Il grande inganno del Patto migratorio
Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
Il grande inganno del Patto migratorio
La presidenza spagnola del Consiglio dell'Ue e i negoziatori del Parlamento europeo sono ancora impegnati in una maratona negoziale per trovare un accordo sul nuovo Patto su migrazione e asilo, per salvare uno dei principali pacchetti legislativi della Commissione di Ursula von der Leyen prima della fine della legislatura. Nel momento in cui Il Mattinale Europeo prende il volo verso le vostre caselle email, era ancora in corso un trilogo orizzontale. Un’intesa è vicina. In caso di fallimento il Belgio, che assumerà la presidenza del Consiglio dal primo gennaio, è pronto a prendere il testimone. Ma il tempo è limitato. La scadenza per trovare un'intesa prima che il Parlamento entri in campagna elettorale è “inizio di febbraio”, ci ha detto l'ambasciatore Willem Van De Voorde, il rappresentante permanente del Belgio presso l'Ue. Ma, anche in caso di accordo, il nuovo Patto è lungi dall'essere la panacea dei mali migratori che affliggono l'Ue e i suoi stati membri.
Il principale argomento con cui è stato promosso il Patto su migrazione e asilo è la volontà politica di affrontare insieme i flussi migratori irregolari in modo ordinato, responsabile e solidale. “Responsabilità e solidarietà”, è stato uno degli slogan che si sono più sentiti dalla presentazione della proposta da parte della Commissione nel 2020. I diversi testi introducono poca solidarietà e molta responsabilità per i paesi di primo ingresso, ma consentono di superare il regolamento di Dublino. La sua adozione è stata presentata come una necessità politica per dimostrare che l'Ue è in grado di decidere su questo tema delicato, togliendo così un argomento ai partiti di estrema destra prima delle elezioni europee. Nei negoziati con il Parlamento, i governi hanno giocato su questa corda per costringere i deputati ad accettare un approccio “Europa fortezza”.
Il sistema attorno a cui ruota il nuovo Patto su migrazione e asilo è quello introdotto nelle isole della Grecia dopo l'accordo Ue-Turchia del 2016. La principale novità sono le “procedure di frontiera” obbligatorie, che impongono agli stati membri di selezionare i richiedenti asilo, rinchiudere quelli che hanno una nazionalità con basse probabilità di ottenere protezione internazionale in appositi centri, procedere speditamente alla valutazione delle loro domande e mantenerli in detenzione in attesa dell'espulsione. Trasformare le zone frontaliere dell'Ue – dalla Sicilia alle Canarie, passando per le regioni orientali della Polonia – in grandi carceri per migranti non è una bella immagine. In teoria, con una pressione migratoria relativamente bassa, il sistema potrebbe anche funzionare. Ma basterebbe un numero di ingressi analogo a quello del 2023 per far saltare le “procedure di frontiera” perfino in un grande paese come l'Italia.
Uno dei principali problemi contro cui è destinato a scontrarsi il nuovo Patto è la mancanza di accordi di rimpatrio con i paesi di origine dei migranti. La Commissione vuole utilizzare la carota e il bastone degli aiuti finanziari, dei dazi e dei visti per convincere i paesi terzi a sottoscriverne di più. Ma, come ha riconosciuto l'Alto rappresentante Josep Borrell lunedì a una conferenza del Grand Continent, “l'Europa fortezza” non piace ai paesi africani. Al contrario: “una politica migratoria troppo restrittiva” nutre la sfiducia dei paesi del Sud globale verso l'Ue e dunque il loro sostegno su altre cause come l'Ucraina, ha avvertito Borrell.
L'Ue rischia soprattutto di tradire i suoi valori con il nuovo Patto su migrazione e asilo. Lo hanno scritto nero su bianco cinquanta ong - Amnesty, Oxfam, ActionAid, Save the Children e altre - in una lettera aperta prima del trilogo jumbo che si è chiuso ieri. “Il patto dell’Ue su migrazione e asilo rispecchierà gli approcci falliti del passato e ne peggiorerà le conseguenze”. Con i testi attuali, c'è il “forte rischio” di “un sistema mal funzionante, costoso e crudele che fallisce durante l’attuazione e lascia le questioni critiche irrisolte”. Le ong denunciano la normalizzazione dell’uso arbitrario della detenzione per i migranti (compresi bambini e famiglie), la profilazione razziale, i respingimenti, i rimpatri in “paesi terzi sicuri” che sicuri non sono.
“Siamo profondamente consapevoli che la politica spesso è una questione di compromessi. Ma ci sono delle eccezioni e non si possono fare compromessi sui diritti umani. Quando sono indeboliti, ci sono conseguenze per tutti noi”, hanno avvertito le ong. Quanto all'estrema destra, i risultati delle elezioni mostrano che la strategia “Europa fortezza” portata avanti dall'Ue e dai suoi stati membri non è sufficiente ad arginarla. Al contrario, dai Paesi Bassi alla Francia, passando per l'Italia, l'Europa fortezza finora ha rafforzato l'estrema destra.
La frase
“Chiederò all'Europa di rimborsarci per il costo di ricostituire le scorte di armi inviate in Ucraina, cosa che dovremmo fare subito, ma Joe Biden è troppo debole per farlo. Il fatto è che abbiamo speso quasi 200 miliardi di dollari aiutando l'Ucraina e l'Europa sta spendendo solo una piccola frazione di quella somma”.
Donald Trump, ex presidente degli Stati Uniti e favorito per la nomination repubblicana alle elezioni presidenziali del 2024.
Follow-up
Il ceco Pavel lancia l'allarme sull'Ucraina - Il presidente della Repubblica Ceca, Petr Pavel, condivide le preoccupazioni espresse da Jean Asselborn nella sua intervista al Mattinale Europeo. Pavel teme un "cambiamento" nella guerra russo-ucraina nel 2024, ma non a favore di Kyiv. Ritiene che Vladimir Putin stia aspettando l'esito delle elezioni americane del 2024 prima di avviare colloqui di pace e scommette su una vittoria di Donald Trump perché "sarà possibile trovare un accordo con lui, indipendentemente da ciò che pensano l'Ucraina o il resto d'Europa".
La presidenza belga non userà l'articolo 7 contro Orban - Dopo il Consiglio europeo della scorsa settimana, durante il quale l'Ungheria ha minacciato il veto sui negoziati di adesione con l'Ucraina e lo ha usato per bloccare la revisione del quadro finanziario pluriennale, si sono moltiplicati gli appelli a usare l'articolo 7 del trattato per privare Viktor Orban del diritto di voto e dunque di veto. Ma il Belgio, che dal primo gennaio avrà la presidenza di turno dell'Ue, per il momento non ha intenzione di proporre l'uso dell'arma nucleare contro l'Ungheria. “Abbiamo previsto una valutazione sui progressi o non progressi” di Ungheria e Polonia, ci ha detto l'ambasciatore Willem Van De Voorde, il rappresentante permanente del Belgio presso l'Ue. “Non è un voto, ma serve a mantenere la pressione”.
Il ricatto paga nell'Ue - L'Ungheria ha minacciato di porre il veto all'ingresso della Bulgaria nell'area Schengen se il governo bulgaro non avesse ritirato una legge che avrebbe aumentato il costo del transito del gas russo attraverso il suo territorio per i paesi vicini (Ungheria, Serbia e Macedonia settentrionale). "In seguito all'intervento dell'Ungheria, il governo bulgaro ha accettato di abrogare la legge, consentendo così il ritorno a una cooperazione reciprocamente rispettosa", ha dichiarato martedì il capo della diplomazia ungherese, Peter Szijjártó. Il Turkstream, il gasdotto tra Russia e Turchia che serve Bulgaria e Serbia, è fondamentale per la sicurezza energetica dell'Ungheria, che dipende dalle importazioni per il 90% dei suoi consumi. L'energia è stato uno dei temi discussi dal primo ministro ungherese, Viktor Orban, e dal presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, durante l'incontro a Budapest per celebrare il 100esimo anniversario del trattato di amicizia tra i due Paesi. I due leader si sono scambiati dei doni. Uno stallone ungherese e un'auto elettrica turca. "Il miglior affare che abbia mai fatto: per un cavallo ne ho ricevuti 435", ha commentato Viktor Orban entusiasta, mentre scopriva la sua auto.
Euro
Francia e Germania d’accordo sul Patto di stabilità all'Ecofin - Il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, ieri ha accolto il suo omologo tedesco, Christian Lindner, per finalizzare un'intesa a due sugli ultimi dettagli della riforma del Patto di stabilità e crescita in vista di un accordo all'Ecofin di oggi. Nella bozza della presidenza spagnola rimangono due punti aperti: la velocità con cui i paesi devono convergere verso l'1,5 per cento di deficit e il tetto massimo di deviazione annuale e pluriennale rispetto agli obiettivi di bilancio fissati dal Patto. "Abbiamo un accordo al 100 per cento con Lindner”, ha detto Le Maire dopo la cena. L'interrogativo è cosa farà l'Italia all'Ecofin, dopo che il ministro Giancarlo Giorgetti ha detto di non poter firmare un accordo in videoconferenza e di non essere disponibile ad accettare regole che non è in grado di rispettare. "Abbiamo molto lavorato con i nostri amici italiani, in particolare con il ministro Giancarlo Giorgetti. Penso che siamo esattamente sulla stessa linea con l'Italia. E' un'eccellente notizia avere Francia, Germania e Italia allineati su queste nuove regole”, ha assicurato Le Maire.
La Bce chiede un aumento di capitale a decine di banche - Il supervisore unico della Banca centrale europea ieri ha chiesto a 20 banche della zona euro di aumentare il loro capitale a causa delle loro esposizioni a crediti deteriorati in un contesto di aumento dei tassi di interesse. Ad altre otto banche sono stati raccomandati requisiti aggiuntivi di capitale a fronte delle attività rischiose di leveraged finance. La Bce ha pubblicato i risultati del processo di revisione e valutazione prudenziale (Srpe) per il 2023, la principale attività della vigilanza bancaria per valutare i rischi a cui sono esposte le banche e deterinare i requisiti patrimoniali. "Il settore bancario dell’area dell’euro ha continuato a mostrare solidità e buona capacità di tenuta nel 2023. Le banche hanno mantenuto in media solide posizioni patrimoniali e di liquidità, ben al di sopra dei requisiti regolamentari. La redditività è tornata a livelli che non si osservavano da più di un decennio", ha detto la Bce. Ma "le deboli prospettive macroeconomiche e l’inasprimento delle condizioni di finanziamento restano una fonte di rischio per le banche europee". La Bce ha deciso di mantenere invariati i requisiti patrimoniali per il 2024 e di ridefinire le priorità di vigilanza per concentrarsi su rischio a breve termine, il rafforzamento della governance e la gestione dei rischi climatici e ambientali. Alle banche è stato anche chiesto di compiere progressi nella trasformazione digitale e nella resilienza operativa.
Grande Europa
Circonvoluzioni e imbarazzo dell'UE sulle elezioni serbe - "L'OSCE deplora l'abuso di risorse pubbliche, l'intimidazione degli elettori e l'acquisto di voti. Tutto ciò è inaccettabile per un Paese candidato all'UE", ha tuonato il Ministero degli Esteri tedesco in merito al contestato risultato delle elezioni legislative anticipate in Serbia del 17 dicembre. "Non dovremmo parlare di elezioni giuste. Sarebbe sbagliato", ha protestato Stefan Schennach, uno dei capi della delegazione di osservatori elettorali dell'OSCE, citato da DeutscheWelle. Ma la Commissione europea, in una dichiarazione congiunta di Josep Borrell e del commissario per la politica di vicinato, l'ungherese Oliver Varhelyi, non ha voluto condannare le frodi. I due si sono limitati a esprimere "preoccupazione", sottolineando che "il processo elettorale richiede miglioramenti tangibili e ulteriori riforme". Un atteggiamento di laissez-faire che rassicura il presidente serbo, Aleksandar Vucic, con cui si è congratulato calorosamente Viktor Orban per la "schiacciante vittoria elettorale".
Commercio
Un'intesa minuscola Ue-Usa sui dazi - L'Unione europea ha deciso di prorogare di 18 mesi, fino al 31 marzo 2025, la sospensione dei dazi imposti sui prodotti americani nel 2018 in risposta alle tariffe imposte durante la presidenza di Donald Trump sulle importazioni di acciaio e alluminio prodotte dai Paesi Ue. "L'obiettivo è offrire tempo per continuare i negoziati in vista di un'abolizione totale e permanente dei dazi dell'era Trump", ha spiegato il commissario al Commercio, Valdis Dombrovskis. Le tensioni transatlantiche si sono attenuate dal 2022. Gli Stati Uniti hanno sostituito i dazi doganali con quote tariffarie e l'UE ha deciso di sospendere le proprie tariffe fino alla fine del 2023. Nel 2022 l'UE ha esportato negli Stati Uniti 3,8 milioni di tonnellate metriche di acciaio e 289.000 tonnellate metriche di alluminio. Ma questa proroga della tregua non è ciò che l'UE avrebbe voluto. La Commissione von der Leyen non è riuscita a convincere l'amministrazione Biden a firmare un accordo globale sull'acciaio e l'alluminio sostenibili per porre fine una volta per tutte alle tariffe dell'era Trump.
Trilogo
Accordo sulla rete transeuropea di trasporto - I negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno concordato gli orientamenti aggiornati per la rete transeuropea di trasporto (TEN-T) per incoraggiare la realizzazione di grandi progetti da qui al 2030. Gli attuali progetti TEN-T vanno da Rail Baltica, che collega Helsinki e Varsavia, al tunnel di base del Brennero, che collega Austria e Italia, e alla linea ferroviaria ad alta velocità Lisbona-Madrid. L'accordo ribadisce l'impegno dell'UE a realizzare grandi progetti di infrastrutture di trasporto sulla rete centrale TEN-T entro la fine del 2030 ed entro la fine del 2050 su una rete completa per superare le strozzature e i collegamenti mancanti. Gli eurodeputati hanno ottenuto maggiore enfasi sul trasporto intermodale, principalmente su rotaia, per vie d'acqua interne o per navigazione a corto raggio. La rete centrale TEN-T prevede ferrovie con velocità di 160 km/h per i passeggeri e 100 km/h per le merci. Inoltre, le ferrovie dell'UE dovranno rispettare lo scartamento standard europeo (1435 mm) e, entro la fine del 2040, adottare un sistema unico di gestione del traffico. Una parte dell'accordo riguarda la mobilità militare: nella costruzione o nell'ammodernamento delle infrastrutture si dovrà tenere conto delle esigenze del trasporto militare. Il testo adottato riduce i progetti di infrastrutture di trasporto con Russia e Bielorussia e rafforza i legami con Ucraina e Moldavia.
Accade oggi
Ecofin straordinario in videoconferenza sulla riforma del Patto di stabilità e crescita
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza nel ricorso di Roman Abramovich contro le sanzioni dell'Ue;
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sulla richiesta di danni da parte di Banca popolare di Bari alla Commissione europea per il caso Tercas
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sul ricorso dell'Autorità portuale Mar Ligure occidentale contro la decisione Commissione di considerare esenzione Ires come aiuto di Stato illegale
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sul ricorso di Ryanair e Malta Air contro gli aiuti Stato ad Air France-Klm
Consiglio: riunione del Coreper I e II
Eurostat: dati sulla produzione nelle costruzioni a ottobre; indici prezzi agricoltura nel terzo trimestre; dati sulla bilancia dei pagamenti a ottobre posizione degli investimenti netti nell'Ue nel 2022