Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
Il Ppe, partito di governo all'opposizione nell'Ue
Il Partito Popolare Europeo si presenterà alle elezioni del 6-9 giugno come il partito di governo per la prossima legislatura, ma in opposizione ad alcuni dei principali successi realizzati grazie alle proposte della sua presidente della Commissione e al voto del Ppe nella legislatura che si sta chiudendo. Al Congresso di Bucarest di domani e giovedì, sotto la direzione del presidente Manfred Weber e del segretario generale Thanasis Bakolas, duemila delegati sceglieranno lo Spitzenkandidat del Ppe e voteranno il Manifesto elettorale. L'esito è scontato. Ursula von der Leyen è l'unica candidata per diventare il capofila del Ppe per la presidenza della Commissione. Solo due partiti nazionali hanno espresso critiche nei confronti dell'attuale capo dell'esecutivo comunitario. Il Manifesto (il titolo è “La nostra Europa, una casa solida e bella per le persone”) è stato oggetto di negoziati prima del Congresso nella capitale rumena. La bozza finale conferma la linea che Weber ha voluto imporre nell'ultimo anno: trasformare il Ppe nel partito anti Green deal, a difesa delle imprese e degli agricoltori, per fermare l'emorragia di voti verso la destra sovranista e l'estrema destra. Funzionerà?
Secondo le ultime proiezioni di Europeelects, nel prossimo Parlamento europeo il numero dei deputati del Ppe dovrebbe rimanere sostanzialmente stabile: 181 contro i 178 attuali. Gli ultimi mesi hanno registrato una risalita nei sondaggi nazionali ed europei. Appena un anno fa, il Ppe sembrava destinato a perdere una trentina di rappresentanti, con il rischio di un clamoroso sorpasso del gruppo dei Socialisti&Democratici. Il suo dominio sul Parlamento europeo non dovrebbe essere messo in discussione. Ma nemmeno quello sul Consiglio europeo e sulla Commissione.
Attualmente il Ppe ha dieci capi di stato e di governo sui ventisette che siedono al Consiglio europeo. Dopo le elezioni in Portogallo di domenica e la staffetta alla testa del governo in Bulgaria prevista nel corso del mese, altri due primi ministri popolari potrebbero entrare al Consiglio europeo, portando il totale a dodici. Il Ppe ha già la presidenza del Parlamento europeo e quella della Commissione e, se tutto andrà secondo i piani, Roberta Metsola e Ursula von der Leyen saranno confermate nel luglio del 2024. Dato il numero di governi a guida popolare, il Ppe può aspettarsi di avere nella prossima legislatura più di dieci commissari contro i nove attuali.
Questi numeri mostrano quanto il Ppe sia influente sulla politica europea. Tra tutti i partiti europei è l'unico dotato di una vera struttura, di una visione europea, di solidarietà tra leader e di una vera coerenza. Il programma del primo mandato di Ursula von der Leyen era stato plasmato dalle scelte del Ppe del 2019. Compreso il Green deal, che all'epoca era usato dalla cancelliera Angela Merkel per cercare di occupare tutto lo spazio politico in Germania e frenare l'avanzata dei Verdi. “Solo se intensifichiamo la lotta contro il cambiamento climatico e riduciamo in modo significativo gli impatti ambientali e climatici della nostra economia saremo in grado di trasmettere un pianeta pulito ai nostri figli e nipoti”, diceva il Manifesto del 2019. Von der Leyen ha associato il suo nome ai principali provvedimenti della transizione climatica, dall'obbligo di immatricolazione dell'auto elettrica a partire dal 2035 all'introduzione di un sistema di scambio delle emissioni Ets 2 per le famiglie. Fino a un anno fa, tutti i provvedimenti dell'agenda verde erano stati sostenuti dal Ppe al Parlamento europeo. Anche la riforma della Politica agricola comune era stata pilotata dal Ppe al momento della sua adozione nel novembre del 2021.
E' paradossale che il principale partito europeo rinneghi il suo ruolo di governo sul principale tema della legislatura. Ma così è. “Il Green Deal per noi non è una nuova ideologia come quella sostenuta dai verdi o dai socialisti”, dice la bozza del Manifesto che sarà adottata a Bucarest: “Senza un’economia competitiva non può esserci nemmeno una protezione sostenibile del clima”. La piroetta più spettacolare riguarda l'obbligo di immatricolare automobili elettriche a partire dal 2035. “L’Ue può fissare obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, ma deve lasciare spazio agli attori privati e locali per trovare soluzioni tecnologiche adeguate. Rifiutiamo una politica di divieto e optiamo invece per un approccio basato sulla tecnologia aperta”, dice il Manifesto del Ppe: “Gli ingegneri, non i politici, insieme al mercato, dovrebbero decidere la migliore tecnologia per raggiungere la neutralità carbonio”. Quanto al mondo rurale, “dobbiamo sviluppare ulteriormente il Green Deal europeo tenendo maggiormente in considerazione gli interessi dei consumatori e degli agricoltori”.
Il resto del Manifesto mostra un Ppe più conservatore di quello di cinque anni fa, sempre più vicino alle istanze dei partiti della destra sovranista e dell'estrema destra. Sulle politiche migratorie, il programma dei popolari proporrà un “modello Ruanda” per tutta l'Ue con un “un cambiamento fondamentale nel diritto europeo in materia di asilo”. Il Manifesto chiede “accordi con paesi terzi sicuri (...). Chiunque richieda asilo nell’Ue potrebbe anche essere trasferito in un paese terzo sicuro e essere sottoposto lì alla procedura di asilo. In caso di esito positivo, il paese terzo sicuro garantirà protezione al richiedente in loco”, dice la bozza (almeno c'è un emendamento per garantire che il nuovo sistema sia in linea con la Convenzione di Ginevra sui rifugiati). Anche sui valori, il documento traspira aria di destra identitaria. “L’Europa è diversa e ricca di sfumature, ma abbiamo una cultura e un patrimonio giudaico-cristiano condivisi”, dice la bozza di Manifesto: “Dobbiamo proteggere il nostro stile di vita europeo preservando i nostri valori cristiani e i nostri principi fondamentali”.
La campagna anti Green deal, la difesa degli interessi del mondo rurale, la virata a destra sull'immigrazione e i valori renderanno più difficile una cooperazione tra il Ppe e le altre forze europeiste (socialisti, liberali e verdi) nella prossima legislatura. Al Parlamento europeo, Weber ha già testato in alcune occasioni alleanze tattiche con la destra sovranista e l'estrema destra. L'ultimo tentativo – il voto contrario alla legge sul ripristino della natura – si è concluso con un fallimento. In altre occasioni – come sulla riduzione di metà dell'uso dei pesticidi – Weber ha avuto più fortuna. Ma a forza di inseguire l'agenda della destra sovranista e dell'estrema destra, il Ppe potrebbe ottenere un risultato inverso a quello sperato: convincere i cittadini a votare l'originale invece della copia.
La frase
“L'unica cosa sana da fare è scommettere sul ritorno di Donald Trump come presidente, perché nella situazione in cui siamo ora, quelli coinvolti in questa guerra non troveranno una via d'uscita al conflitto. Solo un attore nuovo può trovare una via d'uscita”.
Viktor Orban, primo ministro dell'Ungheria.
Elezioni europee
Scoop! Il Ppe vuole una soluzione stile Ruanda per i migranti - Lo abbiamo accennato nella nostra analisi del giorno: nel Manifesto per la prossima legislatura il PPE sosterrà una soluzione “stile Ruanda” per i richiedenti asilo. I migranti che arrivano sul territorio dell'Ue dovrebbero essere trasferiti verso un paese terzo sicuro, dove valutare la loro domanda di asilo. Come nel modello Ruanda adottato dal Regno Unito, una volta ottenuta la protezione internazionale i rifugiati dovrebbero rimanere nel paese terzo. Ecco il passaggio incriminato della bozza di Manifesto del PPE. "Sosteniamo un cambiamento fondamentale nella legislazione europea sull’asilo. Siamo impegnati a favore del diritto fondamentale all’asilo, ma l’Ue, insieme ai suoi Stati membri, deve avere il diritto di decidere a chi e dove concederlo (…). Vogliamo attuare il concetto di paesi terzi sicuri. Chiunque richieda asilo nell’Ue potrebbe anche essere trasferito in un paese terzo sicuro e essere sottoposto lì alla procedura di asilo. In caso di esito positivo, il paese terzo sicuro garantirà protezione al richiedente in loco". Il Manifesto del PPE evoca anche la possibilità di far rientrare "nell’Ue una quota di persone bisognose di protezione attraverso quote umanitarie annuali di individui vulnerabili".
No comment della Commissione sul modello Ruanda per l'Ue - Durante una conferenza stampa ieri, abbiamo chiesto un commento sulla bozza di Manifesto del Ppe alla commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, che in passato aveva criticato il modello Ruanda definendolo contrario alla legislazione dell'UE. Johansson non ha voluto rispondere, perché il tema a suo avviso è solo ipotetico. Sappiamo già, tuttavia, chi festeggerà in modo molto concreto. I Tory britannici e i partiti anti-migranti nell'Ue.
Le nuove proiezioni di Europeelects sul prossimo Parlamento europeo - Europeelects ieri ha pubblicato le nuove proiezioni sui seggi al Parlamento europeo, basate sui sondaggi usciti negli stati membri condotti nel corso del mese di febbraio. I trend dei mesi precedenti si confermano, con una netta avanzata del gruppo della destra sovranista dei Conservatori e riformisti europei (Ecr) e quello dell'estrema destra Identità e democrazia (Id). Il Ppe dovrebbe rimanere il primo gruppo con 181 seggi, uno in meno rispetto a cinque anni fa. I Socialisti&Democratici perderebbero 14 seggi, fermandosi a 140 eletti. L'estrema destra di Id dovrebbe diventare il terzo gruppo con 91 seggi (18 in più rispetto al 2019), seguito dall'Ecr con 83 seggi e la più forte progressione (21 deputati in più). I liberali di Renew scenderebbero al quinto posto con 82 seggi (26 in meno), seguiti dai Verdi con 49 eletti (25 in meno). Infine il gruppo della Sinistra dovrebbe guadagnare 4 seggi per salire a 45 eletti.
Geopolitica
Il caos in Germania sui Taurus continua - Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ieri ha ribadito la sua opposizione alla fornitura di Taurus all'Ucraina, nonostante le polemiche provocate dalla pubblicazione da parte della Russia di una conversazione intercettata tra quattro alti ufficiali dell'esercito sulla possibilità di inviare questi missili di lunga gittata. "E' possibile impiegare i Taurus soltanto con l'invio di militari tedeschi in Ucraina e questo è assolutamente escluso", ha detto Scholz. "Io sono il cancelliere e di conseguenza è così". Il suo ministro degli Esteri, Annalena Baerbock, non la pensa allo stesso modo. Baerbock ha lanciato un appello alla coalizione a "considerare in modo intenso" la fornitura dei Taurus perché è necessario inviare "tutti i materiali" che possono aiutare l'Ucraina nella guerra. C'è aria di crisi a Berlino. Secondo t-online.de, l'Unione Cdu-Csu avrebbe nel cassetto un piano per un cambio di maggioranza in caso di fallimento della coalizione semaforo tra socialdemocratici, verdi e liberali. Si tornerebbe alla "grosse koalition" con Olaf Scholz come cancelliere e i conservatori nei ministeri occupati da verdi e liberali. Fantapolitica?
La Francia pubblica la lista degli aiuti militari all'Ucraina - Criticata dalla Germania per non aver contribuito a sufficienza allo sforzo di guerra dell'Ucraina, la Francia ha deciso di pubblicare i dati della sua assistenza militare a Kyiv. La contabilità del Kiel Institute, che serve da riferimento a giornalisti e analisti, viene smentita. "La Francia ha fornito equipaggiamenti militari all'Ucraina per un valore di 2,615 miliardi di euro, a cui si aggiungono 1,2 miliardi versati alla European Peace Facility", dice un comunicato del ministro della Difesa. Il sostegno militare totale dal 24 febbraio 2022 al 31 dicembre 2023 ammonta a circa 3,8 miliardi di euro. Parigi ha anche pubblicato l'elenco completo del materiale fornito. Solo il numero di missili Mistral, Aster e Scalp è rimasto confidenziale.
L'Italia ha stanziato 2,2 miliardi di euro per gli aiuti militari all'Ucraina - La contabilità del Kiel Institute è smentita anche per l'Italia, malgrado il fatto che il governo italiano, a differenza della Francia, continui a mantenere il segreto. Il giornale Il Foglio ieri ha fatto uno scoop, rivelando che dall'inizio della guerra i due governi italiani che si sono succeduti (Draghi e Meloni) hanno stanziato complessivamente 2,2 miliardi di euro per le forniture militari all'Ucraina. E' una cifra decisamente più alta dei 691 milioni conteggiati dal Kiel Institute sulla base degli annunci pubblici. Italia e Francia tuttavia rimangono indietro nella classifica complessiva, superati da paesi più piccoli come Danimarca, Svezia, Paesi Bassi, Polonia. Tra gli europei i migliori rimangono Germania (17 miliardi) e Regno Unito (9,1 miliardi).
La Commissione promette il quadro negoziale per l'Ucraina a metà marzo - Il portavoce della Commissione, Eric Mamer, ieri ha confermato che l'esecutivo comunitario presenterà agli stati membri la proposta di quadro negoziale per l'Ucraina a metà marzo. La scadenza era stata messa in dubbio da Ursula von der Leyen due settimane fa, quando aveva annunciato che il quadro sarebbe stato pronto solo dopo le elezioni europee “all'inizio dell'estate”. Il 24 febbraio a Kyiv la presidente della Commissione aveva nuovamente cambiato posizione fissando la proposta per “metà marzo”. Mamer non ha dato spiegazioni sul cambio di date, salvo precisare che è il risultato di “discussioni interne alla Commissione”. Secondo le nostre fonti, diversi stati membri avevano protestato in privato con von der Leyen per il rinvio all'estate.
L'Ucraina denuncia 16 miliardi di euro di aiuti scomparsi - Secondo il premier ucraino, Denys Shmyhal, più di 16 miliardi di euro che erano stati annunciati dalla Polonia e dalla Commissione in due conferenze dei donatori organizzate a Varsavia nel 2022 non sono stati versati all'Ucraina. “Non sappiamo che fine hanno fatto questi fondi, come sono stati spesi, cosa hanno sostenuto. L'Ucraina non ha ricevuto nulla”, ha denunciato Shmyhal. Nell'aprile del 2022 a Varsavia 10 miliardi erano stati annunciati dalla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, nell'ambito di una conferenza dei donatori per i profughi ucraini. Altri 6,3 miliardi di aiuti erano stati raccolti dal governo polacco in una successiva conferenza dei donatori per l'Ucraina.
Tusk chiede di sanzionare i prodotti agricoli russi - Il premier polacco, Donald Tusk, ieri ha annunciato di voler chiedere alla Commissione di imporre “sanzioni complete” sui prodotti agricoli e alimentari importati dalla Russia e dalla Bielorussia per “proteggere più efficacemente” gli agricoltori europei. Alla fine di febbraio, la Lettonia ha già introdotto un embargo unilaterale sui prodotti agricoli russi e bielorussi, constatando un aumento delle importazioni dai due paesi. La Commissione ieri non ha voluto reagire alla richiesta di Tusk, ma ha spiegato che sta valutando le misure restrittive imposte dalla Lettonia.
Sicurezza
Nessun traffico di armi clandestine dall'Ucraina - I ministri dell'Interno dell'Ue ieri hanno discusso le implicazioni di sicurezza della guerra condotta dalla Russia in Ucraina. Una delle narrazioni alimentate dalla propaganda del Cremlino è il traffico di armi fornite dagli europei che verrebbero rivendute a bande criminali nell'Ue. La commissaria agli Affari interni, Ylva Johansson, ieri ha spiegato di non aver “visto nessun problema di armi che arrivano dall'Ucraina e finiscono nelle mani di gruppi criminali. Questo dimostra quanto è buona la nostra cooperazione con le autorità ucraine”, ha detto Johansson.
Gas
La Commissione non spinge per il rinnovo dell'accordo Ucraina-Russia sul transito di gas - L'Unione europea "non ha alcun interesse nel prolungare l'accordo", sul transito del gas russo attraverso l'Ucraina che scadrà il 31 dicembre prossimo, ha detto ieri la commissaria responsabile, Kadri Simson, al termine di una riunione del Consiglio Energia. L'accordo era stato concluso da Mosca e Kyiv nel 2019. Il governo ucraino ha già comunicato la sua intenzione di non rinnovarlo. Alcuni stati membri, che continuano a dipendere in gran parte o parzialmente dal gas russo, sono preoccupati per le prospettive del prossimo inverno. L'Austria importa quasi la totalità del suo gas dalla Russia. "Le importazioni nell'Ue di gas dalla Russia sono diminuite del 71 per cento dal 2021", ha ricordato Simson: "Nel 2023 hanno contribuito solo al 15 per cento del totale delle importazioni". Secondo la commissari c'è una "rete diversificata di alternative" in termini di fornitori. "Anche se sembra che la situazione sia relativamente buona, non siamo ancora fuori pericolo", ha detto il ministro dell'Energia belga, Tinne Van der Straeten, invitando gli stati membri a "portare avanti gli sforzi per rafforzare ulteriormente la nostra futura architettura di sicurezza energetica".
Antitrust
Vestager punisce Apple con una multa dissuasiva da record - La Commissione ieri ha inflitto ad Apple una multa record di 1,84 miliardi di euro per aver abusato della sua posizione dominante nel mercato della distribuzione di app di streaming musicale attraverso il suo App Store. Secondo l'Antitrust dell'Ue, in qualità di monopolista del sistema operativo iOS, Apple controlla ogni aspetto dell'esperienza dell'utente e stabilisce i termini che gli sviluppatori devono rispettare. Sulla base di un ricorso presentato da Spotify, dall'indagine è emerso che Apple vieta agli sviluppatori di app di streaming musicale di informare gli utenti dell'esistenza di altri servizi di abbonamento più economici. Il comportamento di Apple, durato quasi un decennio, ha costretto molti utenti a pagare prezzi più alti. Apple ha accusato la Commissione di non aver presentato “nessuna prova credibile di danno ai consumatori” e di “ignorare le realtà di un mercato che prospera, è competitivo e cresce rapidamente”. Il colpo finanziario è duro. La scelta di Vestager sorprende non tanto per la decisione in sé di sanzionare Apple (l'obiettivo della Commissione è di aprire gli ecosistemi chiusi), ma per l'entità della multa. Solo 40 milioni di euro derivano dal tradizionale metodo di calcolo. Il resto – 1,8 miliardi – è una “somma forfettaria aggiuntiva per tenere conto del danno non monetario causato ai consumatori e per ottenere un effetto deterrente”, ha detto Vestager, che si aspetta un ricorso davanti alla Corte di giustizia dell'Ue.
Trilogo
Accordo sugli imballaggi - La presidenza belga del Consiglio dell'Ue e i negoziatori del Parlamento europeo ieri hanno raggiunto un accordo sulla proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio, il cui obiettivo è ridurre l'aumento dei rifiuti e promuovere l'economia circolare. Il testo dell'accordo mantiene gli obiettivi principali per il 2030 e il 2040 relativi al contenuto minimo riciclato negli imballaggi di plastica, ma con un'esenzione per gli imballaggi in plastica compostabile e gli imballaggi la cui componente in plastica rappresenta meno del 5 per cento del peso totale Il testo fissa nuovi obiettivi vincolanti di riutilizzo al 2030 e obiettivi indicativi al 2040. Gli obiettivi variano a seconda della tipologia di imballaggio utilizzato dagli operatori: bevande alcoliche e analcoliche, imballaggi per il trasporto e la vendita, e gli imballaggi raggruppati. L'accordo introduce una deroga generale quinquennale rinnovabile, se uno stato membro supera di 5 punti percentuali gli obiettivi di riciclaggio del 2025 e 2030. I colegislatori hanno previsto l'obbligo per le imprese di asporto di offrire ai clienti la possibilità di portare con sé i propri contenitori da riempire senza alcun costo aggiuntivo. Inoltre, entro il 2030, le attività da asporto dovranno offrire il 10 per cento dei prodotti in formati di imballaggio idonei al riutilizzo.
L'Italia soddisfatta dall'accordo sugli imballaggi - L'Italia ha condotto una dura campagna contro il nuovo regolamento sugli imballaggi, ma la prima reazione del governo e dei deputati italiani all'accordo al trilogo sembra essere positiva. “Come Italia siamo riuscii ad attenuare l'obbligo di ricorrere al riuso quando non sussistono delle vere motivazioni ambientali”, ha detto il ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto.”L'Italia è salva”, ci ha detto l'europarlamentare del Ppe, Massimiliano Salini: “Siamo riusciti a disinnescare una bomba regolamentare che avrebbe messo in ginocchio le attività produttive italiane”. Salini ha rivendicato le esenzioni per i paesi con alti tassi di riciclo come l'Italia e l'esclusione dagli obiettivi di riuso per vino e bevande alcoliche.
Falliscono i negoziati sui soggiornanti di lungo periodo - La presidenza belga del Consiglio ha deciso di interrompere i negoziati con i rappresentanti del Parlamento europeo sulla proposta di revisione della direttiva sui permessi di residenza di lungo periodo. Il provvedimento stabilisce le condizioni alle quali i cittadini di paesi terzi possono acquisire lo status di soggiornante di lungo periodo dell'Ue, uniformando il periodo di soggiorno legale minimo a cinque anni. La Francia ha legato le mani alla presidenza belga nelle trattative con il Parlamento lavorando a una minoranza di blocco. "Si tratta di un enorme passo indietro per tutti coloro che speravano che l’Europa finalmente capisse la necessità di aggiornare le proprie leggi sull’immigrazione e diventare più attraente per i talenti internazionali", ha detto il relatore per il Parlamento europeo, Damian Boeselager: "Milioni di cittadini di paesi terzi che già vivono in Europa o stanno pensando di venire qui sono stati privati di migliori diritti". Secondo Boeselager, ci sono anche ripercussioni economiche. "Migliaia di imprese, soprattutto start-up, che speravano in un nostro alleggerimento delle procedure e dei tempi di attesa per i cittadini di paesi terzi, sono state private della possibilità di rendere l'Europa più competitiva", ha detto Boeselager.
Diritti
La Francia, primo paese al mondo a iscrivere il diritto di aborto nella costituzione - E' senza dubbio un voto storico. La Francia ieri è diventata il primo paese al mondo a iscrivere nella sua costituzione il diritto all'interruzione volontaria di gravidanza, dopo il voto a larghissima maggioranza al Congresso riunito a Versailles. Una lunga ovazione ha accompagnato la lettura dei risultati: 780 voti a favore contro 72 contrari. La maggioranza dei tre quinti dei voti espressi, necessari per modificare la costituzione, è stata raggiunta senza difficoltà. Diversi eletti e organizzazioni hanno parlato di “giornata storica”. Il presidente Emmanuel Macron ha salutato il voto come un "messaggio universale" e ha annunciato una cerimonia aperta al pubblico l'8 marzo, giornata internazionale della donna.
Accade oggi
Consiglio Giustizia e Affari interni (sessione Giustizia)
Commissione: conferenza stampa dei commissari Vestager, Borrell e Breton sulla Strategia industriale per la difesa europea
Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari
Commissione: la vicepresidente Vestager interviene a un evento del consorzio Lumi
Commissione: il vicepresidente Dombrovskis riceve il ministro italiano per gli Affari europei, Raffaele Fitto
Commissione: discorso del vicepresidente Sefcovic al Forum annuale sull'aviazione pulita
Commissione: discorso del commissario Wojciechowski alla convention Agrifood 2024
Commissione: i commissari Schinas e Varhelyi ricevono una delegazione dell'Uzbekistan
Commissione: discorso della commissaria Simson al Solar Power Summit
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sulla detenzione di armi da fuoco semiautomatiche; sentenza sull'accesso ai documenti sulle norme tecniche; sentenza su una richiesta di danni morali contro Europol
Eurostat: prezzi della produzione industriale a gennaio; dati sui permessi di costruzione a novembre del 2023; turnover industriale a dicembre del 2023; dati sulla spesa pubblica per funzione nel 2022
"Ma a forza di inseguire l'agenda della destra sovranista e dell'estrema destra, il Ppe potrebbe ottenere un risultato inverso a quello sperato: convincere i cittadini a votare l'originale invece della copia."
Su questo non sono d'accordo. Non mi pare che prendere atto che una larga parte dell'elettorato vuole meno burocrazia e meno immigrazione sia "inseguire l'estrema destra". A quel punto ci si potrebbe chiedere: quando i governi conservatori e liberali nei primi anni del novecento accoglievano alcune istanze del mondo operaio, cosa avremmo detto? Che stavano "inseguendo l'estrema sinistra"?
Il problema non è inseguire questo o quello, ma porre una visione che sia alternativa sia al multiculturalismo ormai mezzo defunto e il sovranismo revanchista zombificante: https://scriptamanent.substack.com/p/perche-i-centristi-se-vogliono-sopravvivere
Ci tenevo a ringraziarvi per lo straordinario lavoro che fate ogni mattina. Buona giornata e buon lavoro.