Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
Il triangolo di Weimar può salvare la relazione franco-tedesca?
Il futuro del sostegno dell'Unione Europea all'Ucraina potrebbe giocarsi domani a Berlino. Dopo settimane di polemiche a distanza, scontri verbali e piccole frasi assassine, Emmanuel Macron e Olaf Scholz si incontreranno nella capitale tedesca per tentare una pacificazione essenziale per permettere all'Ue di continuare la sua mobilitazione a favore di Kyiv. Ma il formato non sarà quello tradizionale franco-tedesco. Come ha rivelato Politico.eu, all'incontro parteciperà anche il primo ministro polacco, Donald Tusk, che avrà il difficile compito di trovare il modo di riconciliare il presidente guerrafondaio e il cancelliere esitante. A Bruxelles l'incontro del trio verrà seguito con grande attenzione. Dopo i diverbi sul tipo di sostegno da apportare all'Ucraina “la situazione non è buona”, ci ha spiegato un alto funzionario. “L'Ue riesce a funzionare solo quando Francia e Germania spingono nella stessa direzione”.
Francia, Germania e Polonia formano il triangolo di Weimar. L'incontro a tre a Berlino mostra il potenziale peso politico che Varsavia può esercitare nell'Ue, dopo il ritorno di Tusk come primo ministro. Ex presidente del Consiglio europeo, Tusk è chiamato a indossare di nuovo i panni del mediatore. Macron e Scholz non si sono mai amati davvero, non solo in termini personali, ma anche nella relazione di lavoro. Dall'inizio dell'anno le cose sono degenerate sulla guerra ucraina. Prima con l'accusa esplicita di Scholz a Macron di non spendere a sufficienza per le consegne di armi all'Ucraina. Poi con le posizioni contrapposte sull'ambiguità strategica perseguita da Macron sull'invio di soldati sul terreno. Infine sulle mancate decisioni di Scholz sulla fornitura di missili di lunga gittata Taurus a Kyiv.
Ad aprire le ostilità franco-tedesche è stato il cancelliere Scholz. Messo sotto pressione sui Taurus dall'opposizione della Cdu-Csu, il 10 gennaio Scholz aveva deviato l'attenzione su ciò che non fanno gli alleati europei. Il Bundestag aveva appena approvato il raddoppio degli aiuti per l'Ucraina nel 2024 a quasi 8 miliardi di euro. “Per quanto importante sia il contributo tedesco, non basterà a garantire la sicurezza dell'ucraina nel lungo periodo. Ecco perché chiedo agli alleati dell'Ue di raddoppiare gli sforzi”. Le forniture di armi degli altri sono “insufficienti”, aveva detto Scholz. Nel suo mirino c'erano Francia, Italia e Spagna. Parigi ha risposto lanciando una coalizione per l'artiglieria, ma lasciando anche intendere che Berlino aveva fornito ferri vecchi a Kyiv. “Alcuni paesi hanno fatto molti annunci, ma non sono stati seguiti da fatti oppure con materiali difettosi”, aveva denunciato il ministro della Difesa, Sébastien Lecornu.
L'escalation verbale di Macron è arrivata a fine febbraio. Alla Conferenza di Parigi, organizzata in tutta fretta il 24 febbraio, il presidente francese ha annunciato senza il consenso degli alleati di non escludere l'invio di truppe sul terreno, ha lanciato frasi poco ambigue sui tedeschi che dicono sempre “mai e poi mai” e ha ricordato che all'inizio della guerra la Germania voleva solo fornire “elmetti e sacchi a pelo”. Scholz ha reagito con un “no” secco a nome dell'Ue e della Nato all'invio dei soldati e una gaffe che ha messo in profondo imbarazzo Francia e Germania, quando ha rivelato la presenza dei loro soldati in Ucraina per assistere Kyiv nell'uso dei missili Scalp e Storm Shadow per giustificare la sua decisione di non inviare i Taurus.
L'escalation di Macron è proseguita durante la visita a Praga il 5 marzo. “Ogni giorno che passa spieghiamo quali sono i nostri limiti di fronte a qualcuno che non ne ha alcuno”, ha denunciato Macron, riferendosi implicitamente a Scholz. Il presidente francese ha negato, ma un'altra frase ha fatto pensare a Scholz: “Non “Affrontiamo sicuramente un momento in cui la nostra Europa in cui non si deve essere codardi”.
Con Francia e Germania che litigano, a Bruxelles nessuno osa prendere il timone sull'Ucraina. Martedì davanti al Parlamento europeo, Ursula von der Leyen non ha praticamente menzionato la guerra della Russia (è la prima volta dal febbraio 2022), preferendo parlare di Gaza e Bosnia-Erzegovina. Il Consiglio europeo del 21 e 22 marzo rischia di concentrarsi su tutt'altro tema, nonostante la crescente minaccia della Russia anche per l'Ue. “L'agricoltura sarà la parte più importante del vertice”, ci ha detto una fonte ben informata. Meglio non guardare all'Ucraina.
La difesa dell'Europa avrà comunque un ruolo di primo piano al vertice, con una discussione sulla strategia industriale e sul programma di investimenti presentato da Thierry Breton il 5 marzo. Ma "non si tratta di ripetere l'incontro di Parigi sull'Ucraina", ci ha spiegato un funzionario europeo. "Il formato del vertice, molto codificato, con un ordine del giorno e delle conclusioni già pronte, “non si presta", ha sottolineato il funzionario: "Vedremo quale sarà la posizione della sala e sarà interessante vedere quale sarà il consenso".
Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, incontrerà oggi a Parigi Macron e domani mattina a Berlino Scholz. Solo nel pomeriggio è previsto il faccia a faccia tra presidente e cancelliere, cui seguirà l'incontro a tre con il premier Tusk. Polonia, Germania e Francia hanno avuto ruoli molti diversi nelle diverse fasi della guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina. Ancora oggi i tre paesi sono in preda a contraddizioni. Il cancelliere viene definito esitante, ma la Germania è il secondo fornitore di armi e aiuti economici a Kyiv dopo gli Stati Uniti. Macron usa parole da guerrafondaio e organizza coalizioni per l'artiglieria, ma poi chiede agli altri paesi di comprare i suoi cannoni Caesar per trasferirli a Kyiv. La Germania ha stanziato 7,5 miliardi di aiuti militari per il 2024, la Francia 3 miliardi. A Bruxelles la riforma della European Peace Facility dell'Ue è stata frenata dalla Germania, che chiedeva uno scontro, e dalla Francia, che chiedeva il “Buy european”. La Polonia è considerata il più forte alleato dell'Ucraina, ma non è disposta a chiedere ai suoi agricoltori sacrifici per sostenere quelli ucraini ed è impegnata in un programma di riarmo interno che limita le sue capacità di aiutare Kyiv.
Wolfgang Ischinger, ex diplomatico tedesco ed ex presidente della Conferenza sulla sicurezza di Monaco, ha detto sperare che l'incontro a Berlino del trio di Weimar “ponga fine ai disaccordi franco-tedeschi e sia compreso a Mosca come un chiaro messaggio: in nessun caso lasceremo cadere l'Ucraina”. L'analista Ulrich Speck è andato sul concreto. “Se questo incontro si conclude con altri 10-20 miliardi di sostegno militare per l'Ucraina per il 2024, avrà fatto la differenza. E' di questo che dovrebbero parlare ora i leader seri, dato il fatto che il sostegno degli Stati Uniti, che hanno fornito gran parte del sostegno militare occidentale, si sta prosciugando”. Ma le aspettative sono basse.
Il dialogo immaginato da Speck per l'incontro del trio di Weimar domani è questo. "Tusk: ora è necessario sostegno militare urgente per l'Ucraina. Macron: siete impegnati per la difesa dell'Ue? Scholz: non provocate la Russia in un'escalation, per favore". Il messaggio che ne uscirebbe sarebbe il contrario della determinazione a sostenere l'Ucraina e della deterrenza nei confronti della Russia. Il Presidente russo gioca questa carta. "Le armi nucleari sono lì per essere usate", ha avvertito Vladimir Putin prima della riunione dei leader dei tre Paesi del triangolo di Weimar. Un avvertimento pensato per spaventare il "ventre molle" tedesco dell'UE e indebolire gli europei.
La frase
“Sarebbe ridicolo per noi iniziare a negoziare con l'Ucraina solo perché stanno esaurendo le munizioni”.
Il presidente russo, Vladimir Putin.
Geopolitica
Accordo sui fondi dell'Ue per le armi all'Ucraina - “Ce l'abbiamo fatta”, ha detto l'Alto rappresentante Josep Borrel, dopo che ieri gli ambasciatori dei ventisette stati membri al Coreper hanno raggiunto un accordo sul Fondo di assistenza per l'Ucraina all'interno della European Peace Facility. Lo stanziamento per acquistare munizioni e armi per l'Ucraina è di 5 miliardi di euro. “Il messaggio è chiaro: sosterremo l'Ucraina con tutto ciò che è necessario per prevalere”, ha detto Borrell. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha ringraziato gli stati membri. “Questa è l'ennesima dimostrazione potente e tempestiva dell'unità e determinazione europea per arrivare alla nostra vittoria comune”, ha detto Kuleba. In realtà ci sono volute diverse settimane di negoziati per superare le resistenze della Germania, che chiedeva uno sconto legato alla sua assistenza militare bilaterale all'Ucraina, e di Francia, Grecia e Cipro, che insistevano su una clausola “Buy european” per gli acquisti di munizioni e armi. La decisione formale sarà adottata dai ministri degli Esteri dell'Ue lunedì prossimo.
Come si è arrivati all'accordo sui fondi per l'Ucraina - Alcuni stati membri hanno espresso critiche al fatto che nel Fondo di assistenza per l'Ucraina sia rimasto il principio del “Buy european” chiesto dalla Francia. Di fatto, però, si applicherà in modo flessibile, consentendo gli acquisti di armi e munizioni fuori dall'Ue ogni volta che non è possibile farlo negli stati membri. “Sono state Italia e Paesi Bassi a promuovere l'introduzione di flessibilità che hanno permesso di conciliare le diverse sensibilità nazionali, in particolare sull'estensione del mercato al di là dell'Ue”, ci ha detto un diplomatico. L'obiettivo è “evitare ritardi” nelle forniture a Kyiv. “La soluzione di compromesso salvaguardia il principio per cui il Fondo di assistenza per l'Ucraina è stato concepito: finanziare e assicurare continuità all'assistenza militare il prima possibile e senza subordinare la fornitura del materiale alla disponibilità da parte dell'industria europea”, ha detto il diplomatico. “Trattandosi di uno strumento dell'Ue, c'è ovviamente un principio di preferenza europea”.
Scontro in vista al Consiglio europeo sull'uso dei beni congelati russi - Gli ambasciatori degli stati membri hanno anche discusso della bozza di conclusioni del Consiglio europeo del 21 e 22 marzo. Sull'Ucraina c'è stato “ampio consenso”, ci ha detto una fonte dell'Ue. Tuttavia non su tutto. “I punti critici saranno sull'uso delle entrate dagli attivi immobilizzati” russi. L'ammontare è valutato a 3 miliardi l'anno. Ursula von der Leyen aveva proposto di usarli per finanziare gli acquisti di armi all'Ucraina. Ma un certo numero di paesi - tra cui l'Irlanda e Malta - hanno sollevato alcune obiezioni. L'Ungheria di Viktor Orban minaccia il veto, ufficialmente perché vuole che le risorse siano destinate alla ricostruzione dell'Ucraina. "Stiamo ancora aspettando la proposta dell'Alto rappresentante e della Commissione", ha spiegato la nostra fonte. Un testo potrebbe essere inviato alle capitali domani o lunedì, dopo che i ministri delle Finanze hanno chiesto alla Commissione di accelerare.
Problemi al Consiglio europeo anche sull'Unrwa e i coloni israeliani violenti - Durante il Consiglio europeo della prossima settimana i capi di stato e di governo cercheranno di aggiornare la posizione dell'Ue sulla guerra condotta da Israele contro Hamas a Gaza. La richiesta di una pausa umanitaria che possa porre le basi di un cessate il fuoco sembra essere accettata da tutti gli stati membri. Ma alcuni ambasciatori ieri hanno sollevato obiezioni sui riferimenti delle conclusioni del Consiglio europeo ai finanziamenti dell'Unrwa. L'Ungheria ha nuovamente obiettato alla proposta di adottare sanzioni contro i coloni israeliani violenti.
Vacca sacra
La Commissione domani presenta nuove proposte per calmare gli agricoltori – Il Consiglio europeo del 21 e 22 marzo rischia di trasformarsi in un vertice sulla collera rurale. I capi di stato e di governo sono preoccupati per il fatto che le proteste degli agricoltori non si sono ancora calmate, malgrado le concessioni fatte dalla Commissione. Alcuni stati membri ritengono che Ursula von der Leyen dovrebbe fare di più. Domani la sua Commissione dovrebbe presentare una proposta per un “aggiustamento della Politica agricola comune”, ci ha svelato un funzionario. Inoltre, dovrebbe essere pubblicato un “non-paper sul ruolo degli agricoltori nella catena del valore”. La sintesi più difficile sarà “trovare un equilibrio tra facilitare l'agricoltura e mantenere altre politiche come quelle sul clima e il commercio”, ha detto il funzionario.
Migranti
La rotta dei migranti si sposta dal Mediterraneo centrale all'Africa orientale - Nei primi due mesi dell'anno gli attraversamenti irregolari della frontiera nell'Ue sono rimasti agli stessi livelli del 2024, con l'ingresso di circa 31.200 migranti, secondo i dati preliminari pubblicati ieri da Frontex. L'Agenzia dei guarda frontiere dell'Ue segnala un netto calo sulla rotta del Mediterraneo centrale che lo scorso anno aveva attirato tutta l'attenzione. Il calo degli sbarchi in Italia è di circa il 70 per cento, con 4.300 ingressi nei primi due mesi dell'anno. Ma Frontex ha anche registrato un'impennata senza precedenti degli ingressi di migranti sulla rotta dell'Africa orientale che porta alle isole spagnole della Canarie. Gli arrivi a gennaio e febbraio sono stati 12.100, il livello più alto da quando Frontex ha iniziato a raccogliere dati, con un aumento del 541 per cento rispetto allo stesso periodo del 2023. Anche nel Mediterraneo orientale - la rotta che porta dalla Turchia alla Grecia - c'è un aumento del 117 per cento degli ingressi irregolari. I dati sembrano confermare ciò che denunciano esperti e ong: non appena si chiude una rotta, i migranti si spostano sulle altre rotte di accesso all'Ue.
Trilogo
La Germania messa in minoranza sul lavoro forzato – Gli stati membri ieri hanno approvato definitivamente il regolamento che vieta i prodotti ottenuti con il lavoro forzato sul mercato dell'Ue, dopo l'accordo provvisorio raggiunto con il Parlamento europeo. Ma tre stati membri non hanno sostenuto l'intesa, tra cui la Germania, perché il partito liberale della Fdp era contrario al provvedimento costringendo così il governo di Berlino ad astenersi. Anche Lettonia e Ungheria non hanno sostenuto l'accordo con il Parlamento. E' la seconda volta questa settimana che la Germania viene messa in minoranza al Consiglio. Era già accaduto sulle regole per i lavoratori delle piattaforme. L'opposizione della Fdp è decisiva anche su un altro provvedimento legato al lavoro forzato, la nuova direttiva sui doveri di due diligence delle multinazionali in stallo a causa di una minoranza di blocco. “Gli stati membri hanno approvato il regolamento sul lavoro forzato. Questo rende ancora più importante che i leader dell'Ue approvino la direttiva sulla due diligence perché questa legge chiarisce che le aziende devono prevenire il lavoro forzato e altri abusi”, ha detto la piattaforma di imprese sostenibili MVO.
Ambiente
La Commissione porta l'Italia in Corte per le acque reflue - La Commissione europea ieri ha deferito l'Italia alla Corte di giustizia dell'Ue perché non ha rispettato pienamente gli obblighi di raccolta e trattamento delle acque reflue urbane previsti da una direttiva del 1991. La procedura di infrazione era stata avviata nel 2018. Le acque reflue non trattate possono comportare rischi per la salute umana e inquinano i laghi, i fiumi, il terreno e le acque costiere e sotterranee. Le informazioni presentate dall'Italia hanno evidenziato una diffusa inosservanza della direttiva in un totale di 179 agglomerati italiani. Nel caso di 36 agglomerati l'Italia deve tuttora garantire la disponibilità di sistemi di raccolta delle acque reflue. In 130 agglomerati, l'Italia continua a non trattare correttamente le acque reflue raccolte. In 12 agglomerati italiani che scaricano acque reflue in aree sensibili non è rispettato l'obbligo di un trattamento più rigoroso di queste acque. Infine, in 165 agglomerati l'Italia non garantisce che gli scarichi idrici soddisfino le condizioni di qualità richieste.
Paesi Bassi
Wilders non sarà premier, l'Aia va verso un governo extra parlamentare – Nonostante la vittoria a novembre, il leader di estrema destra Geert Wilders non sarà il prossimo primo ministro dei Paesi Bassi. Lo ha annunciato lo stesso Wilders con un post su X. “Posso diventare primo ministro solo se TUTTI i partiti della coalizione lo sostengono. Non è stato così”, ha detto Wilders, presentandosi come vittima che si sacrifica per il bene del paese. “L'amore per il mio paese e per i miei elettori è grande e più importante della mia posizione”, ha detto Wilders. Ma due giorni di negoziati a porte chiuse tra i quattro partiti che stanno cercando di formare una coalizione potrebbero aver prodotto un risultato. Lo “scout” Kim Putters ieri ha detto che i quattro partiti sono pronti a fare il “prossimo passo” per un nuovo governo. “Abbiamo avuto buone discussioni e hanno prodotto risultati”, ha detto Putters, dopo l'incontro con il Pvv di Wilders, i liberali conservatori di Dilan Yesilgoz, il Nuovo Contratto sociale di Pieter Omtzigt e il Movimento civico contadino di Caroline van der Plas. L'ipotesi privilegiata sembra essere quella di un governo “extra parlamentare” di tecnici con un programma minimo concordato tra i quattro partiti su temi come l'immigrazione e le finanze pubbliche.
Retroscena
Martin Selmayr, candidato per rappresentare l'Ue in Vaticano - Esiliato in Austria dalla connazionale Ursula von der Leyen, l'ex braccio destro di Jean-Claude Juncker sognava Roma. C'è voluto un certo tempo per far maturare i piani di Martin Selmayr. Il suo incarico di capo della rappresentanza della Commissione a Vienna è stato prorogato il più a lungo possibile. A febbraio gli è stato offerto un posto altamente retribuito come professore per un corso di diritto europeo all'Università di Vienna. Giusto il tempo necessario per la diplomatica olandese Alexandra Valkenburg, giunta alla fine del suo mandato, di lasciare il posto di ambasciatore dell'UE presso il Vaticano, l'Ordine di Malta, la Repubblica di San Marino e la FAO, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, ci hanno riferito diverse fonti europee. La decisione sulla sua nomina è prevista per settembre. I candidati selezionati devono essere presentati al collegio dei Commissari, mentre la decisione finale spetta all'Alto rappresentante, lo spagnolo Josep Borrell, "l'autorità di nomina degli ambasciatori dell'UE". Ci è stato confermato che Martin Selmayr è nella short list dei candidati selezionati per il Vaticano. Salvo sviluppi imprevisti, il machiavellico di Bruxelles dovrebbe presentare le sue credenziali a Papa Francesco e alla Santa Sede in autunno.
Accade oggi
Consiglio europeo: il presidente Michel a Parigi incontra il presidente francese, Emmanuel Macron
Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattiti sulla legislazione per la protezione del benessere degli animali; la restituzione dei tesori della Romania sottratti illegalmente dalla Russia; uno stile di vita sano e attivo per gli anziani nell'Ue)
Servizio europeo di azione esterna: visita dell'Alto rappresentante Borrell a Washington
Commissione: la vicepresidente Vestager a Verona partecipa alla riunione dei ministri dell'Industria del G7
Commissione: il commissario Gentiloni a Madrid interviene a un evento sulla Facility per la ripresa e la resilienza
Commissione: il commissario Wojciechowski a Olsztyn partecipa alla conferenza sul Futuro dell'agricoltura 20 anni dopo l'ingresso della Polonia nell'Ue
Commissione: la commissaria Johansson a Vienna per la sessione di alto livello della Commissione sulle droghe delle Nazioni Unite
Commissione: visita della commissaria Urpilainen a Vientiane in Laos
Parlamento europeo: riunione della Conferenza dei presidenti
Banca centrale europea: discorso di Isabel Schnabel alla riunione del Money Market Contact Group
Banca centrale europea: discorso di Luis de Guindos al Foros de Vanguardia a Barcellona
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sull'inadempimento del Regno Unito sugli aiuti di stato dopo il referendum Brexit
Nato: conferenza stampa del segretario generale, Jens Stoltenberg, sul rapporto annuale per il 2023; dati sulle registrazioni e i fallimenti di impresa a gennaio
Eurostat: dati sulla mortalità e l'aspettativa di vita nel 2022