Le forche caudine ungheresi
Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue. Oggi è Christian a prendere i comandi.
Se volete ricevere il Mattinale Europeo potete iscrivervi qui. Grazie a tutti coloro che lo hanno già fatto.
Le forche caudine ungheresi
Fare compromessi, decidere, ingoiare obiezioni: per salvare gli aiuti promessi all'Ucraina dalla minaccia di un veto ungherese, l'Unione Europea e le sue istituzioni sono costrette a passare sotto le forche caudine imposte da Viktor Orban, senza alcuna garanzia che il primo ministro accetti di aprire i negoziati di adesione con Kiev durante il vertice europeo del 14 e 15 dicembre.
Da lunedì si stanno svolgendo incontri a ritmo frenetico per trovare il modo di evitare i blocchi dell'Ungheria. Viktor Orban si rifiuta di contribuire ai 50 miliardi di euro di aiuti promessi all'Ucraina nei prossimi 4 anni, si rifiuta di accettare l'apertura dei negoziati di adesione con l'Ucraina, che accusa di essere uno dei "paesi più corrotti del mondo", e si rifiuta di approvare nuove sanzioni contro la Russia. Nonostante le sue minacce, i tre punti sono ancora all'ordine del giorno del vertice, considerato uno dei più conflittuali degli ultimi anni. Viktor Orban non si cura degli anatemi che gli vengono lanciati. È convinto di essere nel giusto e sa di non essere l'unico leader insoddisfatto. I tagli lineari alle richieste di Ursula von der Leyen di integrare il bilancio europeo per continuare a sostenere l'Ucraina gli danno ragione.
I 50 miliardi di aiuti - 17 miliardi di sovvenzioni e 33 miliardi di prestiti - sono stati inclusi in un pacchetto di priorità il cui costo per gli Stati membri è stato stimato dalla Commissione europea in 66 miliardi in 4 anni. Martedì sera, i “soldi freschi” sono stati ridotti a 22,5 miliardi, senza alcuna modifica degli importi dell'assistenza all'Ucraina. "Si sta gradualmente consolidando un pacchetto meno costoso", ha dichiarato un negoziatore europeo. La dotazione per la migrazione, una priorità assoluta per l'Italia e l'Ungheria, è stata ridotta da 12,5 a 9,6 miliardi di euro, ma il presidente del Consiglio italiano, Georgia Meloni, sembra ritenere l'importo accettabile.
Nessuno sa quali siano le intenzioni di Orban. Il leader ungherese è in attesa dell'annuncio della Commissione sullo sblocco di 10 dei 21,7 miliardi di euro di fondi europei congelati per le violazioni dello stato di diritto. Questa decisione indigna molti stati membri e suscita rabbia e amarezza dentro al Parlamento europeo, dove questa "vittoria" ungherese non riesce a essere digerita. "I soldi degli europei non dovrebbero andare a un leader che sta smantellando lo Stato di diritto", ha dichiarato l'eurodeputata francese, Valérie Hayer (Renew). "L'accordo tra Bruxelles e Budapest non ha un buon odore", ha dichiarato il vice primo ministro lussemburghese, Xavier Bettel al Luxemburger Wort.
Ma dentro il Consiglio europeo prevale il pragmatismo. I partner dell'Ungheria sono pronti a rimangiarsi le loro obiezioni sullo stato di diritto. Budapest ha risposto alle ultime richieste di chiarimenti sulla riforma del sistema giudiziario e sull'indipendenza della magistratura. "Se la Commissione ritiene che i problemi che hanno giustificato il congelamento dei fondi siano stati risolti, è normale che sblocchi i fondi", spiega un rappresentante di uno Stato membro. I 10 miliardi di euro non saranno versati all'Ungheria da un giorno all'altro. I fondi saranno utilizzati per onorare le richieste di rimborso presentate dall'Ungheria per progetti già impegnati nei trasporti, nel digitale e in altri settori.
Orban sarà soddisfatto delle concessioni ottenute e accetterà di approvare gli aiuti dell'UE a Kiev? "È difficile dirlo, ma stiamo facendo del nostro meglio per ottenere l'accordo unanime dei 27", ha assicurato martedì un funzionario europeo. "Oggi abbiamo ricevuto il primo segnale non pubblico e non ufficiale dall'Ungheria, che indica una finestra di opportunità", ha detto ieri il ministro degli esteri ucraino, Dmytro Kuleba: "L’esito del vertice dell’UE del 14-15 dicembre è incerto, tutto sarà deciso all’ultimo minuto e nessuno può dire quanto dureranno i negoziati”. La delegazione ungherese avrebbe prenotato le stanze d'albergo fino a venerdì. Alcuni lo considerano come un segnale positivo perché dimostra che Orban è disponibile a negoziare.
La frase
“Il governo spagnolo è stato ovviamente più occupato con sé stesso che con la presidenza del Consiglio. Abbiamo visto più iniziative per rendere il catalano una lingua ufficiale dell'Ue che sulla conclusione dell'accordo con il Mercosur, sull'adesione dell'Ucraina all'Ue o su una posizione comune su Israele”.
Manfred Weber, presidente del gruppo del Partito popolare europeo, prima del dibattito di oggi con Pedro Sanchez sui risultati della presidenza spagnola del Consiglio dell'Ue
Follow-up
La seconda Negobox targata Michel sulla revisione del bilancio – Gli ambasciatori dei ventisette stati membri ieri hanno discusso l'ultima versione della “Negobox” sulla revisione del quadro finanziario pluriennale preparata dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, per il vertice che si apre domani. Il contributo aggiuntivo (“denaro fresco”) chiesto agli stati membri verrebbe ulteriormente ridotto, da 28,7 a 22,5 miliardi, rispetto ai 68 miliardi chiesti dalla Commissione. La seconda versione della “Negobox” di Michel prevede un miliardo in più per le politiche migratorie e la dimensione interna (da 8,6 a 9,6 miliardi), ma con una maggiore quota di riallocazione dei fondi all'interno di questo capitolo di bilancio. Viene invece confermato il quasi azzeramento delle risorse aggiuntive per l'industria. Nel capitolo “Step” rimangono per ora solo 1,5 miliardi di euro per il Fondo europeo per la difesa, ma agli stati membri verrebbe concessa più flessibilità (e un tasso di cofinanziamento al 100 per cento) per destinare i fondi della coesione al greentech. L'aumento dei tassi di interesse sul debito contratto da NextGenerationEu verrebbe finanziato con un meccanismo a cascata. L'ammontare delle risorse per l'Ucraina rimane a 50 miliardi.
Per l'Italia un compromesso accettabile sul bilancio - Ieri in Parlamento Giorgia Meloni ha indicato le tre priorità dell'Italia nei negoziati al Consiglio europeo sulla revisione del quadro finanziario pluriennale: aiuti all'Ucraina, più risorse per gestire il fenomeno migratorio e il potenziamento dell'industria europea. Meloni ha ribadito che chiede un accordo su tutto il pacchetto “senza trattare alcun argomento separatamente”. Approvare solo la Facility per l'Ucraina, senza occuparsi dell'economia, “non aiuterebbe l'Ucraina perché allontanerebbe l'opinione pubblica europea già provata dal conflitto”, ha detto Meloni. L'Italia non si opporrà alla riduzione degli aumenti di bilancio che erano stati chiesti dalla Commissione. A Meloni vanno bene un mix di risorse nuove, riallocazione dei fondi del bilancio e tagli agli aumenti. Ma “per noi è fondamentale (…) che venga garantita la massima flessibilità sui fondi esistenti e già a disposizione degli stati membri”, ha detto Meloni. Tradotto: più libertà nell'utilizzo dei fondi di coesione, su cui l'Italia storicamente ha un bilancio molto magro. “Razionalizzazione della spesa negli stati membri ma anche a Bruxelles, e flessibilità per spostare le risorse disponibili”, ha detto Meloni.
Tusk sarà l'anti Orban su Ucraina e democrazia - “Chiederemo la piena mobilitazione dell'Occidente per aiutare l'Ucraina”, ha detto ieri il nuovo primo ministro polacco, Donald Tusk, nel suo discorso programmatico davanti al Parlamento. “Non ne posso più di ascoltare i politici che parlano di fatica della situazione in Ucraina”, ha detto Tusk: “L'attacco contro l'Ucraina è un attacco contro tutti noi”. Tusk ha detto che al Consiglio europeo di giovedì e venerdì spera di “convincere i nostri alleati a difendere i valori democratici e l'ucraina contro l'aggressione russa”. Il premier polacco si presenterà a Bruxelles come l'anti-Orban. “Per qualche strana coincidenza, i politici che attaccano le fondamenta della democrazia sono anti-ucraini”, ha detto Tusk davanti al Parlamento.
La guerra dei sondaggi sull'Ucraina - L'European Council on Foreign Relations ieri ha pubblicato un sondaggio secondo il quale una maggioranza di europei è favorevole all'adesione dell'Ucraina all'Ue, nonostante i rischi economici e di sicurezza. La ricerca è stata condotta in sei stati membri. Il sostegno all'ingresso di Kyiv è prevalente in Danimarca (50 per cento) e Polonia (47 per cento), mentre le opinioni pubbliche sono sostanzialmente divise in Romania (32 per cento favorevole, 29 per cento contrario), Germania (37 per cento favorevole, 39 per cento contrario) e Francia (29 per cento favorevole, 35 per cento contrario). L’Austria rappresenta un’eccezione, poiché una netta maggioranza (52 per cento) è contraria all'adesione dell'Ucraina. Complessivamente il 45 per cento degli intervistati ritiene che l’adesione dell’Ucraina all’UE avrebbe un “impatto negativo” sulla sicurezza europea, mentre il 39 per cento ritiene che avrebbe un “impatto negativo” all'interno del proprio paese. Alla vigilia del Consiglio europeo, anche Viktor Orban ha pubblicato un suo sondaggio, sostenendo che "i burocrati di Bruxelles non rappresentano il popolo europeo!". La ricerca commissionata dal primo ministro ungherese - le cui domande appaiono voler orientare gli intervistate - dice che il 71 per cento degli europei vuole che la guerra finisca immediatamente e che il 73 per cento ritiene che l'Ucraina dovrebbe essere costretta a negoziare con la Russia.
I profitti sugli attivi congelati russi all'Ucraina, ma non subito - La Commissione europea ieri ha trasmesso al Consiglio la proposta che potrebbe servire da base per utilizzare a favore dell'Ucraina i profitti straordinari realizzati sugli attivi congelati della Banca centrale russa. L'obiettivo di lungo periodo è di trasferire i profitti in un fondo dell'Ue per contribuire alla ricostruzione dell'Ucraina. Ma fonti della Commissione ci hanno spiegato che nell'immediato non ci sarà nessun trasferimento. La proposta si limita a creare il quadro giudico per obbligare le società che detengono gli attivi – i Central securities depositories – a registrarli e gestirli in modo separato nei loro sistemi contabili. Inoltre, sarà vietato la distribuzione a azionisti o altre parte terzi dei profitti realizzati. Per utilizzare effettivamente i profitti saranno necessarie un'altra proposta della Commissione e una decisione all'unanimità del Consiglio. Eppure la bozza di conclusione del Consiglio europeo - così come la Negobox sulla revisione del quadro finanziario pluriennale - indicano la possibilità di destinare le risorse alla Facility per l'Ucraina, riducendo il conto per gli stati membri. Non sarà per subito.
Divisioni
Sanchez insiste per la richiesta di un cessate il fuoco in Medio oriente – Il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, intende insistere al Consiglio europeo sulla richiesta di un cessate il fuoco nella guerra di Israele contro Hamas a Gaza. Dopo che il segretario generale dell'Onu ha invocato l'articolo 99 della Carta e il veto degli Stati Uniti al Consiglio di sicurezza, “per Sanchez è imperativo che ci sia un dibattito approfondito al Consiglio europeo e che l'Ue adotti una chiara posizione”, ha detto una fonte a conoscenza delle intenzioni del primo ministro spagnolo. Secondo Sanchez, dopo la richiesta di pause umanitarie (al plurale), “è arrivato il momento di chiedere un cessate il fuoco”, di “dibattere anche della protezione dei civili” e di “rivitalizzare il processo politico sulla base dei due stati”. Sanchez dirà agli altri leader che l'Ue non può permettersi “di essere accusata di avere doppi standard”. Il premier spagnolo è destinato a scontrarsi alla Germania che, con un gruppo maggioritario di paesi, è contrario alla richiesta di cessate il fuoco.
Diplomazia
Borrell preoccupato per la sorte di Navalny - L'Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell, ieri ha espresso la preoccupazione dell'Ue per la scomparsa dell'oppositore russo, Alexei Navalny, dal carcere in cui era rinchiuso. “La leadership politica russa è responsabile per la sua sicurezza e salute in prigione”, ha detto Borrell, ribadendo l'appello per il rilascio “immediato e senza condizioni” di Navalny “incarcerato per ragioni politiche”.
Autonomia strategica
La prima lista dei medicinali critici per l'Ue - L'Agenzia europea per i medicinali (Ema) ieri ha pubblicato la prima lista dell'Unione europea di medicinali critici per i sistemi sanitari per i quali le scorte e gli approvvigionamenti continui sono considerati prioritari per evitare penurie. L'elenco include più di 250 medicinali tra cui vaccini, antidolorifici e medicinali per l'asma e malattie rare. La Commissione ha promesso di avere un piano per migliorare la fornitura di questi medicinali entro aprile, dopo che diversi stati membri hanno segnalato carenze lo scorso inverno. L'Ue dipende da Cina e India per numerosi medicinali e componenti chimiche per produrli. Tra le proposte attese dalla Commissione ci sono misure volte a incoraggiare le scorte da parte delle società farmaceutiche e la diversificazione dei fornitori, nonché incentivi per gli investimenti in nuove capacità di produzione interne all'Ue.
Accade oggi
Vertice Ue-Balcani occidentali
Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattiti sulla preparazione vertice Ue con Michel e von der Leyen; la presidenza spagnola dell'Ue con il premier Sanchez; la strategia di sostegno ai giovani per il costo degli alloggi; il riconoscimento della genitorialità; l'estensione della lista dei reati dell'Ue ai crimini di odio; le strutture anti-corruzione in Slovacchia; il Programma investimenti in difesa; i casi di violazione diritti umani in Bierlussia, Tanzania e Tibet; la relazione del gruppo di lavoro su Frontex)
Commissione: il vicepresidente Sefcovic riceve Tony Estanguet, presidente del comitato organizzativo delle Olimpiadi di Parigi
Commissione: la commissaria Simson a Muscat interviene al Forum energetico Ue-Oman
Corte dei conti dell'Ue: relazione speciale sul sostegno dell'Ue ai biocarburanti sostenibili nel settore dei trasporti
Comitato economico e sociale: sessione plenaria (dibattito sui risultati della Cop28 con il commissario Hoekstra)
Consiglio: riunione del Coreper I e II
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
Eurostat: dati sulla produzione industriale in ottobre; statistiche sul turismo nel 2022; dati sulle spedizioni di rifiuti nel 2021