Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
La linea rossa di Renew per la prossima maggioranza inizia da Meloni
Dopo Verdi, Socialisti e Popolari, ieri è stata la piattaforma di Renew a dare il calcio di inizio alla sua campagna elettorale in vista del voto del 6-9 giugno per rinnovare il Parlamento europeo. Un programma di dieci punti e tre volti al posto di uno Spitzenkandidat dovrebbero rilanciare le sorti della famiglia liberale nell'Ue. Sorpresa felice per gli europeisti nel 2019, quando conquistò oltre cento seggi smentendo le Cassandre che annunciavano uno Tsunami euroscettico su Bruxelles e Strasburgo, Renew rischia di essere il grande perdente del 2024. Secondo le ultime proiezioni di Europe Elects, Renew Europe potrebbe passare da 102 a 82 deputati, slittando dietro al gruppo dell'estrema destra Identità e democrazia (92) e quello sovranista dei Conservatori e riformisti europei (83). Ma non per questo conteranno di meno.“Saremo la forza centrale e di equilibrio” di una coalizione europeista, dice Valérie Hayer, capogruppo di Renew volto della campagna insieme a Sandro Gozi e Marie-Agnes Strack-Zimmerman. “Gli altri hanno bisogno di noi”. Ma “non ci saranno assegni in bianco a Ursula von der Leyen”. Renew ha una “linea rossa” assoluta, avverte Hayer: “Non ci siederemo al tavolo dei negoziati con l'Ecr”. Compresa Giorgia Meloni.
Renew è una creatura particolare. Non è un partito europeo, ma una piattaforma con tre componenti. C'è l'Alleanza dei democratici e liberali europei (Alde), la tradizionale famiglia dei partiti liberali, in particolare del nord Europa. C'è il Partito democratico europeo, presieduto dal francese François Bayrou, che fu inventato nel 2004 insieme agli italiani della Margherita per facilitare la loro fuoriuscita dal Partito Popolare Europeo (PPE). Ci sono infine i francesi di Renaissance, il partito di Emmanuel Macron, che sui temi economici sono molto meno liberali dei loro colleghi dell'Alde, ma hanno permesso alla famiglia liberale di vivere una seconda giovinezza nel 2019. Cinque anni dopo, l'effetto rinnovamento è passato. Il calo nei sondaggi è netto. E quello dei seggi nel nuovo Parlamento europeo sarà doloroso. Colpa degli spagnoli di Ciudadanos che in cinque anni si sono estinti. Colpa di Emmanuel Macron che sta perdendo sempre più terreno di fronte a Marine Le Pen. Colpa dei tedeschi della Fpo di Christian Lindner, che si trova incastrata in una coalizione con due partiti troppo di sinistra per piacere al suo elettorato. Colpa degli italiani che sono divisi in tre – Azione, Italia Viva e +Europa – e potrebbero non fare eletti perché non sono in grado di formare una lista comune per superare la soglia di sbarramento.
I tre volti della campagna del 2024 sono espressione di ciascuna componente di Renew. La tedesca Marie-Agnes Strack-Zimmerman è stata nominata dall'Alde. L'italiano Sandro Gozi è stato scelto dal Partito democratico europeo. La francese Valérie Hayer è stata indicata da Renaissance. Sono personalità diverse. Nessuno aspira a diventare presidente della Commissione (né Alto rappresentante o commissario). “Non abbiamo Spitzenkandidaten, ma dei volti che rappresentano la nostra squadra per l'Europa”, ci ha spiegato una fonte di Renew. Il premier uscente Mark Rutte, la premier estone Kaja Kallas, il premier belga Alexander De Croo, il ministro degli esteri lussemburghese Xavier Bettel o il commissario francese Thierry Breton sono regolarmente citati nel totonomine per il dopo elezioni. PPE e PSE “sono in campagna per i 'Top Job'. Noi per l'influenza al Parlamento europeo”, dice Hayer.
Il programma adottato ieri da Renew è molto focalizzato sulla “difesa, difesa, difesa”, sulla competitività, sullo stato di diritto e sui valori. I critici di Renew puntano il dito contro la mancanza di coerenza delle tre componenti che formano la piattaforma. Sull'economia è difficile conciliare l'approccio interventista di Macron con il liberismo dei paesi nordici. Sul commercio internazionale o l'agricoltura gli istinti sono diversi. Anche il grado di tolleranza delle alleanze con l'estrema destra varia da paese a paese (il VVD olandese sta negoziando con Geert Wilders). Eppure l'estrema destra è una “linea rossa assoluta” di Renew per partecipare alla prossima maggioranza, dice Hayer. Non solo per il gruppo Identità e democrazia, di cui fanno parte la Lega di Matteo Salvini e il Rassemblement National di Marine Le Pen. Anche il gruppo Ecr. “Non ci siederemo al tavolo dei negoziati con l'Ecr. Con la presidenza di Reconquete, Vox e forse domani di Viktor Orban, c'è una linea rossa assoluta”.
Ursula von der Leyen non ha mai escluso esplicitamente un ingresso di Giorgia Meloni nella sua maggioranza. Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione e peso massimo dentro il PPE, ha definito il presidente del Consiglio italiano come una “diga” agli estremisti amici di Putin. Hayer ha una lettura molto diversa. “Giorgia Meloni è sicuramente di estrema destra. Ha ripulito la sua immagine. Aveva promesso il blocco navale e ora chiede aiuto all'Ue perché si è resa conto che non può fare altrimenti. Ma sui principi e suoi valori fondamentali è chiaramente estrema destra”, dice Hayer. Secondo fonti di Renew, nella prossima legislatura il gruppo Ecr potrebbe accogliere “personalità più a destra dell'estrema destra”. Renew vuole confermare il cosiddetto “cordone sanitario”.
L'altro grande dilemma per Renew è se sostenere von der Leyen per un secondo mandato. L'alleanza appare divisa. L'italiano Matteo Renzi ha annunciato che chiederà di votare contro una eventuale riconferma di von der Leyen. “Meno von der Leyen, più libertà”, è lo slogan del tedesco Christian Lindner. Il commissario francese, Thierry Breton, ha ricordato pubblicamente che la presidente della Commissione non beneficia del sostegno convinto del suo stesso partito, il PPE. Hayer è più prudente. Rimane sulla linea dell'Eliseo. Emmanuel Macron tiene le carte coperte, sapendo che la nomina di von der Leyen da parte del Consiglio europeo dipende in gran parte da lui. Il presidente francese può strappare concessioni e promesse, oltre che garanzie sul peso della Francia nella prossima Commissione. Ma per ora “niente dice che von der Leyen sarà la candidata alla Commissione”, spiega una fonte di Renew. I giochi sono aperti. E non si esclude una sorpresa liberale.
La frase
“La Russia non deve prevalere. Data l'urgenza della situazione, l'Ue è determinata a continuare a fornire all'Ucraina e al suo popolo tutto il sostegno politico, finanziario, economico, umanitario militare e diplomatico di cui ha bisogno per tutto il tempo necessario e tanto intensamente quanto è necessario”.
La bozza di conclusioni del Consiglio europeo.
Vertice
Minaccia di veto ungherese al vertice sull'uso dei beni russi per le armi all'Ucraina - Viktor Orban non vuole sentire parlare dell'utilizzo dei proventi dei beni russi congelati nell'Ue per comprare armi all'Ucraina. L'Ungheria non è la sola ad avere problemi con questa proposta. Anche Malta e Cipro sono riluttanti. Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha proposto di utilizzare queste entrate, stimate in 3 miliardi di euro all'anno, per finanziare l'acquisto di armi per l'Ucraina. Il 90 per cento di queste entrate verrebbe versato alla European Peace Facility, che è stato appena integrato con 5 miliardi di euro di contributi da parte degli Stati membri, e il 10 per cento al bilancio europeo per investimenti nell'industria della difesa ucraina. La proposta sarà discussa dai leader europei oggi nel primo giorno del loro vertice. Ma rischia di non passare "per mancanza di consenso", hanno spiegato diverse delegazioni. Tradotto: il veto di Orban (oltre quello di Malta e Cipro) rischia di far saltare il progetto. “Ci auguriamo che la proposta sopravviva”, ci ha detto un funzionario dell'Ue. “L'Ungheria è abbastanza determinata. Il tentativo di Michel sarà di proporre una formula che lasci aperta la strada a un'ulteriore discussione”, ci ha confermato un diplomatico.
I ventisette divisi sugli Eurobond per la difesa - Un altro tema controverso al Consiglio europeo sarà quello del finanziamento della strategia per rafforzare la difesa europea. Con appena 1,5 miliardi di euro previsti fino al 2027, “le risorse sono poche”, ci ha detto un diplomatico. Nella bozza di conclusioni del vertice, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, aveva cercato di inserire un'espressione - “soluzioni innovative” - che avrebbe potuto aprire la strada a uno strumento di debito comune. Ma “c'è stata una levata di scudi dei frugali, capitanati dalla Germania”. Anche Danimarca, Svezia e Paesi Bassi si sono opposti. Così nell'ultima versione della bozza di conclusioni compare una frase altrettanto ambigua, ma considerata più generica e meno pericolosa dai frugali: il vertice invita “Consiglio e Commissione a esplorare tutte le opzioni per mobilitare finanziamenti e fare rapporto a giugno”. Secondo il nostro diplomatico, le risorse per la difesa “saranno la cartina al tornasole della serietà dell'Ue” su questo tema. "Accordarsi su ciò che si può fare rapidamente ha più senso", ha spiegato un diplomatico di un paese frugale. Alcune battaglie sono difficili da comprendere in un momento in cui la guerra torna a infuriare in Europa.
L'Ue ha un problema da 10 miliardi di euro di elusione delle sanzioni - Forse i leader chiuderanno gli occhi nel Consiglio europeo di oggi e domani, ma il problema dell'elusione delle sanzioni sta diventando sempre più pressante. Lunedì o zar dell'Ue sulle sanzioni, David O'Sullivan, ha rivelato ai ministri degli Esteri dell'Ue qual è l'ammontare del valore dei beni sotto sanzioni dell'Ue che sono comunque trovati sul campo di battaglia in Ucraina nel corso del 2024. La cifra è da capogiro: “circa 10 miliardi di euro di elusione delle sanzioni”, ci ha detto un diplomatico, sottolineando che “c'è bisogno di una riflessione su questo punto”. Sono merci e tecnologie utilizzate dalla Russia per fabbricare armi o altri strumenti utilizzati contro l'Ucraina. Cina, Turchia e Emirati Arabi Uniti sono tra i principali paesi sospettati di chiudere gli occhi sull'elusione delle sanzioni dell'Ue. Ma “c'è un problema crescente legato alle imprese europee che violano le sanzioni”, ci ha rivelato un funzionario dell'Ue. La bozza di conclusioni chiede di “rafforzare l'attuazione” delle sanzioni, compresa la necessità per gli stati membri di evitare l'elusione da parte delle “filiali delle imprese dell'Ue all'estero”.
Geopolitica
Von der Leyen chiede un rapporto a Niinistö per finlandizzare gli europei - La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ieri ha chiesto all'ex presidente finlandese, Sauli Niinistö, di scrivere un rapporto su come migliorare la preparazione e la reattività civile e di difesa dell'Europa, ispirandosi dalla Finlandia. “La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha distrutto molte illusioni”, ha detto von der Leyen: “Abbiamo molto da imparare dalla Finlandia”. I finlandesi “hanno imparato a vivere in prossimità di un vicino così imprevedibile e aggressivo. E questo ha plasmato profondamente la vostra società. La Finlandia ha sempre mantenuto una forte difesa. Ma in Finlandia, la preparazione alla difesa non è una preoccupazione solo dei militari, è una preoccupazione di tutti”, ha detto la presidente della Commissione. “Ogni parte della società finlandese è in grado di contribuire a salvaguardare le funzioni vitali in tempi di crisi”. Quella finlandese “è una mentalità specifica e credo che dovremmo adottarla più ampiamente in Europa”, ha concluso von der Leyen.
Elezioni europee
Gli elettori dell'estrema destra troppo divisi per contare nell'Ue - Secondo un rapporto dell'European Council on Foreign Relations (Ecfr), basato su sondaggi realizzati in dodici stati membri, gli elettori dei partiti di estrema destra sono troppo divisi su questioni chiave come l'Ucraina e l'immigrazione per riuscire a far sentire la loro voce nella prossima legislatura. Solo in quattro Stati membri – Austria, Germania, Paesi Bassi e Svezia – la maggioranza dell'elettorato ritiene che i leader dell'estrema destra vogliono far uscire il loro paese dall'Ue. Ma sono soprattutto immigrazione e guerra in Ucraina a dividere il movimento anti europeo. Gli elettori del Partito Legge e Giustizia in Polonia (PiS) e dei Democratici svedesi sostengono fortemente lo sforzo bellico ucraino (rispettivamente 58 per cento e 52 per cento) e vogliono che l’Europa continui a sostenere l’Ucraina fino alla riconquista del territorio perduto. La percentuale scende al 35 per cento per gli spagnoli di Vox. Per contro, l’88 per cento degli elettori del Fidesz ungherese, il 70 per cento di quelli del Partito della Libertà (FPO) austriaco e il 69 per cento dell’AfD tedesco ritengono che l'Ue debba tagliare gli aiuti e spingere l’Ucraina verso una soluzione negoziata con la Russia.
Sorpresa! L'immigrazione non conta per le europee - Una delle sorprese riservate dal rapporto dell'Ecfr è che la politica migratoria non definirà le elezioni europee del 6-9 giugno. Questo era l'assunto che aveva spinto il PPE a spostarsi sempre più verso l'estrema destra. Anche i partiti dell'estrema destra sono divisi. Se i sostenitori del PVV olandese, della FPO austriaca, dei Democratici Svedesi, di AfD e del Rassemblement National francese sono preoccupati delle persone che arrivano nei loro partiti, quelli di Fratelli D’Italia, Vox , Chega e Fidesz sono più preoccupati dall’emigrazione dei loro connazionali. In generale, solo il 15 per cento degli intervistati nei sondaggi condotti per il rapporto dell'Ecfr considera l’immigrazione come la principale crisi dell’ultimo decennio. Il 21 per cento indica le turbolenze economiche globali, il 19 per cento la pandemia di Covid, il 16 per cento il cambiamento climatico e il 16 per cento la guerra in Ucraina. Tra i paesi esaminati, solo in Germania e Austria l'immigrazione è la principale preoccupazione
Meglio non fare campagna sui successi di von der Leyen - Meglio non fare campagna sui successi dell'Ue sul Covid, il Green deal o l'Ucraina. Questa è una delle lezioni suggerite dal rapporto dell'Ecfr. Sulla pandemia, solo in Portogallo (56 per cento) e Spagna (42 per cento) si ritiene che l’Ue abbia svolto un ruolo più positivo che negativo. Sull'Ucraina, il ruolo dell'Ue è visto in una luce negativa dal 37 per cento degli intervistati, con alcune eccezioni nazionali (Svezia, Portogallo, Paesi Bassi e Polonia). Sulla gestione della crisi finanziaria, solo il 20 per cento degli intervistati nei paesi esaminati ritiene che il ruolo dell’UE sia stato positivo, contro il 41 per cento, una maggioranza, che lo ritiene negativo. Secondo gli autori del rapporto, il tentativo degli europeisti di neutralizzare l’immigrazione come questione politica imitando le proposte dell'estrema destra è controproducente. “Le persone sbagliano a pensare che il modo migliore per battere l’estrema destra sia imitare le sue politiche sull’immigrazione”, ha spiegato Mark Leonard, direttore dell'Ecfr: “L’alternativa migliore è concentrarsi sulle debolezze dei partiti euroscettici e sostenere la causa geopolitica dell’Europa ai tempi di Trump”.
Gli elettori non vogliono pagare i costi del Green deal - L'ultima lezione da trarre dal rapporto dell'Ecfr è che le politiche climatiche dell'Ue creano profonde divisioni. Di fronte alla domanda se preferiscono tagliare le emissioni o avere bollette energetiche più basse, il 41 per cento degli intervistati risponde che preferisce evitare un aumento della bolletta anche se questo significa non raggiungere gli obiettivi climatici. Secondo il rapporto, “organizzare una campagna sulla base dei precedenti della Commissione europea potrebbe ritorcersi contro” gli europeisti. Meglio concentrarsi sulla natura dei confini europei: militari, economici e umani”, ha detto l'altro autore del rapporto, Ivan Krastev, “I leader europei non dovrebbero fare di queste elezioni un’elezione sulla migrazione, ma piuttosto I temi centrali dovrebbero essere “la sovranità e la sicurezza europea. Di fronte all’incertezza della politica americana e all’aggressione di Putin, dovrebbero sostenere che siamo in un momento in cui se l’Ue non esistesse, bisognerebbe inventarla”.
Paracadutaggio
Due nomine direttamente dai gabinetti della Commissione von der Leyen - Questa settimana Il Mattinale vi ha svelato i problemi legati alle nomine e ai posti vacanti nei posti apicali dell'amministrazione della Commissione. Ieri il collegio presieduto da Ursula von der Leyen ha proceduto a due nomine. Come avevamo anticipato è iniziata la stagione del paracadutaggio, la pratica di trasferire membri dei gabinetti di commissari in incarichi di alto livello dell'amministrazione. La tedesca Christiane Canenbley, vice capogabinetto della vicepresidente Margrethe Vestager, è stata nominata "Consigliere principale" per la piattaforma Step nella direzione generale per il Bilancio. Il francese Mathieu Briens, vice capogabinetto dell'Alto rappresentante Josep Borrell, è stato nominato "Consigliere principale" per i donatori emergenti alla direzione generale Partnership internazionali.
Irlanda
Varadkar si dimette da primo ministro - Il Taoiseach Leo Varadkar ieri ha annunciato a sorpresa le dimissioni da leader del Fine Gael e da primo ministro, non appena il suo partito avrà scelto un successore. Il premier irlandese ha indicato ragioni personali e politiche per la sua decisione. "Una parte della leadership è sapere quando è arrivato il momento di passare il testimone a qualcun altro, e poi avere il coraggio di farlo", ha detto Varadkar: "Questo è il momento". Secondo Varadkar, “un nuovo Taoiseach e un nuovo leader saranno in una posizione migliore di me per raggiungere questo obiettivo: rinnovare e rafforzare la squadra, concentrare il nostro messaggio sulle politiche, condurre l’attuazione. E dopo sette anni in carica, non mi sento più la persona più adatta per questo lavoro”. C'è il timore di elezioni anticipate. Le prossime elezioni generali in Irlanda devono tenersi prima del 22 marzo 2025. Secondo i sondaggi, il Sinn Fein è nettamente in vantaggio davanti ai conservatori del Fine Gael e i liberali del Fianna Fail. Varadkar ha assicurato che il suo successore “avrà due mesi interi per prepararsi alle elezioni locali europee e fino a un anno prima delle prossime elezioni generali”.
Accade oggi
Consiglio europeo
Summit sull'energia nucleare
Parlamento europeo: la presidente Metsola incontra Antonio Guterres
Parlamento: audizione in commissione Affari economici del capo della supervisione della Bce, Claudia Buch, e del capo del Single Resolution Board, Dominique Labourieux
Commissione: il vicepresidente Sefcovic interviene all'evento annuale WindEurope
Commissione: la commissaria Kyriakides in visita in Italia incontra il ministro Orazio Schillaci, visita l'ospedale Bambin Gesù e partecipa al Wembrace Awards a Milano
Commissione: il commissario Lenarcic partecipa all'evento di alto livello sulla protezione della salute a Gaza
Commissione: il commissario Hoekstra partecipa alla ministeriale di Copenaghen sul clima
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza su ricorso cittadini tedesco contro inserimento impronte digitali nella carta d'identità; sentenza sul ricorso Lea contro attività Jamendo in Italia
Corte di giustizia dell'Ue: conclusioni dell'Avvocato generale sul ricorso del Fronte Polisario contro gli accordi tra l'Ue e il Marocco; conclusioni dell'Avvocato generale sul ricorso sulla fusione Illumina-Grail
Comitato economico e sociale: sessione plenaria
Nato: il segretario generale Stoltenberg incontra il premier sloveno, Robert Golob
Eurostat: dati sulle espulsioni di cittadini paesi terzi nel quarto trimestre 2023; dati su matrimoni e divorzi nel 2022; bilancia pagamenti a gennaio