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L'Ue cerca un'alleanza sul libero scambio per proteggersi da Trump
Mercosur, Messico, India e Malesia. Nel momento in cui Donald Trump rientra alla Casa Bianca, minacciando l'Europa di un'ondata di dazi, la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sta moltiplicando gli accordi di libero scambio per proteggere l'Unione europea dalle conseguenze di una guerra commerciale transatlantica. L'idea? “Federare le future vittime dell'America di Donald Trump”, ci ha detto un responsabile della Commissione. Creare nuove partnership e rafforzare le vecchie, diversificare i mercati e le catene di approvvigionamento, favorire la globalizzazione in un'era di protezionismo globale: la strategia di von der Leyen è stata definita “ottima” dall'ex commissaria al Commercio, la svedese Cecilia Malmström. “Avanti così!”, ha detto Malmström. Il compito più difficile per la presidente della Commissione sarà di convincere i politici nazionali e le opinioni pubbliche negli Stati membri dell'Ue dei benefici del libero commercio.
Nessuno sulle due sponde dell'Atlantico si illude di poter evitare una guerra commerciale. Un sondaggio della Camera di Commercio americana in Europa (AmCham EU) rileva che nove imprese americane su dieci prevedono un peggioramento delle relazioni commerciali e di investimento tra Ue e USA. I due terzi degli intervistati si aspettano che le politiche di Trump abbiano un impatto negativo sulle loro operazioni in Europa nei prossimi anni. In cima alle priorità delle imprese americane che operano in Europa ci sono la politica commerciale e i dazi.
Oggi Ursula von der Leyen parlerà sul palco del World Economic Forum di Davos. Con ogni probabilità farà riferimento alla sua volontà di promuovere gli interessi europei attraverso gli accordi commerciali. Un'anteprima è arrivata ieri, quando von der Leyen ha annunciato la ripresa dei negoziati per un accordo di libero scambio tra l'Ue e la Malesia. “Questa eccellente notizia arriva in un momento critico”, ha detto la presidente della Commissione: “Le tensioni geopolitiche stanno aumentando e il rischio di instabilità sta crescendo. Nel momento in cui alcuni si chiudono verso l'isolamento e la frammentazione, Europa e Malesia stanno scegliendo una strada diversa: tendere la mano, costruire partnership e creare nuove opportunità per i nostri cittadini”.
Argomenti geopolitici simili erano stati utilizzati da Ursula von der Leyen in occasione della conclusione dei negoziati sull'accordo di libero scambio con il Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay). Era il 6 dicembre scorso a Montevideo, poco più di un mese dopo l'elezione di Donald Trump come 47esimo presidente degli Stati Uniti. Con l'accordo di libero scambio Ue-Mercosur, “in un mondo sempre più conflittuale, dimostriamo che le democrazie possono contare l'una sull'altra”, ha detto von der Leyen. “Questo accordo non è solo un'opportunità economica, è una necessità politica. Siamo partner politicamente in sintonia. Crediamo entrambi che apertura e cooperazione siano i veri motori del progresso e della prosperità. So che forti venti soffiano nella direzione contraria, verso l'isolamento e la frammentazione. Ma questo accordo è la nostra risposta più chiara”, ha spiegato la presidente della Commissione.
Tre giorni prima dell'inaugurazione di Trump, venerdì 17 gennaio, la Commissione ha concluso i negoziati con il Messico per rinnovare l'accordo globale, che include una ulteriore facilitazione degli scambi tra le due parti. “Questo accordo storico dimostra che un commercio aperto e basato su regole può apportare prosperità e sicurezza economica”, ha detto von der Leyen. Il Messico, come l'Ue, probabilmente sarà un bersaglio privilegiato di Trump, che vuole usare i dazi come arma per ottenere concessioni sul controllo dei flussi migratori.
La ragnatela di accordi commerciali che la Commissione sta promuovendo dovrebbe consentire all'Ue e ai suoi partner nel resto del mondo di diversificare i propri mercati per limitare i danni dei dazi americani. Dopo il Mercosur, il prossimo grande obiettivo è l'India. Domenica 19 gennaio il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, ha accolto il ministro indiano del Commercio e dell'Industria, Shri Piyush Goyal, per cercare di accelerare i negoziati di libero scambio ripresi nel 2022. Altri negoziati sono in corso con Australia, Filippine e Indonesia.
Ursula von der Leyen ha affidato la competenza del Commercio allo slovacco Sefcovic, un fedele esecutore della sua strategia come lo era stato Valdis Dombrovskis durante il primo mandato. Canada, Corea del Sud e Giappone (con cui l'Ue ha già accordi commerciali) potrebbero avere interesse a serrare i ranghi con l'Ue, approfondendo ulteriormente le relazioni su commercio e investimenti. L'Ue, un mercato da 450 milioni di consumatori, può rappresentare un'alternativa in caso di chiusura degli Stati Uniti. Il suo livello di apertura rende l'Ue un'alternativa più appetibile della Cina, le cui pratiche di coercizione economica stanno allontanando alcuni paesi.
L'Ue ha un interesse nel diversificare non solo i mercati, ma anche le catene di approvvigionamento per le materie prime. Il Canada, ricco di gas e materie prime, è entrato nel mirino di Trump ancor prima del suo insediamento alla Casa Bianca. Dentro la Commissione si sta pensando di “riattualizzare” l'accordo CETA, entrato provvisoriamente in vigore dal 2017, ma non ancora ratificato da tutti i parlamenti degli stati membri a causa di numerose resistenze interne.
L'accordo di libero scambio con il Mercosur e il CETA con il Canada illustrano le difficoltà a cui von der Leyen potrebbe andare incontro con la sua strategia sul libero scambio. La presidente della Commissione è volata a Montevideo il 6 dicembre nonostante le obiezioni del presidente francese, Emmanuel Macron. La reazione della Francia all'intesa con il Mercosur è stata unanime e virulenta. Anche Polonia e Italia hanno sollevato obiezioni. “Dobbiamo ancora vendere il Mercosur in Europa e in Francia”, spiega il responsabile della Commissione. Von der Leyen spera di convincere l'Italia – decisiva per evitare una minoranza di blocco sul Mercosur – creando un fondo da un miliardo di euro per gli agricoltori europei messi in difficoltà dalle importazioni dal Sud America. Tuttavia la rivolta contro alcuni grandi accordi commerciali è più ideologica che transazionale. Dieci Stati membri su ventisette non hanno ancora ratificato il CETA con il Canada, tra cui Francia, Italia e Polonia.
La Commissione ha imparato la lezione del CETA e adottato un diverso approccio. Per evitare le ratifiche nei parlamenti nazionali, gli accordi di libero scambio vengono divisi in due. La parte su cui l'Ue ha competenza esclusiva – cioè il commercio – necessità dell'approvazione di una maggioranza qualificata degli Stati membri e della maggioranza del Parlamento europeo. Far approvare gli accordi commerciali dovrebbe dunque diventare più semplice.
Al di là dei tecnicismi giuridici, la crescita dei partiti di estrema destra in Europa non augura nulla di buono per la strategia del libero scambio promosso dalla Commissione. Inoltre, tanti piccoli accordi di libero scambio, anche sommati tra loro, non raggiungono il livello di scambi tra l'Ue e gli Stati Uniti. Ursula von der Leyen rischia di trovarsi di fronte altre urgenze: non solo le misure di Trump contro l'Ue, ma anche l'ondata di prodotti cinesi che saranno dirottati verso l'Ue se il presidente americano manterrà la promessa di imporre dazi al 60 per cento contro la Cina.
La frase
“L'alleanza tra Donald Trump e i boss delle piattaforme sociali come Elon Musk e Mark Zuckerberg rappresenta una minaccia globale al libero accesso a informazioni affidabili. Le Monde ha quindi deciso di non condividere più i suoi contenuti su X”.
Jérôme Fenoglio, direttore di Le Monde.
Trump e l'Ue
Buon viso a cattivo Trump - I leader dell'Ue e della Nato ieri si sono congratulati con Donald Trump per il suo ritorno alla Casa Bianca come 47esimo presidente degli Stati Uniti. Il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, e la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, hanno pubblicato su X lo stesso messaggio. I due hanno fatto i loro "migliori auguri" a Trump. "L'Ue non vede l'ora di lavorare a stretto contatto con lei per affrontare le sfide globali. Insieme, le nostre società possono raggiungere una maggiore prosperità e rafforzare la loro sicurezza comune. Questa è la forza duratura del partenariato transatlantico", hanno detto Costa e von der Leyen. L'Alto rappresentante, Kaja Kallas, ha detto di voler "proseguire la nostra collaborazione". Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, ha scelto un linguaggio trumpiano per il suo post su X. "Con il ritorno del presidente Trump in carica, metteremo il turbo alla spesa e alla produzione per la difesa", ha scritto Rutte. Buon viso a cattivo gioco. I leader dell'Ue hanno corso un rischio. Quello di pubblicare i loro messaggi prima del discorso di Trump che, fortunatamente, non ha preso di mira l'Ue.
Trump annuncia la “fine del declino dell'America” - Ritiro dall'Accordo di Parigi, ritorno ai combustibili fossili (“trivelleremo, tesoro, trivelleremo”), barriere doganali per far pagare i paesi stranieri “invece degli americani”, offensiva anti immigrazione con dispiegamento dell'esercito al confine con il Messico per “contrastare l'invasione del nostro paese”, dichiarazione di guerra ai cartelli dichiarati “organizzazioni terroristiche straniere”, e la riconquista del Canale di Panama. Poco dopo aver prestato giuramento, senza posare la mano sulla Bibbia, hanno osservato i suoi avversari politici, Donald Trump ha dettagliato i suoi primi decreti nel suo primo discorso da presidente e ha subito la sua prima battuta d'arresto, quando ha cercato invano di baciare la moglie, che era protetta dall'ampia tesa del suo cappello. Consolazione per gli europei: non ha citato l'Ue né la Groenlandia.
Sánchez, l’ultimo dei Moicani europei - La Commissione Europea e, in generale, tutti i leader del Partito Popolare Europeo evitano di scontrarsi con Donald Trump, da ieri di nuovo presidente degli Stati Uniti. La parola d’ordine europea è chiara: non provocare. Oppure, nel caso di Elon Musk, non alimentare il troll. Ma a Madrid resiste quello che sembra l’ultimo dei Moicani, indifferente a questa indicazione. Il presidente del governo spagnolo, Pedro Sánchez, ha dichiarato ieri, durante un evento sull’intelligenza artificiale, che i democratici di tutto il mondo devono ribellarsi “contro questa tecnocrazia della Silicon Valley” che sostiene Trump. “In questa settimana che inizia”, ha detto Sánchez che porterà un discorso simile a Davos, “stiamo assistendo a come la tecnocrazia della Silicon Valley stia cercando di usare il suo potere assoluto sui social network per controllare il dibattito pubblico e, di conseguenza, l’azione governativa, niente di meno, in tutto l’Occidente. E di fronte a questo credo che dobbiamo ribellarci e proporre alternative”. Sánchez, che sembra non temere di diventare un bersaglio di Trump, ha dichiarato che “la democrazia non è 'un euro, un voto'. Non è 'un tweet, un voto'. È 'una persona, un voto'. E, pertanto, l’Europa deve affrontare questa minaccia e difendere la democrazia”.
Le relazioni transatlantiche all'Ecofin - I ministri delle Finanze dell'Unione europea ieri sera hanno discusso delle relazioni transatlantiche durante una cena informale, che ha preceduto la riunione dell'Ecofin di oggi. L'obiettivo della presidenza polacca del Consiglio dell'Ue è arrivare a una posizione “la più unita possibile” tra i ventisette stati membri, anche nel settore economico. “Non sappiamo cosa farà Trump”, ma è prevedibile un “impatto economico”, ha ammesso un diplomatico europeo. Il ministro delle Finanze polacco, Andrzej Domański, vuole testare il terreno sulla possibilità di aumentare gli acquisti di gas, petrolio e armi dagli Stati Uniti per convincere Trump a non lanciare una guerra commerciale. "Tutti gli occhi oggi, ovviamente, sono puntati su Washington. Stiamo aspettando il discorso inaugurale del presidente Trump. Poi discuteremo con gli altri ministri delle relazioni transatlantiche”, ha detto ieri Domański. L'altro tema discusso durante la cena di ieri è quello dei prezzi dell'energia nell'Ue.
Geopolitica
L'avvertimento di Macron contro un'intesa Trump-Putin alle spalle dell'Ucraina e dell'Ue - Il presidente russo, Vladimir Putin, ieri si è congratulato con Donald Trump e si è detto disponibile al "dialogo con la nuova Amministrazione americana" per porre fine alla guerra in Ucraina. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha risposto con un avvertimento implicito a Trump. La guerra "non finirà né domani né dopodomani", ha detto Macron, nel messaggio di auguri di Capodanno alle forze armate. "Non può esserci pace e sicurezza in Europa senza gli europei e senza che siano negoziati dagli europei", ha detto Macron. "La sfida oggi è quella di dare all'Ucraina i mezzi per durare e di affrontare qualsiasi futura negoziazione da una posizione di forza. La sfida di domani, quando cesseranno le ostilità, sarà quella di dare all'Ucraina garanzie contro un eventuale ritorno della guerra sul suo territorio e rassicurazioni sulla nostra sicurezza".
L'Ue e Musk
La Commissione agirà contro le piattaforme? - Di fronte all'offensiva dei leader delle piattaforme digitali contro la regolamentazione europea e la loro ingerenza, la Commissione guidata da Ursula von der Leyen fatica a convincere i cittadini della sua volontà di utilizzare i poteri che le sono stati delegati dagli Stati membri. L'ex Alto rappresentante Josep Borrell si è detto “certo che le indagini preliminari avviate contro i giganti digitali Apple, Meta e X siano in sospeso, probabilmente per attendere i rapporti transazionali che il nuovo inquilino della Casa Bianca imporrà, condizionando l'uso del potere normativo dell'Ue”. La portavoce di Ursula von der Leyen ha risposto ieri che non è così. “Le indagini non sono state sospese. Ma è normale che un ex commissario non sia al corrente degli ultimi sviluppi”, ha commentato Paula Pinho. “Quando le indagini saranno completate, sarà il momento delle decisioni politiche”, ha assicurato la portavoce.
L'Ue rischia il vassallaggio digitale - Le procedure previste dal regolamento sui servizi digitali (DSA) sono complesse e “le piattaforme hanno il diritto di difendersi, il che spiega i malintesi”, ha sottolineato ieri la Commissione. “Questa fase è cruciale e capisco che siamo attualmente in questa fase, il che è normale“, ha detto un altro ex commissario, il francese Thierry Breton, ‘padre’ del regolamento. Ma la sensazione è che la Commissione stia giocando sul tempo. “L'UE non può permettersi di ignorare le minacce che suonano come un ricatto da parte di Trump, Musk e Zuckerberg. Una capitolazione non solo creerebbe un pericoloso precedente, ma segnerebbe anche la sottomissione dell'Ue come vassallo digitale degli Stati Uniti”, ha avvertito il politologo spagnolo José Ignacio Torreblanca in un'analisi pubblicata dall'European Council of Foreign Relations. “Le leggi esistono. Pochi giorni fa, con tutto il mio gruppo Renew Europe, ho chiesto ufficialmente alla Commissione di farle rispettare. Dobbiamo avere il coraggio di applicare le sanzioni appropriate, sulla base delle conclusioni delle indagini europee. Nessuno è al di sopra delle nostre leggi. Non dobbiamo avere paura di difendere le nostre democrazie”, ha dichiarato Valérie Hayer, presidente del gruppo liberale al Parlamento europeo, in un articolo pubblicato su Ouest France.
Perché licenziare Breton?, chiede Glucksmann - “Abbiamo una Commissione estremamente debole. La persona che era il baluardo contro Elon Musk e Donald Trump era Thierry Breton ed è stato licenziato come come se fosse sporco da Ursula von der Leyen, che ha chiesto la sua testa ed Emmanuel Macron ha accettato”, ha insistito l'europarlamentare socialista francese su France Inter. “Thierry Breton è stato l'architetto degli strumenti che abbiamo per difendere lo spazio digitale europeo e stava per mettere in atto ciò che aveva progettato con noi”, ha deplorato. ha deplorato. Perché Breton è stato rimosso dalla Commissione da Ursula von der Leyen? La domanda rimane senza risposta.
Digitale
Il Codice di condotta sull'odio online in versione aggiornata - La Commissione e il Comitato europeo per i servizi digitali ieri hanno accolto con favore la versione integrata del codice di condotta per contrastare l'illecito incitamento all'odio online, riveduto nel quadro del Digital Services Act. Il cosiddetto "codice di condotta+" è stato firmato da Dailymotion, Facebook, Instagram, Jeuxvideo.com, LinkedIn, Microsoft hosted consumer services, Snapchat, Rakuten Viber, TikTok, Twitch, X e YouTube. L'adesione da parte delle grandi piattaforme serve a dimostrare la conformità all'obbligo del DSA di attenuare il rischio di diffusione di contenuti illegali. I firmatari si impegnano a consentire a una rete di "segnalatori di monitoraggio" di verificare il trattamento degli avvisi sull'incitamento all'odio; a riesaminare entro 24 ore almeno i due terzi delle notifiche di incitamento all'odio; ad adottare impegni specifici in materia di trasparenza sulle misure volte a ridurre la prevalenza dell'incitamento all'odio sui loro servizi; a partecipare a una cooperazione strutturata con esperti e organizzazioni della società civile sulle tendenze e gli sviluppi dell'incitamento all'odio; a sensibilizzare gli utenti in merito all'illecito incitamento all'odio e alle procedure per segnalare i contenuti illegali online.
La Corte dei conti contro il geo-blocking - Il regolamento del 2018 contro i blocchi geografici ai servizi online ha permesso all'Ue di realizzare dei progressi, ma i geo-blocking ingiustificati che limitano la libertà dei consumatori rimangono un problema, ha detto ieri la Corte dei conti dell'Ue. le nuove norme si prefiggevano di porre fine alle discriminazioni fondate sulla nazionale o sul luogo di residenza dei consumatori, ma la loro applicazione incontra "difficoltà negli Stati membri". Secondo la Corte, le disposizioni per imporre il rispetto della normativa dovrebbero essere "più stringenti e omogenee". La Corte raccomanda inoltre di esaminare la possibilità di estendere le norme contro i blocchi geografici a settori quali i servizi audiovisivi, che non sono ancora coperti.
Geoeconomia
La Commissione porta la Cina all'Omc sulla proprietà intellettuale nell'high tech – La Commissione ieri ha chiesto consultazioni all'Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc) per eliminare le pratiche commerciali considerati "sleali e illegali" da parte della Cina nel campo della proprietà intellettuale, in particolare nel settore delle telecomunicazioni. Pechino ha autorizzato i suoi Tribunali a fissare tassi di royalty vincolanti a livello mondiale per i brevetti essenziali standard dell'Ue, senza il consenso del titolare del brevetto. Questo spinge le aziende innovative high-tech europee ad abbassare le loro tariffe su base mondiale, offrendo così ai produttori cinesi un accesso più economico alle tecnologie europee. Inoltre, secondo la Commissione, questa prassi interferisce indebitamente con la competenza dei tribunali dell'Ue per le questioni relative ai brevetti europei. La Commissione Europea si dice "fermamente convinta" che queste pratiche siano incompatibili con l'accordo dell'Omc sugli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (Trips).
Brum brum
Il 30 gennaio parte il dialogo sul futuro dell'auto – La Commissione ieri ha annunciato che il 30 gennaio lancerà il dialogo strategico sul futuro dell'industria automobilistica in Europa, che Ursula von der Leyen aveva promesso il 27 novembre scorso. L'obiettivo è di “salvaguardare il futuro di un settore vitale per la prosperità europea, promuovendo al contempo i suoi obiettivi climatici e gli obiettivi sociali più ampi”, ha spiegato l'esecutivo comunitario. “La Commissione riconosce l'urgente necessità di agire per proteggere l'industria automobilistica europea e darle un futuro all'interno dell'Unione europea. Sotto la guida della presidente von der Leyen, il dialogo strategico mira a coinvolgere gli attori del settore, le parti sociali e gli stakeholder per comprendere in modo collaborativo le sfide, sviluppare soluzioni e intraprendere azioni concrete”, ha aggiunto la Commissione. Il commissario ai Trasporti, Apostolos Tzitzikostas, è stato incaricato di elaborare un piano d'azione per il settore sulla base delle discussioni nel dialogo strategico. Alcuni indizi delle idee della squadra di Ursula von der Leyen si trovano in una Concept Note pubblicata dalla Commissione.
Accade oggi
Consiglio Ecofin
Commissione: discorso della presidente von der Leyen al World Economic Forum di Davos
Consiglio europeo: il presidente Costa interviene alla riunione della Conferenza dei presidenti della Regioni ultraperiferiche
Presidenza polacca dell'Ue: riunione informale dei ministri dell'Istruzione a Varsavia
Parlamento europeo: sessione plenaria a Strasburgo (dibattiti sulla necessità di attuare il Dsa per proteggere la democrazia sui social; sulle implicazioni sulle relazioni transatlantiche con la presidenza Trump, sulla necessità di contrastare il sabotaggio operato dalla flotta ombra russa; sullo spionaggio illegale del governo ungherese contro le istituzioni Ue; sulla repressione e le frodi elettorali in Bielorussia; sulla situazione in Venezuela; sulla situazione politica in Georgia; sulla crisi umanitaria in Sudan
Commissione: riunione settimanale del collegio dei commissari
Commissione: i commissari Virkkunen e Kubilius incontrano il ministro italiano per il Made in Italy, Adolfo Urso, a Strasburgo
Servizio europeo di azione esterna: l'Alto rappresentante Kallas riceve l'ex presidente ucraino, Petro Poroshenko
Commissione: il commissario Dombrovskis riceve Serhiy Marchenko, ministro delle Finanze dell’Ucraina, e Barna Tzanczos, ministro delle Finanze della Romania
Commissione: la commissaria Suica incontra Badr Abdelatty, ministro degli Esteri dell’Egitto
Eurostat: dati sui viaggi turistici dei cittadini europei
Molte resistenze verrebbero superate se venissero introdotte le cosiddette clausole specchio