Buongiorno! Sono Idafe Martín Pérez e, con Christian Spillmann e David Carretta, vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
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Il Partido popular spagnolo è capace di essere un partito europeo?
L’atteggiamento del Partido Popular spagnolo (PP) delle ultime settimane, quello di usare le istituzioni europee e i loro meccanismi come un’estensione della guerra politica nazionale, è un fatto insolito in Europa ed è poco compreso a Bruxelles. Il tentativo di colpire la numero due della Commissione europea, la socialista spagnola Teresa Ribera, è stato condotto nonostante il rischio di mettere a repentaglio l’approvazione di un collegio di commissari composto da 14 membri del Partito Popolare Europeo (PPE), compresa la presidente Ursula von der Leyen. Questo approccio ha sorpreso all’interno del PPE, dove si poteva comprendere la polemica, ma non fino a portare la situazione all'estremo. Pochissimi nelle istituzioni europee sono stati in grado di comprendere questa strategia.
Molti analisti spagnoli, come Enric Juliana su La Vanguardia, spiegavano che al PP "non conviene coltivare l’ostilità nei confronti del collegio dei commissari europei, se vuole governare la Spagna fra due anni e mezzo". Juliana prevedeva che i 22 eurodeputati del PP avrebbero votato a favore della Commissione o, almeno, che si sarebbero astenuti. Invece, hanno votato contro. Fonti interne al partito riconoscono che alcuni eurodeputati lo hanno fatto con riluttanza, ma hanno dovuto seguire gli ordini della direzione nazionale a Madrid. Per Alberto Núñez Feijóo, come per José Maria Aznar in passato e in parte per Mariano Rajoy, che non ha mai veramente capito l’Ue, le istituzioni del blocco hanno un valore intrinseco, ma sono anche viste come strumenti da usare nella lotta politica nazionale.
Questo atteggiamento trova una spiegazione al di là della congiuntura politica attuale. La storia aiuta a capire perché il PP non si comporti come la maggior parte dei suoi partner europei. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, i cristiano democratici furono all’origine e alla base della costruzione europea. Konrad Adenauer, Alcide de Gasperi, Robert Schuman e Jean Monnet erano cristiano democratici, sopravvissuti alla guerra difendendo le loro idee. In Francia, Charles de Gaulle apparteneva in parte a questa tradizione. Gli uomini che chiamiamo padri fondatori erano essenzialmente cristiano democratici, che avevano resistito al fascismo e al nazismo.
Mentre si creavano le istituzioni che avrebbero dato forma all’Ue attuale, in Spagna non c’era una democrazia cristiana, né il socialismo, né il liberalismo. Il paese viveva sotto un regime fascista durato 40 anni, i cui effetti politici si trascinano ancora oggi, anche se nel 2025 ricorreranno i 50 anni dalla morte del dittatore Francisco Franco. Se il movimento cristiano democratico europeo è nato dalla lotta antifascista (la Costituzione italiana ne è uno dei migliori esempi), il centrodestra spagnolo è nato alla fine degli anni 1970 e all’inizio degli anni 1980. Una parte dai resti del franchismo. Un'altra da contributi relativamente importanti di democratici cristiani e liberali.
La pace europea era un ideale per i partiti conservatori europei, ma il centrodestra spagnolo ha impiegato un decennio per abbracciare appieno l’europeismo, ma guardando sempre con un occhio dall’altra parte dell’Atlantico. Nel Partido Popular è sempre esistita una piccola corrente democristiana, la cui figura più importante nei primi anni è stata José María Gil Robles, arrivato a presiedere il Parlamento Europeo tra il 1997 e il 1999 Tuttavia gli anni del premier conservatore José María Aznar hanno portato la Spagna a guardare verso ovest. Il paese, che sotto Felipe González era stato un pilastro chiave dell’Europa alla fine degli anni 1980 e negli anni 1990, si è bruscamente rivolto verso gli Stati Uniti, allora dominati da una destra repubblicana. Negli stessi anni, in Italia si verificava un fenomeno simile con l’ascesa al potere di Silvio Berlusconi.
Aznar e "Il Cavaliere" hanno diviso l’Europa. Quando gli Stati Uniti decisero di ridisegnare la mappa del Medio Oriente, usando gli attentati dell’11 settembre 2001 come pretesto per riorganizzare la regione, gli europei presero posizione. Londra, come previsto, si allineò al suo fratello maggiore. Parigi, sotto il conservatore Chirac, e Berlino, con il socialdemocratico Schröder, difesero la posizione opposta, basata sul rispetto del diritto internazionale. Berlusconi e Aznar appoggiarono l’amministrazione di George W. Bush.
Il PPE ha le sue responsabilità sull'evoluzione dei membri nazionali della famiglia. L'iniziativa di Wilfried Martens negli anni 1990 di aprire le porte del PPE a Forza Italia, il movimento creato da Berlusconi, ha cambiato la natura del gruppo europeo. Martens ha assicurato l’egemonia del PPE dopo il 1999, ma alleandosi con partiti conservatori lontani dalla tradizione cristiano democratica. La CDU in Germania è ancora un partito incentrato sull’Europa. D’altro canto, il Partido Popular spagnolo considera le istituzioni europee non come un ideale da proteggere o come parte della propria identità, ma come qualcosa di funzionale, uno strumento da sfruttare per ottenere vantaggi, un’arma da utilizzare nelle scelte nazionali politica o per attrarre fondi quando si è al potere.
Questa visione utilitaristica si accentua quando il PP è all’opposizione a Madrid, perché ritiene che la battaglia politica nazionale possa giocarsi anche in Europa. Questo è un errore che i socialisti spagnoli hanno commesso anche in passato, in particolare durante gli anni del governo conservatore di Mariano Rajoy. Inoltre, il PP è un partito molto orientato verso l’Atlantico. I suoi radar cercano alleanze, idee e finanziamenti in Florida, a Città del Messico o a Caracas. Una parte del PP, soprattutto la corrente controllata da Aznar, con personalità come la presidente della Comunità di Madrid Isabel Díaz Ayuso, si trova molto a suo agio con personaggi come l’argentino Javier Milei. Aznar rimane una forza indiscussa dalla presidenza della sua fondazione FAES, che genera idee e contenuti per il Partido Popular. È amico di Marco Rubio, futuro Segretario di Stato di Donald Trump.
Un ex alto funzionario dell’ultimo governo del PP spiega che la maggior parte del partito "ha sempre mostrato maggiore interesse per l’America che per l’Europa. Nel PP ci sono diverse correnti, ma quella che domina ideologicamente è sempre stata sotto l’ala di Aznar. Quando il PP governa, trova alcuni incentivi per mantenere uno sguardo rivolto verso Bruxelles. Ma quando è all’opposizione, no. Negli ultimi anni, dalle istituzioni europee, il PP ha ricevuto solo delusioni, perché l’Ue ha sostenuto le politiche e le riforme di Sánchez e ha fornito fondi a Madrid”.
Secondo Ignacio Molina, analista del Real Instituto Elcano di Madrid, la decisione del PP di votare contro la Commissione sia dovuta soprattutto "alla spirale di polarizzazione domestica e di competizione centrifuga (il rapporto con l’estrema destra di VOX), che è stata trasferita a Bruxelles". Per Molina, il rischio è che il PP "entri in una dinamica che, nel suo caso, potrebbe effettivamente intaccare il cuore programmatico del grande partito conservatore nel suo rapporto con il progresso dell’integrazione (europea)".
La cultura politica di Bruxelles, con i suoi delicati equilibri di potere, le sue sfumature e le sue differenze ideologiche, a volte impercettibili dalle capitali, non sembra interessare la direzione nazionale del Partido Popular spagnolo. Prova ne è che, mentre i socialisti spagnoli - eternamente grati alla socialdemocrazia tedesca per il suo aiuto (anche finanziario) durante la transizione democratica - inviano a Bruxelles figure di peso come Pedro Solbes, Joaquín Almunia, Josep Borrell o oggi Teresa Ribera, tra i popolari si può menzionare solo Loyola de Palacio. Quando i popolari hanno avuto l’opportunità di proporre un presidente per il Parlamento Europeo dopo il mandato del socialista italiano David Sassoli, i riflettori si sono puntati sullo spagnolo Esteban González Pons. Ma la direzione nazionale del partito a Madrid si è opposta, e l’incarico è andato alla maltese Roberta Metsola.
Gli eurodeputati del PP spagnolo costituiscono la seconda delegazione nazionale all’interno del Partito Popolare Europeo. Il suo presidente, Manfred Weber ha bisogno di loro, e loro ne approfittano. Ma se si concentrano esclusivamente sui giochi della politica nazionale, rischiano di marginalizzarsi e di perdere credibilità nell’Ue.
La frase
"Il vero vincitore è lui. Putin e i suoi servitori che sono il Rassemblement National e La France Insoumise
La giornalista Marion Van Renterghem, dopo la censura dell'Assemblea nazionale contro il governo di Michel Barnier.
Francia
Barnier, ucciso politicamente dalla censura - 331 deputati hanno votato ieri per la censura, costringendo Michel Barnier a rassegnare le dimissioni. Il Rassemblement National, il movimento di estrema destra guidato da Marine Le Pen e Jordan Bardella, ha unito i suoi voti a quelli degli eletti dei partiti appartenenti al Nuovo Fronte Popolare, la coalizione formata a sinistra da La France Insoumise, i socialisti, i comunisti e gli ecologisti. “La censura significa che il bilancio nazionale non potrebbe essere adottato”, aveva avvertito Michel Barnier nel suo discorso prima del voto sulla mozione presentata dal Nuovo Fronte Popolare. “Questo si tradurrebbe in una perdita di potere d'acquisto per i francesi, poiché quasi 18 milioni di famiglie vedrebbero aumentare le loro tasse e le misure previste non troverebbero finanziamenti”. Le istituzioni europee stanno monitorando da vicino la situazione in Francia e, soprattutto, le reazioni dei mercati finanziari. La Commissione europea ha convalidato il progetto di bilancio per il 2025 e la traiettoria di spesa per il periodo 2025-2029. “Dovremo spiegare ai nostri partner europei e ai mercati come la Francia intende ridurre il suo deficit d'ora in poi”, ci ha detto martedì un funzionario francese. Nessuno dei tre gruppi politici formatisi nelle elezioni parlamentari anticipate dopo le elezioni europee vinte dal Rassemblement National ha la maggioranza all'Assemblea governo. Nessuno può governare da solo. Emmanuel Macron dovrà riprendere le consultazioni. Il prossimo primo ministro dovrà essere in grado di raccogliere una maggioranza per evitare di fare la fine di Michel Barnier. “Macron deve sottomettersi. Deve dimettersi”, ha dichiarato Marine Le Pen. Il capo dello Stato dovrebbe rivolgersi al popolo francese questa sera alle 20.00.
Geopolitica
Rutte vuole cambiare la traiettoria della guerra della Russia contro l'Ucraina - "Dobbiamo fare di più che permettere all'Ucraina di continuare a lottare. Dobbiamo fornire un supporto sufficiente per cambiare la traiettoria di questo conflitto una volta per tutte", ha detto ieri il segretario generale della Nato, Mark Rutte, al termine della riunione di due giorni dei ministri degli Esteri dell'Alleanza atlantica. "Cambiare la traiettoria significa che vogliamo portare l'Ucraina in una posizione di forza, così che un giorno il governo ucraino possa avviare colloqui con i russi su come porre fine a questo conflitto. Ma deve essere il governo ucraino a decidere, e dovrebbe farlo da una posizione di forza", ha spiegato Rutte, riconoscendo che "la linea del fronte si sta ora spostando verso ovest". Non c'è unità tra i membri della Nato sulla proposta di inviare un invito formale all'Ucraina ad aderire all'Alleanza. Rutte ha passato parte della conferenza stampa a dire che la "priorità numero uno, due e tre" deve essere di rafforzare l'Ucraina sul terreno.
La Nato rafforza la sorveglianza sui sabotaggi - Confrontati a una serie di sabotaggi, cyber-attacchi e ricatti da parte di Russia e Cina, i ministri degli Esteri della Nato ieri hanno deciso "una serie di misure pro-attive" per rispondere alle attività ostili russe, ha detto il segretario generale dell'Alleanza, Mark Rutte. Tra le misure ci sono "uno scambio di intelligence potenziato, più esercitazioni, una migliore protezione delle infrastrutture critiche, una difesa informatica migliorata e un'azione più dura contro la flotta ombra russa di navi esportatrici di petrolio", ha detto Rutte, spiegando che la Nato lavorerà in "stretto contatto" con l'Ue contro i sabotaggi e le altre minacce ibride. Tuttavia la responsabilità principale resterà nelle mani dei singoli Stati membri.
Rutte accusa la Russia di fornire supporto alla Corea del nord per i programmi missilistico e nucleare - "Il crescente allineamento di Russia, Cina, Corea del Nord e Iran evidenzia la natura globale delle minacce che affrontiamo. Inclusi i crescenti pericoli della guerra in corso in Ucraina. In cambio di truppe e armi, la Russia sta fornendo alla Corea del Nord supporto per i suoi programmi missilistici e nucleari", ha detto ieri il segretario generale della Nato, Mark Rutte. "Questi sviluppi potrebbero destabilizzare la penisola coreana e persino minacciare gli Stati Uniti. Quindi la guerra illegale della Russia in Ucraina minaccia tutti noi", ha spiegato Rutte, che spera di usare questo argomento per convincere Donald Trump a non disimpegnarsi dall'Ucraina. Il segretario generale della Nato non ha voluto rivelare le informazioni di intelligence a disposizione dell'Alleanza. Ma "non dobbiamo essere ingenui e ci sono tutte le ragioni per fare questa affermazione che la tecnologia nucleare, la tecnologia missilistica, sta fluendo nella Corea del Nord, e quindi c'è un rischio ora che la Corea del Nord la usi, non solo per essere una minaccia per noi qui, ma anche per la terraferma degli Stati Uniti e, naturalmente, per la regione, tra cui la Repubblica di Corea, la Corea del Sud e il Giappone", ha detto Rutte.
Accordo in vista su un nuovo pacchetto di sanzioni dell'Ue contro la Russia? - Gli ambasciatori dei ventisette Stati membri ieri hanno avuto una discussione sul nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia proposto dalla Commissione. Secondo le nostre fonti ci sono ancora alcuni aspetti da risolvere, in particolare sull'inserimento di persone fisiche e giuridiche nella lista nera dell'Ue. Tuttavia alcuni diplomatici sono “fiduciosi” che si possa trovare un accordo alla riunione degli ambasciatori di venerdì.
Allargamento
L'Ungheria insiste per una conferenza intergovernativa con la Serbia - L'Ungheria insiste per tenere una conferenza intergovernativa con la Serbia prima della fine della sua presidenza del Consiglio dell'Ue, ma un gruppo di paesi è contrario a inviare messaggi positivi nel momento in cui il presidente Aleksandar Vucic rifiuta di allineare il suo paese all'Ue sulla Russia e continua a destabilizzare il Kosovo. Durante la riunione di ieri degli ambasciatori, la Commissione ha detto di essere pronta a inviare una lettera alla Serbia per sottolineare gli sviluppi positivi, senza pregiudicare l'organizzazione di una Conferenza intergovernativa. Se la maggioranza degli Stati membri è favorevole a questa proposta per testare la reazione del governo serbo e verificare i prossimi passi, una decina di Stati membri hanno respinto l'idea della lettera. L'idea dell'Ungheria è di convocare almeno una conferenza intergovernativa di carattere politico, senza aprire nuovi capitoli negoziali.
Eurobond
Il presidente del Consiglio europeo chiede “creatività” per finanziare il muro di investimenti - Antonio Costa ha iniziato a illustrare le sue idee su come finanziare il muro di investimenti necessari a mantenere l'Unione europea competitività e rafforzare la difesa europea. In un discorso davanti al Comitato economico e sociale ieri, il presidente del Consiglio europeo ha detto che c'è “molto potenziale” di capitali privati se l'unione dei mercati dei capitali sarà effettivamente realizzata. “Ma anche i finanziamenti pubblici sono essenziali”, ha detto Costa, invitando a guardare al prossimo bilancio pluriennale dell'Ue “con mente aperta”. Secondo il presidente del Consiglio europeo, è necessario “cercare soluzioni a nuovi problemi e nuove soluzioni a vecchi problemi, in modo creativo quando aiuta”. Fino a che punto la creatività può trasformarsi in un nuovo strumento di debito comune? E' l'interrogativo dei prossimi mesi.
Lagarde a favore di una capacità di bilancio comune - Christine Lagarde ieri ha messo di nuovo il peso della Banca centrale europea dietro all'idea di dotare la zona euro di una capacità fiscale per finanziare beni comuni come la sicurezza o la transizione climatica. "La Bce, almeno sotto la mia supervisione, ha sostenuto una maggiore capacità fiscale", ha detto ieri la sua presidente in un'audizione al Parlamento europeo “È parte integrante di ciò che riteniamo sarebbe positivo e migliore per l'area dell'euro”. Lagarde ha definito “auspicabile” uno strumento di finanziamento comune “sia tramite una maggiore capacità fiscale sia tramite un debito congiunto”. Secondo Lagarde, “investimenti congiunti dell'Ue ben definiti aumenterebbero il potenziale di crescita e contribuirebbero alla stabilità macroeconomica. Invierebbero anche un forte segnale agli investitori privati dentro e fuori dall'Ue”. Il predecessore di Lagarde, Mario Draghi, si era espresso più volte a favore di una capacità fiscale della zona euro durante il suo periodo alla testa della Bce. Ma le divisioni dell'epoca interne al Consiglio dei governatori non sono cambiate. Il presidente della Bundesbank tedesca, Joachim Nagel, ha detto che “finanziare la spesa comune attraverso il debito comune non è un obiettivo a breve termine”.
Commissione von der Leyen II
Nonostante l'altolà dei governi, von der Leyen negozia un nuovo accordo con il Parlamento - Nella sua prima riunione, il collegio dei commissari ieri ha approvato il mandato negoziare per avviare la revisione dell'accordo quadro del 2010 che regola le relazioni tra la Commissione e il Parlamento europeo. Sarà Maroš Šefčovič a condurre le trattative a nome di Ursula von der Leyen L'obiettivo è rafforzare la responsabilità politica comune e garantire un migliore dialogo, un maggiore flusso di informazioni e una maggiore trasparenza tra le due istituzioni. Un'intesa preliminare tra von der Leyen e la presidente del Parlamento, Roberta Metsola, sui contenuti della revisione è stata raggiunta a fine ottobre. Ma agli Stati membri non è piaciuta. La presidenza del Consiglio dell'Ue ha inviato una lettera per avvertire von der Leyen e Metsola, che l'accordo potrebbe violare le prerogative riservate agli Stati membri. In un comunicato, la Commissione ha assicurato che “l'accordo quadro rivisto dovrebbe essere pienamente coerente con gli altri accordi interistituzionali esistenti e rispettare pienamente le prerogative dei due colegislatori, come definite nel trattato”.
La Commissione moltiplica le task force - Nella prima riunione del collegio, Ursula von der Leyen e i loro commissari hanno anche approvato una serie di documenti che fissano i metodi di lavoro della Commissione, l'organizzazione dell'esecutivo e le responsabilità dei singoli membri. Tra le novità c'è le creazioni di diverse nuove task force. La prima - sotto la responsabilità diretta di von der Leyen - riguarda i seguiti da dare al rapporto di Mario Draghi. La seconda - sempre sotto la responsabilità della presidente - sarà la "Task force per la Comunicazione strategica e la lotta alla manipolazione delle informazioni". Il Servizio di azione esterna, che sarà diretto da Kaja Kallas, aveva già una sua Task force sulla comunicazione strategica incaricata di lottare contro la disinformazione. La terza nuova task force, sotto la responsabilità del commissario Dan Jorghensen, si occuperà delle case e degli alloggi. La quarta - sotto la responsabilità della commissaria Ekatarina Zaharieva - sarà chiamata "Task force sulle startup". Il collegio ha inoltre deciso di creare un gruppo di alto livello chiamato "Board europeo per l’agricoltura e l’alimentazione”. Von der Leyen ha già annunciato l'intenzione di voler lanciare il dialogo strategico sul futuro dell'industria automobilistica.
Accade oggi
Consiglio Trasporti
Parlamento europeo: visita della conferenza dei presidenti a Varsavia in vista della presidenza polacca del Consiglio dell'Ue; conferenza stampa della presidente Metsola con il premier Donald Tusk
Parlamento europeo: audizione nella sottocommissione Difesa del commissario Andrius Kubilius
Comitato economico e sociale: sessione plenaria
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
Eurostat: dati sul commercio al dettaglio in ottobre; prezzi delle importazioni industriali in ottobre; dati sulla produzione industriale in ottobre