Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
L'impunità che consente a Orban di distruggere l'Ue
Nei primi sette giorni dalla presidenza ungherese del Consiglio, Viktor Orban è riuscito nell'impresa di violare le regole interne di leale cooperazione tra stati membri, di danneggiare gli interessi e le politiche dell'Unione europea nel mondo e di tradire un piccolo paese che fa parte della famiglia. Orban ha abusato della presidenza di turno dell'Ungheria senza avere alcun mandato dell'Ue. Ha incontrato Vladimir Putin e Xi Jinping sostenendo pubblicamente le posizioni di Russia e Cina. Ha partecipato a un vertice dell'Organizzazione degli Stati turchi che ha informalmente riconosciuto Cipro nord, occupata dalla Turchia, contro il principio dell'unità di Cipro. Ciliegina sulla torta, al settimo giorno Orban ha costituito al Parlamento europeo un gruppo politico che – secondo le parole del primo ministro ceco, Petr Fiala – è al servizio di una potenza nemica dell'Ue. Mancano 174 giorni alla fine della presidenza di turno dell'Ungheria. Fino al 31 dicembre Orban sarà nella posizione di fare altri danni all'Ue. La sua presenza a Washington per il summit della Nato questa settimana potrebbe essere la prima occasione. Mar-a-Lago, il campo base di Donald Trump, è distante appena 900 miglia. Ma se Orban è libero di danneggiare l'Ue, è soprattutto perché l'Ue ha scelto di non affrontare mai seriamente il problema Orban. L'impunità è il più potente incentivo a delinquere di nuovo.
L'elenco delle malefatte di Orban è lungo. Una prima serie di malefatte ha toccato il suo paese, con la deriva verso la democrazia illiberale e la distruzione dello stato di diritto per costruire un regime cleptocratico attorno alla sua figura. Nell'Ue vige una regola informale: non criticare un governo per ciò che fa all'interno dei suoi confini, a meno che non abbia ripercussioni per il bilancio comunitario o il mercato unico. Membro del Partito popolare europeo fino al 2021, Orban è stato protetto dalla sua famiglia politica europea. Solo dopo la sua esclusione dal Ppe – il suo partito Fidesz se n'è andato, appena prima di essere espulso – la Commissione di Ursula von der Leyen ha iniziato a muoversi per applicare al “condizionalità” sullo stato di diritto, ma con grande prudenza. Alcuni fondi dell'Ue sono stati congelati, ma anche scongelati per convincere Orban a togliere veti e a cooperare. La tattica del bastone e della carota ha incoraggiato il premier ungherese a perseguire altri ricatti per ottenere concessioni finanziarie dall'Ue. Il sostegno all'Ucraina, che viene deciso all'unanimità, gli offre questa opportunità.
Una seconda serie di malefatte ha implicazioni gravi per i principi e gli interessi fondamentali dell'Ue. L'episodio che ha creato più tensioni interne al Consiglio europeo è stato l'adozione nel 2021 di una legge anti-Lgbt che va contro tutti i diritti fondamentali inclusi nel trattato dell'Ue. E' in quell'occasione che l'ex premier olandese, Mark Rutte, ha promesso di “mettere in ginocchio” l'Ungheria. Ma, a parte una procedura di infrazione e il congelamento di (pochi) fondi di coesione, non c'è stata alcuna conseguenza. La guerra della Russia contro l'Ucraina rappresenta una minaccia esistenziale per una parte degli Stati membri e per la sicurezza collettiva dell'Europa. Orban usa l'Ucraina come moneta di scambio per ottenere concessioni o per aiutare direttamente Putin. I suoi veti attualmente paralizzano 6,6 miliardi di euro destinati alle forniture militari. Anziché affrontare una volta il problema Orban, gli altri stati membri hanno cercato modi per aggirarlo. Il risultato è che una parte dei 6,6 miliardi è bloccata dal marzo 2023.
Le malefatte della prima settimana di presidenza Orban sono ancora più gravi. I paesi che esercitano la presidenza di turno dell'Ue hanno il dovere di essere mediatori onesti, che mettono da parte i loro interessi nazionali per esprimere le posizioni comuni. Il premier ungherese ha fatto l'opposto. Oltre a non avere alcun mandato per incontrare Putin, ha sostenuto la posizione contraria a quella dell'Ue e degli altri stati membri: sostegno a un cessate il fuoco che favorirebbe la Russia e confermerebbe le sue conquiste territoriale in Ucraina. La reazione dell'Ue è stata una serie di post su X. Orban ha dimostrato “disprezzo per i doveri della presidenza del Consiglio dell'Ue”, ha detto il premier finlandese, Petteri Orpo. “Irresponsabile e sleale”, ha accusato il premier svedese, Ulf Kristersson. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha pubblicato un post per sconfessare Orban ricordando che non ha il mandato dell'Ue: La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, ha minacciato di boicottare la visita a Budapest per l'inizio della presidenza. Ma, al di là di gesti simbolici, nessuna sanzione è in vista.
Gli ambasciatori dell'Ue discuteranno oggi al Coreper della presidenza Orban. “La tensione è alta dopo 7 giorni di presidenza”, ci ha detto un diplomatico: “C'è crescente preoccupazione nelle capitali per il ruolo che Orban si è attribuito da solo nella cosiddetta missione di pace. Deve essere chiaro che rappresenta solo il suo paese e invece lascia intenzionalmente molta ambiguità”. Ci saranno conseguenze reali? C'è da dubitarne. Fonti dell'Ue ci hanno smentito l'intenzione di Charles Michel di sollevare il tema al summit della Nato a Washington. Il presidente del Consiglio europeo non si muoverà di sua iniziativa. Aspetta indicazioni da altri leader. A una riunione informale dei ministri della competitività organizzata dalla presidenza ungherese a Budapest ieri erano presenti solo cinque ministri di altri Stati membri. Ma una fonte ci ha smentito l'ipotesi che sia un boicottaggio organizzato. E' “casuale”, ci ha detto la fonte. In ogni caso, sarebbe una “opzione codarda”, ha spiegato l'ex europarlamentare Sophie in't Veld: i governi “evitano gli strumenti formali a loro disposizione, come la sospensione dei diritti di voto dell'HU ai sensi dell'articolo 7
L'Ue non manca di strumenti per sanzionare le malefatte e la slealtà di Orban. Secondo i giuristi che abbiamo consultato, ci sono almeno tre opzioni possibili. La più efficace è portare avanti la procedura dell'articolo 7 del trattato per violazione dello stato di diritto per privare l'Ungheria del diritto di voto e dei fondi dell'Ue. E' una strada lunga e tortuosa, che implica l'unanimità degli altri 26 stati membri, e il premier slovacco, Robert Fico, potrebbe proteggere il suo amico Orban. Ma almeno avrebbe il merito di fare chiarezza sulle posizioni di ciascun leader. La seconda opzione è adottare una decisione al Consiglio europeo per interrompere la presidenza ungherese e affidarla al Belgio. Le presidenze funzionano in “trio”. L'Ungheria segue il Belgio e la Spagna. E' sufficiente la maggioranza qualificata degli Stati membri in Consiglio. Un'opzione alternativa è stata avanzata da Daniel Hegedus del German Marshall Fund: anticipare la presidenza della Polonia, che inizierà il primo gennaio 2025. La terza opzione, ma inefficace, è una procedura di infrazione da parte della Commissione, per violazione del principio di leale cooperazione.
Charles Michel è paralizzato e non vuole assumersi responsabilità di muoversi contro Orban. Ursula von der Leyen può fare gesti simbolici e usare parole forti – lo farà sicuramente davanti al Parlamento europeo – ma finora si è dimostrata disponibile ad accomodare il premier ungherese. Gli altri capi di stato e di governo, a parte in alcuni momenti di rabbia (nel 2021 sulla legge anti Lgbt, nel 2023-24 sui veti sull'Ucraina) quando hanno espresso parole di condanna più forte, hanno fatto la scelta dell'impunità. Orban “dimostra nuovamente che violare le regole dell'Ue e lavorare contro le posizioni comuni dell'Ue rimane sempre senza conseguenze”, ha spiegato Daniel Hegedus. Quel che è peggio è che sta riuscendo nell'impresa di distruggere l'Ue dall'interno, quando deve fronteggiare al contempo la guerra della Russia, la minaccia economica della Cina e la prospettiva del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. “Orban sta ridicolizzando l'Ue a livello strategico”, avverte Daniel Hegedus.
La frase
“Ho deciso di convocare l'ambasciatore russo. Gli assassini che attaccano i bambini negli ospedali sono la feccia dell'umanità. Gli è stato ordinato di trasmettere il messaggio a Mosca”.
Jan Lipavsky, ministro degli Esteri della Repubblica ceca.
Geopolitica
In una lettera a Michel Orban replica la propaganda di Putin sul cessate il fuoco - In una lettera al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, per fare il suo resoconto del colloquio avuto con Vladimir Putin a Mosca la scorsa settimana, il premier ungherese Viktor Orban ribadisce la sua richiesta di un'iniziativa dell'Ue per un cessate il fuoco in Ucraina. La motivazione? “Gli effetti economici negativi della guerra gravano pesantemente sulla vita quotidiana dei nostri cittadini e sulla competitività dell’Ue”. Nella lettera – pubblicata dal quotidiano ucraino Jevropejska Pravda – Orban sottolinea le condizioni poste da Putin per un cessate il fuoco o per negoziati di pace, compreso il veto della Russia all'applicazione delle garanzie internazionali di sicurezza per l'Ucraina. Secondo Orban, "c'è adesso un'opportunità più grande per un cessate il fuoco e per un percorso verso colloqui di pace". Inoltre "il tempo non è dalla parte dell'Ucraina, ma dalla parte delle forze russe", mentre Putin sarebbe "pronto a considerare qualsiasi proposta di cessate il fuoco che non serva a ricollocare o riorganizzare le forze ucraine". "Con l'escalation delle ostilità e l'aumento delle vittime, il tempo stringe", ha scritto Orban. “Se non riusciamo a fermare questo processo, nei prossimi due mesi assisteremo a eventi e perdite ancora più drammatici in prima linea”.
Maggioranza
Von der Leyen davanti ai gruppi PPE e S&D - Ieri Ursula von der Leyen ha incontrato il gruppo del Partito popolare europeo e quello dei Socialisti&Democratici per consolidare il consenso al Parlamento europeo in vista del voto sul suo secondo mandato il 18 luglio. La presidente dei socialisti, Iratxe Garcia Perez, ha presentato le richieste del suo gruppo: un commissario per gli alloggi; green deal ed economia sociale: diritti dei lavoratori e parità di genere; nessun accordo con l'estrema destra. “Queste sono le nostre priorità. Devono essere le priorità della prossima Commissione. Il nostro sostegno non è un assegno in bianco”, ha detto Garcia Perez.
Parlamento
Le presidenze delle commissioni (prima del cordone sanitario) - Nella notte tra lunedì e martedì, i gruppi politici hanno concordato tra loro la ripartizione delle presidenze delle commissioni al Parlamento europeo. Il metodo applicato è il D'Hondt, sulla base della composizione dei gruppi al 4 luglio, prima della trasformazione di Identità e democrazia nei Patrioti per l'Europa. L'elenco è il seguente. Partito popolare europeo: Affari esteri, Agricoltura, Industria, Affari costituzionali, Pesca, Controllo di bilancio e Salute. Socialisti&Democratici: Affari economici, Ambiente, Commercio internazionale, Affari regionali e Donne. Conservatori e riformisti europei: Bilancio, Libertà pubbliche e Petizioni. Renew: Sviluppo, Affari giuridici e sottocommissione Difesa. Patrioti per l'Europa: Cultura e Trasporti. Verdi: Mercato interno e sottocommissione Diritti umani. La Sinistra: Occupazione e Fisco. Attenzione: la ripartizione per il momento è il risultato di un semplice calcolo aritmetico. Non è stato ancora applicato il cordone sanitario che impedirà al gruppo dei Patrioti per l'Europa di eleggere i suoi candidati alle presidenze di commissione. Inoltre, l'elezione di membri del gruppo ECR dipenderà dal candidato proposto. Per evitare incidenti, il PPE e l'ECR si sono accordati per uno scambio: la presidenza della commissione Libertà pubbliche andrà ai popolari, mentre quella della commissione Agricoltura andrà ai sovranisti.
Weber conferma il cordone sanitario contro i “Patrioti” di Orban - Il presidente del gruppo del PPE, Manfred Weber, ieri ha confermato che il cordone sanitario sarà applicato al gruppo “Patrioti per l'Europa”, escludendo così l'estrema destra dalla ripartizione degli incarichi interni al Parlamento europeo. “E' chiarissimo che chiunque venga eletto dai popoli europei deve avere l'occasione di lavorare qui nel Parlamento Europeo come membro eletto e noi dobbiamo garantire queste condizioni di lavoro”, ha detto Weber prima di una riunione del gruppo Ppe. “Un'altra questione è chi rappresenta le istituzioni: coloro che vanno contro il progetto e le istituzioni europee, come Viktor Orban, che ha detto pubblicamente di voler smantellare il Parlamento Europeo, non possono rappresentare il Parlamento Europeo come istituzione. E' per questo che noi rispettiamo gli individui, il fatto che abbiano la possibilità di interagire e di lavorare, ma quando si tratta di ottenere una carica, bisogna rispettare l'istituzione ed essere a favore della stessa”, ha spiegato Weber.
Un terzo gruppo di estrema destra potrebbe vedere la luce oggi - Si chiamerà “Europa delle nazioni sovrane” e potrebbe nascere oggi su iniziativa di Alternativa per la Germania, espulsa per volontà di Marine Le Pen da Identità e democrazia e esclusa dal suo erede, il gruppo dei “Patrioti per l'Europa”, promosso da Viktor Orban. Il Parlamento europeo si prepara ad accogliere il terzo gruppo di estrema destra, affianco ai Conservatori e riformisti europei (ECR) e ai “Patrioti per l'Europa”. Il presidente del partito di estrema destra ceca SPD, Tomio Okamura, ha assicurato che l'annuncio della sua composizione sarà fatto oggi. Il gruppo, che secondo le indiscrezioni che abbiamo raccolto, potrebbe arrivare a una trentina di eletti, avrà un programma anti Green deal, anti islam e anti immigrazione. Oltre a AfD e al partito ceco SPD, dovrebbero farne parte i polacchi di Konfederacja, gli spagnoli di Se Acabò la Fiesta, i bulgari di Rinascita, Sos Romania, gli ungheresi di Mi Hazank e i greci di Niki.
Renew arruola un altro deputato irlandese e accorcia le distanze con l'ECR - Il gruppo dei liberali di Renew ieri ha annunciato l'adesione individuale del deputato irlandese Ciaran Mullooly, che porta così il numero dei membri a 77. Renew rimane il quinto gruppo al Parlamento europeo, ma a un solo eletto di distanza dall'ECR. Mullooly ha aderito al Partito democratico europeo, una delle tre componenti della piattaforma Renew, guidato da Sandro Gozi.
Vacca sacra
77 milioni dalla riserva agricola per Austria, Repubblica ceca, Polonia e Portogallo - La Commissione ieri ha proposto di stanziare 77 milioni di euro dalla riserva agricola per sostenere gli agricoltori dei settori ortofrutticolo e vitivinicolo di Austria, Repubblica ceca e Polonia, che hanno recentemente subito eventi climatici avversi (gelate in primavera), e quelli vitivinicoli del Portogallo che devono far fronte a gravi turbative del mercato (un calo delle vendite di vino rosso associato a un aumento della produzione nel 2023). La Commissione ha attribuito 10 milioni all'Austria, 15 milioni alla Repubblica ceca, 37 milioni alla Polonia e 15 milioni al Portogallo. Ciascun paese può integrare il sostegno d'emergenza dell'Ue fino al 200 per cento con fondi nazionali. Nel caso del Portogallo, gli aiuti dell'Ue serviranno a finanziare la distillazione temporanea di crisi per eliminare alcuni dei volumi attualmente in eccesso e riequilibrare il mercato. Per evitare distorsioni della concorrenza, l'alcol ottenuto per distillazione può essere utilizzato solo a fini industriali, come la disinfezione, i farmaci e l'energia.
Accade oggi
Nato: summit a Washington
Presidenza ungherese dell'Ue: riunione informale dei ministri dell'Ambiente a Budapest
Parlamento europeo: riunione della Conferenza dei presidenti
Commissione: il commissario Gentiloni a Dublino incontra il premier Simon Harris
Commissione: il vicepresidente Sefcovic a Velenje in Slovenia interviene al quinto dialogo politico annuale dell'iniziativa delle regioni carbonifere in transizione
Corte di giustizia dell'Ue: sentenza sul ricorso delle Società balneari contro il Comune di Rosignano Marittimo per l’acquisizione, a titolo gratuito delle opere costruite sulla spiaggia una volta scaduta la concessione; sentenza sull'abbattimento del lupo; sentenza sull'indipendenza dei giudici in Croazia
Comitato economico e sociale: sessione plenaria (dibattiti con il commissario Schmit)
Eurostat: dati sulla popolazione nel 2023
Tutto sommato, l'UE sta pagando il fatto di aver indossato i paraocchi per l'operato di Orban. Il fatto che un presidente del genere possa essere accettato all'interno dell'UE ora presenta il conto. Forse era il caso di agire prima?