Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
Non dimenticate di sostenere il Mattinale passando a un abbonamento a pagamento.
I soldi dell'Ue al servizio di violazioni dei diritti umani e trafficanti
Un rapporto della Corte dei conti dell'Unione europea raramente fa notizia. Probabilmente nemmeno quello che è stato pubblicato ieri sull'utilizzo del Fondo fiduciario (Trust Fund) per l'Africa, le cui risorse erano state stanziate per combattere le cause profonde all'origine delle migrazioni. Lanciato nel 2015 per rispondere alla crisi migratoria, questo strumento è diretto al Sahel, al Corno d'Africa e al Nord Africa. Complessivamente ha beneficiato di più di 5 miliardi di euro di contributi, finanziati dal bilancio dell'Ue, dal Fondo europeo per lo sviluppo e da risorse degli Stati membri. Nel suo comunicato, la Corte dei conti ha criticato la Commissione. "I rischi per i diritti umani non sono gestiti correttamente". Ma, leggendo il rapporto, emerge un'accusa ancora più grave. Per la prima volta un'istituzione comunitaria riconosce che i soldi dell'Ue finiscono per finanziare violazioni dei diritti umani e, in alcuni casi, vanno a beneficio dei trafficanti di migranti. Gli stessi trafficanti che Ursula von der Leyen e altri leader hanno promesso di combattere.
Nel suo comunicato, la Corte dei conti spiega che la Commissione ha chiuso gli occhi sugli abusi contro i migranti nei paesi africani per non dover interrompere il flusso di finanziamenti del Trsut fund per l'Africa verso paesi come la Libia, la Tunisia o il Marocco. "Nessuno dispositivo permette di determinare se questi casi (di violazioni dei diritti umani) siano stati debitamente esaminati e presi in considerazione nel momento di decidere se il sostegno europeo deve essere mantenuto o sospeso", ha detto la Corte dell'Ue. E questo malgrado diversi avvertimenti effettuati in passato dagli stessi auditor dell'Ue. Le relazioni precedenti non hanno portato a "grandi cambiamenti", ha constatato la Corte dei conti che nel 2018 aveva già pubblicato un rapporto preliminare. In generale, la Commissione è accusata di aver sopravvalutato (alcuni direbbero “abbellito”) i risultati dei progetti finanziati con il Fondo fiduciario per l'Africa. Peggio: l'efficacia del meccanismo è messa seriamente in discussione. "La Commissione europea non sa ancora quali sono gli approcci più efficienti ed efficaci per ridurre la migrazione irregolare e gli spostamenti forzati in Africa", dic la Corte dei conti.
Sui diritti umani, nel suo rapporto la Corte dei conti ricorda che “le condizioni generali di tutti gli accordi di finanziamento stabiliscono che l'azione deve essere sospesa se l'Ue rileva formalmente una violazione dei diritti umani”. Ma questa clausola di fatto è stata ignorata. Il contratto di un progetto esaminato dalla Corte dei conti “prevedeva una clausola che subordinava la consegna delle attrezzature al rispetto del principio di non nuocere e dei diritti umani”. Tuttavia, “aggiunta durante l'attuazione del progetto, questa clausola non si applicava alle attrezzature precedentemente consegnate”. Questa clausola “non è stata applicata sistematicamente a tutti i progetti, in particolare a quelli relativi alla sicurezza, alla gestione delle frontiere o ad altre attività sensibili”, ha constato la Corte dei conti.
Concretamente cosa significa? In uno schema contenuto nel rapporto, la Corte dei conti ha riassunto quelli che definisce i “rischi potenziali per i diritti umani posti dall'attuazione di diverse attività” finanziate con il Trust fund per l'Africa in Libia. Le imbarcazioni e gli equipaggiamenti forniti alla cosiddetta “guardia costiera libica” possono finire ad “attori diversi” rispetto ai beneficiari. Anche i punti di sbarco dei migranti salvati in mare sono usati da “attori diversi” dalla guardia costiera. Dietro all'espressione “attori diversi” ci sono milizie, contrabbandieri e trafficanti, a volte integrati negli apparati di sicurezza della Libia. Secondo la Corte dei conti, le automobili e gli autobus comprati con i fondi dell'Ue e forniti alle autorità libiche servono a trasferire i migranti verso centri di detenzione, aggravando le condizioni delle persone che sono rinchiuse. I centri di detenzione possono essere “sotto il controllo di attori “implicati nel traffico di migranti”, dice il rapporto. L'equipaggiamento pagato con i fondi dell'Ue a volte può essere rivenduto, con benefici per “organizzazioni criminali”.
Nel caso della Libia, l'accusa all'Ue non è nuova. Diverse inchieste giornalistiche hanno rivelato come i i programmi dell'Ue alla fine abbiano favorito violazioni dei diritti umani e beneficiato i trafficanti. Nel 2023 sono state le Nazioni Unite a puntare il dito contro l'Ue e i suoi stati membri, accusandoli di incoraggiare l'intercettazione dei migranti in mare e di favorire i trafficanti di esseri umani. L'Ue e i suoi stati membri hanno fornito “direttamente o indirettamente sostegno monetario e tecnico e attrezzature, quali imbarcazioni, alla Guardia Costiera libica e al Direttorato per Lotta alla migrazione illegale, che è stato utilizzato nel contesto dell’intercettazione e della detenzione di migranti”, ha detto il rapporto della Independent Fact-Finding Mission dell'Onu in Libia. Lo stesso rapporto riscontra “fondati motivi per ritenere che il personale di alto rango della Guardia costiera libica sia colluso con trafficanti e contrabbandieri, che sarebbero collegati a gruppi di milizie, nel contesto dell’intercettazione e della privazione della libertà dei migranti”.
All'epoca la Commissione rispose alle accuse sostenendo di non versare direttamente fondi alla Libia. Effettivamente, una parte delle risorse del Fondo fiduciario per l'Africa destinate alla Libia passa attraverso il governo italiano (in particolare il ministero dell'Interno). La giustificazione data nel 2023 per il proseguimento del sostegno alla Guardia costiera libica era stata la necessità di salvare la vita di migranti in mare. La stessa risposta è stata data alla Corte dei conti dell'Ue. “La Commissione a oggi non ha sospeso la minima attività del Fondo fiduciario in Libia, ritenendo che l'aiuto deve essere mantenuto per salvare delle vite e attenuare le sofferenze dei migranti”, si legge nel rapporto della Corte dei conti. In realtà l'obiettivo è impedire che i migranti raggiungano le coste europee, chiedendo alle autorità della Libia (così come a quelle della Tunisia) di intercettarli in mare. L'espressione “intercettazione” tuttavia non è mai stata usata dall'Ue in dichiarazioni o documenti ufficiali, perché potrebbe essere equiparata ai respingimenti di richiedenti asilo, contrari al diritto internazionale e alle regole della stessa Ue. Fino al 25 giugno.
Il 25 giugno Ursula von der Leyen ha scritto ai leader dell'Ue per fare il bilancio del lavoro fatto sulla dimensione esterna della politica migratoria. “Anche se la cooperazione con la Libia rimane una sfida, il dialogo rinnovato con le autorità libiche hanno contribuito a rafforzare le capacità di (...) intercettazione nel Mediterraneo centrale”, ha scritto la presidente della Commissione. Un tabù è caduto. Quel giorno von der Leyen ha riconosciuto che il vero obiettivo non è salvare migranti in mare, ma intercettarli e riportarli indietro. Per questo finanzia i paesi sulla sponda sud del Mediterraneo, chiudendo gli occhi sulle violazioni dei diritti umani. Il Guardian recentemente ha raccontato gli stupri e i pestaggi di migranti finanziati dall'Ue in Tunisia. Un'inchiesta di Lighthouse Reports ha rivelato come i fondi dell'Ue vengano utilizzati da Tunisia, Marocco e Mauritania per scaricare e abbandonare migranti nel deserto.
Il rapporto della Corte dei conti dell'Ue cambierà qualcosa? “Tutto continuerà come prima”, ci ha detto una fonte della Commissione. “La volontà politica è questa”. La politica di finanziare regimi che violano i diritti umani fondamentali per intercettare migranti è rivendicata. Ma non è colpa solo di von der Leyen. La presidente segue il vento che soffia nelle capitali. La Germania ha reintrodotto i controlli alle frontiere di Schengen. La Francia ha un nuovo ministro dell'Interno, Bruno Retailleau, da far invidia a Marine Le Pen. La politica di Giorgia Meloni è diventata un modello per l'esternalizzazione delle politiche migratorie. Quindici paesi hanno scritto a von der Leyen per chiedere “soluzioni innovative”, un eufemismo dietro a cui si nascondono i respingimenti.
La frase
"Ero lì con mia mamma. Non esiste alcuna relazione sentimentale con il primo ministro Meloni".
Elon Musk.
Geopolitica
Putin modifica la dottrina nucleare russa - Il presidente russo, Vladimir Putin, ha annunciato ieri di aver ampliato la portata delle minacce militari alle quali la Russia risponderà con armi nucleari. “Stiamo prendendo in considerazione questa possibilità se riceviamo informazioni affidabili sul lancio in massa di mezzi di attacco aerospaziale e sul loro attraversamento del nostro confine di Stato. Mi riferisco all'aviazione strategica e tattica, ai missili da crociera, ai droni, agli aerei ipersonici e ad altri dispositivi aeronautici”, ha spiegato durante una riunione del Consiglio di sicurezza russo sulla deterrenza nucleare. “Vediamo che l'attuale situazione militare e politica si sta evolvendo in modo molto dinamico e dobbiamo tenerne conto”, ha sottolineato. Vladimir Putin ha incluso l'aggressione alla Bielorussia come motivo per scatenare il fuoco nucleare russo. Con questa minaccia, Mosca sta cercando di dissuadere gli alleati dell'Ucraina dal fornire missili a lungo raggio e armamenti in grado di colpire obiettivi in profondità nel territorio russo. Il rischio di escalation è invocato da Berlino e Washington per limitare l'uso dei missili a lungo raggio o vietarne la fornitura. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è recato a New York per partecipare all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e sta implorando tutti i suoi interlocutori di trovare il modo di limitare le capacità militari della Russia.
Geoeconomia
Hoekstra mostra i muscoli sulla Cina - Il commissario europeo per il Clima, Wopke Hoekstra, appena confermato epr un secondo mandato, ha deciso di inviare un messaggio di fermezza alla Cina. L'Ue non permetterà a Pechino di “inondare” il suo mercato con prodotti del green tech sovvenzionati dallo stato, ha avvertito ieri Hoekstra in un'intervista a Bloomberg. "Siamo di fronte a un problema con la Cina", ha detto Hoekstra: "Non può essere che le nostre imprese falliscano perché il mercato è inondato di prodotti sovvenzionati dallo Stato. Alla fine questo ucciderà l'industria europea e non lo permetteremo", ha spiegato Hoekstra. Il primo test della reale determinazione dei governi sta per arrivare. All'inizio di ottobre i 27 stati membri voteranno sulla proposta della Commissione di imporre dazi anti-sussidi sui veicoli elettrici cinesi. La Germania e altri paesi dovrebbero votare contro. Anche se i dazi saranno approvati, la Commissione intende continuare a negoziare con Pechino per trovare una soluzione concordata.
Automotive
L'Italia promette un “non paper” per decidere a metà 2025 sul 2035 - Il governo italiano presenterà nelle prossime settimane un “non paper” per chiedere alla Commissione di anticipare alla prima metà del 2025 la revisione del regolamento sui veicoli a zero emissioni, che in teoria è prevista per la fine del 2026. “Dobbiamo prendere atto della realtà. I numeri sulla produzione di auto in Europa sono evidenti. Se non cambiamo rotta tra pochi mesi troverete qui a Bruxelles gli operai del settore auto che ci obbligheranno a cambiare rotta” come hanno fatto gli agricoltori, ha detto il ministro dell'Industria, Adolfo Urso. Per confermare la scadenza del 2035 sull'obbligo di immatricolare unicamente veicoli elettrici, l'Italia chiede all'Ue di mobilitare fondi comuni per gli investimenti dei produttori di auto e gli incentivi all'acquisto. In alternativa l'Italia chiede di rinviare la scadenza del 2035. Altrimenti “finiremo nel burrone”, ha avvertito Urso. Il governo italiano vuole una decisione nel secondo trimestre. Per altri governi e per l'industria dell'auto la priorità è un'altra: evitare multe miliardarie per i costruttori, se non rispetteranno gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati per il 2025.
Vacca sacra
Von der Leyen e il PPE ottengono il declassamento della protezione dei lupi - Gli ambasciatori dell'Ue ieri hanno approvato a maggioranza qualificata la proposta della Commissione volta a declassare lo status di specie “strettamente protetta” per i lupi. L'iniziativa era stata annunciata da Ursula von der Leyen lo scorso anno, dopo che nel 2022 un lupo aveva ucciso un pony della presidente della Commissione. Solo due paesi si sono opposti alla proposta di chiedere al Comitato permanente della Convenzione di Berna di far passare il lupo da specie “strettamente protetta” a specie “protetta”. “La modifica della Convenzione di Berna è la precondizione per ogni cambiamento della legge europea”, ha ricordato un portavoce della Commissione. Solo in caso di via libera l'Ue potrà modificare la direttiva Habitat dell'Ue. Con il declassamento, agli Stati membri saranno concesse maggiori flessibilità per abbattere i lupi. "Dateci la libertà di proteggerci dai lupi", ha detto il PPE, che si è fatto portavoce delle richieste degli agricoltori. Secondo le organizzazioni ambientali si tratta di “una decisione gravissima che apre pericolosamente la porta agli abbattimenti del lupo in Europa” va contro “le raccomandazioni della scienza”.
Barbie
L'Ue una bolla di Barbie e Ken - L'European Council on Foreign Relations (ECFR) e la European Cultural Foundation (ECF) ieri hanno pubblicato un nuovo rapporto per individuare i punti deboli dell'attuale Unione europea. I risultati sono sorprendenti, ma fino a un certo punto. Il documento punta il dito contro la partecipazione limitata dei cittadini più giovani, una classe politica composta prevalente da bianchi, l'indifferenza sempre maggiore dei cittadini dell'Europa centro-orientale. “L’intersezione di questi tre fattori è un segnale del pericoloso spostamento dell’Ue verso una concezione “etnica” della europeità, che deve essere rimossa al più presto”, dice il rapporto. Il pericolo è “una deriva verso qualcosa di più xenofobo, etnico e gretto. Per evitarla, chi crede nell'Ue dovrebbe ricostruire forme di partecipazione per le diverse parti della sua popolazione. Secondo il rapporto, molti giovani europei non bianchi e musulmani dicono di sentirsi "esclusi", "disillusi" o "disinteressati" nei confronti della politica dell'Ue. Il titolo del documento è provocatorio: “Welcome to Barbieland”. Benvenuti nella terra di Barbie, le cui istituzioni sono “troppo bianche”, “troppo occidentali” o “troppo boomer”, dice Pawel Zerka, senior policy fellow dell'ECFR.
Accade oggi
Consiglio Competitività (sessione Mercato interno e Industria)
Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell a New York co-presiede la riunione ministeriale tra l'Unione europea e la Comunità degli Stati Latinoamericani e dei Caraibi (Celac); partecipa alla riunione ministeriale dell’Unrwa
Parlamento europeo: la presidente Metsola a Madrid interviene al Campus Faes
Parlamento europeo: presentazione dei candidati al premio Sakharov 2024 davanti alle commissioni Affari esteri e Sviluppo e alla sottocommissione Diritti
Commissione: il commissario Hahn a Lima, in Perù, incontra rappresentanti del governo e investitor
Commissione: il commissario Schmit partecipa al Conferenza annuale della Conferenza dei sindacati europei
Commissione: il commissario Wojciechowski a Siracusa partecipa alla riunione dei ministri dell'agricoltura del G7
Commissione: la commissaria McGuinness a Londra, incontra Rachel Reeves, cancelliera dello Scacchiere, e pronuncia la Brian Lenihan Memorial Lecture all'Università di Cambridge
Corte di giustizia dell'Ue: senza sui ricorsi dei parlamentari catalani Carles Puigdemont e Antoni Comin contro la decisione di non proclamarli eurodeputati perché non ufficializzati dalle autorità spagnole
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sul ricorso contro una banca tedesca per violazione dati del cliente
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sulla pubblicità sui prezzi più bassi di Aldi
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
Banca centrale europea: discorso della presidente Lagarde alla conferenza annuale dell'European Systemic Risk Board sulle nuove frontiere della politica macroprudenziale
Eurostat: indice dei prezzi dell'agricoltura nel secondo trimestre; dati sulla sicurezza del trasporto aereo nel 2023; proiezione sulla popolazione 2023-2050