Patrioti e l'Europa delle Nazioni Sovrane per assicurare a uno dei suoi deputati il ruolo di relatore sul Regolamento sui paesi terzi sicuri. IN cambio, i sovranisti dell'ECR saranno relatori del Regolamento sui Paesi di origine sicuri. L'eurodeputata francese di Renew, Fabienne Keller, ha denunciato una “mossa senza precedenti”. Secondo Keller è “sconvolgente” vedere la cooperazione tra il PPE e l'estrema destra “così apertamente su una questione complessa e delicata come la migrazione e l'asilo”. L'invito di Kelle al PPE “a tornare al centro politico” e “a tornare alla coalizione pro europea” probabilmente rimarrà inascoltato.
Sovranisti
Le eredi di Jean-Marine Le Pen costretti a rimborsare il Parlamento - Il Tribunale dell'Unione europea ieri ha rigettato il ricorso presentato dagli eredi di Jean-Marine Le Pen, il fondatore del partito di estrema destra Front National scomparso all'inizio dell'anno, per contestare la richiesta di rimborsare oltre 300 mila di euro di fondi e indennità percepiti in modo irregolare. Il segretario generale del Parlamento europeo nel luglio del 2024 aveva notificato a Le Pen padre la richiesta di rimborso di 303.200,99 euro per aver indebitamento fatturato spese personali nella linea di bilancio 400 destinata alle spese di mandato di un eurodeputato. Il ricorso degli eredi di Le Pen - Marine Le Pen, Yann Maréchal e Marie-Caroline Olivier - è stato rigettato perché, secondo i giudici del Tribunale dell'Ue, la decisione di recupero e l'emissione della nota di addebito non sono contrarie ai principi di certezza del diritto e di tutela del legittimo affidamento. Un rapporto dell'Olaf aveva stabilito che Le Pen padre aveva intascato rimborsi dal Parlamento europeo per carte da visita, cravatte, ombrelli, bilance di cucina, orologi da muro, occhiali di realtà virtuale e 129 bottiglie di vino. La gestione dei fondi pubblici europei da parte della famiglia Le Pen diventa sempre più controversa. Marine Le Pen è già stata condannata a cinque anni di ineleggibilità per aver pagato funzionari del partito con i fondi del Parlamento europeo per gli assistenti parlamentari.
Accade oggi
Presidenza danese dell'Ue: riunione informale dei ministri della Ricerca a Copenaghen
Commissione: la presidente von der Leyen in Islanda incontra la premier Kristrun Frostadottir
Commissione: conferenza stampa dei commissari Suica, Kos e Sikela sul capitolo Global Europe del Quadro finanziario pluriennale
Commissione: la commissaria Roswall a Nairobi partecipa alla 20esima conferenza ministeriale africana per l’Ambiente
Commissione: il commissario Dombrovskis in Sudafrica partecipa alla riunione dei ministri delle Finanze e dei banchieri centrali del G20
Parlamento europeo: audizione nella commissione speciale Scudo sulla democrazia europea sulle nuove minacce per la spazio pubblico condiviso dall'AI generativa
Comitato economico e sociale: sessione plenaria; il presidente Oliver Röpke inaugura il forum sull'Allargamento "Costruire un futuro inclusivo in un'Ue allargata, il ruolo del dialogo sociale, della società civile e dell'impegno dei giovani"
Banca centrale europea: Piero Cipollone in Sudafrica partecipa alla riunione dei ministri delle Finanze e dei banchieri centrali del G20
Eurostat: dati sull'inflazione a giugno; dati sulle richieste di asilo in aprile