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La Germania è di nuovo il malato d'Europa?
Economia in stallo, governo traballante e conflittuale, crisi identitaria sui migranti, estrema destra pronta a vincere le elezioni in due Lander orientali. La Germania è tornata a essere il malato d'Europa, con gravi implicazioni per l'Unione Europea nel momento in cui serve una leadership politica forte da parte di Berlino per realizzare le scelte politiche difficili che attendono gli europei nei prossimi cinque anni. Il socialdemocratico Olaf Scholz si sta rivelando un mediocre cancelliere dopo i risultati in chiaroscuro della lunga era di Angela Merkel. Guerra della Russia contro l'Ucraina, rapporti con gli Stati Uniti e la Cina, allargamento a Est, bilancio pluriennale 2028-35, nuovo debito comune per finanziare le transizioni o la difesa, riforma del trattato: senza gli impulsi politici della Germania, anche l'Ue rischia la paralisi. Riusciranno i tedeschi a uscire dalla deprimente spirale in cui si sono infilati?
Nell'immediato gli occhi di Bruxelles sono puntati sulle elezioni di domenica in Turingia e Sassonia, dove i sondaggi danno in testa Alternativa per la Germania (AfD). Una vittoria dell'estrema destra nei Lander orientali sarebbe una prima assoluta, in grado di risvegliare gli incubi del passato. I risultati potrebbero destabilizzare ulteriormente la coalizione tra i socialdemocratici della SPD, i Verdi e liberali della FDP, già divisa su alcuni temi chiave per il futuro del paese. Il cancelliere Scholz riuscirà a restare al potere fino alle elezioni, previste per il 28 settembre 2025? L'attentato di Solingen, commesso da un giovane richiedente asilo siriano che ha provocato la morte di tre persone, ha messo ulteriormente sulla difensiva i partiti di governo. AfD non è il solo partito anti-sistema in crescita nelle urne. All'estrema sinistra l'Alleanza Sahra Wagenknecht sta guadagnando consensi grazie a un'agenda anti-migranti e pro-Russia. Tra un anno, se come dicono i sondaggi arriveranno in testa con il 30 per cento, i cristiano-democratici della CDU-CSU saranno in grado di formare una coalizione stabile e coerente?
La depressione economica tedesca può essere sintetizzata da due dati pubblicati ieri. Nel secondo trimestre del 2024, il Pil della Germania è diminuito dello 0,1 per cento rispetto al trimestre precedente, ha detto l'Ufficio federale di statistica Destatis. In agosto l'indice della fiducia dei consumatori ha subito “una grava battuta d'arresto” con un calo di 3,4 punti, hanno detto GfK e l'Istituto di Norimberga per le decisioni di mercato. Un rimbalzo economico della Germania non è in vista. Dopo la contrazione dello 0,3 per cento del Pil nel 2023, nelle sue previsioni di primavera la Commissione stima che la crescita tedesca si fermerà allo 0,1 per cento nel 2024 e all'1,0 per cento nel 2025. Per vedere la Germania dietro a gran parte degli altri paesi della zona euro nelle classifiche della crescita economica occorre tornare allo scorso millennio. Nel 1998 fu l'economista Holger Schmieding a parlare per la prima volta del "malato d'Europa", seguito l'anno successivo da una memorabile copertina dell'Economist.
Il commissario all'economia, Paolo Gentiloni, ha più volte rifiutato la definizione di “malato d'Europa”, ma sabato ha comunque chiamato la Germania “fanalino di coda”. Ha anche ricordato che le conseguenze si fanno sentire su altri paesi dell'Ue come l'Italia, che dipende dal buon andamento dell'economia tedesca per le sue esportazioni. “L'economia tedesca non ha ripreso a crescere e questo è un problema”, ha avvertito il commissario. Sul piano politico, almeno in privato e qualche volta anche in pubblico, Emmanuel Macron si è lamentato delle perenni esitazioni del cancelliere Scholz sulla politica europea o il sostegno all'Ucraina.
Le ragioni all'origine del malessere attuale tedesco sono state analizzate ampiamente. L'aggressione della Russia contro l'Ucraina ha provocato uno triplo choc. Innanzitutto psicologico, perché i tedeschi si sono sempre sbagliati sulle reali intenzioni di Vladimir Putin. Poi geopolitico, perché i presupposti dei dividendi della pace attraverso il commercio sono venuti meno. Infine economico, perché è crollato uno dei tre pilastri del successo economico della Germania, l'energia a basso costo importata dalla Russia. Anche gli altri due pilastri – le esportazioni verso la Cina e l'ombrello di protezione di sicurezza fornito dagli Stati Uniti – sono sempre più fragili.
Alcuni ritengono che la crisi economica sia congiunturale e che, con i tassi della Bce in calo e i prezzi dell'energia stabilizzati, la crescita si riprenderà. Ma la Germania soffre anche di mali più antichi. Nei suoi 16 anni al potere Merkel ha dimostrato leadership europea ed è stata rassicurante con i tedeschi, ma ha fatto poche riforme interne. L'ortodossia di bilancio ha frenato gli investimenti pubblici in settori chiave come il digitale e le infrastrutture. Anche la grande industria dell'auto ha preferito sedersi sui profitti invece di investire nella transizione verso l'auto elettrica, facendosi superare da americani e cinesi. Per Gentiloni, il problema è “in parte contingente, in parte legato al modello”.
Il cancelliere Scholz ha risposto alla guerra della Russia contro l'Ucraina con la “Zeitenwende”: la svolta storica sulla difesa con un fondo da 100 miliardi di euro per il settore militare. Ciò che è mancato è una “Zeitenwende” politica: una svolta nella mentalità della classe dirigente tedesca per rilanciare il processo di riforme interne, compresa la fine dell'ossessione per il pareggio di bilancio. “Le regole di bilancio che la Germania si è auto-imposta non aiutano ad affrontare una situazione difficile come questa”, ha avvertito Gentiloni. In fondo all'inizio del millennio la Germania è passata dallo status di “malato d'Europa”, in cui era precipitata con la riunificazione, a quello di superpotenza economica globale grazie alla svolta storica di “Agenda 2000”, le riforme imposte dall'ex cancelliere Gerhard Schroeder.
Il futuro dell'Ue potrebbe dipendere da quello che accadrà nei prossimi 12 mesi a Berlino, oltre che dalla soluzione alla crisi politica in Francia. Ursula von der Leyen difficilmente proporrà passi coraggiosi senza la copertura della Germania. Nell'ultimo anno le divisioni dentro all'attuale coalizione hanno spinto la Germania ad astenersi dentro il Consiglio su diversi provvedimenti importanti, contribuendo allo stallo delle minoranze di blocco. Se nel 2025 il leader della CDU, Friedrich Merz, sarà costretto a fare un'alleanza a tre per avere la maggioranza al Bundestag, l'assenza di leadership della Germania nell'Ue potrebbe protrarsi. Sulla transizione climatica e digitale e il rafforzamento della difesa l'ammontare della sfida finanziaria è stato calcolato dalla Bce europea in un recente studio: 5.400 miliardi di investimenti tra il 2025 e il 2031. L'annuncio del dimezzamento degli aiuti militari all'Ucraina non è di buon auspicio. “E' una pessima notizia”, ha detto l'Alto rappresentante, Josep Borrell. L'Ue ha bisogno di più “Zeitenwende” dalla Germania, non di meno.
La frase
“La rapida diffusione della poliomielite minaccia tutti i bambini di Gaza, già indeboliti da sfollamenti, privazioni e malnutrizione. Esorto a un cessate il fuoco umanitario immediato di 3 giorni per consentire la vaccinazione”.
Josep Borrell.
Commissione von der Leyen II
Von der Leyen farà tutto quanto in suo potere per la parità - Il tema sta diventando sempre più scottante: la Commissione von der Leyen II rischia di far compiere un balzo indietro di venti anni all'esecutivo comunitario in termini di parità, dopo che i governi hanno ignorato la richiesta della presidente di presentare due nomi – un uomo e una donna – come candidati commissari. Ma finalmente ieri, su nostra domanda, il portavoce della Commissione, Eric Mamer, è andato oltre i precedenti “no comment” su cosa farà Ursula von der Leyen. “La presidente è convinta che nel mondo moderno abbiamo bisogno di avere quante più donne possibili in posizioni di responsabilità. E' in contatto con gli Stati membri e sta facendo tutto ciò che è in suo potere per avere un collegio ben bilanciato, con persone competenti e che includerà quante più donne possibile", ha detto Mamer. In teoria, tra i poteri di von der Leyen c'è anche quello di rigettare i candidati proposti dai governi. Ne avrà il coraggio? Affaire à suivre.
Tutte le donne della presidente - Intanto sul Mattinale vogliamo proseguire con la presentazione dei candidati commissari che i governi hanno indicato o designato finora. Oggi ci concentriamo sulle poche nuove donne del prossimo collegio (sono quattro). Oltre a Kaja Kallas, star della politica europea che sarà il prossimo Alto rappresentante e vicepresidente della Commissione, l'altra donna forte è la spagnola Teresa Ribera. Pedro Sanchez deve ancora formalizzare la sua nomina. Ma lei ha già fatto sapere di volere un portafoglio importante, forse una vicepresidenza, per occuparsi di clima ed energia. Ribera ha anche criticato la retromarcia imposta da Ursula von der Leyen sul Green deal, dopo le proteste di alcuni governi e degli agricoltori. Il rapporto rischia di essere complicato. Le altre due nuove donne della Commissione vengono dal nord, hanno caratteri meno latini e appartengono alla famiglia del PPE. La Svezia ha nominato Jessika Roswall, ministra per gli Affari europei, che in passato si è occupata anche in consumatori. La Finlandia ha designato Henna Maria Virkkunen, deputata europea e già ministra della pubblica amministrazione, che al Parlamento europeo si è occupata di Industria, Trasporti e Digitale. A completare la squadra di commissarie senza cravatta sono Ursula von der Leyen e Dubravka Suica.
Per Michael O'Leary di Ryanair, von der Leyen è inutile - "E' difficile che la nuova Commissione sia peggio di quella precedente. E dubito molto che sarà meglio", ha detto ieri l'amministratore delegato di Ryanair, Michael O'Leary, in una conferenza stampa a Bruxelles, criticando Ursula von der Leyen per alcune delle sue politiche negli ultimi cinque anni. “Non ho molta fiducia nella capacità di Ursula von der Leyen di avere leadership da nessuna parte. Penso che nei primi cinque anni come presidente della Commissione abbia dimostrato di essere praticamente inutile”, ha detto O'Leary, contestando l'immobilismo dell'esecutivo comunitario sugli scioperi dei controllori del traffico aereo in Francia e le tasse ambientali che vengono applicate unicamente ai voli a corto raggio all'interno dell'Ue. “I voli più inquinanti, che sono i voli a lungo raggio fatti da ricchi russi, ricchi americani, ricchi cinesi, continuano ad atterrare e decollare in Europa e a pagare zero tasse ambientali", ha detto O'Leary.
Geopolitica
Stoltenberg convoca il Consiglio Nato-Ucraina - Su richiesta di Kyiv, il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg, ha convocato una riunione del Consiglio Nato-Ucraina dopo che la Russia ha condotto il più grande attacco di missili e droni dall'inizio della guerra. "Il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, informerà gli alleati in videoconferenza sulla situazione sul campo di battaglia e le necessità prioritarie in termini di capacità", ha detto la portavoce della Nato, Farah Dakhlallah. "Gli alleati Nato hanno assicurato supporto sostanziale alla difesa aerea ucraina e sono impegnati a rafforzare ulteriormente le difese ucraine", ha aggiunto.
Digitale
I dubbi della Commissione sul numero di utenti di Telegram - La Commissione europea sta conducendo un'indagine sul numero di utilizzatori dichiarato da Telegram, perché ha “dubbi” sulla cifra dichiarata dalla stessa piattaforma che le consente di non essere sorvegliata direttamente dall'esecutivo comunitario. Telegram a febbraio ha dichiarato 41 milioni di utenti, al di sotto della soglia di 45 milioni per essere designata come “Piattaforma online molto grande” ai sensi del Digital Services Act. Di conseguenza Telegram “non è sotto la supervisione diretta della Commissione europea”, ha detto un suo portavoce: "Stiamo analizzando attentamente queste cifre per assicurarci che siano effettivamente accurate”. Telegram, il cui amministratore delegato Pavel Durov è stato arrestato in Francia, deve comunque rispettare le regole del DSA, anche se è sotto la supervisione delle autorità del Belgio. La Commissione ha ricordato che il DSA non limita la libertà di parola, ma impone obblighi di rimozione di contenuti illegali.
Green deal
La Commissione davanti alla Corte per gli obiettivi climatici - Due ong, Climate Action Network (CAN) Europe e Global Legal Action Network (GLAN) hanno deciso di portare la Commissione davanti alla Corte di giustizia dell'Ue contestando all'esecutivo europeo di non rispettare gli obiettivi climatici da realizzare entro il 2030 per limitare l'aumento della temperatura a 1,5 gradi. Il ricorso è stato presentato a febbraio e la Corte dell'Ue ha accettato la procedura accelerata. Secondo le due ong, i limiti di emissioni annuali fissati per ogni paese nei settori dell'edilizia, dell'agricoltura, dei rifiuti, della piccola industria e dei trasporti, sono illegali. CAN Europe e GLAN sostengono che le allocazioni decise sono contrarie al diritto ambientale e agli impegni internazionali dell'Ue, inclusi l'accordo di Parigi, la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea e l'articolo 191 del trattato sul funzionamento dell'Ue. La Commissione dovrebbe presentare le sue osservazioni entro il 26 settembre. L'udienza davanti al Tribunale dell'Ue dovrebbe tenersi nella seconda metà del 2025. Una sentenza potrebbe arrivare all'inizio del 2026. L'obiettivo delle due ong è ottenere dai giudici di Lussemburgo una sentenza che obblighi la Commissione a rivedere e aumentare i limiti di emissioni annuali degli stati membri.
Accade oggi
Consiglio europeo: il presidente Michel in visita nei paesi del Golfo
Commissione: la vicepresidente Jourova a Olsztyn partecipa alla Conferenza Campus - il Futuro della Polonia e incontra il ministro della Giustizia polacco, Adam Szlapka
Commissione: il commissario Breton riceve il segretario di stato tedesco per l'Economia e il clima, Sven Giegold
Parlamento europeo: la presidente Metsola in Polonia incontra il premier, Donald Tusk