Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
Il rischio di “Orbanizzazione” strisciante dell'Italia
L'Italia è ricaduta in un regime fascista? No. La democrazia italiana è collassata? No. Giorgia Meloni sta distruggendo l'Europa o portando il suo paese fuori dall'Ue? No. A queste tre domande alcuni erano tentati di rispondere in modo affermativo, quando Giorgia Meloni è stata nominata presidente del Consiglio, dopo aver ottenuto quasi il 30 per cento dei voti alle elezioni legislative del 2022. Il suo partito Fratelli d'Italia, erede del partito neofascista Movimento sociale italiano, non ha compiuto la marcia su Roma. Le istituzioni della Repubblica, garanti della democrazia e della stabilità nei momenti di crisi, per il momento reggono. Meloni, che per anni ha fatto campagna per uscire dall'euro ed è stata ammiratrice di Vladimir Putin, si è voluta dimostrare responsabile e pragmatica nella politica europea. Ma sotto la superficie, lontano dagli occhi dell'Ue, è in atto una pericolosa deriva: la “Orbanizzazione” strisciante dell'Italia.
Tre casi recenti illustrano l'Orbanizzazione strisciante dell'Italia. Il primo è il tentativo di acquisizione della seconda agenzia di stampa, l'Agi, da parte dell'imprenditore Antonio Angelucci, che è anche senatore dell'attuale maggioranza ed è proprietario di una serie di giornali che sostengono il governo Meloni e le sue battaglie culturali. Il secondo è la censura da parte della televisione pubblica, la Rai, di uno dei più famosi scrittori italiani, Antonio Scurati, su un discorso sul fascismo critico di Meloni. Il terzo è un emendamento approvato dalla Camera dei deputati per permettere agli anti abortisti di essere presenti negli ospedali per scoraggiare le donne a ricorrere all'interruzione volontaria di gravidanza. L'agenzia Agi è di proprietà del gruppo energetico Eni, il cui azionista di riferimento è il ministero dell'Economia e delle Finanze, diretto da Giancarlo Giorgetti della Lega, lo stesso partito in cui è stato eletto Angelucci. Il governo Meloni controlla direttamente la Rai attraverso i processi di nomina e la colpa di Scurati è stata di aver ricordato che Meloni non ha mai condannato completamente il regime di Benito Mussolini. L'ingresso degli anti abortisti negli ospedali è stato giustificato come la volontà di garantire alle donne il “diritto di non abortire”.
L'Orbanizzazione è un processo lento, ma inesorabile, di occupazione del potere e della società sulla base del principio anti-democratico del “chi vince prende tutto”. L'obiettivo è plasmare cittadini e istituzioni nel lungo periodo per conservare il potere. La ricetta prevede un numero di ingredienti significativi: controllo diretto o indiretto sui media pubblici e privati, rimessa in discussione dell'indipendenza della giustizia attraverso nomine e leggi, violazioni dello stato di diritto e dei diritti fondamentali con l'alibi delle crisi, compressione dei diritti e delle libertà individuali. Questo è quello che ha praticato Viktor Orban dopo il suo ritorno al potere in Ungheria nel 2010. Ed è quello che ha garantito a Orban il posto di primo ministro negli ultimi quattordici anni. Dalla Polonia (con il governo del PiS) alla Slovenia (con Janez Jansa come primo ministro), altri paesi hanno sperimentato forme di Orbanizzazione. La Slovacchia è sulla buona strada dopo il ritorno al potere di Robert Fico, che ha scelto come prima battaglia quella di smantellare la legislazione anti corruzione.
L'Italia non è ancora l'Ungheria. Tuttavia quanto sta accadendo dall'arrivo al potere di Meloni tende in quella direzione. L'Orbanizzazione è anche narrazione: nei discorsi del presidente del Consiglio la parola “nazione” ha sostituito le parole “paese” o “stato”. Le critiche legittime vengono bollate come “complotti” o “polveroni” contro gli interessi di tutti gli italiani. Ma l'Orbanizzazione sono soprattutto atti e fatti. Il primo decreto approvato dal governo nell'ottobre del 2022 aveva vietato i rave party con una norma che avrebbe potuto mettere in discussione anche le manifestazioni di protesta. I ripetuti decreti adottati sulle politiche migratorie limitano le attività delle organizzazioni non governative che prestano soccorso in mare e criminalizzano chi assiste i migranti in difficoltà. L'esecutivo ha proposto o approvato leggi per regolamentare i prezzi dei biglietti aerei. Il governo ha proposto l'abolizione del reato di abuso d'ufficio. Le banche sono state prese di mira con un decreto sulla tassazione degli extra profitti.
Alcuni di questi provvedimenti non hanno prodotto risultati. Per i populisti l'effetto annuncio è più importante della realtà, in particolare se amplificato da media che si trasformano in megafono della propaganda. Il decreto contro i rave party è stato modificato in Parlamento e ha portato all'arresto di appena otto persone. La legge sugli extra profitti delle banche è stata cambiata in corsa per i rischi finanziari denunciati dalla Banca centrale europea. I decreti sempre più duri per frenare l'immigrazione non hanno frenato i flussi. Ma l'Orbanizzazione è anche un clima politico-culturale. I magistrati che hanno disapplicato, in nome del diritto dell'Ue, le norme più stringenti sui migranti sono stati oggetti di campagne denigratorie e diffamatorie sui media vicini al governo. La censura di Scurati – il cui contratto con la Rai è stato rescisso – serve di insegnamento a intellettuali e giornalisti che sperano di lavorare con la televisione pubblica.
Prima di Meloni, l'Italia era lungi dall'essere una democrazia perfetta. La televisione pubblica è sempre stata “occupata” dai partiti al potere, anche quelli di sinistra. Molti giornalisti Rai fanno carriera o cambiano casacca al momento di un cambio di governo. Una parte della magistratura è fortemente politicizzata a sinistra, con centinaia di inchieste contro i partiti della destra che si sono concluse nel nulla. Le leggi anti migranti e contro le ong dell'attuale governo sono in continuità con quelle dei precedenti governi di centrosinistra. Ma Giorgia Meloni ha fatto un passo ulteriore, che rischia di compromettere i “checks and balances” dell'Italia: una proposta di riforma della Costituzione per eleggere direttamente il presidente del Consiglio e ridurre i poteri del presidente della Repubblica. Giustificata con la volontà di garantire stabilità politica ed evitare il trasformismo che ha dato all'Italia 68 governi dal 1946, la riforma annullerebbe il ruolo di contropotere del presidente della Repubblica.
I leader dell'Ue hanno scelto di non vedere ciò che sta accadendo in Italia. La Commissione si è limitata a blandi richiami, chiudendo gli occhi sulle decisioni più controverse del governo Meloni. Ursula von der Leyen ha preferito accompagnare il presidente del Consiglio italiano in alcune sue scelte, come il memorandum sui migranti con la Tunisia o l'accordo per esternalizzare in Albania le procedure di asilo. La tattica è quella del pragmatismo in cambio del pragmatismo. Ma è la stessa tattica che era stata utilizzata con Viktor Orban fino al 2020. Alcuni segnali mostrano che la tattica non sempre paga con Meloni. A dicembre il Parlamento italiano ha bocciato la ratifica del trattato di revisione del Meccanismo europeo di stabilità, il fondo salva-stati della zona euro che dovrebbe fungere da paracadute per l'unione bancaria. Anche il sostegno all'Ucraina non va oltre le parole. L'Italia sta scendendo sempre più nelle classifiche dei paesi che contribuiscono alla difesa di Kyiv.
Dietro la facciata, gli istinti di Meloni sono cambiati? Quelli di molti membri di Fratelli d'Italia “no”. In vista delle elezioni europee, Meloni non ha ancora chiarito se c'è una linea rossa contro i partiti dell'estrema destra che fanno parte del gruppo Identità e democrazia al Parlamento europeo. Al contrario, deputati del suo partito sostengono la necessità di formare una maggioranza che va dal Partito popolare europeo fino a Identità e democrazia. L'8 aprile Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri ed esponente di Fratelli d'Italia, ha usato toni orbaniani replicando la narrazione del Cremlino sulla responsabilità della Nato per la guerra di aggressione in Ucraina. “Se tu fai una politica imperialista, gli altri si irrigidiscono”, ha detto Cirielli. “Se avessimo fatto un'altra politica nei confronti della Russia, avremmo evitato la guerra in Ucraina. Una politica più morbida, più diplomatica, aiuta a trovare la pace”.
La frase
“Quanti altri fronti deve aprire l'Iran prima che diventiamo seri sulle sanzioni? Sono uno di quelli che non crede che il JCPOA (l'accordo sul nucleare) abbia un futuro”.
Gabrielius Landsbergis, ministro degli Esteri della Lituania.
Geopolitica
Aiuti militari all'Ucraina, l'Ue non risponde - Josep Borrell, l'Alto rappresentante per l'azione esterna, ha faticato a nascondere il suo imbarazzo ieri, non avendo nulla da annunciare al termine della riunione "Jumbo" dei ministri degli Affari esteri e dei ministri della Difesa organizzata per rispondere alle pressanti richieste del presidente Volodymyr Zelensky. Kiev chiede urgentemente munizioni per la sua artiglieria e la fornitura di sette sistemi di difesa aerea americani Patriot. Sei Paesi dell'UE - Germania, Polonia, Spagna, Grecia, Romania e Paesi Bassi - possiedono queste armi e le utilizzano per proteggere le basi Nato sul loro territorio o le loro infrastrutture strategiche. Berlino ha promesso di donarne uno. Gli altri cinque sono sordi. "Non ho Patriot a Bruxelles. I Patriot sono nelle capitali. Spetta a ciascuno Stato membro prendere la propria decisione", ha dichiarato esasperato Borrell, incalzato dalle domande dei giornalisti sul perché non sia stato fatto alcun annuncio. "Un lanciatore senza intercettori è inutile. Abbiamo bisogno di entrambi, con una fornitura continua di intercettori", ha sottolineato Borrell. Sembra evidente che l'Europa non ha missili per le sue batterie di Patriot e sta aspettando gli americani. Gli Stati Uniti hanno una sessantina di batterie Patriot in stock da vendere. Non ne hanno consegnata nessuna all'Ucraina. Gli europei dovranno pagare per mantenere le loro promesse agli ucraini.
Borrell accusa la Commissione di non aver fatto nulla sull'accordo di associazione con Israele - Irlanda e Spagna hanno chiesto alla Commissione di verificare se le clausole sui diritti umani dell'accordo di associazione Ue-Israele siano state rispettate nell'offensiva a Gaza. Ma l'esecutivo di Ursula von der Leyen finora non si è mossa, almeno a dire di Josep Borrell. "Per quanto ne so, la Commissione non ha ancora risposto ai due Stati che lo hanno chiesto", ha detto ieri l'Alto rappresentante prima del Consiglio Affari Esteri. "Per quanto ne so, da parte della Commissione non è successo nulla. Da parte mia, ho chiesto un dibattito sull’orientamento politico (al Consiglio Affari esteri), ho proposto di convocare una riunione del Consiglio di associazione per discutere con i nostri partner israeliani. Questa proposta è stata respinta". Borrell ha spiegato che una "maggioranza" dei ministri degli Esteri ha rigettato la convocazione del Consiglio di associazione Ue-Israele. Il ministro degli Esteri irlandese, Micheal Martin, ha insistito con la richiesta alla Commissione perché "siamo convinti a Gaza che i diritti umani siano stati violati più e più volte". Ma Martin ha anche ammesso che "alcuni stati membri hanno riserve su questo”.
Euro
Il Parlamento vota sul nuovo Patto di stabilità e crescita - Il Parlamento europeo oggi voterà sulla riforma del Patto di stabilità e crescita, tra malumori e dissenzienti per l'accordo raggiunto dai ministri delle Finanze all'Ecofin di dicembre che i governi vogliono imporre anche ai deputati. Il gruppo dei Verdi ha guidato la campagna per votare contro la revisione della governance economica perché è "un disastro economico". Gli investimenti per la transizione climatica e digitale sono stimati ad almeno 450 miliardi l'anno dalla Commissione. Ma i governi non avranno le risorse per gli investimenti pubblici. Secondo i Verdi, con le nuove regole avranno diverse opzioni a disposizione: ignorare le regole, non fare gli investimenti, tagliare in modo massiccio altrove, imporre nuove tasse oppure lanciarsi in un nuovo strumento di debito comune. L'accordo dell'Ecofin è sostenuto dai tre grandi gruppi – Partito popolare europeo, Socialisti&Democratici, Renew – che formano la maggioranza a sostegno di Ursula von der Leyen. Ma alcune delegazioni nazionali si asterranno o voteranno contro, rendendo l'esito del voto al Parlamento europeo più incerto.
I candidati alle procedure per deficit eccessivo - Eurostat ieri ha pubblicato la prima notifica sui conti pubblici degli stati membri dell'Unione europea per il 2023. Sono i dati su cui la Commissione europea deciderà di aprire le procedure per deficit eccessivo a giugno, subito dopo le elezioni europee. Ecco la lista dei candidati a cui verrà richiesto di compiere uno sforzo fiscale di almeno lo 0,5 per cento del Pil nel 2024 (0,3 per cento, se le nuove regole del Patto di stabilità e crescita saranno definitivamente approvate): Italia (deficit al 7,4 per cento del Pil) Francia (5,5 per cento), Malta (4,9 per cento), Slovacchia (4,9 per cento), Belgio (4,4 per cento), Spagna (3,6 per cento) ed Estonia (3,4 per cento). La Germania ha registrato un deficit dello 2,5 per cento del Pil, sotto la soglia del 3 per cento. Quattro paesi hanno realizzato un surplus di bilancio: Cipro e Danimarca (entrambe +3,1 per cento), Irlanda (+1,7 per cento) e Portogallo (+1,2 per cento). La Grecia rimane il paese con il più alto debito pubblico (161,9 per cento), seguita da Italia (137,3 per cento), Francia (110,6 per cento) e Spagna (107,7 per cento). Secondo la notifica Eurostat, il deficit complessivo dell'area euro è stato del 3,6 per cento del Pil, mentre il debito si è collocato all'88,6 per cento.
Retroscena
L'affronto di Macron al Parlamento europeo - Gli eurodeputati francesi sono rimasti sbalorditi davanti al biglietto inviato dall'Eliseo. Riuniti a Strasburgo per l'ultima sessione plenaria della legislatura, sono stati invitati a partecipare al "discorso sull'Europa" di Emmanuel Macron all'Università della Sorbona alle 11 di giovedì. Lo stesso giorno gli eurodeputati dovranno discutere di tre questioni importanti, prima di votare circa 15 relazioni legislative. Sylvie Guillaume, eurodeputata socialista, ha postato il suo invito sul social network X con un commento sprezzante: "fare questo durante l'ultima sessione plenaria del Parlamento europeo, sul serio! Un altro eurodeputato ci ha detto che era fuori discussione per lui di lasciare la plenaria prima della sua conclusione e ha deplorato una incredibile mancanza di rispetto". "Il simbolismo è assolutamente disastroso", è sbottata Guillaume. "Ignoranza? Disprezzo? Abbaglio?". L'invito è diventato un grattacapo per i 23 membri francesi del gruppo Renew, combattuti tra il desiderio di farsi vedere dal presidente, nel momento in cui la lista Besoind'Europe guidata da Valérie Hayer è in fase di preparazione, e l'obbligo di adempiere al loro dovere di rappresentanti eletti europei. "Il calendario ha causato qualche intoppo", ha ammesso uno dei dirigenti del gruppo Renew.
Digitale
Breton pronto a staccare la spina a TikTok Lite - La Commissione ieri ha minacciato di staccare la spina a TikTok Lite, utilizzando per la prima volta i poteri del Digital Services Act di imporre misure provvisorie per evitare danni agli utenti con la sospensione delle attività di questa nuova App in tutta l'Ue. Sarebbe la prima volta che la Commissione ricorre alle misure provvisorie per violazione del Dsa e potenziale danno imminente per gli utenti. La Commissione aveva chiesto informazioni la scorsa settimana, ma TikTok non è stata in grado di fornire il rapporto di valutazione del rischio prima del lancio della app. Ieri è stato imposto un ultimatum di ventiquattrore per fornire i documenti e, in parallelo, è stato comunicato a TikTok l'intenzione di adottare le misure provvisorie. Concretamente il nuovo servizio potrebbe essere sospeso già giovedì. L'esecutivo comunitario minaccia anche una multa quotidiana fino al 5 per cento dei ricavi giornalieri globali, se non saranno fornite le informazioni. Il commissario Thierry Breton sembra intenzionato a usare le maniere forti. “Inviare un documento non sarà sufficiente”, ci ha spiegato una fonte della Commissione. “Non possiamo permetterci il rischio che mentre il test viene portato avanti ci siano danni per gli utenti europei. Abbiamo sospetti che in generale TikTok crei dipendenza”. Il “Programma Reward” di TikTok Lite consente agli utenti di guadagnare punti mentre svolgono determinate “attività” come guardare video, mettere like, seguire autori, invitare amici a iscriversi. I punti possono essere scambiati con premi, come buoni Amazon o buoni regalo tramite PayPal.
Green deal
La Corte dei conti mette in dubbio le politiche dell'Ue sulle emissioni delle auto - La Corte dei conti dell'Ue ieri ha presentato la sua valutazione sul futuro delle automobili in Europa. La conclusione è che la strada per azzerare le emissioni è "in salita". Tuttavia l'espressione rischia di sottovalutare la sfida che ha di fronte l'Ue. Sul fronte delle automobili convenzionali, la Corte dei conti sottolinea che la maggior parte "emette ancora la stessa quantità di CO2 di 12 anni fa" nonostante nuovi standard e requisiti rigorosi. Quanto ai combustibili alternativi come biocarburanti o idrogeno, non sono disponibili "su vasta scala" e non rappresentano dunque "un'alternativa affidabile e credibile" a benzina e diesel. La Corte riconosce che "i veicoli a batteria sembrano essere l'unica alternativa possibile. Tuttavia gli auditor hanno rilevato problemi sia dal lato della domanda sia da quello dell'offerta, con il conseguente rischio di contrapposizione tra strategia Green deal e sovranità industriale dell'Ue". Senza dimenticare i punti di ricarica per i veicoli elettrici che sono "troppo pochi e troppo distanti". Oltre che in salita, la strada per azzerare le emissioni delle automobili è "lunga e tortuosa".
L'allarmante stato del clima nell'Ue secondo Copernicus - Il servizio Copernicus Climate Change dell’Ue ieri ha pubblicato, in collaborazione con l’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite, il rapporto annuale europeo sullo stato del clima. I risultati, basato su dati e analisi scientifici, sono sempre più allarmanti. Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato in Europa (o il secondo anno più caldo, a seconda della serie di dati). Le temperature sono state superiori alla media per 11 mesi all’anno, incluso il settembre più caldo mai registrato. I cittadini hanno subito un numero record di giorni con “stress da caldo estremo”. Le temperature elevate hanno amplificato il verificarsi e la gravità di eventi meteorologici estremi come siccità, inondazioni e incendi. Nel 2023 i livelli di precipitazione sono stati del 7% superiori alla media, aumentando il rischio di inondazioni in molte aree d’Europa. La temperatura media della superficie del mare in tutta Europa è stata la più alta mai registrata. Gran parte dell’Europa ha registrato meno giorni di neve rispetto alla media e le Alpi hanno registrato un’eccezionale perdita di ghiaccio dei ghiacciai.
Accade oggi
Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattiti sul Consiglio europeo; la revisione del Patto di stabilità, la lotta contro la violenza contro le donne; la carta dell'Ue per la disabilità; l'uccisione dei giornalisti e degli operatori umanitari a Gaza; l'utilizzo degli attivi russi congelati per sostenere l'Ucraina; le restrizioni alla società civile in Georgia; la situazione ad Haiti; il ritiro dell'Ue dal Trattato sulla Carta dell'Energia; il memorandum Ue-Egitto; lo strumento per la riforma e la crescita dei Balcani occidentali)
Presidenza belga dell'Ue: riunione informale dei ministri della Salute
Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari a Strasburgo
Commissione: conferenza stampa della vicepresidente Suica sul sistema integrato di protezione dei bambini
Parlamento europeo: conferenze stampa dei presidenti dei gruppi politici
Commissione: i commissari Sefcovic e Simson intervengono alla riunione degli esperti sul "Il progetto dell'Ue per l'energia di fusione"
Commissione: il commissario Wojciechowski in visita a Shanghai in Cina
Corte di giustizia dell'Ue: udienza sul rifiuto di Google di rendere l'app di Enel compatibile con il sistema Android Auto
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
Eurostat: statistiche sull'occupazione nel 2023; dati sugli acquisti di libri online nel 2023; dati sulla soddisfazione di vita nel 2022