Buongiorno! Sono David Carretta e, insieme a Christian Spillmann, vi presentiamo Il Mattinale Europeo.
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Il reset di Kaja Kallas inizia con un successo in Medio Oriente
Kaja Kallas ha avuto un esordio difficile nel complicato mondo della diplomazia dell'Unione europea. La sua prima iniziativa a favore dell'Ucraina, un piano da 40 miliardi di euro per garantire a Kyiv le armi di cui ha bisogno in caso di disimpegno americano, è fallita per l'opposizione di alcuni grandi Stati membri. Era il mese di marzo e il colpo è stato duro per un Alto rappresentante che ha fatto della guerra della Russia contro l'Ucraina la sua principale priorità. Quattro mesi dopo Kallas ha ottenuto un doppio successo inatteso, su una regione del mondo per la quale era totalmente impreparata e sulla quale l'Ue è profondamente divisa: il Medio Oriente. Di colpo l'aura dell'ex primo ministro estone torna a brillare. I diplomatici degli Stati membri salutano la sua azione. In un colpo Kallas è riuscita a ottenere un accordo da Israele sugli aiuti a Gaza e a togliere i ministri degli Esteri dall'imbarazzo di dover decidere già oggi se sanzionare il governo di Benjamin Netanyahu. E' un nuovo inizio per l'Alto rappresentante?
I ministri degli Esteri dell'Ue si ritrovano oggi a Bruxelles per l'ultima riunione prima della pausa estiva. A giugno avevano deciso di inviare un ultimatum al governo Netanyahu di fronte alla catastrofica situazione a Gaza. Forzando la mano alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che aveva sempre rifiutato di agire, Kallas aveva presentato un rapporto sul rispetto dell'articolo 2 dell'accordo di associazione Ue-Israele. Le conclusioni del documento redatto dal Servizio europeo di azione esterno erano chiare. "Ci sono indicazioni sul fatto che Israele abbia violato i suoi obblighi in materia di rispetto dei diritti umani ai sensi dell'articolo 2 dell'Accordo di associazione Ue-Israele".
Nel Consiglio Affari esteri del 23 giugno Kallas ha ricevuto mandato di preparare una serie di opzioni per sanzionare Israele, dalla sospensione dell'accordo di associazione in parte o in toto, alla possibilità di limitare il commercio di beni e servizi con le entità israeliane nei territori occupati. La riunione di oggi del Consiglio Affari esteri doveva essere il momento delle decisioni – un momento potenzialmente imbarazzante per l'Ue e i suoi Stati membri, perché manca una maggioranza qualificata a favore di azioni severe contro Israele. Ma, nel frattempo, è arrivato l'accordo di Kallas.
L'accordo con Israele sugli aiuti umanitari a Gaza è stato annunciato la scorsa settimana. Giovedì 10 luglio l'Alto rappresentante ha spiegato che il governo Netanyahu aveva accettato “misure significative per migliorare la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza”. L'accordo prevede che “aiuti su larga scala debbano essere forniti direttamente alla popolazione”, anche se si adotteranno misure per evitare che vengano dirottati verso Hamas.
Israele ha accettato un sostanziale aumento del numero di camion giornalieri per il trasporto di cibo e beni non alimentari in entrata a Gaza, l'apertura di diversi altri valichi di frontiera sia nell'area settentrionale sia in quella meridionale, la riapertura delle rotte umanitarie giordane ed egiziane, la distribuzione di generi alimentari tramite panetterie e cucine pubbliche in tutta la Striscia, la ripresa delle consegne di carburante per le strutture umanitarie, la protezione degli operatori umanitari e la riparazione e la facilitazione dei lavori su infrastrutture vitali. Il governo israeliano ha messo in atto alcune di queste misure già nel fine settimana.
Per arrivare all'accordo Kallas ha parlato diverse volte al telefono con il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa'ar. Ma l'Alto rappresentante si è anche appoggiata sull'esperienza e il lavoro sul posto del francese Christophe Bigot, l'inviato speciale dell'Ue per il processo di pace in Medio Oriente ed ex ambasciatore della Francia in Israele. “Quello che ha raggiunto Kaja Kallas è importante e sostanziale”, ci ha detto un diplomatico di uno Stato membro. “Un risultato significativo”, ci ha confermato un diplomatico di un secondo paese. “Kallas ha dimostrato che l'Ue ha leve su Israele e può esercitare un'influenza”, ci ha spiegato un terzo diplomatico, sottolineando la differenza con Ursula von der Leyen che aveva dato “carta bianca” a Netanyahu su Gaza dopo l'attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre.
Altro piccolo successo di Kallas. Gideon Sa'ar ha accettato di partecipare insieme al suo omologo palestinese, Varsen Aghabekian alla riunione ministeriale tra l'Ue e i paesi del vicinato meridionale che si è tenuta ieri a Bruxelles. E' la prima volta dagli attacchi di Hamas del 7 ottobre contro lo Stato ebraico e la risposta del governo Netanyahu a Gaza che i ministri degli Esteri di Israele e dell'Autorità palestinese siedono attorno allo stesso tavolo. Altro fatto significativo. Ieri sera c'era anche il ministro degli Esteri della Siria, Asaad al-Shaibani.
L'entusiasmo per l'accordo di Kallas è direttamente proporzionale al sollievo dei ministri degli Esteri per non dover prendere decisioni su Israele. Nella loro riunione sono divisi su come procedere. Alcuni paesi, come la Germania, non vogliono nemmeno discutere delle opzioni presentate da Kallas se Israele non rispetterà l'accordo. Altri, come la Francia, ritengono che sia importante per mantenere la pressione sul governo di Benjamin Netanyahu e identificare le leve da utilizzare nelle prossime settimane.
Se i ministri degli Esteri avessero dovuto prendere decisioni oggi, non ci sarebbero stati né l'unanimità per sospendere l'accordo di associazione con Israele, né la maggioranza qualificata per adottare misure restrittive sul fronte commerciale. Con il suo accordo l'Alto rappresentante ha tolto gli Stati membri dall'imbarazzo. Kallas ha scoperto che il suo ruolo è duplice: oltre che negoziare con il resto del mondo, l'Alto rappresentante prima deve servire i ventisette Stati membri.
Apprendere la funzione di Alto rappresentante è complicato. La britannica Catherine Ashton non ci è mai riuscita. L'italiana Federica Mogherini può rivendicare l'accordo nucleare con l'Iran del 2015, ottenuto grazie alla disponibilità dell'Amministrazione Obama, prima di farsi inghiottire dalle divisioni interne all'Ue. Lo spagnolo Josep Borrell ha dovuto subire un'umiliazione da parte di Sergey Lavrov durante una visita a Mosca nel febbraio 2021 per comprendere quanto ingrata sia la funzione di Alto rappresentante, inviato dai capi di Stato e di governo in missioni impossibili. Solo con la guerra della Russia contro l'Ucraina, anche grazie a un'unità inedita tra i ventisette, Borrell è riuscito ad affermare la sua autorità come Alto rappresentante. Sulla guerra di Israele contro Hamas a Gaza, le mani di Borrell sono state legate dalle divisioni dei ventisette.
Le aspettative nei confronti di Kallas, ex premier dell'Estonia, in prima linea sul sostegno a Kyiv, falco sulla Russia, popolarissima sui media internazionali, erano alte. Ma, con il suo piano per raccogliere 40 miliardi di euro per armare l'Ucraina, Kallas ha scoperto la prima lezione dell'Alto rappresentante: non si fa politica estera senza essersi assicurata il sostegno di alcuni Stati membri chiave. Francia e Italia erano riusciti a sabotare il piano che prevedeva un contributo finanziario molto più alto per i grandi paesi, perché proporzionale al Pil.
Il paradosso è che Kallas aveva ragione sui 40 miliardi. Le ripetute decisioni di Trump di sospendere le forniture militare a Kyiv e la sua nuova volontà di far pagare gli europei per le armi per l'Ucraina mostrano la lungimiranza dell'Alto rappresentante. L'Ue ora è di nuovo in ritardo, costretta a seguire gli eventi e a trovare il denaro per comprare le armi a Trump. Avere ragione ed essere lungimirante non basta per essere Alto rappresentante.
La frase
“Se si vuole la pace, dobbiamo prepararci per la guerra”.
Il ministro degli Esteri danese, Lars Løkke Rasmussen, sulla lettera di Trump che annuncia dazi al 30 per cento contro l'Ue.
Guerra commerciale
Sefcovic mostra i muscoli delle contromisure, ma senza il “bazooka” – Scioccati dalla lettera con cui Donald Trump ha annunciato dazi del 30 per cento contro l'Ue, i ministri del Commercio ieri hanno cercato di proiettare un'immagine unità per sostenere la Commissione nei negoziati con l'Amministrazione americana. Il messaggio è stato rafforzato rispetto a quello inviato da Ursula von der Leyen domenica. Il commissario Maros Sefcovic ha trasmesso agli Stati membri la lista dei prodotti americani che potrebbero essere colpiti da dazi dell'Ue nel secondo pacchetto di contromisure. Il valore è di 72 miliardi, che si aggiungerebbero ai 21 miliardi del primo pacchetto di contromisure adottato (ma sospeso) per i dazi americani su alluminio e acciaio. Ma Sefcovic, come von der Leyen, rifiuta di utilizzare la minaccia dello strumento anti coercizione, che permetterebbe all'Ue di colpire i servizi americani. “Sullo strumento anti coercizione, tutto è sul tavolo. Ma procediamo passo passo”, ha detto il commissario. L'Ue va alla guerra commerciale, ma senza il suo bazooka.
La Francia insiste sul rapporto di forza – Prima della riunione dei ministri del Commercio di ieri, il francese Laurent Saint-Martin ha ribadito la richiesta di Emmanuel Macron di prepararsi a usare lo strumento anti coercizione contro gli Stati Uniti per fare pressione su Donald Trump nei negoziati commerciali. Saint-Martin ha chiesto alla Commissione di “cambiare metodo”. Per arrivare a “un accordo equilibrato”, l'Ue deve accettare di entrare in un “rapporto di forza” con gli Stati Uniti, dichiarando di essere pronta a usare lo strumento anti coercizione, ha detto il ministro francese. Il suo appello è rimasto inascoltato. La Commissione prosegue con la linea prudente promossa da Germania e Italia.
L'avvertimento di Sefcovic sulla fine degli scambi transatlantici e il conto dei dazi – Il commissario Maros Sefcovic ieri ha avvertito che se Donald Trump imporrà davvero dazi del 30 per cento all'Ue, gli scambi transatlantici di fatto saranno bloccati. “Questo livello è assolutamente proibitivo per qualsiasi scambio”, ha detto Sefcovic. Il commissario ha spiegato che la scorsa settimana l'Ue si aspettava di raggiungere un “accordo di principio” con l'Amministrazione Trump, prima di ricevere la lettera sabato. C'erano ancora alcuni problemi settoriali aperti, in particolare sui dazi americani su alluminio e acciaio, automobili, farmaceutica, semiconduttori e agro-alimentare. Ma i ventisette erano pronti ad accettare un accordo penalizzante, che prevedeva il mantenimento del dazio di base del 10 per cento sulle loro esportazioni e dazi più elevati in altri settori. Nel frattempo il conto dei dazi già imposti da Trump si fa sentire. "Per quanto riguarda l'acciaio, con dazi al 50 per cento, l'importo aggiuntivo di dazi che pagheremo su base annua sarebbe di 13,7 miliardi di euro, mentre per le automobili si tratterebbe di circa 18 miliardi di euro", ha detto ieri Leopoldo Rubinacci, il vicedirettore generale per il Commercio alla Commissione, in un'audizione al Parlamento europeo.
Geopolitica
Trump dà 50 giorni a Putin, Kallas chiede più pressione sulla Russia – Il presidente americano, Donald Trump, ieri ha annunciato l'intenzione di dare 50 giorni a Vladimir Putin per accettare un cessate il fuoco, altrimenti imporrà sanzioni secondarie contro la Russia. "Siamo molto insoddisfatti, io lo sono, della Russia", ha detto ieri Trump, durante un incontro con il segretario generale della Nato, Mark Rutte. "Sono deluso dal presidente Putin, perché pensavo che avremmo raggiunto un accordo due mesi fa (...). Se non raggiungiamo un accordo entro 50 giorni, applicheremo dazi molto severi, dazi al 100 per cento circa, li chiameremmo dazi secondari", ha aggiunto Trump. Il riferimento, con ogni probabilità, è alle sanzioni secondarie che permettono agli Stati Uniti di colpire paesi terzi che commerciano con la Russia. L'Alto rappresentante, Kaja Kallas, ha reagito positivamente, ma non entusiasticamente. "Da un lato è molto positivo che il presidente Trump prenda una posizione forte nei confronti della Russia. D'altra parte, 50 giorni sono un tempo molto lungo, e vediamo che stanno uccidendo civili innocenti ogni giorno", ha detto ieri Kallas. "E' chiaro che tutti noi dobbiamo fare più pressione sulla Russia”, ha aggiunto l'Alto rappresentante.
Trump promette armi all'Ucraina via la Nato, pagate dagli europei - Oltre all'ultimatum di 50 giorni a Putin, il presidente Trump ieri ha annunciato la fornitura di armamenti americani all'Ucraina, che saranno finanziati e coordinati dalla Nato, a cominciare dai sistemi di difesa aerea Patriot. "alcuni arriveranno molto presto, in pochi giorni", ha assicurato Trump. "Produciamo le migliori attrezzature, i migliori missili, il meglio di tutto. I paesi europei lo sanno e oggi abbiamo concluso un accordo" e "invieremo agli ucraini armi, e loro (i membri della Nato le pagheranno", ha detto Trump. Dopo una conversazione telefonica con il presidente americano, Volodymyr Zelensky si è detto riconoscente. Secondo il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, Trump ha "fatto un passo importante". La Germania "giocherà un ruolo decisivo" nel meccanismo annunciato da Trump, ha detto Merz.
Zelensky fa un rimpasto di governo e cambia primo ministro - Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ieri ha effettuato un rimpasto di governo, annunciando la nomina di Yulia Svyrydenko come nuovo primo ministro. Svyrydenko ha spiegato che saranno tre le sue priorità: rafforzare il potenziale economico dell'Ucraina, ampliare i programmi di supporto agli ucraini e aumentare la produzione di armi. La sua nomina e quella del governo deve essere confermata dalla Rada (il Parlamento ucraino). Il primo ministro uscente, Denys Shmyhal, che ha guidato il governo durante tutta la guerra di aggressione della Russia, dovrebbe occupare il posto di ministro della Difesa.
MFF
Von der Leyen sfida Stati membri, deputati e lobby per modernizzare il bilancio dell'Ue – La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha deciso di sfidare Stati membri, eurodeputati, regioni e lobby per modernizzare il bilancio dell'Ue. La Commissione domani presenterà la sua proposta per il Quadro finanziario pluriennale, il bilancio 2028-34 dell'Ue. Abbiamo messo le mani su una bozza. La principale novità sarà la creazione di un “Fondo europeo per la prosperità e la sicurezza sostenibili a livello economico, territoriale, sociale, rurale e marittimo” che unificherà le risorse della Politica agricola comune e della Politica di coesione. Le dotazioni saranno pre-allocate agli Stati membri in un assegno unico nazionale. I governi dovranno presentare “piani di partenariato nazionali e regionali” con riforme e investimenti, che permetteranno di sbloccare le risorse dell'Ue. Come incentivo, avranno la possibilità di spostare con maggiore flessibilità i fondi dell'Ue. “Attualmente, diversi fondi sono prevalentemente pre-alloacti agli Stati membri. Tuttavia, le profonde sfide che la nostra Unione deve affrontare impongono una riflessione su come migliorarne la progettazione per realizzare al meglio le nostre priorità comuni”, dice la Commissione. “Per raggiungere questi obiettivi, la presente iniziativa prevede il raggruppamento di dotazioni pre-allocate a livello nazionale sotto un (unico) Fondo”.
Digitale
Linee guida per la protezione dei minori online - La Commissione ieri ha presentato le linee guida per la protezione dei minori online nell'ambito del Digital Services Act (DSA) per ridurre i rischi che bambini e i giovani siano esposti a contenuti e comportamenti dannosi o vietati ai minori nelle piattaforme online. Tra le principali raccomandazioni, la Commissione vuole ridurre l'esposizione dei minori alle pratiche che possono comportare dipendenza dai media utilizzati, in particolare quelle che promuovono l'uso eccessivo dei servizi online. La Commissione si concentra anche sul cyberbullismo, raccomandando alle piattaforme online di consentire ai minori di bloccare o silenziare gli utenti, garantendo che non possano essere aggiunti a gruppi senza il loro esplicito consenso. La Commissione infine raccomanda di vietare agli account di scaricare o acquisire screenshot dei contenuti pubblicati dai minori, in modo da impedire la distribuzione indesiderata di contenuti sessualizzati o intimi.
Un prototipo di app per la verifica dell'età – Sotto pressione degli Stati membri per imporre una maggiore età digitale, la Commissione ha anche presentato un prototipo di app per la verifica dell'età, che dovrebbe consentire agli utenti di dimostrare facilmente di avere più di 18 anni quando accedono a contenuti online riservati agli adulti, mantenendo il pieno controllo di qualsiasi altra informazione personale, come l'età esatta o l'identità dell'utente. "Nessuno sarà in grado di tracciare, vedere o ricostruire i contenuti consultati dai singoli utenti", assicura la Commissione. L'app di verifica sarà testata in collaborazione con gli Stati membri, le piattaforme online e gli utenti finali. Italia, Danimarca, Grecia, Spagna e Francia saranno i primi ad adottarla.
Accade oggi
Consiglio Affari Esteri
Commissione: la presidente von der Leyen riceve delegazione di eurodeputati irlandesi del Fianna Fail
Commissione: il vicepresidente Fitto riceve rappresentanti di Federauto e il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini
Commissione: il commissario Tzitzikostas riceve Luca Cordero di Montezemolo, presidente di Italo-Ntv
Parlamento europeo: conferenza stampa stampa degli eurodeputati Siegfried Muresan (Ppe) e Carla Tavares (S&D) sul nuovo quadro finanziario pluriennale
Parlamento europeo conferenza stampa di Stefano Bonaccini (Pd-S&d) sulle pratiche illecite nella catena di fornitura alimentare
Parlamento europeo: audizione in commissione Affari economici di Claudia Buch, capo della vigilanza della Bce, e Dominique Laboureix, capo del Single Resolution Board
Pe: audizione in commissione Affari sociali dei commissari Minzatu e Dombrovskis
Nato: il segretario generale Rutte negli Stati Uniti incontra il segretario di Stato Marco Rubio e il segretario alla Difesa Pete Heghset
Eurostat: dati sulla produzione industriale a maggio; dati sulla spesa sanitaria nel 2023; dati sui giovani nel mondo digitale nel 2024