Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
La minaccia della coalizione Orban sul prossimo Parlamento
A meno di 140 giorni dalle elezioni europee, sull'Unione europea pende sempre più la minaccia di un'onda nera di partiti populisti e di estrema destra che potrebbero diventare una forza determinante nella prossima legislatura. Sondaggio dopo sondaggio, le previsioni sugli elettri del prossimo Parlamento europeo realizzate da Europeelects.eu si riempiono sempre più di puntini neri (i partiti di estrema destra del gruppo Identità e democrazia) e blu scuro (i partiti nazionalisti e populisti del gruppo dei Conservatori e riformisti europei). Una ricerca dell'European Council on Foreign Relations appena pubblicata conferma il trend di una “brusca svolta a destra” del Parlamento europeo. I due autori, Simon Hix e Kevin Cunningham, evocano uno scenario da incubo per il mainstream e da sogno per l'ungherese Viktor Orban: una “coalizione populista di destra” tra il Partito popolare europeo (PPE), Identità e democrazia (ID) e i Conservatori e riformisti europei (ECR).
Anche cinque anni fa, in questo stesso periodo dell'anno, diversi analisti e media prevedevano che uno tsunami populista si sarebbe abbattuto sull'Ue. Le cose andarono diversamente. Di fronte a un referendum sull'Europa, gli elettori alla fine fecero una scelta diversa: la stagnazione elettorale per la destra populista e la crescita dei partiti più europeisti (in particolare liberali e verdi). Ma il 2019 non è il 2024. Gli effetti globali del populismo al governo all'epoca erano ben visibili. Gli Stati Uniti erano impantanati dal caos della presidenza di Donald Trump. Il Regno Unito era immerso nei problemi legati alla Brexit. L'Italia aveva un governo tutto populista formato da Lega e Movimento 5 Stelle che allarmava i mercati e non dava risultati. Con il passare del tempo, gli elettori tendono a dimenticare. Nel biennio 2017-18, con l'eccezione dell'Italia, le sorprese delle urne erano state relativamente favorevoli all'Ue, con l'elezione di Emmanuel Macron in Francia e le conferme di Angela Merkel in Germania e Mark Rutte nei Paesi Bassi. Nel 2023, con l'eccezione della Polonia, le sorprese sono state favorevoli ai populisti, con la vittoria di Geert Wilders nei Paesi Bassi e di Robert Fico in Slovacchia.
L'altra grande differenza rispetto al 2019 è il livello molto più alto registrato dai sondaggi per i partiti populisti e di estrema destra. Cinque anni fa, Alternativa per la Germania era data attorno al 15 per cento, in terza posizione dietro ai cristiano democratici della Cdu-Csu e ai socialdemocratici della Spd. Oggi il partito di estrema destra tedesco è al secondo posto, ben oltre il 20 per cento. All'inizio del 2019 il Rassemblement National di Marine Le Pen in Francia era testa a testa con la Renaissance di Emmanuel Macron attorno al 22 per cento. Oggi l'estrema destra in Francia è nettamente prima, vicina al 30 per cento. In Italia c'è stato un rimescolamento del voto populista, ma insieme Fratelli d'Italia, il partito di Giorgia Meloni, e Lega, il partito di Matteo Salvini, si avvicinano al 40 per cento. In alcuni paesi più piccoli il trend è lo stesso, come in Austria dove il Partito della libertà è in testa ai sondaggi. In altri stati membri, l'estrema destra si è nettamente rafforzata, come in Spagna con Vox o in Portogallo con Chega.
La ricerca dell'Euroean Council on Foreign Relations si basa sui sondaggi più recenti dei 27 stati membri e un modello statistico che tiene conto dei risultati dei partiti nazionali nelle precedenti elezioni europee. Secondo il think tank, alle elezioni europee del 6-9 giugno i partiti populisti con radici euroscettiche arriveranno in testa in un terzo degli stati membri: Austria, Belgio, Repubblica ceca, Francia, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Polonia e Slovacchia. Il secondo o terzo posto dovrebbe essere garantito in un altro terzo dei paesi dell'Ue: Bulgaria, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Portogallo, Romania, Spagna e Svezia. Il gruppo ID dovrebbe guadagnare più di 30 seggi arrivando a un totale di 98 per diventare la terza formazione del prossimo Parlamento europeo dietro a PPE e Socialisti&Democratici (S&D). Quanto all'ECR il fattore decisivo sarà Orban. Con gli ungheresi di Fidesz, che stanno negoziando l'ingresso nel gruppo, l'ECR potrebbe diventare la terza formazione, davanti a ID e Renew.
Secondo la ricerca del Euroean Council on Foreign Relations, una “coalizione populista di destra” tra PPE, ECR e ID aumenterà la sua quota di seggi dal 43 al 49 per cento, appena sotto la maggioranza assoluta al Parlamento europeo. Lo scenario di una coalizione formale tra questi tre gruppi è altamente improbabile. Il PPE imploderebbe in caso di accordo di legislatura. Il premier polacco, Donald Tusk, non resterebbe mai in un gruppo popolare che si allea con il Partito Legge e Giustizia. I moderati svedesi abbandonerebbero la famiglia conservatrice se dovesse scegliere un patto con Orban, che sta bloccando il loro ingresso nella Nato. Uno scenario più probabile è il nascere di una “coalizione Orban”. Da tempo, il premier ungherese cerca di coalizzare l'estrema destra alla destra nazionalista populista. Finora i vertici tra leader di partiti nazionali non hanno prodotto risultati. Ma la prospettiva di diventare il primo gruppo al Parlamento europeo potrebbe spingere ID e ECR a unirsi, o almeno a federarsi, anche a costo di perdere qualche pezzo. Insieme, ID e ECR potrebbero spodestare il PPE ottenendo quasi il 25 per cento dei seggi del prossimo Parlamento.
Una reazione degli elettori come nel 2019 non è da escludere. In Germania nel fine settimana ci sono state enormi manifestazioni contro l'estrema destra. Ma le proiezioni dei sondaggi sono chiare. A meno di un sussulto europeista, la grande coalizione tra PPE, S&D e Renew è destinata a passare dal 60 al 54 per cento dei seggi, rendendo la maggioranza per la prossima legislatura molto più fragile. “I risultati potrebbero avere conseguenze significative per l'agenda politica dell'Ue e la direzione della legislatura futura, incluso l'European Green Deal”, dice la ricerca dell'European Council on Foreign Relations. Ci potrebbero essere “implicazioni anche per gli sforzi dell'Ue di applicare lo Stato di diritto”. Secondo Simon Hix e Kevin Cunningham, i risultati delle europee “potrebbero servire da precursore per altre elezioni in stati membri, incluse Austria, Germania e Francia” che andranno al voto tra il 2024 e il 2027. Allora sì che sarebbero guai. L'ingresso in massa di primi ministri e ministri di partiti nazionalisti populisti o di estrema destra al Consiglio europeo e al Consiglio avrebbe implicazioni molto più gravi per l'Ue e il suo funzionamento.
La frase
“La guerra della Russia in Ucraina è diventata una battaglia per le munizioni. E' importante che gli alleati ricostituiscano le proprie scorte, mentre continuiamo a sostenere l’Ucraina”.
Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato.
Meno 8 giorni al vertice
La Turchia ratifica la Svezia nella Nato - Dopo venti mesi di negoziati ieri sera il Parlamento turco ha ratificato l'adesione della Svezia all'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico, con 287 voti favorevoli e 55 contrari. Per soddisfare le richieste del presidente Recep Tayyip Erdogan, il governo di Stoccolma ha modificato la Costituzione, adottato una nuova legge anti terrorismo e cancellato un embargo alle armi a destinazione della Turchia. Il fattore decisivo, tuttavia, è la promessa degli Stati Uniti di fornire caccia F-16 ad Ankara. La Svezia che diventa il 32esimo membro della Nato sarebbe un'altra sconfitta strategica per Vladimir Putin, che ha giustificato l'aggressione contro l'Ucraina con l'espansione dell'Alleanza atlantica. Ma, oltre alla firma di Erodgan sulla ratifica della Turchia resta un ostacolo: Viktor Orban. Dopo aver paralizzato l'Ue sugli aiuti finanziari, tema centrale del vertice straordinario dei capi di stato e di governo del primo febbraio, il premier ungherese potrebbe prendere in ostaggio la Nato.
Orban può prendere in ostaggio anche la Nato – Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ieri ha invitato il premier svedese, Ulf Kristersson, a Budapest per "negoziare l'ingresso della Svezia della Nato". In realtà, l'adesione è già stata negoziata. Quel che manca è la ratifica del Parlamento ungherese. "Non vedo nessuna ragione di negoziare", ha risposto il ministro svedese degli Esteri, Tobias Billstrom, spiegando che nella lettera di invito Orban ha usato parole e toni molto diversi rispetto al sua messaggio via X (ex Twitter). "C'è un rischio che l'Ungheria sia sottovalutata in questo processo", ha spiegato Anna Wieslander dell'Atlantic Council: "Orban si sente chiaramente rafforzato dal suo successo negoziale nel resistere al sostegno dell'Ue all'Ucraina. E' possibile che l'Ungheria, e non la Turchia, sia l'ultimo ostacolo all'adesione della Svezia alla Nato".
Munizioni
La Nato compra 220 mila munizioni per l'Ucraina - In attesa che l'Unione europea mantenga la sua promessa di fornire all'Ucraina un milione di munizioni, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ieri ha annunciato di aver firmato un ordine congiunto da 1,1 miliardi di euro per l'acquisto di circa 220 mila proiettili calibro 155mm che potrebbero essere usati dall'esercito ucraino. “Si tratta di un impulso significativo per la nostra industria della difesa transatlantica, che ci aiuta a soddisfare le nostre esigenze di sicurezza continuando a fornire un sostegno vitale all’Ucraina”, ha detto Stoltenberg. .Da diverse settime Kyiv lamenta una carenza di missili per i sistemi antiaerei e munizioni. A inizio gennaio, la Nato aveva annunciato anche un contratto per l'acquisto di 1.000 missili Patriot per la difesa aerea. Come dimostrano gli attacchi missilistici di ieri contro Kyiv e Kharkiv che hanno fatto 7 morti e una settantina di feriti, l'Ue e la Nato sono già in ritardo.
Sanzioni
Lettonia propone embargo sui prodotti agricoli russi - Il Consiglio Agricoltura di ieri ha iniziato a discutere della proposta della Lettonia di imporre sanzioni sui prodotti agricoli in provenienza dalla Russia per limitare le capacità del Cremlino di finanziare la guerra in Ucraina. “In Europa c'è abbastanza cibo. Siamo autosufficienti”, mentre “ogni entrata per il regime russo è un'entrata per la macchina di guerra”, ha detto il ministro dell'Agricoltura lettone, Armands Krauze, sottolineando che i cereali russi potrebbero essere “rubati all'Ucraina”. Secondo il ministro le importazioni nell'Ue di cereali dalla Russia ammontano a 2,2 miliardi di euro, mentre le importazioni agricoli complessive raggiungono i 3 miliardi di euro. “Possiamo comprare tutto il cibo che viene dalla Russia in Ucraina per aiutare Kyiv nella guerra”, ha detto Krauze. La proposta rischia di non andare lontano. Diversi paesi, tra cui l'Italia, che esportano verso la Russia prodotti agricoli e vino, temono contro sanzioni da parte di Mosca nello stesso settore.
Vacca sacra
L'Ue si spacca di nuovo sul grano ucraino - L'Ue continua a dire che il suo sostegno all'Ucraina è incrollabile, ma quando si tratta degli interessi degli agricoltori il sostegno diventa più fragile. Dalla scorsa primavera la Commissione si mostra molto tollerante nei confronti dei paesi – come Polonia e Ungheria – che hanno imposto un embargo unilaterale sulle importazioni di cereali e altri prodotti agricoli ucraini, in violazione delle regole dell'Ue sul commercio. La fine delle quote e dei dazi era stata decisa nel 2022 per sostenere l'economia ucraina dopo l'aggressione russa. Entro giugno le misure commerciali autonome a favore di Kyiv devono essere rinnovate. Sotto la pressione della lobby agricola e di un gruppo sempre più consistente di governi, la Commissione si prepara a fare concessioni. “Dobbiamo tenere conto delle sensibilità del settore agricolo, in particolare nei paesi vicini”, ha detto ieri il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, preannunciando “salvaguardie” nazionali. Non tutti i 27 sono d'accordo. “La Finlandia non sostiene questo tipo di iniziative”, ha detto la ministra dell'Agricoltura finlandese, Sari Essayah: “L'Ucraina ha bisogno di queste entrate dal commercio”. Anche il ministro spagnolo Luis Planas Puchades ha ricordato che “il primo motivo di questo provvedimento è sostenere l'Ucraina che sta lottando per la sua libertà”.
Ungheria manterrà l'embargo sul grano ucraino - C'è un paese che non ha alcuna intenzione di negoziare sui prodotti agricoli ucraini e continuerà a violare le regole a prescindere dalle proposte della Commissione: l'Ungheria. Il suo ministro degli Esteri, Peter Szijjarto, ieri ha risposto in modo secco ai giornalisti che lo interrogavano a margine di un Consiglio informale del Commercio. “Abbiamo vietato l'importazione. Vogliamo mantenere questa misura. Vogliamo proteggere il nostro mercato”. Secondo Szijjarto, la liberalizzazione del commercio agricolo con l'Ucraina ha “rovinato il mercato nell'Europa orientale”. Le proposte della Commissione? “Continueremo a imporre il divieto di ingresso per proteggere i nostri agricoli”, ha detto Szijjarto.
Franco-italiano
Italia, Francia e Austria contro la carne coltivata - A proposito di agricoltura, Italia e Francia hanno una nuova causa comune da sostenere nell'Ue: ostacolare lo sviluppo della carne coltivata. I ministri dell'Agricoltura dei due paesi e quello dell'Austria hanno presentato una nota che è stata sostenuta da altri nove stati membri per discutere del tema al Consiglio agricoltura di ieri. “Lo sviluppo della produzione di questo nuovo cibo coltivato in laboratorio solleva molte questioni che devono essere discusse con attenzione tra stati membri, Commissioni, portatori di interessi e pubblico generale”, dice il documento di Italia, Francia e Austria. I tre paesi chiedono un dibattito ampio nell'Ue sulla “carne coltivata in laboratorio” che solleva questioni etiche, economiche, di sostenibilità, sociali, sanitarie, di trasparenza e giuridiche. La richiesta alla Commissione è di aspettare l'esito della discussione prima di autorizzare carne coltivata per il mercato dell'Ue. Un portavoce della Commissione, oltre a ricordare i passi procedurali per l'autorizzazione che passano dall'Autorità per la sicurezza alimentare, ci ha spiegato che gli effetti dei nuovi alimenti possono essere “positivi”. L'Italia ha già adottato una legge che vieta la produzione, l'importazione e la commercializzazione di carne coltivata, che rischia di essere in contrasto con le regole dell'Ue sul mercato interno.
Autonomia strategica
In arrivo il pacchetto sulla sicurezza economica - Due dei pesi massimi della Commissione, Valdis Dombrovskis e Margrethe Vestager, oggi presenteranno il pacchetto sulla sicurezza economica, una delle proposte più attese per rafforzare la sovranità e l'autonomia strategica dell'Ue. Controlli più rigidi sugli investimenti della Cina in Europa? Divieti di esportare tecnologia avanzata verso la Cina? Non aspettatevi una rivoluzione. “Dobbiamo fare i conti con il fatto che siamo in un mondo geopoliticamente più conflittuale”, ha detto ieri Dombrovskis. “Di conseguenza dobbiamo migliorare la nostra capacità di operare in questa situazione, rafforzando le nostre capacità di difesa e sicurezza, ma anche la nostra sicurezza economica”. Tuttavia “c'è una distribuzione di competenze che deve essere rispettata tra l'Ue e gli stati membri sulla sicurezza nazionale”, ha spiegato Dombrovskis. Azione comune e coordinamento “è la direzione della proposta e del libro bianco che presenteremo”. Inoltre, Dombrovskis ritiene che l'approccio debba essere “mirato e proporzionato”, con un'attenta “valutazione del rischio” per evitare che “la sicurezza economica diventi una scusa per il protezionismo”.
Disinformazione
Allarme disinformazione e interferenze in vista delle elezioni europee - L'Alto rappresentante, Josep Borrell, ha suonato l'allarme ieri sera a Bruxelles in occasione della presentazione del secondo rapporto del Servizio Europeo di azione esterna sulla manipolazione dell'informazione e le interferenze straniere (FIMI). "Il 2024 sarà un anno elettorale in 60 Paesi. 2 miliardi di persone saranno chiamate alle urne, cioè la metà degli adulti del mondo in età di voto, e queste elezioni saranno un bersaglio della manipolazione e delle interferenze straniere", ha avvertito Borrell. "Le informazioni circolano alla velocità della luce e noi siamo diventati più vulnerabili", ha sottolineato. "Sta per iniziare una battaglia di narrazioni. Dobbiamo combatterla e vincerla. La disinformazione è un cancro, ma abbiamo i mezzi e gli strumenti per combatterla". Durante il dibattito, l'eurodeputato francese Raphaël Glucksmann ha denunciato il desiderio degli agenti della disinformazione di "creare il caos", cogliendo qualsiasi argomento di malcontento per amplificarlo e provocare crisi. "Non credo che le nostre opinioni pubbliche siano pronte. Siamo un po' come dei sonnambuli", ha detto Glucksmann.
Antitrust
Vestager frena l'acquisizione di ITA da parte di Lufthansa - La Commissione ieri ha annunciato di aver avviato un'indagine approfondita sul progetto di acquisizione della compagnia aerea ITA (la ex Alitalia) da parte di Lufthansa, perché l'operazione potrebbe ridurre la concorrenza sul mercato europeo. I dubbi sono molti: la posizione dominante nell'aeroporto di Milano Linate; la riduzione della concorrenza sulle rotte verso l'Europa centrale, gli Stati Uniti, il Canada, l'India e il Giappone; e le conseguenze negative per la altre compagnie sulla rete nazionale italiana. L'indagine condotta da Margrethe Vestager farà tremare il governo di Giorgia Meloni, che sperava in un rapido via libera. La Commissione dovrà prendere una decisione entro il 6 giugno 2024, appena prima delle elezioni europee. E' tutta una questione di slot a cui Lufthansa dovrà rinunciare per portare a termine l'acquisizione. Di fronte ai molti dubbi della Commissione, l'interrogativo è se il colosso tedesco riterrà che vale ancora la pena salvare la ex Alitalia.
Accade oggi
Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari
Commissione: conferenza stampa dei vicepresidenti Vestager e Dombrovskis sul pacchetto sulla sicurezza economica
Commissione: conferenza stampa dei commissari Dombrovksis e Schmit sulla revisione della direttiva sul comitato aziendale europeo
Commissione: la presidente von der Leyen riceve il presidente del Parlamento slovacco, Peter Pellegrini
Commissione: discorso del vicepresidente Dombrovskis al Summit sull'investimento sostenibile dell'Ue
Commissione: discorso del vicepresidente Schinas alla Conferenza sulla memoria dell'Olocausto
Commissione: discorso del commissario Hahn al Wintertagun 2024 di Vienna in Austria
Parlamento europeo: visita della presidente Metsola in Lussemburgo; incontro con il premier Luc Frieden
Parlamento europeo: audizione della commissaria Ivanova davanti alla commissione Cultura
Parlamento europeo: audizioni dei commissari Hahn, Reunders, Ferreira e Schiit sulla condizionalità dello stato di diritto
Consiglio: riunione del Coreper I e II
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sul marchio Noah; sentenza sul marchio Lego
Corte dei conti dell'Ue: rapporto speciale sulle emissioni di CO2 delle automobili
Eurostat: dati sul traffico di esseri umani nel 2022