Buongiorno! Sono Christian Spillmann e, insieme a David Carretta, vi presentiamo Il Mattinale Europeo.
Non dimenticate di sostenerci passando a un abbonamento a pagamento.
L'Europa deve prepararsi al peggio per l'Ucraina con Putin
Vladimir Putin sta preparando la Russia a una guerra contro la Nato. Vuole e testerà l'Alleanza. E l'Europa deve prepararsi al peggio per l'Ucraina. L'allarme suona da mesi. I servizi di intelligence militari moltiplicano i rapporti in tal senso e molti leader del Nord Europa si stanno preparando. Ma la preoccupazione cresce a causa del momento di debolezza degli americani. Gli Stati Uniti hanno eletto un presidente affascinato da Putin. Donald Trump ha poca considerazione per gli europei. Vuole disimpegnarsi dal vecchio continente e rifiuta di sanzionare l'aggressione russa contro l'Ucraina. Il vertice della Nato del 24 e 25 giugno all'Aia sarà la prova del nove per il pilastro europeo dell'Alleanza. È incrinato, minato dall'interno e rischia di crollare in caso di ritiro americano.
"Eviterei di usare il termine 'guerra', ma non siamo più in una situazione di pace assoluta con la Russia". Il nuovo ministro tedesco degli Affari Esteri Johann Wadephul ha il merito di essere chiaro. “Gli atti di sabotaggio, gli attacchi informatici, il sorvolo di infrastrutture strategiche da parte di droni sono altrettante aggressioni alle quali dobbiamo essere in grado di difenderci pienamente", ha insistito il ministro tedesco in un'intervista con la Süddeutsche Zeitung.
I capi militari tedeschi sono preoccupati. La Russia sta attualmente rafforzando le sue capacità militari su larga scala, producendo carri armati e munizioni, alcuni dei quali sono immagazzinati in previsione di un eventuale attacco contro l'Occidente, ha sottolineato il capo di stato maggiore della Bundeswehr, il generale Carsten Breuer. Mosca vuole raddoppiare le sue forze terrestri a 1,5 milioni di uomini entro il 2026, produce eccedenze di munizioni per fare scorte e rafforza le sue infrastrutture militari vicino ai confini della Nato, in particolare nel distretto militare occidentale vicino alla Finlandia, ha precisato il generale di divisione tedesco, Christian Freuding. Le forze russe potrebbero essere in grado di lanciare un attacco contro la Nato già dal 2029, stimano i due ufficiali tedeschi.
Il ministro italiano della Difesa è d'accordo. Mosca prevede di espandere il suo esercito da 400.000 a 1,6 milioni di soldati, con 5 milioni di riservisti, un numero mai visto dalla guerra fredda, ha dichiarato Guido Crosetto. Il ministro italiano si interroga sull'intenzione dietro questo rafforzamento militare e avverte che la Russia non fa mai nulla per caso.
La questione non è più se, ma piuttosto dove, quando e in quale forma si verificherebbe l'attacco. I confini della Nato con la Russia sono i punti più sensibili: la Finlandia con i suoi 1.340 chilometri di confine? Un paese baltico? Il generale Breuer pensa piuttosto alla zona di Suwałki, la striscia di terra di confine tra Lituania, Polonia, Russia e Bielorussia, considerata una zona vulnerabile. Secondo una stima dell'intelligence militare danese, se Putin riuscisse a vincere in Ucraina, gli servirebbero 6 mesi per un attacco localizzato, 2 anni per una guerra regionale nel Baltico e 5 anni per un conflitto europeo più ampio.
L'organizzazione delle manovre Zapad previste per settembre dall'esercito russo e da quello bielorusso in Bielorussia è "seguita molto da vicino, perché il perimetro per l'esercitazione congiunta è superiore a quella annunciata dalla Russia e si prepara in una totale mancanza di trasparenza", ha riconosciuto il segretario generale della Nato, Mark Rutte, durante la riunione dei ministri della Difesa dell'Alleanza la scorsa settimana a Bruxelles.
La Russia è in grado di condurre ora un'operazione contro la Nato, nel momento in cui le sue forze si scontrano alla resistenza dell'esercito ucraino e hanno già perso quasi un milione di combattenti uccisi o feriti? Gli esperti sono dubitativi. Ma l'ex ministro ucraino degli Affari Esteri, Dmytro Kuleba, stima che Mosca sia "capace di aprire un nuovo fronte continuando a combattere contro Kyiv".
La guerra in Ucraina, dopo averla ri-mobilitata, sta debilitando l'Alleanza. I paesi del sud Europa non sono facili da mobilitare. L'opinione pubblica in Italia, Spagna, Portogallo e Grecia simpatizza, ma per loro la guerra è lontana. Le loro spese per la difesa sono inferiori al 2 per cento del Pil, con l'eccezione notevole della Grecia, ma perché è ossessionata da un potenziale conflitto con la Turchia. Tutti questi paesi sono restii ad aumentare le loro spese militari. A Est, Ungheria e Slovacchia rifiutano di aiutare l'Ucraina per non tagliare i ponti con Mosca.
Gli americani sono il cemento della Nato, un'alleanza creata contro i russi. Tuttavia, Donald Trump non considera più la Russia come il nemico. Come un gatto, Putin aspetta la partenza del molosso per attaccare il topo. Per il momento il molosso è ancora in Europa con quasi 100.000 militari, i suoi Patriot, i suoi missili a lungo raggio, i suoi bombardieri e le sue bombe. Ma vuole ritirarsi e lasciare che gli europei gestiscano la difesa del vecchio continente.
Cosa annuncerà Trump al summit Nato dell'Aia? Sarà soddisfatto dell'impegno degli alleati a portare le loro spese per la difesa dal 2 al 5 per cento come ha chiesto? L'America continuerà a sostenere militarmente e finanziariamente l'Ucraina e a proteggere l'Europa? Mark Rutte vuole crederci. "Vogliamo che la Nato sia più temibile. Dobbiamo far passare il messaggio ai cittadini. C'è una minaccia", insiste il capo politico della Nato.
Il Cremlino conferma questa paura. "La sconfitta totale dell'Ucraina - con la sua semplice capitolazione che potrebbe avere un effetto domino sull'Europa - rimane il nostro obiettivo, ma sarà estremamente costosa, se non proibitiva, perché porterebbe alla morte di migliaia dei nostri migliori figli, se non fosse rafforzata da un ricorso più attivo alla deterrenza nucleare, che io sostengo per uscire da questo vicolo cieco", ha detto Sergei Karaganov, direttore del Consiglio per la politica estera e di difesa, spesso presentato come il principale architetto della politica estera russa, in un'intervista pubblicata dalla rivista Le Grand Continent.
La frase
“Gli abissi non sono in vendita, come la Groenlandia non è in vendita, né l'Antartico o l'alto mare sono in vendita”.
Emmanuel Macron nel suo discorso di apertura della Conferenza dell'Onu sugli Oceani.
Geopolitica
L'avvertimento di Rutte sul balzo enorme nella difesa collettiva - "La Russia potrebbe essere pronta a usare la forza militare contro la Nato entro cinque anni", ha detto ieri il segretario generale della Nato, Mark Rutte, in un discorso alla Chatham House a Londra. "La Russia si è alleata con Cina, Corea del Nord e Iran. Stanno espandendo le loro forze armate e le loro capacità. La macchina da guerra di Putin sta accelerando, non rallentando. La Russia sta ricostituendo le sue forze armate con la tecnologia cinese e produce più armi a una velocità di quanto pensassimo”, ha spiegato Rutte. Il segretario generale ha lanciato un appello a fare un “balzo enorme” nella difesa collettiva. "Il fatto è che il pericolo non scomparirà nemmeno quando la guerra in Ucraina finirà", ha detto Rutte. Ma la Russia non è l'unica minaccia. “La Nato non è mai stata istituita per combattere solo l'Unione Sovietica. Il suo scopo era proteggere il territorio Nato da chiunque cercasse di attaccarci. E quello che vediamo al momento è un enorme accumulo di capacita' militari da parte della Cina”, ha detto il segretario generale. Il richiamo alla Cina è un altro tentativo di tenere Donald Trump impegnato nella Nato?
Il contro discorso di Orban - In visita in Francia in occasione della “Festa della vittoria” organizzata dai “Patrioti”, il premier ungherese, Viktor Orban, ieri si è detto certo che la Russia non attaccherà i paesi europei della Nato. “I russi sono troppo deboli per questo”, ha detto Orban al canale LCI. “Non sono nemmeno capaci di vincere sull'Ucraina. Sono dunque incapaci di attaccare veramente la Nato”, ha aggiunto il premier ungherese, spingendosi fino a definire “eroica” la resistenza dell'Ucraina. Sul palco dei “Patrioti”, Orban ha usato invece la sua solita retorica. “Non vogliamo morire per l'Ucraina. Non vogliamo che i nostri figli tornino in bare dall'Ucraina. Non vogliamo un nuovo Afghanistan alle nostre porte. Non vogliamo che Bruxelles usi questa guerra come pretesto per instaurare un'economia di guerra”, ha detto il premier. La francese Marine Le Pen ha accusato l'Ue di essere un “progetto di guerra”.
L'augurio pro Ucraina della Polonia alla prossima presidenza danese dell'Ue - La presidenza polacca dell'Ue volge al termine. La Danimarca è pronta a prendere le redini per il semestre di presidenza del Consiglio. In un incontro con il Mattinale europeo e altri media ieri a Varsavia, il ministro degli Esteri, Radosław Sikorski, ha espresso un augurio, alzando bandiera bianca su una delle priorità della Polonia: il processo di adesione dell'Ucraina bloccato dal veto di Viktor Orban. “Spero che la Danimarca riesca dove noi abbiamo fallito, ovvero l'apertura dei capitoli negoziali con l'Ucraina. Speravamo di aprirne due. Come sapete, l'Ungheria ha posto il veto”, ha detto Sikorski. Il ministro degli Esteri ha anche ricordato che l'Ungheria mette il veto anche al “rimborso di circa 7 miliardi di euro” per gli aiuti militari forniti all'Ucraina dagli Stati membri attraverso la European Peace Facility. “Buona fortuna”, ha detto Sikorski.
L'Ue prosegue il suo “reset” indiano - La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, oggi riceverà il ministro degli esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar, confermando l'intenzione dell'Ue di rafforzare la sua partnership come la più grande democrazia al mondo. La Commissione ha effettuato il suo primo viaggio all'estero in India a fine febbraio. Da allora sono stati realizzati progressi significativi nei negoziati su un accordo di libero scambio tra Ue e India. Di fronte alla guerra commerciale di Donald Trump, Ursula von der Leyen ha scelto la strategia della diversificazione delle partnership commerciali con il resto del mondo. Secondo le nostre fonti, è già stato raggiunto un accordo su circa metà dei capitoli negoziali. Il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, ha moltiplicato gli incontri con il ministro indiano Piyush Goyal. L'ultimo è avvenuto a Parigi il 2 giugno in presenza del commissario all'Agricoltura, Christopher Hansen. L'agricoltura è uno dei temi più sensibili. Alcuni prodotti agricoli dovrebbero restare fuorii da un eventuale accordo commerciale. Von der Leyen e il premier indiano, Narendra Modi, si sono fissati come obiettivo di concludere i negoziati alla fine dell'anno.
I legami del BJP di Modi con l'estrema destra dei "Patrioti" - Se Ursula von der Leyen onora l'India ricevendo il suo ministro degli Esteri, il partito del primo ministro Narendra Modi, il Bharatiya Janata Party (BJP), sta tessendo legami sempre più stretti con l'estrema destra dell'Ue. La riprova? La fondazione Patrioti per l'Europa organizza un evento al Parlamento europeo sull'India come partner strategico per l'Europa a cui parteciperanno la portavoce del BJP, Sahzia Ilmi, il presidente della Kutniti Foundation, Ram Divedi, e il presidente dell'India Foundation ed ex segretario del BJP, Ram Madhav. "I sovranisti della civilizzazione europea sono i partner strategici necessari per realizzare la stabilità mondiale", ha detto Ram Divedi Una delegazione del BJP ha partecipato anche alla conferenza annuale CPAC. La riunione al Parlamento europeo è ospitata dall'europarlamentare francese, Thierry Mariani, conosciuto per le sue posizioni filo russe.
“Patrioti”
Bardella rivendica l'influenza dell'estrema destra nell'Ue - Jordan Bardella, leader del Rassemblement National con Marine Le Pen e presidente del gruppo dei “Patrioti” al Parlamento europeo, ieri ha rivendicato la crescente influenza dell'estrema destra sull'Ue. L'occasione era la “Festa della Vittoria” a cui hanno partecipato alcuni leader dei partiti nazionali che fanno parte dei “Patrioti”. A un anno dalle elezioni europei “siamo stati in grado di pesare”, ha detto Bardella: “Sull'ecologia punitiva, sulla guerra ideologica di Bruxelles contro l'industria automobilistica, sulle norme che piombano le imprese, abbiamo condotto delle battaglie e ottenuto le prime vittorie (…). Grazie a noi le norme irrealistiche, imposte da burocrati che non hanno mai messo un piede nelle industrie, sono state semplicemente sospese. Il Green deal è rimesso in discussione”, ha detto Bardella. Ma “l'influenza non basta”, ha aggiunto. “L'ambizione non è correggere gli eccessi, ma di governare ovunque per ricostruire tutto”. Secondo il leader della Lega, l'italiano Matteo Salvini, i “Patrioti” devono “costringere gli amici del PPE a scegliere una volta per tutte tra i vecchi accordi con le sinistre e un futuro fondato sul lavoro e la speranza da costruire con i patrioti e i conservatori”.
Ciascuno con il suo slogan, tutti contro migranti e Ue - Agli osservatori più attenti la “Festa della vittoria” dei “Patrioti” sarà servita a cogliere le grandi contraddizioni dei partiti dell'estrema destra europea. Se il ceco Andrej Babis ha difeso il mercato interno, Marine Le Pen ha attaccato l'Europa “ultra-liberale”, mentre l'italiano Matteo Salvini ha chiesto di tornare alla Comunità economica europea. Il vero unico collante dei “Patrioti” è l'immigrazione e l'odio contro l'Ue. Il premier ungherese, Viktor Orban, ha detto di essere disponibile a pagare un milione di euro al giorno, pur di non adeguarsi alle sentenze della Corte dell'Ue sul diritto di asilo. “Preferiamo pagare, che permettere alla gente di entrare illegalmente. E' il miglior investimento nel futuro”. Denunciando “le targhe delle automobili uniformate” dall'Ue, Marine Le Pen ha definito l'Ue “un impero” dalla “volontà di estensione geografica senza limiti”, in cui “i popolo sono relegati a popolazioni da amministrare”. Per Le Pen, l'Ue è un “impero mercante, wokista e ultra liberale contro le nostre nazioni”. “Non vogliamo uscire dall'Europa, vogliamo uscire da questa Europa”, ha detto Le Pen.
La prossima guerra dei “Patrioti” contro i giudici non eletti - Un altro tema che accomuna sempre più i leader dei “Patrioti” è la battaglia contro i giudici, incarnazione di uno Stato di diritto che pone limiti al potere assoluto di chi governa e costringe gli aspiranti autoritari a rispettare le leggi. “La destra europea subisce gli attacchi dei giudici che non sono stati eletti. Vi metteremo fine”, ha detto il primo ministro, Viktor Orban. “Se li lasciamo fare non ci saranno più elezioni libere, ma solo scrutini annullabili”, ha detto Marine Le Pen, denunciando “persecuzioni giudiziarie ovunque contro i movimenti patriottici”. Lei lo sa per esperienza. Una condanna all'ineleggibilità per appropriazione indebita di fondi pubblici le impedirà di presentarsi alle presidenziali del 2027 in Francia, se non vincerà il ricorso che ha presentato. Secondo Le Pen, l'Ue e i giudici vogliono “vietare ai popoli di scegliere i loro dirigenti”.
Oceano
L'Ue promette azione, von der Leyen annuncia 40 milioni più un miliardo - “L'oceano è il cuore blu del nostro pianeta. Abbiamo ascoltato il messaggio chiaro del nostro pianeta e sappiamo che la tripla crisi planetaria del cambiamento climatico, dell'inquinamento e della perdita di biodiversità è sempre più acuta. Ora è il momento di agire e l'Unione europea è in azione”, ha detto ieri il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, alla Conferenza Onu sugli Oceani a Nizza. Ursula von der Leyen ha fatto tre annunci. La Commissione stanzierà 40 milioni di euro per il programma Global Ocean dedicato al miglioramento della governance, alla conservazione e all'uso sostenibile, e lancerà il "Digital Twin of the Ocean", una rappresentazione virtuale digitale ad alta risoluzione degli oceani, che combinerà intelligenza artificiale e modellazione avanzati per l'osservazione oceanica. L'oceano “è vita” ed “è ancora in crisi. Senza azioni, mettiamo a rischio il nostro futuro”, ha avvertito von der Leyen. La presidente della Commissione ha infine promesso un miliardo di euro di investimenti in progetti per l'economia delle comunità costiere, per la ricerca e per chi lavora alla protezione degli ecosistemi marini.
Italia
Gli italiani offrono una vittoria a Meloni, astenendosi sui referendum su cittadinanza e lavoro - Gli elettori italiani hanno offerto una vittoria politica importante a Giorgia Meloni, dopo che hanno disertato le urne nei cinque referendum su cui erano chiamati a votare (quattro sulla legislazione sul lavoro e uno sui tempi per ottenere la cittadinanza italiana). Solo il 30 per cento degli elettori si è recato alle urne, quando il quorum richiesto per la validità dei risultati del referendum è fissato al 50 per cento. Meloni e i partiti della sua maggioranza avevano fatto campagna per l'astensione, sfruttando il basso livello di partecipazione che contraddistingue i referendum da anni a questa parte. L'operazione è riuscita. Meloni ha ottenuto una seconda vittoria sul referendum per ridurre da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter presentare la domanda di cittadinanza italiana. I voti a favore del "sì" (65 per cento) sono stati di gran lunga inferiori rispetto a quelli dei referendum sul lavoro (88 per cento). Anche gli elettori di centro-sinistra che si sono recati alle urne sono ostili a facilitare le procedure per concedere la cittadinanza ai migranti.
Migranti
Vigilantes alla frontiera tra Paesi Bassi e Germania - Nei Paesi Bassi un gruppo di una cinquantina di persone private si è arrogata il diritto di effettuare dei controlli sulle automobili che attraversano il confine con la Germania nella località di Ter Apel, costringendo la polizia olandese e tedesca ad intervenire per porre fine a questa operazione illegale. Secondo i media locali, sabato gli autoproclamati vigilantes, con torce e gilet gialli, hanno fermato delle automobili sulla strada N366 alla ricerca di migranti, permettendosi di effettuare dei controlli. Domenica la polizia ha intercettato il gruppo prima che entrasse in azione, ha effettuato controlli di identità, ponendo immediatamente fine all'operazione. All'origine c'è un militante di estrema destra, Jan Huzen, condannato per diffamazione e istigazione alla violenza, che ha detto di essere stato ispirato da un documentario sulla polizia tedesca che respingeva migranti alla frontiera tra Germania e Paesi Bassi. Anche il governo olandese ha rafforzato i controlli alle frontiere. Ma, secondo un rapporto dei servizi di audit del governo, questa misura non contribuisce a ridurre il numero di richieste di asilo.
Accade oggi
Commissione: la presidente von der Leyen riceve il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar
Commissione: il commissario Sefcovic a Bratislava partecipa alla conferenza Visegrad 4 Business
Commissione: il commissario Kubilius interviene all’European Defence & Security summit e riceve il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar
Commissione: il commissario Hoekstra interviene alla Settimana europea dell’energia sostenibile
Parlamento europeo: evento organizzato dal gruppo la Sinistra con l'ex premier italiano, Giuseppe Conte, e l'ex ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, su “Le condizioni economiche per la pace”
Eurostat: dati sulla produzione nei servizi a marzo; dati sulla protezione temporanea ad aprile; indice della produzione totale del mercato a marzo; fatturato dei servizi a marzo