Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
I Verdi vogliono essere i queenmaker di von der Leyen, senza fare i conti con il PPE
Il gruppo dei Verdi al Parlamento europeo è stato il grande sconfitto delle elezioni europee del 9 giugno. Un mese dopo, nonostante si ritrovino a ranghi ridotti rispetto alla scorsa legislatura, i Verdi si vedono come i kingmaker di Ursula von der Leyen, che il 18 luglio si presenterà davanti alla plenaria di Strasburgo per essere eletta per un secondo mandato come presidente della Commissione. Le intenzioni dei Verdi sono emerse chiaramente ieri, dopo un incontro con la stessa von der Leyen. Il gruppo ecologista, composto da 53 eletti, può fornire alla presidente della Commissione i voti necessari a mettere al riparo la sua rielezione da eventuali franchi tiratori nel Partito popolare europeo, tra i Socialisti&Democratici e dentro Renew. Ma l'esito non è scontato. Se prenderà a bordo della maggioranza i Verdi, von der Leyen dovrà prestarsi a un esercizio di equilibrismo per non perdere il sostegno di una parte consistente del PPE.
“Abbiamo avuto uno scambio molto costruttivo sulle priorità”, ha detto ieri la co-presidente dei Verdi, Terry Reintke, al termine dell'incontro con von der Leyen. “Ci sono molte comunanze, molte cose su cui vogliamo andare nella stessa direzione e un impegno molto chiaro sul Green deal”. Secondo Reintke, il discorso di von der Leyen è stato “positivo e costruttivo” anche sul tema della sicurezza e della difesa. Sullo stato di diritto, la discussione si è incentrata su come rafforzare l'applicazione degli strumenti a disposizione della Commissione. Inoltre “c'è un interesse comune contro l'estrema destra”, ha detto Reintke. La minaccia interna ed esterna costituita dall'estrema destra nazionalista è una buona scusa per i Verdi per sostenere von der Leyen. “Sappiamo cosa accade in autunno con le elezioni negli Usa. Avere una maggioranza stabile, avere un'Ue stabile che lavora costruttivamente insieme, è nell'interesse comune e questo è qualcosa che è emerso chiaramente nell'incontro”, ha detto Reintke.
L'intenzione dei Verdi è entrare formalmente nella maggioranza con il PPE, i socialisti e Renew. Bas Eickhout, l'altro co-presidente dei Verdi, è stato appena più prudente di Reintke, ricordando che la decisione definitiva sul sostegno o meno a von der Leyen sarà presa solo la prossima settimana, dopo che la presidente della Commissione avrà presentato le linee guida politiche per la legislatura e pronunciato il suo discorso in plenaria. Ma Eickhout ha voluto vedere un segnale nella decisione di von der Leyen di incontrare i Verdi già questa settimana, subito dopo il PPE, i socialisti e Renew, rinviando alla prossima settimana le discussioni con il gruppo dei sovranisti dei Conservatori e riformisti europei (ECR) e della Sinistra. “Questo ordine dice qualcosa delle intenzioni” di von der Leyen, ha detto Eickhout.
I Verdi hanno presentato a von der Leyen un documento con le priorità per la prossima legislatura. Il contenuto mostra la volontà di entrare nella maggioranza anche a costo di annacquare alcune delle proposte più radicali su clima e ambiente. La parte più interessante è la richiesta dei Verdi di una "Green Industrial Law", con un piano di investimenti da lanciare nei primi 100 giorni per decarbonizzare settori industriali chiave come alluminio, cemento e acciaio e sostenere la produzione locale di greentech. “Sulla competitività abbiamo visto con gli altri gruppi che c'è molto spazio su cui lavorare insieme”, ha spiegato Reintke.
I Verdi chiedono alla Commissione di creare un Fondo per la transizione verde e sociale pari ad almeno l'1 per cento del Pil dell'Ue, da finanziare con debito comune come quello di NextGenerationEU. Sull'immigrazione, il documento contiene solo un breve passaggio, ma dal significato simbolico importante: i Verdi accettano il nuovo Patto su migrazione e asilo contro cui si erano battuti nella scorsa legislatura.
Ursula von der Leyen ha bisogno di 361 voti per essere confermata dal Parlamento europeo la prossima settimana. PPE, socialisti e Renew insieme hanno 401 eletti. Ma l'esperienza insegna che i franchi tiratori sono tra il 10 e il 15 per cento. Von der Leyen, che cinque anni fa era passata per appena nove voti dopo la diserzione di quasi 100 deputati nei ranghi della maggioranza, ha bisogno di almeno 50 voti in più per non correre nuovamente rischi. I Verdi ne offrono 53, un numero considerato sufficiente per mettere al riparto la conferma della presidente della Commissione, anche se dovessero esserci alcune defezioni tra gli ecologisti. Ma la richiesta dei Verdi di entrare formalmente in maggioranza è rigettata dal PPE. Anche solo un'apertura di von der Leyen agli ecologisti, con la promessa di concessioni sulle politiche ambientali, rischia di provocare un'emorragia di voti del PPE. “Tra i 50 e i 100 membri del gruppo PPE sono pronti a votare contro von der Leyen se ripropone il Green deal o politiche simili”, ci ha detto una fonte interna.
Cinque anni fa, i Verdi erano usciti dalle elezioni europee come i grandi vincitori, ottenendo 74 eletti sull'onda delle campagne per affrontare l'emergenza climatica. Ma rifiutarono di votare a favore di von der Leyen, nonostante il chiaro impegno a fare del Green deal la politica centrale della sua Commissione. Nel 2024 la forza numerica dei Verdi si è ridotta considerevolmente, così come l'appeal politico del Green deal. Ma sono convinti di poter rientrare nei giochi grazie al poco entusiasmo che genera la conferma di von der Leyen, le divisioni interne al Ppe e ai socialisti sulla presidente della Commissione e lo spauracchio dell'estrema destra. I Verdi seguono la stessa logica in Francia. Come membro della coalizione di partiti di sinistra del Nuovo Fronte Popolare, sono la terza componente più grande di un gruppo di 175 eletti. Ma con 28 deputati sono essenziali se si vuole formare un'ampia coalizione maggioritaria di forze repubblicane pro-europee.
Bas Eickhout ieri ha insistito sulla necessità di fare “chiarezza” sulla presenza dei Verdi nella maggioranza. Il PPE deve accettare di governare in coalizione con gli ecologisti e di non fare marcia indietro sul Green deal. “Se sei serio sulle condizioni di essere pro europeo, pro Ucraina e pro Stato di diritto, il principale tema della campagna del PPE, e se vuoi una maggioranza stabile come auspica la presidente (von der Leyen), allora non c'è altra opzione che avere i quattro gruppi politici”. Toccherà a Ursula von der Leyen trovare la sintesi. Navigare tra gli opposti grazie alle ambiguità è uno dei segreti del suo successo nell'Ue.
La frase
"Ringrazio la Commissione per averci messo nel club dei deficit eccessivi, perché altrimenti sarebbe sembrato che i nostri governi avrebbero attaccato gratuitamente il capitale e il mercato complice. Non li attaccheremo gratuitamente, li prenderemo alla gola perché ci è stato imposto dalla Commissione".
Jean-Luc Mélenchon.
Maggioranza
Sei deputati irlandesi di Renew contro von der Leyen - Prima dei Verdi, Ursula von der Leyen ieri ha incontrato il gruppo liberale di Renew. L'incontro è stato giudicato positivamente. Von der Leyen avrebbe preso impegni anche sulla riforma del trattato in vista dell'allargamento, un tema che finora era stato tabù per la presidente della Commissione. Secondo una fonte di Renew, von der Leyen ha dato rassicurazioni che "non ci sarà una cooperazione strutturale con l'ECR”, il gruppo di estrema destra guidato dal partito di Giorgia Meloni, Fratelli d'Italia. Tuttavia gli eletti irlandesi di Renew – quattro del Fianna Fail e due indipendenti – non sembrano intenzionati a sostenere von der Leyen nel voto di conferma che si terrà a Strasburgo il 18 luglio. La posizione di von der Leyen nella guerra condotta da Israele a Gaza non è accettata in Irlanda.
Parlamento
Cinque vicepresidenti ai socialisti, tre al PPE - I gruppi politici hanno raggiunto un accordo sulla ripartizione delle vicepresidenze del Parlamento europeo, che dovrà essere confermato nella plenaria costitutiva della prossima settimana. Se come probabile Roberta Metsola, maltese del PPE, sarà confermata per un secondo mandato come presidente, i popolari dovrebbero ottenere tre vicepresidenti, i Socialisti&Democratici cinque, i liberali di Renew e i Conservatori e riformisti europei (ECR) due, i Verdi e la Sinistra uno ciascuno. Il gruppo di estrema destra dei “Patrioti per l'Europa” è escluso dalla ripartizione in virtù del cordone sanitario. Il PPE candiderà Esteban Gonzalez Pons, Sabine Verheyen e Ewa Kopacz. I Socialisti&Democratici candideranno Katarina Barely, Victor Negrescu, Pina Picierno, Javier Lopez.
L'estrema destra partorisce un terzo gruppo - Dopo i Conservatori e riformisti europei (ECR) e i “Patrioti per l'Europa”, i partiti della destra nazionalista e populista avranno un terzo gruppo al Parlamento europeo. Ieri Alternativa per la Germania e altri sette partiti dell'estrema destra hanno annunciato la fondazione del gruppo “Europa delle Nazioni Sovrane”. Sarà composto da 25 membri provenienti da 8 paesi. Oltre a 14 deputati tedeschi di AfD, ci sono 3 eletti bulgari di Wasraschdane, 3 eletti polacchi di Konfederacja, e un deputato ciascuno per i cechi di SPD, gli sloveni di Republika, i francesi di Reconquete, gli ungheresi di Ungheria e i lettoni di Unione Popolo e Giustizia. I co-presidenti saranno il tedesco René Aust e il polacco Stanislaw Tyszka. “Scegliamo questa strada non perché sia facile, ma perché è necessaria per realizzare la nostra visione condivisa di un’Europa delle patrie forte, unita e lungimirante”, hanno detto Aust e Tyszka.
Presidenza Orban
Nessuna sanzione contro Orban per l'incontro con Putin - Molte critiche, ma nessuna contromisura. E' questo il risultato della discussione che c'è stata ieri al Coreper tra gli ambasciatori dei ventisette stati membri sull'incontro di Viktor Orban con Vladimir Putin della scorsa settimana. Il premier ungherese è stato accusato da alcuni suoi omologhi europei di "slealtà" dopo aver lasciato intendere che l'incontro è avvenuto nell'ambito della presidenza di turno dell'Ue. L'ambasciatore ungherese ieri ha detto ai suoi colleghi che le visite erano strettamente bilaterali, solo per valutare la fattibilità e le condizioni di un cessate il fuoco. Venticinque ambasciatori - tutti tranne quello della Slovacchia - hanno risposto che l'argomentazione non è credibile e accusato Orban di essere andato contro la lettera e lo spirito delle conclusioni del Consiglio europeo, danneggiando così l’unità dell’Ue. Tuttavia nessuno ha sollevato il tema della fine anticipata della presidenza ungherese dell'Ue e nemmeno dell'uso dell'articolo 7 del trattato contro l'Ungheria. "Non sono state proposte, né adottate misure concrete", ci ha detto un diplomatico.
Geopolitica
Stoltenberg si aspetta che gli Stati Uniti rimangono “leali” alla Nato anche con Trump - Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ieri ha detto di aspettarsi che gli Stati Uniti restino un alleato “leale” dell'Alleanza atlantica indipendentemente dal risultato delle elezioni presidenziali di novembre. “Mi aspetto che, quale che sia il risultato delle elezioni, gli Stati Uniti restino un alleato solido e leale della Nato”, ha detto Stoltenberg, prima del summit dell'Alleanza a Washington. Martedì il presidente americano, Joe Biden, ha assicurato che l'Ucraina prevarrà nella guerra di aggressione condotta dalla Russia grazie al sostegno degli alleati ed ha annunciato la fornitura di decine di sistemi di difesa aerea, di cui cinque nell'immediato. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha spiegato di aspettarsi una decisione per aumentare il numero di caccia G-16 che saranno forniti nei prossimi mesi.
Gli F-16 arrivano in Ucraina - "Mentre parliamo, è in corso il trasferimento di aerei F-16 dalla Danimarca e dai Paesi Bassi, e questi velivoli voleranno nei cieli ucraini quest'estate", ha annunciato ieri il segretario di Stato americano, Antony Blinken, durante il summit della Nato a Washington. In una dichiarazione congiunta del presidente Joe Biden e dei leader di Danimarca, Mette Frederiksen, e Paesi Bassi, Mark Rutte, si legge che "il processo di trasferimento di questi F-16 è in corso e l'Ucraina volerà con gli F-16 operativi quest'estate". I tre leader hanno dichiarato di non poter fornire ulteriori dettagli al momento per motivi di sicurezza operativa. Belgio e Norvegia si sono impegnati a fornire altri F-16, un caccia americano attualmente in servizio in diversi paesi europei della Nato. “Siamo determinati a rafforzare ulteriormente le capacità aeree dell'Ucraina, che includeranno squadroni di moderni aerei multiruolo F-16 di quarta generazione". La coalizione intende sostenere la capacità operativa e l'armamento di questi aerei, nonché l'addestramento continuo dei piloti per migliorare l'efficacia operativa, si legge nella dichiarazione rilasciata dalla Casa Bianca. La Danimarca si è impegnata a fornire 19 velivoli, i Paesi Bassi 42, la Norvegia 22 e il Belgio 30. Gli Stati Uniti hanno permesso la fornitura di questi aerei di fabbricazione americana, ma Washington non ha consegnato alcun aereo a Kyiv.
Francia
Macron chiede un compromesso - "Nessuno ha vinto. Nessuna forza politica ha ottenuto una maggioranza sufficiente e i blocchi o le coalizioni che sono emersi da queste elezioni sono tutti in minoranza". La valutazione di Emmanuel Macron sulle elezioni parlamentari anticipate, contenuta in una lettera ai francesi pubblicata ieri, si basa sui numeri. Ma tutti rivendicano la vittoria, ad eccezione del Rassemblement National, e il posto di primo ministro. "Sono passati tre giorni dal risultato elettorale e nessuno è stato chiamato a formare un governo, nemmeno contattato per dire che sarebbe stato chiamato", protesta Jean-Luc Mélenchon, leader de La France Insoumise, la prima forza del Nuovo Fronte Popolare, la coalizione di partiti di sinistra che totalizza 180 deputati. "Emmanuel Macron deve permettere alla sinistra di governare nominando un primo ministro tra le sue fila", sostiene François Ruffin, esponente de La France Insoumise, rieletto ma espulso dal partito da Jean-Luc Mélenchon per essersi opposto a lui. Jean-Luc Mélenchon vuole il potere, ma nessuno vuole entrare in coalizione con lui e il suo partito. Emmanuel Macron ha sottolineato che "solo le forze repubblicane rappresentano una maggioranza assoluta" e le ha invitate a "costruire un'ampia coalizione". Il capo dello Stato raccomanda di dare alle forze politiche “un po' di tempo per trovare dei compromessi". E aggiunge che solo poi deciderà sulla nomina del primo ministro.
Tutti contro tutti (compresi i francesi) - Secondo il simulatore realizzato dalla rivista Le Grand Continent, sono possibili diverse coalizioni di maggioranza, ma nessuna di esse sta prendendo forma per mancanza di volontà politica. Una coalizione che riunisca i partiti del Nuovo Fronte Popolare, senza La France Insoumise e il Partito Comunista Francese, con i partiti della maggioranza presidenziale e il partito di destra Les Républicains totalizza 340 eletti - la maggioranza assoluta è di 289 eletti - ma viene rifiutata dai Républicains e dalla maggioranza presidenziale. "Non parteciperemo a coalizioni di governo", ha dichiarato ieri Laurent Wauquiez, nuovo presidente del gruppo LR all'Assemblea Nazionale. Alcuni eletti del campo presidenziale dicono che un'alleanza con il partito ecologista EELV non è in discussione. Tutti questi partiti siedono nei gruppi del PPE, dei Socialisti e di Renew, che costituiscono la maggioranza pro-europea al Parlamento europeo. Senza gli eurodeputati dell'EELV, la maggioranza scenderebbe a 312. Con l'esclusione di LR, una coalizione tra i partiti di sinistra, esclusa La France Insoumise, e quelli del campo presidenziale avrebbe una maggioranza di 301 voti. Ma in questa configurazione sarebbe impossibile non includere gli ecologisti e il Partito Comunista. I francesi non sono convinti. Secondo un sondaggio d'opinione condotto dall'istituto Elabe, un'alleanza tra Ensemble, il NFP (ma senza LFI) e LR è l'ipotesi meno respinta dall'opinione pubblica, con il 39 per cento di favorevoli e il 60 per cento di contrari.
Belgio
Il nazionalista fiammingo De Wever verso il posto di primo ministro - Bart De Wever, il leader del partito nazionalista fiammingo della N-VA, ieri è stato nominato dal re del Belgio Filippo come "formatore" nel quadro del processo di costituzione del prossimo governo. De Wever potrebbe guidare una coalizione formata dal partito liberale francofono MR, da quello liberale fiammingo CD&V, dai cristiano democratici francofoni Engagés e dal partito socialista fiammingo Vooruit. La coalizione viene chiamata in Belgio "Arizona" per i colori della bandiera dello stato americano, che corrispondono a quelli di alcuni dei partiti impegnati nei negoziati. De Wever ha promesso di presentare il rapporto finale sulla formazione del governo al re il 24 luglio.
Digitale
Xnxx diventa una grande piattaforma per il DSA - La Commissione ieri ha formalmente designato Xnxx come piattaforma online di dimensioni molto grandi ai sensi del Digital services act (DSA), imponendo a questa piattaforma di contenuti per adulti di conformarsi a norme più rigorose previste entro metà novembre. Questi obblighi includono l'adozione di misure specifiche per responsabilizzare e proteggere gli utenti online, impedire ai minori di accedere a contenuti pornografici online, anche con strumenti di verifica dell'età, fornire ai ricercatori l'accesso ai dati accessibili al pubblico e pubblicare un archivio di annunci pubblicitari. Xnxx deve inoltre valutare e attenuare debitamente eventuali rischi sistemici derivanti dai loro servizi, quali i rischi connessi alla diffusione di contenuti illegali, o gli effetti negativi sul benessere mentale e fisico dell'utente. Xnxx ha in media oltre 45 milioni di utenti mensili nell'Unione europea, un numero superiore alla soglia DSA per la designazione come grande piattaforma.
Accade oggi
Nato: summit a Washington
Presidenza ungherese dell'Ue: riunione informale dei ministri dell'Ambiente a Budapest
Parlamento europeo: riunione della Conferenza dei presidenti
Commissione: il commissario Gentiloni a Dublino incontra il premier Simon Harris
Commissione: il vicepresidente Sefcovic a Velenje in Slovenia interviene al quinto dialogo politico annuale dell'iniziativa delle regioni carbonifere in transizione
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sul ricorso delle Società balneari contro il Comune di Rosignano Marittimo per l’acquisizione, a titolo gratuito delle opere costruite sulla spiaggia una volta scaduta la concessione; sentenza sull'abbattimento del lupo; sentenza sull'indipendenza dei giudici in Croazia
Comitato economico e sociale: sessione plenaria (dibattiti con il commissario Schmit sulla direttiva sugli stage e sulla risoluzione “Nessuno deve essere lasciato indietro”)
Eurostat: dati sulla popolazione nel 2023