Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue. Oggi è Christian a prendere i comandi.
Le maggioranze improbabili al Parlamento europeo
Si avvicina il momento della resa dei conti per i gruppi politici del Parlamento europeo. La notte elettorale di domenica dirà come si divideranno i 720 membri eletti della nuova assemblea e chi saranno i vincitori e i vinti. Ursula von der Leyen è preoccupata per la sua riconferma per un secondo mandato. L'ungherese Viktor Orban sogna un'unione delle destre. L'italiana Giorgia Meloni fa i suoi calcoli. E il presidente del PPE Manfred Weber specula. Quali alleanze emergeranno? Dove sarà la maggioranza? Al centro o a destra?
Prima di tutto ci sono le cifre. La maggioranza è di 361 voti. Le proiezioni danno tra i 180 e i 183 eurodeputati al Partito Popolare Europeo, tra i 131 e i 138 ai Socialisti & Democratici, tra gli 83 e gli 86 ai Liberali di Renew, tra i 74 e i 78 ai Conservatori e Riformisti Europei (la destra sovranista), tra i 66 e i 72 al gruppo Identità e Democrazia (l'estrema destra), tra i 54 e i 58 ai Verdi e tra i 41 e i 46 a La Sinistra (l'estrema sinistra). Un ultimo gruppo, i Non iscritti, riunisce i senza famiglia, gli esclusi e i non classificabili. Saranno tra i 73 e i 78 eletti e saranno molto corteggiati per la costituzione dei gruppi. I risultati di domenica diranno se queste stime sono corrette.
Ci sono poi due certezze: nessun gruppo può guidare da solo il Parlamento e nessuna maggioranza è possibile senza i conservatori del Partito Popolare Europeo. Tuttavia, sono possibili diverse maggioranze. C'è quella tradizionale, considerata la maggioranza pro-europea, composta dal PPE, dai socialisti e dai liberali. Come la maggioranza uscente, la maggior parte dei leader dei 27 Paesi dell'Ue vorrebbe vederla rinnovata. La maggior parte, ma non tutti.
Il primo ministro ungherese Viktor Orban sogna un'unione di tutti i partiti di destra: il PPE, l'ECR, ID e i partiti paria, tra cui il suo movimento, Fidesz, che è stato escluso dal PPE e attualmente è condannato a sedersi tra i non iscritti. È uno scenario considerato improbabile, se non impossibile. Il capo del governo italiano, Giorgia Meloni, da parte sua, sta puntando su possibili alleanze per rimandare “la sinistra” all'opposizione. Il tedesco Manfred Weber, presidente del PPE, condivide questo piano, sostenuto da alcuni partiti della famiglia, in particolare dal Partido Popular spagnolo. Ma come trovare i 361 eletti di questa maggioranza di destra senza scendere a patti con l'estrema destra, e senza perdere la propria anima e il proprio sostegno politico?
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La Presidente uscente della Commissione europea, la conservatrice tedesca Ursula von der Leyen, sta seguendo da vicino ed è coinvolta in prima persona in questi negoziati politici, che saranno decisivi per la sua riconferma o il suo licenziamento. Deve rassicurare i leader dell'UE sulla sua capacità di conquistare la maggioranza degli eurodeputati per convincerli a concederle la fiducia per un secondo mandato. Ma la maggioranza tradizionale non è tutta a suo favore per una serie di ragioni. Il suo curriculum non ispira entusiasmo. “Non si è dimostrata incompetente”, sottolinea un funzionario europeo, ma la sua gestione della Commissione è stata apertamente criticata da diversi commissari e ha deluso diversi governi con i suoi errori politici e gli annunci inopportuni. A questo si aggiunge la sua incapacità di fare gioco di squadra con il presidente del Consiglio, il liberale belga Charles Michel, e l'Alto rappresentante per l'azione esterna, il socialista spagnolo Josep Borrell.
La sua decisione di diventare la “Spitzenkandidat” del PPE ha anche rotto il consenso per la sua riconferma. La sua scelta ha politicizzato la presidenza della Commissione. La carica “deve essere al di sopra dei partiti e dei paesi”, ha dichiarato il presidente francese, Emmanuel Macron in aprile. Anche l'aperta ostilità del presidente del PPE nei confronti dei socialisti è diventata un handicap. Manfred Weber ha ripetutamente criticato l'incompetenza economica del PSOE di Pedro Sanchez e della SPD del Cancelliere Olaf Scholz. Ursula von der Leyen, dal canto suo, ha tenuto un comportamento nei confronti dei socialisti, in particolare durante l'omaggio a Jacques Delors, che, a quanto ci è stato riferito, ha suscitato disappunto.
La presidente uscente sta cercando sostegno al di fuori della maggioranza tradizionale. Nel 2019 aveva perso molti voti all'interno dei tre gruppi e aveva ottenuto una maggioranza di appena 9 voti grazie ai voti degli eletti del partito polacco Legge e Giustizia e degli italiani del Movimento 5 Stelle. Nel giugno 2024, per il suo secondo mandato, sa che non tutto il PPE è dietro di lei e che i socialisti, i liberali e i verdi non sono entusiasti. Cerca il sostegno di Giorgia Meloni, il cui partito Fratelli d'Italia è accreditato nei sondaggi di 23 eletti e diventerà la principale forza del gruppo ECR. Nel 2019, Fratelli d'Italia non ha votato a favore della candidatura di von der Leyen e Giorgia è stata dura con Ursula durante i suoi discorsi in campagna elettorale sull'operato della presidente uscente, sottolineando gli “errori” nelle sue decisioni.
Che cosa deciderà Giorgia Meloni? “Sarà il giocatore chiave nel determinare se un nuovo ‘super gruppo’ di destra potrà emergere”, affermano Simon Hix e Kevin Cunningham nelle loro previsioni sul prossimo Parlamento europeo. ECR e ID votano spesso allo stesso modo, soprattutto sulle questioni sociali, sottolinea il gruppo dei Verdi in un'analisi dei voti. “Tutto dipenderà dalla capacità di Marine Le Pen e Giorgia Meloni di cooperare. Se riusciranno a lavorare insieme all'interno di un unico gruppo o di una coalizione, saranno una forza per l'Europa", ha dichiarato Viktor Orban nella sua ultima intervista al settimanale francese Le Point.
L'italiana ha dato il tono nel suo discorso all'incontro organizzato dal partito di estrema destra spagnolo Vox a Madrid. Non ha intenzione di deludere gli amici dell'ECR e vuole esportare nell'UE la sua maggioranza tutta di destra formata con la Lega (ID) e Forza Italia (PPE) per ricacciare i socialisti all'opposizione. La sintesi dei sogni di Manfred Weber. Ma Ursula von der Leyen non è soddisfatta di questo sogno. Ansiosa di non alienarsi il centro, la candidata presidente si è detta pronta ad accordi con alcuni partiti del gruppo ECR, che sono pro-Europa, pro-Ucraina e rispettosi dello Stato di diritto. I criteri escludono alcuni dei partiti dell'ECR, in particolare il partito francese Reconquête, oltre a tutti i partiti dell'ID (dal Rassemblement National di Marine Le Pen alla Lega di Matteo Salvini) e il Fidesz di Viktor Orban. E anche se limitata, questa apertura allontana comunque i socialisti, i liberali e i verdi, che hanno firmato un manifesto in cui escludono qualsiasi collaborazione o cooperazione a qualsiasi livello con l'ECR.
La formazione dei gruppi in Parlamento, con i negoziati per l'integrazione di nuovi membri e la nomina di presidenti e vicepresidenti, entrerà nel vivo a metà giugno. Il PPE prevede di formare il suo gruppo il 18 giugno e di eleggere il suo presidente il 19 giugno. Manfred Weber vuole mantenere il controllo sul gruppo. Renew si ricostituirà a partire dal 26 giugno e la questione principale sarà l'esclusione del partito liberale olandese VVD per la sua alleanza con il partito di estrema destra PVV di Geert Wilders. Giorgia Meloni sceglierà di sostenere Ursula von der Leyen o di allearsi con il gruppo ID guidato dal partito di Marine le Pen e con Viktor Orban per rimescolare le carte della destra radicale e formare un nuovo gruppo insieme? Chi entrerà e chi uscirà? Cosa faranno AfD, Lega, Chega e Reconquête?
Se vuole diventare una voce importante e decisiva dentro il Consiglio europeo, Giorgia Meloni dovrebbe scegliere la ragione contro le maggioranze e le alleanze improbabili. In fondo, deve solo essere paziente: Emmanuel Macron se ne andrà tra tre anni, Olaf Scholz potrebbe lasciare già l'anno prossimo e Pedro Sanchez è in una posizione fragile in Spagna. Il pragmatismo consiglierebbe a Giorgia di non muoversi.
La frase
"L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia infrange il più grande tabù dell’ordine internazionale (...). Se la Russia vincesse, nessuno stato e nessun confine potrebbero sentirsi sicuri, e il mondo entrerebbe in una nuova era di guerre imperialiste di conquista".
Yuval Noah Harari.
Elezioni europee
Le previsioni di Hix e Cunningham confermano l'avanzata dei nazionalisti - L'Institute for European Policymaking dell'Università Bocconi ieri ha pubblicato le previsioni dei risultati elaborate da Simon Hix e Kevin Cunningham. A differenza delle proiezioni di Europe Elects e Politico, queste previsioni sono costruite su altre variabili oltre ai sondaggi nazionali. Ma la tendenza è la stessa: la progressione dei partiti nazionalisti. Il Ppe dovrebbe essere confermato come il primo gruppo con 183 seggi (in leggera crescita), i Socialisti&Democratici dovrebbero arrivare al secondo posto con 131 eletti (in leggero calo), mentre i liberali di Renew dovrebbero ottenere la terza posizione con 84 deputati (in forte calo). Con 398 seggi sui 720 al Parlamento europeo, i tre partiti di centro dovrebbero conservare la maggioranza assoluta. Secondo la previsione, il gruppo sovranista dei Conservatori e riformisti europei avrebbe 78 seggi, mentre quello di estrema destra Identità e democrazia 72. I due gruppi dei partiti nazionalisti insieme "potrebbero avere più seggi dei Socialisti&Democratici". I Verdi subiscono un forte ridimensionamento fermandosi a 58 eletti, mentre la Sinistra crescerebbe a 41 seggi. La conclusione dei due ricercatori: "Nel complesso, i gruppi di destra (Ppe, Ecr e Id) avranno più potere nell’adozione delle leggi dell’UE rispetto all’attuale Parlamento".
Gli scenari di Hix e Cunningham sulla destra del prossimo Parlamento - Nella loro previsione finale in vista delle elezioni europee, Hix e Cunningham tracciano una serie di potenziali scenari per il dopo voto. Uno ha attirato la nostra attenzione a destra: la possibilità di creare un nuovo gruppo in cui potrebbero entrare tutti i partiti nazionalisti “di governo”. L'elenco include gli italiani di Fratelli d'Italia, i polacchi del PiS, i francesi del Rassemblement National, gli ungheresi del Fidesz, gli olandesi del PVV, gli austriaci della FPÖ, i fiamminghi della NVA, gli svedesi dei Democratici, i danesi del Partito del popolo e i Finlandesi. Sarebbero esclusi i partiti di estrema destra infrequentabili, come Alternativa per la Germania, la Lega, Konfederacja in Polonia, il Vlaams Belang in Belgio, Chega in Portogallo e Reconquête! in Francia. “Questo nuovo gruppo potrebbe potenzialmente essere il secondo più grande nel nuovo Parlamento, davanti ai Socialisti&Democratici”, scrivono i due ricercatori. Giorgia Meloni sarà “l'attore chiave nel determinare se possa emergere un nuovo 'super gruppo' a destra”, ma dovrebbe “scegliere tra Ursula von der Leyen e Marine Le Pen”, dicono Hix e Cunningham.
Gli scenari di Hix e Cunningham sulla sinistra del prossimo Parlamento - C'è un altro scenario tracciato da Hix e Cunningham che ha attirato la nostra attenzione: la possibile creazione di un nuovo gruppo di estrema sinistra con posizioni anti migranti e filorusse nel prossimo Parlamento europeo. Nelle ultime settimane si sono moltiplicate voci in questo senso. I candidati includono gli italiani del Movimento 5 Stelle, gli slovacchi dello Smer (cacciati dai Socialisti&Democratici dopo l'alleanza tra Robert Fico e l'estrema destra) e il nuovo partito tedesco di estrema sinistra Bündnis Sahra Wagenknecht. Salvo una scissione del gruppo della Sinistra, siamo lontani dalla soglia minima di sette paesi rappresentati necessaria per formare un gruppo politico al Parlamento europeo.
Il discorso televisivo di Emmanuel Macron in vista delle elezioni europee - Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha annunciato un discorso televisivo giovedì sui due principali canali televisivi francesi, tre giorni prima delle elezioni europee. L'iniziativa fa parte delle commemorazioni per l'80° anniversario dello sbarco alleato in Normandia e il presidente dovrebbe parlare in diretta da Caen. Ma il discorso di Macron ha scatenato una virulenta polemica politica. Due partiti, i Républicains e la France Insoumise, hanno sottoposto la questione all'ARCOM, l'autorità di regolamentazione, chiedendo che “venga ristabilita la parità di trattamento tra i candidati a capo delle liste per le elezioni europee del 9 giugno entro la fine della campagna ufficiale”.
Vacca sacra
La protesta dell'estrema destra degli agricoltori - Oggi a Bruxelles rischia di essere nuovamente paralizzata dai trattori che protestano contro le politiche dell'Unione europea. Ma la manifestazione odierna ha una caratterizzazione politica ancora più forte di quelle degli scorsi mesi. A organizzarla è l'associazione olandese “Farmers Defence Force” ed è prevista la partecipazione di partiti dell'estrema destra. Sul palco saliranno rappresentanti del Vlaams Belang fiammingo, del PiS polacco, del Forum per la democrazia olandese e del movimento spagnolo Plataforma 6 vicino a Vox. Secondo alcune fonti anche il think tank MCC Brussels, finanziato dal governo di Viktor Orban, sta promuovendo la manifestazione di “Farmers Defence Force”. La polizia belga si aspetta circa duemila manifestanti. Le organizzazioni tradizionali che rappresentano il mondo agricolo hanno rifiutato di partecipare, dopo aver incassato diverse concessioni da parte della Commissione, degli Stati membri e del Parlamento europeo.
Regno Unito
Il ritorno di Nigel Farage - Il 2024 assomiglia sempre più al 2016, con Donald Trump che potrebbe essere eletto alla Casa Bianca. Poteva mancare Nigel Farage? “Ho deciso. Ho cambiato idea. E' permesso”, ha detto ieri Farage, annunciando che si candiderà alle elezioni del 4 luglio nel Regno Unito e che riprenderà la leadership del partito Reform UK, che aveva fondato dopo aver abbandonato l'Ukip. Il suo obiettivo è ottenere milioni di voti. Lui correrà per il seggio di Clacton nell'Essex. E' l'ottava volta che si candida alle elezioni nazionali. Nelle sette precedenti non è mai stato eletto. Tutta la sua carriera politica si è sviluppata al Parlamento europeo, che ha dovuto abbandonare dopo aver ottenuto il più grande trionfo della sua carriera: la Brexit.
Geopolitica
Biden non parteciperà al summit di Zelensky - Il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, non parteciperà alla Conferenza sulla pace in Ucraina prevista per il 15 giugno a Lucerna, in Svizzera. Ha incaricato la vicepresidente Kamala Harris di riaffermare il sostegno degli Stati Uniti all'Ucraina, secondo il comunicato stampa ufficiale della Casa Bianca. La decisione di Joe Biden è una grande delusione e uno schiaffo a Volodymyr Zelensky, che contava sulla sua presenza alla conferenza. Il presidente americano avrebbe dovuto fare una piccola deviazione per partecipare. È atteso in Francia per le cerimonie dell'80° anniversario del D-Day il 6 giugno e per una visita di Stato nei giorni successivi. Poi parteciperà al vertice del G7 in Italia. Ma ha preferito rifiutare. Secondo i media, Joe Biden si recherà in California per raccogliere fondi con George Clooney e Julia Roberts in vista della campagna presidenziale. Il presidente americano incontrerà comunque Zelensky, che è stato invitato a partecipare alle commemorazioni dell'80° anniversario dello sbarco delle forze alleate contro i nazisti e al G7 in Italia.
Stato di diritto
Il Belgio chiede di togliere il diritto di voto a Orban - In qualità di presidente di turno del Consiglio dell'Ue fino al 30 giugno, il Belgio ha esortato gli Stati membri ad attivare la procedura dell'articolo 7 nei confronti dell'Ungheria per porre fine alla politica del veto da parte del premier Viktor Orban. “Penso che dobbiamo avere il coraggio di prendere decisioni, di andare fino in fondo con l'articolo 7, che prevede la fine del diritto di veto”, ha spiegato il ministro degli Affari esteri, Hadja Lahbib, in un'intervista a Politico. “Se andiamo fino in fondo con questo meccanismo, deve funzionare. Se non funziona, dobbiamo riformarlo. Questo è il futuro dell'Unione europea", ha affermato Lahbib. La procedura dell'articolo 7 è stata attivata contro l'Ungheria, ma finora non ha avuto successo a causa della necessità di prendere una decisione all'unanimità. Il 1° luglio l'Ungheria assumerà la presidenza semestrale del Consiglio dell'UE.
Accade oggi
Commissione: le vicepresidenti Vestager e Jourova incontrano il presidente di Microsoft, Brad Smith
Commissione: il vicepresidente Schinas ad Amman in Giordania
Commissione: il commissario Breton a Parigi partecipa a un'audizione della commissione Difesa dell'Assemblea nazionale
Commissione: la commissaria Urpilainen a Riga interviene alla Conferenza Africa organizzata dal ministero degli Esteri
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
Eurostat: dati sui permessi di costruzione a febbraio; fatturato industriale a marzo; dati sul commercio di biciclette nel 2023