Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
Il momento verità sul caso Orban
Il Consiglio europeo straordinario di giovedì si annuncia come il momento della verità su e per Viktor Orban. Convocato da Charles Michel per uscire dallo stallo del veto ungherese sul pacchetto di aiuti da 50 miliardi di euro per l'Ucraina, il vertice dei capi di stato e di governo appare destinato a un fallimento, con implicazioni gravi per Kyiv e per la credibilità dell'Ue. A due giorni dalla riunione, i tentativi di trovare un compromesso sono piombati nel caos a causa delle fughe di notizie sulla possibilità che l'Ue usi l'articolo 7 del trattato per privare l'Ungheria del diritto di voto o decida di sanzionare politicamente Budapest privandola dei fondi europei per danneggiare la sua economia. Ma il caos mette tutti davanti al momento della verità. Orban deve decidere da che parte vuole stare, se con l'Ue o contro l'Ue. Gli altri ventisei leader devono decidere se andare fino in fondo per risolvere il problema Orban, privandolo di veti, voti e soldi, anche a costo di innescare un doloroso processo di uscita dell'Ungheria dall'Ue. “Spero che gli ungheresi capiscano che devono scegliere da che parte della storia sono”, ha detto ieri il ministro degli Esteri del Lussemburgo, Xavier Bettel.
Lo scoop del Financial Times su un documento interno al Consiglio europeo che evoca la possibilità di tagliare i fondi dell'Ue all'Ungheria e compromettere la sua economia come punizione per il suo veto ha provocato l'effetto di una bomba sia a Budapest sia a Bruxelles. Il risultato è l'opposto di quello ricercato con la fuga di notizie. Anziché spingere Orban a ritirare il suo veto, ha alimentato le narrazione ungherese sull'Ue che vuole distruggere l'Ungheria per ragioni politiche con l'arma dello stato di diritto. “Bruxelles sta usando il ricatto contro l'Ungheria come se non ci fosse domani, nonostante il fatto che abbiamo proposto un compresso”, ha detto il consigliere di Orban, Balazs Orban. “Ora è chiarissimo: questo è un ricatto e non ha niente a che vedere con lo stato di diritto. E non cercano nemmeno di nasconderlo”.
“La fuga di notizie è totalmente irresponsabile”, ci ha detto un diplomatico di uno stato membro. “Tatticamente renderà le discussioni con l'Ungheria più difficili”. Inoltre, “è falso e assurdo alimentare” l'idea che i fondi dell'Ue o lo stato di diritto vengano politicizzati. Secondo il diplomatico, “la Commissione non può bloccare o sbloccare fondi europei per motivi politici. Il solo modo sono le regole e le condizionalità per gli esborsi”.
Riuniti nel Consiglio Affari generali ieri, i ministri per gli Affari europei hanno cercato di smorzare le polemiche. “Meglio lavorare per raggiungere un accordo. Vedremo le alternative dopo il summit”, ha detto Hadja Lahbib, ministro degli Esteri del Belgio, che ha la presidenza di turno dell'Ue. “Non dobbiamo rispondere a ricatti con altri ricatti ma parlare tutti insieme, con un'unica voce".
La squadra di Michel è stata costretta a precisare che il documento del Financial Times è “una nota di background redatta dal Segretariato del Consiglio sotto la sua responsabilità, che descrive lo stato attuale dell'economia ungherese”. Il documento “non riflette lo stato dei negoziati in corso sulla revisione del quadro finanziario pluriennale tra gli sherpa e a livello dei leader”. La nota non “delinea alcun piano relativo all’Ungheria”, ha detto una fonte del Consiglio europeo. I negoziati si fondano “sulla ricerca di un compromesso accettabile per tutti i 27 Stati membri dell'UE” e “si basano sui principi del dialogo, della consultazione e del compromesso nell’interesse di tutti”, ha detto la fonte del Consiglio europeo.
Le fughe di notizie sull'articolo 7 e le punizioni economiche lasciano intravedere una mossa disperata da parte di Michel. Tutti i piani B valutati finora per superare il veto di Orban hanno implicazioni controproducenti. Per mettere in piedi un fondo intergovernativo per l'Ucraina servirebbero diversi mesi, se non anni. Continuare a usare unicamente i programmi annuali di assistenza macrofinanziaria non permetterebbe di garantire prevedibilità agli aiuti a Kyiv. Ottenere un veto annuale sarebbe una vittoria politica enorme per Orban.
L'Ucraina è esistenziale per diversi stati membri. “E' una questione di sopravvivenza”, ci ha detto un funzionario europeo. Alcuni a Bruxelles sospettano Orban di voler destabilizzare l'Ue prima delle elezioni europee. Altri ritengono che il suo obiettivo sia far implodere il progetto comunitario. C'è solo un modo per risolvere definitivamente il problema: “l'articolo 7 cancella il ricatto”, ha spiegato il funzionario europeo.
Ma il momento della verità è anche per l'Ungheria. Al fianco dei ventisei per sostenere l'Ucraina oppure contro l'Ue e i suoi interessi strategici. “Dobbiamo spiegare ai cittadini ucraini se vogliono essere quelli che dicono agli ucraini vi lasciamo da soli e aiutatevi da soli”, ha detto Bettel. "Nella seconda guerra mondiale non sono stato liberato dai vicini, ma da americani, inglesi e canadesi, che non sapevano nemmeno che esistesse il Lussemburgo. Gli ungheresi devono chiedersi se sono pronti a dire agli ucraini 'vi lasciamo soli e arrangiatevi'?”, ha spiegato Bettel.
Il peggio sarebbe lo scenario più probabile. Grazie a un trucco o di concessioni cosmetiche, giovedì Orban potrebbe rinunciare al suo veto all'ultimo momento, come aveva fatto a dicembre sull'avvio dei negoziati di adesione con l'Ucraina. Michel sarebbe nelle condizioni di dichiarare il successo del vertice, con il raggiungimento del principale obiettivo: stanziare gli aiuti finanziari a Kyiv per i prossimi quattro anni. Da venerdì tutto ricomincerebbe come prima. Le questioni Orban e stato di diritto in Ungheria potrebbero essere dimenticati per un po'. Fino al prossimo veto dirompente.
La frase
“L’Ungheria non cede al ricatto. Il documento, redatto dai burocrati di Bruxelles, non fa altro che confermare ciò che il governo ungherese afferma da tempo: l’accesso ai fondi Ue viene utilizzato per ricatti politici”.
Janos Boka, ministro per gli Affari europei dell'Ungheria.
Meno 2 giorni al vertice
Gioco a nascondino sull'articolo 7 contro l'Ungheria - Il commissario alla Giustizia, Didier Reynders, ieri ha detto che la Commissione presenterà una proposta per passare alla seconda fase della procedura dell'articolo 7 contro l'Ungheria, solo quando avrà la certezza di avere una maggioranza sufficiente dentro al Consiglio. “Non ci sarebbe niente di peggio che fare una proposta e vedere questa proposta rigettata”, ci ha detto Reynders in conferenza stampa al termine del Consiglio Affari generali. Hadja Lahbib, il ministro degli Esteri del Belgio che ha la presidenza di turno del Consiglio dell'Ue, ha spiegato che non si muoverà senza una proposta della Commissione o di un terzo degli stati membri. Ma Lahbib non ha escluso che la decisione di passare alla nuova fase della procedura dell'articolo 7 contro l'Ungheria possa essere adottata al Consiglio europeo straordinario di giovedì.
Accordo sugli attivi congelati russi - A quarantotto ore dal vertice straordinario, c'è almeno una buona notizia per l'Ucraina. Il Coreper – l'organismo che riunisce gli ambasciatori dei ventisette stati membri – ha dato il suo accordo sulla proposta della presidenza belga sull'usto delle entrate straordinarie degli attivi congelati della Banca centrale russa. L'adozione formale del provvedimento avverrà per procedura scritta “il più rapidamente possibile” per fare in modo che gli stati membri possano “iniziare a raccogliere le entrate straordinarie per la ricostruzione dell'Ucraina”, ha detto una fonte dell'Ue.
Geopolitica
Gli aiuti ai palestinesi dividono la Commissione - L'Alto rappresentante Josep Borrell si è nuovamente opposto a una decisione dell'esecutivo di Bruxelles, diviso come gli Stati membri, sul sostegno ai palestinesi dopo i massacri commessi da Hamas in Israele il 7 ottobre 2023. Senza mezzi termini, il commissario ungherese Oliver Varhelyi ha annunciato ieri la sospensione degli aiuti dell'UE all'UNRWA, l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, in segno di protesta per le accuse di coinvolgimento di membri del suo personale negli attacchi terroristici del 7 ottobre in Israele. La Commissione, che gestisce i finanziamenti dell'UE, ha deciso di seguire l'esempio degli Stati membri - Francia, Germania, Italia e Finlandia - che hanno deciso di sospendere i loro finanziamenti bilaterali all'UNRWA in attesa dell'indagine annunciata dalle Nazioni Unite e delle misure che saranno adottate. L'UE chiede all'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel Medio Oriente di "rivedere tutto il suo personale", chiedendo "un audit dei sistemi di controllo degli esperti esterni indipendenti" e una valutazione della protezione dei finanziamenti concessi dall'UE. Ma Josep Borrell, che è anche vicepresidente della Commissione, si è immediatamente scagliato contro il commissario Varhelyi. In una dichiarazione rilasciata dopo una telefonata con il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres. Borrell ha sottolineato "il ruolo vitale dell'UNRWA nelle attuali circostanze a Gaza" e ha annunciato che "i finanziamenti dell'UE non sono stati sospesi". Diversi membri dell'UE - Irlanda, Lussemburgo e Spagna - hanno deciso di continuare a sostenere l'UNRWA, ma senza i finanziamenti europei il compito sarà difficile. L'UE ha contribuito con 281 milioni di euro al bilancio dell'UNRWA per il periodo 2021-2023 e l'agenzia incamera gli aiuti umanitari dell'UE, che sono saliti a più di 100 milioni di euro dallo scoppio della guerra di Israele contro Hamas a Gaza.
Il "piano Meloni" per l'Africa - Giorgia Meloni pensa in grande per la penisola. La sua ambizione è quella di fare dell'Italia un "ponte" tra Europa e Africa e un "hub energetico". Una ventina di leader africani hanno partecipato ieri a Roma al vertice Italia-Africa, organizzato dal Presidente del Consiglio per presentare il suo piano, noto come "Piano Mattei" dal nome dell'industriale Enrico Mattei, fondatore dell'ENI, l'Ente Nazionale Idrocarburi, morto in un incidente aereo causato da un'esplosione nel 1962. L'Italia ha stanziato una somma iniziale di 5,5 miliardi di euro, ma saranno necessari finanziamenti internazionali, ha sottolineato la Meloni in un appello ai tre rappresentanti delle istituzioni europee presenti - Ursula von der leyen (Commissione), Charles Michel (Consiglio), Roberta Metsola (Parlamento) - e al capo del FMI, Kristalina Georgieva. "Il nuovo piano Mattei è un importante contributo a questa nuova fase del nostro partenariato con l'Africa e completa il nostro European Global Gateway con i suoi 150 miliardi di euro di investimenti per l'Africa", ha dichiarato il Presidente della Commissione.
Le critiche dell'Unione Africana al piano Meloni per l'Africa - Il presidente della Commissione dell'Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, non ha esitato a lanciare alcune critiche a Giorgia Meloni durante il vertice Italia-Africa di ieri. Sul piano Mattei “avremmo auspicato essere consultati”, ha detto Moussa Faki. “L'Africa è pronta a discutere i contorni e le modalità del piano Mattei”, ma “insisto qui sulla necessità di passare dalle parole ai fatti. Non possiamo accontentarci di promesse non mantenute”. Il presidente della Commissione Africana ha anche contestato l'approccio sui migranti. “Serve amicizia, non barriere securitarie che sono barriere di ostilità”, ha detto Moussa Faki.
Breton difende la difesa europea a Washington - "Ammettiamolo: la necessità di una politica di difesa europea credibile è un dato di fatto, indipendentemente dall'esito delle elezioni americane ogni quattro anni", ha detto ieri Thierry Breton davanti al Consiglio Atlantico di Washington. Il commissario europeo all'Industria partecipa al Consiglio commercio e la tecnologia UE-USA. "Con il ritorno di conflitti ad alta intensità nel continente europeo, dobbiamo adattare i nostri eserciti e le nostre industrie a nuove realtà e nuove minacce", ha sottolineato Breton. "La sicurezza delle forniture e le economie di scala sono diventate essenziali. Dobbiamo produrre di più e più velocemente, senza dipendere da altri", ha aggiunto. "Come europei, dobbiamo rafforzare il nostro ruolo di fornitori di sicurezza per il nostro continente", ha insistito. Breton ha ripetuto l'argomentazione sviluppata durante la presidenza di Donald Trump per placare gli americani: "Un'Europa più forte all'interno della Nato significa una Nato più forte" e ha aggiunto un'argomentazione: "Un'Europa più forte in termini di difesa significa avere la libertà di scegliere quando si tratta della nostra sicurezza, e non essere dipendenti da decisioni prese altrove". Tra qualche settimana, il commissario presenterà una strategia per l'industria europea della difesa e un nuovo strumento di investimento dell'UE.
Vacca sacra
Macron e von der Leyen discuteranno di collera agricola giovedì – Gli agricoltori minacciano di bloccare Bruxelles giovedì, in occasione del Consiglio europeo straordinario sull'Ucraina. I capi di stato e di governo potrebbero discutere anche della collera rurale. In ogni caso lo faranno il presidente francese e la presidente della Commissione. Ieri l'Eliseo ha annunciato che Emmanuel Macron incontrerà Ursula von der Leyen a margine del vertice. Tema? La vittima sacrificale per calmare la rabbia degli agricoltori francesi è l'accordo di libero scambio che l'Ue e il Mercosur stanno negoziando. Von der Leyen sperava di firmarlo prossimamente, ma “la Francia si oppone molto chiaramente”, ha detto venerdì il premier francese, Gabriel Attal. Macron vuole anche discutere dall'obbligo di messa a riposo dei terreni e dei prodotti agricoli ucraini. Gli interessi economici di Kyiv potrebbero essere un'altra vittima sacrificale sull'altare degli agricoltori francesi. La Commissione questa settimana potrebbe annunciare salvaguardie nazionali per bloccare importazioni di prodotti agricoli ucraini.
Green deal
I Verdi vogliono debito dell'Ue e 40 trilioni di euro per decarbonizzare - Philippe Lamberts, presidente del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo, oggi presenterà uno studio secondo il quale servono investimenti per 40 trilioni di euro entro il 2050 per decarbonizzare l'economia, pari a circa il 10 per cento del Pil dell'Ue. Se i tre quarti dei fondi possono essere riallocati dalla spesa corrente, servono 10 trilioni di investimenti privati e pubblici aggiuntivi. E' circa il 2,3 per cento del Pil l'anno. La parte più significativa (l'1,6 per cento del Pil) dovrebbe venire dal settore pubblico. La soluzione "è il debito" europeo, ci ha detto Lamberts, ricordando che il debito pubblico complessivo nell'Ue ammonta al 90 per cento del Pil contro il 126 per cento negli Stati Uniti e il 263 per cento in Giappone.
Estrema destra
Salvini contro Reintke sulla messa al bando di Identità e democrazia - L'idea della copresidente dei Verdi al Parlamento europeo, Terry Reintke, di avviare una procedura per mettere fuori legge il partito europeo di estrema destra Identità e democrazia ha provocato una reazione veemente della Lega di Matteo Salvini. “Se una cosa non piace ai verdi, va bandita, censurata, cancellata”, ha detto Marco Zanni, il presidente del gruppo Identità e Democrazia. In un'intervista al podcast Eu Scream, Reintke ha indicato la possibilità di aprire una procedura per bandire il partito europeo di estrema destra perché non rispetta i valori fondamentali, simile a quella che potrebbe essere avviata in Germania contro AfD. “Finalmente a sinistra gettano la maschera e mostrano il loro vero volto antidemocratico, intollerante e illiberale”, ha detto Zanni. Anche Salvini è intervenuto con un post su Instagram. “Temendo di perdere elezioni e poltrone, le sinistre pensano di mettere fuori legge in Europa Identità e democrazia, il gruppo guidato dalla Lega. Vergogna! Le stanno provando tutte per fermare il vento del cambiamento”, ha scritto Salvini.
AfD diventa ingombrante anche per Marine Le Pen – Al di là delle reazioni di Zanni e Salvini, la convivenza con Alternative für Deutschland sta diventando politicamente sempre più difficile per le altre componenti del gruppo Identità e democrazia. La scorsa settimana era stata Marine Le Pen a mettere in dubbio il proseguimento dell'alleanza con l'estrema tedesca, dopo le rivelazioni di un incontro lo scorso novembre a Postdam in cui è stato discusso un piano di espulsione forzata di milioni di immigrati, anche con passaporto tedesco. "Non sono assolutamente d'accordo con la proposta", ha detto Le Pen. "Dovremo discutere insieme di divergenze tanto importanti e vedere se ci sono o no delle conseguenze sulla capacità che abbiamo ad allearci in uno stesso gruppo".
Brexit
Domani tornano i controlli sulle merci dell'Ue – Il governo di Rishi Sunak nel Regno Unito ha deciso di andare avanti con l'introduzione di controlli alle frontiere su alcune merci in provenienza dall'Unione Europea conseguenti alla Brexit, nonostante il rischio di penurie di prodotti e di un aumento dell'inflazione. Rimandate a lungo, le nuove regole richiedono alle imprese dell'Ue che esportano prodotti animali e vegetali di presentare certificati sanitari. I prodotti coinvolti includono animali vivi, uova, latte, formaggio, carne e pesce. I controlli fisici inizieranno ad aprile. Un rapporto del governo britannico aveva valutato in 1 miliardo di sterline i costi annuali aggiuntivi per gli importatori britannici. Lo stesso governo prevede che i nuovi controlli alle frontiere porteranno a un incremento dell'inflazione, che è già al 4 per cento per i beni di consumo nel Regno Unito. La stampa britannica evoca lo scenario da incubo della scomparsa del prosciutto di Parma e del chorizo spagnolo dai supermercati.
Antitrust
La Commissione spinge Amazon a rinunciare a iRobot – Il colosso digitale Amazon ieri ha annunciato di aver rinunciato all'acquisizione da 1,45 miliardi di dollari di Roomba iRobot, produttore di aspirapolvere robot, nel momento in cui la Commissione si preparava a bloccare l'operazione per motivi legati alla concorrenza. “Siamo delusi dal fatto che l’acquisizione di iRobot da parte di Amazon non abbia potuto procedere”, ha dichiarato lunedì David Zapolsky, il vicepresidente di Amazon. “Questo risultato negherà ai consumatori un’innovazione più rapida e prezzi più competitivi, che siamo certi avrebbero reso la loro vita più semplice e piacevole”. Nel 2023 l'antitrust dell'Ue aveva sollevato un'obiezione formale all'acquisizione perché riteneva che avrebbe limitato la concorrenza. La vicepresidente Margareth Vestager aveva spiegato che toccava a Amazon e iRobot offrire dei rimedi. La scadenza per una decisione finale da parte della Commissione era fissata al 14 febbraio.
Vestager e Breton criticati sulla politica della concorrenza – La Computer & Communications Industry Association (CCIA Europe) ha reagito in modo molto duro all'annuncio di Amazon, criticando in modo virulento la politica seguita dalla Commissione sulle acquisizioni nel settore del digitale. “Se l’Europa adotta una politica di fusione guidata da obiettivi politici che serve solo la politica industriale, invece che un mercato competitivo, questo alla fine porterà a meno concorrenza e meno innovazione nell’UE. È dannoso per i consumatori, per la scelta e per l’industria europea”, ha detto il suo vicepresidente, Daniel Friedlaender: “L'Europa non può e non deve creare un clima in cui alle imprese non viene permesso di investire in o acquisire imprese in determinati settori”. In un comunicato, Margrete Vestager ha spiegato che “l'acquisizione di iRobot avrebbe consentito ad Amazon di limitare i rivali di iRobot precludendo o riducendo l'accesso agli Amazon Store”.
Accade oggi
Consiglio commercio e tecnologia Ue-Usa (TTC) a Washington con i commissari Dombrovskis, Vestager e Breton
Presidenza belga dell'Ue: riunione informale dei ministri della Difesa
Parlamento europeo: la presidente Metsola in visita a Copenaghen
Parlamento europeo: audizione sull'assegnazione della nuova sede dell'Amla, l'autorità europea antiriciclaggio
Commissione: il commissario Gentiloni riceve Pere Aragones, presidente della Catalogna
Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell interviene al simposio dell'Agenzia europea per la difesa sulla mobilità militare
Commissione: il vicepresidente Schinas partecipa al forum degli investitori del Global Gateway per l'Asia centrale
Commissione: la vicepresidente Jourova interviene all'evento FTxGoogle su "Un approccio collaborativo all'attuazione e alla regolamentazione dell'Ia"
Commissione: la commissaria Simson, interviene alla Conferenza dell'Efta-Esa sulla cattura del carbonio
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sul ricorso Mediaset contro Agcom sul calcolo delle autopromozioni nella soglia del tempo di pubblicità; sentenza sul ricongiungimento familiare dei genitori a un minore rifugiato nel Ue; sentenza sulla conservazione generale e indifferenziata a vita dei dati delle persone condannate; sentenza sulla responsabilità del pagamento dell'Iva in caso di utilizzo illegale di dati per le fatture
Banca centrale europea: discorso di Philip Lane a Zagabria a un anno dall'ingresso della Croazia nell'euro
Corte dei conti dell'Ue: relazione della Corte dei conti sul coordinamento del Servizio europeo di azione esterna
Eurostat: stime flash del Pil nel quarto trimestre del 2023; dati sul commercio internazionale servizi nel 2022