Buongiorno! Sono Idafe Martín Pérez e, con Christian Spillmann e David Carretta, vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
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La banderuola Manfred Weber
Il dizionario definisce una “banderuola” come una “piccola bandiera metallica girevole intorno all'asta verticale, che si pone alla sommità dei tetti per indicare la direzione del vento”. Pochi politici della bolla bruxellese assomigliano tanto a una banderuola quanto Manfred Weber. Per anni, il leader del Partito Popolare Europeo (PPE) ha cambiato opinioni, politiche e perfino il modo di raccontarle. Weber guarda dove soffia il vento.
Studiare l’evoluzione dei suoi discorsi e dei suoi messaggi nell’ultimo decennio permette di vedere la deriva verso l'estrema destra di ciò che una volta era una famiglia politica cristiano-democratica, moderata e perfino cristiano-sociale. Weber non decide dove soffia il vento, non è uno stratega, ma seguire il vento permette di sapere la sua strategia. Personaggio poco conosciuto in Germania (non è mai andato oltre il ruolo di europarlamentare, anche se per un periodo pensava che questo sarebbe bastato per diventare presidente della Commissione europea), si è ritagliato uno spazio a Bruxelles fino a diventare una figura indispensabile al Parlamento Europeo.
Fino a pochi anni fa, Manfred Weber era amico dei movimenti migratori e commerciali senza barriere. Quando, nel gennaio 2017, il presidente americano Donald Trump annunciò la costruzione di un muro che avrebbe separato gli Stati Uniti dal Messico, Weber scrisse su X (che allora si chiamava ancora Twitter): “Noi non costruiamo muri, vogliamo costruire ponti”. Gli anni passano e Weber, come tutta la destra europea, si è avvicinato agli ideali del trumpismo. Nell’ottobre del 2021, quando la Bielorussia inviava migranti verso i paesi baltici, Weber dichiarava al media lituano ‘LRT’ che non capiva “perché l’Unione Europea non potesse finanziare una barriera al confine con la Bielorussia”.
Quella situazione era molto particolare. La posizione di Weber era comprensibile. Il regime di Alexander Lukashenko utilizzava i migranti come arma contro l'Ue. Ma nel febbraio 2023, senza fare riferimento ad alcun regime dittatoriale, prima di un Consiglio europeo, Weber è tornato sul tema con questo messaggio: “Per quanto riguarda la migrazione, il tempo delle parole è finito, abbiamo bisogno di un’azione decisiva da parte del Consiglio Europeo. L’Europa è un continente di solidarietà, e vogliamo che continui a esserlo. Ma i livelli attuali di migrazione sono insostenibili, e la gente si chiede: ‘perché lo Stato non fa rispettare la legge?’. Con più di 300.000 attraversamenti illegali di frontiere, prima dobbiamo ristabilire il controllo delle nostre frontiere esterne. Riteniamo anche che la Commissione dovrebbe sostenere finanziariamente la costruzione di barriere in casi eccezionali. Purtroppo, a volte sono necessarie”.
La lotta contro la crisi climatica è stata un altro tema su cui le posizioni di Weber si sono spostate, poco a poco, sempre più verso l'estrema destra, dove tira il vento. Dieci anni fa, nel 2014, Weber applaudiva Papa Francesco con queste parole: “L’enciclica (sul clima) è un forte incentivo per il ruolo di leadership dell’Ue nella lotta contro il cambiamento climatico e negli sforzi per convincere i suoi partner”. Due anni dopo, nell’aprile del 2016, si rallegrava per la firma dell’Accordo di Parigi sul clima. Nel settembre di quello stesso anno, quando l’Unione Europea lo ratificava, dichiarava che “l’Europa deve continuare a essere il leader nella lotta contro il cambiamento climatico”.
Nel 2019 Manfred Weber si fece fotografare seduto con la giovane attivista svedese Greta Thunberg “per discutere le grandi sfide del cambiamento climatico”. E si dichiarò “molto impressionato dalla sua determinazione. È meraviglioso che i giovani si manifestino per il loro futuro e siamo orgogliosi che l’Europa stia dando l’esempio con l’Accordo di Parigi”. Una settimana più tardi scriveva su X che “l’urgenza climatica è reale e ci riguarderà tutti. La leadership europea è ora più necessaria che mai”. Nel dicembre 2019 chiedeva che la Commissione Europea nominasse immediatamente un “ambasciatore climatico”.
Tuttavia le cose nel frattempo sono cambiate, forse spinte dall’ascesa dell’estrema destra, che vede la crisi climatica come una cospirazione. Nell’aprile del 2021 Weber ha iniziato a dire che “dobbiamo trovare l'equilibrio tra le nostre politiche climatiche con l’economia”. Nel luglio di quello stesso anno affermava che “il PPE è a favore del realismo. L’ecologia e l’economia non sono in opposizione”. Nel 2023 il cambiamento è diventato conversione verso il negazionismo climatico. A luglio Weber ha manifestato davanti alla sede del Parlamento Europeo a Strasburgo insieme agli agricoltori e ha detto di condividere “le loro preoccupazioni per l’impatto della legge sul ripristino della natura”. Nel settembre 2023, quando si avvicinava l’approvazione della norma che proibisce la vendita di auto con motori a combustione a partire dal 2035, Weber ha dichiarato al Parlamento Europeo: “Non possiamo accettare che le auto elettriche cinesi siano le principali beneficiarie del nostro approccio climatico”. I ponti sul commercio che Weber voleva nell'era Trump sono saltati in aria.
Quest’anno il cambiamento ormai è totale. Il 6 febbraio Weber ha detto agli eurodeputati: “Di fronte alle proteste degli agricoltori vediamo le conseguenze di un approccio ideologico al cambiamento climatico. Dare lezioni invece di ascoltare, prescrivere invece di cooperare, l’Europa deve imparare di nuovo a valorizzare e rispettare il loro lavoro e il ruolo cruciale che svolgono”. Peccato che lo stesso Weber e il PPE avessero votato a favore della maggior parte delle leggi che costituiscono questo approccio “ideologico” al cambiamento climatico.
Il rispetto e la difesa dello Stato di diritto e dei valori fondamentali sono un altro tema su cui Weber è cambiato, anche se questo cambiamento è stato più rapido e, per una volta, per il meglio. Quando il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha iniziato la sua deriva liberale, già segnalata da organismi come l’OSCE, e dopo aver ricevuto avvertimenti da parte dell’amministrazione statunitense, Weber ha iniziato a passare dall'appoggio incondizionato a un sostegno un po’ più tiepido. Nell’aprile del 2017 chiedeva a Orban di accettare le proposte di riforma emesse dalla Commissione Europea, ma non andava oltre. Nel novembre dello stesso anno, si congratulava con Orban dopo una delle sue rielezioni come leader del suo partito, il Fidesz. Nell’aprile del 2018 per la sua vittoria elettorale. Orban era già allora nel mirino della Commissione. Alcuni leader liberali, come il belga Guy Verhofstadt, ex primo ministro e in quella legislatura uno degli uomini forti del Parlamento Europeo, rimproverarono a Weber la sua complicità con Orban.
Pochi mesi dopo, nel settembre del 2018, Weber annunciava che avrebbe votato a favore dell’attivazione dell’articolo 7 contro l’Ungheria. Se approvato, avrebbe sospeso i diritti di voto del paese come Stato membro. Quest’anno, nel 2024, gli attacchi sono diventati spietati. A gennaio Weber ha affermato che “gli estremisti stanno cercando di far naufragare una soluzione europea alla migrazione perché hanno bisogno di crisi per il loro tornaconto politico egoistico. Le Pen, AfD e Orban non vogliono risolvere problemi, loro sono il problema”.
Lo scorso ottobre il vecchio alleato Orban è diventato un paria: “La corruzione sta distruggendo il futuro dell’Ungheria, vediamo le conseguenze ogni giorno. Quasi 400.000 ungheresi hanno lasciato il paese, stufi della corruzione. La sua leadership, il primo ministro Orban, sta fallendo nei confronti del popolo ungherese”, ha detto Weber. Che nel frattempo ha accolto nel PPE il principale oppositore del premier ungherese, Péter Magyar, verso cui soffia il vento dei sondaggi in Ungheria. Ma è sempre con Orban – tramite il suo gruppo dei Patrioti – che Weber ha iniziato a fare accordi al Parlamento europeo nelle ultime settimane.
La frase
“È tempo che l'Ue e la Francia alzino la voce contro Bidzina Ivanishvili, l'oligarca (con passaporto francese) che sta comprando una nazione per offrirla in pasto a Putin”.
Raphaël Glucksmann, membro del Parlamento europeo.
Georgia
L'Ue incerta sul sostegno alla presidente Zourabichvili e all'opposizione filo europea - Ieri migliaia di persone sono scese nelle strade di Tbilisi per manifestare contro le irregolarità nelle elezioni legislative in Georgia che, stando ai risultati ufficiali, hanno confermato la maggioranza per il partito al governo Sogno Georgiano. Tra i manifestanti c'era anche la presidente Salomé Zourabichvili, che domenica aveva chiesto ai “partner internazionali di proteggere la Georgia, schierandosi dalla parte del popolo, non da quella di un governo illegittimo”. Il suo appello non è stato ascoltato. Ieri la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha detto che “i georgiani come tutti gli europei devono essere padroni del loro destino”. Ma la stessa von der Leyen non si è spinta fino a definire le elezioni illegittime. Si è limitata a dire che i georgiani “hanno un diritto a sapere cosa è successo questo fine settimana. Hanno un diritto a vedere che le irregolarità elettorali sono esaminate in modo rapido, trasparente e indipendente”. Lo scenario temuto dagli occidentali è quello bielorusso: una violenta repressione del governo di Sogno georgiano e un controllo assoluto di Mosca su Tbilisi. L'Ue spera di scongiurarlo, evitando di schierarsi apertamente con Zourabichvili e i democratici georgiani e cercando di convincere Sogno Georgiano a riprendere il percorso europeo. Di qui gli appelli al dialogo inclusivo e a ritirare le leggi che violano i diritti fondamentali.
Borrell richiama all'ordine Orban - Il premier ungherese, Viktor Orban, ieri è arrivato a Tbilisi accompagnato da diversi ministri per una visita di due giorni di sostegno al governo di Sogno Georgiano nel pieno delle contestazione della legittimità delle elezioni da parte dell'opposizione. Come accaduto con la cosiddetta “missione di pace” di luglio, durante la quale ha incontrato Vladimir Putin, Orban è accusato di abusare della presidenza di turno dell'Ue. “L'approvazione prematura da parte di Orban della vittoria di Sogno Georgiano e la sua visita diplomatica rappresentano un'ingerenza negli affari interni della Georgia e una violazione del principio di leale cooperazione sancito nei trattati", ha scritto Daniel Hegedesu del German Marshall Fund. Una portavoce del Servizio europeo di azione esterna ha chiarito che la visita di Orban “avviene nel solo contesto delle relazioni bilaterali tra Ungheria e Georgia” e che il premier “non ha ricevuto alcun mandato dal Consiglio dell'Ue”.
Orban vuole andare avanti con l'allargamento alla Georgia - Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha messo la Georgia all'ordine del giorno del vertice dell'Ue che si terrà a Budapest l'8 novembre. Ma qualsiasi decisione deve superare il veto di Orban. Consapevole di non dover pagare un prezzo per i suoi comportamenti, il premier ungherese non solo mina qualsiasi tentativo di risposta unitaria dell'Ue, ma promuove direttamente gli interessi di Vladimir Putin. “La Georgia è uno stato conservatore,c cristiano e pro Europa. Invece di inutili lezioni, ha bisogno del nostro sostegno sul suo percorso europeo”, ha detto ieri Orban arrivando a Tbilisi, nello stesso momento in cui gli altri leader hanno deciso di congelare il processo di adesione e pensano di fermarlo del tutto. Orban è stato pesantemente fischiato ieri all'uscita di un albergo a Tbilisi dai manifestanti pro europei.
Geopolitica
Truppe nordcoreane in Russia, segnale dell'impotenza di Putin, secondo Rutte - “Posso confermare che truppe nordcoreane sono state inviate in Russia e che unità militari nordcoreane sono state dispiegate nella regione di Kursk”, ha annunciato ieri il segretario generale della Nato, Mark Rutte, dopo un incontro a Bruxelles con una delegazione inviata dalla Corea del Sud. “Il dispiegamento di truppe nordcoreane rappresenta una significativa escalation del coinvolgimento della RPDC nella guerra illegale della Russia e una pericolosa escalation della guerra della Russia”, ha denunciato Rutte. Ma l'arrivo di queste truppe nordcoreane a Kursk “è anche un segnale della crescente disperazione di Putin”, ha sottolineato il capo della Nato. “Più di 600.000 soldati russi sono stati uccisi o feriti nella guerra di Putin, che non è in grado di continuare il suo assalto all'Ucraina senza un sostegno straniero”, ha sostenuto. I soldati nordcoreani sono stati inviati in Russia nell'ambito di un accordo tra Mosca e Pyongyang per aiutare i russi a riprendere il territorio conquistato dalle forze ucraine nell'oblast russo di Kursk. Entreranno in Ucraina? Mark Rutte non ha specificato quale sarebbe la posizione dell'Alleanza in questo scenario. Ma ha insistito sul mantenimento del sostegno militare all'Ucraina. La Corea del sud potrebbe fornire direttamente all'Ucraina proiettili di artiglieria.
L'Ue si accorge del problema Corea del Nord - La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ieri ha avuto una conversazione telefonica con il presidente della Repubblica di Corea, Yoon Suk Yeol. Sintomo del crescente allarme dentro l'Ue, la telefonata ha avuto diritto a un resoconto per i media. La discussione si è incentrata sui “progressi compiuti sul partenariato per la sicurezza e la difesa annunciato al vertice Uu-Corea del maggio 2023 a Seul”. I due leader “hanno accolto con favore il suo imminente lancio”. La logica della partnership per la sicurezza e la difesa è “più tempestiva e valida che mai”, perché “i soldati della Corea del Nord sono schierati a sostegno della guerra di aggressione della Russia”, ha detto von der Leyen. Questo “rappresenta una significativa escalation della guerra contro l'Ucraina e minaccia la pace globale”. La presidente della Commissione ha anche “espresso la preoccupazione dell'Ue in merito all'approfondimento della cooperazione militare tra Russia e Corea del Nord, che potrebbe incoraggiare Pyongyang ad aumentare ulteriormente le tensioni nella penisola coreana”. Sul Financial Times oggi va letto Gideon Rachman sulle ragioni per cui gli occidentali sottovalutano Kim Jong Un a loro rischio e pericolo: il sostegno della Russia a una guerra dalla Corea del Nord in Asia potrebbe essere il premio per il coinvolgimento in Ucraina.
Lituania
Landsbergis mette in pausa la politica - E' la prima conseguenza delle elezioni di domenica in Lituania: Gabrielius Landsbergis, il ministro degli Esteri del governo uscente e leader del partito conservatore Unione della Patria, ieri ha annunciato che prenderà una pausa dalla politica, dopo la vittoria dell'opposizione socialdemocratica. "Il segnale degli elettori è abbastanza chiaro, sia per il partito sia per me personalmente e sarebbe un errore non ascoltarlo", ha detto Landsbergis in una conferenza stampa: "Ho preso la decisione di dimettermi oggi da presidente dell'Unione della Patria 8...) e di prendere una pausa nella mia carriera politica". Il partito conservatore ha conquistato solo 28 seggi in Parlamento rispetto ai 49 delle elezioni del 2020. Landsbergis lascerà il suo seggio in Parlamento a un altro candidato del suo partito. Landsbergis non solo è il ministro degli Esteri europeo che ha adottato le posizioni più favorevoli all'Ucraina, dopo l'aggressione su vasta scala della Russia, ma è stato anche al centro di una disputa con la Cina a seguito della decisione di permettere l'apertura di una rappresentanza di Taiwan in Lituania.
Commissione von der Leyen II
Discorso federalista di Ursula von der Leyen al Collegio d'Europa - “In un futuro non troppo lontano, faremo tutti parte di un'unica Unione, con una politica estera comune. Dobbiamo quindi iniziare a formare oggi una nuova generazione di diplomatici per l'Unione di domani”, ha annunciato ieri la Presidente della Commissione europea agli studenti della classe Jacques Delors del Collegio d'Europa di Bruges (Belgio). Ursula von der Leyen ha sottolineato il lavoro dell'ex presidente della Commissione (1985-1995), scomparso il 27 dicembre 2023 all'età di 98 anni. “Fin dai miei primi giorni alla Commissione europea, mi sono spesso ispirata alla vita e all'eredità di Jacques Delors. E questo vale anche all'inizio del mio secondo mandato”, ha dichiarato von der Leyen. “Guidare non significa porsi al di sopra degli altri, ma essere al servizio degli altri”, ha ricordato la presidente della Commissione a quelli che ha definito i “rappresentanti della nuova generazione di giovani leader europei”.
Auto
L'Ue di fronte alla crisi dell'auto, dopo gli annunci di Volkswagen - Il colosso tedesco dell'auto Volkswagen intende chiudere tre impianti di produzione in Germania, tagliare decine di migliaia di posti di lavoro e ridurre gli stipendi del 10 per cento per far fronte alla crisi che sta attraversando. Lo ha annunciato ieri il capo del consiglio di fabbrica, Daniela Cavallo, lanciando un ultimatum di due giorni alla società per fare marcia indietro sui piani di ristrutturazione. Come hanno spiegato i nostri amici di Blocs (una newsletter sul commercio a cui consigliamo di abbonarvi), la nuova Commissione potrebbe trovarsi di fronte a un'enorme crisi del settore dell'auto in Europa, con gravi conseguenze economiche, politiche e sociali. La Commissione uscente si trova senza un commissario per il settore, a seguito delle dimissioni di Thierry Breton per la richiesta di von der Leyen di non confermarlo. Chi si prenderà cura dell'automotive nel prossimo mandato? Nelle 22 pagine di risposte al Parlamento europeo, il vicepresidente responsabile dell'Industria, Stéphane Séjourné, ha dato una risposta molto vaga: "Lavoreremo a un solido piano d'azione per l'industria automobilistica, che sta attraversando grandi trasformazioni sulla strada verso i veicoli elettrici e autonomi. Deve affrontare molti problemi, tra cui elevati costi di produzione, sovracapacità nei paesi terzi e indebolimento della domanda. Dobbiamo fare molto di più per affrontare queste sfide, per garantire un supporto continuo alla batteria e alla catena di approvvigionamento complessiva, per mettere in atto un quadro coerente per l'industria automobilistica, anche per la sua digitalizzazione".
Commissione: la presidente von der Leyen riceve il segretario generale della Nato, Mark Rutte
Commissione: il commissario Schmit a Roma partecipa agli ‘Stati Generali sulla Salute e la Sicurezza sul Lavoro’
Commissione: il commissario Wojciechowski a Giacarta, in Indonesia
Commissione: la commissaria Kyriakides a Copenaghen interviene alla 74esima sessione del Comitato Regionale per l’Europa dell’Oms
Commissione: il commissario Reynders a Budva, in Montenegro, partecipa alla riunione ministeriale Giustizia e Affari Interni dell’Ue-Balcani Occidentali
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
Eurostat: seconda pubblicazione dei conti settoriali del secondo trimestre; dati sull'occupazione per regione nel 2023
Rutte parla della morte di 600000 soldati russi, fiero della debolezza russa messa in crisi dall’intervento Nato. Come mai non ci dice quanti soldati ucraini abbiamo deciso di sacrificare laggiù? E la partecipazione dei soldati di entrambi gli schieramenti era su base volontaria, popolare o è stata obbligatoria?