Buongiorno! Sono David Carretta e con Christian Spillmann vi proponiamo il Mattinale Europeo, uno strumento per offrire analisi, contesto e prospettiva a chi è interessato all'Ue.
L'Ue e il dilemma Cina
L'Unione europea ha iniziato a fare sul serio sulla Cina? A giudicare dalla reazione veemente di Pechino a una serie di iniziative adottate di recente dalla Commissione sulla sicurezza economica, sembra di sì. Ma la posizione più assertiva dell'Unione europea resta fragile. Alcuni paesi, come la Germania, ritengono di non poter fare a meno del grande mercato cinese e non vogliono correre rischi. Altri, come la Francia, sono sospettati di voler avvicinarsi alla Cina per interesse economico e politico. Altri ancora, come l'Ungheria, operano come cavallo di Troia di Pechino nell'Ue. Il presidente cinese, Xi Jinping, domenica atterrerà in Europa per una serie di visite in Francia, in Ungheria e in Serbia. Il test della serietà dell'Ue sulla Cina passa dall'Ucraina e dalla risposta al sostegno che Pechino sta offrendo alla macchina da guerra della Russia.
Martedì 23 aprile la Commissione ha aperto un'inchiesta sulla base del nuovo strumento per gli appalti internazionali, che potrebbe portare all'esclusione delle aziende cinesi dalle gare nell'Ue perché il governo di Pechino non concede parità di accesso alle imprese europee che vendono dispositivi medici. E' la prima volta che viene usato lo strumento per gli appalti internazionali. Il giorno prima la Commissione aveva compiuto delle ispezioni nelle sede di una società cinese in Polonia e nei Paesi Bassi sospettata di beneficiare di sovvenzioni pubbliche di Pechino per competere più facilmente nel mercato unico dell'Ue. Anche in questo caso si è avvalsa di un nuovo strumento, introdotto di recente: il regolamento anti sovvenzioni estere. Giovedì la Commissione è riuscita a far piegare il gigante cinese del digitale ByteDance che ha deciso di sospendere volontariamente la sua nuova app TikTok Lite per il rischio di vedersi infliggere multe e bando sulla base del Digital Services Act.
“L’Europa è e resterà un continente aperto al mondo. È nel nostro Dna. Ma ora siamo aperti alle nostre condizioni”, ci ha spiegato il commissario al Mercato interno, Thierry Breton, a cui abbiamo chiesto un commento sulla serie di iniziative che prendono di mira la Cina. L'elenco è si sta allungando. L'inchiesta della Commissione sulle sovvenzioni concesse da Pechino ai veicoli elettrici continua e potrebbe concludersi nei prossimi mesi con dazi sulle auto elettriche importate dalla Cina. Il bersaglio delle ispezioni di lunedì è Nuctech, una società statale un tempo gestita dal figlio dell'ex presidente Hu Jintao, che produce e commercializza scanner per la sicurezza dei bagagli e che gli Stati Uniti hanno inserito nella loro lista nera della sicurezza nazionale.
Il regolamento anti sovvenzioni estere è stato usato dalla Commissione per aprire un'indagine su una serie di società cinesi che partecipano a gare di appalto di turbine eoliche in Spagna, Grecia, Francia, Romania e Bulgaria. Un'altra inchiesta è stata aperta contro due società cinesi che fabbricano pannelli solari per un appalto per un parco da 455 megawatt in Romania. Il nuovo regolamento anti sovvenzioni estere si sta già dimostrando efficace. A seguito di un'indagine, un colosso nel settore ferroviario, Crrc Qingdao Sifang, si è ritirato da una gara in Bulgaria per la fornitura di treni elettrici per un valore di circa 610 milioni di euro.
“L’Ue sta inviando un segnale di protezionismo, prendendo di mira le imprese cinesi e questo danneggia l’immagine dell’Ue”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin, commentando l'inchiesta sui dispositivi medici. Pechino ha accusato l'Ue di protezionismo anche nell'utilizzo dello strumento anti sovvenzioni estere. “La distorsione sconsiderata della definizione di sussidio da parte europea e la mancanza di apertura e trasparenza delle norme procedurali durante le indagini sono un atto protezionistico”, ha detto il ministro del Commercio di Pechino l'11 aprile. La Camera di commercio cinese nell'Ue ha parlato di "atto di coercizione economica" e denuncia l'uso politico della nuova regolamentazione.
“Il rapporto tra Ue e Cina non può essere ridotto a scelte binarie 'amico o nemico', 'cooperare o disaccoppiare'”, ci ha detto il commissario Breton: “Nessuna relazione tra due grandi potenze può essere così semplice. Ma l’Europa ha capito che doveva riequilibrare i suoi rapporti con la Cina, come con gli altri. Perché nella vita, in politica e negli affari, tutto si basa su veri rapporti di forza”, ha spiegato Breton.
Alcuni osservatori avevano guardato con scetticismo alla regolamentazione adottata dall'Ue per arginare i pericoli in arrivo dalla Cina. Ci sarebbe stata davvero la volontà politica di usare i nuovi strumenti? Servono a proteggere “la nostra competitività, la nostra sicurezza economica e la nostra indipendenza politica”, ci ha detto Breton. Eppure gli stati membri rimangono divisi. La Germania non vuole tagliare i ponti con la Cina, che rimane il più grande mercato per le sue esportazioni. L'Ungheria è diventata il cavallo di Troia cinese nell'Ue. L'Italia è uscita dalle Nuove vie della Seta, ma sta preparando una nuova partnership economica con Pechino ed è pronta ad accogliere i suoi produttori di veicoli elettrici. La strategia del de-risking (riduzione dei rischi) promossa da Ursula von der Leyen è stato anche un modo per rassicurare i tedeschi sul fatto che l'Ue non avrebbe inseguito gli Stati Uniti sulla strada del decoupling (disaccoppiamento).
Il presidente cinese, Xi Jinping, sarà in Europa nei prossimi giorni. La tappa più importante è quella del 6 e 7 maggio che farà in Francia per discutere faccia a faccia con Emmanuel Macron. Il presidente francese ha invitato anche Ursula von der Leyen per un incontro trilaterale. Un anno fa il presidente francese era stato a Pechino, dove aveva provocato lo scandalo per le posizioni adottate su Taiwan e per i toni adulatori nei confronti di Xi. Anche in quell'occasione era accompagnato dalla presidente della Commissione, che aveva scelto una linea più dura con Pechino. Sul piano europeo la visita era stata considerata un fallimento, a causa dei messaggi contraddittori di Macron e von der Leyen.
Anche oggi analisti sospettano Macron di voler fare affari con la Cina sulle spalle degli europei. Quel che uscirà dagli incontri con Xi all'Eliseo e negli Alti Pirenei (Macron porterà il presidente cinese nelle terre della sua infanzia) probabilmente determinerà il livello di serietà dell'Ue nel rispondere alla minaccia rappresentata dalla Cina. Con un banco di prova molto concreto: l'Ucraina. Di fronte al crescente sostegno di Pechino allo sforzo di guerra della Russia, l'Amministrazione Biden sta aumentando la pressione sugli europei perché adottino una posizione più ferma sulla Cina.
Pechino sta aiutando Mosca ad aggirare le sanzioni occidentali e ad alimentare la sua economica di guerra. "La Cina è il principale fornitore di macchinari, microelettronica, nitrocellulosa, fondamentali per produrre munizioni e propellenti per missili e altri prodotti a uso duale che Mosca sta utilizzando per potenziare la propria base industriale di difesa", ha spiegato il segretario di Stato americano Antony Blinken, in visita a Pechino la scorsa settimana. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha ricordato che “lo scorso anno la Russia ha importato il 90 per cento della microelettronica dalla Cina, usata per produrre missili, carri armati e aerei. La Cina sta anche lavorando per fornire alla Russia capacità satellitari e di immagini migliorate”. Per Blinken l'aiuto della Cina a Mosca ha “un effetto materiale contro l'Ucraina” e rappresenta “una crescente minaccia che la Russia pone sui paesi in Europa”.
Gli Stati uniti se non vedranno un cambiamento sono “pronti” a intraprendere altre azioni contro la Cina. Più di 100 entità cinesi sono finite nella lista nera americana. Washington ha anche imposto controlli alle esportazioni e iniziato ad applicare in modo più efficace le loro sanzioni secondarie. L'Ue, per contro, è stata molto più timida. Diversi Stati membri sono contrari a rafforzare le sanzioni indirette contro Pechino o adottare sanzioni dirette. Solo tre società cinesi – più una con sede a Hong Kong – sono state sanzionate.
Finora Bruxelles si è accontentata delle rassicurazioni ricevute da Pechino sul fatto che avrebbe controllato meglio l'operato delle sue società. L'Ue ha rifiutato di applicare restrizioni alle esportazioni verso la Cina di materiale a uso duale che viene riesportato verso la Russia. Nonostante i gesti di buona volontà verso Pechino, anziché diminuire, l'elusione delle sanzioni da parte della Cina è aumentato in termini di qualità e quantità. Con l'Ucraina che rischia di perdere la guerra, le prossime decisioni dell'Ue sul sostegno della Cina alla Russia potrebbero dimostrare quanto fa sul serio sulla minaccia posta da Pechino.
La frase
"Vent’anni fa la famiglia europea abbracciava dieci nuovi Stati membri. Il nostro lavoro sulla riunificazione dell’Europa non è completato".
L'Alto rappresentante per la politica estera, Josep Borrell.
Geopolitica
L'ultimatum di von der Leyen al governo georgiano - Ieri notte sono proseguite le grandi manifestazioni a Tbilisi contro la "legge russa" promossa dal governo della Georgia, dopo che il Parlamento ha approvato in seconda lettura il provvedimento malgrado gli avvertimenti dell'Unione europea sul rischio di compromettere il processo di adesione. In serata è arrivato anche una sorta di ultimatum da parte della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. "La Georgia è a un bivio. Deve mantenere la rotta verso l’Europa", ha detto von der Leyen, condannando "la violenza nelle strade di Tbilisi. I cittadini della Georgia stanno manifestando il loro forte attaccamento alla democrazia. Il governo georgiano dovrebbe prestare ascolto a questo chiaro messaggio", ha aggiunto von der Leyen. "Il popolo georgiano vuole un futuro europeo per il proprio paese".
Migranti
Von der Leyen vola in Libano per offrire soldi e fermare i rifugiati - La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, oggi sarà in Libano con il presidente cipriota, Nikos Christodoulidīs, per offrire un nuovo accordo sui migranti, dopo quelli firmati con Tunisia, Mauritania ed Egitto. Il governo di Nicosia ha chiesto alla Commissione aiuto dopo aver registrato un aumento dei flussi dal Libano, che ospita un milione e mezzo di rifugiati siriani. Nel primo trimestre dell'anno, circa duemila migranti sono sbarcati sull'isola contro i 78 dello stesso periodo dell'anno precedente. Cipro ha anche sospeso la possibilità di presentare domanda d'asilo. "La presidente della Commissione europea presenterà un pacchetto di aiuti economici per il Libano", ha spiegato in una nota il portavoce del governo cipriota, Konstantinos Letymbiotis.
Allargamento
Aggirare il veto senza riformare i trattati per prepararsi all'allargamento - L'Unione europea deve fare i suoi compiti a casa in vista del prossimo allargamento promesso ai paesi dei Balcani occidentali, all'Ucraina, alla Moldavia e alla Georgia. Ma i ministri degli Affari europei rimangono divisi sulla modifica dei trattati per rendere la governance dell'Ue più efficace. “Ci sono diverse tendenze”, ha detto il ministro degli Esteri belga, Hadja Lahbib, dopo una riunione informale dei ministri degli Affari europei martedì. “Sappiamo cosa vuol dire aprire i trattati per una riforma. Servirà tempo”. Secondo Lahbib, “ci sono già abbastanza strumenti all'interno dei meccanismi esistenti dell'Ue per prendere le buone decisioni”. Il ministro belga è favorevole a “applicare più rapidamente l'articolo 7” del trattato per sanzionare i paesi che “abusano del loro diritto di veto”. La vicepresidente della Commissione, Vera Jourova, ha consigliato di concentrarsi sull'abolizione del veto in politica estera e di difesa, evitando di modificare le regole “su tassazione, questioni familiari e politica sociale. Parliamo di sicurezza collettiva europea, che è qualcosa che è esistenziale per noi in tempi di turbolenze geopolitiche”, ha detto Jourova.
Elezioni europee
Le nuove proiezioni di Europe Elects prevedono un testa a testa per il terzo gruppo - Europe Elects e Euractiv hanno pubblicato le nuove proiezioni sulla composizione del nuovo Parlamento europeo, basate sui sondaggi realizzati nel corso del mese di aprile. Rispetto a marzo, il gruppo Ppe perde un seggio, ma rimane nettamente la prima formazione con 183 eletti, cinque in più di quelli attuali. I Socialisti&Democratici recuperano un seggio e salgono a 140 deputati, il loro livello attuale. Le proiezioni indicano una corsa a tre per diventare il terzo gruppo dell'emiciclo. I liberali di Renew e i sovranisti dei Conservatori e riformisti europei (Ecr) sono appaiati con 86 seggi ciascuno, seguiti da vicino dall'estrema destra di Identità e democrazia (Id). Renew guadagna due seggi rispetto a marzo, ma ne perderebbe 26 rispetto alla sua dimensione attuale. L'Ecr ne guadagna quattro su un mese e 18 sulla composizione attuale. Id è stabile, ma farebbe un balzo di 25 deputati rispetto al numero attuale. I Verdi continuano a scendere con 48 seggi totali, quattro in meno rispetto a marzo e 24 in meno rispetto a oggi. Il gruppo della Sinistra guadagna quattro seggi in un mese e sale a 44 totali, sette in più di oggi.
I gruppi sovranisti e di estrema destra insieme superano il Ppe nel voto popolare - Le ultimi proiezioni di Europe Elects mostrano una ripresa della destra sovranista di Ecr e dell'estrema destra di Id rispetto a marzo, nonostante il pesante calo subito nelle intenzioni di voto di AfD in Germania. L'estrema destra tedesca, oltre a essere stata colpita da una serie di scandali, subisce la concorrenza del nuovo partito di estrema sinistra "Alleanza Sahra Wagenknecht", che ha le stesse posizioni di AfD su migranti e guerra in Ucraina. Sia in termini di voto popolare sia in termini di seggi i due gruppi della destra dura, se fossero un unico gruppo, farebbero concorrenza al Ppe. Insieme Ecr e Id realizzano il 23 per cento (rispettivamente 11,8 per cento e 11,2 per cento) e 170 seggi contro il 22,9 per cento e 183 seggi del Ppe. In termini di delegazioni nazionali l'estrema destra è già appaiata ai conservatori. Secondo le proiezioni il Rassemblement national francese sarà la prima delegazione nazionale (25 seggi), alla pari con il Partido Popular spagnolo, davanti a Fratelli d'Italia (23) e la Cdu tedesca (22).
Le destre non collaboreranno, ma condizioneranno l'agenda - Luigi Scazzieri del "Centre for European Reform" ha cercato di sintetizzare in un paper gli effetti della progressione della destra sovranista e dell'estrema destra al Parlamento europeo. Una cooperazione formale tra i due gruppi è “molto improbabile” a causa di posizioni diverse su alcuni temi e contrasti bilaterali che “ne ridurranno l'influenza”. Tuttavia “la prevista ondata di destra avrà comunque un impatto sostanziale sul Parlamento europeo e sulla politica europea più in generale”, spiega Scazzieri. “Il prossimo candidato presidente della Commissione, che si tratti di Ursula von der Leyen o di qualcun altro, potrebbe avere più difficoltà a ottenere i voti della maggioranza assoluta dei deputati necessari per l’elezione”. Quanto alle politiche, “un’impennata della destra influenzerebbe il futuro degli sforzi climatici dell’Ue” e “potrebbe anche avere conseguenze significative sugli sforzi per sostenere lo stato di diritto negli Stati membri”. Per contro, sulle migrazioni, “l’impatto di un contingente di destra più forte nel Parlamento europeo potrebbe non cambiare molto le cose. Dal 2015, l’approccio dell’Ue è stato strettamente allineato alle posizioni di destra”, spiega Scazzieri.
Digitale
Procedura contro Meta per le campagna della Russia contro le elezioni europee - Ufficialmente la parola "Russia" non compare nel comunicato ufficiale. Ma la procedura avviata martedì 30 aprile contro Meta per valutare se Facebook e Instagram violino le regole del Digital Services Act, minando l'integrità delle elezioni europee, puntano verso la tolleranza nei confronti delle campagne di disinformazione di Mosca. Tra le altre cose, la Commissione sospetta che Meta non rispetti gli obblighi per contrastare la diffusione di messaggi pubblicitari ingannevoli, campagne di disinformazione e comportamenti non autentici coordinati nell'Ue. La proliferazione di tali contenuti può rappresentare un rischio per il dibattito civico, i processi elettorali e i diritti fondamentali, nonché per la protezione dei consumatori. La Commissione ritiene che Meta non si sia mossa in modo efficace contro l'operazione di "Doppelganger" condotta dalla Russia, con la creazione di falsi siti web che imitano perfettamente siti di media, diffondendo false informazioni o narrazioni pro russe. Peggio: una campagna di pubblicità sui social di Meta alimenta la propaganda russa verso gli utenti europei. La Commissione contesta anche l'approccio di Meta sulla visibilità dei contenuti politici, la mancanza di un efficace strumento di dibattito civico e monitoraggio elettorale in tempo reale e le debolezze del meccanismo per segnalare i contenuti illegali.
Vestager contraria a obbligare i gatekeeper a rivelare i loro algoritmi - La vicepresidente della Commissione, Margrethe Vestager, ha escluso di imporre alle grandi piattaforme digitali designate come gatekeeper di rivelare pubblicamente i loro algoritmi perché metterebbe a rischio la protezione di segreti aziendali e altre informazioni confidenziali e le esporrebbe a potenziali frodi. In una lettera inviata all'europarlamentare tedesco della Cdu, Andreas Schwab, Vestager spiega che, secondo il Digital Markets Act (DMA), la Commissione può chiedere accesso agli algoritmi. “Non è escluso che la Commissione chieda ai gatekeeper ulteriori informazioni a questo riguardo. Tuttavia aprire gli algoritmi dei gatekeeper solleva difficoltà, per esempio in relazione alla protezione di segreti aziendali e di altre informazioni confidenziali o frodi". La Commissione intende quindi "soppesare attentamente i pro e i contro di un approccio di questo tipo", ha spiegato Vestager. Schwab aveva scritto a Vestager per proporre una serie di idee per assicurare un'applicazione rigorosa del DMA dopo l'avvio di una serie di inchieste formali contro le grandi piattaforme, tra cui imporre ai gatekeeper la trasparenza dei loro algoritmi.
Primo maggio
La Commissione festeggia il primo maggio con la consultazione sul diritto alla disconnessione - Martedì 30 aprile la Commissione ha lanciato la prima fase della consultazione dei partner sociali europei sulla possibilità di introdurre regole comune sul telelavoro e il diritto alla disconnessione. Secondo un sondaggio sulla forza lavoro dell'Ue, la quota di persone che lavorano da casa nell'Ue è più che raddoppiata negli ultimi anni, passando dal 11,1 per cento del 2019 (prima della pandemia di Covid-19) al 20 per cento nel 2022. Se gran parte dei lavoratori apprezza la modalità del telelavoro, la Commissione ritiene che ci siano anche questioni da risolvere sui diritti del lavoro in un ambiente lavorativo digitale. "L’uso di strumenti digitali per il lavoro e la possibilità di lavorare a distanza possono comportare il rischio di una cultura del lavoro 'sempre attivo'", ha spiegato la Commissione. Nel 2021 il Parlamento europeo ha chiesto di introdurre nella legislazione dell'Ue il diritto alla disconnessione. Ma i negoziati tra le parti sociali non hanno prodotto risultati. "Una sana politica per il telelavoro e il diritto alla disconnessione sono fondamentali per mantenere un sano equilibrio tra lavoro e vita privata e per proteggere il benessere mentale e fisico dei lavoratori", ha detto il commissario agli Affari sociali, Nicolas Schmit.
Sedie musicali
Michel nomina il suo nuovo consigliere diplomatico - Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha scelto la ceca Magdalena Grono come suo nuovo consigliere diplomatico capo, dopo la partenza dell'irlandese Simon Mordue che nei prossimi due mesi tornerà alla Commissione per preparare la Conferenza di pace sull'Ucraina in Svizzera, prima di passare al Servizio europeo di azione esterna come vice segretario generale. Almeno in teoria. Perché la Commissione da febbraio ha ostacolato il trasferimento di Mordue al Servizio guidato da Josep Borrell e non lo ha ancora formalmente approvato. In un tweet il 25 aprile lo stesso Borrell ha sottolineato che il passaggio di Mordue è stato “rinviato”. L'accordo con la Commissione prevede il trasferimento il primo luglio.
Accade oggi
Commissione: la presidente von der Leyen a Beirut con il presidente di Cipro, Nikos Christodoulides, incontra il premier Najib Mikati e il presidente del Parlamento, Nabih Berri
Commissione: la commissaria Ferreira in visita in Ungheria
Consiglio: riunione del Comitato politico e di sicurezza