Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
La Nexit, o l'uscita dei Paesi Bassi dalla leadership dell'Ue
L'accordo "storico" annunciato da Geert Wilders che permetterà al leader di estrema destra di essere per la prima volta al governo nei Paesi Bassi avrà profonde implicazioni per l'Unione Europea. Dopo l'Italia, che ha vissuto prima l'esperienza di Matteo Salvini e poi quella di Giorgia Meloni, i Paesi Bassi diventano il secondo paese fondatore in cui un partito di estrema destra detta l'agenda del governo. A Bruxelles si sono già moltiplicate le condanne per il fatto che membri delle famiglie politiche tradizionali - i liberali del Vvd fanno parte del gruppo Renew, il Nuovo Contratto Sociale è membro del Partito Popolare Europeo - abbiamo permesso all'estrema destra di andare al potere. Ma l'impatto più significativo potrebbe essere l'uscita dei Paesi Bassi dalla leadership dell'Ue. Da sempre molto influenti a Bruxelles, nonostante siano un paese di dimensioni medie, gli olandesi si ritirano dalla cabina di pilotaggio. Il governo Wilders sarà un passeggero, capace di fare danni all'Ue, ma con un costo potenzialmente alto per gli interessi del suo paese.
"Un nuovo vento sta per soffiare su questo paese", ha detto ieri Wilders: "I Paesi Bassi saranno di nuovo nostri". Anche se ha dovuto fare alcune concessioni ai partner di coalizione, l'influenza di Wilders è evidente nel programma messo insieme dal suo Pvv, dai liberali conservatori del Vvd, dal Nuovo Contratto Sociale e dal Movimento civico contadino. L'Aia va molto a destra su molti temi, a partire dalle politiche migratorie. Il pezzo forte del programma è un giro di vite sull'accoglienza dei richiedenti asilo. Il prossimo governo intende sospendere per due anni il trattamento delle domande di asilo, espellere il più possibile anche con la forza le persone senza permesso di soggiorno, rafforzare i controlli alle frontiere, procedere a respingimenti verso Belgio e Germania, limitare l'assistenza legale e vietare gli appelli in materia di asilo, togliere diritti di accoglienza, vietare il ricongiungimento familiare automatico. Nel programma viene implicitamente evocato il modello Ruanda “per accogliere migranti che cercano di raggiungere l'Ue in paesi extra-Ue”. In caso di crisi si propone una “Mini Schengen”. In quella che è una sfida diretta alla legislazione dell'Ue, il prossimo governo all'Aia chiederà alla Commissione un "opt-out" sulle regole sull'asilo.
Il programma della nuova coalizione di destra olandese contiene altri impegni problematici per l'Ue. Innanzitutto sul clima e l'agricoltura. Il nuovo governo introdurrà una nuova deroga specifica per regione alla direttiva sui nitrati, quella che aveva innescato le grandi manifestazioni dei contadini e il successo del Movimento civico contadino. L'Ue è presa di mira anche dalla volontà di tagliare il contributo olandese al bilancio comunitario. Altro sintomo della chiusura dei Paesi Bassi su sé stessi: il programma di governo prevede di ridurre i benefici fiscali per gli espatriati e il flusso di studenti stranieri. C'è la volontà di limitare la libera circolazione delle persone all'interno dell'Ue. “I Paesi Bassi sono molto critici nei confronti di un’ulteriore espansione dell’Ue”, dice il testo: “Non verrà fatta alcuna concessione sui criteri di Copenaghen”. In politica estera, il prossimo governo dovrebbe mantenere il sostegno all'Ucraina (una concessione di Wilders) e aumentare quello a Israele (Wilders ha ottenuto l'impegno a esplorare la possibilità di spostare l'ambasciata a Gerusalemme).
“Condanniamo il PPE e i liberali per aver consentito un governo di estrema destra nei Paesi Bassi”, ha detto ieri il Partito socialista europeo. Secondo l'eurodeputato liberale belga, Guy Verhofstadt, “la storia e il senso comune lo dicono: l'estrema destra non diventerà meno estrema al governo. Avranno solo più potere per avvelenare la politica ulteriormente. E' duro vedere un partito liberale fare questo errore pericoloso e illiberale”, ha detto Verhofstadt in una critica implicita a un membro della sua famiglia politica, il Vvd olandese. La Commissione ieri non ha voluto commentare il programma della coalizione Wilders, ma ha comunque ricordato che per ottenere un “opt-out” in politica migratoria serve una modifica dei trattati. Scorrendo il programma dei quattro partiti della coalizione, stupisce l'assenza di un capitolo specifico dedicato all'Unione europea. “I Paesi Bassi rimangono un partner costruttivo nell’Ue”, ma “è fondamentale mantenere la nostra sovranità nazionale”, dice la parte del documento legato alla difesa, alla sicurezza e alla politica internazionale.
I prossimi mesi e anni diranno quanto a destra si sposteranno i Paesi Bassi. Ma la novità più dirompente per gli equilibri interni all'Ue è la decisione di Wilders di abbandonare l'ambizione di guidare la politica europea. Nei suoi quattordici anni al potere, il premier uscente, il liberale Mark Rutte, aveva fatto di questo una priorità, ponendosi come perno delle decisioni chiave dell'Ue. I Paesi Bassi sono stati il ponte e il punto di equilibrio tra Francia e Germania, hanno costruito coalizioni informali come “i frugali” o la “Lega Anseatica”, hanno ottenuto posti chiave a Bruxelles e nelle istituzioni internazionali. La loro influenza di europeisti, ancorati al libero mercato e aperti al resto del mondo, si è rafforzata dopo la Brexit con l'uscita del Regno Unito. La coalizione Wilders va nella direzione opposta. Una dimostrazione è la volontà del prossimo governo di modificare la politica commerciale, esigendo dai paesi terzi la “parità di condizioni” su agricoltura e altri settori.
Il Regno Unito potrebbe essere un buon esempio per capire dove la leader dei liberali del Vvd, Dilan Yesilgoz, e il leader del Nuovo Contratto Sociale, Pieter Omtzigt, potrebbero spingere i Paesi Bassi alleandosi con Wilders. Il partito britannico Tory con David Cameron scelse di abbandonare il ruolo di leadership tradizionale del Regno Unito in Europa (anti federalista, ma liberale e ancorato al mercato interno), preferendo una politica fatta di “no” e di disinteresse per l'Ue. Il risultato fu una perdita di influenza significativa dei britannici a Bruxelles. La Brexit fu innescata da Cameron incidentalmente proprio con una richiesta di “opt-out”, in quel caso sui benefici sociali per i lavoratori dell'Ue. Dopo aver ottenuto questa concessione dagli altri capi di stato e di governo, Cameron decise di convocare il referendum che ha portato all'uscita dal Regno Unito. La Nexit (Netherlands exit) dalla leadership dell'Ue della coalizione Wilders potrebbe avere lo stesso effetto: provocare incidentalmente la Nexit dall'Ue.
La frase
“Non possiamo permetterci di perdere Kharkiv”.
Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.
Paesi Bassi
Il partito liberale olandese Vvd rischia l'esclusione da Renew Europe - Il patto stretto con il leader dell'estrema destra Geert Wilders dal Vvd, il partito del premier liberale olandese Mark Rutte, potrebbe portare alla sua esclusione dal gruppo Renew del Parlamento europeo. Il cartellino rosso è stato mostrato ieri dalla sua presidente, la francese Valérie Hayer, che ha convocato una riunione di tutti i partiti del gruppo per il 10 giugno, il giorno dopo le elezioni europee. “Il Pvv è l'opposto di ciò che sosteniamo in termini di valori, stato di diritto, clima, economia e, naturalmente, Europa. Un accordo con questo partito equivale a metterci al di fuori dei valori che sosteniamo", ha annunciato Hayer in un comunicato. “Un compromesso con l'estrema destra non è accettabile”. Gerben-Jan Gerbrandy, leader del D66, l'altro partito liberale dei Paesi Bassi, ha adottato la stessa linea e l'europarlamentare olandese Sophie in't Veld, esponente del D66 passata a Volt, ha lanciato un appello inequivocabile: “Un vero liberale deve lasciare il Vvd”. La deputata ha ricordato il manifesto firmato l'8 maggio da Renew, Socialisti, Verdi e Sinistra per vietare qualsiasi cooperazione o coalizione a qualsiasi livello con l'estrema destra e i partiti radicali di destra. Il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (Volkspartij voor Vrijheid en Democratie) di Mark Rutte aveva 5 membri eletti nel parlamento uscente. Se venisse escluso di Renew, i suoi eletti potrebbero finire nelle braccia del PPE, che non è firmatario del manifesto e favorisce la cooperazione con alcuni partiti del gruppo ECR, che comprende diversi partiti nazionalisti e di estrema destra, in particolare Fratelli d'Italia, Vox (Spagna) e Reconquête (Francia). Il suo presidente, il tedesco Manfred Weber, ci ha detto nel 2019 che per lui Mark Rutte e il suo partito sono più vicini al PPE che ai liberali francesi di Emmanuel Macron.
Slovacchia
Pellegrini chiede di sospendere la campagna dopo l'attentato a Fico - Il presidente eletto della Slovacchia, Peter Pellegrini, ha lanciato un appello ai partiti politici a sospendere la loro campagna in vista delle elezioni europee del 8 giugno, dopo l'attentato contro il primo ministro, Robert Fico. “Lancio un appello all'insieme dei partiti a sospendere temporaneamente o a ridurre sostanzialmente la loro campagna”, ha detto Pellegrini. “La Slovacchia non ha bisogno in questo momento di ulteriore scontro” e “accuse reciproche”. Pellegrini ha spiegato di aver parlato con Fico. Anche se il suo stato rimane “molto critico”, il primo ministro “può parlare ma solo poche frasi”, ha detto il presidente eletto.
Belgio
Alexander De Croo porta in tribunale un conduttore che ha invitato a ucciderlo - Il primo ministro belga non ha apprezzato l'invito all'omicidio lanciato martedì dal conduttore di una radio locale fiamminga dopo l'attentato al suo omologo slovacco Robert Fico. “Sembra che la farà franca (...) il colpevole è stato arrestato”, ha detto il conduttore ai suoi ascoltatori durante una trasmissione sull'attentato al leader slovacco. Poi è sbottato: “A tutti coloro che stanno pensando di sparare al Primo Ministro Alexander De Croo, ma non osano a causa della sicurezza che lo circonda, potete vedere che è possibile. Mi spingerei addirittura a dire di farlo”. Era una “brutta battuta interpretata male”, ha sostenuto il capo della radio, intervistato da Heet Last Neews. “Dopotutto, i comici fanno sempre battute del genere”, ha argomentato. Alexander De Croo non ha gradito. “Incitare alla violenza è un reato. È stata presentata una denuncia alla polizia di Waregem", ha annunciato ieri Barend Leyts, direttore della comunicazione del primo ministro. Quest'ultimo incidente testimonia il clima di violenza che circonda la campagna elettorale europea in molte parti dell'Ue.
Migranti
Quindici paesi chiedono alla Commissione un “modello Ruanda” per l'Ue - Il Patto su migrazione e asilo è stato appena approvato, ma quindici Stati membri vogliono già “nuove soluzioni” che includano la possibilità di trasferire i migranti verso paesi extra-Ue. In una lettera alla Commissione, Bulgaria, Repubblica ceca, Danimarca, Finlandia, Estonia, Grecia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia e Romania propongono meccanismi per “individuare, intercettare e, in caso di difficoltà, soccorrere migranti in alto mare e condurli in un luogo sicuro di un paese partner fuori dall'Ue, dove soluzioni durature potrebbero essere trovate per questi migranti”. Vengono indicati come modelli gli accordi conclusi dall'Ue con la Turchia e la Tunisia o quello raggiunto dall'Italia con l'Albania per l'esternalizzazione delle procedure di asilo. Un'altra idea avanzata nella lettera è la creazione di “hub di rimpatrio” fuori dall'Ue, “dove i rimpatriati potrebbero essere trasferiti in attesa del loro allontanamento definitivo”. La Commissione ha promesso di analizzare le proposte della lettera, ma ha aggiunto di volersi concentrare sul nuovo Patto su migrazione e asilo. Spiccano le assenze tra i firmatari della lettera di Ungheria e Slovacchia, ma anche di Francia e Germania.
Difesa
Un miliardo dal Fondo europeo per la difesa per 54 progetti - La Commissione ieri ha annunciato di aver attribuito 1,03 miliardi di euro dal Fondo europeo per la difesa a sostegno di 54 progetti europei di ricerca e sviluppo in settori critici come la cyberdifesa, il combattimento terrestre, aereo e navale, la protezione delle risorse spaziali e la difesa chimica, biologica, radiologica e nucleare. La Commissione aveva ricevuto 236 proposte da vari consorzi. Alle proposte selezionate partecipano 581 soggetti giuridici provenienti da 26 Stati membri dell'Ue e dalla Norvegia. Il 4 per cento del bilancio è destinato al finanziamento di idee rivoluzionarie che dovrebbero portare a cambiare radicalmente i concetti e lo svolgimento dei progetti di difesa.
Digitale
Procedura contro Meta per i danni alla salute dei giovani di Facebook e Instagram - La Commissione ieri ha avviato una procedura formale contro Meta per valutare se Facebook e Instagram abbiano violato le regole del Digital Services Act (DSA) relative alla protezione dei minori. Il sospetto è che gli algoritmi delle due piattaforme possano possano stimolare dipendenze comportamentali nei bambini e creare i cosiddetti "effetti della tana del coniglio", cioè il mantenimento dell’utente in un loop di contenuti da cui fa sempre più fatica a uscire. La Commissione è inoltre preoccupata per i metodi di garanzia e verifica dell'età messi in atto da Meta. “Stiamo facendo tutto il possibile per proteggere i nostri figli”, ha detto il commissario al Mercato interno, Thierry Breton. La Commissione ha già avviato una procedura formale analoga contro Tik Tok. Il 30 aprile 2024 era stato aperto un procedimento contro Meta, in relazione sia a Facebook sia a Instagram, su pubblicità ingannevole, contenuti politici, meccanismi di notifica e azione, accesso ai dati da parte dei ricercatori, nonché sulla mancata disponibilità di un servizio efficace discorso civico in tempo reale da parte di terzi e di uno strumento di monitoraggio elettorale in vista delle elezioni del Parlamento europeo.
Retroscena
Incertezza sulla data del rapporto Draghi - Gli ambasciatori dei ventisette stati membri hanno iniziato a lavorare sull'agenda del Consiglio europeo del 27 e 28 giugno. Il piatto forte della riunione dei capi di Stato e di governo sarà la nomina del presidente della Commissione, del presidente del Consiglio europeo e dell'Alto rappresentante per la politica estera e la sicurezza. I leader dovranno anche approvare l'agenda strategica per la prossima legislatura e la “road map” sule riforme interne in vista dell'allargamento. All'ordine del giorno ci saranno anche Ucraina, Georgia e Medio Oriente. Un altro punto in agenda è la competitività: dopo le discussioni tra i leader ai vertici di marzo e aprile, si devono decidere i prossimi passi sull'Unione dei mercati dei capitali e sul rapporto di Enrico Letta. C'è invece incertezza sulla presentazione di un altro rapporto molto atteso, quello sul futuro della competitività europea di Mario Draghi. L'ex presidente della Bce non ha ancora comunicato la data di pubblicazione del suo rapporto. La presidenza belga è in contratto con Draghi e ritiene che sarebbe utile avere il suo rapporto già a inizio giugno, in ogni caso entro il Consiglio europeo del 27 e 28 giugno. Ma la pubblicazione potrebbe slittare a inizio luglio.
Accade oggi
Commissione: la vicepresidente Jourova a Tallinn incontra la premier estone, Kaja Kallas
Commissione: il commissario Gentiloni interviene alla sesta conferenza annuale dell'European fiscal board
Commissione: la commissaria Dalli con il premier belga, Alexander De Croo, interviene alla conferenza "Alleanze e politiche pride: verso un'Unione di parità"
Commissione: il commissario Breton in Lusazia visita la prima prospettiva per la "Net-zero Acceleration Valley"
Eurostat: dati sull'inflazione ad aprile; dati sulla vendita di pesticidi nel 2022
Non sono di certo un euroscettico o un fan dei populisti, ritengo però che l'analisi sia troppo pessimistica. Considerando il fatto che Wilders ha pure rinunciato al ruolo di Primo Ministro a favore di una figura terza (si parla addirittura di un ex ministro laburista) mi fa più pensare a una situazione simile a quella dell'Italia del governo gialloverde che all'UK di Cameron. Certo il governo Lega-5S è stata una pessima esperienza, ma invece dell'Italexit che alcuni temevano e altri speravano è finita con Draghi PdC due anni dopo...