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Kaja Kallas, stella cadente
La stella europea di Kaja Kallas si è già spenta? L'Alto rappresentante per la politica estera, entrato in carica meno di quattro mesi fa, si trova di fronte alla sua prima sconfitta e a un movimento di crescente contestazione da parte degli Stati membri. Ieri Kallas ha annunciato di aver rivisto significativamente al ribasso la sua iniziativa per fornire rapidamente aiuti militari all'Ucraina. I 40 miliardi di euro che erano stati chiesti ai ministri degli Esteri lunedì per un'ampia serie di capacità militari, ieri sono diventati 5 miliardi di euro unicamente per le munizioni. “Ci stiamo lavorando su scala ridotta, ascoltando le preoccupazioni dei diversi paesi”, ha detto Kallas a un gruppo di agenzie di stampa. Ma il metodo e la sostanza dell'iniziativa hanno creato grande irritazione. “Alcuni Stati membri sono frustrati che l'Alto rappresentate non ha consultato nessuno prima di mettere la sua proposta sul tavolo”, ci ha detto un diplomatico europeo: “Se dice che dobbiamo avere unità, doveva preparare questa iniziativa in modo unitario”.
L'iniziativa Kallas è stata discussa due volte dai ministri degli Esteri dell'Ue. Una prima versione presentata a febbraio prevedeva che gli Stati membri fornissero 20 miliardi di euro di aiuti militari urgenti all'Ucraina con una chiave di ripartizione basata sul Reddito nazionale lordo. La logica era far pagare di più alle economie più grandi, nel momento in cui sono soprattutto i paesi più piccoli (i nordici e i baltici) a spendere per grandi pacchetti di armi a Kyiv. Di fronte alle obiezioni di paesi come Italia, Francia e Spagna Kallas ha inviato alle capitali una seconda versione della sua iniziativa alla fine della scorsa settimana. La chiave di ripartizione è stata modificata per renderla meno sfavorevole per i grandi paesi, i contributi sono diventati volontari, e non solo con finanziamenti ma anche in natura. Ma la cifra complessiva dell'iniziativa Kallas è salita da 20 a 40 miliardi per tenere conto della possibilità di un disimpegno totale dall'Ucraina degli Stati Uniti e compensare la fine degli aiuti militari americani.
“L'iniziativa doveva essere fatta in un altro modo”, ha spiegato il diplomatico. “E' stata presentata come una proposta da adottare”, ma “non c'era accordo sull'ammontare e gli Stati membri non erano pronti a pagare sulla base del Reddito nazionale lordo”. Inoltre, “non era chiaro lo status di questa iniziativa”, ha aggiunto il diplomatico. Volontaria o obbligatoria? Gestita dall'Ue o dagli Stati membri? Riservata ai ventisette (meno l'Ungheria) oppure aperta ad altri paesi extra-Ue? “Un certo numero di Stati membri avrebbero voluto discutere di queste questioni prima che la proposta fosse presentata”, ha detto il diplomatico. “Per molti Stati membri, l'intenzione era buona, ma le modalità che sono state proposte che non vanno bene a tutti”, ci ha confermato un'altra fonte.
Kallas ha discusso la sua iniziativa per l'Ucraina in una riunione informale dei ministri degli Esteri dell'Ue convocata alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco a febbraio. Il vicepresidente americano, J.D Vance, aveva appena lanciato un attacco ideologico contro l'Ue. Tre giorni prima il segretario alla difesa, Pete Hegseth, aveva annunciato alla Nato il disimpegno dell'Amministrazione Trump dall'Ucraina. L'obiettivo di Kallas era duplice: fornire armi per le garanzie di sicurezza in caso di accordo di pace e rafforzare la posizione negoziale di Volodymyr Zelensky consentendogli di dire “no” a un diktat imposto da Donald Trump e Vladimir Putin. ma alla riunione di Monaco hanno partecipato solo 8 ministri degli Esteri su 27. “Erano tutti i nordici e baltici”, ricorda una fonte.
Ieri l'Alto rappresentante ha spiegato che le resistenze vengono "da paesi che sono lontani e che forse non vedono la minaccia in modo così forte. Ma la minaccia c'è, oggi più che mai". Alcuni diplomatici rispondono che “l'Ucraina è personale per Kallas. La Russia è personale per lei. E questo ha un'influenza” sul modo di agire come Alto rappresentante. Quando il regime Assad è stato rovesciato in Siria ed è stata organizzata una missione congiunta dei ministri degli Esteri di Francia e Germania a Damasco per incontrare il nuovo uomo forte Ahmed al-Sharaa, Kallas ha rifiutato l'invito a partecipare. Su Gaza è spesso in ritardo, lasciando ai suoi portavoce il compito di reagire. Anche la sua visibilità sui media irrita, perché “lo spin sui giornali non è concertazione”.
Secondo diverse fonti, Kallas si comporta ancora come se fosse il primo ministro dell'Estonia, più abituata alle discussioni politiche generali tra i leader che ai delicati equilibri da trovare su punti tecnici con gli ambasciatori dei ventisette Stati membri dentro il Coreper (l'organismo che prepara i Consigli Affari Esteri e i vertici dei capi di Stato e di governo). Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, l'ha criticata durante il vertice informale del 6 febbraio, cosa che non avrebbe fatto quando Kallas era alla testa del suo paese. “Non ha ancora preso pieno possesso del suo nuovo incarico” ed “è mal consigliata”, spiega un altro diplomatico.
L'iniziativa dell'Alto rappresentante a favore dell'Ucraina è ancora menzionata nella bozza di conclusioni del Consiglio europeo che si apre oggi a Bruxelles. Ma il piano verrò ricalibrato per sottolineare il carattere volontario e concentrarsi su munizioni e missili. Inoltre la bozza ricorda che c'è un'altra fonte di finanziamento oltre agli Stati membri: il prestito ERA da 50 miliardi di euro deciso dal G7, le cui risorse possono permettere all'Ucraina di comprare armi. Non tutti hanno un giudizio negativo dell'Alto rappresentante. Al contrario. “La giuria è ancora riunita”, ci ha detto un diplomatico di un paese che sostiene l'iniziativa Kallas. “Non bisogna personalizzare, né esagerare le differenze. Useremo il piano Kallas come base di lavoro”, ci ha detto un altro. “E' alla ricerca di un'identità”, ha spiegato una terza fonte. “E' intelligente. Ne trarrà sicuramente le conclusioni che si impongono”, ha aggiunto un'altra.
Tuttavia c'è anche chi sta approfittando dell'inesperienza e degli errori di Kallas. Formando la sua nuova Commissione, Ursula von der Leyen ha sottratto una serie di competenze al Servizio europeo di azione esterna. Ha istituito una nuova Direzione generale per il Mediterraneo, che si estende fino al Golfo Persico. Ha nominato un commissario alla Difesa, malgrado il fatto che dovrebbe occuparsi solo di politica industriale. Nel Libro Bianco sul futuro della difesa europea pubblicato ieri non c'è traccia degli Eurobond proposti da Kallas quando era primo ministro, né del fondo da 100 miliardi di euro di sovvenzioni che aveva sostenuto. Per contro, la presidente ha fatto inserire nel Libro Bianco alcune righe per proporre che la Commissione diventi una centrale di acquisto di armi per gli Stati membri. Questo ruolo è già svolto dall'Agenzia europea per la difesa sotto la direzione del Servizio di azione esterna e degli Stati membri. Ieri in conferenza stampa Kallas ha voluto sottolineare che l'Agenzia europea per la difesa resterà l'unico organismo incaricato degli acquisti comuni.
Questa settimana, quando Kallas si è trovata in difficoltà con la sua iniziativa sull'Ucraina, Ursula von der Leyen ha sorpreso diplomatici e funzionari quando ha annunciato, in un discorso all'Accademia militare di Copenhagen, la creazione di una “Task force” per coordinare le forniture di aiuti militari a Kyiv degli Stati membri e dell'Ue. Un'altra sottrazione di competenze a un Alto rappresentante in difficoltà? Fonti del Servizio europeo di azione esterna sono dovute correre ai ripari, assicurando che gli aiuti all'Ucraina continueranno a essere gestiti dagli organismi legati al Comando militare dell'Ue sotto la direzione di Kallas e degli Stati membri.
La frase
"Non se questa è la vostra Europa, ma certamente non è la mia"
Giorgia Meloni sul "Manifesto di Ventotene - Per un'Europa libera e unita", scritto nel 1943 da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni mentre erano al confino sotto il regime fascista.
Vertice
Il Consiglio europeo conferma la coalizione a 26 sull'Ucraina – Colpa del veto di Viktor Orban, il Consiglio europeo oggi adotterà solo poche righe sull'Ucraina nelle conclusioni e solo per prendere atto dello scambio di vedute con Volodymyr Zelensky e della discussione sugli ultimi sviluppi. Ma, su suggerimento di Antonio Costa, i capi di Stato e di governo hanno deciso di fare come se Orban non ci fosse. Una nuova dichiarazione a 26 sarà approvata per ribadire il sostegno all'Ucraina, la volontà di adottare nuove sanzioni, la determinazione a fornire aiuti finanziari e militari. "E' Orban che ha scritto a Costa per dire che non si sentiva più vincolato da nulla", ci ha spiegato un diplomatico. "E' lui che si è messo fuori dal tavolo". Secondo il diplomatico, "la decisione di Costa di non trascorrere una notte a discutere con lui è stata quella giusta". Orban "non deve essere la star di ciascuna riunione. Siamo uniti a 26. Ci sono paesi che hanno lasciato recentemente l'Ue e sono sulla stessa nostra linea. Un giorno vedremo se questo avrà delle conseguenze per lo status dell'Ungheria nella nostra Unione", ha spiegato il diplomatico. Il ministro degli Esteri della Germania, Annalena Baerbock, lunedì ha detto ai suoi omologhi che "la continua opposizione dell'Ungheria sull'Ucraina presto o tardi deve portare a una conclusione sullo status dell'Ungheria nell'Ue". La nuova legge contro il Gay Pride ha rafforzato ulteriormente questo sentimento.
Tutti contenti di Costa, tranne per un'agenda troppo carica – Per la seconda volta consecutiva, diversi diplomatici hanno espresso grandi lodi nei confronti di Antonio Costa e della sua squadra per il modo in cui hanno gestito la preparazione del Consiglio europeo. Le conclusioni del vertice sono praticamente chiuse con un consenso ragionevole. I capi di Stato e di governo dovranno esprimersi solo su alcuni elementi del documento, evitando di dover aprire una o più sessioni di redazione del testo. “La squadra di Costa ha agito in modo perfetto”, ci ha detto un diplomatico di uno Stato membro. “Le conclusioni all'inizio erano molto complesse. Siamo arrivati all'accordo con compromessi molto creativi”. Il neo è l'agenda della riunione, che alcuni leader ritengono “troppo carica”: Ucraina, Medio Oriente, competitività, unione dei risparmi e degli investimenti, pranzo con Antonio Guterres e cena sul bilancio 2028-34 dell'Ue. L'errore di Costa è stato di annunciare che il Consiglio europeo si sarebbe tenuto in un solo giorno, salvo poi chiedere di prepararsi a due giorni senza dare alcune certezze. Alcuni leader hanno già deciso che lasceranno Bruxelles giovedì sera o notte. “Le agende sono già preparate”, ci ha detto una fonte.
Quanto peserà il rimborso del debito di NextGenerationEU sul bilancio dell'Ue? - Nella cena di questa sera i capi di Stato e di governo discuteranno del Quadro finanziario pluriennale (il termine tecnico per definire il bilancio 2028-34) dell'Unione europea. Antonio Costa vuole orientare le proposte della Commissione che arriveranno prima della pausa estiva. Ma sui grandi capitoli di spesa diversi governi hanno sottolineato che il dibattito è prematuro. “Sappiamo tutti cosa accadrà durante la cena. Sappiamo cosa dirà il primo ministro olandese, sappiamo cosa dirà il primo ministro belga, eccetera...”, ci ha detto un diplomatico. Il tema caldo potrebbe essere un altro. Come rimborsare il debito europeo di NextGenerationEU? Secondo una fonte, il 10-15 per cento del prossimo bilancio dell'Ue andrà a rimborsare il debito europeo post pandemia. Secondo un'altra, potrebbe arrivare al 20 per cento. Un quinto del bilancio – più della metà delle attuali risorse per l'agricoltura o per la coesione – è un ammontare enorme, che prefigurerà tagli dolorosi. Tanto più se non ci saranno nuove risorse proprie (cioè tasse europee) per finanziare il bilancio. Si capisce meglio la reticenza di Ursula von der Leyen a lanciare nuovi strumenti di debito europeo.
Unione dei mercati dei capitali senza supervisione unica – La Commissione ieri ha presentato la sua comunicazione sull'Unione dei risparmi e degli investimenti, il nuovo nome dell'Unione dei mercati dei capitali. Ma non basta cambiare nome per risolvere vecchi problemi. La Commissione sembra favorevole a una supervisione unica. Tuttavia, come un anno fa, un gruppo di più di dieci paesi si opporrà durante il Consiglio europeo di oggi. Sarà il primo ministro del Lussemburgo, Luc Frieden, a esprimere questa posizione. “Non c'è bisogno di supervisione centralizzata per arrivare all'obiettivo”, ci ha detto una fonte di un paese contrario. “L'obiettivo è trasformare risparmi in investimenti. La supervisione unica non rende i mercati più liquidi e non riduce il carico regolamentare”. Alcuni paesi sono pronti a formare una piccola avanguardia per potere avanzare senza i contrari, tra cui finora si era schierata la Germania. Il grande interrogativo è quale posizione prenderà del futuro governo Merz.
Riarmo
RearmEU, un diversivo? - Il piano da 800 miliardi di euro presentato da Ursula von der Leyen per riarmare l'Unione Europea è forse un'illusione ottica o un'esca? Questi 800 miliardi sono importi "potenziali". Sono costituiti da una capacità di indebitamento offerta agli Stati membri, escludendo le spese per la difesa, limitate all'1,5 per cento del loro Pil ogni anno per 4 anni dal vincolo del Patto di stabilità e crescita, e da prestiti per un importo di 150 miliardi. "È un diversivo per uccidere il debito comune preconizzato da Draghi", ha commentato un ex funzionario europeo. "Il programma di prestiti SAFE è una copia del programma SURE istituito dalla Commissione durante la pandemia Covid perché i mercati erano chiusi e c'era un problema di liquidità. Ma non è più così oggi", ha sottolineato l'ex funzionario. E "chi accetterà di far validare un piano di spesa per la Difesa e mettersi nelle mani della Commissione?", si chiede lo stesso ex funzionario. "Non ci sarà alcun diritto di supervisione della Commissione sui piani di difesa degli Stati membri", ci ha assicurato un diplomatico europeo. Ma l'idea di un nuovo prestito comune, sostenuta dall'ex presidente della Bce Mario Draghi, non passa. La Germania e i Paesi Bassi per ora dicono di “no”. “Bisogna mostrare a cosa serviranno i finanziamenti, evidenziare i bisogni", spiega il diplomatico europeo. "Continueremo a lavorare sui finanziamenti e vedremo come evolverà il dibattito".
Il Libro Bianco di von der Leyen "non reinventa la ruota" - Le lacune di capacità citate nel documento presentato ieri dalla Commissione non sono nuove. Erano già state identificate nella bussola strategica approvata dagli Stati membri nel 2022. "Non reinventiamo la ruota", ha ammesso un funzionario coinvolto nella stesura del documento. Erano stati promessi progetti di punta di capacità europee, come lo scudo missilistico o la difesa spaziale. Il Libro Bianco non ne fa menzione. "Sarà per il Vertice europeo di giugno", ha spiegato il commissario alla difesa Andrius Kubilius. "Non fermeremo Putin con la lettura del Libro Bianco", ha ammesso il commissario. "Ma lo faremo con la sua attuazione e traduzione in azioni", ha assicurato Kubilius.
Difesa europea, chi fa cosa? - Le forze armate sono di competenza degli Stati membri, la definizione dei loro bisogni spetta agli Stati membri. L'Unione fornisce la flessibilità per superare gli ostacoli agli investimenti e sostenere la base industriale. Ognuno ha il suo ruolo. Eppure, il diavolo si nasconde nei dettagli. Durante la conferenza stampa organizzata per presentare il Libro Bianco, l'Alto Rappresentante, Kaja Kallas, ha dovuto fare una precisazione su chi gestisce gli acquisti congiunti. "Abbiamo l'Agenzia Europea per la Difesa. Non è necessario creare una nuova competenza, una nuova struttura", ha affermato Kaja Kallas. L'Alto Rappresentante dirige l'AED. Ma Ursula von der Leyen vuole controllare gli acquisti congiunti, come ha fatto per i vaccini durante la pandemia di Covid. "La Commissione può svolgere questo ruolo di centrale d'acquisto per conto degli Stati o su mandato degli Stati. È una possibilità", ha dichiarato un funzionario della Commissione. Kallas ha alzato la voce. L'Alto Rappresentante dovrà lottare per evitare di essere sopraffatta da Ursula. Il suo predecessore Josep Borrell è entrato in conflitto con la presidente fin dai primi giorni del suo mandato e i loro rapporti sono stati pessimi.
Geopolitica
L'Ue protesta per l'arresto di Imamoglu in Turchia, ma senza criticare Erdogan - L'arresto del popolare sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, solleva "interrogativi in merito all'adesione della Turchia alla sua consolidata tradizione democratica", hanno detto l'Alto rappresentante, Kaja Kallas, e la commissaria all'allargamento, Marta Kos in una dichiarazione congiunta. "L'Ue esorta le autorità turche a garantire la massima trasparenza e a seguire il giusto processo. In quanto paese candidato all'Ue e membro di lunga data del Consiglio d'Europa, ci si aspetta che la Turchia applichi i più elevati standard e pratiche democratiche". Secondo l'Ue, "il rispetto dei diritti fondamentali e dello stato di diritto sono essenziali per il processo di adesione all'Ue". Nessuna critica diretta, tuttavia, è stata rivolta al presidente Recep Tayyip Erdogan, di cui Imamoglu è il principale rivale.
Stato di diritto
Il Parlamento chiede (di nuovo) di attivare l'articolo 7 contro l'Ungheria dopo la legge sul Gay Pride - Dopo l'approvazione da parte del Parlamento dell'Ungheria di una legge che vieta il Gray Pride un gruppo di deputati europei ha chiesto alla Commissione e agli Stati membri di andare avanti con la procedura dell'articolo 7 del Trattato per privare Viktor Orban del diritto di voto. “Questo tentativo di sopprimere le manifestazioni pacifiche è una violazione innegabile dei diritti fondamentali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Ue e dai valori che uniscono la nostra Unione, nonché dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo", si legge nel comunicato sottoscritto da Sophie Wilmès, presidente del gruppo di lavoro sui diritti fondamentali del Parlamento europeo e da altri tredici deputati in gran parte dei gruppi socialista, liberale, verde e della sinistra. Solo un deputato del PPE, il polacco Michał Wawrykiewicz, ha firmato il comunicato. "Questo non è un incidente isolato. Il governo ungherese ha fatto passi indietro in modo coerente e deliberato per molti anni, smantellando le istituzioni, lo stato di diritto e la libertà di espressione. Nel suo sistematico indebolimento sia dei diritti dei propri cittadini che dell'Ue come area di pace e prosperità, ha raggiunto un punto in cui un paese dell'Ue non è più una democrazia a pieno titolo". I deputati chiedono alla Commissione anche di aprire procedure di infrazione e applicare la condizionalità di bilancio in modo rigoroso.
Clean Deal
Un piano acciaio di ferro - Quote d'importazione ridotte del 15%, misure di salvaguardia, la Commissione europea ha presentato ieri il suo piano per arginare la minaccia delle sovrapproduzioni mondiali dirottate verso l'Europa dalle misure protezionistiche adottate dagli Stati Uniti. "L'Europa deve essere oggi un attore globale dell'acciaio, non un campo di gioco per i paesi terzi", ha avvertito Stéphane Séjourné, il vicepresidente della Commissione responsabile del mercato interno. "È la priorità numero uno. Dobbiamo proteggere le nostre acciaierie dalla concorrenza sleale straniera, da dove viene, da dove è", ha sostenuto Séjourné. "In dieci anni, la produzione di acciaio in Europa è passata dal 7% al 4% della produzione mondiale", ha sottolineato il commissario. "Ci sono siti in via di chiusura, c'è urgenza di agire", ha affermato. A tal fine, la Commissione ridurrà del 15% le importazioni di acciaio nell'UE a partire dal 1° aprile. Nel 2024, l'UE ha importato circa 60 milioni di tonnellate di acciaio, di cui 30 milioni di tonnellate esenti da dazi doganali. "In pochi anni, le sovrapproduzioni mondiali, provenienti in particolare dall'Asia, hanno colpito duramente il carnet di ordini delle nostre fabbriche", ha spiegato Stéphane Séjourné. La decisione degli Stati Uniti di imporre dazi del 25% su tutte le importazioni di acciaio e alluminio rischia di drenare le sovrapproduzioni mondiali di acciaio verso l'UE. Una misura di salvaguardia è stata introdotta nel 2018 durante la guerra dell'acciaio con gli Stati Uniti per limitare le importazioni di acciaio nell'UE e questa misura è stata rinnovata più volte. La clausola scadrà nel 2026. Bruxelles proporrà una soluzione per sostituirla nel terzo trimestre di quest'anno. È in corso un'indagine sull'afflusso di alluminio a basso costo importato in Europa dopo l'introduzione dei dazi statunitensi e potrebbero essere imposti dazi doganali. La siderurgia è un'industria vitale per l'Europa. Senza acciaio e senza alluminio, non si producono né automobili né turbine eoliche. Un carro armato contiene 50-60 tonnellate di acciaio di alta qualità e un aereo da combattimento richiede tre tonnellate di alluminio.
Digitale
La Commissione mette Google Search sul banco degli imputati del DMA - La Commissione ieri ha inviato due addebiti preliminari ad Alphabet, la casa madre di Google, per non aver rispettato il Digital Markets Act (DMA), per il trattamento da parte di Google Search degli altri servizi del gruppo e per le restrizioni di Google Play. Secondo il DMA, Google Search non dovrebbe trattare servizi di Google in modo più favorevole nella classificazione rispetto a servizi simili di parti terze. Dopo le contestazioni della Commissione, Alphabet ha implementato una serie di modifiche a Google Searck. Tuttavia la Commissione è giunta alla conclusione preliminare che Alphabet continui a dare la preferenza ai propri servizi di shopping, prenotazione alberghiera, trasporto o risultati finanziari e sportivi su Google Search. Quanto a Google Play, secondo il DMA, gli sviuppatori di app dovrebbero essere in grado gratuitamente di informare i clienti sulle possibilità alternative più economiche, di indirizzarli verso tali offerte e di consentire loro di effettuare acquisti. La Commissione ritiene che Alphabet non rispetti tale obbligo a causa di alcuni impedimenti tecnici.
La Commissione fissa le misure che Apple deve adottare per rispettare il DMA – Ieri la Commissione ha anche adottato dure decisioni ai sensi del DMA che riguardano Apple. La prima specifica le misure che Apple deve adottare nelle funzioni di connettività di iOS usate per dispositivi connessi come smartwatch, cuffie o TV. La seconda decisione indica le misure per garantire ai produttori e agli sviluppatori di app un migliore accesso alle funzioni dell'iPhone e dell'iPad. Le due decisioni sono giuridicamente vincolanti per Apple. Come ha notato il nostro collega Nicholas Hirst, bravissimo giornalista di MLex specializzato nella concorrenza, la Commissione "sta abbassando la sua retorica bellicosa per l'era Trump". Nei comunicati non ci sono più minacce di grande multe come in passato.
Accade oggi
Consiglio europeo
Parlamento europeo: audizione alla commissione Affari economici della presidente della Bce, Christine Lagarde
Parlamento europeo: audizione alla commissione Commercio del commissario Sefcovic
Commissione: la commissaria Kos a Skopje partecipa alla riunione dei leader del Patto per la crescita
Commissione: la commissaria Roswall a Roma partecipa al Forum Value of Water
Commissione: il commissario Tzitzikostas interviene all’European Shipping Summit
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sui ricorsi contro il regime “proroga tecnica” adottato in Italia nel 2013 per le concessioni di gioco del Bingo
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sul ricorso di una società sportiva che chiede a un giocatore di basket professionista 1,6 milioni di euro per i servizi offerti per farlo diventare professionista
Banca centrale europea: pubblicazione del bollettino economico
Banca centrale europea: discorso di Philip Lane alla University College Cork
Eurostat: produzione nelle costruzioni a gennaio; dati sulle richieste di asilo nel 2024; dati sulla violenza nel 2021