La vetocrazia mette a rischio l'Ue
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La vetocrazia mette a rischio l'Ue
Il Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre è andato peggio di quanto sperato tre mesi fa, ma meglio di quanto temuto nelle ultime tre settimane. I capi di stato e di governo hanno dato il via libera ai negoziati di adesione con l'Ucraina e la Moldavia (anche con la Bosnia Erzegovina, ma a determinate condizioni, mentre alla Georgia è stato concesso lo status di paese candidato). Tuttavia non sono riusciti a trovare un accordo a ventisette sulla revisione del quadro finanziario pluriennale. Viktor Orban, che era uscito dalla stanza del Consiglio europeo per permettere all'Ue di avanzare sull'adesione dell'Ucraina, ha deciso di usare il veto sul bilancio. Al di là della sua opposizione al pacchetto di cinquanta miliardi di euro di aiuti finanziari per Kyiv, il premier ungherese ha detto chiaramente cosa vuole in cambio: lo sblocco di tutti i fondi allocati all'Ungheria, che sono congelati per lo stato di diritto. L'Ue può reggere alla vetocrazia imposta di Orban?
Sugli aiuti finanziari all'Ucraina, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e gli altri leader sono convinti di poter trovare una soluzione. All'inizio dell'anno sarà convocato un altro vertice straordinario (probabilmente il 26 e 27 gennaio). Si cercherà di convincere Orban a togliere il veto. Ma se non ci sarà un accordo a ventisette, l'Ue procederà con l'Europa a ventisei. Le possibilità sono due: prorogare il programma di assistenza macroeconomica per l'Ucraina adottato per il 2023 (1,5 miliardi di euro al mese) oppure creare un fondo intergovernativo fuori dal bilancio dell'Ue. Ma la moltiplicazione dell'uso del veto da parte di Orban e di altri leader inizia a diventare un problema grave.
L'Ungheria minaccia di bloccare l'ingresso della Bulgaria in Schengen per una disputa sui dazi sul gas. Orban ha preso in ostaggio l'ottava tranche da 500 milioni di euro della Europea Peacer Facility per le forniture di armi all'Ucraina per la decisione dell'Ucraina (poi revocata) di inserire una sua banca che opera in Russia tra gli sponsor della guerra. Sull'allargamento Orban conserva tutto il suo potere di nuocere all'Ucraina. L'Ungheria può porre il veto sul quadro negoziale, sulla convocazione della conferenza intergovernativa, sull'apertura di ciascun capitolo dei negoziati.
La vetocrazia imposta da Orban è contagiosa. La scorsa settimana l'Austria ha ritardato l'adozione del dodicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia per la stessa ragion dell'Ungheria: la presenza della banca austriaca Raiffeisen nella lista nera di Kyiv. La stessa Austria continua a opporsi al pieno ingresso di Bulgaria e Romania nella zona Schengen. L'Italia non esclude il veto nei negoziati sulla revisione del Patto di stabilità e crescita, che sono entrati nella fase finale.
Anche se alcune soluzioni tecniche possono permettere di aggirare alcuni veti, l'esito della vetocrazia è potenzialmente molto dannoso per la capacità dell'Ue di agire e contare in quanto tale. Alcuni stati membri – come la Germania – si stanno convincendo che il sostegno militare bilaterale all'Ucraina è molto più efficace e utile dei finanziamenti attraverso la European Peace Facility. Risultato: quello che doveva essere l'embrione dell'Europa della difesa si sta lentamente disfacendo. Per Vladimir Putin, che si è sempre rifiutato di trattare direttamente con l'Ue, preferendo i contatti bilaterali con i grandi stati membri, è una piccola ma significativa vittoria.
Orban, del resto, è sospettato di voler paralizzare l'Ue in vista delle elezioni europee del 2024. Di fronte alla vetocrazia, perfino chi aveva teorizzato la bontà della regola dell'unanimità perché costringe tutti i leader ad assumersi le sue responsabilità, inizia a ripensarci. “Occorre interrogarsi sulla questione del diritto di veto”, spiega un dirigente che finora si era opposto alla generalizzazione del voto a maggioranza: “Nello spirito di Lisbona, il veto deve essere usato quando gli interessi fondamentali sono in gioco, non in modo abusivo”.
La frase
“Dopo Putin, Orban rappresenta uno dei maggiori rischi per la sicurezza dell'Europa”.
Micheal Roth, presidente della commissione Esteri del Bundestag tedesco.
Retroscena
Vertice straordinario - Il vertice straordinario annunciato a fine gennaio per salvare i 50 miliardi di aiuti finanziari all'Ucraina si terrà il 26 e 27 gennaio, in un fine settimana. La data non è ufficiale, ma ci è stata indicata da un funzionario europeo coinvolto nell'organizzazione dei vertici europei. Charles Michel ha parlato di "fine gennaio/inizio febbraio". Il presidente del Consiglio europeo vuole preparare "bene" l'incontro per evitare che un altro vertice fallisca con un nuovo veto da parte del premier ungherese, Viktor Orban. "Non sarà una soluzione prendere o lasciare", assicura Michel. Lui cerca l'unanimità, ma in caso di stallo "sono possibili diverse opzioni", dice Michel. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, segue con apprensione questi colpi di scena. L'ultima tranche di 1,5 miliardi di euro di assistenza macrofinanziaria dell'UE per il 2023 sarà versata "entro la fine dell'anno" e offrirà "un po' di protezione all'Ucraina per l'inizio del 2024", ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Per il dopo, non si sa. L'anno 2023 si conclude con delle promesse. L'Ucraina devastata dalla guerra dovrà accontentarsi di questo.
La settimana
Il dilemma dell'Italia sul Patto di stabilità - La presidenza spagnola dell'Ue ha convocato per mercoledì l'Ecofin straordinario in videoconferenza che dovrebbe dare la sua approvazione finale alla revisione del Patto di stabilità e crescita. L'intesa che era stata raggiunta tra Germania, Francia e Italia l'8 dicembre non piace al gruppo dei piccoli paesi frugali, che contestano la flessibilità di tre anni (dal 2025 al 2027) sui tassi di interessi per gli investimenti per i paesi sotto procedura per deficit eccessivo. L'altro grande interrogativo è se il ministro italiano, Giancarlo Giorgetti, confermerà il suo sostegno al compromesso. Le possibilità di un'intesa sono "scarse", ha detto Giorgetti: "Io non ho niente contro le videoconferenze, ma che io vada a chiudere un accordo che condiziona l’Italia per i prossimi 20 anni in videoconferenza,...anche no, grazie. Forse un’Ecofin in presenza potrebbe essere più opportuno".
Un altro trilogo jumbo sul Patto migratorio - Oggi la presidenza spagnola dell'Ue e i negoziatori del Parlamento torneranno a riunirsi per un trilogo “jumbo” per cercare di chiudere un accordo su tutti i regolamenti del nuovo Patto su migrazione e asilo. L'intesa rimane difficile. Il precedente trilogo “jumbo” non aveva prodotto una svolta. Uno dei negoziatori ci ha spiegato che “c'è un pessimo clima” tra il Consiglio e il Parlamento. I governi stanno cercando di forzare la mano ai deputati usando la scusa della fine della legislatura e paventando il pericolo di fare un regalo all'estrema destra se non ci saranno risultati.
La fine di una presidenza spagnola dell'Ue concentrata... sulla Spagna – Questa è l'ultima settimana di attività dell'anno e della presidenza spagnola del Consiglio dell'Ue. E' tempo di bilanci. Il premier spagnolo, Pedro Sanchez, ne ha fatto uno autocelebrativo davanti al Parlamento europeo mercoledì 20 dicembre. Tra diplomatici, parlamentari, giornalisti e osservatori, il giudizio è abbastanza severo. Sanchez e il suo governo si sono concentrati più su sé stessi che sulla presidenza dell'Ue. L'organizzazione del semestre è stata caotica e i risultati lasciano a desiderare. Del resto, la presidenza spagnola era iniziata male, con la decisione di Sanchez di convocare elezioni anticipate il 23 luglio, all'inizio del semestre. La scommessa ha pagato sul piano interno, ma la vacanza di potere a Madrid ha avuto ripercussioni sull'attività di Bruxelles. Il più grande successo che può rivendicare Sanchez è la nomina del suo ministro delle Finanze, Nadia Calvino, alla presidenza della Bei.
Nel fine settimana
In Serbia vince Vucic - Il Partito progressista servo del presidente Aleksandar Vučić ha vinto le elezioni anticipate di ieri in Serbia avvicinandosi al cinquanta per cento dei voti, secondo un conteggio non ufficiale realizzato da Ipsos. Il Partito progressista servo avrebbe ottenuto il 46,6 per cento, quasi quattro punti in più rispetto alle elezioni del 2022. La principale coalizione dell'opposizione, Serbia contro la violenza, avrebbe ottenuto il 23 per cento, in crescita di 4,6 punti rispetto allo scorso anno. Il Partito socialista serbo, al governo con Vucic, scende invece al 6,9 per cento. Diversi osservatori e ong hanno denunciato frodi nel corso delle operazioni di voto.
I socialisti hanno un nuovo leader in Portogallo - Il Partito Socialista portoghese ha eletto Pedro Nuno Santos come suo nuovo leader in vista delle elezioni anticipate provocate dalle dimissioni di Antonio Costa a seguito delle dimissioni per un'inchiesta di corruzione che ha toccato il suo governo. Nuno Santos è un ex ministro delle Infrastrutture e sabato ha superato il ministro degli Interni, Jose Luis Carneiro. Toccherà a lui affrontare il 10 marzo Luis Montenegro, leader del del Partito socialdemocratico (di centrodestra).
Svolta nelle relazioni tra Ue e Svizzera - La Svizzera e l'Ue si preparano alla normalizzazione delle loro relazioni? Dopo anni di controversie, il Consiglio federale svizzero venerdì ha approvato il progetto di mandato negoziale con l'Ue, mentre la Commissione ha pubblicato il "Common Understanding" che identifica un ampio pacchetto di misure per modernizzare le relazioni bilaterali. Il documento della Commissione non prevede un accordo quadro unico. Si tratta di una concessione importante da parte di Bruxelles che aveva cercato di porre fine all'eccezione svizzera fatta di molteplici accordi bilaterali. Tuttavia, il pacchetto include elementi per garantire la tutela dei diritti dei cittadini dell'Ue in Svizzera e garantire la concorrenza leale tra le imprese che operano nel mercato unico. Se i negoziati avranno successo, oltre a stabilizzare i rapporti con l'Ue, la Svizzera potrà rientrare nel programma Horizon. Secondo la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, "si tratta di un passo significativo verso una nuova fase delle relazioni bilaterali tra l'Ue e la Svizzera". Richard Werly, corrispondente di Blick a Parigi (vi consigliamo la sua newsletter La Républick), dopo aver trascorso diversi anni a Bruxelles a raccontare i rapporti difficili rapporti tra l'Ue e la Svizzera, spiega perché la road map dei negoziati è così importante.
Trilogo
Accordo sull'European Media Freeedom Act - La presidenza spagnola del Consiglio e i negoziatori del Palramento europeo venerdì 15 dicembre hanno raggiunto un accordo provvisorio sull'European Media Freedom Act, il nuovo regolamento volto a proteggere l'indipendenza editoriale e il pluralismo dei media nell'Ue. L'ultimo trilogo è durato 10 ore. Il testo finale prevede l'obbligo per i paesi dell'Ue di garantire la pluralità dei media e proteggerne l'indipendenza da interferenze governative, politiche, economiche o private. Il giudizio di Reporter senza frontiere è positivo, in particolare per il fatto che i deputati sono riusciti a cancellare dal provvedimento una "eccezione di sicurezza nazionale" che era stata chiesta da diversi stati membri. La norma avrebbe potuto aprire la porta alla violazione del rispetto del segreto delle fonti e alla sorveglianza dei giornalisti.
Accade oggi
Consiglio Ambiente
Presidenza spagnola dell'Ue: trilogo con i negoziatori del Parlamento europeo sul nuovo Patto su migrazione e asilo
Commissione: la presidente von der Leyen in Kenya e Ruanda incontra i presidenti William Ruto e Paul Kagame
Commissione: il vicepresidente Dombrovskis a Francoforte partecipa alla conferenza della Bce sulle politiche fiscali e governance dell'Unione monetaria
Commissione: la commissaria Simson partecipa al Forum energetico pentalaterale
Parlamento europeo: visita della commissione Affari esteri in Malawi e Zambia
Parlamento europeo: visita della sottocommissione Sicurezza e difesa in India
Parlamento europeo: visita della commissione Commercio in Thailandia
Parlamento europeo: visita della commissione Petizioni in Catalogna
Banca centrale europea: discorsi di Isabel Schnabel e Philip Lane alla conferenza della Bce sulle politiche fiscali e governance dell'Unione monetaria
Eurostat: dati sui posti di lavoro vacanti nel terzo trimestre; dati sui tumori professionali nel 2021