Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
La grande bufala delle vie legali per i rifugiati
Ogni volta che Ursula von der Leyen prende un aereo per andare a firmare un accordo con un paese di transito e promettere soldi in cambio dell'impegno a fermare le partenze dei migranti, la presidente della Commissione sottolinea che la soluzione per i rifugiati sono "le vie legali" per arrivare in Europa. Lo ha fatto anche giovedì 2 maggio, durante la sua visita in Libano, dove ha offerto un pacchetto di aiuti da un miliardo di euro al primo ministro, Najib Mikati, per fermare le partenze di rifugiati siriani verso Cipro. "Per aiutarvi nella gestione delle migrazioni, siamo impegnati a mantenere aperte le vie legali verso l'Europa e a reinsediare rifugiati dal Libano nell'Ue", ha detto von der Leyen. "Allo stesso tempo, contiamo sulla vostra buona cooperazione per prevenire migrazioni illegali e combattere il traffico di migranti". La parola chiave è "reinsediamento", il programma attraverso il quale gli stati membri dell'Ue forniscono protezione ai profughi che si trovano in paesi terzi, senza che debbano imbarcarsi in pericolosi viaggi. Peccato che il "reinsediamento" sia al meglio uno slogan, al peggio una bufala.
Il "reinsediamento" è il processo mediante il quale, dietro proposta dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), i profughi bisognosi di protezione internazionale vengono trasferiti da un paese extra Ue e stabiliti in un paese dell’Ue con una forma di protezione legale. Ciascun paese dell’Ue rimane responsabile per le singole decisioni di ammissione. Il reinsediamento non va confuso con i "ricollocamenti" (o "relocation" in inglese), che forniscono un meccanismo di distribuzione delle persone bisognose di protezione internazionale all’interno dell’Ue.
Nel 2015 l'Ue aveva lanciato un programma di reinsediamento volontario e aveva individuato le regioni prioritarie di origine delle persone da reinsediare (il Nord Africa, il Medio Oriente e il Corno d’Africa) con una promessa iniziale di 20 mila. All'epoca la crisi dei rifugiati siriani era già scoppiata. Da allora l'esercizio viene rinnovato ogni uno o due anni, con gli stati membri che promettono un certo numero di posti per i rifugiati da reinsediare o da far arrivare nell'Ue attraverso le ammissioni umanitarie. Quest'ultimo meccanismo è stato pensato soprattutto per gli afgani dopo il ritiro precipitato dal paese nel 2021.
Il primo problema con il programma di reinsediamento dell'Ue è che è assolutamente inadeguato rispetto a quanto sarebbe necessario per alleviare la pressione sui paesi terzi che ospitano i profughi o per scoraggiare i rifugiati a non mettersi nelle mani dei trafficanti. I rifugiati siriani sono un buon esempio. Solo in Libano ce ne sono circa 1,3 milioni. La Turchia ne accoglie 3,3 milioni, la Giordania 500 mila, l'Iraq 288 mila e l'Egitto 156 mila. L'UNHCR stima che oltre 750 mila profughi siriani abbiano bisogno di essere reinsediati solo nel 2024.
Lo scorso dicembre l'Ue ha concluso l'esercizio per il 2024-25 nel quale i suoi stati membri promettono posti per il "reinsediamento" e la "ammissione umanitaria" non solo per i siriani, ma per tutti i profughi, ovunque si trovino. Il risultato è deludente. Solo quattordici stati membri hanno deciso di partecipare. Per i prossimi due anni i posti messi a disposizione sono 30.960 per i reinsediamenti e 29.775 per le ammissioni umanitarie. La Germania da sola fornisce più della metà dei posti promessi: 37.100 (di cui 24 mila per le ammissioni umanitarie, in gran parte dall'Afghanistan). La Francia è seconda con 6 mila. L'Italia è terza con 2.700. Il ricco Lussemburgo ne ha promessi 10.
Si potrebbe pensare che 60 mila rifugiati accolti con il reinsediamento in due anni non siano pochi. Almeno la generosità non sta calando: nel 2023 i posti offerti erano stati 29.157. Ma un conto sono le promesse e gli impegni, un conto sono i numeri reali. Per quelli ci si deve affidare a Eurostat, che a fine aprile ha pubblicato le cifre per il 2023. Lo scorso anno solo 13.830 persone sono state reinsediate nei paesi dell'Ue, il 25 per cento in meno che nel 2022 (18.555). La Germania aveva promesso 18.500 posti tra reinsediamenti e ammissioni umanitarie nel 2023, ma ha accolto appena 4.975 rifugiati da paesi terzi. La Francia ne ha accolti 2.825, l'Italia 1.645 e la Finlandia 1.330.
Sui 13.830 rifugiati reinsediati nell'Ue nel 2023, il 54 per cento sono siriani, il 15 per cento afgani e il 7 per cento congolesi e sudanesi. Il principale paese da cui sono stati reinsediati è la Turchia (2.525 persone), seguita da Libano (1.775) e Egitto (1.485). Eurostat fornisce anche un dettaglio importante. I rifugiati reinsediati nell’ambito dei quadri di reinsediamento dell’Ue sono stati appena il 12 per cento (1.675). Il programma dell'Ue, finanziato dal bilancio comunitario e coordinato dalla Commissione, non solo è totalmente inadeguato, ma non funziona. La spesa lo scorso anno ha quasi raggiunto i 250 milioni di euro.
I dati sono una seccatura per i responsabili politici. Li mettono di fronte alla realtà. Sulle politiche migratorie mostrano la deriva dell'Ue verso un approccio dettato dalla paura e dall'emotività, invece che dalle soluzioni che funzionano. Von der Leyen ha riscoperto la necessità di aiutare il Libano, con i suoi 1,3 milioni di rifugiati siriani, solo dopo che 3 mila migranti sono sbarcati a Cipro, dove il governo ha smesso di accettare richieste di asilo e ha iniziato a fare operazioni di respingimento, violando le regole dell'Ue.
L'attenzione politica è tutta concentrata sugli sbarchi di migranti in provenienza dall'Africa o dal Medio Oriente. Ma il numero di richieste di asilo è molto più alto di quello dei migranti che arrivano via mare: 1.048.880 persone hanno chiesto protezione internazionale nel 2023 (secondo i dati Eurostat) a fronte di 274.870 ingressi attraverso le rotte del Mediterraneo centrale, orientale e occidentale e dell'Africa occidentale (secondo i dati Frontex).
Cosa dicono questi dati? Nel momento in cui l'Ue si concentra unicamente sui paesi oltre il Mediterraneo, pagando regimi più o meno autoritari per bloccare le partenze ed esternalizzando la gestione delle sue frontiere, la vera porta di ingresso della maggior parte dei richiedenti asilo sono gli aeroporti. L'arrivo di questi migranti, il più delle volte, è assolutamente legale, dato che hanno ottenuto un visto di ingresso nell'Ue per ragioni di turismo, lavoro o studio. E' un'altra dimostrazione che le vie legali per i rifugiati sono solo una foglia di fico per nascondere meglio politiche che, oltre che inumane, non funzionano.
La frase
"Lei stende il tappeto rosso (...) e giustifica questo ossequio nei confronti di un dittatore dicendo che bisogna essere realisti. Ma non c'è nulla di "realista" nel suo atteggiamento ossequioso. Il primo comandamento del realismo è basare la propria politica sulla realtà. La realtà fondamentale che l'Europa deve affrontare nel 2024 è la guerra di Vladimir Putin in Ucraina. E questa guerra, signor Presidente, è sostenuta finanziariamente e diplomaticamente dal Presidente cinese Xi Jinping".
Raphaël Glucksmann a Emmanuel Macron.
Geoeconomia
Xi rifiuta le richieste europee sulla sovracapacità, l'Ue minaccia una guerra commerciale - Il presidente cinese, Xi Jinping, ieri ha rifiutato di andare incontro alle richieste di Emmanuel Macron e Ursula von der Leyen di riequilibrare i rapporti economici, sottolineando che "il sedicente problema della sovracapacità della Cina non esiste". Xi ha spiegato al presidente francese e alla presidente della Commissione che l'industria cinese permette di "accrescere l'offerta mondiale e attenuare la pressione dell'inflazione mondiale". Una guerra commerciale potrebbe essere in vista. Von der Leyen ha detto che gli squilibri economici tra Ue e Cina “rimangono significativi e questo è motivo di grande preoccupazione. Come abbiamo dimostrato, difenderemo le nostre aziende, difenderemo le nostre economie”, ha detto von der Leyen. La presidente della Commissione ha citato in particolare i prodotti sovvenzionati da Pechino, come i veicoli elettrici e l'acciaio, e il mancato accesso al mercato cinese. “Ci coordineremo da vicino con i paesi del G7 e con le economie emergenti che sono sempre più colpite dalle distorsioni del mercato cinese”, ha detto von der Leyen. “Una Cina che gioca lealmente è un bene per tutti noi. Allo stesso tempo, l’Europa non esiterà a prendere le decisioni difficili necessarie per proteggere la sua economia e la sua sicurezza”.
Geopolitica
L'Ue chiede aiuto sull'Ucraina, Xi punta a disaccoppiare l'alleanza transatlantica - All'inizio dell'incontro trilaterale di ieri con Emmanuel Macron e Ursula von der Leyen, Xi Jinping ha rinnovato la sua scommessa su un disaccoppiamento occidentale in nome dell'autonomia strategica dell'Ue dagli Stati Uniti. "In qualità di due importanti potenze mondiali, la Cina e l'Ue devono (...) approfondire la comunicazione strategica, rafforzare la loro fiducia reciproca strategica, consolidare il loro consenso strategico e procedere a un coordinamento strategico". Per parte loro, gli europei hanno insistito con Xi affinché la Cina giochi un ruolo “decisivo” sulla guerra in Ucraina. Secondo l'Eliseo, Macron ha chiesto di “usare le leve” di cui dispone la Cina sulla Russia per “contribuire a una soluzione a questo conflitto”. “Contiamo che la Cina utilizzi tutta la sua influenza sulla Russia per porre fine alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina”, ha detto von der Leyen. La presidente della Commissione ha chiesto “più sforzi” a Xi per “ridurre le forniture alla Russia di beni a uso duale che finiscono sul campo di battaglia”. La presidente della Commissione ha ricordato che, “data la natura esistenziale delle minacce derivanti da questa guerra sia per l’Ucraina sia per l’Europa, questo influisce sulle relazioni Ue-Cina”.
Putin ordina esercitazioni nucleari vicino all'Ucraina - Il presidente russo, Vladimir Putin, ha ordinato esercitazioni con armi nucleari tattiche delle forze militari vicino all'Ucraina in risposta a quelle che considera minacce occidentali. Le esercitazioni sono volte ad assicurare l'integrità territoriale russa "in risposta alle dichiarazioni provocatorie e alle minacce di alcuni responsabili occidentali contro la Federazione russa", ha detto il ministero della Difesa russo, annunciando le esercitazioni con le forze del distretto militare meridionale. Il Pentagono ha condannato la "retorica irresponsabile" di Mosca. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha detto di essere "fiduciosa" che il presidente cinese, Xi Jinping, continuerà ad avere "un ruolo importante nel mitigare le minacce nucleari irresponsabili della Russia".
L'Ue negozia il quattordicesimo pacchetto di sanzioni - La Commissione è sul punto di presentare formalmente agli stati membri la sua proposta per il quattordicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che dovrebbe includere per la prima volta misure restrittive nel settore del gas. L'esecutivo comunitario propone un bando alle importazioni di gas naturale liquefatto, inclusi i servizi di trasporto verso paesi terzi e la partecipazione in progetti russi di Gnl nell'Artico. Le altre misure includono un divieto di importazioni di elio russo, restrizioni alle importazioni di terre rare e il divieto di accesso a undici navi russe sospettate di contribuire allo sforzo di guerra. La Commissione intende anche vietare i finanziamenti della Russia a partiti politici e altre organizzazioni e sanzionare Voice of Europe, il sito accusato di essere al centro di una campagna di influenza russa in vista delle prossime elezioni europee.
Stato di diritto
La presidente von der Leyen ritira la procedura articolo 7 contro la Polonia - La Commissione europea ieri ha annunciato la sua intenzione di ritirare la procedura dell'articolo 7 del trattato contro la Polonia per violazione grave dello Stato di diritto, dopo aver completato la sua analisi sulla situazione nel paese a seguito dell'arrivo del nuovo governo di Donald Tusk. Secondo la Commissione “la Polonia ha varato una serie di misure legislative e non legislative per affrontare le preoccupazioni sull’indipendenza del sistema giudiziario, ha riconosciuto il primato del diritto comunitario e si è impegnata ad attuare tutte le sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e delle Corte europea dei diritti dell’uomo in materia di stato di diritto, compresa l’indipendenza della magistratura”. Di conseguenza - agli occhi della Commissione - “non esiste più un rischio evidente di violazione grave dello Stato di diritto”.
La candidata Ursula vola in Polonia a fare campagna con Tusk - La Commissione assicura come sempre che è solo una coincidenza e che tutto è stato fatto secondo le regole. Ma è difficile non intravedere un enorme conflitto di interessi tra la candidata Ursula e la presidente von der Leyen. Subito dopo che la sua Commissione ha annunciato l'intenzione di ritirare la procedura articolo 7 contro la Polonia, la presidente Ursula von der Leyen è volata nel paese per fare campagna elettorale. La candidata Ursula ieri ha incontrato la famiglia di Giovanni Paolo II e reso omaggio al monumento del papa defunto a Wadowice. Oggi von der Leyen terrà un discorso in quanto candidata del PPE con il premier Donald Tusk a Katowice. Ieri la presidente von der Leyen si è congratulata con Tusk e il suo governo per “l'importante passo avanti” sull'articolo 7. “Oggi si apre un nuovo capitolo per la Polonia”, ha detto von der Leyen: “È il risultato del loro duro lavoro e dei loro determinati sforzi di riforma. Il ripristino in corso dello Stato di diritto in Polonia è positivo per il popolo polacco e per la nostra Unione nel suo insieme. È una testimonianza della resilienza dello Stato di diritto e della democrazia in Europa”.
Accade oggi
Consiglio Affari sociali
Consiglio Affari esteri (Sviluppo)
Commissione: il vicepresidente Sefcovic riceve il capo del governo di Andorra, Xavier Espot, e il ministro degli Esteri di San Marino, Luca Beccari, per la finalizzazione dei testi dell'accordo di associazione con i due paesi
Commissione: discorso del vicepresidente Schinas al seminario di alto livello Ue-Israele sulla lotta al razzismo, alla xenofobia e all'antisemitismo
Commissione: la commissaria Johansson partecipa a un incontro ministeriale della Coalizione contro i crimini gravi e organizzato ad Amburgo
Commissione: la commissaria Simson partecipa al 16esimo Congresso economico di Katowice in Polonia
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza Nada sul doping e la protezione dei dati personali; conclusioni dell'Avvocato generale sul rifiuto delle autorità della Romania di riconoscere il cambio di nome e sesso
Corte dei conti dell'Ue: relazione su “I sistemi utilizzati dalla Commissione per recuperare le spese irregolari dell’UE: è possibile recuperare di più e più velocemente”
Eurostat: dati sui prezzi della produzione industriale a marzo; dati sul commercio al dettaglio a marzo; dati sulle cause di morte per età nel 2021