Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
Le trattative per i “Top job” dell'Ue iniziano con un incidente per von der Leyen
Ieri il Congresso del Partito popolare europeo ha formalmente scelto Ursula von der Leyen come suo Spitzenkandidat, il candidato a diventare presidente della Commissione nella legislatura che emergerà dalle elezioni europee del 6-9 giugno. L'esito era scontato dato che nessuno nella famiglia dei popolari ha osato sfidare la presidente uscente che vuole essere riconfermata. Il processo degli Spitzenkandidaten è una finzione, come dimostra il fatto che alcuni premier socialisti – Pedro Sanchez e Olaf Scholz – hanno già espresso il loro sostegno per la candidata del Ppe. Sono i capi di stato e di governo a nominare il candidato presidente della Commissione, non i partiti europei o i loro elettori. Il destino di von der Leyen ora è nelle mani dei ventisette leader che siedono nel Consiglio europeo. Sarà il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, il cui mandato è stato segnato dalla rivalità con von der Leyen, a condurre le trattative. La data dell'incoronazione (o meno) è fissata per il 17 giugno.
Il Mattinale Europeo è in grado di rivelare le date chiave per la nomina del prossimo presidente della Commissione, nonché degli altri incarichi dell'Ue (i cosiddetti “Top Job”) che dovranno essere decisi dopo le elezioni europee. I primi appuntamenti sono già molto vicini. Michel incontrerà in tête-à-tête il presidente francese, Emmanuel Macron, a Parigi il 13 marzo, prima di vedere il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, a Berlino il 15 marzo. Il menù dei due incontri di Michel è già ricco. Il presidente del Consiglio europeo deve preparare il vertice del 21 e 22 marzo, nel momento in cui la tensione tra Macron e Scholz sull'Ucraina sta diventando esplosiva. Michel sta anche preparando l'agenda strategica per la prossima legislatura, che conterrà le principali priorità dell'Ue nei cinque anni a venire. Ma a Parigi e Berlino la prossima settimana “si inizierà a parlare di nomine”, ci ha detto una fonte a conoscenza dei piani di Michel.
Oltre al presidente della Commissione, i capi di stato e di governo devono nominare il prossimo presidente del Consiglio europeo (Michel non può essere confermato) e l'Alto rappresentante per la politica estera. Le discussioni sui nomi proseguiranno informalmente nei corridoi durante il Consiglio europeo del 21 e 22 marzo. Poi si intensificheranno in una serie di cene che saranno organizzate da Michel nella prima settimana di aprile in formato ristretto, con quattro, cinque, sei o sette leader. Ancora una volta il tema centrale sarà l'agenda strategica, ma si continuerà a parlare anche di chi dovrà metterla in pratica. Le capitali scelte per le cene di Michel sono Bucarest, Roma, Vilnius e Varsavia. Ma è dopo le elezioni del 6-9 giugno che le cose diventeranno serie. I principali protagonisti della trattativa – Scholz, Macron e Giorgia Meloni – si vedranno con Michel al vertice del G7 in Puglia tra il 13 e il 15 giugno. Il momento chiave a ventisette per i “Top Job” sarà due giorni dopo. Michel ha previsto una cena informale a Bruxelles con i capi di stato e di governo il 17 giugno. Von der Leyen, in quanto diretta interessata, non sarà invitata.
Il Ppe e von der Leyen stanno spingendo la narrazione del “non c'è alternativa” a un secondo mandato. La presidente uscente si presenta come “un paio di mani sicure” per guidare l'Ue nei prossimi cinque anni, ci ha spiegato un diplomatico. La sua campagna transazionale – fare favori ai capi di stato e di governo nei settori più diversi, dagli aiuti finanziari agli accordi migratori – porterà frutti. Il pericolo più grande per von der Leyen è il voto di conferma del Parlamento europeo, dove assicurarsi una maggioranza sarà più complicato dopo la virata a destra del Ppe. Ieri i socialisti hanno detto che il sostegno per la riconferma al Parlamento europeo “non è scontato”. Il risultato del voto al Congresso del Ppe è allarmante: un quinto dei delegati ha votato "no" a von der Leyen. Al Parlamento europeo una quarantina deputati del Ppe potrebbero sabotare la riconferma di von der Leyen. Il commissario Thierry Breton ieri sera ha pubblicato su X un post assassino. “Malgrado le sue qualità, Ursula von der Leyen messa in minoranza dal suo stesso partito”, ha scritto Breton, che appartiene alla famiglia liberale di Renew: “Il Ppe non sembra credere nella sua candidata”.
Da qualche tempo a questa parte, Michel non è più solo dentro il Consiglio europeo a criticare von der Leyen per le sue derive. L'assegno in bianco a Israele a Gaza dopo il 7 ottobre ha alienato un primo ministro del Ppe, l'irlandese Leo Varadkar. La decisione di sospendere gli aiuti all'Unrwa ha irritato un suo grande elettore socialista, lo spagnolo Sanchez, che si era già espresso a suo favore. Macron ha concluso un patto per la conferma che von der Leyen ha già parzialmente tradito offrendo il posto di commissario alla Difesa a un paese dell'Europa centrale e opponendosi all'emissione di debito comune per finanziare la strategia industriale sulla difesa.
Altri capi di stato e di governo del Ppe, dietro le quinte, aspirano a prendere il posto di von der Leyen. Uno di loro è il presidente rumeno, Klaus Iohannis, che si è candidato come segretario generale della Nato, sparigliando i giochi delle nomine. Dentro il Ppe alcuni considerano che il premier croato, Andrej Plenković, sarebbe “un grande presidente della Commissione”. Il premier greco, Kyriakos Mitsotakis, “può essere un jolly in caso di stallo”, ci ha detto una terza fonte. I nomi di due donne vicine al Ppe sono iniziati a circolare, anche se improbabili: la presidente della Bce, la francese Christine Lagarde, e la direttrice del Fondo Monetario Internazionale, la bulgara Kristalina Georgieva.
Michel “tirerà le somme il 17 giugno”, ci ha detto la fonte a conoscenza dei suoi piani. La riunione formale del Consiglio europeo sui “Top Job” è fissata per il 27 e 28 giugno. Nel 2019 ci vollero due vertici dei capi di stato e di governo per trovare la quadra. Il presidente del Consiglio europeo dovrebbe finire ai socialisti: il premier portoghese uscente, Antonio Costa, è il favorito insieme alla sua collega danese, Mette Frederiksen, ma ci è stato consigliato di non sottovalutare lo spagnolo Sanchez. Il posto di Alto rappresentante, oggi detenuto dal socialista spagnolo Josep Borrell, potrebbe andare a un liberale come l'estone Kaja Kallas o il lussemburghese Xavier Bettel. Anche il premier belga, Alexander de Croo, presto sarà senza lavoro. Alcuni non escludono che Mark Rutte possa lasciare il suo posto alla Nato a un leader dell'est in cambio della presidenza del Consiglio europeo. Per lo stesso incarico un tecnico come Mario Draghi non è totalmente fuori dalla corsa, nonostante non abbia affiliazione di partito. Il gioco delle sedie musicali dell'Ue è iniziato.
La frase
"La Russia non ha più linee rosse per la Francia. In hostem omina licita".
Dmitry Medvedev, vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa.
Ps: la citazione latina è scorretta, ma significa "tutto è permesso di fronte al nemico".
Elezioni europee
Von der Leyen eletta Spitzenkandidat del Ppe ma senza trionfare - La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ieri è stata formalmente scelta Spitzenkandidat del Ppe dai delegati riuniti nel Congresso di Bucarest. Ma il voto su von der Leyen è stato tutt'altro che trionfale. Solo un partito nazionale del Ppe, i francesi dei Républicains, avevano annunciato la loro opposizione a una sua riconferma. Il conteggio delle schede ha portato a molti più “no” della sparuta pattuglia degli ex gollisti: su 499 delegati che hanno votato, 400 hanno votato a favore e 89 contro von der Leyen, a cui si aggiungono 10 schede nulle. Un quinto del Ppe non sembra convinto di un bis. “Con 40 deputati del Ppe in meno, von der Leyen non passa al Parlamento europeo”, ci ha detto una fonte interna. Se si guarda al numero complessivo di delegati presenti a Bucarest, il risultato è ancora più sconfortante: 801 presenti, 737 con diritto di voto, 591 registrati per votare, ma solo 400 hanno votato per von der Leyen.
Breton lancia la sfida a von der Leyen - Alle 10 e 41 di ieri sera, commentando un post di Christian su X sui risultati del voto al Congresso di Bucarest, Thierry Breton ha aperto la campagna elettorale con un messaggio assassino su Ursula von der Leyen. "Malgrado le sue qualità, Ursula von der Leyen messa in minoranza dal suo stesso partito". Breton, che è membro della famiglia liberale di Renew, pone "la vera questione: E' possibile affidare (di nuovo) la gestione dell'Europa al Ppe per altri 5 anni, cioè 25 anni di fila?". Come abbiamo spiegato sul Mattinale, il Ppe si presenta come partito di governo e di opposizione, contestando alcuni dei successi di von der Leyen come il Green deal. Ma c'è un'altra domanda che si impone: Breton sarà lo Spitzenkandidat di Renew? Una battuta durante una conferenza stampa ieri potrebbe aver rivelato le intenzioni di Thierry Breton, il commissario francese responsabile del Mercato interno e dell'Industria, per i prossimi cinque anni. “Per il prossimo mandato migliorerò il mio fiammingo”, ha detto Breton al ministro fiammingo, Jo Brouns, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio competitività.
Sul “modello Ruanda” von der Leyen si nasconde dietro al paese terzo sicuro - Il concetto di paese terzo sicuro “non è nuovo, è già stabilito nel diritto europeo”, ha detto ieri Ursula von der Leyen ai giornalisti che gli chiedevano della proposta del Ppe di adottare il “modello Ruanda” per i richiedenti asilo anche nell'Ue. “E' chiaro che tali procedure devono avvenire sulla base della Convenzione di Ginevra e del diritto internazionale", ha aggiunto von der Leyen. Sollecitata su quali siano i paesi terzi sicuri dove trasferire i richiedenti asilo, von der Leyen non ha risposto. Fonti della sua Commissione ci hanno spiegato che il nuovo Patto su migrazione e asilo fissa una serie di criteri per definire quali siano i paesi terzi sicuri. Ma che, nel momento in cui un migrante presenta richiesta di protezione internazionale nel territorio dell'Ue, non può essere trasferito in paesi terzi (sicuri o meno) finché la sua domanda non viene processata. A meno di cambiare la legislazione dell'Ue e il diritto internazionale, la proposta del Ppe non sarebbe attuabile.
La Commissione von der Leyen non commenta il programma von der Leyen – Il portavoce della Commissione, Eric Mamer, non ha voluto commentare la proposta del Ppe di introdurre il “modello Ruanda” anche nell'Ue. Un'altra portavoce si è limitata a ricordare che esiste già una lista di criteri per stabilire quali siano i paesi sicuri. Il tema rischia di diventare imbarazzante, dato che negli scorsi anni la stessa Commissione von der Leyen ha criticato il progetto del Regno Unito di trasferire richiedenti asilo in Ruanda per verificare le condizioni della protezione internazionale e sostenuto che va contro il diritto europeo e internazionale. Ma così è nel momento in cui von der Leyen ha scelto di portare la bandiera di un Ppe che contesta alcune delle sue politiche. Per tutta la campagna elettorale la Commissione presieduta da von der Leyen non si esprimerà sulle proposte della candidata von der Leyen.
Il Pse avverte von der Leyen (ma non troppo) - “Il nostro sostegno a Ursula von der Leyen non è scontato”, ha detto ieri la presidente del gruppo dei Socialisti&Democratici al Parlamento europeo, Iratxe Garcia Perez: “Difenderemo le nostre posizioni ma non sosterremo nessuno che non accetta le nostre priorità”. La minaccia sembra tuttavia spuntata: i socialisti sono pronti a fare compromessi. “Se il Ppe vincerà le elezioni negozieremo il programma, ma siamo pronti a fare tutto il necessario per prevenire che la destra detti l'agenda della prossima commissione”, ha detto Garcia Perez.
Geopolitica
La Svezia entra nella NATO - Ora gli Stati membri sono trentadue e il Baltico è diventato un mare della NATO con l'adesione della Svezia, ufficializzata ieri. Il Primo Ministro Ulf Kristersson si è recato a Washington per depositare lo strumento di adesione al Trattato Nord Atlantico, facendo della Svezia il 32° membro dell'Alleanza. 75 anni fa, quando fu fondata la NATO, il Presidente Truman dichiarò che l'Alleanza avrebbe "creato uno scudo contro l'aggressione e la paura dell'aggressione". “Quello scudo - e la sicurezza transatlantica - sono più forti che mai", ha dichiarato con soddisfazione il presidente Joe Biden dopo l'incontro con il premier svedese. Il vertice per il 75° anniversario della Nato che si terrà a luglio a Washington dovrebbe inviare un segnale forte al presidente russo Vladimir Putin, che sta intensificando le sue provocazioni e mettendo alla prova la solidità dell'Alleanza. L'Alleanza ha un tallone d'Achille: l'Ungheria di Viktor Orban, che ha congelato per mesi l'adesione della Svezia prima di ratificare dopo una indignazione degli Stati Uniti, ma poi ha deciso di respingere la candidatura del premier olandese Mark Rutte alla carica di Segretario generale della NATO. Le nomine alla NATO vengono decise all'unanimità. Il veto di Orban, se confermato, rimescola le carte e rilancia le altre candidature, in particolare quelle del primo ministro estone Kaja Kallas e del presidente rumeno Klaus Iohannis.
La Repubblica ceca completa la colletta per 800 mila munizioni per l'Ucraina - Il presidente della Repubblica ceca, Petr Pavel, ieri ha annunciato che l'Ucraina potrebbe ricevere entro "poche settimane" gli 800 mila proiettili di artiglieria acquistati da paesi terzi, grazie a un'iniziativa finanziata da una coalizione di diciotto paesi. "Abbiamo raccolto l'intero importo per acquistare tutte le munizioni", ha detto Pavel. "Se non ci saranno problemi fondamentali, le munizioni potrebbero essere consegnate all'Ucraina in poche settimane". Pavel aveva illustrato l'iniziativa sulle munizioni alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, spiegando di aver trovato “500 mila munizioni calibro 155 e 300 mila munizioni calibro 122” in paesi terzi extra Ue. Le regole del piano di munizioni dell'Ue, che prevedono la preferenza comunitaria, non hanno consentito a Bruxelles di farsi carico del finanziamento.
Il Parlamento europeo approva le deroghe per il grano ucraino - I deputati della commissione per il Commercio internazionale del Parlamento europeo hanno approvato l'estensione delle misure di liberalizzazione commerciale per sostenere l'Ucraina e la Moldavia di fronte alla guerra con la Russia, comprese le misure di salvaguardia proposte dalla Commissione sui cereali ucraini e altri prodotti sensibili. Il testo sull'Ucraina è stato approvato con 26 voti favorevoli, 10 contrari e 1 astensione. Il testo sulla Moldavia ha suscitato più entusiasmo, con 28 voti a favore, 2 contrari e 6 astensioni. La sospensione temporanea dei dazi all'importazione e delle quote sulle esportazioni agricole ucraine sarà prorogata dal 6 giugno 2024 al 5 giugno 2025. Ma la Commissione potrà imporre restrizioni (quote, dazi o embargo) in caso di perturbazioni significative nel mercato dell’Ue o nei mercati di uno o più paesi. Il testo prevede anche un freno di emergenza per i prodotti agricoli particolarmente sensibili, vale a dire pollame, uova e zucchero: se le importazioni di questi prodotti superassero i volumi medi del 2022 e del 2023, verrebbero ripristinati i dazi.
Il costo dell'adesione dell'Ucraina non è così alto - Il think tank Bruegel ieri ha pubblicato un Policy paper sul percorso dell’Ucraina verso l’adesione all’Unione Europea e le sue implicazioni a lungo termine. All'interno ci sono molti dati interessanti, alcuni dei quali smentiscono la falsa narrazione sui costi enormi dell'ingresso di Kyiv per il resto dell'Ue. Usando i parametri del quadro finanziario pluriennale 2021-27, il Bruegel ritiene che l'ammontare complessivo delle risorse per i sette anni passerebbe dal 1,12 per cento al 1,20 per cento del pil. Grazie a un tetto previsto dalle regole, l'Ucraina otterrebbe 32 miliardi di euro dalla politica di coesione, 85 miliardi dalla Politica agricola comune e 7 miliardi da altri programmi. La spesa per la pubblica amministrazione europea potrebbe aumentare di 4 miliardi, ma l’Ue risparmierebbe circa 2 miliardi sui fondi del vicinato. Nel periodo dal 2021 al 2027, il costo netto dell’adesione dell’Ucraina all’Ue per gli attuali stati membri ammonterebbe a 136 miliardi (a prezzi correnti), lo 0,13 per cento del pil. Questo costo non dovrebbe modificare lo status di beneficiario/pagatore netto degli attuali membri. Alcuni beneficiari netti subirebbero solo riduzioni limitate dei fondi dell'Ue.
Migranti
La Commissione firma una dichiarazione congiunta con la Mauritania sui migranti - Non è un memorandum, ma è un tentativo di replicare ciò che è stato fatto con la Tunisia: un accordo sui migranti in cambio di centinaia di milioni di euro. Ieri la commissaria per gli Affari interni, Ylva Johansson, ha firmato con il ministro degli Interni della Mauritania, Mohamed Ahmed Ould Mohamed Lemine, hanno firmato una dichiarazione congiunta che avvia un partenariato Ue-Mauritania sulla migrazione. E' un regalo alla Spagna del primo ministro Pedro Sanchez, con cui Ursula von der Leyen era stata in Mauritania a febbraio promettendo 210 milioni di euro a favore del paese africano. Alla cerimonia di ieri ha partecipato anche il ministro spagnolo, Fernando Grande-Marlaska. La dichiarazione congiunta prevede di sostenere gli sforzi della Mauritania per affrontare l'arrivo dei rifugiati e di rafforzare la cooperazione per prevenire l’immigrazione irregolare. Il testo include il rafforzamento della cooperazione in materia di rimpatrio e riammissione dei mauritani che soggiornano irregolarmente nell'Ue.
Trilogo
Un altro rinvio sulla due diligence delle multinazionali - Dall'ordine del giorno della riunione degli ambasciatori del Coreper di oggi è stata tolta la direttiva sulla due diligence delle multinazionali. La presidenza belga del Consiglio dell'Ue ha preso la decisione ieri sera, dopo aver constatato che non c'è ancora una maggioranza sufficiente ad approvare il testo, nonostante importanti concessioni ai paesi critici. La scadenza per trovare un accordo tra i governi e il Parlamento europeo prima della fine della legislatura è fissata al 14 di marzo. Per evitare di riaprire il trilogo, la presidenza belga dell'Ue chiederebbe al Parlamento europeo di adottare il testo concordato al Consiglio in prima lettura.
Portogallo
Il Portogallo in bilico tra centrodestra, ingovernabilità e rischio Chega – Il Portogallo domenica andrà alle urne per elezioni che metteranno fine all'era di Antonio Costa come primo ministro e dovrebbero chiudere quasi nove anni di Partito socialista al potere a Lisbona. Un'inchiesta di corruzione che ha toccato i più stretti collaboratori di Costa è stata fatale per i socialisti. Gli ultimi sondaggi indicano un netto vantaggio dei conservatori del Partito socialdemocratico nelle intenzioni di voto. Ma l'avanzata del partito di estrema destra Chega mette a rischio la governabilità del paese e potrebbe portare a uno stallo. Secondo l'ultima ricerca di Duplimetrica, l'alleanza tra il Partito socialdemocratico e il Partito popolare dovrebbe ottenere il 35 per cento contro il 28 per cento del Partito socialista. L'estrema destra di Chega, fondata nel 2019 da André Ventura, è stimata al 15 per cento. I piccoli partiti sono molto più indietro. Iniziativa liberale, potenziale alleato del Partito socialdemocratico, è al 6 per cento. Il Blocco Sinistra al 5 per cento, la Coalizione tra comunisti e verdi al 4 per cento e un altro partito ecologista al 4 per cento sono i potenziali partner di coalizione dei socialisti. Sia i socialisti sia i conservatori hanno escluso un'alleanza con Chega. Con questi numeri ogni scenario è possibile: un parlamento senza maggioranza, un governo di minoranza e perfino un ruolo da "king maker" per un piccolo partito per la protezione degli animali.
Errata corrige - Nell'edizione di ieri del Mattinale ci è scappato un errore. Le elezioni europee si tengono dal 6 al 9 giugno e non dal 6 al 9 marzo, come erroneamente scritto. Grazie ai lettori che ce lo hanno segnalato. Ne approfittiamo per scusarci anche per tutti gli altri refusi che sfuggono ai nostri quattro occhi.
Accade oggi
Commissione: visita della presidente von der Leyen a Cipro per l'apertura di un corridoio umanitario marittimo per Gaza
Commissione: discorso del vicepresidente Schinas alla Conferenza annuale del Servizio giuridico della Commissione
Commissione: discorso del commissario Breton all'incontro di alto livello "Donne nel Digitale"
Parlamento europeo: briefing pre sessione
Consiglio: riunione del Coreper I
Eurostat: dati sul Pil e l'occupazione nel quarto trimestre del 2023; dati sui pernottamenti turistici nel dicembre 2023; statistiche di genere del 2022; dati sulla protezione temporanea a gennaio; dati sui salari e i costi del lavoro nel 2023; dati sul divario salariale di genere nel 2022