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Le promesse non mantenute di Ursula a socialisti e verdi
A luglio i socialisti e i verdi avevano dato il loro sostegno alla riconferma di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea, in cambio di una serie di condizioni che la tedesca aveva promesso di rispettare, molte delle quali legate alla lotta contro la crisi climatica. Ma nel momento in cui il suo secondo mandato deve ancora iniziare, queste promesse cominciano già a essere tradite. Socialisti e verdi hanno venduto il loro voto troppo a buon mercato?
Il risultato delle elezioni europee del 9 giugno ha reso imperativo per Ursula von der Leyen assicurarsi il sostegno degli eurodeputati socialisti e verdi, oltre a quello previsto dei liberali e della sua famiglia politica conservatrice. La tedesca, che nel 2019 era stata eletta per appena una manciata di voti e che per settimane ha temuto di non ottenere la maggioranza assoluta, questa volta ha superato l'ostacolo con un margine di 40 deputati. La sinistra europeista ha votato in massa per lei. Il voto non è stato gratuito. Von der Leyen ha fatto delle promesse, alcune delle quali vanno contro le idee e le proposte della sua famiglia politica, il Partito Popolare Europeo. Le avrebbe mantenute? C'erano dubbi, ma nessuno si aspettava di dover affrontare questo problema prima ancora dell'entrata in funzione della nuova Commissione, prevista per il primo dicembre.
Von der Leyen ha fatto con i verdi la stessa cosa che ha fatto con i socialisti: promettere tutto ciò che doveva essere promesso. Questi ultimi hanno offerto il loro sostegno a von der Leyen come un modo per aiutarla a non dover andare a chiedere all'estrema destra di votare per lei e preservare la maggioranza europeista nell'Ue. Al di là delle politiche concrete, hanno preteso che von der Leyen si schierasse con uno spettro che va dagli ambientalisti ai socialisti, dai liberali al PPE. La tedesca ha promesso tutto a tutti. Ma è impossibile mantenere le promesse per tutti.
Iratxe García Perez, leader spagnola del secondo gruppo più numeroso del Parlamento europeo, quello dei Socialisti&Democratici, aveva chiesto una serie di impegni resi pubblici il 18 luglio davanti all'Aula di Strasburgo. Il centro-sinistra ha chiesto un rafforzamento dei diritti sul lavoro, alloggi dignitosi e a prezzi accessibili, un commissario dedicato a questo settore, una strategia contro la povertà, un bilancio forte dell'UE, una lotta decisa contro il cambiamento climatico e un impegno più forte per i diritti delle donne. Un'altra condizione era di riequilibrare la Commissione e preservare il sistema dello Spitzenkandidat, convincendo il governo del Lussemburgo a guida PPE a confermare il socialista Nicolas Schmit come commissario.
I socialisti hanno preteso da von der Leyen molto contro l'estrema destra, ma anche contro importanti settori del PPE. Iratxe García ha anche avvertito von der Leyen: “Non passare dalla parte sbagliata della storia. Fare proprie le idee dell'estrema destra non fa che dar loro credibilità”. Lo stesso giorno la spagnola ha annunciato che il suo gruppo avrebbe votato a favore della tedesca. Non sono passati nemmeno tre mesi, il secondo mandato di von der Leyen non è nemmeno iniziato, e alcune di queste promesse sono già state rimangiate.
La più evidente è la lotta al cambiamento climatico e la tutela dell'ambiente. Von der Leyen ha spinto per ridurre lo status di specie protetta dei lupi, una richiesta del PPE e dell'estrema destra. Ma ad irritare ancora di più i socialisti e i verdi è stato l'annuncio a fine settembre da parte della Commissione europea della proposta per rinviare il regolamento sulla deforestazione al 1° gennaio 2025 al 1° gennaio 2026 e in alcuni casi al 1° luglio 2026. La prossima promessa che non sarà mantenuta nella lotta al cambiamento climatico è quella di mantenere il calendario sulle emissioni delle automobili che dovrebbe portare al 2035 come data entro bandire dal mercato europeo i veicoli con motore a combustione. La Commissione europea per ora resiste, ma la pressione di alcuni governi si sta intensificando e la sinistra teme un altro passo indietro.
I socialisti si sentono truffati? Hanno venduto i loro voti per un piatto di lenticchie? César Luena, eurodeputato socialista spagnolo e membro della commissione Ambiente del Parlamento europeo, ritiene che “stiamo assistendo ad alcuni aggiustamenti, come la proposta di cambiare lo status di protezione del lupo o la proposta di ritardare l'applicazione del regolamento sulla deforestazione importata, cosa che non sosteniamo e non ci piace. Questi sono pericolosi sintomi di ritardi”. Ma Luena non si scompone: “Il Green deal europeo rimane”, dice. “Von der Leyen ha ribadito il suo impegno in settori importanti, come la gestione delle acque, le sostanze chimiche, l'economia circolare e la politica climatica, che rimane in cima all'agenda dell'Ue”.
Luena invita ad avere una visione più ampia, per superare i singoli temi. “I grandi obiettivi come la neutralità climatica entro il 2050, la circolarità dell'economia, il ripristino della natura, l'inquinamento e i nostri impegni internazionali nell'ambito della Convenzione sulla diversità biologica e della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici rimangono non negoziabili. In questo quadro, sebbene il rinvio del regolamento sulla deforestazione (se confermato) sia un errore, va notato che il regolamento andrà avanti”, dice Luena.
La questione degli alloggi è diventata una promessa mantenuta a metà. Non ci sarà un commissario europeo dedicato esclusivamente all'edilizia abitativa. Il danese Dan Jorgensen sarà il commissario per l'energia e gli alloggi. Nella sua lettera di missione, i riferimenti all'edilizia abitativa non sono molto precisi, al di là della promozione di gruppi di lavoro e piattaforme per scambiare buone pratiche, perché l'Ue non ha competenze in questo settore. Inoltre, nella Commissione non c'è una direzione generale dedicata all'edilizia abitativa, che non esiste né deve esistere. Esperto in energia e clima, Jorgensen non ha alcuna esperienza in materia di politiche abitative.
Anche le promesse sul rafforzamento dei diritti sociali non sono molto chiare. Nel mandato che sta per concludersi, la Commissione ha avuto come commissario per l'Occupazione e gli affari sociali il lussemburghese Nicolas Schmit. Contrariamente a quanto fatto con il premier sloveno, Robert Golob, per ottenere una candidata donna, o con il presidente francese, Emmanuel Macron, per ottenere la cacciata di Thierry Breton, von der Leyen non si è spesa per salvare Schmit. Quando il premier lussemburghese, Luc Frieden, le ha inviato il nome del conservatore uomo, Christophe Hansen, lei ha accettato senza battere ciglio. Schmit ha raccontato di essersi visto offrire da von der Leyen un posto da inviato speciale come premio di consolazione. Ma ha rifiutato sdegnato.
I verdi non parlano, non pensano che sia il momento di fare pressione su von der Leyen, ma di giocare con la diplomazia. Non hanno nessun commissario della loro famiglia da salvare nelle audizioni parlamentari, ma sono vicini alla spagnola Teresa Ribera, la più ecologista dei socialisti. Mantengono il silenzio perché, dice una fonte, il loro obiettivo ora è ottenere il massimo di concessioni dai candidati commissari durante le audizioni. Per il momento von der Leyen può stare tranquilla. Usando con grande abilità le sue prerogative) come l'attribuzione dei portafogli e l'organizzazione del collegio dei commissari) e sfruttando le debolezze e la mancanza di coraggio di socialisti e verdi, si sta affermando come la sola padrona di Bruxelles.
La frase
“Non è oggetto delle nostre discussioni con gli alleati”.
Volodymyr Zelensky su un eventuale cessate il fuoco.
Commissione von der Leyen II
Il cordone sanitario si rompe sul calendario delle audizioni - La Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo ieri ha approvato il calendario delle audizioni dei candidati commissari della prossima Commissione. Si comincia il 4 novembre con lo slovacco Sefcovic e il maltese Micallef e si finisce con una maratone il 12 novembre durante la quale, in una sola giornata, saranno ascoltati i sei vicepresidenti scelti da Ursula von der Leyen. Ma la decisione è stata segnata da una frattura nella maggioranza europeista. Il PPE ha votato insieme ai gruppi della destra sovranista (ECR) e dell'estrema destra (Patrioti e ENS) per imporre un calendario sfavorevole al peso massimo dei socialisti. La spagnola Teresa Ribera sarà l'ultima a comparire davanti alle commissioni parlamentari competenti, dando di fatto al PPE la possibilità di bocciare la sua nomina se uno dei suoi candidati dovesse saltare. “Il PPE ha una pistola sul tavolo carica”, ci ha detto una fonte. La presidente dei socialisti, Iratxe Garcia Perez, ha accusato il capogruppo del PPE, Manfred Weber, di aver rotto il cordone sanitario. "Questo causerà molti problemi nel processo delle audizioni. Non possiamo capire perché il PPE sta facendo il doppio gioco con una doppia maggioranza", ha detto Garcia. I liberali di Renew hanno invitato “le forze democratiche e pro-europee a riunirsi di nuovo attorno a un programma costruttivo”.
Un cambio di maggioranza in appena due mesi? - Alleandosi con l'estrema destra, anche quella più estrema, per decidere il calendario delle audizioni dei commissari, il PPE è accusato di aver cambiato maggioranza in appena due mesi, dopo aver incassato la conferma di Ursula von der Leyen in luglio. La presidente della Commissione aveva chiesto e ottenuto a luglio il sostegno di liberali, socialisti ed ecologisti per essere rieletta, ma ora quella maggioranza è venuta meno: “Le maggioranze sono cambiate. Prima erano i liberali a decidere, ora è il PPE a decidere se fare un patto con noi o con l'estrema destra”, ha detto al Mattinale Europeo un deputato socialista. “Manfred Weber non ha alcuno scrupolo. Quello che non potrebbe fare in Germania, accordandosi con l'AfD, lo fa qui su questioni fondamentali”, ha aggiunto. Ma “se Teresa Ribera sarà bocciata, tutto il castello crollerà. Senza di lei non c'è maggioranza in plenaria per il collegio dei commissari. Dovremmo ricominciare tutto da capo”. L'operazione del PPE dovrebbe mettere al sicuro la posizione dell'italiano Raffaele Fitto come vicepresidente, nonostante la sua appartenenza al gruppo sovranista dell'ECR. “Il rischio in questa operazione (di Weber) è che Ursula possa perdere 50 voti socialisti, 30 voti dei Verdi e conquistarne 70 o 80 dell'ECR. Ma questo sarebbe un disastro politico per Von der Leyen”, ci ha detto il deputato.
Il PPE si difende, gli ambientalisti gridano contro un'altra violazione del cordone sanitario - Un'altra fonte del gruppo socialista vede nel discorso di martedì di von der Leyen contro il primo ministro ungherese Viktor Orban un segno che la tedesca vuole mantenere la sua maggioranza europeista nella legislatura. “Ha fatto la sua scelta chiara”, ci ha detto la fonte riferendosi al discorso contro Orban. I popolari si difendono. Sostengono di non avere alcuna intenzione di giocare con le minacce e che l'unica indicazione ricevuta dai loro eurodeputati è quella di proteggere i commissari del loro partito. “Il gruppo non ha alcuna indicazione di dare la caccia a qualcuno, ma solo di proteggere i nostri”, afferma un membro del Partito Popolare Europeo (PPE). Per contro, secondo Terry Reintke, la copresidente dei Verdi, con la mossa di concordare gli esami con l'estrema destra “il PPE ha indebolito le forze pro-democratiche e pro-europee nel Parlamento europeo”. Reintke ritiene che “utilizzare il sostegno dell'estrema destra per portare avanti un'agenda di destra per le audizioni dei commissari è il contrario di un cordone sanitario. Non rinunceremo a lottare per ottenere maggioranze pro-europee”, ha dichiarato.
Nessun conflitto di interessi per i 26 candidati commissari - La commissione Giuridica del Parlamento europeo ieri ha ha concluso la procedura di esame di eventuali conflitti di interesse per i nuovi commissari designati in relazione ai rispettivi portafogli, dando il via libera a tutti e ventisei. “La commissione Giuridica ha eseguito un'analisi imparziale e approfondita”, ha assicurato il suo presidente, il liberale bulgaro Ilhan Kyuchyuk. Non la pensano così i gruppi dei Verdi e della Sinistra, che hanno abbandonato i lavori della commissione per protestare.“Non posso confermare l'integrità del processo: ci sono ancora molte domande aperte, ma il PPE e i Socialisti non sono interessati alle risposte al fine di salvare i loro candidati. Io non ci sto", ha detto il verde tedesco Sergey Lagodinsky. L'italiano Furore, del gruppo della Sinistra, ha denunciato “una pagliacciata” perché i PPE, socialisti e liberali hanno “chiuso un occhio persino sui più flagranti conflitti”. “Ogni volta che abbiamo ritenuto le informazioni incomplete, abbiamo richiesto ulteriori dettagli”, si è giustificato Kyuchyuk. “Da un punto di vista procedurale, possono sorgere alcune ragionevoli critiche al quadro giuridico”, ha ammesso Kyuchyuk.
Geopolitica
Zelensky in tour tra gli alleati dopo il rinvio del vertice di Ramstein - Ieri il Presidente ucraino si è recato a Londra e poi a Parigi nell'ambito di un tour tra gli alleati dopo la decisione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden di rinviare il vertice dei leader del gruppo di paesi di Ramstein previsto per il 12 ottobre in Germania a causa dell'uragano Milton in Florida. Volodymyr Zelensky ha in programma anche una visita in Italia e in Germania. Il sostegno militare è al centro di questo viaggio. Il presidente ucraino ha accusato gli alleati di essere lenti nel fornire gli armamenti promessi e di legare le armi dell'Ucraina alle restrizioni imposte sull'uso dei missili a lungo raggio.
La Brigata “Anna di Kyiv” in addestramento in Francia - 2.300 soldati ucraini sono in addestramento da settembre in una località non rivelata della Francia orientale. Formano tre battaglioni congiunti della Brigata Anna di Kyiv, che prende il nome da una principessa ucraina divenuta regina di Francia nel 1501. Emmanuel Macron si è recato mercoledì con il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, per seguire l'addestramento di questi soldati e ha annunciato che la brigata, quando sarà pronta per essere inviata in Ucraina, sarà completamente equipaggiata con 128 veicoli blindati da assalto, 18 cannoni Caesar, 18 veicoli blindati da ricognizione AMX10RC, 10 MRT e 20 lanciamissili Milan. La Francia fornirà all'Ucraina anche Mirages 2000 5F con capacità di combattimento aria-terra e missili scalp. I piloti e i meccanici ucraini vengono addestrati a Nancy (Francia orientale) e gli aerei da combattimento saranno consegnati nella prima metà del 2025, contemporaneamente ai 24 F-16 forniti dai Paesi Bassi.
Il capo della Nato invita a non farsi prendere dal panico in caso di elezione di Trump - Il nuovo segretario generale della Nato, l'olandese Mark Rutte, si è recato ieri a Londra per partecipare a un incontro tra il presidente Zelensky e il primo ministro Keir Starmer. Rutte ha dichiarato di non vedere alcun motivo di preoccupazione nel caso in cui Donald Trump venga eletto presidente degli Stati Uniti e ha rassicurato che continuerà a sostenere l'Ucraina. Donald Trump “è d'accordo con me che la guerra contro l'Ucraina non riguarda solo l'Ucraina, ma anche la sicurezza degli Stati Uniti”, ha dichiarato. Mark Rutte ha fatto pratica con Donald Trump e con un colpo di genio era riuscito a calmarlo durante un burrascoso vertice della Nato. Aveva semplicemente lusingato il suo ego, ringraziandolo per averci “aperto gli occhi” sulla necessità di aumentare la spesa per la difesa. Ma l'“imprevedibilità” di Donald Trump è un problema enorme, ammettono i diplomatici dell'Alleanza.
Von der Leyen in Moldavia con un assegno da 1,8 miliardi per rafforzare il percorso europeo - La Commissione ieri ha adottato un piano da 1,8 miliardi di euro per la Repubblica di Moldavia per il periodo 2025-27 per favorire il processo di adesione all'Ue nel momento in cui il paese subisce le interferenze della Russia in vista delle prossime elezioni e del referendum costituzionale sull'Ue. Si tratta del più grande pacchetto di sostegno finanziario per la Moldavia dalla sua indipendenza. Le risorse sono destinate a infrastrutture, sicurezza energetica, finanziamenti alle imprese, miglioramento dell'accesso al mercato unico dell'Ue e sostegno alle riforme socioeconomiche e fondamentali della Moldavia. "L'Europa è fermamente al fianco della Moldavia, oggi e in ogni fase del cammino verso la nostra Unione”, ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che ieri era in visita a Chisinau. “I cittadini andranno presto alle urne e decideranno in modo sovrano se ancorare il futuro della Moldavia nell'Ue nella costituzione”, ha detto von der Leyen al fianco della presidente pro occidentale, Maia Sandu.
L'Italia furiosa con Israele per l'attacco a Unifil - Il ministro italiano della Difesa, Guido Crosetto, ieri ha accusato Israele di crimini di guerra e violazione del diritto internazionale, dopo un attacco che ha colpito i soldati dell'Unfil nel sud del Libano. "Gli atti ostili compiuti e reiterati dalle forze israeliane potrebbero costituire crimini di guerra", ha detto Crosetto in una conferenza stampa appositamente convocata. "Si tratta di gravissime violazioni alle norme del diritto internazionali, non giustificate da alcuna ragione militare", ha aggiunto Crosetto. L'Italia aveva difeso Israele durante l'offensiva a Gaza, schierandosi con Germania e Repubblica ceca per bloccare le iniziative dell'Ue più critiche nei confronti dello Stato ebraico. Secondo l'Alto rappresentante, Josep Borrell, "un altro limite è stato pericolosamente oltrepassato in Libano (...). Condanniamo questo atto inammissibile, per il quale non esiste alcuna giustificazione". Borrell ha ricordato che ogni attacco deliberato sulle forze di mantenimento della pace è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e della risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell'Onu.
Presidenza Orban
I vertici previsti per l'inizio di novembre a Budapest si svolgeranno - Viktor Orban può tirare un sospiro di sollievo dopo l'attacco di Ursula von der Leyen al suo operato come premier dell'Ungheria, avvenuto mercoledì durante il dibattito al Parlamento europeo sulla presidenza di turno del Consiglio dell'Ue. Non ci saranno conseguenze. Il vertice della Comunità politica europea e la riunione informale dei leader dell'Ue previsti per il 7 e l'8 novembre a Budapest sono stati confermati, ci ha confermato il Consiglio. Nessun leader ha chiesto di tenere le riunioni a Bruxelles, come era avvenuto per le riunioni informali sugli affari esteri e sulla difesa, nonostante il malcontento causato dal comportamento del primo ministro ungherese, dalla sua posizione a favore della Russia in Ucraina e dai suoi auspici per l'elezione di Donald Trump negli Stati Uniti. Le agende dei leader sono troppo complesse per essere modificate, soprattutto se ai 27 membri si aggiungono tutti i membri della Comunità politica europea. L'agenda è pesante, con una discussione sulla competitività con Mario Draghi e l'esito delle elezioni presidenziali statunitensi del 5 novembre.
Migranti
I governi vanno avanti sugli “hub di rimpatrio”, Johansson contraria - Il Consiglio Affari interni ieri ha discusso di come rafforzare i rimpatri di migranti irregolari, compresa l'idea di “return hubs” proposta come “soluzione innovativa” da parte di alcuni stati membri. “Sembra che andiamo in quella direzione”, ci ha detto un diplomatico: “la presidenza ungherese presenterà iniziative più concrete, probabilmente al Consiglio Affari interni di dicembre”. In quella data ci sarà una nuova Commissione e un nuovo commissario responsabile delle politiche migratorie, l'austriaco Magnus Brunner. La commissaria attuale, la svedese Ylva Johansson, ieri è apparsa contraria agli “hub di rimpatrio”. “Questa non è una proposta della Commissione. Non tocca a me rispondere”, ha detto Johansson interrogata dai giornalisti. “Non c'è proposta della Commissione. Non c'è nessuna proposta formale da parte di nessuno”, ha aggiunto Johansson.
L'Ue accusata di finanziare “hub di rimpatrio” di afgani e siriani in Turchia - L'Unione europea sta finanziando una vasta rete di centri di espulsione per migranti in in Turchia, dove siriani e afghani sono costretti a firmare "moduli di rimpatrio volontario" e deportati nella Siria dilaniata dalla guerra e nell'Afghanistan controllato dai talebani, secondo un'inchiesta di Lighthouse Reports, in collaborazione con diversi media internazionali. L'Ue ha speso almeno 213 milioni di euro per i centri di espulsione in Turchia dal 2007, dice Lighthouse Reports: 25 ex detenuti nei centri hanno raccontato di essere stati costretti o pressati a firmare moduli di rimpatrio volontario, o di aver ricevuto moduli firmati per loro conto senza il loro consenso. Funzionari siriani a due valichi di frontiera tra Turchia e Siria hanno confermato che i siriani vengono deportati con la forza, ma i funzionari turchi hanno chiesto loro di non registrare questi numeri perché "stavano cercando di nascondere la verità sulla deportazione". Lighthouse Reports è riuscita a documentare almeno due decessi dopo la deportazione dalla Turchia: un ex ufficiale dell'esercito afghano ucciso dai talebani dopo essere stato deportato nell'agosto 2023 e un uomo siriano arrestato a un posto di blocco del regime ucciso durante la detenzione nel giugno 2024. Diversi diplomatici europei hanno detto di aver sollevato preoccupazioni sugli abusi nei finanziamenti e sulle deportazioni ad alti funzionari dell'Ue, ma sono stati ignorati.
Conti
La Corte dei conti lancia l'allarme sulle irregolarità di NextGenerationEU - La Corte dei conti ieri ha pubblicato la sua relazione annuale sulle entrate e le spese dell'Ue e il giudizio non è lusinghiero nei confronti della Commissione europea. Secondo la Corte dei Conti, il tasso di errore nella spesa finanziata dal bilancio dell'Ue è cresciuto al 5,6 per cento nel 2023 contro il 4,2 per cento nel 2022 e il 3,0 per cento nel 2021. Inoltre, il Dispositivo di ripresa e resilienza post Covid - il principale pilastro di NextGenerationEU - è "inficiato da debolezze sistemiche e da pagamenti irregolari". La Corte ha riscontrato che circa un terzo dei pagamenti effettuati non rispettava tutte le condizioni applicabili, nonché debolezze nei sistemi di controllo degli Stati membri. Ci sono anche debolezze nella concezione dei traguardi e degli obiettivi. Infine, secondo la Corte, il crescente indebitamento dovuto a NextGenerationEU pesa sempre di più sulle finanze dell'Ue. Non è chiaro se la proposta sulle risorse proprie presentata dalla Commissione genererà entrate sufficienti a rimborsare il debito. La Corte stima che i costi aggiuntivi dell’indebitamento per NextGenerationEU siano compresi tra i 17 e i 27 miliardi di euro. La Commissione ha rigettato le principali critiche della Corte dei conti, spiegando che ci sono diversi metodi di calcolo e divergenze sul piano giuridico.
Ombudsman
Sei candidati per succedere a Emily O’Reilly come mediatore europeo - Sono sei i candidati che hanno raccolto un numero sufficiente di firme di deputati europei per presentarsi a successore di Emily O'Reilly come Ombudsman dell'Ue. La portoghese Teresa Anjinho è stata la vice del mediatore del Portogallo tra il 2017 e il 2022. L'italiano Emilio de Capitani è un ex funzionario del Parlamento europeo che ha diretto il segretariato della commissione Libertà civili per diversi anni. Un altro italiano, Marino Fardelli, è l'attuale mediatore della regione Lazio in Italia. L'estone Julia Laffranque è un ex giudice della Corte europea dei diritti dell'uomo. L'olandese Reinier van Zutphen è il mediatore dei Paesi Bassi dal 2015. L'austriaca Claudia Mahler è un'accademica ed esperta indipendente dell'Onu sui diritti umani. La plenaria del Parlamento europeo sceglierà il nuovo Ombudsman nella sessione di dicembre, dopo le audizioni dei candidati davanti alla commissione Petizioni che dovrebbero tenersi il 3 dicembre.
Francia
Barnier presenta una manovra da 60 miliardi migliorabile - Il primo ministro francese, Michel Barnier, ha presentato ieri al Parlamento un progetto di bilancio per il 2025 “migliorabile”, imponendo una manovra da 60 miliardi per ridurre il deficit dei conti pubblici dal 6% al 5% del Pil. Una cura di austerità. “In assenza di misure, il deficit pubblico avrebbe raggiunto circa il 7% del Pil nel 2025”, ha sottolineato il premier. “Lo sforzo richiesto è destinato ad essere ancorato ad una traiettoria di finanza pubblica che porterà il deficit sotto la soglia del 3% del Pil nel 2029”, ha aggiunto. Le Haut Conseil des Finances Publiques (Alto Consiglio delle Finanze Pubbliche) ritiene tuttavia che vi sia un “rischio elevato” di non raggiungere questo obiettivo chiave, poiché il progetto si basa su una serie di “ipotesi ottimistiche”. Dei 60 miliardi di euro di risparmi da realizzare, circa 40 miliardi deriveranno da “misure di moderazione e riduzione della spesa pubblica, ripartite equamente tra lo Stato, i suoi operatori, gli enti locali e le amministrazioni di sicurezza sociale”. Barnier conferma il rinvio dell'indicizzazione delle pensioni di anzianità da gennaio a luglio. La misura indispettisce il Rassemblement National, che potrebbe votare contro il progetto di bilancio, ha spiegato il suo portavoce, il deputato Sébastien Chenu. Le entrate, 20 miliardi di euro, saranno ottenute “chiedendo alle più grandi aziende che fanno profitti e ai redditi più alti di contribuire”. In breve, Barnier intende tassare i più ricchi. Il governo propone al Parlamento di modificare il testo durante il dibattito. “Il deficit è considerevole e ci costringe a prendere in prestito a tassi più alti rispetto ai nostri vicini. Questo significa che dobbiamo pagare 56 miliardi di euro ogni anno solo per pagare gli interessi sul debito. Ciò significa 800 euro all'anno per ogni francese”, ha spiegato Barnier.
Accade oggi
Consiglio Giustizia a Lussemburgo
Commissione: la presidente von der Leyen partecipa al Summit dei Med-9 (i paesi del sud dell'Ue)
Commissione: il vicepresidente Sefcovic incontra il ministro degli Esteri della Norvegia, Espen Barth Eide per il secondo dialogo di alto livello sulla pesca e la governance degli oceani
Commissione: la vicepresidente Jourova interviene all'incontro dell'European cooperation network sulle elezioni
Commissione: la vicepresidente Suica interviene al Forum sulla sicurezza di Zagabria
Commissione: la commissaria Kyriakides ad Ancora in Italia partecipa alla riunione dei ministri della Salute del G7
Commissione: la commissaria Dalli a Brasilia partecipa a una conferenza del G20 sulle donne
Commissione: il commissario Hoekstra a Baku in Azerbaijan partecipa agli incontri per la preparazione della Cop29
Consiglio: riunione del Coreper I
Eurostat: dati sul commercio di prodotti riciclabili nel 2023; dati sulle difficoltà negli alloggi nel 2023