Buongiorno! Sono Christian Spillmann e, insieme a David Carretta, vi presentiamo Il Mattinale Europeo.
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L'isolamento non così splendido di Kallas
Dato che non brilla, l'Alto rappresentante dell'Ue taglia le teste. L'estone Kaja Kallas vuole fare tabula rasa del passato e cancellare il suo predecessore, lo spagnolo Josep Borrell. Licenziamenti o esodo, i quadri del Servizio Europeo di Azione Esterna (SEAE) sono spinti verso l'uscita e le loro partenze priveranno l'istituzione che gestisce la politica estera dell'Ue di diplomatici esperti con competenze riconosciute, a favore di un rafforzamento del potere della Commissione. Ursula von der Leyen non avrebbe potuto sognare un'alleata migliore per affermare finalmente il suo controllo sulle relazioni esterne dell'Ue.
Il diplomatico italiano Stefano Sannino, ex ambasciatore italiano a Bruxelles, è stato "ringraziato" da Kaja Kallas e sostituito nella sua funzione di segretario generale del SEAE da una funzionaria spagnola, Belen Martinez Carbonell, ex direttrice delle risorse umane, poi direttrice generale per gli Affari globali. Sannino non è rimasto senza tetto. Ha semplicemente attraversato la strada per raggiungere il Berlaymont, sede della Commissione, dove è stato nominato a capo della nuova direzione generale per il Medio Oriente, l'Africa del Nord e il Golfo, una creazione di Ursula von der Leyen per togliere questa regione del globo al SEAE.
Un'altra figura del team Borrell, il diplomatico spagnolo Enrique Mora Benavente, numero due del SEAE, è stato sostituito nelle sue funzioni di vice segretario generale per gli affari politici (il direttore politico) da un diplomatico svedese, Olof Skoog, ex rappresentante speciale dell'Ue per i diritti umani. Mora è tornato in Spagna dove è stato promosso ministro plenipotenziario in attesa di un'ambasciata.
Quale sorte sarà riservata agli ultimi due membri del vertice del SEAE di Borrell, il diplomatico francese Charles Fries, vice segretario generale per la sicurezza e la difesa, e l'alto funzionario irlandese Simon Mordue, ex membro del gabinetto di Charles Michel nominato vice segretario generale incaricato degli affari economici e globali? Lasceranno anche loro la nave guidata da Kallas? Secondo le nostre informazioni, ottenute da diverse fonti, anche questi due funzionari sono in partenza.
Nel frattempo, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, rafforza il suo segretariato generale diretto dalla lettone Ilze Juhansone, raggruppando sotto la sua direzione le leve della sua azione esterna: programmi finanziari, commercio, politica dei visti, energia. L'iniziativa è ritenuta "logica per organizzare la coerenza di questi strumenti che vanno un po' in tutte le direzioni", ci ha detto una fonte. Ma è soprattutto la conferma che la presidente non cederà questi strumenti a Kaja Kallas. Ursula von der Leyen intende pilotare dal suo ufficio la politica economica estera dell'Ue, richiesta da Mario Draghi nel suo rapporto sulla competitività.
Kallas è una stella la cui luce ha iniziato a sbiadire. La sua aura, quando era primo ministro dell'Estonia, si è rapidamente affievolita dopo la sua nomina al posto di Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, uno dei quattro "top job" dell'Ue. È sempre più apertamente criticata per le sue scelte sbagliate, la sua cattiva gestione, la sua ossessione per la Russia e la sua mancanza di conoscenza del mondo reale, ci hanno confidato molti dei nostri interlocutori.
A sua difesa va detto che la funzione non è per nulla semplice. L'Alto Rappresentante è il volto dell'Ue per la politica estera, ma non ha gli strumenti del potere. Kaja Kallas sapeva cosa l'aspettava. Come primo ministro, quando era un membro del Consiglio europeo, ha visto la rivalità e l'antagonismo tra Josep Borrell e Ursula von der Leyen. Ma "si rifiuta di ascoltare i consigli e fa l'opposto", si lamenta un alto funzionario europeo.
Passare dal tavolo del Consiglio europeo all'arena delle riunioni dei ministri degli Affari esteri è stato uno shock. Kallas ha pubblicamente riconosciuto la difficoltà della sua missione. L'Unione europea non ha una politica estera comune, si decide all'unanimità e le sue proposte raramente sono state ben accolte finora. La sua iniziativa di mobilitare 40 miliardi di euro per fornire armamenti e capacità militari all'Ucraina è stata un fallimento. L'importo corrisponde agli aiuti militari cumulati degli europei, degli americani e degli altri sostenitori dell'Ucraina nel 2024. Kaja Kallas voleva fare in modo che Kyiv potesse far fronte a una mancanza di finanziamenti o armi in caso di arresto del sostegno americano. Ha preso alla lettera gli impegni dei leader europei di aiutare l'Ucraina "whatever it takes". Ma la chiave di ripartizione tra gli Stati membri è stata respinta. I 40 miliardi sono stati ridotti a 5 miliardi per l'acquisto di munizioni. Kaja Kallas è rimasta l'ultima responsabile europea a parlare della necessità di aiutare l'Ucraina "fino alla vittoria". Gli leader europei, invece, sono entrati in una nuova dimensione: i negoziati per un accordo di pace.
L'Alto Rappresentante ha difficoltà a maneggiare il linguaggio diplomatico e dimentica che non è più capo di governo. Scioccata dall'aggressione alla Casa Bianca del presidente americano, Donald Trump, contro quello ucraino, Volodymyr Zelensky, ha messo in discussione la leadership americana in Occidente con un attacco pungente. "Oggi è diventato chiaro che il mondo libero ha bisogno di un nuovo leader", ha scritto Kallas su X. Il linguaggio della verità è stato giudicato inopportuno ed è considerato un errore diplomatico. Il primo ministro slovacco, Robert Fico, filorusso, le ha inviato una lettera dura per richiamarla all'ordine dopo essere stato esortato a rinunciare a recarsi a Mosca per il 9 maggio. "Signora Kallas, vorrei informarla che sono il primo ministro legittimo della Slovacchia, un paese sovrano. Nessuno mi può ordinare dove andare o non andare".
Le prese di posizione di Kaja Kallas la onorano, ma i governi europei non le perdonano il fatto di seminare discordia e di complicare le difficili decisioni su cui è richiesta l'unanimità a causa dell'animosità che suscita. È stata smentita martedì dal presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, quando quest'ultimo ha incontrato a Belgrado il presidente serbo Aleksandar Vucic, filorusso, appena tornato da Mosca, dove aveva assistito alla parata del 9 maggio organizzata da Vladimir Putin. Kaja Kallas aveva inviato un avvertimento a Vucic. "Abbiamo detto molto chiaramente che non volevamo che un paese candidato partecipasse a questi eventi il 9 maggio a Mosca".
"Molte persone mi hanno chiesto di non venire" a Belgrado, ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo. Antonio Costa ha spiegato di aver fatto il viaggio per "chiarire" la visita di Vucic a Mosca. "Dobbiamo avere un allineamento completo nella nostra politica estera e di sicurezza comune", ha insistito. "La Serbia è pienamente impegnata nel processo di adesione all'Unione europea". Il tono è molto più diplomatico di quello usato da Kaja Kallas. Antonio Costa e i leader dell'Ue incontreranno i loro omologhi dei paesi dei Balcani occidentali durante il vertice della Comunità politica europea del 16 maggio a Tirana, in Albania, e nessuno vuole tensioni.
L'Alto Rappresentante è in guerra contro la Russia, è in relazioni pessime con gli Stati Uniti, ed è ignorata dalla Cina. La sua intransigenza e il suo parlare franco la marginalizzano all'interno dell'Ue. I suoi rapporti conflittuali con gli Stati e la sua gestione giudicata "dissuasiva" del SEAE le valgono numerose critiche. Kaja Kallas è sulla strada di uno splendido isolamento. "Se l'è ben meritato", ci ha confidato un ex responsabile europeo.
La frase
“L’emissione di debito comune dell’Ue per finanziare la spesa comune è una componente chiave della tabella di marcia politica”.
Mario Draghi in un discorso dal titolo “Un appello all'azione”.
Pfizergate
Il Tribunale dell'Ue condanna Ursula von der Leyen – Il Tribunale dell'Ue ieri ha annullato la decisione della Commissione di rifiutare la richiesta di accesso ai documenti presentata dalla giornalista Matina Stevis e dal New York Times relativa ai messaggi di testo scambiati tra Ursula von der Leyen e l'amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, durante i negoziati sui vaccini contro il Covid-19. La condanna non colpisce i vaccini o i contratti di acquisto, ma l'opacità con cui von der Leyen e i suoi consiglieri operano. Secondo il Tribunale, la Commissione non ha spiegato in dettaglio quale tipo di ricerche avrebbe effettuato per trovare gli sms e non ha fornito spiegazioni plausibili per giustificare il non possesso dei documenti richiesti. Inoltre, la Commissione non chiarito se i messaggi di testo sono stati eliminati e, se del caso, in modo volontario o automatico. Infine, il Tribunale ha stabilito che la Commissione non ha spiegato in modo plausibile perché i messaggi scambiati nell'ambito dell'acquisto dei vaccini contro il Covid non contenessero informazioni sostanziali tali da dover garantire la conservazione.
Il New York Times rivendica un successo per la libertà di informazione e la trasparenza - La decisione del Tribunale dell'Ue "è una vittoria per la trasparenza e la responsabilità nell'Ue e invia un messaggio potente sul fatto che le comunicazioni effimere non sono al di fuori dello scrutinio pubblico", ha detto un portavoce del New York Times, commentando la sentenza di ieri. "La Corte ha riconosciuto la cattiva gestione della Commissione europea di questa richiesta e ha detto chiaramente che i funzionari hanno un obbligo di trattare i messaggi di testo come qualsiasi altro documento". Il New York Times ha spiegato di aver presentato ricorso perché "i cittadini europei meritano di conoscere come i loro leader operano e come il denaro dei contribuenti è speso". La giornalista del New York Times, Matina Stevis, si è detta "molto soddisfatta" della decisione del Tribunale dell'Ue, "una pietra miliare per la libertà di informazione e la trasparenza nell'Ue".
La Commissione non svelerà gli sms di von der Leyen, preferendo l'ostruzionismo giuridico - Nonostante la sentenza del Tribunale dell'Ue, la Commissione rimane sulla sua posizione non intende rivelare il contenuto dei messaggi di testo scambiati tra von der Leyen e Bourla e, anche se non dovesse presentare un ricorso in appello, con ogni probabilità userà delle regole procedurali per insabbiare la questione. Di fronte all'annullamento della decisione di rifiutare l'accesso agli sms, "la Commissione adotterà una nuova decisione per fornire una spiegazione dettagliata", ha detto la stessa Commissione in un comunicato. La portavoce di Ursula von der Leyen, Paula Pinho, ha sostenuto che “ciò che la sentenza afferma è che la Commissione avrebbe dovuto fornire una spiegazione più precisa nella sua decisione, affermando di non possedere documenti relativi alla tipologia richiesta". La linea della Commissione rimane che gli sms non sono considerati "documenti" sul piano giuridico, perché il loro contenuto non è sostanziale e rilevante.
Von der Leyen fa spallucce di fronte alle ripercussioni politiche del Pfizergate – Complottisti, no-vax, politici di estrema destra e di estrema sinistra anti-europei ieri hanno usato la sentenza del Tribunale dell'Ue per tornare alla carica contro l'Ue e i vaccini. A cominciare dal governo del premier ungherese, Viktor Orban. "Ursula von der Leyen ci fa la predica sulla trasparenza, nascondendo i suoi loschi affari con Pfizer", ha detto il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó. "Invitiamo la Commissione a rispettare la sentenza della Corte di Giustizia Europea e a pubblicare i messaggi sull'acquisto dei vaccini. Perché i vaccini sono stati ritardati? Perché l'Europa ha pagato troppo? Basta con le scuse. Vogliamo risposte", ha scritto Szijjártó sulla piattaforma X. Non è il primo scandalo che colpisce Ursula von der Leyen per il modo in cui gestisce la Commissione. Un anno fa Il Mattinale Europeo aveva svelato il PieperGate dopo la nomina da parte di von der Leyen del suo compagno di partito, l'europarlamentare della CDU Markus Pieper, a Inviato dell'Ue per le PMI malgrado non fosse stato considerato il candidato più qualificato. Pieper aveva rinunciato all'incarico dopo una richiesta del Parlamento europeo. Le macchie lasciate sull'istituzione che dirige non sembrano interessare von der Leyen.
Sedie musicali
L'allontanamento del capo dei servizi giuridici e il ritorno di Hahn – Sicuramente è una coincidenza. Ma Daniel Calleja y Crespo, il capo del Servizio giuridico della Commissione europea, il dipartimento che ha difeso Ursula von der Leyen davanti al Tribunale dell'Ue sul Pfizergate, ieri è stato nominato a capo della rappresentanza della commissione a Madrid. La decisione di trasferire l'alto funzionario è stata presa dal collegio dei commissari "nell'interesse del servizio". La formula viene usata quando è urgente spostare un funzionario per ragioni imperiose, o perché un incarico importante deve essere riempito, oppure perché ha commesso un grave errore. La Commissione ha anche annunciato la nomina dell'ex commissario austriaco, Johannes Hahn, come inviato speciale per la riunificazione di Cipro. Il suo contratto avrà una durata iniziale di un anno. Hahn è un membro del PPE, lo stesso partito di von der Leyen. Un altro membro del PPE, l'ex segretario generale del Parlamento europeo, il tedesco Klaus Welle, ha ottenuto un incarico nella Commissione von der Leyen. Il commissario alla Difesa, Andrius Kubilius, lo ha nominato come suo consigliere speciale. Infine, la Commissione ha nominato il portoghese Hugo Monteiro Brilhante Sobral vice direttore generale della Direzione generale per la Politica regionale e urbana.
Geopolitica
Putin boicotta Istanbul, la Francia minaccia di asfissiare l'economia russa – Vladimir Putin non sembra intenzionato a fare sorprese. Il Cremlino ha annunciato la delegazione che andrà in Turchia per i negoziati diretti con l'Ucraina e il leader russo non c'è. Nemmeno il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov. Il formato è simile a quello dei negoziati di Istanbul della primavera 2022, quando la Russia pretendeva la capitolazione di Kyiv: il consigliere presidenziale, Vladimir Medinsky, i vice ministri degli Esteri e della Difesa, Mikhaïl Galouzine e Alexandre Fomine, e il vice ammiraglio Igor Kostyukov. Impossibile che a questo livello Zelensky e la sua squadra possano ottenere il cessate il fuoco. Gli alleati europei della coalizione dei volenterosi si attengono alla sceneggiatura concordata con Donald Trump sabato prima della loro visita a Kyiv: ultimatum a Putin per accettare un cessate il fuoco oppure sanzioni massicce. Il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, ieri ha espresso la volontà di “prendere alla gola” la Russia, perché le attuali sanzioni “non hanno ancora dissuaso Vladimir Putin”. Sono necessarie nuove misure che “potrebbero asfissiare una volta per tutte l'economia russa”, ha detto Barrot. Il grande interrogativo è se Trump rispetterà la parola data. Molti diplomatici europei ne dubitano.
Accordo sul diciassettesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia – In attesa delle sanzioni per il rifiuto di Putin, gli ambasciatori dei ventisette Stati membri ieri hanno trovato un accordo sul diciassettesimo pacchetto contro la Russia, incentrato in particolare sulla flotta delle petroliere fantasma. Quasi 200 navi saranno inserite nelle liste nere dell'Ue. Il pacchetto include anche misure restrittive contro una trentina di imprese coinvolte nell'elusione delle sanzioni, in particolare nel settore dei beni a uso duale (civile e militari) e 75 individui e imprese legati al complesso dell'industria militare. L'accordo prevede anche un rafforzamento delle cosiddette sanzioni ibride per colpire i responsabili di sabotaggi (distruzione di cavi sottomarini o attacchi contro aeroporti), i complici dell'elusione finanziaria e i canali della propaganda. Più una ventina di entità e individui coinvolti nella disinformazione entreranno nelle liste nere dell'Ue. Sotto il regime previsto per le violazioni dei diritti umani, saranno sanzionati una ventina di giudici e pubblici ministeri coinvolti nei casi Alexei Navalny e Vladimir Kara Murza. Attraverso il regime sulle armi chimiche, l'Ue vieterà l'esportazione di sostanze chimiche utilizzate nella produzione di missili.
Post Brexit
Domenica decisiva per l'accordo di reset con il Regno Unito – Gli ambasciatori dei ventisette Stati membri ieri hanno discusso del summit Ue-Regno Unito che si terrà lunedì 19 maggio. I negoziati tra la Commissione e il governo di Keir Starmer sono entrati nella fase finale. Ma ci sono ancora diverse questioni aperte prima di poter siglare l'intesa. La partnership su sicurezza e difesa, i controlli fitosanitari, la mobilità giovanile e soprattutto la pesca. Quest'ultimo appare come lo scoglio principale per il via libera della Francia. Un accordo sulla pesca ci sarà “all'ultimo minuto”, ci ha detto un diplomatico. Gli ambasciatori si rivedranno domenica, in una riunione straordinaria del Coreper alla vigilia del summit, per decidere se autorizzare Ursula von der Leyen l'intesa con Starmer.
Germania
Merz promette l'esercito più forte d'Europa - Friedrich Merz ieri ha pronunciato il suo discorso di politica generale davanti al Bundestag, cercando di proiettare un'immagine di forza dopo il fallimento la scorsa settimana del primo voto di investitura come nuovo cancelliere. A partire dalla forza militare con la promessa di fare del Bundeswehr "l'esercito convenzionale più forte d'Europa" grazie a investimenti e un nuovo servizio militare volontario per rispondere alla minaccia posta dalla Russia. "Questa terribile guerra e il suo esito non determineranno solo il destino dell'Ucraina. Il suo esito determinerà se il diritto e la giustizia continueranno ad applicarsi in Europa e nel mondo, o se prevarranno la tirannia, la violenza militare e la nuda legge del più forte", ha detto Merz. "Ciò che è in gioco in Ucraina non è altro che l'ordine di pace di tutto il nostro continente".
Merz vuole rimettere in moto il motore della locomotiva Germania - Di fronte a quella che ha definito una recessione "senza precedenti", il cancelliere Merz ha illustrato al Bundestag il pacchetto di misure destinate a rilanciare la principale potenza economica dell'Ue. "Faremo tutto il possibile per riportare l'economia tedesca su un percorso di crescita, investendo e riformando. Le due cose vanno mano nella mano", ha detto Merz. "Possiamo tornare a essere una locomotiva della crescita, una locomotiva che il mondo guarda con ammirazione". Le misure includono sgravi fiscali immediati per gli investimenti, una riduzione graduale delle aliquote delle imposte sulle società e 150 miliardi di euro per modernizzare le infrastrutture.
La Germania declassa il clima - La riduzione delle emissioni e gli obiettivi climatici non saranno più una priorità per la Germania, né interna né a livello europeo. Il cancelliere Merz ha annunciato un approccio pragmatico a questi temi per allineare sistematicamente la politica energetica "all'accessibilità economica, all'efficienza dei costi e alla sicurezza dell'approvvigionamento". Il suo pragmatismo si vuole "libero da ideologie e aperto a tutte le tecnologie". Il sistema di scambio di emissioni ETS per incentivare il passaggio all'energia pulita tuttavia resterà in vigore, anche se i suoi proventi saranno destinati a consumatori e imprese con una riduzione delle tasse sull'elettricità.
Leggi più dure sull'immigrazione - Come promesso in campagna elettorale, il cancelliere Merz ha annunciato una nuova politica migratoria molto più dura, denunciando anni di immigrazione incontrollata e la scarsa integrazione nel mercato del lavoro. "Abbiamo permesso troppa immigrazione incontrollata e abbiamo permesso troppo poca immigrazione qualificata nel nostro mercato del lavoro, e soprattutto nei nostri sistemi di sicurezza sociale", ha detto Merz. Il cancelliere ha assicurato che la Germania rimarrà un paese di immigrazione, ma con maggiori controlli, respingimenti e rimpatri. I suoi piani includono controlli più rigidi alle frontiere e una nuova iniziativa per rimpatriare i migranti irregolari in paesi come Siria e Afghanistan.
Migranti
Il 27 per cento in meno di ingressi irregolari, ma il Mediterraneo centrale torna a essere la prima rotta - Frontex ieri ha annunciato che il numero di ingressi irregolari nei primi quattro mesi del 2025 è sceso del 27 per cento nell'Ue, con un calo particolarmente significativo (-58 per cento) nella rotta dei Balcani occidentali. Complessivamente quasi 47 mila migranti irregolari sono stati individuati alle frontiere dell'Ue. Per contro, la rotta del Mediterraneo centrale mostra dei dati in controtendenza. Su base annuale il calo è di appena il 3 per cento. Ad aprile il numero di sbarchi in Italia è aumentato di quasi il 40 per cento. La ragione? "Condizione meteorologiche migliorate", secondo Frontex. Va notato che quando il numero di ingressi irregolari nel Mediterraneo centrale cala, i responsabili politici ne attribuiscono il merito agli accordi conclusi con paesi come la Tunisia o la Libia. Quando il numero aumenta, la colpa è del mare calmo.
Vacca sacra
La Commissione promette 1,5 miliardi di risparmi per gli agricoltori grazie a meno burocrazia - La Commissione ieri ha presentato il suo pacchetto "Omnibus" sull'agricoltura, una serie di misure per ridurre gli oneri amministrativi e i controlli per gli agricoltori e per lasciare più libertà agli Stati membri nella concessione di aiuti. Secondo la Commissione, le modifiche dovrebbero far risparmiare fino a 1,58 miliardi di euro l'anno per gli agricoltori e altri 210 milioni per le amministrazioni nazionali. Il regime di pagamento forfettario annuale per i piccoli agricoltori sarà aumentato da 1.250 a 2.500 euro, con l'esenzione del rispetto di diverse condizionalità ambientali. I piccoli agricoltori Potranno ottenere un finanziamento forfettario fino a 50 mila euro per contribuire a migliorare la competitività delle loro aziende agricole. I requisiti e i controlli ambientali saranno ridotti per tutti. Ma il commissario all'Agricoltura, Christophe Hansen, ha negato che ci sia una marcia indietro sul Green deal. "Abbiamo la Politica agricola comune più verde di sempre, questa direzione non cambierà", ha detto Hansen.
Accade oggi
Summit Ue-Balcani occidentali a Tirana
Consiglio Commercio
Presidenza polacca dell'Ue: riunione informale dei ministri del Mare
Consiglio europeo: il presidente Costa a Skopje incontra il premier macedone, Hristijan Mickoski; a Tirana incontra il premier albanese, Edi Rama
Commissione: il commissario Kubilius a Roma incontra il ministro della Difesa, Guido Crosetto, e visita Leonardo
Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Kallas riceve la ministra degli Esteri della Groenlandia, Vivian Motzfeld
Banca centrale europea: discorso di Piero Cipollone al France Payments Forum di Parigi
Banca centrale europea: discorso del vicepresidente de Guindos all'Assemblea generale di ISDA ad Amsterdam
Comitato delle regioni: sessione plenaria
Nato: riunione informale dei ministri degli Esteri ad Antalya
Eurostat: stima flash del Pil e dell'occupazione nel primo trimestre; dati sulla produzione industriale a marzo; dati sulle emissioni nel quarto trimestre; prezzi nell'agricoltura nel 2024