L'impossibile sfida di Tusk di ripristinare lo stato di diritto
Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
L'impossibile sfida di Tusk di ripristinare lo stato di diritto
Il Parlamento europeo questa settimana cercherà di spingere i governi a sanzionare l'Ungheria di Viktor Orban, privandola del diritto di voto nel Consiglio dell'Ue per le violazioni dello stato di diritto e dei principi fondamentali. Fatica sprecata. Non c'è appetito tra i governi per portare avanti la procedura dell'articolo 7 contro l'Ungheria, tanto più nel momento in cui Orban minaccia di mettere il veto alla revisione del quadro finanziario pluriennale, compreso un pacchetto di aiuti finanziari da 50 miliardi di euro per l'Ucraina. Ma chiunque abbia a cuore la causa dello stato di diritto farebbe bene a guardare cosa sta accadendo in Polonia, dove il ritorno di Donald Tusk come primo ministro ha sollevato grandi aspettative dopo otto anni di deriva illiberale del governo del Partito Legge e Giustizia (PiS).
Restaurare lo stato di diritto e una democrazia piena a Varsavia si annuncia come un'impresa molto complicata, quando le istituzioni, i media e le imprese pubbliche sono state riempite di fedelissimi. Ricorsi giudiziari, manifestazioni in strada, scontri con il presidente Andrzej Duda, procuratori che si appellano all'Ue: il PiS e i suoi fedelissimi si sono lanciati nella campagna paradossale di accusare Tusk e il suo governo di... violare lo stato di diritto. "Per favore, smettetela di cercare di infrangere la legge", ha intimato Duda dopo un incontro con il primo ministro ieri. “Ripristinerò l’ordine giuridico, che mi piaccia o no” e questo “comporta decisioni molto difficili”, ha risposto Tusk.
L'ultimo scontro c'è stato questo fine settimana. Venerdì, il ministro della Giustizia e procuratore generale, Adam Bodnar, ha annunciato il licenziamento del procuratore nazionale, Dariusz Barski, nominato in modo illegittimo dal governo del PiS nel 2022. Immediatamente sette vice procuratori generali, nominati dall'ex ministro della Giustizia, Zbigniew Ziobro, hanno presentato un ricorso definendo illegittima la nomina di Barski. “Questo è un altro scandalo e una violazione della legge”, ha accusato il leader del PiS, Jarosław Kaczyński.
Un consigliere di Duda ha fatto sapere che il presidente ha incontrato Barski, con cui ha discusso “il tentato attacco contro l'ufficio indipendente del procuratore”. Jakub Jaraczewski, ricercatore di Democracy Reporting International, ha raccontato su internet che "i procuratori pro Ziobro stanno inviando una lettera a Ursula von der Leyen sullo stato di diritto in Polonia. Sono abbastanza vecchio per ricordarmi quando lamentarsi con un funzionario tedesco dell'Ue a Bruxelles sullo stato di diritto equivaleva a tradimento", ha ironizzato Jaraczewski.
La risposta del governo Tusk è arrivata con i fatti e via X (ex Twitter). Ieri Bodnar ha annunciato che presenterà un progetto di legge per separare la funzione di ministro della Giustizia da quella di procuratore generale, che erano state fuse dal governo del PiS. Il governo andrà avanti per ripristinare l'indipendenza della giustizia. “Proprio come è finita l’occupazione della Polonia da parte del PiS, finirà anche l’occupazione degli uffici statali da parte del PiS”, ha scritto Tusk su X, confermando la sua intenzione di liberare le istituzioni.
Uno dei suoi primi atti a dicembre era stato quello di licenziare i dirigenti della televisione pubblica, strumento principale della propaganda del PiS. Ma il metodo scelto dal governo Tusk era stato contestato anche dai suoi sostenitori. Stanley Bill su Notes from Poland a dicembre aveva lanciato l'allarme sul rischio di usare gli stessi metodi del PiS. Alla fine una corte di Varsavia ha bocciato il cambio della direzione della televisione pubblica, costringendo il governo a lanciare un piano B con la liquidazione di TVP.
Le sentenze contraddittorie da parte di tribunali pro PiS e di tribunali indipendenti sono solo parte del problema. L'ostacolo più grande per Tusk rischia di essere il veto di cui beneficia il presidente Duda sulle leggi approvate in Parlamento. Il presidente si sta chiaramente presentando come l'anti Tusk e il difensore dei fedelissimi del PiS. Il Tribunale costituzionale rimpito da giudici del PiS e Duda hanno vietato al Parlamento di indagare sul governatore della banca centrale, Adam Glapinski, accusato di essersi lanciato in manovre monetarie politiche prima delle elezioni.
Dopo l'arresto di due parlamentari del PiS condannati da un tribunale a dicembre a due anni di carcere per abuso di ufficio, Duda ha annunciato che concederà la grazia. Il PiS ha mobilitato la piazza reale e virtuale. Mercoledì 11 gennaio quasi 300 persone hanno manifestato a nella capitale (35 mila secondo il comune di Varsavia). Nel weekend i sostenitori del PiS hanno riempito le caselle email di deputati, funzionari, diplomatici e giornalisti a Bruxelles per denunciare le violazioni dello stato di diritto in Polonia.
La Commissione di Ursula von der Leyen ha riconosciuto che non c' bacchetta magica” per restaurare la lo stato di diritto in Polonia. “Siamo all'inizio di un nuovo periodo in Polonia che fa seguito ai risultati elettorali e alla formazione del nuovo governo. Nessuno pensa che sia possibile di spazzare via tutte le difficoltà con una bacchetta magica”, ci ha detto il portavoce della Commissione, Eric Mamer. Il capogruppo del Ppe, Manfred Weber, ha promesso pieno sosteno a Tusk per “ripristinare lo stato di diritto e ricostruire la democrazia in Polonia”. La Commissione ha iniziato a sbloccare i fondi, che erano stati congelati per le violazioni dello stato di diritto da parte del governo del Pis. Ma Tusk e il suo governo sono costretti a camminare su un filo sottile di fronte alla società polacca polarizzata e alla resistenza del vecchio regime.
Con Tusk, l'Ue si aspetta un dividendo europeo. Il nuovo governo sarà molto più cooperativo con la Commissione e gli altri stati membri. Varsavia tornerà a essere uno dei principali sostenitori dell'Ucraina, dopo che per ragioni elettorali il PiS aveva messo in dubbio le forniture militari. Ieri il segretario di stato per il Clima, Urzula Zielinska, ha promesso di aderire all'obiettivo di riduzione delle emissioni del 90 per cento entro il 2040. Ma la Polonia di Tusk non cambierà linea sulla ridistribuzione dei migranti prevista dal nuovo Patto su migrazione e asilo. Rimangono altri problemi: l'embargo imposto dal precedente governo sui prodotti agricoli ucraini, che viola la legislazione dell'Ue, è ancora in vigore.
Nell'Ue, la Polonia sta tornando a essere uno stato membro normale, con pregi e difetti. Per la ricostruzione dello stato di diritto, la strada che Tusk deve percorrere sarà lunga, complicata e tortuosa. La Polonia insegna che, più a lungo le istituzioni democratiche vengono corrotte, più diventa arduo il compito di tornare alla piena democrazia.
La frase
“I confini della Russia non finiscono da nessuna parte”.
Messaggio di Vladimir Putin esposto su pannelli elettronici a Mosca.
Geopolitica
Gentiloni avverte sui rischi per l'economia dal Mar Rosso - Nel momento in cui il Servizio europeo di azione esterna continua a lavorare su una operazione militare dell'Ue in Mar Rosso, il commissario Paolo Gentiloni ieri ha lanciato l'allarme sulle conseguenze negative per l'economia europea e i prezzi dell'energia degli attacchi degli Houthi che compromettono la sicurezza di questa rotta commerciale cruciale. "Sappiamo che iniziamo quest'anno con una crescita contenuta e alcune buone notizie sul mercato del lavoro. Ma c'è una crescente preoccupazione per i rischi al ribasso causati dalle tensioni geopolitiche, e in particolare da ciò che sta accadendo nel Mar Rosso", ha detto Gentiloni. Questo "per il momento non sembra creare conseguenze sui prezzi dell'energia e sull'inflazione, ma riteniamo che debba essere monitorato molto attentamente perché queste conseguenze potrebbero materializzarsi nelle prossime settimane", ha aggiunto Gentiloni. Il Qatar ieri ha sospeso il transito dal Mar Rosso delle sue navi che trasportano gas naturale liquefatto.
Scenario tedesco per un'esercitazione di guerra - Il quotidiano tedesco Bild ha pubblicato un documento della Bundeswehr, il Ministero della Difesa, intitolato "Defence collective 2025", che descrive lo scenario e le fasi di un conflitto tra Russia e Nato. Si inizia con una nuova mobilitazione in Russia e una nuova offensiva su larga scala nella primavera del 2024 nell'Ucraina occidentale. Le forze ucraine vengono respinte. Ci sono poi falsi attacchi contro le minoranze etniche russe negli Stati baltici. Mosca avvia manovre militari nella Russia occidentale e in Bielorussia e nell'ottobre 2024 rafforza militarmente l'enclave di Kaliningrad con l'obiettivo di conquistare il "corridoio di Suwalki" che collega Bielorussia e Kaliningrad. Nel 2025 la NATO si mobilita e adotta misure di "deterrenza credibile" per prevenire un attacco russo al corridoio. L'Alleanza mobilita 300.000 uomini e, in questo contesto, l'esercito tedesco invia 30.000 soldati sul fianco orientale. In realtà, la Germania comanda un gruppo da battaglia della NATO in Lituania e nel dicembre 2023 si è impegnata a dispiegare una brigata da combattimento - 5.000 soldati e le loro armi - nel Paese. I primi elementi arriveranno nella primavera del 2024 e la brigata sarà completa tre anni dopo.
Il Regno Unito affronta la "minaccia" Putin - "Il Regno Unito mobiliterà circa 20.000 truppe per partecipare all'esercitazione Steadfast Defender, uno dei più grandi dispiegamenti della Nato dalla fine della Guerra Fredda", ha annunciato ieri il ministro della Difesa britannico Grant Shapps. "Le nostre truppe uniranno le forze con le loro controparti di 30 Paesi della Nato e della Svezia per fornire un'assicurazione vitale contro la minaccia di Putin", ha detto. “Più di 40.000 truppe provenienti da tutta l'Alleanza dovrebbero partecipare a queste manovre terrestri, aeree e navali in Germania, Polonia e negli Stati baltici", ha dichiarato il comando militare della Nato.
La giornata
Gli attivi russi congelati all'Ecofin - I ministri delle Finanze dell'Unione europea oggi potrebbero tornare a parlare della proposta di usare gli attivi congelati della Russia a favore dell'Ucraina. Il tema dovrebbe essere affrontato nel dibattito sulle priorità della presidenza belga dell'Ecofin. L'Ue ne discute dall'estate del 2022, senza trovare una soluzione giuridica che la metta al riparo da cause davanti ai tribunali internazionali o turbolenze finanziarie. Lo scorso dicembre la Commissione ha presentato una proposta per usare i profitti degli attivi della Banca centrale russa. Gli ambasciatori dei ventisette hanno avuto una prima discussione al Coreper della scorsa settimana. “Il testo è delicato. Ma non è eccessivamente lungo e complicato”, ci ha detto un diplomatico. La presidenza belga spera “avanzare rapidamente e arrivare a un accordo nelle prossime settimane. Sarebbe bene avere un accordo entro la fine di febbraio”.
De Croo al Parlamento europeo per la presidenza dimezzata - Il primo ministro belga, Alexander De Croo, sarà oggi al Parlamento europeo per presentare il programma della presidenza di turno del Consiglio dell'Ue. Sul piano legislativo il semestre sarà dimezzato. La presidenza belga ha inviato alle altre rappresentanze un avvertimento sulla data ultima per concludere i triloghi con il Parlamento europeo. Ci sono ancora un centinaio di proposte legislative aperte. Il Belgio punta a chiuderne tra cinquanta e sessanta. Gli accordi politici tra la presidenza e i negoziatori del Parlamento europeo dovranno essere raggiunte entro il 9 febbraio per permettere la ripulitura del testo, il via libera al Coreper, le traduzioni da parte dei giuristi linguisti e il voto della plenaria in Parlamento. “Ci vogliono 6-8 settimane. E' una corsa contro il tempo”, ci ha detto un diplomatico. Ci possono essere solo poche eccezioni alla scadenza del 9 febbraio. In caso di dossier particolarmente importanti, la presidenza belga e il Parlamento possono concordare un processo accelerato, accompagnata da una procedura di correzione successiva, la cosiddetta “corrigendum procedure”.
Trilogo
Il Belgio si inventa il mezzo trilogo – Ieri sera, anche se in via informale, è iniziato il negoziato tra la presidenza belga e il Parlamento europeo sulla revisione del quadro finanziario pluriennale. Ma non chiamatelo “trilogo”. I diplomatici belgi parlano di “consultazioni interistituzionali informali”. “Non è un vero trilogo, ma qualcosa di molto simile”, ha detto uno di loro. La base del negoziato sarà il mandato parziale approvato dagli ambasciatori al Coreper la scorsa settimana, che include il quadro regolamentare, ma senza indicare cifre sul restante periodo di programmazione di bilancio. Toccherà ai leader nel vertice straordinario del primo febbraio, minacciato da veto di Viktor Orban, inserire i numeri.
Parlamento
La parata con saluto fascista di Acca Laurentia al PE - Il Parlamento europeo discuterà martedì sera con la presidenza belga del Consiglio e la Commissione della riemersione del neofascismo in Europa. L'occasione è la parata con saluto fascista che si è svolta in via Acca Larentia a Roma il 7 gennaio, in occasione del 46esimo anniversario dell'uccisione di due neofascisti nella capitale italiana nel 1978. Il gruppo Ecr si era opposto al dibattito, che rischia di prendere di mira il governo di Giorgia Meloni. Il servizio stampa del Parlamento europeo ha voluto ricordare che i deputati hanno già dibattuto più volte di estrema destra e fascismo nell'Ue. Nell'ottobre 2019 c'era stato un dibattito sul pericolo dell'estremismo violento di estrema destra, a seguito degli eventi avvenuti a Halle in Germania. Nell'ottobre 2018 il Parlamento aveva messo in guardia sulla crescente normalizzazione del fascismo, del razzismo e della xenofobia e aveva richiesto agli stati membri dell'Ue di vietare i gruppi neofascisti e neonazisti. E così via, indietro nella macchina del tempo. Una fonte ci ha fatto avere le foto di una conferenza stampa su fascismo e razzismo organizzata al Parlamento europeo nel 1985.
Ungheria
La Commissione "Ponzio Pilato" sui favori di Orban ai cinesi con i fondi dell'Ue - Secondo il sito web VSQuare, il governo ungherese permetterà al produttore cinese di veicoli elettrici BYD di farsi strada nell'Ue grazie a una sovvenzione di 240 milioni di euro del fondo RepowerEU per costruire la sua prima fabbrica europea. Interrogata ieri su questo progetto, la Commissione europea ha dichiarato di volersene lavare le mani. "I nostri controlli non riguardano i beneficiari dei fondi scelti dagli Stati membri", ha dichiarato uno dei suoi portavoce.
Accade oggi
Ecofin
Presidenza belga dell'Ue: riunione informale dei ministri dell'Ambiente
Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattiti sul programma della presidenza belga dell'Ue; l'assistenza militare all'Ucraina; i consumatori nella transizione verde; la trasparenza delle ong finanziate dal bilancio dell'Ue; la situazione umanitaria a Gaza; la diplomazia preventiva nei conflitti congelati; il rapporto annuale del mediatore civico; l'attuazione dei Trattati; la lotta contro i ritorno del neofascismo in Europa)
Commissione: discorso della presidente von der Leyen al World Economic Forum di Davos
Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Borrell in Guatemala
Commissione: il vicepresidente Schinas in visita in Tajikistan e Uzbekistan
Parlamento europeo: conferenza stampa della presidente Metsola e del primo ministro belga, Alexander De Croo
Parlamento europeo: conferenza stampa dei presidenti dei gruppi politici
Parlamento europeo: conferenza stampa di Iban Garcia Del Blanco sulle condizioni degli autori nel mercato della musica in streaming
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sullo status di rifugiato a seguito di delitto d'onore, matrimonio forzato e violenza domestica; sentenza sulla privacy di un testimone in una commissione d'inchiesta parlamentare in Austria
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza
Eurostat: analisi sul consumo di energia nel 2023; dati sulle nuove imprese e le bancarotte a novembre; pernottamenti turistici a ottobre
Nato: discorso del segretario generale Stoltenberg al World Economic Forum di Davos