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La nuova geopolitica di Ursula: prima gli europei
Ordine internazionale basato sulle regole? Unione europea come modello globale in grado di imporre gli standard di regolamentazione? Cooperazione multilaterale sul cambiamento climatico, sulla povertà o le pandemie? Difesa dei diritti umani? Donald Trump sta traghettando il mondo in una nuova era delle relazioni internazionali e destabilizzando tutti i parametri su cui si è fondata la geopolitica dell'Unione europea, a cominciare dalla solidità della relazione transatlantica. Le conseguenze saranno profonde per tutti. “Siamo entrati nell'era della geopolitica iper-competitiva e iper-transazionale”, ha detto ieri Ursula von der Leyen. La presidente della Commissione ha usato la conferenza degli ambasciatori dell'Ue per illustrare la sua nuova visione geopolitica per questi tempi che si annunciano incerti e brutali. Il punto di partenza? “La necessità di costruire una politica estera europea per i cittadini europei”, ha detto von der Leyen. Non è “Europe first”, ma “the europeans first”. E' anche il ritorno di un certo realismo, senza rifiutare i rapporti di forza.
La conferenza annuale degli ambasciatori dell'Ue, che si tiene nei primi mesi dell'anno, è una passerella utile per intravedere la direzione che intendono prendere i leader delle istituzioni comunitarie. Quest'anno ha ancora più valore. L'incontro si sta tenendo a ridosso del “ritiro informale” organizzato lunedì dal presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, per discutere di relazioni transatlantiche e difesa. Nel suo discorso di lunedì, l'Alto rappresentante, Kaja Kallas, ha identificato nel sostegno all'Ucraina di fronte all'aggressione russa la priorità centrale della sua politica estera. Per Kallas, tutto deve passare attraverso il prisma della Russia, compresa la relazione con gli Stati Uniti di Trump. La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ieri ha parlato di "ottimismo realistico". Ottimismo perché “l'Europa ha le risorse, la scala e l'influenza per guidare”. Realismo perché “la leadership richiede coraggio”. Costa ha invitato a essere “fiduciosi, collettivi, creativi” nell'approccio dell'Ue a “un mondo difficile”. Ma è Ursula von der Leyen che si è mostrata più assertiva.
La diagnosi della presidente della Commissione è condivisa da tutti dopo l'aggressione russa dell'Ucraina e il ritorno di Trump. “Questo è un mondo in cui non possiamo più dare per scontato molto, comprese le regole e le norme che sono state costruite negli ultimi 70 anni”, ha detto von der Leyen. “Le grandi potenze cercano di ottenere qualsiasi vantaggio possibile usando qualsiasi strumento funzioni meglio, che siano strumenti economici, tecnologici o di sicurezza”, ha spiegato. “C'è un tentativo concertato di costruire sfere di influenza, e persino di accaparrarsi territorio, proprio come nel XIX secolo o all'apice della Guerra Fredda”, ha aggiunto. “Nuove potenze autoritarie si stanno alleando con una Russia canaglia”. Di fronte a questo nuovo mondo, l'Ue “deve prendere decisioni non per emozione o nostalgia per un mondo che una volta era. Ma semmai per un calcolo su ciò che è nel nostro interesse nel mondo così com'è oggi. Perché la politica estera e la diplomazia non sono un fine in sé. È un modo per garantire stabilità, sicurezza e prosperità ai nostri cittadini e ai nostri partner”, ha detto la presidente della Commissione.
Von der Leyen non rifiuta più l'approccio transazionale e utilitarista. “Dobbiamo cambiare il nostro modo di agire. Dobbiamo essere audaci. Dobbiamo essere agili”, ha detto agli ambasciatori. L'obiettivo della politica estera dell'Ue deve essere “trovare un terreno comune con i partner per il nostro reciproco vantaggio”. Secondo la presidente della Commissione, l'Ue deve concentrarsi “sul rafforzamento dei legami economici che portano benefici agli europei. Quelli che aiutano a creare posti di lavoro, abbassare i prezzi e rafforzare la nostra sicurezza”. La moltiplicazione degli accordi di libero scambio – quelli conclusi con Mercosur e Messico, quelli rilanciati come la Malesia o quelli in corso di negoziato come l'India – serve a questo fine. Oltre che proteggersi almeno in parte dalle guerre commerciali di Trump.
Nella relazione con il presidente americano, von der Leyen ha ribadito il messaggio seguito al “ritiro” informale con i leader. Lunedì la presidente della Commissione aveva assicurato di essere “pronta” a rispondere ai dazi di Trump. “Quando presi di mira ingiustamente o arbitrariamente, l'Ue risponderà in modo fermo”. Ieri ha promesso di essere “aperta e pragmatica” alla ricerca di soluzioni. Ma “proteggeremo sempre i nostri interessi, comunque e ogni volta che sarà necessario”, ha aggiunto la presidente della Commissione.
I rapporti con la Cina potrebbero essere una variabile di aggiustamento dei negoziati con Trump. Dopo la strategia del “de-risking” (la riduzione del rischio), von der Leyen ha detto di volersi impegnare “in modo costruttivo con la Cina e trovare soluzioni nel nostro reciproco interesse. E penso che possiamo trovare accordi che potrebbero persino espandere i nostri legami commerciali e di investimento. È una linea sottile su cui dobbiamo camminare. Ma può condurci a una relazione più equa ed equilibrata con uno dei giganti economici del mondo. E questo può avere senso per l'Europa”, ha detto von der Leyen.
“Ad alcuni in Europa potrebbe non piacere questa realtà più dura e transazionale. Ma (...) l'Europa deve affrontare il mondo così come lo troviamo”, ha detto von der Leyen. Rivolgendosi agli studenti della scuola diplomatica del Servizio europeo di azione esterna, ha lanciato un appello a non cedere al fatalismo come all'ottimismo ingenuo. L'Europa non è condannata “a subire la storia da bordo campo” perché “il mondo vede l'Europa più forte di noi. E l'Europa ha molta più influenza in questo mondo di quanto a volte possiamo pensare”.
La frase
“Le scelte della nuova amministrazione del presidente Trump spingono gli europei a essere più uniti, più attivi”
Emmanuel Macron.
Ritiro
I leader dell'Ue alle prese con il controllo americano sugli armamenti europei - L'Ucraina non ha potuto utilizzare come voleva i missili da crociera Scalp e Storm Shadow forniti da Francia e Regno Unito perché ha dovuto ottenere l'autorizzazione preventiva degli Stati Uniti a causa della presenza di componenti americani nei missili. La confidenza che ci ha fatto uno dei partecipanti - e non è francese - al ritiro sulla difesa organizzato lunedì per i leader dei 27 Stati la dice lunga sui problemi che si incontrano nell'utilizzo di armi non prodotte nell'Ue. Washington si è pubblicamente opposta all'uso incontrollato di armi americane consegnate all'Ucraina dagli Stati Uniti o dai suoi alleati, per evitare un'escalation con la Russia. Ma la Casa Bianca è andata oltre, chiedendo che l'uso di armi con componenti americane rispettasse le stesse restrizioni. Un modo per imporre una forma di sottomissione agli alleati della Nato. La volontà dichiarata dalla Francia di produrre in Europa e acquistare in Europa per sviluppare l'industria della difesa dell'Ue e rompere la dipendenza da paesi terzi è sempre più condivisa dai suoi partner europei, ma non è ancora unanimemente sostenuta. Alcuni paesi dell'Ue non sono ancora in grado di staccarsi dallo Zio Sam.
Dialogo tra sordi sul “buy european” - Il dibattito sulla necessità di comprare europeo è distorto perché “stiamo discutendo di due cose diverse”, due tempi diversi, il breve e il lungo termine, ci ha spiegato un funzionario europeo interpellato sulla disputa che contrappone gli europei. C'è l'urgenza di ricostruire le scorte e il problema non è dove comprare, ma dove sono disponibili le armi da comprare. I produttori americani hanno lo stesso problema di quelli europei. In Occidente non c'è più capacità produttiva. Produciamo meno della Russia. Gli acquisti vengono fatti in Giappone, Corea del Sud e America Latina. Il lungo termine è diverso. In Europa, gli investimenti di oggi dovrebbero servire alla capacità produttiva per il domani. Lo sviluppo di una base industriale non è per il breve termine, perché richiede tempo.
Gnl, il pomo della discordia tra gli alleati della Nato - Gli Stati Uniti vogliono che gli alleati della Nato acquistino più gas naturale liquefatto americano per riequilibrare la bilancia commerciale. Comprare più Gnl americano è una delle opzioni discusse dai leader al ritiro informale di lunedì per offrire a Donald Trump un "deal". Trump ne aveva fatto un argomento durante il suo primo mandato come presidente degli Stati Uniti, e una guerra commerciale era stata evitata grazie alla promessa degli europei di acquistare più Gnl con la pianificazione di 14 terminali nell'Ue. Quel che ha funzionato una volta può funzionare di nuovo, pensano la presidente della Bce, Christine Lagarde, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Ma questa non è una decisione politica. Non sono i governi a comprare il Gnl, ma le società private, che si rivolgono al miglior offerente. È per questo che la Russia continua a vendere Gnl nell'Ue. Per spezzare la loro dipendenza dal gas russo, gli acquirenti europei devono potersi rifornire altrove. Prezzi e costi sono gli argomenti che li spingono verso il Qatar, la Nigeria o gli Stati Uniti. Gli americani non hanno mai offerto prezzi migliori ai loro alleati. Vendono il loro Ggl a prezzi di mercato. La soluzione richiede “buone condizioni di prezzo” da parte degli Stati Uniti, ci ha detto una fonte.
L'Ue e gli Usa non hanno mai sotterrato l'ascia di guerra commerciale - “Le tariffe sospese dall'Ue (nel 2019) entreranno automaticamente in vigore alla fine di marzo 2025, a meno che la Commissione europea non prenda una nuova decisione in merito. Potrebbero rivelarsi utili se l'Europa avesse bisogno di ritorsioni contro le azioni di Trump, oppure potrebbero essere nuovamente sospese come parte di un accordo”, sottolinea l'ex commissario al commercio internazionale Cecilia Malmstrom in una nota per il Peterson Institute for International Economics (PIIE). Durante il primo mandato di Donald Trump, l'amministrazione statunitense ha imposto all'UE e ad altri alleati dazi del 25% sull'acciaio e del 10% sull'alluminio. L'UE ha quindi deciso di imporre tariffe di ritorsione su importazioni statunitensi per un valore di 2,8 miliardi di dollari, tra cui succo d'arancia, burro di arachidi, motociclette Harley Davidson e whisky del Tennessee. Queste misure di ritorsione sono state sospese dopo che nel 2019 è stato raggiunto un mini-accordo tra Trump e Jean-Claude Juncker, allora presidente della Commissione europea. L'ex primo ministro del Lussemburgo è ora consigliere speciale di Ursula von der Leyen.
Il controdiscorso di Orban - Viktor Orban è rimasto silenzioso durante il ritiro informale dei capi di Stato e di governo di lunedì sulla difesa. Il primo ministro ungherese non ha voluto parlare alla stampa né all'ingresso, né all'uscita. Il suo giudizio è stato affidato a un post su X pubblicato ieri. "È stato un incontro strano. Tutti a Bruxelles vedono arrivare il tornado di Trump, ma la maggior parte pensa ancora di poterlo evitare. Non ci riusciranno", ha detto Orban, iscrivendosi in controtendenza rispetto al messaggio di unità e forza trasmesso da Antonio Costa e Ursula von der Leyen. "In 14 giorni, Donald Trump ha già capovolto il mondo con alcune misure. La follia di genere in America è finita, il finanziamento delle organizzazioni globaliste di Soros è finito, l'immigrazione illegale è finita e anche il sostegno alla guerra russo-ucraina è finito. In altre parole, tutto ciò che i burocrati di Bruxelles hanno cercato di imporci negli ultimi anni è finito", ha scritto Orban. "Possiamo anche dire addio alle regole del commercio mondiale come le conosciamo. Il presidente Trump difenderà gli interessi americani, anche contro l'Europa. L'Unione Europea si trova ad affrontare mesi difficili e i burocrati di Bruxelles se la passeranno male", ha aggiunto. Orban ha annunciato che sta negoziando un "deal" con il presidente Trump per l'Ungheria.
Post Brexit
Vertice Ue-Regno Unito il 19 maggio nel Regno Unito - L'annuncio è stato ufficializzato ieri dal presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa. L'annuncio fa seguito alla partecipazione del primo ministro britannico, Sir Keir Starmer, al ritiro dei leader dell'UE sulla difesa europea tenutosi lunedì a Bruxelles. È stata la prima volta che un leader britannico è stato invitato a un incontro con i membri del Consiglio europeo dopo la Brexit e “tutti ne sono stati felici”, ha sottolineato Costa. Starmer vuole effettuare un “reset” delle relazioni tra il Regno Unito e l'Ue, ma anche un ritorno parziale del Regno Unito nell'Unione europea dopo averla lasciata con il botto non sarà un'impresa da poco.
Socialisti
I socialisti ricalibrano le priorità e mettono in guardia il PPE contro l'agenda di estrema destra - Non solo i capi di Stato e di governo, ma anche il gruppo dei Socialisti&Democratici al Parlamento europeo si è riunito in un ritiro informale per ricalibrare le priorità della sua agenda politica. In un documento che sarà pubblicato oggi, i socialisti mettono in guardia contro la "pericolosa agenda di estrema destra e nazionalista" che "porterebbe l'Europa alla rovina, danneggerebbe le nostre democrazie e lascerebbe gli europei esposti agli autocrati e agli oligarchi che ci circondano". Un avvertimento al Partito Popolare Europeo (PPE), nel momento in cui il suo leader Manfred Weber gioca la carta di una doppia maggioranza, cooperando con l'estrema destra? "Per noi la sicurezza non riguarda solo la costruzione delle necessarie capacità di difesa, ma anche la difesa del nostro modello sociale europeo, la garanzia di posti di lavoro di qualità, salari equi, alloggi dignitosi e assistenza sanitaria di alta qualità, preservando al contempo il nostro pianeta", dice il documento. "Possiamo proteggere le nostre democrazie e raggiungere i nostri obiettivi solo sviluppando ulteriormente la sovranità europea. Senza questo, l'Europa non sarà in grado di svolgere un ruolo chiave nel plasmare un ordine globale basato sui nostri valori di pace, giustizia globale e stabilità".
Le altre priorità dei socialisti - "Continueremo a difendere i nostri valori democratici, tra cui diversità, uguaglianza di genere e diritti delle donne (…). Continueremo la nostra lotta per la libertà e la democrazia e per proteggere le persone dalla disinformazione (...). Solo rimanendo impegnati in questo programma pro-democrazia, pro-europeo e pro-cittadini possiamo garantire il futuro dell'Ue come un progetto economico, sociale e politico di successo", dicono i socialisti nel documento che sarà pubblicato oggi. L'enfasi è incentrata sulle "persone comuni" e i loro bisogno, nonché sull'impegno a favore degli obiettivi ambientali e climatici. L'agenda di deregolamentazione promessa dal PPE e promossa da Ursula von der Leyen non è menzionata. I socialisti preferiscono "investire, investire, investire! L'Europa non può fare di più con meno. Abbiamo bisogno di grandi investimenti pubblici e privati comuni resi possibili da un bilancio Ue più forte e da una capacità permanente di investire in beni pubblici".
Digitale
La Commissione pubblica le linee guida sull'IA - La Commissione ieri ha pubblicato le nuove linee guida sull'Intelligenza artificiale, che specificano quali sono gli usi vietati di questa tecnologia nell'ambito dell'AI Act (il regolamento sull'Intelligenza artificiale). Pubblicate a qualche giorno dal vertice mondiale sull'IA organizzato il 10 e 11 febbraio a Parigi, ad alcuni appaiono come un atto di sfida a Donald Trump, che minaccia ritorsioni contro l'Ue per le multe contro i giganti americani del digitale. L'AI Act richiede alle società che commercializzano sistemi di intelligenza artificiale "ad alto rischio" di essere più trasparenti su come costruiscono e utilizzano i modelli, compresa una valutazione del rischio per i modelli più potenti. Tra i sistemi di IA vietati ci sono le tecniche subliminali, manipolative o ingannevoli; lo sfruttamento delle vulnerabilità; la classificazione delle persone ai fini di attribuire un punteggio sociale; la profilazione per determinare il rischio di un reato; il riconoscimento delle emozioni sul posto di lavoro o negli istituti di istruzione; l'uso di dati biometrici per dedurre razza, opinioni politiche, appartenenza sindacale, convinzioni religiose o filosofiche o orientamento sessuale; l'identificazione biometrica remota generalizzata in tempo reale in spazi pubblici. L'ambizione dell'Ue è di diventare "l'hub globale per l'intelligenza artificiale affidabile". Ma diversi attori del settore, compresi colossi americani, ritengono che la regolamentazione dell'Ue danneggi l'innovazione.
La Commissione lancia la caccia a Temu e Shein - La vicepresidente Henna Virkkunen e il commissario Michael McGrath oggi saranno in sala stampa per presentare una comunicazione su come affrontare le sfide delle piattaforme di e-commerce. Nel mirino della Commissione ci sono giganti cinesi come Temu e Shein, che stanno invadendo il mercato dell'Ue con prodotti a basso costo e fast-fashion. Gli Stati membri saranno invitati a rafforzare i controlli doganali sui prodotti comprati online considerati pericolosi per la sicurezza, potenzialmente contraffatti o a rischio di non rispettare altre normative europee. Lo scorso anno 4,5 miliardi di euro di merci sono entrate nell'Ue dalla Cina sfruttando l'esenzione dai dazi per merci di un valore inferiore ai 150 euro. La Commissione ha già proposto di abbandonare il limite di 150 euro nell'ambito della riforma delle regole doganali. Dato il forte incremento dell'ingresso di merci, l'esecutivo comunitario dovrebbe agli stati membri di adottare con urgenza le nuove regole.
Blue deal
La Commissione preferisce il dialogo alle infrazioni sullo stato delle acque - La Commissione ieri ha pubblicato le relazioni sullo stato delle acque nell'Ue, che danno conto dell'attuazione delle direttive del settore, dalle alluvioni all'ambiente marino. Secondo la Commissione ci sono "diverse tendenze positive” sulla conoscenza e il monitoraggio dei corpi idrici superficiali e sotterranei, ma ci sono anche "notevoli differenze regionali" ed è necessario fare molto di più per raggiungere gli obiettivi di qualità e quantità dell'acqua dolce. La salute media dei corpi idrici di superficie dell'Ue è critica, con solo il 39,5 per cento che raggiunge un buono stato ecologico e solo il 26,8 per cento che raggiunge un buono stato chimico a causa della contaminazione da mercurio e altri inquinanti tossici. Anche la scarsità d'acqua e la siccità destano crescenti preoccupazioni. Quanto alle alluvioni, se ci sono stati miglioramenti nella gestione del rischio, la Commissione avverte che gli Stati membri devono ampliare la loro capacità di pianificazione e amministrativa e investire adeguatamente nella prevenzione. Infine, sull'ambiente marino la Commissione ha registrato progressi limitati verso l'introduzione e l'attuazione di misure per raggiungere gli obiettivi della direttiva, in particolare per quanto riguarda i rifiuti marini. Malgrado le carenze di alcuni stati membri sull'attuazione della legislazione dell'Ue, la Commissione preferisce evitare le procedure di infrazione. "Sono una politica che crede nel dialogo", ha detto la commissaria all'Ambiente, Jessika Roswall: "Quello a cui guardiamo è il risultato".
Germania
La discesa di Merz nei sondaggi - Dopo il fallimento della scorsa settimana al Bundestag sulla proposta di legge sull'immigrazione, il leader dell'Unione CDU-CSU Friedrich Merz si trova di fronte alle prime conseguenze nei sondaggi a meno di tre settimane dalle elezioni legislative del 23 febbraio. I cristiano-democratici hanno registrato un calo del 2 per cento nelle intenzioni di voto, secondo la ricerca Forsa pubblicata ieri. L'Unione CDU-CSU arretra al 28 per cento, mentre il partito di estrema destra Alternativa per la Germania rimane stabile al secondo posto con il 20 per cento delle intenzioni di voto. Al terzo posto restano i socialdemocratici di Olaf Scholz con il 16 per cento, appena davanti ai Verdi che recuperano un punto al 15 per cento.
Norvegia
Il ritorno di Jens - L'ex segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha fatto un ritorno a sorpresa nella politica norvegese. Dopo la crisi di governo provocata da un partito populista su una serie di direttive dell'Ue nel settore dell'energia, Stoltenberg è stato nominato ministro delle Finanze del governo di minoranza guidato dal laburista Jonas Gahr Støre. L'incarico non sarà lungo. Le elezioni legislative sono previste in settembre. Prima della nomina alla Nato, Stoltenberg era stato primo ministro della Norvegia. Già nel 2022 sarebbe dovuto tornare nel suo paese come presidente della Banca centrale, sotto la cui supervisione opera il fondo sovrano norvegese, uno dei più importanti al mondo. La guerra in Ucraina ha bloccato i suoi piani. Stoltenberg sarà confrontato a un dilemma, dopo aver predicato cooperazione tra gli alleati: il suoi partito laburista vuole interrompere due interconnessioni di elettricità verso la Danimarca, per cercare di abbassare i prezzi dell'energia per i norvegesi.
Accade oggi
Consiglio europeo: il presidente Costa incontra l'Alto commissario per i rifugiati, Filippo Grandi, e la commissaria Kos
Commissione: conferenza stampa dei commissari Virkkunen e McGrath sugli strumenti per un e-commerce sicuro
Commissione: riunione del collegio dei commissari
Commissione: la presidente von der Leyen riceve Oliver Ropke, presidente del Comitato economico e sociale europeo
Commissione: il commissario Sefcovic riceve Stephan Weil, presidente della Bassa Sassonia, e Nick Thomas-Symonds, ministro per l'Ufficio di Gabinetto del Regno Unito
Commissione: il commissario Dombrovskis, riceve Esther Lynch, segretaria generale della Confederazione europea dei sindacati (Ces), e Stephan Weil, presidente della Bassa Sassonia
Commissione: la commissaria Albuquerque a Parigi; pronuncia un discorso programmatico alla conferenza "Shaping the Future of EU Capital Markets" organizzata dall'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati
Commissione: la commissaria Lahbib riceve Filippo Grandi, Alto Commissario Onu per i Rifugiati, e Pamela Rendi-Wagner, direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie
Commissione: il commissario Jorgensen pronuncia un discorso al Financial Times-Iberdrola Energy Forum 2025
Consiglio: riunione del Coreper I e II
Banca centrale europea: discorso del capo economista Philip Lane a un evento del Peterson Institute a Washington
Corte dei conti dell'Ue: rapporto sulla mobilità militare
Parlamento europeo: riunione della Conferenza dei presidenti
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sul ricorso della Polonia contro le multe da 320 milioni di euro per la legge sulla giustizia
Eurostat: prezzi della produzione industriale a dicembre; statistiche sulle condizioni di vita in Europa nel 2023